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giovedì 11 agosto 2011

MA GUARDA UN PO'...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Anche in pieno agosto questo BLOG ha qualche notizia sfiziosa da condividere con voi e ha intenzione di offrirvi qualche spunto di riflessione supplementare. Prima notizia di oggi: fra poco inizieranno le audizioni per il primo allestimento italiano del musical newyorkese NAKED BOYS SINGING... Che in effetti ha un titolo molto azzeccato.
Si tratta, infatti, di una commedia musicale che, attraverso situazioni divertenti e canzoncine varie, riflette sui pro e i contro della nudità maschile. La cosa interessante è che gli attori, che per questo musical devono essere giovani e bellocci, rimangono completamente nudi per buona parte dello spettacolo. Infatti lo scopo di questo musical è proprio quello di sfidare, con una certa ironia, l'annoso tabù del nudo maschile integrale. Ovviamente si tratta di un musical pieno di sottotesti gay, tant'è che è stato ideato dall'eccentrico commediografo gay Bruce Vilach (foto sotto), pornofilo dichiarato che è anche comparso - in ruoli non sessuali - in diversi video porno gay. Il musical è del 1998 e ha avuto un crescente successo in tutto il mondo (dal Messico al Brasile, dal Sud Africa alla Norvegia), e se tutto va bene il prossimo maggio debutterà a Milano, che in teoria - con la nuova amministrazione comunale - non dovrebbe farsi troppi problemi al riguardo... Meglio tardi che mai.
Mu.si.cal. produzioni inizierà le audizioni a settembre e se pensate di avere i numeri (o di avere qualche amico che potrebbe averli) ecco cosa si richiede ai candidati:

  • Dai 19 ai 35 anni (qualsiasi razza)
  • Capacita’ canore
  • Capacita’ come ballerini anche se non professionisti
  • Bella presenza
  • Mancanza di inibizioni
L’audizione avverrà previa selezione curriculum e foto (primo piano e figura intera). Il tutto da inviare via email a nakedboysinging@gmail.com.
Che dire? Visto il clima maschilista e tendenzialmente omofobo del nostro paese, l'augurio è che si riesca a mettere assieme uno spettacolo riuscito che - nel suo piccolo - possa contribuire a smuovere un po' le acque. Certo è che gli USA rimangono una nazione con molte contraddizioni: infatti se da una parte esportano musical palesemente gay friendly, dall'altra possono spingere alcuni attori che hanno fatto coming out a ritrattare. Mi riferisco al caso di Luke Evans (foto sotto), un attore inglese che da un paio d'anni ha iniziato ad essere un vero e proprio presenzialista di Hollywood, in particolare nei film a sfondo fantastico e/o epico.
La cosa curiosa è che, prima del 2010, aveva partecipato solo a produzioni teatrali inglesi e a qualche corto d'autore. Cosa è successo nel 2010, e soprattutto prima del 2010? Intanto, nel 2002, Luke Evans aveva dichiarato di essere gay (e anche un amante del porno gay, nonostante il suo successo coi ragazzi) alla rivista THE ADVOCATE, e dal 2002 al 2010 nessuno ad Hollywood lo aveva calcolato. Poi, guardacaso, ha iniziato a circolare la voce che frequentasse ragazze, dopodichè le riviste specializzare hanno iniziato a dire che "era molto riservato riguardo alla sua vita sentimentale" e così nel 2010 si è visto in cinque grandi produzioni, tra cui CLASH OF TITANS (nel ruolo di Apollo)...
Nel 2011 si vedrà in quattro film, interpretando ruoli sempre più importanti, tra cui il moschettiere Aramis nel nuovo colossal in 3D ispirato al classico di Dumas e - per stare in tema di carriera sfolgorante - nel film Immortals interpreterà addirittura il dio Zeus...
Nel 2012 farà altri cinque film abbastanza importanti ed è riuscito ad entrare anche nel cast dell'attesissimo prequel de Il Signore degli Anelli (Lo Hobbit). Che dire? É molto triste doverlo ammettere, ma evidentemente a Hollywood essere un attore gay dichiarato non paga, e basta fare un passo indietro per diventare un interprete credibile e ricercato. La cosa triste è che questo avviene anche in quei film che sono gay friendly per vocazione e che attirano un pubblico in buona parte gay. Che dire? Speriamo che in futuro le cose cambino, e che magari la sempre più stretta collaborazione fra il mondo del cinema e quello del fumetto si riveli sempre più determinante in questo processo. Intanto, sempre a proposito di fumetti e cinema, iniziano a circolare le prime immagini promozionali di Henry Cavill nei panni di Superman, così come lo vede il regista Zack Snyder...
Non so perchè, ma così a prima vista ha qualcosa che non mi convince del tutto. Forse il personaggio di Superman può funzionare solo in televisione? Staremo a vedere. Nel frattempo - sempre a proposito di TV - è in avanzato stato di progettazione una nuova serie televisiva dedicata all'incredibile Hulk, che salvo imprevisti, verrà diretta da Guillermo Del Toro per la ABC. Non si sa ancora chi intepreterà i (pochi) panni di Hulk e del suo alter ego Bruce Banner, ma ovviamente la speranza è che possa competere perlomeno con gli interpreti degli ultimi Hulk cinematografici: Eric Bana, Edward Norton e Mark Ruffalo...
Sia come sia mi sembra inutile sottolineare come, a fronte di un ritrovato interesse degli USA per le produzioni a sfondo fumettistico (al cinema come in TV), in Italia la situazione sia totalmente diversa. Anche il più volte annunciato serial di Diabolik, per cui mediaset aveva acquistato i diritti, giace nel dimenticatoio. Sarà forse perchè il fumetto, dalle nostre parti, non è considerato una cosa seria? O magari perchè il fumetto, dalle nostre parti, non ha sostenitori nelle alte sfere? L'altro giorno leggevo che in Francia non solo ci sono dei club trasversali per i parlamentari amanti dei fumetti, ma ce n'è addirittura uno dedicato ai soli parlamentari amanti del fumetto di Tin Tin, Le Club des Parlementaires Tintinophiles. Guardacaso questo fumetto nell'area franco belga è sempre stato sostenuto anche a livello pubblico, e adesso sta per arrivare al cinema con un film di animazione in 3D prodotto da Peter Jackson e diretto da Steven Spielberg...
Forse se Tin Tin non avesse sempre goduto di un grande sostegno a tutti i livelli adesso non sarebbe diventato così famoso (e non avrebbe interessato due dei nomi più conosciuti di Hollywood), rimanendo un semplice personaggio cult del fumetto franco belga. Per fortuna le cose sono andate diversamente.
Siccome non voglio rovinarvi Ferragosto non farò paragoni con la scena italiana e i suoi parlamentari.
Alla prossima.

1 commento:

Fabrizio MAZZOTTA ha detto...

Che oltr'alpe il fumetto sia giustamente considerato un prodotto culturale è storia risaputa. Nelle classifiche dei libri più venduti non manca mai uno o due libri a fumetti ( cosa impensabile da noi, anche se nelle classifiche non mancano gli istant-book dei vari comici presi da Zelig o da chissà quale altro programma tv... ). E tante sono le iniziative sociali e culturali rivolte al fumetto. In Francia e in Belgio. Da noi o è considerato un prodotto per ragazzini o si elogiano prodotti un po' radical-chic elitari da citare nei salotti buoni , 'che fa tanto fino.
Una precisazione: " Naked boy singin'g" è già stato portato in Italia. Intorno alla fine degli anni 90 ( o inizio anni 2000... boh...) io ne vidi un'edizione autoctona a Roma, al Teatro Colosseo.