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venerdì 31 ottobre 2014

PROGRESSI ORIENTALI

Ciao a tutti, come va?
Se tutto va bene mentre leggerete questo post io sarò a Lucca Comics 2014 a caccia di novità e argomenti da affrontare nei post prossimi venturi. Nel frattempo, però, non mi sembrava carino saltare un post, anche perchè di novità ce ne sono sempre tante e se poi cominicio a parlare di Lucca rischio di dimenticarmene. Così oggi volevo aggiornarvi un po' su quello che avviene in Estremo Oriente, a partire da Taipei, capitale di Taiwan... Dove si è tenuto il 25 ottobre scorso, e anche se è stato festeggiato per la prima volta solo nel 2003 è diventato un appuntamento molto partecipato, con almeno 60.000 partecipanti e con ben 140 gruppi di rappresentanza fra associazioni, Università e Aziende.
Perchè sono qui a parlarvi del Gay Pride autunnale di Taipei? Perchè la locandina di quest'anno - che vedete qui sotto - è stata affidata ad un giovane e dotato artista emergente, il simpatico 大雄 (che, se ho capito bene, si pronuncia Nobita)...
Come è facile intuire Nobita è la prova che Taiwan risente in ugual misura dell'influenza dei bara manga e dei fumetti omoerotici occidentali, e anche se Taiwan forse non è una nazione sulla bocca di tutti, men che meno per quel che riguarda il fumetto gay, è comunque interessante notare che produce artisti giovani e talentuosi come lui, anche perchè - a giudicare dalla foto sotto - ha ancora a disposizione molti anni per migliorarsi...
I suoi lavori sono ovviamente inediti in Italia, però qualcosa mi dice che potrebbe diventare molto popolare nel giro degli appassionati, non foss'altro per le sue coloratissime e sfacciatissime parodie di Sailor Moon in versione gay palestrata... Ovvero Sexmoon...




E devo ammettere che non è solo bravo con le illustrazioni, ma ha anche una certa abilità nella costruzione delle tavole, nei colori e in tutto il resto... Come potete intuire dalle pagine qui sotto,che hanno per protagonista la sua personale versione di Sailor Venus...






Comunque, al di là delle sue capacità, penso che sia interessante notare come anche a Taiwan i fumetti omoerotici stiano iniziando a ritagliarsi un loro spazio, con tanto di autori che - molto candidamente - fanno vedere la loro faccia. A proposito: la pagina di Nobita su Twitter la trovate CLICCANDO QUI e quella di facebook la trovate CLICCANDO QUI. Sicuramente questo è un buon segno, e dimostea che la battaglia per la libertà di espressione della comunità LGBT passa anche attraverso i fumetti, e questo vale a tutte le latitudini...
E visto che siamo in tema di Estremo Oriente, colgo l'occasione per segnalarvi che il nuovo fumetto di Gengoroh Tagame, che in italiano si tradurrebbe "IL MARITO DI MIO FRATELLO", è arrivato al secondo capitolo, pubblicato come sempre sulla rivista mensile  Monthly Action. Come forse ricorderete si tratta del primo manga del maestro Tagame veramente per tutti, tant'è che è incentrato sulla famiglia composta da Natuna e Yachi, quando alla loro porta si presenta bear canadese di nome Mike, che a quanto pare è destinato a creare un certo scompiglio...
La storia sembra molto dolce e delicata, e sicuramente se continuasse su questa strada rappresenterebbe un precedente molto interessante (anche in considerazione degli altri manga a cui ci aveva abituati il suo autore) e un'evoluzione non da poco per la rappresentazione dell'omosessualità nei manga in generale. Comunque, siccome questo è il BLOG che vi offre quello che gli altri generalmente non offrono, CLICCANDO QUI potete sfogliare il primo capitolo (ovviamente è in giapponese, ma qualcosa mi dice che la RENBOOKS ci ha già messo gli occhi sopra e aspetta solo che ci sia abbastanza materiale per riempire un volumetto)...


Morale della favola: il calderone del fumetto a tema gay continua a ribollire un po' in tutto il mondo (quello civile, se non altro), anche se in Italia se ne parla molto poco... Ma tant'è...

Alla prossima.

mercoledì 29 ottobre 2014

RIVERDALE LIVE !

Ciao a tutti, come va?
Buone notizie (di nuovo) sul fronte dei serial TV americani legati al mondo del fumetto. Infatti è stata appena annunciata la messa in produzione di RIVERDALE, che si ispirerà all'universo narrativo della Archie Comics.
L'aspetto più interessante della questione, però, è che non si tratterà di una sit-com come è sempre avvenuto quando qualcuno ha pensato di adattare i personaggi della Archie in TV o al cinema, ma di un serial che - pur senza trascurare gli aspetti ironici e umoristici - non punterà sulle gag e sull'umorismo. Infatti il produttore della serie sarà lo stesso Greg Berlanti di ARROW, FLASH e (prossimamente) SUPERGIRL, è comunque negli annunci che si susseguono in rete RIVERDALE viene presentato come "drama" e non come "sit-com"... Quindi non ci si può sbagliare.
Tuttavia la cosa più interessante di tutte è che Greg Berlanti, come dovreste sapere se seguite questo BLOG, è gay dichiarato e ci tiene molto che nelle sue produzioni gli aspetti LGBT non vengano trascurati... Tra l'altro l'episodio pilota (e il soggetto della serie) verrà scritto da un altro gay dichiarato, quel Roberto Aguirre-Sacasa che sta facendo riguadagnare tantissimi lettori alla Archie Comics grazie alle sue serie dal taglio più "adulto"... E più in linea con i gusti "reali" degli adolescenti di oggi...
E a questo punto non stupisce che sia stata annunciata anche la presenza di Kevin Keller (il primo adolescente gay dichiarato della Archie Comics) nella serie TV, che peraltro si presenta in maniera decisamente originale...

