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lunedì 29 settembre 2014

NON SE NE ESCE...

Ciao a tutti, come va?
Ultimamente ho ripreso in diverse occasioni l'editore Bonelli. In realtà nel corso del tempo ho ripreso vari editori, segnalando quelle che secondo me sono state delle strategie editoriali non proprio felici dal punto di vista LGBT, ma con la Bonelli è stato diverso, perchè - per la legge dei grandi numeri - le reazioni che ho suscitato nei suoi lettori e sostenitori sono state più numerose e accese.

E questo era logico.

Una cosa molto interessante che mi veniva rinfacciata, peraltro con una certa frequenza, era che non potevo pretendere che la Bonelli desse spazio a certi temi in maniera esplicita "a tutti i costi", perchè sarebbe stata solo una forzatura... Anche e soprattutto nelle storie in cui comparivano personaggi storici la cui omosessualità e/o bisessualità non era storicamente accertata al 100% . Ad esempio: quando ho criticato il fumetto che recentemente la Bonelli ha dedicato a Caravaggio, mi è stato detto che dare troppo spazio a certe "ipotesi" nel suo caso era sbagliato, e che semmai sarebbe stato il caso di parlare di certe cose in un fumetto con Oscar Wilde... Anche perchè SICURAMENTE, poichè le mie ipotesi sui tabù della Bonelli erano tutte sbagliate, nel suddetto fumetto con Oscar Wilde di omosessualità si sarebbe parlato in maniera esplicita...

Davvero?

Non so dove sono ora tutti questi strenui difensori dell'onestà intellettuale bonelliana, ma adesso mi piacerebbe davvero che andassero a leggersi lo SPECIALE STORIE DI ALTROVE - COLORO CHE VIVONO DI MORTE, che è arrivato da poco in edicola e che - fra i suoi protagonisti - ha proprio Oscar Wilde...
I supplementi annuali STORIE DI ALTROVE fanno parte dell'universo narrativo di Martin Mystère, e sono incentrati su di un'agenzia governativa specializzata in eventi paranormali, che è stata fondata nel 1776 e che nel corso dei secoli ha dovuto seguire diversi casi molto particolari, spesso collaborando  con personaggi realmente vissuti. Nel numero in edicola adesso il "personaggio" in questione è proprio Oscar Wilde, raffigurato nel periodo in cui gli venne proposto di fare un tour di conferenze negli Stati Uniti continentali, in cui avrebbe dovuto parlare di cose come arte, bellezza ed estetica... Anche se, a giudicare dalle vignette che all'epoca comparivano sui quotidiani, non è da escludere che il grande successo di pubblico del suo tour fosse determinato anche dal suo particolare modo di porsi... Che non era propriamente virile e in un mondo di rozzi mandriani destava sicuramente una certa curiosità...
Correva l'anno 1882, Oscar Wilde aveva ventotto anni e non si era ancora sposato. Il matrimonio con Constance Lloyd (di facciata, e forse anche di interesse, visto che lei percepiva una buona rendita annuale), sarebbe avvenuto nel 1884, mentre i loro figli sarebbero nati nel 1885 e nel 1886. In ogni caso i pochi fotoritratti della famiglia Wilde non ci mostrano una donna particolarmente felice della sua vita matrimoniale...
I guai legati alle frequentazioni omosessuali di Oscar Wilde, comunque, iniziarono solo a partire dal 1895, cioè tredici anni dopo i fatti raccontati nello SPECIALE STORIE DI ALTROVE... Questo, però, NON significa che Oscar Wilde abbia iniziato ad amare gli uomini solo nel 1895, ma semmai che in quell'anno le sue frequentazioni omosessuali erano diventate tante e tali che non riusciva più a tenerle nascoste... E comunque non è da escludere che nel suo lungo tour americano, durato ben un anno invece dei quattro mesi previsti, abbia colto l'occasione per apprezzare in maniera un po' più intima le rustiche bellezze locali... Anche perchè si trovava molto lontano da Londra e dal chiacchiericcio dei suoi salotti, e sicuramente poteva muoversi con maggiore libertà... E questo, penso, sarebbe stato uno spunto interessante da inserire in un fumetto in cui si parla del tour americano di Oscar Wilde...

Cosa che, però, alla Bonelli si sono ben guardati dal fare...

