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lunedì 6 ottobre 2014

A VOLTE RITORNANO... COME SE NIENTE FOSSE...

Ciao a tutti, come va?
Ultimamente le pubblicazioni italiane tendono a prendere molto spazio in questo BLOG, e in effetti nella maggior parte dei casi non si tratta di segnalazioni positive. Certo, potrei parlare solo della RENBOOKS e dei suoi piccoli passi avanti... Però, se siete affezionati lettori di questo BLOG, ho ragione di credere che sappiate benissimo cosa fa la RENBOOKS, e quindi devo agire di conseguenza... E magari prossimamente intervisterò i ragazzi di RENBOOKS per fare il punto della situazione.

Comunque, come vi dicevo, non è di RENBOOKS che voglio parlarvi oggi, ma di quello che sta succedendo dalle parti della 1000voltemeglio Publishing.

Piccolo passo indietro: c'era una volta Luciano Secchi (classe 1939), in arte Max Bunker, un redattore/sceneggiatore che negli anni '60 e '70 dette un notevole contributo al fumetto popolare italiano.
Iniziò collaborando con l'Editoriale Corno (a partire dalla serie western Maschera Nera nel 1962), di cui divenne  direttore editoriale dopo una lunga serie di grandi successi (Satanik, Kriminal, ecc), e dopo avere avuto l'idea di portare in Italia i fumetti della MARVEL, a partire dal 1970. Realizzò anche riviste contenitore di qualità come EUREKA (nel 1967), ma probabilmente il suo contributo più duraturo al fumetto italiano è rappresentato dalla serie demenziale/umoristica/satirica di ALAN FORD (col suo gruppo TNT).
Tuttavia, a partire dalla metà degli anni '80, la sua buona stella sembrò adombrarsi. L'Editoriale Corno, che era arrivata a vendere anche 80.000 copie al mese de L'UOMO RAGNO, cominciò a perdere lettori, e chiuse i battenti nel 1984. A quel punto Max Bunker, che era rimasto proprietario dei personaggi da lui creati, fondò la Max Bunker Press (MBP) con cui proseguì le avventure di Alan Ford e riprovò a dare un contributo ai supereroi MARVEL (durante il nuovo boom del genere negli anni '90) con SUPERCOMICS e al fumetto di qualità con riviste antologiche come BHANG e una nuova EUREKA... Nessuna di queste riviste, però, superò di molto il terzo anno di età (anche perchè, nel frattempo, la MARVEL aveva dirottato tutti i suoi personaggi nelle mani della MARVEL ITALIA, oggi Panini Comics).
Alan Ford, comunque, rimase in edicola. Come sempre era scritto da Max Bunker, che a partire dagli anni '90 tentò di inventare dei nuovi personaggi al passo coi tempi: Angel Dark (1990), Kerry Kross (1994), Beverly Kerr (2000) e Padre Kimberly (2001), tutti più o meno a sfondo poliziesco...  Nessuno dei quali rimase in edicola più di qualche anno... E così, con il solo Alan Ford, la MBP non poteva più permettersi di andare avanti e saldare i suoi passivi, e nel 2012 chiuse... Passando la palla alla 1000voltemeglio Publishing, gestita da Raffaella Secchi, la figlia di Luciano Secchi, che fino ad allora - nella casa editrice - si era occupata prevalentemente di colorare gli albi speciali pubblicati dal padre.
Attualmente, quindi, la situazione è questa: i personaggi di Max Bunker sono pubblicati dalla 1000voltemeglio (CLICCATE QUI), che però era nata per gestire un sito dedicato al benessere... Così per avere informazioni sulle sue pubblicazioni bisogna continuare a seguire il sito di Max Bunker (cliccate QUI), che attualmente - oltre ad Alan Ford - segue le sue ristampe per conto di editori come Mondadori, e di tanto in tanto prova a riproporre in edicola i suoi personaggi più o meno recenti.
