Ciao a tutti, come va?
Di solito col termine GAY BAR si intende un locale che si rivolge a un certo tipo di clientela, e non a un locale che - ad esempio - ha una "serata gay" alla settimana (cosa che va tanto di moda in Italia, ma che a me personalmente è sempre sembrata una "serata ghetto", finalizzata a sfruttare economicamente la clientela gay). In ogni caso un GAY BAR diventa tale quando almeno l'85% della clientela abituale è gay, e quando adotta strategie che servono ad attirare e fidealizzare questo 85% di clienti (assumendo personale gay ed in sintonia coi gusti della clientela, organizzando eventi di un certo tipo e prendendosi la briga di allontanare chi ha comportamenti omofobi).
Sia come sia, se un GAY BAR è tale per tutta la settimana può anche permettersi di spaziare con una serie di proposte alternative, diventando un punto di riferimento e aggregazione anche per quelli che non vedono nella musica ad alto volume e nei fiumi di alcolici qualcosa di attraente e indispensabile
Dico questo perchè, ad esempio, a New York c'è un GAY BAR che si chiama This 'n That (TNT per gli amici, e per il sito ufficiale dovete CLICCARE QUI), che ha una proposta molto variegata (si va dal bingo al cabaret, oltre ai classici karaoke e Dj set), e tutti i venerdì propone anche una sessione di disegno dal vivo...
Cosa che, probabilmente, verrebbe considerata incomprensibile anche dai più quotati locali gay italiani. Eppure questo genere di iniziative a New York funziona bene, e il venerdì anima il TNT a partire dal preserale. I soggetti che si mettono in posa sono molto vari, ma ovviamente devono essere a tema: drag queen, go go boys muscolosi, attori di burlesque, sportivi in tutine aderenti e altro... Lo scorso venerdì il tema del giorno è stato il serial ARROW (con la collaborazione della sempre attiva associazione Geeks Out), che è ormai riconosciuto come un cult gay... E qui di seguito potete vedere alcuni dettagli delle pose che sono state presentate durante la serata...
E siccome questo è un BLOG serio qui sotto potete vedere i risultati degli artisti che hanno partecipato a questa iniziativa (e vi garantisco che eseguire dei disegni dal vivo in poco tempo e in condizioni non ottimali è tutt'altro che semplice)...
Comunque alla fine sono stati tutti contenti, e la serata è servita anche a dare un piccolo contributo alla scena artistica newyorkese... Certo si è trattato di un piccolo evento di cui non resterà probabilmente traccia in nessun libro di storia dell'arte, ma penso che offra diversi spunti di riflessione interessanti su come può essere diverso il concetto di GAY BAR fra New York e una qualsiasi grande città italiana. Certo si parla di realtà diverse, con una storia diversa e una mentalità diversa, però non posso fare a meno di chiedermi perchè proprio in Italia, in cui TUTTE le grandi città hanno una storia artistica importante e qualche scuola d'arte, NESSUN locale gay sia mai stato anche solo sfiorato dall'idea di organizzare una cosa del genere. D'altra parte è anche vero che in Italia il concetto di arte è molto relativo, e probabilmente viene relegato un po' troppo ai munumeti, all'architettura e ai dipinti famosi... E forse, ma la mia è solo un'ipotesi, il fatto che in Italia il concetto di arte sia associato in buona parte all'arte religiosa cattolica ha contribuito a renderlo istintivamente alieno a quanti si occupano della comunità LGBT italiana dal punto di vista ricreativo... Ed è un peccato.
Staremo a vedere se e quando le cose potranno prendere un'altra piega anche da noi.
Alla prossima.
Nessun commento:
Posta un commento