 Roberto Aguirre-Sacasa infatti ha annunciato che:

"Riverdale prende il nome dalla città immaginaria dove risiede la maggior parte dei personaggi Archie Comics, e che farà da sfondo alla storia. Ambientata nel presente, la serie offrirà una versione audace e innovativa di Archie, Betty, Veronica, e dei loro amici, esplorando gli aspetti più surreali della vita di provincia... Perchè cose oscure e pericolose ribollono sotto la tranquilla facciata di Riverdale. La serie presenterà l'eterno triangolo fra Archie Andrews, la ragazza della porta accanto Betty Cooper e la ricca ereditiera Veronica Lodge, e comprenderà l'intero cast di personaggi dei fumetti, tra cui il rivale storico di Archie, Reggie Mantle e il suo migliore amico Jughead Jones. Kevin Keller svolgerà inoltre un ruolo fondamentale, e compariranno molti altri personaggi della Archie Comics, tra cui Josie and the Pussycats".

Una presentazione del genere è davvero intrigante, anche perchè visti i presupposti questa serie ha un notevole potenziale gay friendly. Al momento non ci sono date certe per il debutto ufficiale, ma si sa che il tutto vedrà la luce sul canale FOX.
Quindi non resta da fare altro che aspettare e vedere che cosa succederà...
E soprattutto vedremo se un eventuale successo della serie anche in Italia porterà anche nel nostro paese i fumetti della Archie Comics, che finora sono rimasti praticamente inediti proprio perchè - pur rivolgendosi a un pubblico molto giovane - avevano un approccio particolarmente disinibito e verosimile su diverse questioni che in Italia sono ancora un tabù anche nei fumetti che si rivolgono ad un pubblico più adulto...

Restiamo in attesa.

lunedì 27 ottobre 2014

CHI C'É DIETRO...?

Ciao a tutti, come va?
Oggi avrei dovuto parlare di tutt'altro argomento, ma a seguito di un post che ho voluto dedicare alle differenze di impostazione fra Lucca Comics & Games e la New York ComiCon, rispetto alla questione dei dibattiti e delle conferenze, un affezionato lettore su facebook mi ha fatto notare che forse è tutta una questione di soldi...

Nel senso che a Lucca interesserebbe fondamentalmente monetizzare un grande evento turistico, mentre a New York - nonostante tutto - al centro resta ancora l'idea di una manifestazione con uno scopo. E considerando che con un evento prettamente turistico si guadagna di più che con una manifestazione fumettistica propriamente detta, tantovale non sviluppare il potenziale degli eventi di contorno, anche se dovrebbero essere il vero momento clou in manifestazioni di questo tipo...

Questa è la sua teoria, ma sarà proprio così?

Siccome nessuno lo ha ancora fatto, e siccome questo è un BLOG che va a curiosare laddove nessuno osa curiosare, mi sono detto che forse valeva la pena di capire se è davvero tutta una questione di soldi... E perchè, se è davvero così, le più grandi manifestazioni fumettistiche del mondo - che di soldi ne guadagnano comunque molti - hanno un atteggiamento diverso e cercano di conservare il loro spirito più genuino.

Facendo un po' di ricerche e controlli incrociati, in effetti, risulta che Lucca Comics & Games è un'anomalia dal punto di vista gestionale, e forse tutto parte da qui...

Andiamo con ordine.