Anzi: prima hanno puntato l'accento su alcune famose figure femminili con cui il poeta aveva stretto amicizia... Alludendo ad un suo ipotetico coinvolgimento sentimentale...
Dopodichè, nella migliore tradizione del (presunto) cinema italiano a tema gay, lo si è messo di fronte alle grazie di un'agente speciale di ALTROVE in incognito... La bionda Olimpia, alias Agente 13... Che aveva lo scopo di sedurlo per verificare se aveva qualche legame con certi eventi paranormali avvenuti nei luoghi da lui visitati in America...
E siccome nei media italiani DEVE sempre passare il messaggio che gli istinti eterosessuali sono comunque superiori a qualsiasi inclinazione omosessuale... E che il maschio è maschio e di fronte a una bella donna non sa proprio dire di no... Alla Bonelli sono riusciti persino a far cadere in tentazione Oscar Wilde...
Complimenti davvero! A questo punto viene davvero da chiedersi cosa avrebbero avuto il coraggio di fargli fare se il tutto non si fosse rivelato una trappola... Anche se, nonostante i due si siano interrotti sul più bello, durante tutto il corso della storia non sono certo mancate le occasioni per mettere in mostra le curve e la scollatura dell'agente speciale di ALTROVE...
E a questo punto mi viene il dubbio che questa scelta sia stata presa ANCHE con lo scopo di "compensare" la presenza nella storia di un personaggio notoriamente omosessuale... Quasi come se l'editore si sentisse in dovere di "scusarsi"in qualche modo per aver messo di fronte al suo lettore classico, che SICURAMENTE è un eterosessuale in piena regola, un protagonista come Oscar Wilde... Nel senso che, siccome da sempre il lettore maschio si identifica col protagonista maschile, forse all'editore è venuto il dubbio che proporre Oscar Wilde come personaggio di riferimento senza qualcosa per tamponare il tutto poteva suonare come una specie di insulto, o perlomeno come una fonte di disagio... E quindi, forse, qualcuno avrà pensato più o meno consciamente che mettere  in vista un po' di femminilità in più non avrebbe guastato, perchè - si sa - la femmina nuda piace sempre e fa dimenticare tutto il resto...
Dite che esagero? Eppure le inquadrature "a favore di pubblico" sono davvero tante, e non hanno alcuna utilità pratica ai fini della trama...

In compenso, come da prassi, onde evitare di presentare un personaggio omosessuale troppo "vincente" e lontano dai soliti tranquillizzanti stereotipi, alcuni primi piani di Oscar Wilde non hanno mancato di enfatizzare la sua indole decadente...
Tuttavia, siccome siamo nel 2014 e alla Bonelli cercano sempre di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, per non fare la figura di quelli che ignorano lo scottante tema dell'omofobia hanno pure provato ad inserire un tentativo di pestaggio con evidenti sottotesti omofobi... Anche se, come da copione, si sono mossi sul filo dell'ambiguità e del detto/non detto... Altrimenti, ORRORE, avrebbero fatto la figura di quelli troppo schierati a favore della causa gay e si sarebbero inimicati troppo i loro lettori omofobi, che evidentemente considerano ancora la maggioranza...
Da notare, inoltre, il raffinato sottotesto del mandriano nella sequenza seguente...
Nei fumetti Bonelli, quindi, persino i rudi mandriani del vecchio West sono attenti ad usare dei raffinati giri di parole piuttosto che esprimersi direttamente quando devono dare del "frocio" a qualcuno... E comunque, anche se in questo caso abbiamo a che fare con una donna androide (per fortuna la quarta di seno non è la sua unica arma), i fatti danno comunque ragione al mandriano che accusa Wilde di farsi difendere da una donna... Confermando ulteriori tranquillizzanti pregiudizi del lettore bonelliano medio.

Morale della favola: durante tutta la durata della storia non si accenna minimamente, e men che meno in maniera esplicita, all'attrazione che Oscar Wilde provava nei confronti del sesso maschile... E l'unico momento in cui ammette di non essere attratto più di tanto dalle donne, lo fa - guarda un po' - perchè non può negare l'irresistibile fascino che - al contrario - esercita su di lui la giunonica Olimpia...
Alla fine della storia i due si congedano, e per la prima volta Oscar Wilde accenna al fatto che se dovesse esprimere pienamente la sua personalità correrebbe dei rischi... Il che, ovviamente, è stato l'ennesimo trucco per NON parlare esplicitamente di omosessualità in un fumetto con Oscar Wilde, cercando comunque di dargli una parvenza di credibilità...
Giusto una parvenza, però, e anche abbastanza scollata dalla realtà. Perchè da quel che si sa della vita di Oscar Wilde lui NON reprimeva la sua omosessualità (tant'è che ai suoi "ragazzi" ufficiali affiancava schiere di amanti e prostituti, anche prima di separarsi dalla moglie), ma semmai cercava di stare bene attento a non farsi scoprire, per evitare i guai che poi - in effetti - ha dovuto affrontare. Presentarlo in veste di omosessuale represso, che con l'eccentricità cerca di dissimulare qualcosa che lo fa sentire a disagio, è totalmente fuori luogo... Anche se - guardacaso - è un'ottima scusa per non mostrare in alcun modo sequenze dai risvolti omosessuali in questo albo... Confermando, tanto per cambiare, lo stereotipo del gay tormentato e dibattuto...

E tra l'altro, nei cenni biografici di Oscar Wilde presenti alla fine dell'albo, sono riusciti a non accennare minimamente ai suoi processi e ai risvolti omosessuali della sua vita. Certo, nessuno li obbligava, tuttavia la cosa sembra perfettamente in linea con il resto dell'albo, improntato ad una vistosa reticenza su certi argomenti, dissimulata comunque in maniera abbastanza goffa.
Che dire? Se conoscete questo BLOG, e avete letto le mie teorie riguardo alla politica editoriale del fumetto italiano in ambito LGBT, non vi stupirò se vi dico che mi aspettavo qualcosa del genere. Tuttavia devo ammettere che avere questa ennesima conferma - peraltro con un fumetto incentrato su Oscar Wilde - non è esattamente esaltante. Più che altro dimostra che, a torto o a ragione, le case editrici italiane che puntano all'edicola sono ancora convinte che per fare grandi numeri nel nostro paese devono strizzare l'occhio ad un pubblico con un'età medio alta e con una cultura medio bassa... Che si è abituato ad un certo modo di fare fumetti e che - soprattutto in tempi di crisi - è meglio non mettere alla prova.

