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sabato 31 dicembre 2011

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e a tutte, e ovviamente AUGURI DI BUON ANNO A TUTTI!
Per l'aggiornamento dellultimo giorno dell'anno ho voluto scegliere un cantante gay dichiarato speciale, e infatti la mia scelta è ricaduta su James Whiteside, meglio noto col nome di JbDubs...
Che cos'ha di tanto particolar erispetto a tanti altri suoi colleghi altrettanto carini? Beh JdDubs/James, oltre ad essere un cantante gay fuori come un balcone è anche il primo ballerino del teatro dell'opera di Boston dal 2008! Mica bubbole! E, per la cronaca, il suo ruolo preferito è quello di Albrecht in Giselle...
Che dire? Un personaggio molto educativo... Soprattutto per un paese come il nostro, dove i primi ballerini dei teatri più importanti non hanno mai il coraggio di dichiararsi, e quando si dichiarano - magari all'estero - ritrattano prontamente... Comunque se parlo di questo artista in questa sede lo faccio in quanto cantante e cantautore di brani che lui definisce: "qualcosa che arriva quando l'arcobaleno si sbronza e vomita"... Brani come quello seguente, che è già diventato un cult su internet, e in cui il primo ballerino del balletto di Boston da prova di essere bravissimo anche sui tacchi...

Complimenti davvero a lui e ai suoi coleghi... Peccato che anche nei veglioni italiani più gay e trasgressivi nessuno se lo calcolerà... Ma magari nel 2012 qualcosa cambierà... Chi può dirlo?
AUGURI A TUTTI!