C'è da dire che nel (triste) panorama editoriale italiano Max Bunker probabilmente è rimasto l'unico sceneggiatore/editore che prova ancora a fare satira sui fatti di cronaca, sfidando i tipici tabù più o meno simbolici che dettano legge nel fumetto italiano di oggi...Tant'è che nell'ultimo numero di Alan Ford parla anche del Papa e del problema dell'immigrazione...
Tuttavia, nonostante il successo delle sue ristampe (attualmente in edicola la ristampa di ALAN FORD è arrivata al 1988, mentre da poco più di un anno è ripartita dall'inizio una ristampa a colori, senza contare le ristampe in volume pubblicate da Mondadori, arrivate a poca distanza da quelle che comparvero come allegato a Panorama nel 2009) fra nostalgici e affezionati, i tempi dei suoi antichi fasti sembrano ormai lontani. Perchè? Ripercorrendo la storia editoriale di Max Bunker quello che spicca è che ha sempre voluto fare tutto da solo, creando case editrici a conduzione famigliare in cui non c'era spazio per "intrusioni" esterne. Inoltre è abbastanza evidente che ha utilizzato sempre le stesse formule dagli anni '70 a oggi: stesso genere di storie, stesso linguaggio, stesso modo di fare satira, umorismo, noir, horror e poliziesco... Senza contare lo stesso modo di vedere e rappresentare la società, gli uomini, le donne e le varie vie di mezzo... E tutto questo mentre, nel mondo reale, i riferimenti, i gusti e le abitudini cambiavano... Assieme all'approccio ai fumetti da parte delle nuove generazioni. Ora: Max Bunker è sicuramente un rampante settantacinquenne, ma se è lui che scrive ancora tutte le storie della sua casa editrice forse non è un caso se negli anni ha continuato a perdere lettori e a non catturarne di nuovi, visto che le scrive con lo stesso stile di quarant'anni fa... E forse non è un caso se, di conseguenza, le sue serie non sono più riuscite a trattare certi argomenti in modo accattivante, restando al passo coi tempi...
Tutto questo preambolo mi sembrava necessario per segnalare che la 1000voltemeglio Publishing ha deciso di riproporre le storie della psicologa Beverly Kerr, che a suo tempo sono state il sequel non ufficiale delle avventure della detective lesbica Kerry Kross (che infatti è un personaggio fisso nella serie, pur non essendone la titolare). All'epoca sembrò che Max Bunker credesse molto nel potenziale di un poliziesco a sfondo lesbico, e quando dovette chiudere la serie per mancanza di lettori disse che il pubblico non era ancora pronto per certi temi... Ma le cose stavano davvero così? Ora, con la riproposta delle avventure di Kerry Kross e Beverly Kerr uno può farsi un'idea più precisa della situazione...
In questo primo numero della riproposta, ambientato in una New York che risente ancora della tragedia dell'11 settembre 2001, Beverly Kerr e Kerry Kross vengono coinvolte nelle indagini che riguardano Patrizia, una tossicodipendente figlia di papà, che in un raptus omicida fa fuori tutto il suo gruppo di auto aiuto (psicologo compreso). Per questo finisce in cella e, nella sequenza che segue, potete vedere come alcune trasandate detenute incaricate di fare pulizia (?) corrompono una secondina (inevitabilmente massiccia e mascolina) per abusare di lei...