E poco importa se così facendo non si riescono a conquistare nuove fette di pubblico potenziale e se ne allontanano altre... Meglio concentrarsi sull'usato sicuro rappresentato dai lettori abituali, con i loro tabù e la loro tipica impostazione mentale, anche se si stanno lentamente estinguendo.

Certo: sono pronto a scommettere che persino in questo caso qualcuno difenderà a spada tratta la legittimità di questa politica editoriale, il fatto che ognuno è libero di pubblicare i fumetti che crede e  che nessuno è obbligato a piegarsi alle mode del momento e tutto il resto... Anzi, probabilmente qualcuno applaudirà anche al "coraggio" della Bonelli, che con grande coerenza non si è lasciata tentare da banalizzazioni, imposizioni culturali, pressioni commerciali, lobby gay e quant'altro... Qualcuno magari sosterrà persino che sono stati geniali a presentare Oscar Wilde in una maniera così insolita, valorizzando al meglio il suo spessore e la sua ironia  senza cadere nei soliti luoghi comuni sul personaggio...

Vaccate.

La verità è un'altra e direi che ormai, a questo punto, è sotto gli occhi di tutti.
D'altra parte se i fumetti sono lo specchio della società che li produce ognuno può trarre le sue conclusioni.

Alla prossima.

venerdì 26 settembre 2014

BISEX NINJA ALLA RISCOSSA... E NON SOLO...

Ciao a tutti, come va?
Forse vi sarà giunta voce che il 23 settembre ricorreva la Giornata della Visibilità Bisessuale, una delle (tante) ricorrenze ideate dalla comunità LGBT americana che, purtroppo, vengono ancora ignorate in buona parte del mondo. Fatto sta che, in occasione di questa data, diversi siti statunitensi hanno provato a fare il punto della situazione per quel che riguarda la rappresentazione dei personaggi bisessuali nei due principali universi editoriali degli USA, quello della MARVEL e quello della DC. Nel senso che, effettivamente, se l'attenzione nei confronti dei personaggi omosessuali è relativamente alta, i personaggi bisessuali - e la rappresentazione del loro modo di essere - è ancora molto marginale.
A questo punto, però, è bene precisare cosa si intende per bisessuale, anche perchè in Italia attorno a questo termine c'è sempre una certa confusione. Una persona bisessuale NON è una persona che ha un partner fisso del sesso opposto e ha un'effervescente vita sessuale SOLO con i rappresentanti del proprio sesso, perchè in quel caso è un omosessuale represso. Una persona compiutamente bisessuale NON si limita a provare attrazione fisica per entrambi i sessi, ma può sviluppare vari livelli di coinvolgemento emotivo con uomini e donne indifferentemente. Infine una persona bisessuale NON vive la sua condizione come una trasgressione o un'attività ricreativa, per giustificare il fatto che non riesce a mantenere un comportamento esclusivamente eterosessuale.
Tutto ciò premesso è abbastanza interessante notare che i personaggi bisessuali nei fumetti supereroistici, pur non essendo quasi mai personaggi di primo piano, hanno tutti una storia editoriale più che dignitosa, che di solito non rende il loro orientamento una caratteristica determinante nello sviluppo delle storie che li coinvolgono.
Questo da una parte è sicuramente positivo, perchè sarebbe sbagliato utilizzare un qualsiasi orientamento sessuale non maggioritario in maniera strumentale, ma d'altro canto non si capisce mai se questo approccio impedisce di sviluppare pienamente il potenziale narrativo dei personaggi bisessuali. Probabilmente tutto sta nella bravura e nella preparazione degli sceneggiatori.
In ogni caso fra MARVEL e DC sicuramente è la prima ad avere il primato (anche) nella rappresentazione dei personaggi bisessuali. Tant'è che nel luglio 2013 - su Uncanny X-Force 8 -  ha "osato" mostrare i risvolti bisessuali di un importantissimo personaggio nel cast degli X-Men, e cioè la ninja telepate Psylocke... Che vedete qui sotto assieme a Lady Fantomex, con cui ha intrapreso una relazione dopo anni e anni di (complicate) relazioni eterosessuali...
In passato la MARVEL aveva avuto la tendenza ad associare la bisessualità a personaggi opachi e non necessariamente positivi (a partire dalla mutaforma Mystica), ma per fortuna le cose stanno iniziando a cambiare.
Inoltre negli albi MARVEL c'è anche una buona quantità di personaggi bisessuali di sesso maschile (potete trovare un elenco abbastanza completo CLICCANDO QUI), che invece sembrano decisamente rari sul versante della DC Comics. Oltretutto, piccolo e non irrilevante dettaglio, i personaggi bisessuali della MARVEL sono per la maggior parte presenti nell'universo narrativo ufficiale dell'editore, mentre la DC Comics li annovera soprattutto in dimensioni alternative e/o in universi narrativi che sono arrivati al capolinea tramite una delle sue tante crisi multidimensionali (CLICCATE QUI)... Crisi multidimensionali che ogni volta rimettono in discussione anche l'orientamento sessuale dei personaggi LGBT quando ricompaiono in versione aggiornata. Dopo l'ultima di queste crisi, avvenuta ormai qualche anno fa, di fatto ci sono solo due personaggi dichiaratemente bisex nel suo universo corrente (la cossiddetta Earth Prime): la combattente speciale Evelyn Crawford e la coinquilina transessuale di Batgirl, Alysia Yeoh...