martedì 27 dicembre 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Avrei voluto concludere l'anno in bellezza, ma temo che almeno questo post avrà dei toni un po' uggiosi, visto che devo darvi una brutta notizia, anche se in effetti si tratta di una brutta notizia abbastanza prevedibile...
Di cosa sto parlando? Riassunto delle puntate precedenti: se seguite assiduamente questo BLOG saprete che in Australia vive il simpatico Masahiko Takagi (che vedete nella foto qui sotto, di fianco a Gengoroh Tagame), che da qualche anno a questa parte si è messo in testa di promuovere la bara art (l'illustrazione omoerotica giapponese) e i suoi artisti nel mondo occidentale, attraverso la vendita di originali e l'allestimento di mostre.
Dopo essere diventato presenza fissa in Australia (anche nelle manifestazioni gay più importanti) ha deciso di spingersi un po' più in là e ha iniziato ad esportare le mostre dei suoi artisti anche in Francia (a Parigi) e in Svezia... E neanche tanto tempo fa dava per certo un suo allestimento a Milano, dove diceva già di avere dei contatti.
Devo essere sincero: sapendo com'è l'ambiente gay milanese e come si muove avevo dei seri dubbi sul fatto che avrebbe potuto mettere in piedi una cosa del genere, ma speravo vivamente che Masahiko Takagi si fosse relazionato con qualche gallerista illuminato e competente, che fosse estraneo a certi ambienti. Senonchè stamattina l'ho trovato su facebook e - visto che di questa storia non se ne sapeva più nulla - gli ho chiesto delucidazioni... E lui mi ha detto che non porterà più le sue mostre in Italia come previsto, perchè la persona che si era offerta di seguire la cosa in Italia ha cambiato idea all'improvviso e senza dargli troppe spiegazioni... Quindi ora Masahiko Takagi ha deciso di concetrarsi sull'organizzazione di una mostra a Londra. Scommettiamo che lì riuscirà a fare tutto senza problemi, e che magari potrà contare sull'appoggio del quartiere gay di Soho?
Sia come sia ho voluto indagare un po', per capire meglio chi è stato responsabile di questo annullamento, e magari perchè. Così il buon Masahiko Takagi mi ha detto che il suo contatto in Italia era un collaboratore del mensile Pride, che aveva conosciuto di persona a Parigi, e che era rimasto molto stupito di come aveva cambiato completamente idea riguardo alla possibilità di portare la sua mostra a Milano... Così ho fatto un po' di indagini è ho scoperto che il collaboratore in questione era Marco Albertini, il segretario del mensile, un noto appassionato di fumetti che da diversi anni porta avanti la sua personale battaglia per la promozione del fumetto gay in Italia, con alterne sfortune... Infatti nei primi anni del 2000 collaborò con la Echo Communications, fu l'agente del fumettista Roy Klang e realizzò delle mostre per la Libreria Babele (quando ancora aveva una galleria)...
Tutte iniziative che purtroppo non ebberò un seguito. Più recentemente iniziò a collaborare con l'editore Il Dito e la Luna, riuscendo a portare in Italia FALLEN ANGELS di David Cantero... Anche se uscì un solo volume sui due previsti. Questa volta i miei ganci mi hanno informato che si era impegnato con Masahiko Takagi senza avere un posto certo in cui allestire il tutto. Inoltre, da quel che ho capito, Marco Albertini cercava una sede prestigiosa, magari in centro a Milano, e a quanto pare non è riuscito a trovarla... Prima riflessione: il fatto che sia stato coinvolto Marco Albertini dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che in Italia il mondo gay gira sempre attorno alle solite persone, e che queste persone - sapendo che fondamentalmente non hanno concorrenza - si possono permettere di fare le cose in maniera approssimativa senza paura di compromettersi troppo... Soprattutto se hanno all'attivo collaborazioni sicure di un certo rilievo.
In ogni caso, tornando alla mostra mai organizzata, mi verrebbe da pensare che chi ha voluto incaricarsi di portarla a Milano non aveva ben capito di cosa si trattava e su chi poteva collaborare con lui. Forse ha realizzato un po' in ritardo che la risicatissima scena culturale gay milanese non aveva gli spazi adeguati, o forse che non c'erano le persone giuste con cui collaborare... Chissà... Quel che è certo è che non ha chiesto un parere al sottoscritto, alla REN BOOKS o a una qualsiasi rete di appassionati di BARA... E così le cose hanno seguito un copione visto e stravisto, con grande gioia della scena culturale italiana, che anche questa volta ringrazia...
Morale della favola: anche stavolta niente mostra di arte omoerotica sul suolo italiano... E - ovviamente - non ne sono previste altre in tempi brevi. Vorrà dire qualcosa? Si accettano pareri. Di buono c'è che, se in Italia l'arte omoerotica non ha praticamente spazi, altrove ne trova sempre di nuovi mentre consolida quelli vecchi. In Germania, ad esempio, è uscito da poco l'ottavo numero di Mein schwules Auge (Il mio Occhio Gay), l'annuario dell'omoerotismo gay, pubblicato dalle edizioni Konkursbuch e ci tengo a precisare che si parla di omoerotismo e non di semplice pornografia. Nel senso che in queste 320 pagine ci sono servizi e articoli che parlano di fotografi, illustratori, pittori, scultori e persino fumettisti... Tant'è che in copertina c'è una bella foto del fotografo Rinaldo Hopf, che ha voluto immortalare un momento di tenera complicità fra un certo Christo e il fumettista Ralph Konig (che ormai in Germania è diventato un'icona gay a tutto tondo)...
Carini, vero? Evidentemente la stampa gay - quando si presenta nei tempi e nei modi giusti - può godere ancora di ottima salute anche senza essere esclusivamente free press che viene distribuita nel circuito dei locali che acquistano i suoi spazi pubblicitari. Peccato che davvero che in Italia sembra proprio che nessuno voglia investire sul serio in questo senso, anche se è anche vero che da noi - a differenza di quanto accade in Germania e in molte altre nazioni - la comunità gay non si è mai abituata ad usufruire di prodotti omoerotici di un certo livello, col risultato di non creare mai un vero e proprio mercato per questo tipo di iniziative editoriali. E adesso, con la concorrenza diretta di internet, è davvero molto improbabile che qualcuno abbia la forza e le capacità per recuperare il tempo perduto. Sia come sia, giusto per girare il dito nella piaga, l'annuario di quest'anno dedica ben sette pagine proprio a Gengoroh Tagame... Paese che vai, editoria che trovi... E, a proposito di editoria, volevo concludere il post di oggi con una segnalazione che magari vi riguarda poco, ma che trovo estremamente emblematica. Coniglio Editore, storica casa editrice con cui anche io ho avuto modo di collaborare per diversi anni, ha chiuso i battenti. Stando ai diretti interessati la situazione editoriale si era fatta troppo complessa, i circuiti distributivi troppo svantaggiosi e la concorrenza troppo spietata. Pur rispettando chi mi ha dato la possibilità di fare nuove esperienze lavorative mi permetto però di sottolineare che, essendo la Coniglio Editore un tipico editore "all'italiana", probabilmente ha risentito più di ogni altra cosa della sua scarsa capacità di stare al passo coi tempi, e di tenere in debito conto internet... E il fatto che se un editore compie degli errori, amministrativi o di altro tipo, al giorno d'oggi non passano più inosservati e creano una reazione a catena che a lungo andare allontana autori, lettori e possibilità... La speranza è che magari qualche nuovo editore faccia tesoro di questa esperienza e non commetta più gli stessi errori, soprattutto per quel che riguarda la pubblicazione di fumetti LGBT...
Coniglio Editore aveva a disposizione me come consulente editoriale, ad esempio, ma non ha mai voluto investire seriamente sui fumetti LGBT... Forse, se lo avesse fatto, adesso avrebbe avuto uno zoccolo duro di lettori e non avrebbe chiuso... Tant'è che la REN BOOKS ha appena aperto e le cose le vanno abbastanza bene anche se propone unicamente fumetti LGBT. Però è anche vero che chi amministra la REN BOOKS ha meno della metà degli anni di Francesco Coniglio, e anche questo vuole dire qualcosa, soprattutto se si punta su un prodotto editoriale che - prima di tutto - può contare su un pubblico giovane o comunque giovanile...
I giovani salveranno la cultura LGBT in Italia? Lo faranno anche attraverso i fumetti?
Staremo a vedere...

