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martedì 30 novembre 2010

Approfondiamo...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Dicembre è ormai arrivato, fra poco il 2010 finirà ed è giusto fare il punto della situazione su di me e sulle mie attività, anche perchè - giustamente - molti di voi si stanno chiedendo che fine hanno fatto i miei fumetti... Prima però volevo rispondere ad alcune osservazioni interessanti che avete sollevato nei commenti ai miei ultimi post. Partiamo dalla questione dei prezzi dei prodotti editoriali che si rivolgono alla nicchia gay...
Vorrei precisare che il mio non era lo sfogo di chi non vuole spendere soldi per quello che gli piace, ma la preoccupazione di qualcuno che sta notando come si punta sempre più spesso alla minoranza nella minoranza che può permettersi certe spese. E badate che non è un fenomeno che riguarda solo l'editoria gay: anche editori notoriamente popolari come Marvel e DC Comics (e i loro referenti italiani) hanno iniziato a puntare su edizioni extra lusso e ristampe di qualità che arrivano anche a costare una cinquantina di euro a volume... Se passate in fumetteria noterete che i volumi di questo tipo sono in costante aumento...
Una spesa notevole da sostenere in un colpo solo (seppur proporzionata al numero di pagine e alla qualità del prodotto) , e che segnala una certa volontà di iniziare a guadagnare puntando su pochi affezionati danarosi piuttosto che su una massa di persone con sempre meno soldi... Scelta legittima, per carità, ma un pessimo segnale per quel che riguarda l'accessibilità di certi prodotti... Forse i fumetti, nati per essere una lettura economica, stanno diventando un bene di lusso? Il discorso poi diventa più complesso quando riguarda l'ambito gay, dove al contrario ci sarebbe davvero bisogno di prodotti per tutte le tasche, per cercare di ampliare il più possibile questo mercato emergente e magari farlo diventare realmente competitivo sul piano degli investimenti... Altrimenti la cultura gay diventerà sempre più un un questione di soldi e sempre meno una possibilità aperta a tutti... E qui mi ricollego ad un altro intervento: ha senso lodare un fumetto a tema gay senza paragonarlo con i fumetti "per tutti" e senza considerare quanto potrebbe essere interessante per il pubblico etero? Al che mi viene da rispondere pensando al mercato del fumetto giapponese: quanti shoujo manga (manga per ragazze) sono apprezzati da folle di maschi propriamente detti?
Sicuramente i maschi che li apprezzano esistono, ma sono una minoranza che apprezza gli elementi caratteristici di questo genere di fumetti (studiati per il pubblico femminile) o che magari si invaghisce delle protagoniste femminili (o dei protagonisti maschili nel caso dei gay)... Rarissimi, in proporzione, sono i casi in cui un manga che punta ad un certo tipo di pubblico fa strage di cuori a 360°... Anche se in quel caso bisogna vedere quanto sia merito del manga in questione o della serie animata che ne è stata tratta, e che magari è stata affidata a uno staff particolarmente competente e capace di renderlo accattivante per un pubblico più ampio... Come nel caso dei Cavalieri dello Zodiaco, ad esempio, che hanno stregato tantissime ragazzine degli anni '90 (e non solo), pur nascendo da un manga per maschietti, a sua volta realizzato per promuovere una linea di giocattoli per maschietti...
Se poi volessimo entrare in un ambito più prettamente erotico, quanti autori di fumetti erotici etero risultano gradevoli al pubblico omosessuale? E qualcuno ne fa forse un problema? Che poi in ambito gay le storie abbiano una certa tendenza ad essere meno strutturate e coinvolgenti che nell'ambito dei fumetti etero è vero, ma questo è dovuto anche e soprattutto al fatto che, nell'ambito dei fumetti gay, ci sono tanti disegnatori che si occupano anche delle storie pur non essendo sceneggiatori... E se nel mondo del fumetto disegnatore e sceneggiatore sono due professioni ben distinte un motivo c'è. Tant'è che geni della sceneggiatura come Alan Moore (foto sotto) si guardano bene dal disegnare da soli i loro capolavori...
Certo nel mondo del fumetto ci sono tanti bravissimi autori completi, ma in proporzione al numero di soli sceneggiatori e soli disegnatori sono una minoranza risicatissima (qui non considerò il mondo dei manga, che ha una tradizione a parte)... Quindi, considerando che gli autori di fumetti gay sono già di per sè pochissimi, potete capire che, in proporzione, gli autori completi che possono competere con quelli eterosessuali sono ancora meno. Certo abbiamo grandissimi artisti completi come Howard Cruse, ma in ambito gay c'è qualcuno che potrebbe essere paragonato a Frank Miller (foto sotto), ad esempio? Probabilmente non ancora...
Cambiando argomento: forse avrete notato che anche in questo post ho affrontato vari argomenti, e questo risponde in parte a chi mi chiede perchè non uso dei titoli meno generici... Come faccio ad utilizzare un titolo meno generico parlando di tante cose? L'alternativa sarebbe dedicare un post per ogni argomento... Ma per me sarebbe troppo complicato da gestire, e per voi troppo difficile da seguire... Quindi per ora i titoli rimangono come sono (anche se ho iniziato a indicizzare gli argomenti e magari se avrò un po' di tempo indicizzerò anche i post più vecchi). Comunque fra i recenti commenti ai miei post uno mi ha colpito particolarmente... Visto che qualcuno mi ha detto che grazie a questo blog è riuscito ad accettarsi più facilmente... Ammetto che non me l'aspettavo (O__O)... Cioè... Sapevo che i miei fumetti facevano questo effetto e mi ha sempre fatto piacere... Ma che anche questo blog avesse questo potere non lo immaginavo proprio... WOW!
Evidentemente ho più potere di quel che pensavo... E forse è il caso di rimetterlo un po' in circolo, questo potere. Il che mi porta a parlarvi di cosa sto facendo e di cosa ho intenzione di fare. Cercherò di essere breve. Arrivato al decimo anno di attività non ho potuto fare a meno di prendermi una pausa per capire cosa volevo fare, cosa potevo fare e su chi potevo contare. Mi ero un po' stancato di fare le cose a caso, magari fidandomi di chiunque avesse delle proposte per poi scoprire di avere a che fare con dei millantatori che mi lasciavano nei guai... Anche perchè la mia situazione personale non brilla per serenità e solidità (soprattutto finanziaria), e non mi posso più permettere di prendere cantonate. Così invece di buttarmi a pesce nei fumetti ho preferito studiare un po' il da farsi, le reazioni dei lettori a lulu.com, l'andamento del mercato delle illustrazioni omoerotiche, la gestione dei siti con cui ho collaborato e via dicendo... E nel frattempo ho collaborato con iniziative editoriali di tutt'altro genere... Tipo il libro di archeologia che vedete qui sotto (la copertina non è mia)...
Se vi piacciono i miei disegni NON compratelo, visto che ho dovuto solo disegnare reperti archeologici sardi e qualche planimetria. Morale della favola: fra siti che saltano o che vengono trascurati ho deciso finalmente di iniziare a progettare www.wallyrainbow.com (il dominio è già stato acquistato e lo sto progettando con un lettore che fa siti per lavoro, quindi dovrebbe venire fuori qualcosa di dignitoso). Non so dirvi quando sarà pronto, ma vi terrò aggiornati. Nel frattempo, non appena popkorn.com tornerà online (mi hanno garantito che è solo questione di tempo) TROY riprenderà, ma partirà anche THORAK (finalmente), anche se ammetto che progettando THORAK (il famoso fumetto fantasy che sto progettando da un anno) mi sto chiedendo se non sia meglio proporlo direttamente in versione stampata... Magari con gli editori di Black Wade e colorato dal mio colorista di fiducia (che nel frattempo continua a stupirmi con "prove" tipo quella che vedete qui sotto).
Un mio fumetto stampato e tutto colorato in questo modo mi piacerebbe molto... Anche se sono giunto alla conclusione che probabilmente ha più senso che buona parte dei miei lavori venga venduto in versione pdf tramite lulu.com... Anche perchè il mercato di iPhone, iPad e compagnia bella è in forte espansione.... E anche gli utenti che fanno acquisti su internet sono in costante crescita. Quindi è molto probabile che riprenderò e concluderò le versioni gratuite di Robin Hoog e Rainbows, per poi proporre il loro seguito in capitoli che si potranno scaricare a pagamento. Anche perchè non è giusto che chi è disposto a pagare non abbia i suoi fumetti a causa di una massa di persone che non solo non paga, ma non è nemmeno disposta a fare una piccola offerta per mandare avanti un fumetto che gli piace. Dico bene?
Mi piacerebbe tantissimo anche riprendere Capitan Gel... Per il quale ho iniziato a studiare un rinnovamento generale del personaggio (che per una serie di motivi indipendente da me è stato il più sacrificato in assoluto fra quelli che ho realizzato negli ultimi dieci anni). Staremo un po' a vedere cosa succederà... Di certo non ho intenzione di piantarvi in asso dopo dieci anni (nonostante le apparenze)... Poi ovviamente starà a voi non piantare in asso me.
Ciao e alla prossima.

