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martedì 28 maggio 2019

FUMETTI ELETTIVI

Ciao a tutti, come va?

Questo non è un blog che si occupa di politica, anche se - in maniera più o meno indiretta - occupandosi di tematiche LGBT in un certo senso finisce comunque per avere dei risvolti che potrebbero definirsi "politici".

Personalmente sono del parere che la politica, perlomeno in Italia, sia vissuta un po' troppo come uno sport, e che - soprattutto sotto le elezioni - scateni delle dinamiche da stadio che in realtà ne snaturano la funzione, anche se poi offre a tantissime persone l'opportunità di condividere analisi più o meno complesse, di sentirsi importanti e di scaricare (o accumulare) una buona dose di frustrazioni.

Quindi, siccome qui non parlo di calcio, generalmente non parlo neanche di politica (a meno che non sia direttamente coinvolta in qualche notizia di carattere fumettistico, o perlomeno legata all'immaginario pop).

Tuttavia, in occasione di queste ultime elezioni europee, ho deciso di fare un'eccezione. Anche se, per principio, proverò a non citare direttamente nessuno dei contendenti... Visto che in questo caso il risultato delle elezioni mi serve giusto per fini statistici.

Nel senso che, in una certa misura, i valori e le strategie di chi ha vinto (e di chi ha perso), potrebbero aiutarci - perlomeno in parte - ad analizzare ed inquadrare meglio certe strategie dell'editoria a fumetti italiana... Anche e soprattutto in fatto di tematiche LGBT, in particolare se si considera quanto queste tematiche - in un modo o nell'altro - possono rientrare nell'agenda politica (e nella campagna elettorale) di questo o quel partito. In particolare, casomai vi fosse sfuggito, da queste elezioni emerge il ritratto di una nazione in cui il partito con i maggiori consensi NON è a favore di una maggiore apertura nei confronti della comunità LGBT, e il cui leader - di recente - ha utilizzato delle strategie che ammiccano direttamente ad un tipo di devozione religiosa che non è propriamente progressista, diciamo... Così come non è progressista il suo approccio nei confronti delle minoranze in generale e verso una grande quantità di altri temi.

Presumibilmente un editore italiano di fumetti che si ritrova in Italia oggi, e che spera di riguadagnare terreno - o perlomeno di non perderlo - in un momento non particolarmente favorevole per la carta stampata in generale, dovrebbe considerare anche questo fattore, soprattutto se il suo obbiettivo non è quello di mirare ad una nicchia di mercato, ma ad una platea che sia la più estesa possibile. Magari puntando ancora sul circuito delle edicole.
Quindi, se il suddetto editore volesse essere obbiettivo e volesse puntare su dei dati prettamente statistici per capire che aria tira in Italia e qual è il compromesso migliore per tuttti, non potrebbe fare a meno di considerare una delle tante mappette che stanno circolando in questi giorni, e che danno un'idea della situazione...

E se già negli anni scorsi il suddetto ipotetico editore non aveva voglia di correre troppi rischi, con una situazione del genere probabilmente si sentirebbe in dovere di essere ancora più prudente, soprattutto a proposito di una serie di temi eticamente sensibili come il mondo LGBT, la rappresentatività delle minoranze etniche e religiose e tutto il resto... Anche se poi, considerando che comunque in Italia circa il 50% degli aventi diritto tende a non votare, non si sentirebbe nemmeno così sicuro di centrare il bersaglio. Così, probabilmente, sceglierebbe di provare ad andare per tentativi, facendo piccoli (e pressochè insignificanti) passi avanti da una parte, ma mantenendo comunque un approccio perlopiù "tradizionalista", per dirla con un eufemismo... Pendendo più da una parte, o dall'altra, a seconda dei casi

Il punto è che, riflettendo meglio e andando a scavare più in profondità, non è detto che questo approccio sia quello più assennato.

Forse non bisognerebbe dare per scontato che il clima politico del nostro Paese suggerisca sempre la migliore strategia da adottare per conquistare il pubblico, anche perchè se il discorso fosse così semplice le vendite di molti fumetti italiani che si rivolgono al grande pubblico - e che in effetti hanno un approccio di un certo tipo - andrebbero molto meglio... E probabilmente anche il ricambio generazionale non sarebbe un problema...

Cosa c'è, quindi, che non va in questo ragionamento? In effetti alcuni dati sembrerebbero riportare che in Italia i giovani che hanno votato alle recenti elezioni siano stati di più rispetto alla media europea. Si parla addirittura del 75% degli aventi diritto fra i 18 e i 34 anni, secondo l'Osservatorio Giovani e Futuro (CLICCATE QUI)... Però c'è anche da considerare che secondo l'Istat, in Italia, ci sono 168 anziani ogni 100 giovani (CLICCATE QUI)... Quasi il doppio. Quindi non è detto che il risultato elettorale di queste elezioni rappresenti al 100% le inclinazioni del potenziale pubblico dei lettori di fumetti under 34... Anzi... Oltretutto sembra che l'orientamento del voto sia molto diverso a seconda del tipo di contesto urbano. Nei centri urbani più popolosi l'andamento di alcuni partiti è stato l'opposto di quello riscontrato nei Comuni con meno abitanti.

Il che porta a una seconda considerazione. Al netto del fatto che ci possono essere persone che leggono fumetti in qualsiasi contesto urbano (e non), quali sono i contesti in cui i suddetti lettori hanno più possibilità di coltivare la loro passione? E non solo tramite le edicole, ma anche tramite le fumetterie e le librerie (al netto di eventuali acquisti online)? Anche questi sono fattori da considerare... Perchè se pure potrebbe avere senso pensare che in Italia sono statisticamente più numerose le persone anziane che abitano i piccoli centri, e che i risultati elettorali possono dare un'idea delle loro preferenze in fatto di contenuti fumettistici, è anche vero che non è detto che la percentuale di lettori di fumetti (effettivi o potenziali) sia sempre la stessa in ogni contesto urbano e in ogni fascia d'età.

