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giovedì 14 febbraio 2019

CENSURE INDONESIANE

Ciao a tutti, come va?

Come forse qualcuno di voi ricorderà io faccio volontariato  da diversi anni. Quello che forse non sapete è che attualmente cerco di dare una mano in un'associazione che si chiama Il Grande Colibrì (CLICCATE QUI), e che si occupa di dare voce (e magari offrire un riferimento) alle minoranze  all'interno della comunità LGBT. In particolare a quelle etniche e religiose, e infatti cerchiamo di dare una mano anche ai richiedenti asilo e ai rifugiati che scappano da nazioni in cui l'omosessualità è considerata un reato e comporta detenzione, tortura e/o pena di morte. Siccome ho sempre avuto paura di passare per quello che usa il volontariato per farsi bello (o magari con dei secondi fini), e in effetti provo anche un po' di avversione per chi lo fa, ho sempre cercato di parlare di questa cosa il meno possibile. Oggi, però, de Il Grande Colibrì devo proprio parlare anche qui.

Il Grande Colibrì è rimasto praticalmente l'ultimo sito di informazione LGBT italiano che ha ancora una sezione dedicata ai fumetti (CLICCATE QUI), che in molti casi sono realizzati da autori LGBT che vivono (o hanno vissuto) in contesti fortemente repressivi nei confronti dell'omosessualità. Ultimamente sta ospitando le tavole di un fumettista malese che usa lo pseudonimo di AlPantuni, e che racconta attraverso tavole in stile vagamente manga - e con il filtro dell'ironia - la sua esperienza di omosessuale in una cultura islamica estremamente intransigente nei confronti della sua condizione... Anche se attraverso le sue tavole autobiografiche si scoprono anche tante cose interessanti, a cui magari non si penserebbe mai... Come ad esempio, già nella primissima tavola della serie, l'omofobia delle locali appassionate di YAOI (!)...

Probabilmente qualcuno di voi penserà che questo stile di disegno amatoriale, e questi testi un po' ingenui, non possano competere con i fumetti e gli autori più blasonati, e che quindi non meritino attenzione. Errore. Perchè, anche se in Italia ce ne dimentichiamo spessissimo, il fumetto è un linguaggio e in quanto linguaggio quello che conta (per un buon 70% almeno) è la sua capacità di fare arrivare un determinato messaggio, al di là della cura della confezione. Altrimenti resta solo un esercizio di stile fine a se stesso.

E a quanto pare AlPantuni il messaggio riesce a farlo passare in maniera più che discreta, dato che le sue tavole stanno innescando un caso internazionale.

Dopo che la prima serie del suo webcomic era stata censurata, e praticamente è rimasta online solo grazie a Il Grande Colibrì, la seconda serie che ha iniziato a pubblicare sul suo profilo Instagram e su Facebook è finita nel mirino nientepopodimenochè del Ministro per le comunicazioni e l'informatica dell'Indonesia, Mr. Rudiantara (foto sotto)... Che ha chiesto ufficialmentea Instagram di rimuovere il profilo di AlPantuni, a meno che non volesse essere oscurata su tutto il indonesiano...

Qualche dettaglio in più su questo ricatto potete leggerlo CLICCANDO QUI.
Al momento il profilo Instagram di AlPantuni è scomparso, però non sappiamo se Instagram ha fatto due conti e si è vista costretta a cedere, oppure se - considerando che anche il profilo Facebook dell'autore è sparito misteriosamente - AlPantuni stia tirando i remi in barca, almeno provvisoriamente, nella speranza di evitare il peggio. Le ultime notizie che abbiamo avuto in associazione (siamo in contatto con lui solo tramite Facebook) erano che stava consultando il suo avvocato per capire come tutelarsi. Soprattutto considerando che, anche se usa uno pseudonimo, non è detto che prima o poi qualcuno non possa risalire a lui.

Ad ogni modo la notizia è arrivata anche ad ADVOCATE (CLICCATE QUI), a cui tra l'altro Instagram ha dichiarato di NON avere rimosso il suo profilo di propria iniziativa, quindi non è detto che la situazione non possa avere ulteriori sviluppi.

In ogni caso questa fosca vicenda ha il merito di mettere in evidenza, una volta di più, che il linguaggio del fumetto ha ancora un grande potenziale, nel bene e nel male, soprattutto quando si pone in aperto contrasto con le autorità (e le ipocrisie) costituite, soprattutto in fatto di morale bigotta.

E comunque penso che sia anche interessante notare che in certe aree del mondo c'è qualcuno che le sfida (a suo rischio e pericolo), mentre in Italia - dove pure i rischi che si corrono sono molto più limitati - questo modo di utilizzare e caratterizzare il linguaggio del fumetto è stato progressivamente abbandonato... Anche se, curiosamente, ogni volta che qualcuno percorre questa strada viene gratificato da un notevole successo.

Ora: è pur vero che anche il nostro Paese, in passato, è stato caratterizzato da una quantità imbarazzante di politici (e ufficiali giudiziari) che hanno strumentalizzato il mondo del fumetto e hanno cercato di limitarne la libertà espressiva... Però è anche vero che al giorno d'oggi tante cose sono cambiate, e probabilmente è abbastanza ridicolo mantenere lo stesso atteggiamento di reverenziale prudenza che era necessario adottare venti o trenta anni fa per non correre rischi... Ad esempio evitando accuratamente di trattare i temi che prova ad affrontare AlPantuni...

Anche se molti editori storici continuano a pensare che viviamo in un clima simil-indonesiano e che sia meglio continuare così. Intendiamoci: i fanatici e i bigotti ci sono anche da noi, ma - per fortuna - le persone che non sono come loro abbondano (anche se generalmente fanno meno rumore), e sono ancora libere di esprimersi e di non allinearsi alla loro linea di pensiero.

Quindi non sarebbe male se iniziassero ad essere tenute in maggiore considerazione, anche per evitare di sprofondare davvero in un clima come quello in cui vive AlPantuni.

Alla prossima.

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