Un po' pochini, per la verità, il che - in effetti - fa sorgere il dubbio che se alla DC hanno ancora qualche problema a relazionarsi con l'omosessualità, nei confronti della bisessualità siano ancora più prudenti. Forse un po' troppo, visto che non è mai stato chiarito fino a che punto il tentativo di allontanare Gail Simone dalle testate della DC Comics sia stato motivato proprio dalla sua "eccessiva" disinvoltura nel trattare certi argomenti... Tant'è che il tentativo di licenziarla c'è stato proprio poco prima del debutto di Alysia Yeoh e dopo il suo annuncio di voler proporre una versione di Catman dichiaratamente bisex anche nel nuovo universo DC Comics (la storia nei dettagli la trovate CLICCANDO QUI e QUI).
Da quando, a furor di popolo, la DC Comics è stata letteralmente costretta a riassumere la brava sceneggiatrice, la sua posizione si è rafforzata e ora - fortunatamente - sembra intenzionata a mantenere le sue promesse. Infatti dal prossimo dicembre scriverà una nuova serie dedicata al gruppo di supercriminali (più o meno) ravveduti THE SECRET SIX, in cui comparirà anche la nuova versione di Catman, e Gail Simone ha annunciato che - dopo tante traversie - concretizzerà il suo proposito e lo presenterà come inequivocabilmente bisessuale...
Ora sarà interessante vedere come verrà gestita la cosa e se, magari, Gail Simone si concederà anche il lusso di tirare fuori dalla naftalina anche il figlio di Catman... Anche perchè forse i tempi iniziano ad essere maturi per dei fumetti di supereroi che parlano anche di personaggi LGBT con figli. Staremo a vedere. Di certo si sa solo che Catman in questa serie avrà un ruolo centrale.

Il caso di Gail Simone, comunque, è estremamente esemplificativo. Nel senso che se, nei fumetti, certi argomenti fanno ancora fatica ad emergere è anche e soprattutto una questione di politiche editoriali, e di sudditanza degli sceneggiatori nei confronti delle case editrici. Poi, fortunatamente, negli USA può accadere che ci siano sceneggiatori (e sceneggiatrici) che preferiscono non scendere a compromessi e che magari  - grazie all'affetto e al supporto del pubblico - riescono a cambiare certi meccanismi.

La sensazione, però, è che purtroppo in Italia certi meccanismi siano blindati, anche per via della mancanza di una reale concorrenza, tipo quella che si è stabilita da decenni fra MARVEL e DC. Con tutto quel che ne consegue, visto che da noi abbiamo un solo editore di riferimento per i fumetti di avventura, un solo editore di riferimento per i fumetti "neri", un solo editore di riferimento per i fumetti umoristici, ecc. E pertanto, da noi, gli editori che arrivano in edicola (e che di fatto sono quelli che "tirano" il mercato del fumetto prodotto in Italia) non hanno alcun interesse ad osare più di tanto... Anzi... Preferiscono mantenere le cose come stanno per evitare polemiche con i loro lettori più abitudinari, perlomeno sugli argomenti eticamente sensibili.

E d'altra parte un personaggio bisessuale è doppiamente difficile da gestire per un editore italiano, visto che con lui non si può giocare più di tanto con i soliti tranquillizzanti stereotipi legati all'omosessualità.
Quindi se in America la discussione è sulla quantità e la qualità della rappresentazione dei personaggi bisessuali, per noi la discussione gira ancora intorno alla semplice possibilità che questi personaggi possano trovare un spazio dignitoso nella produzione fumettistica del nostro paese... Magari senza essere relegati ad un ruolo di secondo piano dopo che il loro orientamento viene ufficializzato.

Alla prossima.

mercoledì 24 settembre 2014

FRA UNA FIERA E L'ALTRA...

