Ciao a tutti, come va?
Solo una settimana fa sembrava che la prima pubblicazione ufficiale del pene di Batman (CLICCATE QUI) avrebbe aperto le porte ad una rivoluzione copernicana nella rappresentazione della nudità maschile, perlomeno dalle parti della DC Comics... Mentre adesso sembra che la casa editrice sia frettolosamente corsa ai ripari, come se in realtà la pubblicazione non censurata del pene di Batman fosse stata una svista... E forse varrebbe la pena di capire un po' meglio cosa sta succedendo, perchè in certi casi l'apparenza può ingannare e non bisogna sottovalutare l'importanza dei piccoli indizi...
Cominciamo dai dati di fatto. Il numero uno di Batman: Damned è stato distribuito mercoledì 19 settembre. Io l'edizione digitale ho potuto vederla solo in serata, ed era censurata, anche se alcune fonti riportano che inizialmente era stata distribuita una versione non censurata anche per via digitale (ma secondo me si è trattato solo di una leggenda, visto che comunque piattaforme come Comixology lo hanno distribuito in versione censurata da subito). Nel giro di poche ore, comunque, è scoppiato il "caso" e nel frattempo erano state distribuite circa 115.000 copie dell'albo stampato senza censure, alimentando una nutrita discussione sul web e sui social.
La cosa interessante, secondo me, è che questa volta - a quanto mi risulta - non sono insorte associazioni di genitori, gruppi religiosi o fondamentalisti vari. Anzi: via social molte voci, soprattutto fra le blogger e le influencer di sesso femminile, si erano lamentate del fatto che si aspettavano di vedere di più (in tutti i sensi). Gli unici ad essersi lamentati, in effetti, sono stati quelli del movimento che negli USA si batte per impedire la mutilazione genitale infantile (sia maschile che femminile), come l'associazione chiamata Genital Autonomy America (CLICCATE QUI).
Per quanti non lo sapessero, infatti, negli USA - al di là della mutilazione genitale delle bambine, praticata perlopiù da gruppi etnici e religiosi minoritari - è ancora molto diffusa la circoncisione dei neonati, ufficialmente spacciata come una necessità igenica, ma in realtà un retaggio culturale che trova le sue radici nell'applicazione letterale di alcune prescrizioni bibliche e - a quanto pare - nella convinzione che sarebbe un rimedio naturale contro la masturbazione e le sue nefaste (?) conseguenze. Quindi il pene intravisto nei fumetti di Batman, in quanto circonciso, avrebbe rischiato di trasformarlo in un testimonial della circoncisione infantile, motivando il disappunto delle suddette associazioni... Che comunque NON hanno avuto un peso effettivo nelle decisioni della DC Comics... Dato che le dichiarazioni di Genital Autonomy America sono circolate a partire da domenica 23 settembre, quando la DC Comics aveva già preso le distanze dal pene di Batman...
Infatti ai giornalisti che - ovviamente - hanno immediatamente chiesto spiegazioni riguardo alla censura digitale, gli addetti stampa della casa editrice avevano già risposto che anche le successive ristampe cartacee sarebbero state censurate perchè "la vista del pene di Batman non aggiungeva niente alla storia". E, ovviamente, questa dichiarazione ha infiammato gli animi e la discussione più di quanto non avesse fatto la visione del pene in quanto tale. Anche perchè, in effetti, la giustificazione della casa editrice sembrava abbastanza campata in aria, visto che - ad esempio - molti lettori hanno obbiettato che per decenni, anche nei fumetti DC, si è puntato sul sex appeal femminile senza che questo avesse alcuna rilevanza narrativa.
Oltretutto il mercoledì successivo, manco a farlo apposta, il Dr. Manhattan di WATCHMEN è entrato a far parte dell'universo narrativo ufficiale della DC Comics... Con i suoi famosi genitali all'aria e proprio alla presenza di Batman (e di un Joker palesemente a disagio)...
Interessante, vero? Soprattutto considerando che questo fumetto è stato venduto anche in formato digitale senza censure. Certo, in questo fumetto non ci sono state inquadrature ravvicinate (oscurate o meno), ma in linea di principio la situazione è simile... Visto che la nudità del Dr. Manhattan, oltre ad essere diventata molto iconica nel corso degli anni (e dopo essere stata sdoganata nel film dal vivo), ha un suo valore simbolico ed espressivo anche se è del tutto IRRILEVANTE ai fini della narrazione. Esattamente come nel caso di Batman: Damned. Solo che, nel caso di Batman: Damned, la casa editrice ha pensato di tirare i remi in barca...
Quindi la domanda che si sono posti tutti quanti è: perchè? Soprattutto considerando che le quotazioni degli albi non censurati di Batman: Damned (che ovviamente è andato subito esaurito ed è stato l'albo più venduto della settimana), su ebay, hanno già raggiunto delle cifre inverosimili... Qui sotto vedete i prezzi di oggi, ma sicuramente in futuro diventeranno ancora più alti...