Per non parlare poi, di un curioso fenomeno che sta prendendo piede negli ultimi anni, e che probabilmente ha più a che fare con la psicologia che con la politica. Nel senso che il partito italiano che ha stravinto le ultime elezioni europee, pur manifestando fin dalle origini una certa insofferenza verso tutte le minoranze, ha finito per raccogliere anche un discreto numero di elettori omosessuali... Nonostante il fatto che, ad esempio nelle ultime elezioni nazionali, abbia agitato lo spauracchio dei film Disney che incitano all'omosessualità (CLICCATE QUI) e sia dichiaratamente vicino alle posizioni omofobe del Congresso delle Famiglie che si è visto qualche mese fa a Verona.

Probabilmente c'è tutto un elettorato omosessuale che, prima ancora di identificarsi come parte di una minoranza, si ritrova nei valori e nelle proposte del suddetto partito. In gergo credo si possa chiamare dissonanza cognitiva. Ovviamente non sta a me indagare su questo meccanismo di rimozione, anche perchè non ne ho le competenze, però credo che anche in questo caso un editore italiano dovrebbe ponderare molto attentamente il suo approccio. Perchè se nell'elettorato di questo tipo c'è una certa quota gay che bene o male tollera un approccio poco progressista e poco gay friendly di chi andrà a votare (dando la precedenza ad altri elementi), non è affatto detto che sia composta da lettori di fumetti disposti ad accettare fumetti in cui i personaggi omosessuali vengono rappresentati poco e male. O magari in maniera degradante, o ancora con la spada di Damocle di qualche risvolto narrativo tragico, che in qualche modo "punisca" la loro scelta di vita.

Anche se poi, indubbiamente, deve esserci anche una minima quota di lettori omosessuali a cui le cose vanno bene così, forse perchè in ultima analisi è composta da persone che non si accettano per quello che sono ed esorcizzano il loro disagio trovando giustificazioni e conferme negative in certi prodotti di intrattenimento. Però, come dicevo, si tratta probabilmente di una quota molto risicata, che si riduce anno dopo anno. Tant'è che nel 2000 gli italiani favorevoli alle Unioni Civili erano il 42%, mentre al momento della loro discussione nel 2016 erano diventati il 60% (CLICCATE QUI), con punte del 78% fra gli under 35 (sempre loro!). Tuttavia, a distanza di tre anni dal varo di quella legge, nessun fumetto italiano che arriva in edicola (e a pensarci bene forse neanche in libreria) ha mai osato raffigurare il compimento di un'Unione Civile o di un matrimonio gay. In compenso nei fumetti italiani continuano ad abbondare gli omosessuali sentimentalmente falliti e/o che si scontrano con qualche tragedia legata alla loro condizione. E anche questo, penso, sia abbastanza indicativo.

Ad ogni modo il succo di tutto questo discorso è che, molto probabilmente, un editore di fumetti italiano che si facesse influenzare dai risultati elettorali nudi e crudi - e dal "clima" che se ne potrebbe dedurre - rischierebbe di prendere una grossa cantonata, soprattutto nel lungo periodo. Per il semplice fatto che il pubblico dei lettori di fumetti non si sovrappone perfettamente all'elettorato italiano in quanto tale, per mille motivi diversi.

E forse darlo per scontato, in un senso o nell'altro, ha contribuito a determinare la perdita di appeal di questo tipo di prodotto nel circuito delle edicole... Mentre l'ha fatto crescere in libreria, dove gli editori non si pongono vincoli di un certo tipo. Ed è un dato curioso, soprattutto se si considera che le librerie sono molto meno diffuse delle edicole. Un'indagine del 2016 ha rivelato che ci sono 29 milioni di italiani che abitano in Comuni che non hanno nemmeno una libreria (CLICCATE QUI). Certo possono spostarsi per andarne a cercare una o possono rivolgersi ad Amazon, però non è la stessa cosa, e comunque è evidente che il 56% degli italiani aventi diritto (quindi 28 milioni di italiani circa su 51 milioni) che ha votato alle europee (CLICCATE QUI) non si sovrappone perfettamente ai 29 milioni di italiani che risiedono in Comuni senza librerie... Così come è evidente che l'andamento elettorale non dovrebbe influire più di tanto sull'approccio delle case editrici che fanno fumetti oggi, e che magari sperano ancora di ampliare il loro pubblico...

Per il semplice fatto che anche se tira una certa aria, piuttosto che un'altra, chi legge fumetti lo fa sostanzialmente per una questione di gusti personali e di propensione alla lettura dei fumetti. Due variabili che poco e niente hanno a che fare con i flussi dei voti. Per i motivi che ho elencato e per molti altri ancora... Anche se poi la sensazione è che certe scelte editoriali, che sarebbero commercialmente molto azzeccate, non vengono fatte (o magari non vengono fatte fino in fondo) proprio per non scontentare un certo tipo di elettorato, che magari si reputa tradizionalmente maggioritario nel nostro Paese...

E forse anche per paura che certe scelte possano essere strumentalizzate proprio a livello politico, portando a tutta una serie di conseguenze negative, come peraltro è già successo in passato. Ad esempio, qualche anno fa, con la copertina di Topolino che avrebbe dovuto essere dedicata ala strage di Charlie Hebdo (CLICCATE QUI).

Il che, però, fa sorgere un inquietante interrogativo. Forse, più che da una  paura di scontentare un certo tipo di elettorato, le scelte del fumetto italiano nascono per essere delle strategie di sopravvivenza finalizzate a non indisporre chi è stato eletto e i suoi più accaniti sostenitori, anche se di solito non leggono fumetti?

