Oggi mi è arrivata un email che mi ha messo di buonumore. Come forse saprete, fumetti a parte, sono presente su internet anche con altre cose, tra cui un articolo settimanale su Gay.It. Una volta parlavo solo di fumetti, poi ho chiesto di lasciarmi fare anche articoli di altro tipo e siccome hanno visto che attiravo molti lettori mi hanno fatto proseguire. Oggi alterno un week end in cui parlo di fumetti a un week end in cui parlo di altri argomenti. Mi piace anche parlare di sessualità, inquadrandola in un contesto più ampio e cercando di offrire dei punti di vista diversi. Di solito pungo sul vivo e finisce sempre che la gente reagisce inondando i forum del sito con critiche spietate e osservazioni anche un po' pesanti. Ogni tanto però ci sono delle persone che commentano i miei articoli scrivendo direttamente a me, e guardacaso lo fanno per farmi i complimenti... E' un po' quello che è successo dopo che Vincenzo ha letto il mio articolo sugli oscar del porno gay ( potete leggerlo anche voi cliccando su "la lettera di oggi" qui in alto).
Vincenzo mi scrive:
"Sono stato particolarmente colpito da questo intelligente e accurato articolo di questo tale Valeriano Elfodiluce (che, non essendo io un assiduo frequentatore di questo sito, non conoscevo). Aldila' delle "informazioni tecniche" della seconda parte dell'articolo, dove vengono sciorinati con dovizia di particolari tutte le diramazioni dei riconoscimenti alla pornografia omosessuale, ritengo che sia la prima parte a fornire un incredibile punto di riflessione. D'accordissimo con le (inequivocabili) differenze fra mondo gay anglosassone e mondo gay italiota. Io vivo a Londra, dove oltre a essere costretto a lavorare come cameriere (ahime') sto frequentando un corso di dottorato di ricerca in una delle piu' prestigiose universita' europee, la LSE - London School of Economics and Political Science. E' affascinante notare come in una delle accademie piu' riconosciute in Europa esiste una specie di "archivio e libreria di cultura gay", che raccoglie testimonianze, documentazioni, libri, saggi, articoli e quant'altro sulla cultura omosessuale, dagli anni 70 ai giorni nostri. Ragazzi, io a Roma ho frequentato La Sapienza, che ha l'onore (e l'onere) di essere l'ateneo con il numero di iscritti piu' alto in Europa (vale a dire con l'ateneo piu' sovraffollato, e quindi piu' disorganizzato: ma questo commento e' meglio lasciarlo tra parentesi). Da quello che ne so, di culture omoesessuale alla Sapienza non ne parlava assolutamente nessuno (a parte il professore di Lingua e Letteratura Polacca Luigi marinelli, che di tanto in tanto si sforza in qualche sperimentalismo di stampo queer). Mi trovo enormemente d'accordo con l'analisi di Elfodiluce riguardante la costituzione di un'identita' gay "come se" fosse un'identita' quasi-etnica. Qui' in Inghilterra ho la possibilita' di entrare in un qualsiasi book-shop e trovare la sezione dedicata alla gay & lesbian literature. Se apro il Londonpaper (uno di quei quotidiani che ti danno gratis all'uscita della metro) posso leggere, oltre alle rubriche di "man about the city", "girl about the city", "cityboy", "citygirl", "teacher about the city", etc. etc. etc., anche le deliziose colonne di gayman about the city e di gaywoman about the city. In Italia che si fa, si dorme? Mentre nel BelPaese i gay sono obbligati a leggere pezzi eterosessuali, scritti da eterosessuali, per un pubblico eterosessuale(causa: mancanze di alternative), nella metro di Londra non ci si stupisce affatto se un etero (uomo o donna) leggono gli articoli di gayman o di gaywoman aspettando la metropolitana. Aldila' delle cerimonie del porno gay (che non potevano non nascere, vista la quantita' di denaro e di interessi che circola in quel mondo li'), la cosa importante da sottolineare e' l'impatto sociale che opere culturali di stampo dichiaratamente gay possono avere sugli stereotipi comunemente accettati (e, possibilmente, sulla loro modificazione). Che cosa sarebbe stato il movimento di emancipazione femminista senza la letteratura femminista? Che cosa sarebbe stato il movimento anti-razzista senza tutta una vasta produzione letteraria, poetica e cinematografica di stampo, appunto, anti-razzista? Alcuni pensano che la letteratura gay sia solo un'industria di evasione e intrattenimento avvolta da strascichi splendenti e piume di struzze. Ammetto che quanto a letteratura