Ciao a tutti, come va?
Con l'arrivo dell'autunno il pensiero di molti appassionati italiani di fumetti, e non solo, inizia ad andare verso Lucca e l'annuale fiera del fumetto... Che, come ogni, anno, viene presentata come la più innovativa, perfezionata e attrezzata di sempre... Poi, come sempre, saranno i fatti a parlare, anche se ho dei seri dubbi sul fatto che da un anno all'altro la cittadina sia diventata magicamente in grado di assorbire in maniera adeguata l'impatto di centinaia di migliaia di turisti, che al di là della fiera hanno tutta una serie di esigenze logistiche che di solito vengono bellamente ignorate...
La cosa imbarazzante, se vogliamo, è che la fiera è gestita da una partecipata del Comune (anche se chiamarla "partecipata" è improprio, visto che è una partecipata a partecipazione esclusiva del Comune stesso, e tutta la sua storia la trovate CLICCANDO QUI), e quindi - in teoria - dovrebbe esserle anche più facile coordinarsi con la città per fare in modo che, ad esempio, almeno durante i giorni della fiera i ristoranti del centro accolgano clienti anche dopo le 22.30... O magari si potrebbe attivare per creare eventi collaterali in grado di animare la città dopo l'orario di chiusura dei padiglioni (al di là dei concerti che si tengono sul palco sulle mura, che magari non interessano a tutti e comunque devono concludersi tassativamente alle 23.00).
Cosa che però, finora, non ha fatto.
Quello che è certo è che, nonostante il recente cambio dell'amministrazione comunale (a cui spetta il compito di nominare i dirigenti e lo staff della società che gestisce Lucca Comics & Games), non sembrano esserci grandi cambiamenti di impostazione mentale all'orizzonte.
Anzi...
Come ogni anno a settembre a Lucca si tiene la processione della Santa Croce, e quest'anno il Sindaco di Lucca Alessandro Tambellini (PD) ha emanato un’ordinanza per vietare ogni luce accesa durante la processione della Santa Croce. Dodici esercizi commerciali che non si erano adeguati al diktat sono stati conseguentemente multati, compresa una farmacia.
La cosa assurda è che il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS) prescrive che gli esercizi pubblici debbano tenere in orario d'apertura l'insegna accesa, e di conseguenza un'ordinanza sindacale non potrebbe nemmeno oltrepassare una legge dello stato, men che meno pretendendo multe.
Forse sbaglio, ma credo che finchè la fiera del fumetto più grande d'Italia sarà gestita - in ultima analisi - da personaggi di questo genere, che per motivi politici sono tenuti a dare un colpo al cerchio e uno alla botte, molto difficilmente si realizzerà il suo pieno potenziale.
Di certo, in questa situazione, non sarà dagli organizzatori di Lucca Comics & Games che partiranno delle idee per valorizzare gli aspetti LGBT della manifestazione o per promuovere il turismo LGBT nella cittadina... E in effetti questo è un po' in controtendenza rispetto a quelle che avviene nelle altre città del mondo che ospitano manifestazioni fumettistiche di questa portata.
Alla New York ComiCon, che si terrà dal 9 al 12 ottobre, ad esempio, le conferenze, gli incontri e gli eventi che coinvolgono temi LGBT saranno ben quattordici (CLICCATE QUI PER UN ELENCO), e si parlerà anche di cose come il rapporto fra fumetti e bullismo, il ruolo delle donne nei fumetti (gay e non), la libertà di espressione nei fumetti, ecc...
La cosa curiosa è che in Italia, dove effettivamente i fumetti hanno problemi di libertà di espressione da sempre, dove il bullismo inizia ad essere percepito come un problema e dove le questioni di genere sono un argomento estremamente spinoso, questo tipo di dibattito non sembra meritare alcun tipo di approfondimento... E in effetti sul sito di Lucca Comics & Games, a distanza di un mese dall'evento, non è indicato alcun programma relativo alle conferenze in generale. D'altra parte è tradizione che a Lucca non ci siano conferenze, ma semmai incontri in cui ciascun editore/autore presenta le proprie opere senza grandi dibattiti... E questo è un peccato, perchè Lucca Comics & Games offrirebbe tutta una seire di opportunità irripetibili.
Ad esempio: quest'anno a Lucca Comics & Games sarà presente Jeremy Crawford (foto sotto), che ha sviluppato l'edizione 5.0 di Dungeons & Dragons... La prima in cui è specificato chiaramente che in questo gioco tutti gli orientamenti sessuali e le identità di genere sono da considerarsi legittimi, e che nel gioco ci sono pure elfi che adorano divinità ermafrodite... Eppure a nessuno è venuto in mente di farlo partecipare ad un incontro in cui ci si potesse confrontare sulla rappresentazione della comunità LGBT nel mondo dei games...
Cosa che sarebbe stata molto interessante, penso...
Comunque, a gettare una luce di speranza sul futuro delle manifestazioni fumettistiche un po' in tutto il mondo, ci pensa la BENT-CON di West Hollywood (Los Angeles), che ormai è arrivata alla quinta edizione, ingrandendosi di anno in anno e avviandosi a diventare di fatto una manifestazione fumettistica di un certo livello, nonostante sia incentrata esclusivamente sui fumetti LGBT e sull'editoria indipendente che ha scelto di puntare su questo genere. A riprova del fatto che la manifestazione (che quest'anno si tiene dal 7 al 9 novembre) inizia ad essere una cosa seria, vale la pena segnalare che la madrina di quest'anno sarà la scrittrice Anne Rice (quella che ha rilanciato la moda dei vampiri)...
Tra l'altro, siccome buon sangue non mente, alla manifestazione sarà presente anche suo figlio Christopher (che vedete nel selfie sottostante), che oltre ad essere uno scrittore come lei è pure gay dichiarato...
Da notare che tutta la BENT-CON si regge sull'impegno di un gruppo di persone che, senza supporti pubblici di alcun tipo e senza sponsorizzazioni occulte, si sono date da fare per fondare un'associazione finalizzata a creare uno spazio annuale per le produzioni LGBT e i loro estimatori. E sul sito della BENT-CON potete anche vedere che faccia hanno, il loro curriculum e le loro motivazioni (CLICCATE QUI).
Da notare che mediamente sono persone giovani ed entusiaste, veri appassionati di fumetti e games, e che anche se in molti casi lavorano nel mondo dell'editoria, o hanno aspirazioni editoriali di vario tipo, sono lontani anni luce da raccomandazioni, opportunismi politici e altro. Certo, la loro manifestazione sta prendendo piede lentamente ed è lontanissima dai numeri di una manifestazione come quella di Lucca, ma se non altro nasce per essere indipendente, e la sua mission è chiarissima (CLICCATE QUI).
Comunque, a riprova del fatto che vuole restare indipendente, ha da poco fatto partire una raccolta di fondi su kickstarter, per riuscire a garantire una serie di servizi supplementari e per rendere la manifestazione sempre più interessante. Il loro obbiettivo è di raccogliere almeno 15.000 dollari nel giro di un mese...
Ce la faranno?
Se volete offrire il vostro contributo potete andare sulla pagina di kickstarter in cui promuovono l'iniziativa (LA TROVATE CLICCANDO QUI).
Ovviamente parliamo si una manifestazione dalla portata ancora modesta, ma credo che - a prescindere dal discorso LGBT - dovrebbe essere questa l'impostazione che dovrebbero avere le manifestazioni fumettistiche, e non quella di Lucca Comics & Games, che - di fatto - impone che sia tutto alle dipendenze di qualcuno che non si sa bene dove voglia andare a parare e che magari, per tutta una serie di opportunismi e clientelismi, evita accuratamente di includere determinati argomenti o di dare una determinata impostazione a uno degli eventi fumettistici più frequentati del mondo... Anche solo per evitare di compromettersi con chi resta in città tutto il resto dell'anno, e ha determinate abitudini...
Comunque, a proposito di manifestazioni che in Italia non ci sono, vi ricordo che il 4 e 5 ottobre ci sarà anche la nuova edizione della Tom of Finland Art Fair, e che fino al 4 novembre è ancora possibile a partecipare al concorso che la Tom of Finland Foundation riserva agli artisti emergenti... Trovate tutte le indicazioni CLICCANDO QUI.
Che altro aggiungere?
Io continuo ad essere del parere che in Italia un'associazione per la promozione e la valorizzazione del fumetto LGBT sarebbe davvero molto utile... Soprattutto per fare pressione e lanciare inziative in determinati contesti.