Difficile rispondere... Probabilmente si tratta di un mix di cose. Sia come sia la sensazione è che un certo tipo di fumetto italiano non riesca proprio ad emanciparsi da questo tipo di valutazione (o di timore), con tutta una serie di conseguenze che lo allontanano dal suo pubblico potenziale, soprattutto giovanile, e che non fanno bene al settore in generale... E oltretutto, a ben guardare, i risultati elettorali - per un editore di fumetti - risultano falsati a prescindere. In Italia risiedono regolarmente oltre 5 milioni di stranieri: tutte persone che NON hanno diritto di voto e che nelle elezioni risultano invisibili anche se rappresentano l'8,5 della popolazione residente (CLICCATE QUI). Poniamo anche che non tutti leggano in italiano o siano interessati ai fumetti per una questione culturale: quanti editori italiani hanno mai pensato - ad esempio - ai potenziali lettori "stranieri" fra i bambini nati in Italia? E alla rappresentatività degli stranieri nei fumetti realizzati in Italia, al di là di qualche tocco esotico e/o politicamente corretto?

Sono tutte cose che, forse, meriterebbero un'analisi che va al di là dei risultati elettorali...
Anche se poi nessuno osa farla davvero, forse anche perchè sa che la risposta potrebbe non piacergli.

Voi cosa ne pensate?

mercoledì 22 maggio 2019

FUMETTI DI CLASSE

Ciao a tutti, come va?

Alla galleria Comic Art Factory di Bruxelles (una galleria d'arte specializzata in fumetti), dal 17 maggio al 6 luglio si terrà un'esposizione delle tavole originali di Howard Cruse, uno dei capostipiti del genere  gay comix (i fumetti gay underground americani, non necessariamente a tema erotico, che hanno iniziato a farsi timidamente avanti dagli anni Sessanta in poi). Ovviamente le tavole sono tutte in vendita, e hanno un prezzo che va dagli 800 ai 1600 euro, ma alcune possono essere acquistate in versione combinata, risparmiando qualcosa. Se volete saperne di più su questa esposizione e/o sulla location del tutto potete CLICCARE QUI. Ad ogni modo pare che sia la prima volta che in Europa viene dedicata una mostra ad Howard Cruse, che ovviamente non poteva mancare al vernissage...

D'altra parte, in Europa, non è poi così conosciuto (anche perchè dalle nostre parte i fumetti gay hanno iniziato a trovare spazio in tempi e modi molto diversi rispetto agli USA, e i suoi fumetti gay sono sempre stati strabordanti di riferimenti culturali e storici molto legati alla comunità gay americana, che probabilmente hanno sempre intimorito gli editori europei)... In Italia penso che si sia visto solo in occasione della pubblicazione del romanzo grafico "Figlio di un preservativo Bucato" e sui (pochi) numeri dell'antologia HAPPY BOYS (poi HAPPY BOYS & GIRLS), che in un'epoca editorialmente più stimolante avevo curato per la defunta Coniglio Editore... Comunque se volete maggiori informazioni su Howard Cruse CLICCATE QUI.

Quindi il fatto che una galleria d'arte di Bruxelles (sigh!) specializzata in fumetti abbia deciso di dargli spazio, soprattutto alla luce della grande considerazione di cui gode il fumetto in Belgio, ha un certo significato simbolico... Soprattutto se si considera che si è scelto di inaugurare la mostra in occasione della giornata internazionale contro l'omotransfobia.

Probabilmente prima di vedere in Italia un'iniziativa fumettistica di qualche tipo a cavallo di questa data (se mai si vedrà) dovrà passare ancora un po' di tempo, però sicuramente quello che sta succedendo a Bruxelles è un buon segno, che fa ben sperare per il futuro. Nel frattempo, presso il British Museum (che non è proprio una location qualsiasi) si sta per inaugurare una mostra dedicata al mondo dei manga (se vi interessa è dal 23 maggio al 26 agosto), e fra gli artisti presenti c'è anche Gengoroh Tagame, che proprio in questi giorni è stato invitato a Londra dagli organizzatori per le interviste coi giornalisti... 

Il fatto che la mostra di Howard Cruse e l'ennesimo riconoscimento all'arte di Gengoroh Tagame, con relative trasferte degli autori, si stiano tenendo proprio in questi giorni mi ha dato modo di riflettere su una questione abbastanza banale, di cui però si parla molto poco... Ovvero l'impressionante, gigantesca, mole di fumetti a tematica gay che in Italia non sono mai arrivati (e non stanno arrivando) in nessuna forma. E, più in generale, l'impressionante mole di fumetti che - in Italia - non hanno l'opportunità di confrontarsi col pubblico giusto e nel modo giusto... Anche solo per il fatto che il loro pubblico potenziale non si sovrappone necessariamente a quello dei collezionisti o dei fumettari propriamente detti, mentre le case editrici italiane - spesso e volentieri - anche quando ci sono di mezzo temi innovativi o poco battuti danno per scontato che sia così... E non investono davvero sul recupero di nuovo pubblico potenziale, magari tramite pubblicazioni su misura per chi non spende e spande in fumetteria o in libreria...

E la cosa risulta particolarmente interessante, comunque, nel caso dei fumetti a tematica gay... Anche perchè adesso - a differenza di quanto avveniva dieci o venti anni fa - i tempi potrebbero essere maturi per una loro maggiore diffusione... Anche nel caso degli storici fumetti di Howard Cruse, ad esempio, soprattutto considerando che le dinamiche e le situazioni dei gay americani che descriveva lui nei suoi fumetti di qualche decennio fa sono diventate davvero molto simili a quelle che stanno affrontando i gay italiani oggi... Al netto del diverso contesto storico (per cui servirebbero abbondanti note esplicative, e se qualche editore non sapesse a chi rivolgersi per non fare disastri potrebbe sempre chiedere a qualcuno che sa di cosa si sta parlando... Coff... Coff..) sono abbastanza sicuro che i lettori italiani li apprezzerebbero... Soprattutto se venissero presentati in un'edizione economica ed abbordabile... E magari NON diretta da subito al mercato dei collezionisti...