sabato 24 dicembre 2011

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi è la vigilia di Natale, e potevo farvi forse mancare il nostro classico appuntamento settimanale con gli artisti gay dichiarati che in Italia nessuno si fila? Ovviamente no, e sono pure riuscito a trovarvi un bel brano a tema, scritto e interpretato da uno dei più famosi cantanti gay dichiarati (e tendenti al transgender) degli USA, e vero e proprio personaggio cult della comunità gay di Philadelphia... Ovvero Tony Enos...
In effetti lui è uno di quei personaggi con cui è difficile essere sintetici. Ha cominciato a studiare danza a 14 anni e ha debuttato come cantante a 16, ma nel 2004 (a 24 anni) ha voluto fondare una propria etichetta discografica, con cui gestisce anche i suoi concerti, che sono dei veri e propri spettacoli. Dal 2010 è anche portavoce ufficiale dell'associazione Educational Justice Coalition, un'associazione con base a Philadelphia che si occupa di tutelare la salute fisica e psicologica dei giovani LGBT. Quando si dice prendere la cose sul serio... La sua musica è un mix abbasstanza riuscito di influenze diverse, da Diana Ross a Janet Jackson, anche se si può fondamentalmente inquadrare nel gere R&B... Nel brano (e nel video) che potete vedere qui sotto Tony Enos coinvolge anche la sua famiglia e ci fa i suoi personalissimi auguri di Natale...