sabato 27 novembre 2010

IL VIDEO DELLA SETTIMANA...

Ciao a tutti e a tutte, come va?
Anche oggi sono qui a presentarvi un cantante gay dichiarato, e devo ammettere che questa volta è un cantante che - nonostante sia assolutamente Made in USA - mi ha fatto pensare subito alla scena gay milanese (o perlomeno a quella più rilevante) in maniera abbastanza insolita per un cantante che sta dalle parti di New York... Infatti vi sto parlando di Joshua Michael, meglio noto come Ohmyjosh...Nonostante abbia solo 22 anni non si può dire che abbia poche esperienze alle spalle (ma immagino che abitare dalle parti di New York aiuti), infatti prima di essere diventato un nome di riferimento per la dance indipendente della East Coast ha lavorato come ballerino a Broadway, ha insegnato danza, ha cantato in varie band giovanili (che, già a 14 anni, gli hanno dato la possibilità di supportare i tour di cantanti come Little Richard e Chuck Barry) e il suo primo CD personale ha debuttato il 18 gennaio del 2009... Proprio il giorno del suo ventunesimo compleanno. Quando si dice lo stile. Attualmente è un personaggio molto richiesto dai club newyorkesi e sicuramente ne sentiremo ancora parlare, anche perchè nel suo genere musicale è sicuramente un personaggio interessante... Come potete intuire dal suo ultimo video, che potete vedere qui di seguito...

In effetti non è il mio genere, ma la canzone è orecchiabile e mi sembra un omaggio neanche tanto velato, e abbastanza riuscito, alle dive dance degli ultimi anni... Che oltretutto riesce ha trasmettere una certa carica... Cosa che non bisognerebbe mai dare per scontata.
Alla prossima.

giovedì 25 novembre 2010

MA GUARDA UN PO'...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi volevo sottoporvi una recensione non proprio lusinghiera che il sito mangaforever.net (CLICCATE QUI SE VOLETE INTERVENIRE CON UN COMMENTO) ha riservato a Black Wade. Premesso che comunque è già tanto che (in Italia) un sito non gay parli di un fumetto di questo tipo, vi riporto qui di seguito la recensione, dopodichè vorrei condividere qualche riflessione con voi. L'autore della recensione si chiama Sergio L. Duma e scrive:

"Si dice che questo fumetto abbia suscitato molto scalpore in Francia, pubblicato da H&O, e anche in Gran Bretagna, dove è stato proposto da Gmunder. Si dice anche che Black Wade era molto atteso a Lucca dove, già prima della manifestazione, faceva discutere. Si dice che la graphic novel in questione ha ottenuto un successo strepitoso in Europa. Si dice altresì che i tipi di Voilier hanno dimostrato notevole coraggio proponendola in Italia.