E penso che questa riflessione sia quanto mai attuale se si considera la deriva collezionistica degli ultimi anni, che probabilmente sta iniziando a sfiorare il feticismo fine a se stesso. Per capire meglio cosa intendo e cos'è un feticismo riporto la descrizione da Wikipedia:

"Il feticismo è una parafilia consistente nello spostamento della meta sessuale dalla persona viva nella sua interezza a un suo sostituto; ciò che la sostituisce può essere o una parte del corpo stesso, una qualità, un indumento, un'azione o qualsiasi altro oggetto inanimato. In sostanza, quindi, il feticista è colui che prova attrazione sessuale per qualcosa che fuoriesce dai canoni della sessualità tradizionale che presuppone i genitali quali oggetti libidici primari.
La quinta edizione del sistema DSM distingue il comportamento feticistico, che non causa alcun detrimento alla vita sociale e relazionale del soggetto, dal disturbo feticistico vero e proprio il quale è connotato da una compulsione e da un significativo disagio clinico.
Il feticismo è normalmente caratterizzato da una supervalutazione psicologica dell'oggetto sessuale che si estende a ogni cosa a esso associato. Un certo grado di feticismo rientra abitualmente nell'ambito della sessualità normale, specialmente quando il desiderio di intrattenere un rapporto sessuale con la persona amata non è immediatamente esaudibile (così, ad esempio, chi si trova lontano dalla persona amata può assurgere a feticcio un indumento intimo di colei/colui). La condizione diventa patologica solo quando il feticcio arriva a sostituirsi completamente al coito, o a maggior ragione, quando esso si distacca da qualsiasi determinata persona e diventa per sé solo l'oggetto sessuale."

Ora: non so se qualcuno ha mai provato a riportare questo comportamento nell'ambito degli appassionati di fumetti, ma personalmente ho sempre pensato che - perlomeno in alcuni casi - il parallelismo fosse notevole.

Nel senso che, col tempo, da parte di una certa editoria a fumetti è stata messa in atto una strategia (più o meno consapevole) finalizzata a trasformare i semplici fruitori di storie a fumetti in collezionisti, per poi puntare a renderli dei feticisti... Più interessati alla confezione e all'edizione di prestigio che non alla storia a fumetti in quanto tale... Anche perchè, generalmente, le storie a fumetti non vengono concepite per avere un'edizione super lussuosa... E generalmente il prezzo di un fumetto sale in proporzione alla sua rarità, alla sua età e al suo valore simbolico...

Poi, ovviamente, se a delle storie inizialmente pubblicate in edizioni molto misere viene data una seconda possibilità su carta più pregiata e durevole, che rende al meglio i colori (magari se si tratta di fumetti dipinti o realizzati con tecniche particolari) non c'è nulla di male. Così come non c'è niente di male se qualcuno si appassiona particolarmente ad una certa serie ed è disposto a ricomprarla tutta in un'edizione da collezione più curata e resistente, e che magari è più facile da conservare in libreria. Se però si inizia a riproporre storie già viste e riviste in nuove edizioni particolarmente lussuose, o se in Italia si propongono raccolte di storie - inizialmente concepite all'estero come economiche - direttamente in versione extra lusso... Allora, forse, qualcosa a monte non funziona più tanto bene... A meno che non ci sia dietro l'intenzione di puntare sui clienti danarosi nella speranza di creare un mercato per i lettori feticisti (e possibilmente abbienti), per cui è più  importante possedere un'edizione lussuosissima (e forse anche un po' stramba) di una storia, che magari conoscono e possiedono già in varie vesioni, che non leggere storia in quanto tale.

Probabilmente, in questo senso, abbiamo raggiunto una nuova vetta qualche giorno fa, quando è stata annunciata una nuova ristampa del romanzo grafico Daredevil - Amore e Guerra, da parte di Panini. Il volume, di grande formato, è contenuto in una scatola magnetica a sua volta racchiusa in un cofanetto di cartone ed è stampato su carta serigrafata da 140 grammi, pensata per la stampa di libri d’arte. Le pagine sono a loro volta realizzate con effetti speciali: il personaggio di Daredevil è stampato con una resa che al tatto risulta ruvida, così come i vestiti di Kingpin. Inoltre è compreso un certificato di autenticità firmato dal direttore editoriale di Panini Comics Marco M. Lupoi, dal direttore di mercato di Panini Alex Bertani e da Bill Sienkiewicz. L’edizione è tirata in 300 copie, costa 500 euro ed è stata presentata al Lake Como Comic Art Festival , per poi essere venduta dal 30 maggio sul sito di Panini Comics e in fumetteria. Qui è mostrato in un video.

Due righe per parlare del Lake Como Comic Art Festival. Sul modello di alcune iniziative simili  viste all'estero, si è trattato di una convention fumettistica ricca di ospiti internazionali, ma per pochi eletti. Potevano prenotarsi solo 1000 visitatori, acquistando biglietti che andavano dai 125 ai 450 euro (+ i costi di servizio). In realtà, poi, l'evento di per sè non si presentava in maniera poi così diversa da una classica convention fumettistica (foto sotto). Ora: al di là del fatto che associare il concetto di fumetto ad eventi di questo tipo mi sembra un po' un ossimoro, e al netto del fatto che non c'è niente di male ad organizzare eventi fumettistici solo per chi se li può permettere, mi viene il dubbio che - visto l'andamento generale - qualcuno stia iniziando a pensare che i fumetti siano destinati a diventare un bene di lusso... E che si stiano iniziando a fare esperimenti in questo senso... Con tutta una serie di conseguenze a catena che, al momento, faccio molto fatica ad immaginarmi. Parere personale: l'idea di trasformare una forma narrativa assolutamente democratica in qualcosa di classista mi spaventa un po'...