La New York ComiCon (che forse nell'ultima edizione ha superato anche San Diego per numero di visitatori), con cui ho confrontato Lucca  due venerdì fa, è organizzata da una società specializzata in eventi legati all'immaginario POP. Si chiama REEDPOP (cliccate QUI) e gestisce una dozzina di manifestazioni a tema, e non solo negli USA (è attiva anche a Singapore e in Australia, ad esempio). Il suo staff è composto da una trentina di membri, con un'eta media abbastanza bassa e tutti appassionati di fumetti e immaginario pop, che si dividono al meglio i compiti in base alle loro competenze (per vedere chi sono CLICCATE QUI). Tra l'altro, essendo una società giovane attiva e dinamica, sul suo sito è alla continua ricerca di collaboratori e idee interessanti.
La San Diego ComiCon, invece, è gestita da - UDITE! UDITE! - un'associazione no-profit di appassionati, nata nel 1970 e che - per statuto - reinveste tutti i guadagni che esulano dai compensi stabiliti nell'organizzazione delle edizioni successive! Ha un consiglio direttivo di tredici membri, uno staff di venti collaboratori a tempo pieno e un'ottantina di volontari che prestano la loro collaborazione a titolo gratuito. Siccome mette al centro la promozione del fumetto e dell'immaginario POP da alcuni anni organizza anche la  Alternative Press Expo (APE) e la WonderCon, che non si tengono a San Diego, ma a San Francisco.
Spostandoci in Europa, e più precisamente in Francia, si scopre che la ridente cittadina di Angoulême affida la sua storica manifestazione (sparsa per le vie del centro, esattamente come Lucca), alla società 9EME ART +, che ha sede in loco e che si occupa esclusivamente dell'organizzazione dell'evento (anche se i battibecchi con il Comune non mancano, e infatti il Sindaco ha disertato l'ultima edizione per ripicca). Attualmente questa società è diretta da un certo Franck Bondoux, ed è composta da un direttivo di dieci persone. La cosa molto interessante è che, siccome in Francia ci tengono molto alla trasparenza, su internet è possibile leggere  quanto dichiara Monsieur Bondoux e qual è il bilancio della società 9EME ART + (CLICCATE QUI). Forse è anche per questo che gli appassionati francesi non gli fanno sconti ed esigono sempre una manifestazione impeccabile. Proprio quest'anno, ad esempio, il signor Bondoux è stato letteralmente MASSACRATO dalla stampa francese e dagli appassionati, mentre alcuni autori hanno pure organizzato una protesta pacifica contro di lui (con tanto di comunicato stampa ufficiale firmato da oltre cinquanta nomi noti), perchè ha accettato come sponsor della fiera di Angoulême la Sodastream...
E sapete perchè? Perchè il marchio Sodastream è israeliano e sfrutta gli operai palestinesi, e pertanto non era eticamente compatibile con una fiera così prestigiosa e culturalmente rilevante!
Veniamo ora a LUCCA COMICS & GAMES, che - come ho già spiegato in passato - è gestita direttamente dal Comune di Lucca tramite LUCCA COMICS & GAMES S.r.L. I componenti del Consiglio di Amministrazione di Lucca Comics & Games S.r.L sono solo quattro, vengono nominati direttamente dal Sindaco e - per quanto se ne sa - nella maggior parte dei casi il loro rapporto col mondo del fumetto nasce e finisce con Lucca Comics & Games. Lo staff organizzativo della manifestazione è poi composto da una trentina di persone (CLICCATE QUI), ognuna responsabile di un preciso settore, e anche in questo caso nella maggior parte dei casi non si sa per quali meriti ricoprono i ruoli che gli sono stati assegnati, al di là del fatto che risiedono a Lucca e dintorni, visto che sul sito non è presente alcun curriculum. Comunque, se  cercate i loro nomi su Google, nella maggior parte dei casi potete leggere che si sono occupati SOLO di Lucca Comics & Games, spesso per molti anni di fila. Tecnicamente non c'è niente di male, ma se una persona ripensa ai contenuti (e ai problemi logistici) che presenta la fiera, qualche domanda sorge spontanea.
Tra l'altro, piccolo dettaglio non proprio irrilevante, se è di pubblico dominio il fatto che la San Diego ComiCon (che, vi ricordo, ha circa la metà dei visitatori di Lucca Comics & Games) ha fatto guadagnare 180 milioni di dollari a San Diego e dintorni, nel solo 2011, non esistono ancora i dati ufficiali per quel che riguarda Lucca e dintorni. L'unica ricerca al riguardo è stata fatta dall'Università Bocconi di Milano e parla di una ricaduta economica sul territorio di almeno 25.000.000 di euro, ma forse è una proiezione falsata, perchè si basa su dati molto parziali. Oltretutto, se - ad esempio - si sa che il bilancio della 9EME ART +  è in attivo di 2.400.000 euro circa , a nessuno è dato conoscere il bilancio di Lucca Comics & Games S.r.L.
O meglio: la società ha prodotto un dettagliato bilancio dell'edizione 2013 (il PDF lo trovate CLICCANDO QUI), dove però - caso strano - manca proprio l'elenco delle entrate e delle uscite... L'unico dato economico certo che emerge è che per l'edizione 2013 ha speso oltre 2.600.000 euro in pubblicità (nel 2012 ne aveva spesi "solo" 1.400.000 e se non si credete CLICCATE QUI per il bilancio 2012)... Se non altro si sa quali sono i compensi annui del Consiglio di Amministrazione (CLICCATE QUI per il pdf aggiornato al 2014): l'Amm, delegato Massimo Di Grazia ha un compenso annuo di 18.900 euro, il Pres. Francesco Caredio poco meno di 9.000 euro e il Cons.Nicola Lucchesi meno di 3.000 euro (stranamente non è riportato il compenso del direttore artistico Renato Genovese). Dove finiscono, quindi, i milioni di euro che macina Lucca ogni anno? Certo allestire le tensostrutture e i padiglioni costa molto, e anche pagare lo staff e i servizi straordinari nei giorni della manifestazione (come la raccolta rifiuti, che però NON è differenziata) ha un suo costo (anche se in effetti gli unici quattro contratti per un posto fisso parlano di compensi che si aggirano fra i 15.000 e i 18.000 euro all'anno, e se non ci credete CLICCATE QUI), però qualche domanda nasce spontanea (anche perchè, chiedendo direttamente ai ragazzi che controllano gli ingressi ai padiglioni, si scopre che il loro guadagno è di circa 5 euro all'ora durante i giorni della fiera, al netto dei contributi)... Infine, altro piccolo dettaglio curioso, sul sito di Lucca Comics & Games c'è una pagina dedicata all'amministrazione trasparente... Talmente trasparente che non si riesce a vedere alcun tipo di dato (CLICCATE QUI).

Perchè?

