Ciao a tutti, come va?
Si è da poco conclusa la New York ComiCon, e stanno già circolando le foto scattate ai migliori cosplay che si sono aggirati negli spazi della manifestazione. Siccome mi sembrava crudele non fare una piccola selezione da condividere con voi ho pensato di cogliere l'occasione per fare una breve riflessione su un argomento di cui si parla poco... E cioè l'utilità delle fiere di fumetto...
So che detto da me può sembrare davvero assurdo, ma la questione non è così peregrina se si pensa che, ad esempio, una Lucca Comics & Games - pur con le sue centinaia di migliaia di visitatori - lascia fondamentalmente quello che trova, mentre le maggiori fiere che si tengono negli USA, piuttosto che in Francia o altrove, tendono a lasciare il segno e comunque ad avere un ruolo più significativo...
Certo, le fiere del fumetto sono da considerarsi delle grandi vetrine commerciali, e l'occasione per mettere in contatto gli appassionati fra di loro e con gli autori e gli editori che alimentano le loro passioni... Senza contare l'importante ruolo che svolgono nella promozione degli editori meno popolari (sempre che possano permettersi uno stand) e delle autoproduzioni... Tuttavia c'è dell'altro, e non mi riferisco ai cosplay...
Le fiere sono importanti per annunciare novità e progetti, tuttavia non ho potuto fare a meno di notare che in Italia questo aspetto è molto meno rilevante rispetto a quanto avviene all'estero. Certo gli annunci e le presentazioni non mancano mai, ma si tratta quasi sempre di iniziative di cui si è già parlato in qualche modo, visto che da noi gli editori non sentono la necessità di aspettare le fiere per fare gli annunci... Soprattutto quelli più esplosivi... Semmai, da noi, le fiere sono importanti per avere in anteprima le novità che sono state già annunciate in precedenza...
E questo, forse, dipende dal fatto che gli editori italiani - fondamentalmente - hanno tutti più o meno una nicchia di mercato abbastanza esclusiva, e quindi da noi molto raramente due editori competono direttamente fra loro... E mancando una concorrenza diretta viene anche a mancare la necessità di attirare l'attenzione gareggiando con colpi di scena ecclatanti e annunci roboanti. Parlo, ovviamente, degli editori italiani che producono fumetti, invece di tradurli nella nostra lingua. Per quanti si limitano a riproporre in italiano materiale straniero il discorso è diverso, perchè il materiale che propongono è GIÀ conosciuto dalla maggior parte del loro pubblico potenziale tramite internet, quindi lanciare annunci roboanti puntando sull'effetto sorpresa non ha molto senso...
Quindi diciamo che, da questo punto di vista, da noi ha effettivamente più senso puntare su delle sobrie presentazioni, che magari hanno il loro punto di forza in qualche ospite importante, che magari e arrivato da molto lontano e che - durante la fiera - non manca di fare autografi allo stand del proprio editore di riferimento. Ovviamente in questo meccanismo non c'è nulla di male, tuttavia - al di là del fatto che in questo modo l'aspetto commerciale tende a prevalere sui contenuti - c'è una questione che in Italia viene ampiamente sottovalutata...
Certo le presentazioni dei singoli editori sono importanti, così come gli incontri con gli autori, ma nelle nostre fiere ormai sono del tutto assenti i momenti di confronto... Quindi, alla fine, chi va alle fiere non solo per girovagare fra gli stand, ma anche per ascoltare cos'ha da dire il mondo dell'editoria, si ritrova in balia di appuntamenti che - fondamentalmente - si riducono a qualcosa tipo "Come siamo bravi! Come siamo avanti! Quanto ci impegniamo per voi! Continuate a seguirci e non vi deluderemo mai!"... E anche se cambiano autori ed editori il mantra si ripete sempre uguale.
Sul sito di Lucca Comics, tra l'altro, oltre a mancare il programma con i vari appuntamenti (a poche settimane dell'evento), non si accenna minimamente alla possibilità di conferenze o tavole rotonde, anche se in questa occasione il concentramento di autori ed editori sarà pressochè unico... Mentre invece, se andate e vedere il programma della New York ComiCon (che, pur essendo a New York, ha molti meno visitatori rispetto a Lucca Comics) potete vedere un elenco ordinato di presentazioni, conferenze, approfondimenti (CLICCATE QUI)...
Può essere interessante notare che spesso le presentazioni non si riducono alla semplice promozione di questo o quel prodotto, ma possono anche essere lo spunto per analizzare argomenti di più ampio respiro (come la rappresentazione delle donne nei fumetti MARVEL o DC Comics, ad esempio), e comunque a New York viene dato spazio anche a conferenze a base di blogger, associazioni e siti vari che fanno il punto della situazione da un punto di vista molto indipendente...
Senza contare le tavole rotonde propriamente dette, che a New York hanno affrontato anche temi abbastanza spinosi, come la censura nei fumetti e dei fumetti... L'evoluzione dei supporti per il linguaggio del fumetto... O magari la questione LGBT nel fumetto americano... Quest'anno a New York ce n'è stata persino una sulla rappresentazione dei personaggi transessuali e una sul fenomeno dei crossplay, e cioè i cosplay che scelgono di impersonare characters del sesso opposto...
