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mercoledì 7 ottobre 2009

MAH...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Qualcuno sostiene che se in Italia le cose non progrediscono granchè è anche perchè la nostra classe dirigente è composta fondamentalmente da persone troppo anziane per dare un reale contributo in questo senso. Secondo questa teoria non solo le suddette persone anziane non vogliono lasciare il loro posto ai giovani, ma si circondano unicamente da persone che - anche quando sono meno anziane - devono condividere le loro idee e la loro filosofia, possibilmente senza contraddirli e senza lamentarsi. Risultato: le nuove idee prendono piede molto lentamente, sempre che non vengano modificate o addirittura soffocate a favore di quelle vecchie. Lo stesso discorso si può applicare - in parte - al mondo del fumetto italiano. Soprattutto quello delle edicole.
Gli editori davvero innovativi e coraggiosi che producono made in Italy, infatti, si rivolgono al ristretto mercato delle fumetterie e di poche librerie nelle grandi città, mentre le edicole - che rappresentano il mercato più ampio e retribuito - sono coperte solo da editori che mantengono la stessa linea da venti o trent'anni a questa parte. Ovviamente se questi sono gli editori che fanno girare un po' di soldi molti fumettisti ambiranno a lavorare per loro, adattandosi ai loro standard, mentre avendo denaro da investire in pubblicità questi editori posso permettersi di monipolizzare il mercato e coltivare la loro nicchia di mercato. Così questo circolo vizioso si perpetua all'infinito, e molti fumetti made in Italy di oggi hanno lo stesso taglio di quelli prodotti negli anni sessanta e settanta, se non prima. Sicuramente le ragioni di questo stato di cose sono numerose, ma il fatto che la maggior parte degli editori che gestiscono i fumetti italiani per le edicole siano nati fra i primi anni 30 e la metà degli anni 40 forse non è casuale. La cosa buffa è che, regolarmente, questi editori provano a proporre delle "novità", non rendendosi conto che si tratta quasi sempre del solito minestrone ribollito, con conseguente perdita di lettori e chiusura anticipata della serie su cui avevano puntato. Ovviamente dopo le suddette chiusure sono tutti sempre pronti a trovare capri espiatori a destra e a sinistra, anche se - forse - la prima vera causa della crisi del mercato sono proprio gli editori che non sono in grado di riconoscere e promuovere idee veramente nuove e coraggiose. Ultimo, ma non ultimo, esempio in questo senso ci viene dall'Eura Editoriale, che ha appena annunciato la chiusura del mensile dedicato a Phantom con il sesto numero.
Phantom, conosciuto in Italia anche come "L'UOMO MASCHERATO", è un misterioso giustiziere che agisce nella giungla (ora indocinese, ora africana) ed è nato nel 1936 dalla mente di Lee Falk (lo stesso fumettista che creò il mago Mandrake). Da allora a oggi è stato pubblicato quasi ininterrottamente in varie forme (dalle striscie agli albi), tuttavia - a differenza di altri personaggi a fumetti suoi coetanei (come ad esempio Superman) - Phantom non è mai stato in grado di rinnovarsi davvero, o di riordinare le incongruenze tipiche dei fumetti degli anni 30, tantopiù che gli sceneggiatori hanno sempre potuto giocare sul fatto che il titolo di "Phantom" viene passato di padre in figlio, riuscendo - se possibile - a fare aumentare ulteriormente la confusione e le contraddizioni attorno alla sua figura.
A onor del vero questo personaggio ha ancora un certo seguito in alcune nazioni (in particolare nell'Europa del Nord), però c'è da dire che in queste zone il personaggio è stato pubblicato con una certa continuità, mantenendo vivo un pubblico affezionato e disposto a chiudere un occhio di fronte al taglio ormai anacronistico e surreale delle sue avventure (commissionate di recente anche a diversi fumettisti italiani). In Italia Phantom non ha avuto una gran fortuna editoriale negli ultimi quarant'anni, nonostante vari tentativi di rilanciarlo. Probabilmente i lettori italiani col tempo avevano raffinato i loro gusti, o forse - più banalmente - lo trovavano terribilmente noioso rispetto ai fumetti più moderni. Sicuramente uno zoccolo duro di estimatori è rimasto anche da noi, soprattutto fra chi lo leggeva negli anni 50 e 60, ma di certo non si trattava di un pubblico su cui puntare, magari sperando di attirare nel frattempo i giovani abituati ai manga e ai comics americani di ultima generazione... E invece questo deve essere stato proprio il ragionamento portato avanti dall'Eura Editoriale quando ha dedicato alle avventure di Phantom un mensile nuovo di zecca! Avventure, peraltro, non proprio recentissime (molte risalivano agli anni 60 e 70). Quando si dice darsi la zappa sui piedi da soli. Personalmente faccio molta fatica a giustificare il lancio di un mensile di questo tipo, che però dimostra pienamente la teoria che esponevo sopra, e cioè che quando un editore vive proiettato nel passato non si rende conto di quello che fa.
Il problema di editori come l'Eura, però, è anche che "vivendo nel passato" danno per scontato che alcuni temi siano rimasti un tabù come una trentina di anni fa, o che magari abbia senso affrontarli nei tempi e nei modi che andavano di moda in quel periodo. Ovviamente mi riferisco a temi come l'omosessualità e la caratterizzazione dei personaggi omosessuali. L'Eura è l'unico editore di fumetti italiano che pubblica due settimanali antologici (LANCIOSTORY e SKORPIO), nei quali pubblica a puntate una gran quantità di fumetti sudamericani e di provenienza franco-belga, ma dove trova spazio anche una discreta quantità di made in Italy... E a quanto mi risulta l'omosessualità in questi spazi è un tema intoccabile o comunque da affrontare con un approccio rigorosamente in stile anni 70/80 (con tutte le macchiette e gli stereotipi del caso). Il bello che, se per caso lascia spazio a dei tentativi di cambiare le cose, poi ritorna sui suoi passi. Esemplare il caso di Leonida, supersoldato omosessuale comparso nella serie Eura intitolata John Doe.