Tirando le somme, effettivamente, viene il sospetto che lo spirito con cui viene messa in piedi Lucca Comics sia molto diverso da quello che anima le altre principali manifestazioni fumettistiche del mondo occidentale (per la cronaca: anche l'immenso Tokyo Komiket è stato fondato, ed è tutt'ora gestito, da un comitato indipendente composto da appassionati/e, il Comic Market Preparatory Committee). Nel senso che effettivamente la manifestazione di Lucca forse è considerata prima di tutto un volano per il turismo locale, soprattutto da quando i cosplay hanno iniziato ad invadere le strade e le mura, poi una vetrina commerciale per gli editori e gli standisti e infine, ma solo marginalmente, una manifestazione fumettistica propriamente detta...
Oltretutto, essendo gestita in ultima analisi da un'Amministrazione Comunale, risente di una serie di vincoli del tutto estranei alle manifestazioni fumettistiche della stessa portata che si svolgono all'estero... Ad esempio del fatto che, per forza di cose, deve ricercare le competenze che le servono nel suo bacino territoriale (anche il direttore artistico della manifestazione fin dal 1996, Renato Genovese, è un lucchese D.O.C.), cosa che impedisce a persone - forse più qualificate - di dare il loro contributo ad una fiera di portata internazionale. Anche perchè, altro piccolo dettaglio, Lucca Comics & Games S.r.L. esige che chi collabora con lei le dia l'esclusiva per quel che riguarda le manifestazioni di questo tipo, e dato che non ha alcun interesse ad organizzare eventi che si svolgono al di fuori del comprensorio lucchese... Potete intuire da soli quanto variegata e dinamica sia la formazione e la professionalità di chi porta avanti una manifestazione che - oltretutto - di anno in anno diventa sempre più complicata da gestire.
E questo, probabilmente, spiega anche perché a Lucca non vengono organizzati incontri e approfondimenti sul modello di quelli di New York e San Diego... Men che meno su temi scottanti e di attualità. In compenso Lucca Comics 2014 presenta diversi incontri dalle tematiche non proprio attuali: se consultate il programma degli incontri (che - a riprova del fatto che non sono esattamente una priorità - è andato online giusto una settimana prima dell'evento, e che trovate CLICCANDO QUI) noterete che le conferenze organizzate direttamente da Lucca Comics sono su argomenti come "La Storia a fumetti", "I 90 anni de Il Giornalino" (lo storico settimanale cattolico italiano),  "Le Guerre Mondiali nel fumetto italiano", "Flash Gordon, Mandrake e gli eroi degli anni '30", ecc. In effetti c'è anche una conferenza sull'influenza di Robert Crumb sul fumetto italiano, ma direi che è l'eccezione che conferma la regola (anche perchè fare venire in Italia un mostro sacro del fumetto underground americano come Robert Crumb senza dedicargli una conferenza sarebbe stata un'eresia)... Inoltre è prevista anche una conferenza in cui si parla di "lotta alle differenze", ma è quella dedicata ai lavori realizzati dagli studenti delle scuole Secondarie di I grado di Lucca e Provincia in collaborazione con Lucca Comics & Games... Il che è tutto dire...
Morale della favola: evidentemente a Lucca si cerca di creare un evento turistico che sia il più leggero e invitante possibile, magari con risvolti didattici... Qualcosa di rilassante e disimpegnato in modo da attrarre anche e soprattutto i turisti occasionali o che hanno un rapporto marginale coi fumetti, piuttosto che l'esercito di nerd che comunque la assale... Anche perchè - di fatto - chi organizza il tutto è una municipalizzata, e non un'associazione culturale di appassionati...
Così, delegando agli editori l'onere di proporre e gestire la maggior parte degli incontri (che poi, giustamente, diventano delle vetrine pubblicitarie o delle interviste agli autori, o poco più), può concentrarsi su altro... Anche perchè un maggiore sforzo organizzativo richiederebbe competenze che chi gestisce la fiera - evidentemente - non ha. E infatti il grosso problema di Lucca Comics è che, per come è strutturata, DEVE necessariamente arrangiarsi con le risorse e le competenze del proprio territorio (anche se è un'area molto limitata), perchè il suo ultimo scopo è quello di attirare capitale nel suo territorio, e distribuirlo fra i cittadini del suo territorio (a cui, in cambio, è stato chiesto di portare qualche voto alle ultime comunali? Rimarremo nel dubbio...)! E di certo non ha alcuna intenzione di coinvolgere (e remunerare) troppe persone e competenze che vengono da fuori, anche se potrebbero alzare la qualità della manifestazione e ovviare a tutta una serie di problemi che si ripresentano puntuali ogni anno... E forse questo è stato il motivo per cui l'Amministrazione, una volta intuito il potenziale della manifestazione, ha silurato i suoi ideatori dopo avere depositato il marchio Lucca Comics & Games (CLICCATE QUI per tutta la storia).
Tra l'altro questa situazione crea anche dei conflitti di interesse di natura molto pratica, che altrove non sussistono. Facciamo un esempio pratico: la San Diego ComiCon si svolge tradizionalmente nel San Diego Convention Center, che è una struttura enorme e avveniristica, ma che negli ultimi anni ha fatto sempre più fatica a contenere i visitatori della ComiCon, in costante aumento. Siccome il primo interesse di chi organizza la San Diego ComiCon è quello di organizzare una manifestazione come si deve, e funzionale alle esigenze dei visitatori, gli organizzatori hanno lanciato un ultimatum alla Municipalità di San Diego: se non avesse allargato il San Diego Convention Center loro avrebbero cercato una location più adatta in altre città! E la Municipalità ha ceduto, mettendo a bilancio ben 520.000.000 di dollari per ampliare la struttura entro l'inizio del 2016 e renderla adeguata alle esigenze dalla sua manifestazione più importante!
Lucca Comics & Games 2013 pare abbia superato i 264.000 visitatori, il doppio di quelli che ha avuto San Diego (senza contare i turisti che non hanno comprato i biglietti e hanno solo girato per Lucca a caccia di cosplay), e probabilmente l'edizione 2014 ne avrà ancora di più... Sicuramente per una tale massa di persone sarebbe necessario approntare provvedimenti logistici e di supporto che vadano al di là del semplice dislocamento di nuovi padiglioni... Anche perchè non è detto - ad esempio - che questa manifestazione si svolgerà per sempre sotto gli auspici del bel tempo (come è capitato negli ultimi anni)... Dove potrebbero rifugiarsi 264.000 persone in caso di forte pioggia? E in caso di temperature molto rigide? Chi organizza la manifestazione dovrebbe pretendere delle risposte, come il ComiCon di San Diego le ha pretese dal San Diego Convention Center, ma questo genere di ultimatum, a Lucca, non ci potrà mai essere... Perchè chi organizza la manifestazione è anche chi mette a disposizione gli spazi (che peraltro non sono funzionali ad eventi di tale portata), con tutto quello che ne consegue...
Sicuramente anche a Lucca il proposito è quello di migliorare le cose, ma se il primo obbiettivo è quello di creare profitto per la cittadina, magari senza  indisporre troppo i residenti e i commercianti locali (visto che - di fatto - sono anche quelli che eleggono indirettamente chi gestirà la manifestazione), allora iniziano a spiegarsi tante cose... Come il fatto che i visitatori sono obbligati a fare code interminabili per rifocillarsi nei bar e nei ristoranti del centro, quando sarebbe molto più semplice allestire delle tensostrutture apposite per il foraggiamento dei turisti, come succede - ad esempio - con le adunate degli alpini e con altre manifestazioni che attirano folle smisurate di persone in città medio piccole... Alla luce di tutto questo, in effetti, la questione degli incontri in programma - che per impostazione e contenuti non si possono paragonare a quelli che si tengono all'estero - diventa l'ultimo dei problemi...
L'ultimo, ma non il più insignificante, visto che poi impedisce ad una manifestazione importante di realizzare il suo potenziale. Un potenziale che, ad esempio, all'estero si realizza con incontri ed eventi che fanno il punto sul fumetto come riflesso dell'evoluzione dei costumi e della società... E che non a caso, ogni anno, propongono momenti di approfondimento sulle questioni di genere e sui temi LGBT.
Tutte cose che a Lucca, dove la fiera in ultima analisi è gestita da un'Amministrazione Comunale che ha multato i negozianti che tenevano le luci accese durante la processione della Santa Croce lo scorso settembre, MOLTO DIFFICILMENTE verranno proposte e/o sostenute da chi organizza la manifestazione... A meno che, forse, non si costituisca un'associazione per la promozione del fumetto LGBT con sede direttamente a Lucca...
Oltretutto, altro particolare da non sottovalutare, il direttore artistico Renato Genovese è nato nel 1950, e questo lo rende il direttore artistico più attempato fra quelli che gestiscono le manifestazioni fumettistiche di questa portata (Monsieur Bondoux ha una decina d'anni in meno di lui, mentre chi porta avanti queste iniziative negli USA e in Giappone ha un'età media molto più bassa)... In conclusione: nulla accade per caso, e se andando a Lucca Comics & Games vi verrà qualche dubbio e qualche perplessità, forse il problema non siete voi... E viene da chiedersi per quanto tempo si potrà andare avanti prima che le falle presenti in un apparato del genere vengano definitivamente a galla...