Segno evidente che, al di là delle speculazioni collezionistiche, l'idea di disegnare il pene di Batman è stata apprezzata, e non poco... E poteva rappresentare davvero un punto di svolta interessante. Perchè, quindi, la situazione a preso questa piega strana?
Ovviamente si possono fare solo ipotesi. Che sia stata tutta una strategia della casa editrice per testare il gradimento del pubblico, pianificando di inserire le tavole non censurate solo nella prima tiratura dell'albo? Se così fosse avrebbe potuto anche stamparne più di 115.000 copie, visto che ora il grosso del guadagno verrà assorbito dal mercato del collezionismo. Quindi la spiegazione potrebbe essere un'altra. E qui si torna ai sospetti che avevo esternato qualche mese fa (CLICCATE QUI e QUI). Nel senso che la DC, come d'altra parte la MARVEL, da qualche mese ha iniziato a rimescolare le carte per avere un approccio più conservatore e filo governativo, limitando e circoscrivendo gradualmente gli elementi più progressisti che aveva introdotto negli ultimi anni.
Al punto di sostituire la Presidente Diane Nelson con... Pam Lifford, e cioè facendo assorbire la casa editrice dalla divisione "Warner Bros. Global Brands and Experiences", a partire dal 13 settembre. Pam Lifford NON proviene dal mondo del fumetto, e prima di settembre era una responsabile marketing della Warner Bros: per la precisione si occupava della divisione consumatori. Ufficialmente il direttore creativo della DC Comics, ora, è il fumettista Jim Lee, ma le direttive arrivano da Pam Lifford e dagli uffici "Warner Bros. Global Brands and Experiences". Come si intuisce nell'intervista che potete LEGGERE CLICCANDO QUI, Pam Lifford per anni si è occupata della promozione globale - a tutti i livelli e con grande successo - dei marchi in possesso della Warner, in particolare per quel che riguarda l'intrattenimento "per tutti"... Tant'è che nell'intervista citata parla proprio di quanto è orgogliosa ed entusiasta di gestire i supereroi DC, i Looney Tunes e le serie targate Hanna-Barbera... E, forse, non è esattamente la prima persona che darebbe la sua approvazione ad una serie "adulta" di Batman con scene di nudo integrale...
Ora: Diane Nelson se n'è andata nel giugno 2018, quando - presumibilmente - la miniserie Batman: Damned era già stata in buona parte preparata (anche perchè è evidente che il suo stile di disegno richiede molto tempo per essere portato avanti), perciò è ALTAMENTE probabile che a dare l'ok al pene di Batman fosse stata la dirigenza precedente, e non quella attuale... A cui, probabilmente, questo "dettaglio" era sfuggito fino a quando non è stato troppo tardi. E a quel punto, invece di essere valutato come un elemento di rottura, e un esperimento da monitorare con attenzione, è stato liquidato come un errore di marketing da non ripetere. Soprattutto in un periodo in cui un Batman progressista potrebbe risultare troppo problematico da gestire, e in cui la DC Comics è sotto la responsabilità della "Warner Bros. Global Brands and Experiences"... Che sicuramente NON vede di buon occhio, soprattutto dal punto di vista commerciale, il nudo integrale dei supereroi più iconici di cui detiene i diritti. Anche perchè, prima di essere responsabile dell'area consumatori per la Warner Bros, Pam Lifford è stata vice Presidente della divisione Global Fashion & Home della DISNEY (CLICCATE QUI)!!!
Non che ci sia niente di male, tuttavia - se devo essere sincero - nel prossimo futuro la vedo abbastanza grigia dal punto di vista delle sperimentazioni, delle trasgressioni e delle tematiche adulte... ANCHE dalle parti della DC Comics.
Ovviamente la mia è solo un'ipotesi, ma effettivamente due più due fa sempre quattro, come si dice... E quindi, a questo punto, non è da escludere che la politica editoriale della DC Comics possa rischiare di allinearsi pericolosamente a quella adottata dalla MARVEL nell'ultimo periodo. E non sono sicuro che sia una cosa molto positiva...
Tutto questo si rifletterà anche sulla rappresentazione delle tematiche LGBT nei fumetti DC Comics?
Staremo a vedere (incrociando le dita).
Alla prossima.
1 commento:
Come sempre con i cambiamenti politici, gli effetti si cominciano a vedere un paio d'anni dopo. Puntualmente Marvel e DC stanno facendo marcia indietro su tutto quanto di pogressista avevano introdotto, e man mano che si va avanti i cambiamenti saranno sempre più marcati. Anche nel cinema le notizie non sono proprio incoraggianti, con il PG13 che sta cominciando a spuntare ovunque, non solo in nuovi film in uscita come Venom, ma anche in successi "per adulti" come Deadpool 2, che si prepara ad uscire in una nuova edizione depurata, probabilmente per preparare la strada ai futuri capitoli della serie già annacquati a dovere (https://deadline.com/2018/09/dark-phoenix-alita-battle-angel-deadpool-gambit-release-date-changes-1202473229/).
Che fine faranno in questo clima le tematiche LGBT? La vedo nera...
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