Quando ci saranno abbastanza persone disposte a collaborare (seriamente) per metterla in piedi???

Alla prossima...

lunedì 22 settembre 2014

UN PREMIO MERITATO

Ciao a tutti, come va?
Una delle caratteristiche principali della professione di fumettista, in Italia e non solo, è data dal fatto che - mediamente - non è un lavoro che garantisce a priori entrate stabili. Nel senso che per avere entrate stabili, che magari consentano di vivere dignitosamente SOLO grazie a questa professione, bisogna cercare perennemente di essere sulla cresta dell'onda... Cosa tutt'altro che semplice, anche solo calcolando che i formati editoriali e i gusti del pubblico possono cambiare, ma lo stile di uno sceneggiatore, un disegnatore, o un autore completo no. Certo, ci sono fumettisti che diventano titolari di uno stile (o di una serie) talmente personale e riconoscibile che possono avere successo potenzialmente all'infinito senza dover rendere conto a nessuno delle proprie scelte (cosa che, ad esempio, accade spesso in Giappone), ma chi si vuole concentrare su un progetto particolare, o magari su un romanzo grafico, che richiede anni per essere ultimato e infine pubblicato, inevitabilmente si scontra con le incombenze della vita reale.
Anche perchè fino al momento della pubblicazione - o della consegna del suo lavoro - chi lavora a questo genere di progetti non ha alcun guadagno da quello che sta portando avanti...
Quindi, in questo caso, le alternative non sono molte, e nella maggior parte dei casi il nostro ipotetico fumettista deve portare avanti parallelamente altri progetti che hanno scadenze più regolari, o magari un lavoro che non ha niente a che fare coi fumetti, per garantirsi di che vivere. Il problema è che, ovviamente, così facendo sottrae tempo ed energie al suo progetto principale, e se malauguratamente le incombenze della vita aumentano deve metterci una pietra sopra.
Se poi la sua fonte di reddito principale è davvero un lavoro che non ha niente a che fare con i fumetti, la situazione si complica ulteriormente, e non di rado finisce per appendere la matita al chiodo... Cosa che, ad esempio, è molto frequente in Italia, anche per via della nostra particolare situazione editoriale, che è strutturata per dare entrate regolari solo a chi è entrato nelle grazie dei soliti due o tre editori che sono rimasti a spartirsi le le edicole, con tutta una serie di conseguenze non proprio positive sulla qualità e sulla varietà del fumetto prodotto nel nostro paese.
Da questo punto di vista, in effetti, all'estero sono messi un po' meglio. Se un autore famoso, o perlomeno interessante, lavora per qualche anno a un graphic novel, ad esempio, l'editore che ha opzionato la sua opera può anche pagare le sue tavole man mano che le consegna, o addirittura dando un compenso mensile fisso a fronte di un minimo garantito di tavole per ogni trimestre... Le soluzioni sono tante, e sicuramente questo è uno dei motivi per cui la produzione fumettistica americana è sicuramente più variegata e vivace della nostra. E poi, in America, qualche fumettista fortunato può anche destare l'interesse di un mecenate o di una fondazione... Come è avvenuto in questi giorni ad Alison Bechdel.
La MacArthur Foundation è stata fondata nel 1975 da uno degli uomini più ricchi d'America, che voleva che le grandi ricchezze da lui accumulate e il patrimonio da lui amministrato potessero continuare a servire per sostenere iniziative, associazioni e persone meritorie (e pare che dalla morte di John D. MacArthur, nel 1978, la fondazione abbia dispensato qualcosa come quattro miliardi di dollari!). Ogni anno, fra le altre cose, questa fondazione assegna un premio in denaro ad una ventina di persone che "hanno mostrato eccezionali doti e meriti, per permettere loro di continuare e migliorare il loro lavoro creativo" . 
Un premio che è tutt'altro che simbolico, visto che consiste nell'elargizione - a ciascun prescelto - della somma di 625.000 dollari (circa 480.000 euro) in quattro anni!
Un premio per cui, quest'anno, è stata selezionata proprio la fumettista Alison Bechdel.
Probabilmente se lei non avesse cocciutamente insistito per proseguire un discorso personale, esprimendo attraverso i suoi lavori il suo punto di vista sulla vita, le cose sarebbero andate in maniera molto diversa...
Però, giusto per mettere un po' di sale sulla ferita, c'è da dire che all'inizio ha avuto modo di farsi conoscere e apprezzare tramite le sue striscie per i quotidiani: un tipo di fumetto che garantisce estrema libertà creativa e che - guardacaso - in Italia di fatto non esiste (anche solo perchè da noi i quotidiani non hanno pagine dedicate ai fumetti, e al massimo ospitano qualche vignetta satirica).
Un tipo di fumetto che, tra l'altro, permette di spaziare fra tantissimi argomenti e può lanciare spunti di riflessione che possono anche prendere piede al di fuori del mondo del fumetto.