Per quale ragione? Semplicemente perché Black Wade, realizzata dal duo Franze e Andarle (che, a differenza di ciò che si potrebbe pensare dai nomi, sono italiani), è una storia omoerotica e l’omosessualità non è accennata. E va da sé che anche questi ultimi, secondo alcuni, sono coraggiosissimi.

Ma che coraggio c’è ad affrontare tematiche gay in un contesto in cui, a livello creativo, l’omosessualità non sconvolge più nessuno? Franze e Andarle davvero credono che qualcuno possa ancora scandalizzarsi per così poco? Mah! Si dice inoltre che la storia, ambientata, credo, nel periodo settecentesco, è molto originale e provocatoria, dal momento che gli omosessuali sono pirati.

Francamente mi viene da ridere poiché forse Franze & Andarle non hanno mai letto William Burroughs (lui sì provocatorio) che, nel suo romanzo ‘Le Città della Notte Rossa’, aveva immaginato una ciurma di pirati gay, quindi anticipandoli, in maniera altamente eversiva (e già che siamo in tema, Burroughs aveva pure anticipato ‘Brokeback Mountain’ con i cowboy omosessuali di un’altra sua opera, ‘Strade Morte’).

Anche nel contesto post-punk dei primi anni ottanta, Adam & The Ants avevano giocato con l’immaginario queer dei pirati; perciò Franze & Andarle tutto hanno realizzato tranne che un’opera innovativa e provocatoria (però può essere definita tale dagli sprovveduti che non hanno mai letto un libro, meno che mai uno di Burroughs!).

La storia in sé è debole, con dialoghi risaputi e pieni di cliché, e si può riassumere in poche parole: il bellissimo Jack, tenente della Royal Navy, viene rapito dal feroce pirata Black Wade, che ne fa il suo concubino, sottoponendolo a una serie di stupri; poi Jack, per una serie di circostanze, torna in Inghilterra per sposare la sua bella; ma si è innamorato di Black Wade e, quando scopre che questi è stato imprigionato, lo libera, i due fuggono e vivranno insieme felici e contenti! Quale lodevole complessità narrativa!

Si dice che Black Wade è una storia d’amore, intimista ed erotica. Peccato, però, che l’erotismo e l’intimismo siano vaghi pretesti utilizzati da Franze & Andarle per inserire sequenze meramente pornografiche che li vanificano (l’erotismo, in special modo, per essere tale, è sempre accennato ed è l’antitesi di tutto ciò che è esplicito).

Si dice, del resto, che i disegni sono stupendi. E questo è vero e non lo nego. Ma mi dispiace che siano al servizio di una ‘storia’ che fa acqua (dato che si parla di pirati che solcano i mari…) da tutte le parti.

E, in definitiva, se crederete di leggere chissà quale opera estrema, oserei dire che siete fuori strada. E invece di un gioiello, a mio avviso, avrete a che fare con una patacca che non vale la spesa e meno che mai il tempo di lettura."

Probabilmente ora vi aspetterete che a mia volta critichi aspramente questa recensione, che magari diventi polemico e inizi a ribattere punto per punto... Invece non lo farò niente di tutto questo. Certo ho come l'impressione che in questa recensione ci sia un astio di fondo che poco e niente ha a che fare col fumetto in questione, ma la cosa non ci riguarda: quello su cui volevo soffermarmi erano alcuni punti abbastanza interessanti che sono stati sollevati. Non mi sembra il caso di perdere tempo a ribattere sul tono allusivo con cui viene usato il termine "si dice", visto che basta fare una ricerchina su google per capire che non è solo una questione di "si dice" e che effettivamente Black Wade è un piccolo cult in tutto il mondo...