Tuttavia nel numero 13 della serie viene fatto morire, per poi essere fatto risorgere nel numero 25 (il primo della seconda serie) come una ragazza affascinante e iperpopputa, con tutti i messaggi sottointesi del caso. Un vero peccato, non trovate? Soprattutto considerando che questo editore pensa che il nostro paese non è pronto per dei fumetti che parlano di omosessualità, ma nel frattempo investe denaro per riproporre vecchie storie di un personaggio come Phantom... O magari per lanciare un mensile dal titolo UNITA' SPECIALE, dedicato all'arma dei Carabinieri (anche questo chiuso per mancanza di lettori).
A riprova del fatto che questi editori vivono in un mondo a parte, e che non si rassegnano nemmeno di fronte all'evidenza, vi riporto il comunicato relativo alla chiusura di UNITA' SPECIALE.

"Quando abbiamo messo in cantiere il progetto “Unità Speciale” - realizzato e concertato in stretta collaborazione con L”'Ente Editoriale dell'Arma dei Carabinieri” - abbiamo avuto sin dall'inizio la certezza di aver colto un bersaglio. E stiamo parlando del famoso e famigerato “lettore medio”, quello che nelle storie cerca intrattenimento di qualità e un po' di sano divertimento. Un editore, però, ha il compito costante di aggiustare il tiro, anche perché il nostro rapporto con voi lettori è talmente intenso che ci offre la possibilità di intercettare e di comprendere al meglio gli umori della maggioranza. Detto questo, grosse novità si addensano all'orizzonte di questo albo a fumetti, compreso un cambio di testata e un giro di boa completo, a partire dal numero 15, che sarà l'ultimo ad avere le caratteristiche delle uscite in corso . Poi, grazie a quel nostro laboratorio privilegiato che risponde al nome di “Skorpio”, testeremo e valuteremo il nuovo indirizzo da dare alla serie mensile. Le storie saranno più italiane. E anche altre caratteristiche avranno il loro peso nella definizione della nuova serie. Serie che uscirà di nuovo nel suo format mensile solo quando saremo certi di aver trovato il giusto seguito per una storia che ha conquistato il cuore di molti di voi. Quindi, se vi andrà, potrete trasferire i vostri occhi sul settimanale “Skorpio”, in attesa che il mensile dedicato alle avventure dei nostri eroi in uniforme torni in edicola più avvincente e più italiano che mai."