Ad esempio: in una sua striscia del 1985, Alison Bechdel ha persino lanciato un test (poi noto proprio come Bechdel Test), per analizzare il rapporto delle pellicole cinematografiche con la rappresentazione del sesso femminile.


Il test è molto semplice e consiste in tre domande:

1) Nel film ci sono almeno due personaggi femminili?
2) Se ci sono parlano e discutono fra di loro?
3) Se parlano e discutono fra di loro, parlano e discutono di qualcosa che non siano gli uomini?

Se le risposte non sono tutte positive il test non è passato, e il film - forse - è l'ennesimo prodotto in cui le donne sono rappresentate in funzione delle aspettative di una società maschilista.

Non male, vero?

E infatti, a distanza di una trentina d'anni, Alison Bechdel ha destato l'interesse della MacArthur Foundation.

Ovviamente adesso attendono tutti che nei prossimi anni la brava autrice possa elaborare qualche nuovo romanzo grafico all'altezza dei precedenti.

Personalmente credo che fare paragoni fra il suo caso e la situazione italiana attuale sia un po' come sparare sulla croce rossa, quindi mi asterrò. Tuttavia mi limito a far notare che si tratta di un'autrice lesbica dichiarata, che mette al centro dei suoi lavori il punto di vista delle lesbiche dichiarate, e che la sua storia e la sua carriera sono la dimostrazione di come i tempi cambiano e la situazione si può evolvere positivamente.

Nel mondo civile, se non altro.

Alla prossima.

venerdì 19 settembre 2014

THOR NON CAMBIA SESSO!

Ciao a tutti, come va?
Il post di oggi parte dalla parziale smentita di una voce che è girata in lungo e in largo nel web, e che probabilmente è nata da un malinteso creato ad arte dalla MARVEL per aumentare l'interesse intorno al nuovo Thor, che è di sesso incontrovertibilmente femminile...
Tutto nasceva dalla sibillina affermazione, da parte della MARVEL, che la nuova versione femminile di Thor sarebbe stata quella ufficiale, un'affermazione che effettivamente poteva essere letta in molti modi diversi. Se siete appassionati di fumetti, comunque, anche voi avrete letto i soliti affrettati commenti entusiastici di chi si esaltava all'idea che la MARVEL avrebbe fatto cambiare sesso a Thor e tutto il resto... A me sinceramente sembrava improbabile per due motivi: il primo è che molto recentemente il fratellastro di Thor, il dio Loki, aveva trascorso diverso tempo adottando sembianze femminili - rendendo un eventuale cambio di sesso di Thor poco originale - e il secondo è che, grazie ai film con Chris Hemsworth, il personaggio di Thor è diventato un sex symbol molto popolare, e fargli cambiare sesso sarebbe stata una scelta commercialmente insensata.
E infatti l'arrivo di questa nuova Thor femminile non farà sparire il precedente Thor, ma - a quanto pare - il passaggio di testimone coinciderà con una revisione del look dell'ex dio del tuono... Che guardacaso metterà in rilievo proprio il suo sex appeal, ispirandosi al guardaroba di Thor nel secondo film a lui dedicato...
Infatti le anteprime che hanno iniziato a trapelare su questo nuovo Thor, in versione sexy barbaro clochard, non lasciano molto spazio a dubbi...