Questa sequenza, nei modi e nel ritmo (e persino nell'abbigliamento), sembra ripresa pari pari da alcuni film che andavano molto di moda proprio negli anni '60 e '70, in cui gruppi di lesbiche dominanti abusavano del loro potere in contesti "al femminile" come carceri, collegi, ecc. Il tutto, ovviamente, strizzando l'occhio al voyeurismo maschile... Quando poi Beverly Kerr interroga Patrizia, questa non fa mistero del fatto che la cosa le sia piaciuta molto, piazzando una bella leccata sulla guancia dell'imperturbabile protagonista...

E anche questa sembra tanto una parentesi viziosetta per solleticare il pubblico maschile... Che dalle lesbiche si aspetta un certo tipo di atteggiamento aggressivo, o magari fatastica sul fatto che dopo un morboso stupro lesbico una ragazza possa essere convertita e diventare una lussuriosa depravata... Fatto sta che, successivamente, Beverly Kerr chiede l'aiuto della sua amica Kerry Kross (che da questo momento in poi diventa la sua guardia del corpo), invitandola a cena... E siccome Kerry Kross è una lesbica, anche se Beverly Kerr è fidanzata con un procuratore distrettuale, non può fare a meno di provarci...
E, poichè il lettore maschio si eccita all'idea che le donne rispondano alle avances lesbiche, magari di nascosto ai loro fidanzati, Beverly Kerr reagisce con malizioso compiacimento... Anticipando una serie di sviluppi facilmente intuibili, che in effetti troveranno posto nelle storie seguenti...
E già alla fine dell'albo, dopo vari omicidi e suicidi, Kerry Kross, Beverly Kerr e il suo fidanzato Robert si ritrovano a cenare insieme per festeggiare... Con Kerry Kross che - da vera lesbica possessiva - inizia già a marcare il suo territorio... E ovviamente Beverly Kerr non ribatte, perchè sotto sotto è evidente che inizia a valutare l'idea di dare un colpo al cerchio e uno alla botte... Altra cosa che, in effetti, fa tanto film erotico anni '70...
Questo tipo di narrazione e queste trovate erano già molto retrò nei primi anni del 2000, quando erano effettivamente una novità, ma adesso risultano a tratti persino fastidiose nel loro reiterare tanti stereotipi e tanti luoghi comuni... Che oltretutto sono destinati ad aumentare nelle prossime storie che verranno ristampate (quando - ad esempio - il fidanzato di Beverly Kerr verrà stuprato da una ciurma di contrabbandieri gay).

Perchè, quindi, riproporre le avventure di Beverly Kerr nel 2014, visto che - a differenza di Alan Ford - non sono mai state un best-seller?

Forse perchè alla 1000voltemeglio Publishing sperano che, con il crescente sdoganamento delle tematiche omosessuali, possano andare meglio rispetto a una decina di anni fa? Se così fosse vorrebbe dire che hanno le idee molto confuse...

E d'altra parte, in questi fumetti, la questione omosessuale è solo la punta dell'iceberg... Visto che, ad esempio, la città di New York viene rappresentata in maniera molto approssimativa e inverosimile (cosa che, tanto per cambiare, poteva anche andare bene in un fumetto poliziesco italiano degli anni '70, ma che adesso pesa come un macigno sulla digeribilità del prodotto nel suo insieme)... E persino la colorazione di questi disegni anni '60/'70, quando c'è, usa tinte piatte e accostamenti acidi anni '60/'70...

Quello che rattrista di più però, è che l'unico editore italiano che ha il coraggio di trattare certi argomenti in maniera tanto esplicita, e di portarli in edicola, evidentemente non è in grado di farlo.

E, se questo è il massimo della rappresentatività a cui può aspirare la comunità LGBT in un fumetto italiano che arriva in edicola alla fine del 2014, forse è il caso di porsi delle domande.

Alla prossima.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A guardare queste pagine quasi sento il puzzo di carta ingiallita di fumetto vecchio. L'idea che possa essere stato stampato di recente mi lascia parecchio perplesso. Come già hai detto, questa sorta di lesbostupro mi sembra tirata fuori da un fumetto erotico degli anni che furono. Pure con la vulva di lei censurata dalle ombre. Definirlo "trattazione delle tematiche omosessuali" sarebbe eccessivo, almeno per come l'hai esposta te. A me pare la classica parte pornografica per attirare gli etero.
Il chara pure mi sembra molto antico, ma forse perché sono troppo abituato allo stile del comic americano e del manga giapponese. Sta di fatto che uno sforzo per aggiustare lo stile non guasterebbe, e soprattutto non costituisce un costo insostenibile per una piccola casa editrice italiana e altre menate vittimistiche che a noi piacciono tanto.
I colori, osceni. A questo punto potevano lasciare il bianco e nero e tirare su uno stagista perché si occupasse delle ombreggiature, come fanno in giappone, dove riescono a fare lavori meravigliosi senza mai mettere mano al colore.
Soprattutto considerando che software per il disegno (krita, mypaint, ma anche Gimp se uno ha pazienza di scaricare abbastanza plugin) sono opensource e quindi non ci sono nemmeno i costi aggiuntivi di una licenza. Non saranno il top della professionalità ma danno un risultato migliore di questo.

Presumo che il problema sia a valle con una stampante vecchia del 1980

Wally Rainbow ha detto...

I colori sono affidati alla figlia dello sceneggiatore, che ora è anche la titolare della casa editrice che pubblica i fumetti scritti dal padre. Forse non sa usare il sofware e colora ancora a mano, perchè altrimenti non mi spiegherei una tavolozza tanto limitata (tutte le persone di etnia bianca hanno lo stesso colore di pelle rosa antico). Magari a loro modo si impegnano anche, ma al giorno d'oggi l'impegno da solo non basta più.