Auguri anche da parte mia!

giovedì 22 dicembre 2011

NEWS

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Intanto comincio col farvi i primi auguri di buone feste, che spero passerete nel migliore dei modi. Purtroppo questa settimana ho avuto un po' di imprevisti e quindi i post su questo blog non sono stati puntuali come al solito, ma non temete: nonostante qualche malanno di stagione sono vivo e vegeto. Detto questo passo alle consuete segnalazioni, partendo dal sempre attivo Patrick Fillion, che in occasione delle feste natalizie ha deciso di dedicare uno speciale antologico proprio alle prodezze erotiche di Babbo Natale e dei sui simpatizzanti...
Trovata simpatica o vetta del trash? Difficile dirlo... Quel che è certo è che Patrick Fillion porta avanti da sempre la sua personalissima idea di fumetto omoerotico, a base di personaggi iperdotati e situazioni tendenti al kitch, e se continua ad avere dei riscontri vorrà pur dire qualcosa... Anche se vedere Babbo Natale alle prese con le tipiche situazioni fetish e vagamente sadomaso di Patrick Fillion e Logan fa un certo effetto...
Di buono c'è che, poichè Babbo Natale rispecchia almeno una parte delle fantasie della comunità bear, dei fumetti omoerotici aventi lui come protagonista possono rappresentare qualcosa di molto desiderabile per un pubblico discretamente vasto...
Comunque, lasciando da parte la magia del Natale e parlando di cose un po' più concrete, oggi mi sembrava carino segnalarvi anche una bella intervista che l'amico/lettore/videomaker Antonio ha dedicato a Susanna Scrivo, autrice del non più recentissimo - ma sempre interessante - saggio NUVOLE E ARCOBALENI, dedicato al fumetto LGBT (dove, gardacaso, vengo abbondantemente citato anche io). Siccome è abbastanza raro che in Italia si dia il giusto peso al fumetto LGBT, soprattutto da parte dei media LGBT stessi, qui di seguito do il mio contributo alla diffusione di questo bel video realizzato con tanta attenzione e professionalità...

Carino vero? Se il libro vi interessa e non lo avete ancora ancora potete procurarvelo cliccando sul link qui sotto... E già che ci sono mi permetto di fornirvi anche qualche altro consiglio per gli acquisti, casomai vi fossero avanzati dei soldi dai regali di quest'anno...

In ogni caso, già che ci sono, vi segnalo anche una bella iniziativa che è appena partita negli USA (tanto per cambiare). Si tratta del progetto di un'antologia LGBT per autori esordienti (e non solo) che fino al prossimo marzo raccoglierà proposte di autori (e ovviamente autrici) che vorranno cimentarsi con storie brevi (da una a sei pagine) che perà dovranno raccontare storie vere di coming out... Carina come idea, vero? Il progetto si chiama DRAWN OUT e per maggiori informazioni potete CLICCARE QUI. Ovviamente sarebbe molto bello se in Italia qualcuno traesse ispirazione. Staremo a vedere se e quando questo accadrà. Intanto qualcosa bolle anche nel pentolone di Gail Simone (foto sotto), la nota sceneggiatrice gay friendly, che sul suo BLOG ha fatto un apepllo a tutti i fumettisti omosessuali per farsi vivi con lei, visto che ha in mente un progetto (per ora top secret) con cui intende valorizzarli...
E bravi questi americani, che una ne pensano e cento ne fanno! Detto questo vi rinnovo i miei auguri e - per fare qualcosa di natalizio in senso classico - vi lascio con una mini gallery dedicata agli ultimi dipinti che il bravissimo illustratore David Kawena ha realizzato interpretando in chiave sexy i più recenti eroi disneyani...




A presto!

sabato 17 dicembre 2011

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Rieccoci al consueto appuntamento settimanale con i cantanti gay dichiarati che in Italia non si fila nessuno anche se hanno talento da vendere... E oggi la scelta è caduta su un gruppo che è anche un collettivo artistico e che rappresenta un riferimento importante a New York, e in particolare per la comunità LGBT di Brooklyn: i MEN...
Il gruppo, composto da tre personaggi che si erano già distinti in precedenza nella scena dei club queer della città, è composto da JD Samson, Michael e Ginger (che però non è l'unica ragazza del gruppo, dato che a livello di produzione e testi lavorano anche Johanna ed Emily Roysdon)... Facendo di questo progetto una delle poche realtà contemporaneamente gay e lesbiche sulla scena musicale LGBT. Credo che anche questo possa dimostrare che in un contesto in cui la comunità omosessuale ha trovato un suo equilibrio, e ha superato un clima che favorisce nervosismo e frustrazioni, anche gay e lesbiche possono riuscire a collaborare artisticamente per mettere in piedi qualcosa di significativo, senza bisogno di sgomitare e di imporsi gli uni sulle altre in maniera controproducente... E qui di seguito potete vedere il risultato...