Staremo a vedere.

P.S. Sono o non sono un blogger d'assalto? ;-)

venerdì 24 ottobre 2014

DI PELO IN PELO

Ciao a tutti, come va?
Come forse saprete la Francia è nota per essere una nazione che offre ampi spazi per quanti si vogliono cimentare nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, ma sicuramente gli ultimi anni non sono stati molto favorevoli alla sperimentazione, perchè con la crisi economica generalizzata molte piccole case editrici sono state cannibalizzate da un mercato molto competitivo.

Ad esempio: la casa editrice H&O, che aveva provato a diventare l'editore di riferimento per i fumetti omoerotici in territorio francese non amplia il suo catalogo a fumetti da diversi anni. Certo in questo caso sarebbe interessante capire se è solo una questione di crisi o se piuttosto non si tratta di una politica poco oculata... Visto che questo editore faceva pagare 28 pagine a colori - che in molti casi erano la riedizione francese di prodotti già pubblicati in inglese - ben 10 euro, quando il costo di un cartonato francese a colori, con un formato più grande e almeno 48 pagine, si aggira sui 14 euro...
D'altra parte quando un editore specializzato in libri di narrativa si cimenta nel mondo del fumetto senza avere le competenze necessarie può succedere questo e altro.
In ogni caso in questo scenario non proprio esaltante può essere interessante notare che si sta creando un sottobosco fumettistico LGBT anche in Francia, che ha iniziato a farsi conoscere anche con il piccolo (ma partecipato) Salone del fumetto LGBT di Parigi, che ha debuttato proprio lo scorso giugno (CLICCATE QUI).
Fra le immagini che comparivano sulla locandina di questa manifestazione spiccava l'illustrazione muscle bear di Eric L. (che vedete nella foto qui sotto).
Il sorridente illustratore, probabilmente grazie anche al buon riscontro ottenuto in quell'occasione, ha deciso di raccogliere le sue migliori illustrazioni degli ultimi anni, ma scarseggiando gli editori disponibili ha pensato bene di sperimentare anche lui la produzione dal basso, attraverso il sito francese Bibliocratie. Il suo scopo era di raggiungere almeno 50 prenotazioni, ma a distanza di quasi due mesi dalla chiusura della sua raccolta folndi ha già superato l'obbiettivo... E questo è sicuramente un piccolo grande traguardo, considerando che non ha avuto modo di farsi troppa pubblicità...
Tuttavia se vi piace il genere e volete sostenere questo artista siete ancora in tempo per prenotare la vostra copia! Tutte le istruzioni le trovate CLICCANDO QUI. Da notare, nella pagina, i commenti entusiasti di chi ha scelto di fare la sua prenotazione, anche se il prezzo non è propriamente economico (18 euro per 52 pagine rilegate a caldo), che dimostrano che - potenzialmente - in Francia può esserci un pubblico affezionato anche per questo genere di iniziative editoriali... E in particolare per l'arte a tema muscle bear...
Probabilmente adesso non assisteremo ad un esplosione di artisti omoerotici francesi  che si danno alle autoproduzioni, ma sicuramente questo risultato è incoraggiante, e apre nuovi scenari anche in una nazione che - storicamente - considera la sua numerosissima (e curatissima) produzione a fumetti come uno dei fiori all'occhiello della propria produzione culturale... Evidentemente, però, anche nel suo affollatissimo panorama c'è ancora spazio per altro...
E infatti forse non è un caso se nel catalogo dei ragazzi francesi che da qualche anno portano avanti la fanzine DOKKUN (specializzata in bara manga francesi), hanno trovato spazio ben tre raccolte di illustrazioni omoerotiche (e se vi interessano potete ordinarle CLICCANDO QUI)




Ovviamente questo BLOG non mancherà di seguire gli sviluppi della situazione!
Anche perchè in Italia non lo sta facendo nessun altro...

Alla prossima.

mercoledì 22 ottobre 2014

GUERRA AI FRANCOBOLLI

Ciao a tutti, come va?
La notizia di oggi è di quelle che ci ricorda come, nei fatti, alcune delle nazioni più potenti del mondo sono gestite in maniera molto discutibile.