Allo stesso modo mi sembra superfluo ribattere all'affermazione che non c'è alcun coraggio a pubblicare un fumetto del genere in Italia, perchè se leggete questo blog sapete benissimo qual'è la situazione nel nostro paese dal punto di vista dell'omoerotismo nei media, delle censure sui corpi maschili e sui rapporti omosessuali... Inoltre prima di Black Wade non mi risulta che sia stato MAI pubblicato in Italia un fumetto italiano con simili contenuti... A meno che non consideriamo i tascabili porno, ma ogni paragone è improprio visto che in quella sede l'omosessualità serviva solo a mettere in risalto la "superiorità" del modello eterosessuale.
Molto più interessante, invece, mi sembra il punto in cui si dice che, siccome questo fumetto ha una storia banale e scontata, potrebbe fare colpo solo su chi è sprovveduto e non ha alle spalle letture di un certo livello. Credo che in questa affermazione ci siano almeno tre argomenti su cui vale la pena riflettere, anche perchè potrebbero spiegare le cause del ristagno della scena fumettistica italiana e la perenne crisi di mercato che la affligge... Ma andiamo con ordine...
Punto primo: ammettiamo che la storia di Black Wade prenda spunto da una quantità di luoghi comuni sulle storie di pirati, limitandosi a reinterpretarli in chiave gay per un pubblico dal quale non si pretende un bagaglio culturale che comprende scrittori gay come William Burroughs (che vedete nella foto giovanile qui sotto)... Che male ci sarebbe?
Certo, in un mondo ideale i gay dovrebbero avere tutti una cultura enciclopedica, ma questo non è possibile e comunque - diciamocelo - non è che l'Italia abbia una comunità gay che mette gli approfondimenti culturali al primo posto. A maggior ragione un fumetto che non si rivolge a un pubblico "colto" ha il merito di avvicinare una quantità maggiore di persone, che magari proprio grazie a una lettura disimpegnata potranno avvicinarsi a scrittori come William Burroughs. Quello che però mi ha dato più da pensare in questa recensione è proprio il tono di disprezzo nei confronti di chi è tanto sprovveduto da apprezzare un fumetto semplice come Black Wade, quasi come se essere delle persone semplici come dei gusti semplici debba essere una colpa...
Tra le righe poi, mi pare di capire che dovrebbe sentirsi in colpa chi apprezza un fumetto in cui il sesso esplicito rappresenta una scelta stilistica e un elemento portante nella storia. Credo che questo giudizio così aspro metta in luce tutto lo snobismo intellettuale di buona parte dell'editoria a fumetti italiana, che da una parte piange la fame e dall'altra non si vuole "abbassare" al livello di un'ampia fetta di pubblico che vuole fumetti ben realizzati, ma semplici e lineari... Che magari non richiedono una formazione da nerd per essere apprezzati appieno. Non che ci sia nulla di male ad essere nerd, anzi, però siamo pur sempre il paese dove Elisa di Rivombrosa ha frantumato gli indici di ascolto... Vorrà pur dire qualcosa, no?
Eppure, guardacaso, nonostante il grande successo della serie non c'è stato nessun editore e/o autore di fumetti che ha provato a cimentarsi nella realizzazione di un fumetto che ne seguisse la scia... Forse per una questione di reputazione? Per una questione di orgoglio? Per non "abbassarsi" a certi livelli? Chissà... Forse anche loro hanno pensato che si trattasse di una patacca, e se così fosse sarebbe anche un po' ironico, considerando che i fumetti che vendono meglio nelle edicole italiane non sono proprio impegnativi e originali...
Sia come sia alle Edizioni Voilier hanno già consumato metà della prima tiratura nel giro di tre mesi... Non so quanti editori possono dire altrettanto, soprattutto se non possono contare su grandi campagne pubblicitarie e se si rivolgono a un tipo di pubblico che è da sempre interessato a questo tipo di prodotto, ma che finora era totalmente disabituato al suo acquisto. Inoltre la pubblicazione di Black Wade in Italia ha un altro merito, visto che è il primo fumetto omoerotico pubblicato in Italia e ha anche dei personaggi che - seppur nella loro semplicità - sono espressivi e dimostrano di avere un minimo di personalità...
Nei fumetti omoerotici prodotti in buona parte del mondo questo è sempre stato un elemento a dir poco secondario, e generalmente i loro protagonisti erano delle macchine da sesso con un encefalogramma piuttosto piatto... Probabilmente è per questo che Black Wade ha venduto così bene anche nei paesi con una lunga tradizione di fumetti omoerotici, come ad esempio gli Stati Uniti (e se non ci credete CLICCATE QUI per leggere i commenti di chi ha comprato questo fumetto su amazon.com)...
Voi cosa ne pensate?

In attesa dei vostri commenti vi segnalo che Black Wade dovrebbe essere presentato sabato 27 novembre presso Pier Pour Hom (all'angolo fra Via Mortara e Via Alessandria, a Milano) alle 17,30. Sarà presente il disegnatore Franze (e forse ci sarò anch'io).

Ciao e alla prossima.