Dal tono e dal testo di questo editoriale avrete capito anche voi con chi abbiamo a che fare... Quindi mi asterrò dal commentare per non fare la figura di quello che spara sulla croce rossa. Credo comunque che tutto ciò sia la prova di un dato di fatto poco considerato: in Italia i fumetti sono rimasti uno dei pochi media che offrono una vasta scelta per temi e contenuti. Se in TV le fiction senza grande spessore hanno successo è anche perchè ci sono poche alternative e perchè dopo decenni di appiattimento culturale il grande pubblico televisivo si è abituato abbastanza male. Nell'ambito dei fumetti, però, si è sempre potuto scegliere fra il made in Italy di basso profilo e altri tipi di proposte, magari provenienti dall'estero. E oltre alle edicole ci sono le fumetterie, che sono fornitissime di ogni ben di Dio... Negli ultimi venti anni, mentre i nostri media si impoverivano, l'offerta di fumetti si differenziava e si faceva sempre più varia e stimolante... Trattare il raffinato e selettivo pubblico composto dai fumettofili di oggi - e in particolare quello giovanile - come quello di venti, trenta o quaranta anni è semplicemente insensato. Anche il solo fatto di non parlare di omosessualità, o magari parlarne a sproposito, quando oggi TANTI lettori di fumetti sono omosessuali che vivono in maniera sempre più consapevole, mi sembra perlomeno ottuso... Anche perchè in edicola tanti manga e comics americani toccano già l'argomento con una frequenza crescente. Quando arriverà il momento in cui gli editori di fumetti italiani prenderanno atto che siano arrivati al 2010, invece di vivere ancora negli anni 70 per poi lamentarsi se le vendite sono scarse? Ai posteri l'ardua sentenza...
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6 commenti:

Ulisse ha detto...

Quando leggevo Skorpio, secoli fa, era uno dei giornlini di fumetti più audaci, con quelle storie intrise di sesso intuito ma non esplicito. Si poteva comprare e sognarci sopra, senza rischiare uno scappellotto dai genitori. Leggere che è rimasto fermo e non si è evoluto mi fa un po' specie. Qualche volta mi è venuto in mente di ricomprarlo per vedere come fosse diventato ma dopo questo articolo me ne guarderò bene dal farlo.

Anonimo ha detto...

senza considerare che l'Eura Editoriale ha chiuso una delle testate "bonelloidi" più vendute: John Doe.
Un mensile davvero bello...
mah...
poveri noi...
l'italia è manovrata da troppi "vecchi conservatori"... :(

Wally Rainbow ha detto...

Capperi! Non sapevo che questo blog fosse così influente e autorevole (O__O).

Anonimo ha detto...

In realtà Eura non è così arretrata, nella testata John Doe (appena chiusa senza motivo logico), tra l'atro una di quelle di punta della Eura, l'omosessulaità è stata affrontata e in modo inusuale.
Uno dei personaggi principali era omosessuale (Leonida) e nientemeno che un killer a pagamento e famoso mercenario, quindi quanto più lontano possibile dallo stereotipo dell'omosessuale femmineo.
Dalla seconda serie in poi diventa una donna ma rimane comunque una certa ambiguità nei rapporti col resto dei personaggi.

Wally Rainbow ha detto...

Beh... Forse dimentichi che Leonida è stato fatto MORIRE, e dopo solo 13 numeri, per poi risorgere come donna nel numero 25(peraltro come una pin-up iperpopputa). Non so se ci sono state direttive in questo senso da parte dai vertici della casa editrice, ma comunque il messaggio mi sembra evidente e in perfetta linea con la mia opinione su questo editore (^__^).

Anonimo ha detto...

Io invece non ho trovato così disdicevole il reinserimento nella serie del personaggio come donna, per poter "citare" le charlie's angels, e per rimarcare la sua volontà di vivere una vita totalmente diversa (era uomo e killer, decide di tornare come donna e cubista ... anche se con scarsi risultati)

La pinup ipermaggiorata credo sia dovuta esclusivamente alla regola delle 3 A.

Ma posso sbagliarmi :)