Tutto parte dal grande successo che hanno avuto i tre francobolli realizzati dall'agenzia postale Itella per le poste finlandesi, e che riproducevano i dettagli di alcuni disegni di Tom of Finland. I suddetti francobolli hanno debuttato ufficialmente solo a settembre, ma pare che i preordini da tutto il mondo siano stati tanti e tali da mandare fuori uso il sito di Itella!
Questa serie di tre francobolli, però, adesso potrebbe mettere in atto una specie di crisi diplomatica. Come sapete la Russia dall'anno scorso ha approvato una legge anti-propaganda gay, di cui si è smesso di parlare (purtroppo), ma che a tutt'oggi serve fondamentalmente a legittimare una politica di repressione nei confronti della comunità omosessuale russa... Per tutta una serie di motivi che adesso sarebbe troppo lungo discutere, anche se viene spacciata come una forma di tutela nei confronti dei minori.
Fatto sta che un deputato russo, tale Vitaly Milonov (foto sotto), ha scoperto l'essitenza di questi francobolli, e si è sentito in dovere di prendere provvedimenti...
Così ha chiesto formalmente alle poste russe di bloccare tutta la corrispondenza destinata alla Russia che dovesse utilizzare questi francobolli, rimandandola al mittente, perchè questi francobolli sarebbero "fondamentalmente elementi di propaganda omosessuale, che è vietata nel nostro paese", e  ha anche chiesto ai vicini finlandesi "di astenersi dall'uso di questi francobolli per l'invio di lettere in Russia". Probabilmente il direttore generale delle poste russe, Dmitry Strashnov, asseconderà gli ordini che arrivano dall'altro... Ma cosa farà la Finlandia?

In realtà Itella aveva già fatto degli esperimenti a settembre, spedendo in Russia diverse lettere che utilizzavano i francobolli di Tom of Finland, e sono arrivate tutte a destinazione... Però è successo prima che Vitaly Milonov facesse scoppiare il caso.

Quel che è certo è che Tom of Finland è una specie di eroe nazionale per la Finlandia, ed è sicuramente uno dei suoi artisti più popolari, e di cui va più orgogliosa... Quindi non è detto che si asterrà dal replicare in maniera più o meno formale.

Quel che è certo è questo episodio mette in luce come, purtroppo, certe cose non cambiano mai e come l'arte - anche nel 2014, e in particolare quando si tratta di arte omoerotica - abbia ancora il potere di far discutere e di scatenare dei "casi", anche di portata internazionale.

Staremo a vedere cosa succcederà.

lunedì 20 ottobre 2014

BERSAGLIO CENTRATO !!!

Ciao a tutti, come va?
L'avreste mai detto che anche questo lunedì sarei tornato a parlare di fumetto italiano??? 
Io speravo di no, ma a quanto pare non ne posso proprio fare a meno, visto che Gianfranco Manfredi - lo sceneggiatore di Adam Wild - ha voluto commentare personalmente il post un po' affranto che ho dedicato alla sua ultima creazione e al mio sospetto che fosse rimasto "vittima" dell'eccessivo senso del pudore dell'editore (CLICCATE QUI)... 

E infatti il mio sospetto ha trovato conferma!

Gianfranco Manfredi, tramite facebook, mi ha scritto:

 "Ahah! bravissimo. Molto divertente e hai centrato il punto. Adam nella prima versione appariva nudo ed è stato castigato. Ti ringrazio per la tua recensione. Molto intelligente e acuta. Sulle pruderie, ci ho giocato molto, nella serie. In un episodio durante una cerimonia devono mettersi tutti nudi e i bianchi si coprono le pudenda. Poi c'è un altro episodio a Londra sulla morale vittoriana. Insomma... Visto che non potevo mostrare cazzi, almeno ho giocato sopra questa minchiata del comune senso del pudore. È una scoperta che nei fumetti Bonelli non appaiono cazzi? È una cosa che si sopporta... Racconta ben altre cose questa serie. Ci sono momenti deliranti, brutalitá fuori dai canoni, c'è persino un episodio umoristico. Adam Wild è un progetto piuttosto selvaggio."

Devo ammettere che i complimenti fanno sempre piacere, e quando arrivano da persone che tieni in debita considerazione fanno ancora più piacere. Tuttavia quello che mi fa più piacere è il fatto che le mie intuizioni erano giuste e che, per fortuna, in Italia c'è ancora uno sceneggiatore che ha l'onestà intellettuale di ammettere che, nel fumetto italiano del 2014, certe forme di censura esistono e dettano legge. 
Certo è molto bello che uno sceneggiatore riesca a ridere del fatto che gli abbiano "castigato" un'idea, anche perchè i problemi della vita sono altri, ma è ancora più bello che uno sceneggiatore bonelliano  si senta libero di dire che dal suo punto di vista tutti questi problemi di pudicizia non ci dovrebbero essere.... E che di certo non sono problemi suoi...
Semmai sono problemi di un editore convinto che la sua sua solidità e la sua forza si basino (anche) sul suo approccio "retrò", e quindi a prova di critiche, nei confronti di certi argomenti e situazioni. Nei fumetti che esplorano generi particolari ha osato qualcosina in più (ma giusto qualcosina), però è evidente che con l'avventura classica - che è un po' il suo tratto distintivo - non può e non vuole concedersi di sgarrare... E di mostrare un nudo integrale maschile, nemmeno di schiena, e nemmeno quando il nome di un suo personaggio, in italiano, si tradurrebbe "Adamo Selvaggio"..
Tuttavia c'è anche chi pensa (e io sono fra questi) che la forza della Bonelli, in realtà, sia sempre stata determinata dal fatto che ha improntato la sua strategia imprenditoriale sull'annullamento della concorrenza diretta, possibilmente sul nascere e in maniera pacifica... E cioè attirando i professionisti migliori e puntando su una potente rete distributiva. E infatti ora che ha molta concorrenza indiretta (come le serie TV disponibili 24h/24h, e gratuitamente, su internet), non le basta più cooptare gli artisti più bravi sul mercato e colonizzare capillarmente le edicole per prevalere, e inizia a perdere terreno... Soprattutto fra i giovani (che tra l'altro "ereditano" sempre meno la passione per i fumetti bonelliani da nonni, genitori e parenti vari). Anche perchè la concorrenza indiretta di cui sopra si fa molti meno problemi a mettersi in sintonia con i gusti reali del pubblico di oggi, e soprattutto con quelli del pubblico di domani. Ed è una questione di contenuti quanto di linguaggio, nel senso più ampio del termine.