lunedì 22 novembre 2010

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi vorrei parlarvi di un argomento che, immagino, abbia una certa importanza più o meno per tutti: i soldi. Ovviamente i soldi non sono tutto nella vita, però aiutano e - soprattutto - permettono di coltivare interessi e passioni (come certi fumetti, ad esempio), creando un mercato che le mantiene in vita e innescando un circolo virtuoso per cui gli appassionati hanno modo di finanziare le cose che gli piacciono, che così continuano ad essere prodotte e via dicendo... Il problema nasce quando questo circuito si interrompe, e si può interrompere in due modi: il primo è quando chi produce una cosa che appassiona smette (come nel mio caso, anche se ribadisco che è una situazione momentanea), il secondo è quando il prodotto è al di fuori della portata finanziaria della maggior parte degli appassionati... Che magari esistono, ma che - legittimamente - preferiscono investire certe somme di denaro (se pure le hanno) in altre priorità. La questione è particolarmente evidente per gli appassionati italiani di fumetti e illustrazione gay, che per forza di cose sono costretti a farsi arrivare prodotti (magari già di per sè costosi) dall'estero, spendendo cifre anche notevoli per le spedizioni e i dazi doganali, soprattutto quando i pacchi arrivano da paesi extracomunitari come gli USA o il Giappone. Ad esempio: il 14 dicembre in Giappone uscirà un nuovo volume di Gengoroh Tagame, che raccoglie una sua lunga storia comparsa a puntate sul mensile BADI, dal 2003 al 2006... Il titolo potrebbe essere trodotto come "L'inferno di un padre e un figlio" e qui di seguito potete vedere una preview censurata...
In poche parole si tratta di 256 pagine di pura libidine a sfondo storico... Alla non proprio economica cifra di 2520 Yen, circa 22 euro. Ora: il sottoscritto vorrebbe procurarselo e, anche se 22 euro sono una cifra notevole per un fumetto scritto in giapponese, i disegni del maestro Tagame valgono da soli il prezzo... Se non che, per farmelo arrivare in Italia, dovrei spendere almeno 18 euro (viene spedito solo tramite corriere espresso), e la spesa inizia già a diventare notevole... Oltretutto non sono nemmeno sicuro che il corriere non abbia spese aggiuntive alla dogana. Morale della favola: questo bel volume per ora andrà nella mia lista dei desideri... Assieme al volume autoprodotto da una vecchia conoscenza di questo blog, ovvero Jacopo Camagni in arte Dronio (foto sotto)...
Dopo essere diventato un disegnatore Marvel a tutti gli effetti Jacopo ha pensato bene di raccogliere i suoi ultimi dodici anni di disegni omoerotici in un volumone acquistabile presso il sito americano BLURP (che funziona come lulu.com, con la differenza che è a San Francisco). Il volume si chiama MENEATER, ha 130 pagine e costa ben 47 euro (57 se volete la versione cartonata)! Per una preview cliccate sulla copertina qui sotto...
Ora: se io volessi comprare la versione economica risparmierei dieci euro, ma poi ci sarebbero circa sette euro di spese di spedizione (volendo scegliere la più economica, che si sa quando parte e non quando arriva) ai quali vanno aggiunti i dazi doganali (che dovrebbero essere poco meno di dieci euro). Morale della favola: dovrei spendere circa 60 euro per avere un volume che peraltro contiene molte illustrazioni già viste. Quindi anche questo andrà nella lista dei desideri... E se uno come me, che obbiettivamente non si fa problemi a comprare certe cose, preferisce aspettare... Beh... Forse piazzare bene un volumone come questo potrebbe essere un tantino complicato... In ogni caso in bocca al lupo per l'iniziativa (che magari potrebbe essere messa in vendita anche su LULU, dato che con la relativa spedizione non ci sarebbe il problema dei dazi doganali), sulla quale invito il diretto interessato ad aggiornarmi... Anche perchè se, a sorpresa, si rivelasse un successone bisognerebbe assolutamente darne notizia. D'altra parte potrebbe anche darsi che il buon Jacopo Camagni non abbia intenzione di puntare al grande pubblico, ma a quello (più ristretto) dei gay ricchi e/o appassionati d'arte... Che evidentemente esistono, visto che, giusto per fare un esempio, una galleria d'arte australiana sta mettendo in vendita il disegno di Gengoroh Tagame che vedete qui sotto alla bella cifra di 6200 dollari australiani, e cioè 4500 euro!
Per la cronaca: il disegno è di circa 30 cm per 40 cm... Più o meno le misure dell'esclusiva stampa d'arte che, la stessa galleria d'arte australiana, ha realizzato per il disegno di Jiraiya che vi faccio vedere qui sotto... Solo trenta copie, numerate, alla modica (si fa per dire) cifra di 650 dollari australiani, e cioè 470 euro... Un'inezia, vero? Evidentemente i casi sono due: o in Australia ci sono delle gallerie d'arte amministrate da dei pazzi, oppure effettivamente c'è tutto un mercato internazionale per l'arte gay di lusso. Probabilmente, visto che la suddetta galleria d'arte gode ancora di buona salute, sono portato a pensare che la seconda ipotesi sia più probabile, nonostante la crisi economica globale... O forse proprio a causa di questa: dopotutto in tempi di crisi ha più senso sperare di guadagnare rivolgendosi a una massa di gay con poche finanze o a un numero ristretto di gay che non ha problemi di budget? Probabilmente entrambe le strategie sono valide, anche se poi bisogna essere capaci di gestirle adeguatamente, visto che parliamo di due fascie di pubblico con esigenze molto diverse... Ad esempio Patrick Fillion, che a quanto pare preferisce rivolgersi alla massa, con la sua casa editrice CLASSCOMICS ha appena inaugurato la stagione dei saldi (cliccate sull'immagine sotto per saperne di più)...
Mentre l'editore Gmunder ha debuttato nel mondo dei libri d'arte con un volumone dedicato al pittore australiano Ross Watson (di cui vi ho già parlato), che costa circa 70 euro per 224 pagine (a cui vanno aggiunte le spese di spedizione e/o di importazione se lo volete comprare in una libreria che ve lo fa arrivare, visto che la Gmunder non ha un distributore italiano)...
La TASCHEN, poi, sta facendo pagare 80 euro il suo libro su George Quaintance (Anche di questo vi ho già parlato qui), che di pagine ne ha anche meno (solo 156)... Segno evidente che non punta al grande pubblico gay, ma agli intenditori danarosi quanto basta per non farsi problemi a sganciare 80 euro per un volume che, per quanto pregevole, non rappresenta certo una spesa di prima necessità...
Che dire? Probabilmente tutto questo ha una sua logica, anche se mi permetto di sollevare almeno tre obiezioni. La prima è che un gay ricco non necessariamente ha buongusto o apprezza l'arte e la cultura. Tantopiù che i gay, ricchi o poveri che siano, sono una categoria di persone fondamentalmente insicure e tendono ad investire i propri soldi in status symbol che fanno crescere la loro autostima e che attirano l'attenzione (e questo spiega la fissa per certe firme di moda, ad esempio). Un oggetto pregiato come un libro di lusso, se non porta un valore simbolico che va al di là della bravura dell'artista, probabilmente lascerà indifferenti anche i gay con dodici carte di credito... Tant'è che, nelle case dei gay che vestono solo firmato e che collezionano iPhone, molto difficilmente troverete il super volume che la Taschen ha dedicato a Tom of Finland... E che costa "solo" 140 euro.
Secondo punto: puntare su pubblicazioni gay di lusso ha senso in quelle realtà nelle quali la comunità gay ha raggiunto un livello di autocoscienza tale da comprendere che arte gay e cultura gay fanno parte dell'identità omosessuale molto più del rito della discoteca nel fine settimana... E le realtà di questo tipo sono ancora poche, come ad esempio le grandi aree metropolitane dove la comunità gay ha potuto coltivare i propri interessi culturali e artistici con continuità. Aree che in italia, forse, nemmeno ci sono... Tant'è che due libri davvero belli come UOMINI PER UOMINI (della Rizzoli, sulla storia della fotografia omoerotica) e VITA E CULTURA GAY (della Cicero, sull'omosessualità nella storia) sono rimasti due casi isolati nella nostra editoria...
Perchè evidentemente, nonostante centinaia e centinaia di pagine riccamente illustrate, non hanno rappresentato un grande successo di pubblico... Forse perchè costavano, rispettivamente, 40 e 48 euro? D'altra parte si trattava dell'edizione italiana di libri che, guardacaso, avevano avuto molto successo in nazioni in cui i gay spendono volentieri i loro soldi in prodotti culturali. Il che mi porta al terzo punto: puntare all'editoria di lusso senza aver coltivato il pubblico con iniziative economiche, magari educandoli (nel senso buono) ad apprezzare certe cose, vuol dire... Avere un pubblico molto ristretto e impedire al settore di svilupparsi sul serio, con tutte le conseguenze del caso. Certo magari se si vuole guadagnare si può puntare direttamente alle comunità gay più formate e affermate, ma trascurare le comunità gay culturalmente più arretrate - che magari nemmeno si rendono conto di quanto è importante avere una cultura gay di riferimento - non è un po' come gettare la spugna e ammettere che non si vuole investire nel loro sviluppo e nella loro emancipazione? A me questa cosa spaventa un po'...
Voi cosa ne pensate?