Niente male, vero? Ovviamente anche se i MEN hanno fatto dei tour nei migliori club gay europei non hanno fatto tappa in Italia... D'altra parte se nessuno li ha fatti conoscere da noi che ci vengono a fare?
Alla prossima!

giovedì 15 dicembre 2011

NEWS

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Il post di oggi parte dalla segnalazione di un nuovo videogioco dai toni gay friendly, anche se non ci sono opzioni dichiaratamente gay tipo matrimoni, baci o altro. Si tratta di SAINT ROW: THE THIRD, terzo capitolo della saga videoludica sviluppata dalla statunitense Volition Inc. e incentrata sui surreali scontri fra bande rivali nell'immaginaria città di Steelport.
Cosa c'è di così gay in questo sboccatissimo videogioco vietato ai minori di 17 anni negli USA e ai minori di 18 anni in Italia (giusto per farci riconoscere)? Beh... Fondamentalmente la possibilità di personalizzare in maniera pressochè totale i protagonisti, il loro guardaroba e persino i loro mezzi di trasporto. Qualcuno di voi si chiederà dov'è la novità, visto che in effetti anche altri videogiochi offrono la possibilità di personalizzare i personaggi con cui si gioca... Beh... Intanto qui i personaggi sono mediamente molto sexy (anche nel senso gay del termine)...
E durante la loro creazione si possono decidere anche caratteristiche come la muscolatura, il sex appeal e - ATTENZIONE - le dimensioni del pene...
Come se tutto ciò non bastasse ogni personaggio può indossare qualsiasi, ma proprio qualsiasi, capo di abbigliamento presente nel guardaroba, compresi quelli che generalmente indossa il sesso opposto, e così - volendo - si possono creare dei personaggi che si sfidano in missioni impossibili e battaglie cruente vestiti in questo modo...
Tuttavia la cosa più interessante è che, se il giocatore preferisce, può anche lasciare che il suo personaggio giochi completamente nudo (anche se purtroppo non mancano gli inevitabili pixel)...
La cosa divertente è che quando un personaggio agisce completamente nudo ha anche una specie di BONUS sulla distrazione dell'avversario, che non scatta quando è vestito...
Non male vero? Se a tutto questo aggiungiamo che il colore ufficiale della banda protagonista è un bel rosa fucsia credo che si possa intuire come anche questo videogioco possa rientrare nella sempre più ampia categoria dei videogiochi di ultima generazione che strizzano l'occhio ai giocatori gay. Visto che Natale e prossimo potrebbe essere un'idea regalo carina, e nel caso vi interessasse vi ricordo che potete acquistare questo videogioco (disponibile per PC, Playstation e XBOX) attraverso i banner che vedete qui sotto: vi arriverà in pochi giorni senza spese di spedizione e intanto contribuirete a finanziare questo BLOG...