Ancora non si sa per quale motivo Thor inizierà ad aggirarsi con le vesti stracciate, coi pettorali in vista e con i pantaloni tenuti su da un fragilissimo pezzo di spago (che sembra pronto a cedere da un momento all'altro)... E d'altra parte ancora non si sa per quale motivo sarà costretto a cedere il suo titolo (anche se in qualche modo ci sarà di mezzo l'elfo Malekit)... Quello che però si può intuire è che non sparirà dalla circolazione... E che, anzi, probabilmente inizierà a circolare un po' più scoperto... Il che, dal punto di vista commerciale, mi sembra molto più sensato.
La questione, però, diventa particolarmente interessante se si confronta questa nuova versione di Thor con alcune precedenti interpretazioni del personaggio, che in un modo o nell'altro hanno tentato di evidenziarne la svestita possenza. In realtà fin dagli inizi è capitato che, in funzione della sceneggiatura, questo personaggio si sia ritrovato più o meno spogliato delle sue divine vesti...
E negli anni '90, quando i comics americani facevano a gara a chi esaltava di più le curve femminili e i muscoli maschili, anche Thor cadde vittima di diverse revisioni del suo costume... Che probabilmente volevano assecondare i gusti del periodo (in cui il fitness estremo dettava legge, e che infatti ricordavano proprio delle tutine da fitness), ma che sicuramente hanno contribuito per lungo tempo a renderlo più ridicolo che sexy, anche in considerazione del fatto che in quel periodo la muscolatura maschile era davvero disegnata in maniera straripante e grottesca...

Per non parlare delle sue lunghissime e fluentissime chiome, che andavano tanto di moda in quel periodo fra gli stripper per signora e fra i modelli che posavano per le copertine dei romanzi rosa, ma che di fatto  non contribuivano granchè all'esaltazione del suo fascino virile...
In anni più recenti è anche capitato che si tentasse una via di mezzo più dignitosa, ma alla fine il risultato non cambiava, anche perchè era evidente che quando Thor veniva mostrato un po' meno vestito del solito non c'era l'intenzione di esaltare il suo sex appeal, ma la sua forza e la sua possenza...

Tuttavia la nuova versione di Thor (ex dio del tuono), che vedremo a partire da quest'autunno, sembra qualcosa di completamente diverso... E da quel poco che è trapelato finora sembra essere studiata proprio per sollecitare il pubblico con una serie di vedo/non vedo e con tutta una serie di sottotesti (vedi lo spago che regge i pantaloni) che sembrano studiati proprio per esaltare l'inconsapevole sex appeal del personaggio...
Inoltre, visto che da quando i film della MARVEL sono arrivati al cinema anche lo stile grafico dei suoi fumetti è diventato molto più realistico, è molto più facile che nel suo insieme la figura di Thor risulti più gradevole e - se vogliamo - attraente... Anche perchè, guarda caso, è la prima volta che a Thor viene assegnato un nude look in un momento di particolare debolezza... E questo, probabilmente, lo rende ancora più sexy... Anche perchè a quanto pare non farà mistero dei suoi sentimenti e della sua sofferenza, generando quell'effetto "cucciolo bisognoso d'affetto" che può risultare irresistibile...
Al momento non si sa proprio se debutterà anche una nuova serie dedicata all'ex dio del tuono, da affiancare a quella della dea del tuono in carica, ma a questo punto non lo escluderei... Anche perchè, ripeto, rivoluzionare in questo modo il look di Thor mi sembra una scelta studiata per avere un certo ritorno di immagine e per puntare su alcuni elementi che hanno fatto la fortuna dei film cinematografici di Thor, a partire proprio dal sex appeal di Chris Hemsworth in versione "shirtless"...
Il che, però, fa sorgere una domanda... Anche ammesso che la MARVEL voglia cogliere l'occasione per avvicinare il pubblico femminile alle sue storie (ma in passato ha utilizzato queste strategie, come nel caso dell'ultima serie di Gambit, e ha fallito miseramente...), resta il fatto che è ben consapevole che la maggior parte dei suoi lettori sono di sesso maschile... Perchè, allora, puntare su un Thor di questo tipo? Forse la MARVEL ha definitivamente preso coscienza del fatto che oggi il sex appeal maschile (e non più la semplice esibizione di muscoli) è apprezzato dai suoi lettori a prescindere dal loro orientamento sessuale...? In effetti negli ultimi anni si è assistito ad un fenomeno di valorizzazione del sex appeal maschile senza precedenti da parte dei comics americani... Che fino a qualche anno fa puntavano ESCLUSIVAMENTE su quello femminile.

Cosa può significare?

Forse è ancora presto per inquadrare il fenomeno, ma di certo è la prova che la percezione della bellezza maschile negli USA (e in buona parte del mondo occidentale) sta lentamente cambiando, e probabilmente sta cambiando anche a seguito del processo di normalizzazione e integrazione del mondo gay, con i suoi gusti in fatto di sex appeal e tutto il resto. E d'altra parte se siamo in un mondo che resta fondamentalmente maschilista, ma i gay non sono più un problema, è abbastanza evidente che nei comics non sarà più un problema rendere maggiormente attraenti, sensuali e provocanti anche i personaggi maschili...
Anche perchè il cinema da qualche anno gli sta già spianando la strada, e sarebbe da stupidi non prendere atto che il sex appeal maschile sta diventando un elemento essenziale nell'immaginario legato ai supereroi... Osando un po' di più di volta in volta...


Quel che si dice un circolo virtuoso...

E infatti in Italia, dove la situazione gay è ancora un po' (tanto) arretrata, i fumetti continuano a mettere al centro dell'attenzione solo il sex appeal femminile...

Contenti loro...

Alla prossima.