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giovedì 18 agosto 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi - una volta tanto - vorrei articolare questo post attorno ad un'unica notizia, e più precisamente all'annunciata mostra dedicata al fumettista e illustratore Milo Manara, che si terrà a Siena dal primo ottobre 2011 all'otto di gennaio 2012, nel Complesso Museale Santa Maria della Scala.
“Milo Manara - Le stanze del desiderio” è promossa dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e realizzata da Vernice Progetti Culturali insieme al Complesso Museale Santa Maria della Scala. Per la direzione scientifica e cura di Claudio Curcio, direttore di Napoli COMICON, struttura che segue le mostre del maestro veronese nel mondo da cinque anni, e la direzione artistica e allestimenti di Giovanni Mezzedimi, questo appuntamento segue idealmente la mostra-evento del 2005 dedicata a Hugo Pratt ed è allestita nella stessa sede, le sale del Complesso Museale Santa Maria della Scala. La cosa interessante è che Milo Manara è noto soprattutto per essere un illustratore e fumettista erotico...
Piccola premessa: io ho sempre pensato che Milo Manara fosse un autore bravissimo nel suo genere, capace di utilizzare un archivio fotografico di classe per creare donnine favolose e storie sottilmente provocanti. In effetti per utilizzare al meglio le foto del suo immenso archivio spesso si ritrova a lavorare su tavole gigantesche (ho visto tovaglie più piccole), ma il risultato finale è senza dubbio notevole. Quando poi ha lavorato sui testi di Hugo Pratt (quello di Corto Maltese) per il volume UN'ESTATE INDIANA ha realizzato un'opera che - all'epoca - mi ha portato a rivedere tutto il mio concetto di fumetto.
Tutto questo per dire che, oltre ad avere quasi tutte le sue opere, non ho niente contro di lui e tutto quello che dirò da questo punto in poi non ha niente a che fare con quello che penso di Milo Manara, per il quale la mia stima resta immutata. Tuttavia non posso fare a meno di pensare che la sua brillante carriera quarantennale e la mostra di Siena, che esporrà ben 300 originali, siano lo specchio di una nazione che negli ultimi quarant'anni ha fatto della rimozione del mondo gay un tratto distintivo della sua cultura, a favore di una visione assolutamente ed esclusivamente eterocentrica della sessualità...
Se ripercorriamo la quarantennale carriera di Milo Manara, infatti, possiamo ripercorrere tutte le tappe più significative dell'evoluzione del fumetto erotico italiano, che a sua volta ha riflettuto una concezione della sessualità che lasciava spazio solo al mondo eterosessuale. Milo Manara iniziò a farsi conoscere alla fine degli anni '60, lavorando su diverse serie erotiche (come Genius e Jolanda De Almaviva). Quanto i tascabili erotici diventarono più spinti iniziò a proporsi alle riviste d'autore degli anni '70 con fumetti erotici d'avventura e in qualche caso sperimentali (come la sua versione delle avventure de LO SCIMMIOTTO), ma anche alle riviste vietate ai minori degli anni '80. Infatti fu su PLAYMEN che nel 1982 comparvero le prime puntate della serie che lo rese celebre nel mondo: IL GIOCO, incentrato su un marchingegno capace di far perdere le inibizioni ad una rigida signora dell'alta borghesia.
Da quel momento in poi è stato un crescendo di consensi, e i suoi lavori hanno contribuito a sdoganare l'erotismo d'autore nel mondo del fumetto italiano, ma anche presso i grandi editori come Rizzoli e Mondadori, che col tempo hanno proposto i suoi lavori anche nelle librerie di varia, che dalla fine degli anni '80 lo ospitano in maniera costante. Nel 1989 la sua fama era tale che anche il regista Federico Fellini ha voluto scrivere soggetti per le sue storie...
Negli anni '90, ormai, Manara poteva permettersi di sperimentare un po' di tutto, dai racconti ispirati al Kamasutra indiano a quelli che traevano spunto dai viaggi di Gulliver... Nell'ultimo decennio la sua fama ha valicato tutti i confini, e persino la MARVEL lo ha convocato per interpretare con il suo tratto sensuale le X-Woman più famose...
Nel 2011 la sua popolarità è ancora tanta e tale che si è potuto permettere di realizzare un'illustrazione satirica sulla beatificazione di Giovanni Paolo II, pubblicata su IL FATTO QUOTIDIANO...
Come dire che siamo arrivati al punto in cui non c'è più nulla che le sue donnine non possono permettersi, visto che ormai sono entrate a pieno titolo nella cultura italiana (che dopotutto hanno ben rappresentato fin dall'inizio). Ora: ripercorrendo quarant'anni di carriera di Milo Manara non ho potuto fare a meno di notare due cose importanti. La prima è che dalla fine degli anni '60 ad oggi gli spazi per pubblicare fumetti erotici a base di donnine non sono mai mancati, nemmeno nei periodi di maggiore crisi del settore. La seconda è che il suo lavoro è la prova che, come dice il detto popolare, il pudore è il padre del desiderio. Infatti Milo Manara sa solleticare senza mai arrivare al dunque, limitandosi a sfiorare la pornografia nel senso pieno del termine... Facendo vedere di tutto senza mostrare niente più del necessario, e probabilmente è questo il segreto del suo successo, soprattutto in una nazione come la nostra, dove si può pensare e fare di tutto a patto di salvare le apparenze.Altra cosa interessante da notare è che Milo Manara sa disegnare anche dei maschi molto sensuali, ma dopo qualche esperimento con protagonisti maschili (come il suo alter ego Giuseppe Bergman) ha preferito lasciar perdere, anche perchè i fumetti incentrati sulle sue donnine gli assicuravano un maggior successo commerciale e una maggior visibilità.
Per quel che riguarda l'omosessualità diciamo che quella maschile è sempre stata tassativamente esclusa dai suoi lavori, a parte qualche storia che in effetti andava a confermare i peggiori stereotipi e pregiudizi del caso, mentre qualche spazietto per i languori lesbici si è sempre trovato, come impone la tradizione del fumetto erotico italiano...
Ripensando a tutto questo, e alla carriera di Milo Manara, sono portato a credere che - effettivamente - se ora una sua mostra viene sponsorizzata da prestigiose fondazioni bancarie e istituzioni pubbliche, mentre l'omoerotismo maschile è ancora un tabù, negli ultimi quarant'anni qualcosa non deve avere funzionato nel migliore dei modi. Sembrerebbe quasi che ci sia stata una certa liberazione dei costumi, segnalata anche dalle varie tappe raggiunte da Manara, ma solo in ambito eterosessuale.
Cosa accadrebbe se un ipotetico fumettista volesse proporre l'equivalente gay dei fumetti di Milo Manara? I media gli darebbero risalto? Troverebbe facilmente qualche editore o sponsor per una mostra? Darebbe scandalo nonostante l'assenza di sessualità esplicita? Di certo non verrebbe chiamato per realizzare uno spot televisivo come quello che Manara realizzò per la permaflex nel 2008 (in cui compare proprio come protagonista).