sabato 20 novembre 2010

IL VIDEO DELLA SETTIMANA...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Rieccoci qui a parlare del mondo dei cantanti gay dichiarati, e in particolare dell'ennesimo cantautore di talento che in Italia nessuno si è ancora sognato di promuovere... Mi sto riferendo al bravissimo (almeno a mio parere) Tom Goss, che potete vedere nella foto qui sotto... Credo che questo giovane artista (ha 26 anni) dia esattamente la misura dell'abisso che separa il concetto di cantante gay dichiarato negli USA dal concetto di gay dichiarato qui da noi in Italia. La storia personale di Tom, in particolare, è abbastanza significativa. Nato e cresciuto a Kenosha (in Wisconsin), nella tipica famiglia italo americana da telefilm, coi genitori insegnanti di ginnastica e una brillante carriera nel coro del liceo, Tom decide di diventare insegnante, ma nel 2004 - mentre si trova all'Università - sente la vocazione e decide di entrare in un seminario cattolico per diventare prete! E qui succede che la sua vocazione deve fare i conti con un ambiente deludente e a tratti orripilante: a quel punto Tom lascia perdere e decide di unire il suo desiderio di vivere serenamente la propria omosessualità con la sua voglia di lanciare messaggi di speranza e valori profondi... E così diventa cantautore e investe i suoi risparmi per autoprodursi (senza dimenticarsi di fare il volontario in un programma di aiuto per i senzatetto)... La sua bravura e la sua voglia di comunicare sentimenti profondi fanno il resto... E così negli ultimi quattro anni ha portato avanti una carriera di tutto rispetto nella scena indipendente, faticando tanto, ma ottenendo anche tanto in cambio. Il suo ultimo video è uscito proprio in questi giorni, e arriva a parlare di relazioni gay da un punto di vista del tutto inedito... Se non ci credete guardate qui...



Che dire? Beh... In effetti le cose da dire sarebbero molte, ma siccome questo è un blog democratico adesso lascio la parola a voi... Cosa ne pensate? E cosa ne pensate dei messaggi che lancia? E del fatto che i cantanti gay italiani non hanno mai nemmeno provato a esprimere simili concetti? Attendo commenti...

giovedì 18 novembre 2010

NEWS

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Inizio il post di oggi parlando un po' di cinema, visto che da qualche settimana hanno iniziato a circolare le prime immagini ufficiali di quel bel figliolo di Chris Evans nei panni di Capitan America... E devo ammettere che bisogna fare i complimenti ai costumisti di Hollywood, che sono riusciti a rendere accattivante (senza snaturarlo) un costume che in origine era obbiettivamente ridicolo...
Oltretutto sembra proprio che i costumi indossati dal buon vecchio Capitano saranno più di uno, con grande gioia dei feticisti del genere, suppongo... La cosa curiosa è che, finalmente, anche un supereroe della DC potrebbe (il condizionale è d'obbligo) avere un film più che dignitoso pur non chiamandosi Batman o Superman... Se seguite questo blog saprete che mi riferisco a Green Lantern, il film con Ryan Reynolds (appena eletto uomo più sexy dell'anno dalla rivista PEOPLE) nel ruolo della lanterna verde della terra... Film che è entrato in post produzione e che ha già distribuito il primo trailer ufficiale...