e cinematografia gay esistono in circolazione tante stupende trashate. Ma non e' cosi' in tutti i settori culturali/letterari? Esistono raffinatissime, profondissime e a volte tormentatissime scrittrici e poetesse femministe... ed esiste anche il divertentissimo Sex and the City. Esiste il discorso immortale di Martin Luther King ed esiste la sit com dei Robinson. Anche nella cultura gay non mancano momenti di evasione e "ocheggiamento". Pero' esistono anche le opere memorabili di Derek Jarman (inglese), Francois Ozon (francese), Gore Vidal e Edmund White (americani). In Italia esistono sprazzi di luce - l'Illustrissimo Busi (chi lo critica e' ovvio che non lo ha mai letto) e Le Fate Ignoranti - ma sono voci fuori dal coro generale, pertanto ritenute ahime' stonate. Quand'e' che ci rimboccheremo le maniche e lo faremo noi il nostro coro? Cosi' magari, alla fine, anche da noi potremmo avere, che ne so?, la notte dei Davide di Donatello Porno Gay. Ma non lottiamo per avere il piacere esimendoci da quello che, in quanto parte definita di una piu' ampia comunita', dovrebbe essere un dovere. PS: Averei voluto inviare questo commento al sito, ma alla fine ho preferito inviarlo direttamente a Lei. Un saluto da Londra, Vincenzo"
Caro Vincenzo, al di là dei complimenti che mi fai e che apprezzo tantissimo, la tua lucidissima analisi basterebbe da sola per fare un articolo. Ovviamente se tu sei d'accordo con me io lo sono ancora di più con te. Con i miei articoli cerco proprio di dare una scantata a quei gay italiani che - in quanto gay italiani - si aspettano di leggere articoli che parlano di gay e omosessualità nei modi e nei tempi a cui sono stati abituati in Italia. Regolarmente reagiscono male e questo, almeno in parte, spiega perchè la nostra situazione italiana è ripiegata su sè stessa da anni e anni. Di solito si dà la colpa all'influenza delle gerarchie religiose per la nostra arretratezza, ma secondo me il vero grande problema della comunità gay italiana è proprio nella sua mentalità e nel suo ripiegarsi su sè stessa. Qui da noi, e ne parlo anche come presidente di una piccola associazione gay che cerca di smuovere le acque in una cittadina di provincia, l'affermazione dell'dentità gay è ancora una propaggine della voglia di apparire e del bisogno di avere uno sfogo per un vita fatta di compromessi, frustrazioni e repressioni varie. Un discorso realmente culturale, sociale e identitario implicherebbe prima di tutto che gli omosessuali italiani fossero convinti che ne vale la pena, e che vale la pena investirci tempo, denaro ed energia, magari mettendoci la faccia. Purtroppo da noi le persone convinte in questo senso sono troppo poche, per tutta una serie di motivi (dall'omofobia interiorizzata alla mancanza di modelli positivi, alla morbosa dipendenza - anche economica - dalla famiglia d'origine), che non si possono approfondire certo in questa sede. C'è poi un altro grosso problema, di cui pochi sembrano rendersi conto: l'italiano medio - e con esso il gay italiano medio - è molto individualista. Generalmente agisce e reagisce quando si sente minacciato direttamente (leggi "quando è troppo tardi") e fa "comunità" più per interesse che per altruismo o spirito di corpo. D'altra parte in Italia non abbiamo mai avuto movimenti etnici o culturali di riferimento, e anche questo ci ha fregato. Se in Italia l'unica rivista gay non pornografica o di annunci che esce in edicola (ovvero Babilonia) ha dovuto adottare un look trendy-fashion-metrosexual per sopravvivere un motivo ci dovrà pur essere. E forse è collegato al fatto che tanti giovani gay (pur senza sentire l'esigenza di sposarsi) scelgono di emigrare in altre nazioni.
Grazie ancora per quello che scrivi e a presto.
P.S: Siccome un'immagine vale più di mille parole qui di seguito posto proprio la copertina dell'ultimo numero di Babilonia (vi confermo che in copertina c'è un individuo di sesso maschile).
3 commenti:
Complimenti, sono perfettamente d'accordo su tutto quello che dici! Luca
Sono d'accordo anche io! complimenti Vale, ti ammiro proprio!
Lo so che non c'entra niente, ma da qualche parte devo pur scrivertelo che le nuove striscie di Robin Hoog sono fantastiche... (E anche Troy si sta sviluppando alla grande) Ci hai fatto sospirare per mesi, ma adesso ci stai facendo godere il doppio ;-) Grazie e continua così!
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