In questo momento ho di fronte a me la prima edizione di Amore e Guerra (pubblicata negli USA nel 1986 e arrivata da noi nel 1989 grazie alla Star Comics), e all'epoca l'avevo pagata 8000 lire. Era una somma onesta (anche se non si trattava di un'edizione propriamente economica), ma la carta rendeva giustizia alla storia e non ho mai avuto l'esigenza di ricomprarla in una qualche edizione cartonata o extra lusso. Poi, ovviamente, ognuno è libero di fare le sue scelte e di decidere come spendere i suoi soldi, però devo ammettere che - personalmente - l'idea di inaugurare in Italia un mercato di ristampe per i feticisti del fumetto (e magari pernsate per eventi elitari), piuttosto che provare a ricreare un mercato di edizioni super economiche con fumetti più attuali e perlomeno inediti, mi lascia abbastanza perplesso. Soprattutto se si considera che, in realtà, tramite le serie TV di ultima generazione c'è un'enorme fetta di pubbico potenziale che sarebbe già predisposta mentalmente ad avvicinarsi al mondo dei fumetti seriali... Sempre che venissero proposti nel modo giusto, ad un costo competitivo e con dei contenuti paragonabili a quelli delle suddette serie... Anche perchè, a differenza delle serie prodotte per la TV, i fumetti seriali corrono molti meno rischi di deludere il pubblico nel lungo periodo, visto che non devono sottostare a tutta una serie di dinamiche - tipiche delle produzioni televisive - che possono compromettere gli sviluppi delle trame e la caratterizzazione dei personaggi...

Ovviamente anche il mondo del fumetto non è esente da rischi e incidenti di percosrso, ma a fronte di meno variabili in campo i rischi sarebbero comunque inferiori (anche se ovviamente tutto dipende dagli autori coninvolti). Eppure, negli ultimi anni, sembra proprio che le parole chiave del mondo del fumetto italiano siano "ristampa", "collezionista", "graphic novel", "classico" e poco altro... Anche se poi, nel mondo reale, le cose vanno avanti ad un ritmo sempre più serrato, i gusti del pubblico cambiano e si rinnovano, e il marcato estero accumula tonnellate di fumetti interessanti che in Italia restano inediti perchè si preferisce puntare su cose già viste e riviste, magari in edizioni a tiratura limitata da 500 euro. Poi, ovviamente, se uno vuole spendere 500 euro per un romanzo grafico (e se un'editore punta su questo mercato) non c'è niente di illegale, però sono cose che fanno riflettere.

Soprattutto se si considera che la sensibilità generale, negli ultimi anni, è cambiata tantissimo e adesso si potrebbero aprire le porte ad una nuova idea di fumetto, più fresca e inclusiva. E probabilmente in grado di avere un maggiore appeal sul nuovo pubblico di oggi. Però la sensazione è che al primo posto continui ad esserci il pubblico di ieri, possibilmente con qualche ossessione collezionistica/feticistica e con un buon conto in banca.

Alla prossima.

venerdì 10 maggio 2019

QUALCHE DEDUZIONE...

Ciao a tutti, come va?

Nel mondo degli appassionati di fumetti italiani, molte volte, si cerca di rendere meno pesante l'analisi della situazione delle vendite nel nostro paese sostenendo che la crisi dei fumetti è un fenomeno di portata globale, e  le poche volte che qualcuno (tipo il sottoscritto) suggerisce che è una questione di approccio e contenuti, più che di un accanimento del destino, generalmente gli viene risposto che negli USA le aperture nei confronti delle minoranze o dei temi alternativi non hanno contribuito a salvare la situazione o a favorire il ricambio generazionale... E che quindi è comunque meglio proseguire con le solite strategie. La domanda, quindi, è la seguente: le cose stanno proprio così?

Per capire un po' meglio l'andazzo della situazione potrebbe essere interessante partire dal sito COMICHRON, che da anni raccoglie tonnellate di dati (anche relativi ai decenni passati), per offrire pagine e pagine di tabelle e matariale vario per quanti vogliono analizzare il mondo del comics americano, e il suo andamento, da un punto di vista più propriamente statistico... Comunque, di recente, ha pubblicato una serie di tabelle relative all'andamento delle entrate del settore... E, a quanto pare, salvo una lieve flessione nel 2017, il trend è stato in crescita...

Certo qualcuno potrebbe pensare che il maggiore guadagno è dovuto alla crescita dei prezzi delle uscite mensili, ma se si controllano le percentuali di vendita il comparto in maggiore crescita è quello delle graphic novel... Mentre il canale di distribuzione in maggiore crescita è quello delle librerie (che non distribuisce i singoli albi, ma le loro edizioni raccolte in formato paperback).


Se poi si guardasse all'andameno dei guadagni dal 2003 a oggi verrebbe confermato un trend in crescita, fatto salvo il 2017 (come già detto sopra)...

Ovviamente questi dati si possono leggere in mille modi, ma penso che sia interessante notare che il calo dei guadagni è coinciso con una politica editoriale che, almeno nel caso di alcuni editori, ha iniziato a ridimensionare la presenza di personaggi e tematiche relative alle minoranze, a seguito di polemiche che a volte sembravano montate ad arte... Anche perchè se la MARVEL inizia a cambiare atteggiamento perchè le fumetterie si lamentano del calo di vendite, senza calcolare l'apporto delle vendite online di colossi come AMAZON (giusto per dirne una), viene il sospetto che effettivamente ci fosse dietro tutt'altro (come ho spiegato in varie occasioni, ad esempio QUI). Oltretutto il sito COMICHRON riporta come buona parte della ripresa registrata quest'anno sia da attribuire alle vendite dei fumetti per lettori (e lettrici) molto giovani... Fumetti che, guardacaso, puntano in modo crescente anche sull'inclusione delle minoranze (etniche, sessuali, religiose e quant'altro)...