Non male, vero? Prego notare che, come in ogni vero film di supereroi che si rispetti, non mancano le scene in canotta e quelle shirtless (senza maglietta, per dirla all'italiana), e che - come avevo riportato anche su questo blog - il costume da lanterna verde è stato applicato digitalmente sulla nuda pelle del protagonista, per rendere il costume aderente come quello che viene disegnato nei fumetti... Scelta che probabilmente farà scuola nei prossimi superhero
movies, dato che i protagonisti dei fumetti di supereroi indossano quasi sempre tute che sono una secie di seconda pelle. È bene ricordare che Green Lantern è stato uno dei primi supereroi ad avere dei sottotesti gay, e ammetto che sono abbastanza curioso di verificare se in questo film ci sarà spazio per qualche accenno alla cosa... Anche se effettivamente questo supereroe non ha mai avuto un vero super compagno fisso e non ha mai raggiunto i livelli di ambiguità di Batman e Robin...
Comunque, per cambiare radicalmente argomento pur rimanendo fra le news di questi giorni, volevo segnalarvi che stanno facendo molto discutere le creazioni di Mike Konigsfeld e Tom Brandl, due designers di Colonia che hanno voluto esplorare un settore molto poco praticato dall'arte in generale, e del tutto ignorato in ambito gay... Infatti hanno creato un linea di bare decorate con fantasie di uomini prestanti e praticamente nudi...
L'idea mi lascia un po' perplesso, ma ho come la sensazione che più di qualcuno starà già pensando di prenotarne una... Anche se dubito vivamente che una simile bara potrà essere accolta ufficialmente in una chiesa cattolica. Tuttavia la cosa ironica è che, proprio in questi giorni, sta facendo molto parlare di sè anche lo studio di una ricercatrice dell'Università di Pisa, una certa Elena Lazzarini, secondo il quale Michelangelo Buonarroti avrebbe realizzato i nudi della Cappella Sistina ispirandosi alle scene che vedeva nei bordelli omosessuali e nelle saune che era solito frequentare...
Che Michelangelo amasse le persone del proprio sesso era cosa nota da tempo, così come era noto che anche per le figure femminili usava modelli maschili... Un po' meno noto era il fatto (che secondo Elena Lazzarini sarebbe ben documentato) che frequentasse le saune gay dell'epoca, anche perchè tutti danno per scontato che all'epoca la gente non aveva una gran propensione all'igene personale... In realtà il discorso è un po' più complesso, visto che all'epoca - per le ovvie implicazioni sessuali e relative alla nudità - solo le persone perbene erano tenute a lavarsi il meno possibile... Tant'è che l'espressione "odore di santità" deriva proprio dal fatto che le persone che volevano vivere in maniera molto religiosa erano tenute a lavarsi il meno possibile... Con tutte le conseguenze del caso. Al contrario le persone meno devote, compresi tanti giovani allupati, non si facevano molti problemi, e i bagni pubblici dell'epoca (che di fatto funzionavano anche come bordelli) erano sempre affollati... Per la gioia di artisti come Michelangelo (qui sotto in un famoso autoritratto).
Tuttavia la cosa davvero ironica in tutta questa vicenda è che la notizia ha fatto davvero il giro del mondo, mentre i telegiornali italiani non si sono certo dilungati molto sull'argomento... A differenza di quelli di Hong Kong (solo per fare un esempio), che hanno dedicato a questa scoperta dei servizi come quello che vi mostro qui di seguito (prego notare come evidenzia alcuni dettagli "gay" degli affreschi incriminati)...

Che ci crediate o no questa cosa non mi stupisce affatto, soprattutto dopo aver visto che ieri sulla RAI sono riusciti persino a censurare il primo film di SEX AND THE CITY, tagliando la scena in cui si intravedeva il (notevole) pene di Gilles Marini sotto la doccia... Per gli interessati qui di seguito ecco a cosa mi riferisco...
La scena andava in onda dopo le 22,30 e quindi in fascia protetta, ma evidentemente hanno pensato che fosse troppo "forte" per il pubblico italiano (che SICURAMENTE non ha mai visto un pene in vita sua), poco in linea con le direttive televisive degli ultimi vent'anni e troppo audace per i bigotti sempre pronti a lamentarsi (anche se poi i bigotti trovano sempre motivi per lamentarsi). Se non altro non si può dire che il nostro paese manchi di coerenza.
Voi cosa ne pensate?