Gianfranco Manfredi ammette che è difficile condividere (e forse anche comprendere) la politica Bonelli in fatto di senso del pudore, o altro, ma che si sopporta... Ovviamente uno sceneggiatore la sopporta perchè non ha alternative, ma il punto nodale è che un lettore potenziale che non la condivide non è affatto tenuto a sopportarla, men che meno al giorno d'oggi, perchè se ha una connessione internet di alternative per occupare il suo tempo libero ne ha davvero molte...


Forse, negli anni '30, i lettori italiani di Flash Gordon sopportavano volentieri le censure operate dall'editore Nerbini sugli originali americani per non urtare i benpensanti (e il Regime) dell'epoca, ma se lo sopportavano era perchè in quell'epoca non potevano fare altro... Ora, però, la situazione è completamente diversa... Per fortuna... E anche se dalle nostre parti aleggia ancora un certo "regime" culturale, i lettori potenziali non sono obbligati a rivolgersi solo ai prodotti che lo assecondano...

Quindi, al di là dei giochi di prestigio che Gianfranco Manfredi cercherà di fare per rendere Adam Wild interessante nonostante i vincoli imposti dall'editore, la sensazione è che se la Bonelli si ostinerà a percorrere questa strada prima o poi si impaluderà definitivamente, e non lo farà per mancanza di talenti e di idee, ma per la sua mancanza di elasticità e di coraggio su tutta una serie di questioni... Nonostante continui a sfornare nuovi personaggi... Che però nel lungo periodo non hanno quasi mai il successo sperato.
Se, per assurdo, Adam Wild fosse lasciato libero di andare in giro nudo nella sua serie  come e quando vuole, pur senza mostrare nudi frontali, sicuramente le sue storie non ne perderebbero in qualità (perchè lo sceneggiatore è bravo), ma certamente ne guadagnerebbero in popolarità e ironia... E quasi certamente anche in termini di vendite. Eppure l'editore reputa che sia meglio NON lasciarlo libero di esprimere un rapporto disinibito con la propria nudità...

Tra l'altro la questione della nudità e della censura della stessa si poteva affrontare anche senza ricorrere al gonnellino... Magari prendendo spunto dai colleghi della MARVEL che ancora nel 2005 davano sfoggio di censure "bonelliane", come nella miniserie DEFENDERS: INDIFENDIBLE (di recente ristampata anche in italiano). Qui la potente maga Umar era stata raffigurata di schiena mentre si faceva una doccia molto sexy, tanto che i giochi di schiuma (e il fatto che tenesse le mani ben lontane dal corpo) non sono serviti a rendere l'immagine sufficientemente innocua... Così qualche anonimo correttore è stato invitato disegnarle addosso (e male) una specie di bikini molto striminzito... Dimostrando, se non altro, che almeno negli USA la nudità femminile non ha corsie preferenziali...
Però negli anni sembra che ci sia stata un'evoluzione e nel 2012, su AVENGERS ACADEMY, il problema della nudità è stato risolto in maniera più onesta ed elegante, e cioè apponendo un baloon sui glutei del possente Ercole... E siccome questo è un BLOG serio vi faccio vedere di seguito le due versioni...

Può sembrare che fra i due tipi di censura ci sia poca differenza, ma in realtà ce n'è tantissima. Nel primo caso si censura proprio il fatto che il personaggio è nudo, nel secondo si censura solo la vista delle sue parti intime. E sapere con certezza se in certi contesti un personaggio è nudo o meno, in effetti, influisce sulla percezione che ne ha il lettore, ed anche sulla definizione della sua personalità. Inoltre, in ultima analisi, influisce anche sullo "spirito" di un fumetto o di una serie... E infatti ultimamente alla MARVEL si fanno molti meno problemi a dipingere Ercole come un gioviale semidio greco molto a suo agio senza vestiti addosso (anche se non viene mai raffigurato integralmente), anche solo per una questione di coerenza con le sue origini...
Ad ogni modo il caso di Adam Wild è particolarmente interessante, perchè proprio nello stesso periodo in edicola era presente Dylan Dog  337, in cui il protagonista (anche se in realtà non è il protagonista vero, ma una sua versione sintetica che ha conservato i suoi schemi cerebrali) viene mostrato completamente nudo, anche se con le opportune censure del caso...