Sarà solo una coincidenza? Ovviamente non sta a me dirlo, però è un dato di fatto che in Italia i fumetti per ragazzi, anche in casi molto recenti, hanno sempre preferito evitare di affrontare certi argomenti, se non - forse - giusto da un punto di vista prettamente estetico (della serie: includiamo delle minoranze etniche, ma facciamo finta che non lo siano e che questo sia un elemento irrilevante ai fini della storia), chiudendo prima del tempo. Comunque, a riprova del fatto che i gusti del giovane pubblico possono avere un ruolo determinante nelle vendite di un determinato titolo, il sito COMICHRON dedica una pagina all'analisi delle vendite di Superman dal 1965 al 1987 (CLICCATE QUI), rendendo noto che è passato da una tiratura mensile di 1.179.000 nel 1965 a una ben più modesta tiratura di  111.309 copie nel 1984. E questo ben prima degli smartphone, del boom delle consolle, di internet e di tutte quelle giustificazioniche oggi vanno tanto di moda... Molto semplicement:e Superman era un fumetto concepito per i bambini di un certo periodo storico, e nel 1984 non rispecchiava più i gusti dei bambini come avveniva nel 1965...

E infatti nel 1985/1986 è stato aggiornato e ha inziato riprendersi fra alti e bassi, puntando su fasce di pubblico differenziate, ma questa è un'altra storia... Il succo del discorso, comunque, è che magari una visione d'insieme un po' più ampia non guasterebbe, e nemmeno un po' di sana autocritica in più. Cosa che in effetti, di tanto in tanto, negli USA produce dei risultati interessanti, che contribuiscono a mantenere ancora il settore ben vivo... Anche fra i giovanissimi. Cosa che non bisognerebbe dare affatto per scontata...

E comunque, al netto dei dati qui riportati, sarebbe interessante riuscire a valutare l'impatto che i siti pirata hanno sulla diffusione e la popolarità di determinati fumetti... Nel senso che, se da un lato non favoriscono il settore in quanto tale, d'altro canto garantiscono una diffusione capillare e globale di personaggi, titoli e serie a livelli impensabili fino a qualche tempo fa... Contribuendo indirettamente ad avvicinare al linguaggio del fumetto una vasta platea - anche molto giovane - che al momento è impossibile quantidicare... Se poi nel lungo periodo questo si rivelerà più positivo o deleterio ce lo dirà il tempo.

Quel che è certo è che il sito GAYLEAGUE  continua puntualmente a fornire un elenco di anticipazioni di interesse LGBT, ottenuto scartabellando i cataloghi della Diamond... E, giusto per fare un esempio, solo per il mese di giugno 2019 il sito segnala CENTINAIA di titoli (anche se, per correttezza, bisogna dire che segnala anche le ristampe, le riproposte e le produzioni che hanno degli autori LGBT o LGBT friendly)....




Tutta questa abbondanza di titoli LGBT, ad esempio, sta facendo bene al mondo del fumetto americano? Chissà... Sicuramente male non gli fa, e se titoli di questo tipo continuano ad uscire è anche perchè quelli precedenti non sono andati poi così male in fatto di vendite. E in ogni caso attirano la curiosità del pubblico. E d'altra parte è anche vero che gli annunci di un cambio di rotta da parte di alcuni editori intorno al 2017, dati alla mano, potrebbe non essere stata una mossa intelligente a livello di marketing...

E forse è anche per questo motivo che, più recentemente, ci sono stati diversi ripensamenti in questo senso... Anche se non sono trapelati comunicati ufficiali al riguardo... E d'altra parte sarebbe anche abbastanza ridicolo se, ad esempio, la MARVEL mantenesse una posizione conservatrice mentre i MARVEL STUDIOS stanno puntando ancora - e con grande successo - sull'inclusione delle minoranze nei loro titoli di maggior successo... Con tanti di annunci roboanti a proposito dell'inclusione di supereroi dichiaratamente omosessuali nel MARVEL CINEMATIC UNIVERSE...

Per non parlare poi di quello che succede - con una frequenza impensabile fino a pochi anni fa - nel mondo delle serie televisive, sia animate che da vivo. Un mondo in cui, ad esempio, è tornato a comparire con successo John Constantine (sempre interpretato da Matt Ryan) in versione bisessuale (come si era visto nei fumetti DC Comics), dopo che la sua precedente serie - che scelse di NON approfondire l'argomento - si rivelò un flop...

Sono tutte cose che fanno perlomeno riflettere... Anche perchè, alla luce di tutto questo scenario, si fa sempre più fatica a comprendere alcune scelte portate avanti con ostinazione dal fumetto italiano... Però di questo, probabilmente, tornerò a parlare un'altra volta.

Alla prossima.

venerdì 3 maggio 2019

TENDENZE DI OGGI...

Ciao a tutti, come va?

Come avrete notato i post su questo blog si sono rarefatti, ma volevo tranquillizzarvi sul fatto che non ho intenzione di fermarmi, e che non appena possibile tornerò ad essere più assiduo. Anche se a quanto pare, per come si sta evolvendo il metodo di fruizione dei contenuti online, i blog come il mio stanno un po' passando di moda. Anche perchè qui non trovate solo un elenco delle novità a tema LGBT, ma ci trovate anche e soprattutto delle opinioni e delle analisi che non fanno sconti a nessuno.

E forse, considerando che spesso e volentieri mi permetto di fare dei confronti fra quello che succede in Italia e quello che succede altrove, mi rendo anche conto che - siccome la situazione in Italia è quello che è - tante volte i miei contenuti risultano un pochino... Come dire... Avvilenti... E siccome su internet tanta gente viene nella speranza di staccare la spina, posso capire che sia una scelta un pochetto impopolare, anche perchè a volte anche a me sembra di infierire e di sparare sulla crocerossa. Però, dal momento nessuno (o quasi)  sembra voler fare i conti con questa realtà, non me la sento di cambiare tono e di fare finta che tutto vada bene e trullalero trullallà...