martedì 16 novembre 2010

ITALIA NOSTRA...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Per prima cosa oggi volevo farvi notare che, neanche a farlo apposta, il gay magazine inglese ATTITUDE ha un po' confermato quello che sostenevo nei miei recenti post, e forse è andata anche oltre. Dico questo perchè ha dedicato al copertina del suo ultimo numero (fronte e retro) ad una bella foto di gruppo di gay porn performer gay dichiarati, in buona parte senza niente addosso...
Penso che questo dia esattamente la misura di quello che intendevo quando dicevo che c'è davvero una bella differenza fra una rivista che ammicca al pubblico gay, magari per adescare qualche lettore in più, e una rivista gay che usa il nudo in copertina per sottolineare il suo status e per lanciare un messaggio della serie "Io sono qui, sono gay e mi piace esserlo, sesso compreso... Problemi?"... Tra le altre cose volevo farvi notare che fra i bei figlioli presenti in copertina c'è anche Alex Marte (qui sotto è il secondo in piedi da sinistra), nuova promessa italiana della scena hard internazionale, nonostante per ora sia presente solo su internet (da meno di un anno, se si esclude un provino di due anni fa) e non abbia neanche un DVD all'attivo...
La cosa curiosa è che lo stesso Alex Marte si era fatto notare l'anno scorso anche sulla copertina del gay magazine australiano DNA, copertina che si riferiva ad un servizio interno in cui il buon Alex faceva da guida sexy attraverso le bellezze della campagna romana (anche se pare che sia milanese)...
Anche questo, volendo, può essere indicativo di una situazione un po' anomala, visto che Alex Marte è bene in vista nelle edicole di tutto il mondo (occidentale), ma nel panorama editoriale italiano non c'è davvero nessuno disposto a considerarlo per un servizio, figurarsi una copertina... Perchè, ovviamente, non c'è nessun editore italiano che arriva in edicola e che sceglie di rivolgersi direttamente al pubblico gay... O magari che sceglie di rappresentare la comunità omosessuale e la sua evoluzione... Una rivista tipo l'americana OUT, ad esempio, che anche quest'anno ha fatto l'elenco dei 100 omosessuali più importanti dell'anno...
Non so voi, ma ogni anno che vedo OUT che fa questo elenco mi prende sempre una certa irritazione... Perchè mette in luce tutta una serie lacune italiane alle quali, lo ammetto, non ho mai capito se gli omosessuali italiani si sono assuefatti o - più semplicemente - non hanno mai dato molto peso... Quale delle due ipotesi è la peggiore? A voi la scelta, certo è che la comunità gay non è fra i target di mercato a cui mira la nostra editoria, men che meno nel settore dell'editoria a fumetti (fatti salvi quegli editori che hanno quote gay ai vertici, ma anche in quel caso bisogna fare alcune distinzioni). Dico questo anche a seguito di un paio di e-mail che mi sono giunte in risposta alla mia richiesta di alcuni fumetti da recensire per la mia rubrica su Gay.It. La Rizzoli Lizard mi ha detto che non ha più copie di Scott Pilgrim per la stampa, mentre le Edizioni BD mi hanno risposto che dei due volumi di Buffy che hanno appena pubblicato vorrebbero mandarmene solo uno (e l'altro vorrebbero mandarmelo in pdf).
Ora: io non sono una divinità, ma la mia rubrica su Gay.It è presente da circa dieci anni e, nel suo piccolo, è l'unica rubrica di questo tipo presente su un sito gay italiano (peraltro uno dei più visitati)... Non so quanta gente ha comprato dei fumetti perchè li ha scoperti tramite le mie recensioni, ma di certo quello spazio ha avuto il merito di far conoscere molti titoli ad un pubblico gay generalista, che probabilmente non aveva mai associato le parole "gay" e "fumetto", e sicuramente molti hanno provato ad aquistare dei titoli che ho segnalato lì. Non vorrei peccare di presunzione, ma se io fossi un editore mi segnerei il nome di chi gestisce quella rubrica fra i primi dieci da contattare se pubblicassi in italiano un fumetto dai risvolti gay, e magari terrei da parte delle copie solo per lui... Invece non solo il recensore (cioè io) deve fare richiesta (sperando di venire a sapere quando esce un fumetto di suo interesse), ma deve anche sperare di arrivare in tempo (prima che le copie di per la stampa di un fumetto SICURAMENTE ad alta tiratura come Scott Pilgrim finiscano), o magari deve sentirsi rispondere che il fumetto che, negli USA, ha vinto il premio di fumetto più gay friendly del 2008 (assegnato a Buffy dall'associazione GLAAD) gli arriverà in pdf... Che dire? Di certo in questo periodo non posso permettermi di spendere 60 euro di tasca mia per recensire serie di Scott Pilgrim su Gay.It... Comunque non voglio deprimervi ulteriormente, quindi passo a segnalarvi qualche notizia che potrebbe tirarvi su il morale... Partendo dalla Francia, dove il secondo numero della fanzine DOKKUN, dedicata ai bara manga realizzati nella terra delle baguettes, è già andato esaurito! Ed era in vendita solamente dai primi di novembre!!!
Buon segno, vero? In attesa di poter aquistare una copia dell'inevitabile ristampa vi segnalo che anche il debutto francese del nostro amico Mauro Padovani (con il suo western omoerotico WINTER'S MOON, pubblicato da H&O) non sta andando affatto male, perlomeno a giudicare dalle classifiche del sito amazon.fr (CLICCATE QUI). Infatti è già nella classifica dei venti fumetti erotici più venduti del sito... In compagnia di altri grandi autori erotici italiani (Manara, Serpieri, Crepax, Casotto...) che, perlomeno in Francia, tengono alta la bandiera del fumetto erotico Made in Italy (mentre in Italia, tanto per cambiare, non sono poi così facili da reperire). Complimenti!
Andando un po' più a ovest ci tenevo anche a segnalarvi che, in occasione dell'imminente giornata mondiale per la lotta all'AIDS (sapete tutti che è il primo dicembre, vero?), il simpatico illustratore spagnolo Ismael Alvarez è diventato uno dei testimonial (e degli artefici) del progetto VIHvo, che attraverso l'arte vuole combattere la discriminazione nei confronti delle persone sieropositive...
Prego notare che il suddetto progetto ha il patrocinio del Governo Spagnolo e del Parlamento Europeo... Insomma la tipica cosa che, dalle nostre parti, è fantascienza. Tra l'altro mi pare che negli ultimi tempi, in Italia, l'attenzione verso HIV e AIDS sia parecchio scesa... Quasi come se il problema non sussistesse più... E personalmente penso che sia una cosa a dir poco imbarazzante, considerando l'alto tasso di contagio nel nostro paese e i problemi - anche a livello di discriminazione - che devono affrontare le persone sieropositive... Che dire? Speriamo che l'esempio spagnolo prima o poi ispiri qualcuno anche da noi. Nell'attesa chiudo con una nota di ottimismo questo lungo post, confermandovi che la presenza di Carlo Masi su Italia Uno potrebbe portare davvero un nuovo modello di gay nella nostra TV...
Me l'ha scritto proprio lui in una lunga e-mail, dopo che ha letto la segnalazione che ho fatto sul mio blog. Il buon Carlo mi ha scritto che gli autori gli stanno preparando dei testi in cui dovrà fare la parte del gay macho e che lui non ha alcuna intenzione di prestarsi a fare la macchietta... E questo farebbe ben sperare per il futuro, non trovate?
Ciao e alla prossima.