Forse sbaglio, ma la mia sensazione è che la storia di Milo Manara sia la miglior prova dell'esistenza una cultura eterocentrica e maschilista che premia e valorizza chi ne promuove i valori, possibilmente mascherandoli da raffinato erotismo. Forse il grande successo di Manara si spiega proprio se si considera il suo lavoro come la parafrasi artistica di una cultura eterocentrica e maschilista, sempre alla ricerca di conferme per i propri modelli e per i propri ideali, estetici e non.
Una cultura che, perlomeno in Italia, regna incontrastata da almeno una quarantina d'anni, sopprimendo sul nascere le proposte alternative, anche a livello artistico e fumettistico... Visto che non gli ha mai concesso degli spazi reali per svilupparsi e farsi conoscere. Al di là delle sue capacità, Manara ha trovato sempre spazi per essere valorizzato e per procedere nella sua realizzazione professionale. Un Manara in versione gay cosa avrebbe potuto fare, dagli anni '60 ad oggi, in Italia? Probabilmente potete darvi una risposta da soli.
D'altra parte negli USA gli spazi per le alternative c'erano, e infatti Tom of Finland ha avuto una carriera che - in parte - si può paragonare proprio a quella di Milo Manara, e che si è sviluppata più o meno negli stessi anni. Anche questo probabilmente significa qualcosa. Così adesso Tom of Finland è presente con mostre in tutto il mondo, ma non in Italia (a parte alcuni disegni alla Biennale di Venezia, che però sono presentati dal padiglione dei paesi nordici, e che quindi non fanno testo). Al contrario la mostra di Milo Manara verrà presentata in Italia con tutti gli onori, e sicuramente ne parleranno tutti i media nazionali.
Tanto di cappello, però NON sono sicuro che ritrovarci ancora nel 2011 ad analizzare una situazione di questo tipo sia sintomo di buona salute per una nazione che dovrebbe puntare verso il futuro per risollevarsi da una condizione non proprio eccezionale sotto tanti punti vista... D'altra parte se nel 2011 si mette su un piedistallo un autore che - per quanto bravo - è fondamentalmente uguale a sè stesso da circa quarant'anni un motivo dovrà pur esserci...
A questo punto ognuno può trarre le sue conclusioni, quel che è certo è che una volta di più il mondo del fumetto (e ciò che gli gira attorno) sembra un ottimo specchio della società, nel bene e nel male.
Ciao e alla prossima.

3 commenti:

Luca ha detto...

Mi va benissimo che Manara non abbia mai introdotto temi omosessuali nei suoi fumetti -non è la sua sensibilità, e probabilmente avrebbe fatto solo un gran casino.

La vera tristezza è che l'Italia non abbia ancora prodotto un fumettista omoerotico popolare al livello di König, ToF, Fillion, Tagame... poiché non credo che gli italiani siano meno creativi delle altre nazioni, direi che il problema sta altrove...

Nico ha detto...

Interessante.
Volevo aggiungere fatto che in X-women, c'è una piccola scena in cui Kitty Pryde attraversa una nave e incontra una scena di sesso omosessuale. Purtroppo non so se questa scena è presente nella versione italiana.

Fabrizio MAZZOTTA ha detto...

Il confine tra pornografia ed erotismo a volte è sempre molto esile e spesso di facciata. Considero " Il Gioco" e altre opere di Manara alla stregua di altri fumetti porno o di film x-rated. Delle porcate disegnate bene. Con un buon ufficio stampa! ;)
Che l'Italia non abbia un rappresentativo e popolare autore di fumetti omoerotici è perché non ci sono riviste di successo atte a ospitarlo ( C'era " Blu" ma era una pubblicazione di nicchia)e sopratutto _ non serve ricordarlo _ i media non pubblicizzerebbero a dovere un tale autore come , per esempio, fa Mollica con Manara!