Anche perchè ho sempre la segreta speranza che - continuando a rompere le scatole - le cose possano cambiare, e ogni tanto - pare - che le cose possano iniziare leggermente a cambiare sul serio (anche se poi non ho la minima idea di quanto possa essere stato determinante il mio eventuale apporto). Se, ad esempio, controllate le copertine di Topolino nuova gestione che si sono susseguite dall'inizio dell'anno ad oggi (CLICCATE QUI), noterete che - per la prima volta dopo anni - per oltre quattro mesi non si è vista una sola copertina a tema calcitstico o con qualche personaggio famoso in versione paperizzata... Anzi, il prossimo numero sarà presente anche con un edizione speciale dedicata al Salone del Libro di Torino!

Che magari sembrerà una cosa da poco, ma visto l'andazzo degli ultimi anni  davvero una presa di posizione importante... Che forse sottolinea come la nuova gestione abbia davvero intenzione di cambiare rotta. Considerando la mia personale crociata per la sensibilizzazione nei confronti delle copertine di Topolino direi che è un buon segnale, anche se si tratta di un piccolissimo passo nella ricucitura del rapporto col pubblico... E comunque bisogna considerare che il pubblico potenziale, quello di oggi, vive sullo stesso pianeta in cui Disneyland Paris sta per organizzare il suo primo Magical Pride... Dove probabilmente si vedranno tanti personaggi Disney sfilare per la prima volta con completini arcobaleno e via dicendo...

Il Topolino italiano avrà il coraggio di dedicargli un servizio? Staremo a vedere... Di sicuro manca poco e io proverò a monitorare la situzione (anche per quel che riguarda l'eco dell'evento su Le Journal de Mickey, non temete!). E d'altra parte il marchio Disney non è associato solo al Magical Pride o alla presenza (ufficiale) del marchio (e dei dipendenti) Disney nei Pride di diverse città del mondo, ma è anche quello che ha iniziato a inserire personaggi gay minorenni nelle sue produzioni per ragazzi...

Ed è la stesso che non si è fatto problemi ad inserire il cameo un personaggio omosessuale durante la seduta di counseling gestita da Capitan America nel superfilm campione di incassi AVENGERS ENDGAME... Un personaggio che doveva superare la scomparsa del proprio compagno e che oltretutto è stato interpretato da uno dei due registi del film, Joe Russo...

E considerando che alla fine AVENGERS ENDGAME è stato progettato per essere un prodotto per famiglie direi che non c'è molto da aggiungere. A parte, forse, il fatto che è sempre più evidente che non si tratta più di una questione di inserimento politically correct di minoranze, ma di un tentativo di rappresentare in maniera più credibile la realtà di oggi. Quella, appunto, in cui si muove il nuovo pubblico. Un pubblico sempre più globalizzato, e di cui - a quanto pare - l'entertainment italiano non riesce ancora a farsi una ragione. Anche perchè l'entertainment è un settore sempre più globalizzato, ma a livello locale i media risentono - ovviamente - di dinamiche molto specifiche... Tant'è che, per fare un esempio molto banale, negli USA il TIME può dedicare una copertina ad un aspirante candidato democratico alle prossime elezioni americane, Pete Buttigieg, che posa con suo marito...

Una cosa che in Italia, allo stato attuale dei fatti, sarebbe perlomeno improbabile... Anche perchè nessuna formazione politica lascerebbe spazio ad un candidato dichiaratamente gay, per paura di compromettersi agli occhi dell'elettorato più anziano... E queste sono un po' le dinamiche che si riflettono anche in buona parte dell'entertainment prodotto in Italia (fumetti compresi), nonostante vengano importate massicciamente produzioni che arrivano da nazioni che da questo punto di vista sono più evolute e inclusive...

E infatti è solo una questione di tempo prima che anche in Italia arrivino le puntate della seconda stagione di She-Ra prodotta da Netflix, quella in cui sono stati introdotti i due padri di Bow... Uno dei personaggi principali della storia (e che è ben noto, nella sua versione classica, a chi seguiva la serie originale negli anni Ottanta... Che forse qualcuno avrà "riconosciuto" nel design di uno dei due padri di cui sopra).

Per dirla tutta: si tratta della prima volta che viene introdotta una famiglia omogenitoriale, composta da due padri, in una serie animata che ha un taglio prevalentemente avventuroso. In una puntata in cui, oltretutto, si gioca comunque sul concetto di coming out, dato che Bow non ha mai detto ai suoi genitori che è un guerriero e che invece di proseguire i suoi studi ha scelto di unirsi alla ribellione di Etheria contro le armate di Hordak... Finendo poi per raccontare tutto e per farsi accettare per quello che è. Insomma: nella puntata in questione il tema importante non è l'omosessualità dei due genitori di Bow (per la quale nessuno batte ciglio), ma il fatto che lui non è comunque stato sincero con loro, a proposito di un argomento che non ha niente a che fare con la sua sessualità, per paura di tradire le loro aspettative... A riprova del fatto che i coming out sono importanti a prescindere dal discorso dell'orientamento sessuale...

E comunque, per la cronaca, bisogna anche dire che queste prime sette puntate della nuova stagione (le ultime verranno trasmesse a fine anno), hanno puntato i riflettori anche sul sentimento, non ricambiato, che prova Skorpia per Catra... Esplicitando il suo tormento interiore ad un livello che probabilmente non si era mai visto in una serie per ragazzi occidentale... E che probabilmente ha sorpreso anche gli estimatori della serie storica degli anni Ottanta (in cui le due, fondamentalmente, erano in perenne competizione e si disprezzavano apertamente). Non male.

Ad ogni modo a questo punto è evidente che le sottotrame LGBT diventeranno un tratto caratteristico di questa saga, e considerando che probabilmente nelle prossime puntate si inizierà a fare luce sulle origini di Adora e sul suo legame col pianeta Eternia, magari in un futuro non troppo lontano vedremo questi temi trovare posto anche in un'ipotetica rivisitazione delle avventure di He-Man... E potrebbe essere davvero molto interessante verificare come potrebbero essere gestite in un mondo popolato da maschioni che anche in tempi non sospetti sembravano uscire da un party gay... E che in effetti, in anni più recenti, hanno anche ispirato dei party gay...