E poi non dite che non vi voglio bene! Comunque, a proposito di prodotti gay friendly, oggi penso sia doveroso aggiornarvi anche sui nuovi personaggi gay lanciati da DC Comics e Marvel Comics, sui quali sono disponibili maggiori dettagli. Partiamo dalla DC Comics, che ha finalmente deciso di dare il via alla relazione fra le nuove versioni di Apollo e Midnighter...
Fortunatamente sembra proprio che anche questi due diventeranno una supercoppia a tutti gli effetti, e che non dovremo rimpiangere troppo la loro precedente incarnazione. Anzi, volendo essere ottimisti, può anche darsi che una ripartenza da zero possa rivelarsi ottimale, visto che negli ultimi dieci anni la storia personale e supereroistica delle precedenti incarnazioni dei due personaggi era diventata oggettivamente troppo incasinata per essere apprezzata da chi non l'aveva seguita dall'inizio. Invece per quel che riguarda la vera new entry, ovvero Bunker dei TEEN TITANS, si è recentemente venuto a sapere che per entrare nei TEEN TITANS ha dovuto lasciare il suo primo grande amore, che però - a quanto pare - potrebbe rifarsi vivo col potere di eliminarlo... Stiamo forse per assistere alla prima rissa fra ex gay super incazzati??? staremo a vedere... Quel che è certo è che Bunker sta dimostrando di avere una buona dose di coraggio e ottimismo, due cose che in un super gay hanno un certo peso simbolico...
Passando dalle parti della Marvel Comics, invece, è molto difficile capire dove andrà a parare il giovane Striker della AVENGERS ACADEMY, visto che il suo autore ha deciso di inserire nel suo passato un abuso sessuale quando era ancora minorenne... Premesso che l'argomento degli abusi sui bambini è quantomai delicato, l'idea che venga associato ad un personaggio gay potrebbe portare inevitabilmente a tutta una serie di associazioni di idee che - per molto tempo - hanno contribuito all'odio verso gli omosessuali... Intesi come corruttori di minorenni, che da adulti diventano a loro volta omosessuali frustrati. Ovviamente può anche essere che questo spunto venga sviluppato proprio per dimostrare che questo pregiudizio rimane infondato... Anche in questo caso staremo a vedere, anche se penso che questo caso sia l'ennesima prova che quando uno sceneggiatore eterosessuale deve tratteggiare un personaggio gay finisce molto facilmente per appoggiarsi a qualche luogo comune, anche se lo fa in buona fede. Di buono c'è che effettivamente nei fumetti americani si possono toccare questi argomenti anche quando riguardano direttamente i protagonisti di una serie, cosa che in quelli italiani non si può ancora fare.
Comunque, a proposito di cose che in america si possono fare e in Italia no, vorrei concludere il post di oggi con un'altra di quelle notizie che a raccontarle sembrano davvero provenire da un altro pianeta. Dunque, per prima cosa dovete sapere che in California c'è il California College of The Arts, una specie di incrocio fra scuola di design, accademmia di belle arti, scuola di architettura e scrittura creativa. Praticamente offre corsi universitari che coprono tutto, dalla ceramica all'animazione, e che ovviamente offrono una formazione completa e in grado di offrire concrete opportunita lavorative. Già questo è abbastanza fantascientifico, ma la cosa interessante è che quest'anno ha fatto partire un corso di approfondimento dedicato ai fumetti gay! Il titolo del corso è Engage: Queer Comics Project. Come se tutto ciò non bastasse gli studenti di questo corso hanno avuto modo di organizzare una mostra presso il Cartoon Art Museum di San Francisco. La mostra partirà il 17 dicembre e durerà fino a marzo, e comprenderà anche delle videointerviste a fumettisti LGBT dell'area di San Francisco. Per la cronaca si tratterà di Burton Clarke (Gay Comix), Jaime Cortez (Sexile), Ed Luce (Wuvable Oaf), Jon Macy (Teleny and Camille), MariNaomi (Kiss and Tell), Trina Robbins (Wimmen’s Comix), Joey Alison Sayers (Just So You Know), Christine Smith (The Princess), Mary Wings (Come Out Comix), e Rick Worley (A Waste of Time)... E a questo punto penso che non ci sia neanche bisogno di fare i soliti paragoni imbarazzanti.
Ciao e alla prossima.