Perchè ad Adam Wild è stato apposto un gonnellino e a Dylan Dog no? La prima risposta potrebbe essere che le due serie si rivolgono a un pubblico diverso, e che quello di Dylan Dog è di vedute più aperte, senza contare che Dylan Dog ultimamente vuole rinnovarsi e attirare nuovo pubblico, mentre Adam Wild vuole ottimizzare il pubblico "storico" dell'editore... Il che può anche essere vero, però secondo me la questione fondamentale è un'altra. In questo numero di Dylan Dog, e nei pochi altri albi Bonelli in cui sono comparsi personaggi maschili nudi, più o meno censurati, la loro nudità si deve a motivi di forza maggiore... Visite mediche, docce, apparecchi strani, metamorfosi mostruose o addirittura regni extradimensionali in cui i vestiti non potevano essere trasportati da chi li indossava, come nel caso di GEA...
C'è poi una casistica a parte che, dalle parti della Bonelli, rende tollerabile il nudo maschile, o perlomeno l'esibizione del corpo maschile senza particolari inibizioni... E cioè la presenza di un corpo femminile nudo (e molto meno censurato) nelle strette vicinanze. Nel senso che negli albi Bonelli la raffigurazione di un corpo maschile nudo, o di cui si suggerisce la completa nudità, sembra essere considerato un "male necessario" nella misura in cui serve a confermare l'appagante vita sessuale (rigorosamente etero) del suo proprietario. Come è avvenuto nel numero uno di RINGO (e cioè il sequel di ORFANI), ancora una volta messo in vendita in contemporanea con Adam Wild e il suo "necessario" gonnellino...
Il punto, probabilmente, è che nel caso di Adam Wild, l'esposizione del suo corpo non era dovuta a motivi di forza maggiore e non serviva a testimoniare la sua virilità: quindi lui sarebbe stato completamente nudo semplicemente perchè gli andava, o magari perchè faceva parte del suo stile di vita. E probabilmente questo messaggio è stato ritenuto incompatibile con l'etica della Sergio Bonelli Editore... Che pertanto ha reputato che fosse il caso di censurare sul nascere questo tipo di atteggiamento. 
Per tutta una serie di motivi molto interessanti da analizzare.
  • Il primo, forse, è che fondamentalmente si tratta di un editore che strizza l'occhio a un pubblico maschile e maschilista, per cui l'oggettificazione del corpo femminile va bene, ma quella del corpo maschile no.
  • Il secondo è che questo editore, tendenzialmente, sposa una cultura tutto sommato filocattolica, per cui la nudità completa in pubblico va vissuta con disagio, imbarazzo ed eventualmente sensi di colpa, e di certo non può essere promossa con disinvoltura dal protagonista di un fumetto serio.
  • Il terzo è che l'idea di un protagonista troppo a suo agio con la propria nudità in contesti maschili (peraltro dopo che si è appena scoperto che conviveva con un ragazzino di colore) porterebbe a tutta una serie di illazioni e supposizioni sulla sua sessualità.
  • Il quarto è che un personaggio dai risvolti naturisti sarebbe percepito come diseducativo dai lettori di una certa età (e cioè dal target a cui punta), che di conseguenza potrebbero abbandonarlo per motivi etici, senza peraltro promuoverlo presso i loro figli/nipoti.
  • Il quinto, e forse il più importante, è che in un paese dove la libertà di stampa è garantita molto relativamente, un editore visibile come Bonelli vive nella costante paura di offrire pretesti per essere preso di mira da qualcuno in vena di contestazioni e polemiche, con esiti imprevedibili...
E forse un po' di ragione ce l'ha, visto che a quanto pare addirittura la CODACONS non ha trovato di meglio da fare che contestargli il fatto che Tex bevesse birra e arrotolasse cartine di sigarette.
Tuttavia il nocciolo della questione è sempre lo stesso: se in Italia c'è un solo editore che produce fumetti di avventura si crea un cortocircuito tale per cui da un lato sarà libero di adottare tutte le politiche censorie che ritiene più opportune per tutelarsi (senza per questo avere paura di dare spazio alla concorrenza), ma dall'altro resterà l'unico editore-bersaglio se qualcuno vuole attaccare briga o cercare capri espiatori fra i fumetti di avventura... Rendendolo paranoico quel tanto che basta per spingerlo verso una sorta di "regime" editoriale che lo renderà sempre più prudente, e invitandolo ancora di più ad abusare del fatto che - non avendo concorrenza - può permettersi di censurare tutto quello che vuole senza perdere troppi lettori...

Ma sarà proprio così?

Forse, se da questo circolo vizioso non si esce, è solo questione di qualche anno (10? 15? 20?) prima che la situazione imploda in maniera irreversibile... Perchè se non si producono più fumetti in funzione dei gusti dei lettori, ma in funzione degli eventuali attacchi della CODACONS, dei puritani e di tutto l'universo mondo, i risultati prima o poi si vedranno, e non saranno buoni... Soprattutto in periodi di crisi economica e competizione multimediale...

Ovviamente ognuno è libero di fare come meglio crede, ci mancherebbe, però di solito le censure non sono mai un buon segno o un incentivo, e di certo non sono una garanzia di salvezza e buona salute.

Tra l'altro, per uno strano sincronismo, proprio nel mese del debutto di Adam Wild (e del suo gonnellino posticcio) in tutte le edicole è arrivato il numero 14 di FABLES, una ben nota serie della VERTIGO (il ramo "sperimentale" della DC Comics) "interpretata" dai protagonisti di favole e racconti popolari trasportati nel mondo reale. La RW LION la porta nelle edicole italiane adattandola al formato bonelliano, ma per fortuna è l'unica cosa "bonelliana" che si concede... Perchè, nel numero in edicola ora, è presente Mowgli (da I LIBRI DELLA GIUNGLA) che si spoglia completamente per lottare da pari a pari con un lupo... E non compare alcun gonnelino strategico...
Da notare che, al di là del nudo posteriore mostrato in tutto il suo splendore, nei nudi frontali si intravedono addirittura i genitali e un accenno di pelo pubico! E questo fumetto arriva nelle stesse edicole italiane di Adam Wild...

Quindi, visto quello che la Bonelli è stata "costretta" a fare, censurando Adam Wild con un gonnellino, i signori della RW LION sono degli spregiudicati? Dei dissennati? Dei provocatori? Degli sciagurati? 

O non sarà forse la Bonelli che si fa troppi problemi? Che vive fuori dal tempo? Che ha paura di rimettersi in gioco sul serio? Che non si guarda attorno e che invece di puntare su un pubblico davvero nuovo mantiene il suo solito approccio e i suoi soliti tabù, nonostante tutti i recenti proclami di rinnovamento?

Chissà...

Alla prossima.