Staremo a vedere. Sicuramente nel frattempo bisogna prendere atto che certe tematiche sono sempre più presenti a tutti i livelli dell'entertainment, e sono presenti nella loro accezione più moderna e inclusiva, anche e soprattutto quando si tratta di produzioni per tutti, in particolare se si rivolgono ai più giovani. Anche perchè i giovani di oggi non sono i giovani di ieri o di ieri l'altro, e vivono nel mondo di oggi. Anche per questo, lo ammetto, in questo periodo mi risulta particolarmente stridente l'annuncio della casa editrice Bonelli di rilanciare - per l'ennesima volta - la linea Bonelli Kids sotto forma di volumi da libreria...

Personaggi già avulsi da ogni contesto giovanile nella loro versione adulta, ridotti a mascotte promozionali che - fondamentalmente - non hanno niente da dire e non sono mai riusciti neanche nell'impresa per cui erano stati progettati, e cioè agguantare giovani lettori da dirottare fra qualche anno sulle collane tradizionali da cui traggono ispirazione. Viene quasi il sospetto che questa ultima iniziativa libraria sia stata progettata assieme alle strip, e che per contratto con gli autori la casa editrice fosse vincolata a pubblicarli nonostante il flop generale del progetto... Altrimenti davvero non se ne capirebbe il senso... A meno che qualcuno non speri davvero che nella versione da libreria questi personaggi possano raggiungere un pubblico diverso... Cosa che magari è pure possibile, ma che sottovaluta ampiamente il fatto che il settore per ragazzi delle librerie è già strabordante di cose meravigliose, con cui i Bonelli Kids non possono assolutamente competere... Anche perchè, a differenza di altri personaggi di successo che inondano le liberie, non sono nati per i bambini, ma per far conoscere ai più piccoli dei personaggi che - nella loro versione standard - rischiano di soccombere di fronte al mancato ricambio generazionale...

E comunque la situazione dalle parti della Bonelli sembra non essere rosea a prescindere, perlomeno a giudicare dal fatto che - dopo anni in cui ha tentato di rilanciarsi puntando su personaggi nuovi (che però, nascendo vecchi, hanno floppato in maniera abbastanza vistosa), pare concentrarsi sul recupero di alcuni personaggi che a suo tempo aveva abbandonato per via del calo dei lettori... Probabilmente qualcuno deve avere notato che quelli che una volta sembravano numeri insoddisfacenti adesso farebbero tirare comunque una boccata d'aria... E così è partita una sorta di operazione recupero, evidentemente finalizzata a riacchiappare quei lettori che, forse, avevano lasciato la casa editrice dopo la conclusione di alcune serie. Per ora si parla del ritorno di Mister No, Magico Vento e Napoleone, ma qualcosa mi dice che questo è solo l'inizio...



Quindi, piuttosto che ripensare alle strategie per lanciare nuove idee, puntando magari su un rinnovamento generale del parco autori, si è pensato bene di ripiegare sul passato... Una strategia sicuramente legittima, ma che probabilmente non farà altro che accelerare il disinteresse da parte dei nuovi lettori potenziali... Tra l'altro, giusto per confermare la propria fiducia nelle sue strategie tradizionali, la casa editrice ha pensato di mettere in cantiere anche una storia dedicata a Leonardo da Vinci... In vesione investigatore...

E ha pensato bene di affidarla alle sceneggiature di Giuseppe De Nardo, già responsabile del volume che la casa editrice dedicò a Caravaggio nel 2014 (CLICCATE QUI e QUI), e dal quale si pensò bene di omettere qualsiasi riferimento esplicito alla sua omosessualità, o perlomeno bisessualità... Adesso che con Leonardo avrà a che fare con qualcuno che ha subito una denuncia per sodomia (che si concluse con un non luogo a procedere solo perchè era anonima) e su cui ci sono molti indizi più circostanziati (CLICCATE QUI), nonchè una perizia psicologica postuma fatta persino da Sigmund Freud, sarà molto interessante verificare cosa salterà fuori... Anche se ho come il vago presentimento che, anche in questo caso, si manterrà un prudenziale silenzio su tutti i risvolti più ambigui del personaggio... Anche perchè quest'anno si ricordano i 500 anni dalla sua morte, e magari potrebbe essere ritenuto sconveniente ricordare dei "piccoli" dettagli come la sua passione per il giovane Gian Giacomo Capriotti...

Della quale, comunque, si parlò in maniera molto esplicita e dettagliata persino nella miniserie che gli dedicò la Vertigo nell'ormai lontano 1995... Una bella miniserie che a tutt'ora resta inedita in Italia, e anche questo non mi stupisce... E se a chi detiene i diritti Vertigo/DC Comics in Italia, magari dopo essere accidentalmente passato da queste parti, venisse in mente di farci un pensierino non sarebbe male...

E qui si torna al punto di partenza: se negli USA l'omosessualità di Leonardo da Vinci non era considerata un tabù già ventiquattro anni fa, e se avessimo la conferma che per il fumetto italiano anche oggi è un problema parlarne, probabilmente non sarebbe un buon segnale...

Soprattutto considerando che, come si è visto, a livello di entertainment l'omosessualità non è più considerata un tabù a prescindere dalla sua associazione a Leonardo da Vinci... E non è più considerata un tabù assoluto nemmeno nelle produzioni che si rivolgono ai più giovani, che tra l'altro - a differenza di quanto fanno certi editori storici italiani -  ne offrono una rappresentazione molto inclusiva e non necessariamente connotata in maniera negativa.

E d'altra parte, come ho scritto più volte (ma è sempre bene ripeterlo), la rappresentazione dell'omosessualità è un'ottima cartina di tornasole per valutare in generale i contenuti e l'approccio dell'entertainment che mira a rivolgersi al pubblico di oggi... E non a quello di ieri, o dell'altro ieri... Che probabilmente dopodomani non ci sarà più...

Quindi, arrivati a questo punto, direi che i fatti si commentano da soli.

Alla prossima.