Questo approccio, al momento, sembra molto lontano dallo stile adottato dalle fiere italiane, in particolare in quest'ultimo periodo: alla fine, gli appassionati che le visitano possono trovare mille modi per essere gratificati, e sicuramente possono trovare mille ragioni per non mancare a Lucca Comics, ma rispetto ai loro colleghi di New York torneranno a casa con qualcosa in meno...
Certo l'ambiente delle fiere esercita un fascino irresistibile, e il fatto che un'intera cittadina come Lucca possa venire colonizzata dai fumetti e dai loro appassionati rende tutto molto allettante... Tuttavia la sensazione è quella di trovarsi di fronte a una manifestazione che manca di qualcosa di essenziale, visto che ogni editore tende a farsi i fatti propri e non ci sono spazi per una reale discussione, per approfondire argomenti scomodi e - magari - per confrontarsi... Cosa peraltro molto utile in un periodo di crisi come questo, in cui TUTTO il mercato dell'editoria sta avendo pesanti ripercussioni e molte edicole stanno iniziando a chiudere...
La domanda è: perchè? Sicuramente la risposta è articolata, ma proverei a riassumere la questione con un detto popolare: non svegliare il can che dorme... Nel senso che è abbastanza evidente che il fumetto italiano presenta tutta una serie di criticità irrisolte, di cui gli editori possono essere consapevoli a vari livelli, ma che si guardano bene dell'affrontare... Soprattutto in pubblico... Poniamo, per assurdo, che la Bonelli proponesse una tavola rotonda sulla rappresentazione della donna nei suoi fumetti: di cosa si ridurrebbe a parlare? Di figure costrette ad un ruolo secondario, ancellare e scenografico? Funzionale alle esigenze del lettore maschio? Del fatto che gli unici due personaggi femminili titolari di una serie Bonelli sono, rispettivamente, una macchina da guerra che va in giro completamente nuda e una criminologa così moderna da avere come riferimento estetico Audrey Hepburn...
E se la Panini/Disney dovesse partecipare ad una conferenza sul futuro dei fumetti digitali in Italia, ad esempio, come potrebbe giustificare il fatto che non è riuscita ad ottimizzare il suo mercato digitale ed è stata costretta a chiudere Panini Digits (il suo shop specializzato in fumetti digitali) nel 2013? O il fatto che Topolino, in versione digitale, è disponibile gratuitamente a chi si abbona al settimanale cartaceo, mentre chi vuole solo la versione digitale ha uno sconto di soli 18 euro rispetto all'abbonamento cartaceo? Che senso ha sottoscrivere un abbonamento cartaceo per avere un abbonamento digitale e pagare un abbonamento digitale quasi quanto un cartaceo? E se qualcuno cogliesse l'occasione per fare domande scomode sulla serie REAL LIFE, che prende spunto proprio dalle nuove tecnologie, ma della quale - GUARDACASO - non si sta parlando da nessuna parte...? Una serie incentrata sui social network che, però, ha una pagina facebook (CLICCATE QUI) con meno di 20 post in 6 mesi di attività, e che in tutto questo tempo ha collezionato meno di 200 like?
E quali meraviglie emergerebbero da un'eventuale conferenza a editori congiunti che avesse per tema la rappresentazione dei personaggi gay nel fumetto italiano di oggi? E se si tenesse una conferenza sul tema della libertà di espressione nel fumetto popolare italiano??? Se seguite questo BLOG potete intuire che il ritratto che ne emergerebbe sarebbe tutt'altro che lusinghiero... Quindi non stupisce che nelle fiere del fumetto italiano, che sono fondamentalmente eventi PROMOZIONALI, studiati anche per far fare bella figura agli editori che pagano suon di quattrini per avere interi padiglioni in esclusiva, non vengano proposte conferenze di questo tipo, ma una sequenza più o meno prevedibile di presentazioni in stile televendita...
E questi sono solo alcuni esempi: andando a spulciare con attenzione nel programma degli incontri della New York ComiCon 2014 ci sono decine di appuntamenti che nessuna fiera italiana oserebbe mai proporre, anche perchè metterebbero il luce tutti i limiti di un settore che da noi giace quasi completamente ripiegato su se stesso da anni... Anche perchè da noi i grandi editori di riferimento non hanno concorrenza, e senza concorrenza mancano gli stimoli necessari a rimettersi davvero in gioco.
E così, mancando le occasioni per fare confronto e autocritica, continuano a crearsi situazioni che impediscono al fumetto italiano di voltare pagina e di trovare il coraggio per sperimentare nuove strategie che potrebberlo salvarlo dal progressivo assottigliamento del pubblico...
Forse è questo il contributo più prezioso che potrebbero dare le fiere del fumetto all'intero settore... Al di là della temporanea visibilità garantità da stand e manifestazioni che attirano centiniaia di migliaia di visitatori...
Però si tratta di un tipo di contributo che in Italia manca del tutto, o quasi.
E ognuno può trarre le sue conclusioni.
Alla prossima.
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