martedì 13 dicembre 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi vorrei iniziare aggiornandovi su una cosa che, a mio modesto parere, è abbastanza significativa. Se seguite assiduamente questo BLOG saprete che in diverse occasioni ho parlato di Dago, un fumetto a sfondo storico molto interessante, ma che ha una grande pecca: non tocca mai il tema dell'omosessualità, come se nel XVI secolo gli omosessuali non fossero esistiti. La cosa è resa ancora più fastidiosa dal fatto che questa lunga saga ricostruisce in maniera minuziosa tutti gli aspetti della realtà storica: tutti tranne l'omosessualità, appunto. Tant'è che anche artisti famosi dell'epoca che erano notoriamente omosessuali, come Michelangelo e Cellini, sono sempre stati presentati come eterosessuali. Così, approfittando del fatto che la seguitissima RISTAMPA DAGO che esce in edicola ha da poco inaugurato una rubrica della posta, avevo provato a mandargli una e-mail , in cui esternavo le mie perplessità. Per i più distratti la riporto nuovamente qui sotto.
La risposta dell'editore non è stata malvagia, ma la cosa interessante è che - anche se ormai la gente comunica in maniera molto più immediata utilizzando forum, blog, twitter, facebook e altro, questa mia lettera ha suscitato delle reazioni anche nelle persone disposte a seguire una discussione di questo tipo anche attraverso la pagina della posta di un mensile (che, per gli standard attuali, si sviluppa ad un ritmo a dir poco geologico). Comunque fatto sta che la mia lettera è stata pubblicata ad agosto, e già ad ottobre sulla pagina della posta ha trovato spazio una prima risposta di un lettore, che difendeva a spada tratta la scelta di omettere il tema dell'omosessualità. Potete leggerla qui di seguito.
Un mio amico, a cui ho fatto leggere questa risposta, mi ha fatto notare che gli sembrava scritta da un gay represso, voi cosa ne pensate? La cosa interessante è che questa e-mail, a sua volta, ha stimolato una risposta, che però sembra sottolineare come la negazione dei temi omosessuali in un fumetto storico non sia del tutto lecita. La letterà è stata pubblicata sul numero di novembre.
E sullo stesso numero anche un'altra lettera pubblicata ha toccato l'argomento, che evidentemente va a pungere qualche nervo scoperto, tant'è che il lettore seguente - un certo Lorenzo - ha iniziato parlando di tutt'altro, ma ha voluto dire la sua anche sulla mia lettera, precisando che non è omofobo (giammai!), tuttavia...
Devo ammettere che non mi aspettavo che si generasse un dibattito sull'omosessualità nel fumetto Dago (anche se lo speravo), e mi fa molto piacere constatare che sono andato a toccare i tasti giusti. Ovviamente sono molto curioso di verificare se queste ultime lettere pubblicate susciteranno ulteriori reazioni, in particolare nei lettori gay del fumetto... Che magari non saranno la maggioranza, ma sicuramente sono tanti. Magari a voi sembrerà una cosa da poco, visto che su internet di omosessualità si può parlare dove e come si vuole, ma vi posso garantire che la pubblicazione di interventi di questo tipo su un fumetto popolare italiano, che arriva in tutte le edicole, è una rarità. E, a pensarci bene, è anche una novità. Magari la cosa si esaurirà qui, ma in ogni caso si tratta di un segnale da non sottovalutare, anche se magari non spingerà mai lo sceneggiatore di Dago, Robin Wood, a rivedere la sua posizione riguardo a certi temi.
A prescindere da tutto io rimango del parere che sia del tutto inverosimile che Dago vada in lungo e in largo senza incontrare mai un personaggio omosessuale, da solo o in coppia, o magari qualche maschio che possa rimanere affascinato da lui... Il che - ovviamente - non implica che lui debba rispondere positivamente a delle avances omosessuali, ma visto che le donne non riescono mai a dirgli di no non si capisce proprio perchè tutti, ma proprio tutti, gli uomini in cui si imbatte restino indifferenti al suo fascino...
Staremo a vedere se questa discussione avrà ulteriori sviluppi. Nel frattempo - a proposito - di gente che non rimane indifferente a quello che scrivo, mi sembrava carino segnalarvi che il rocker bear Steve Reeder (di cui ho parlato qualche settimana fa nel mio appuntamento musicale) si è imbattuto nel mio BLOG è mi ha scritto:

Ciao Wally, sono Steve Reeder. Grazie mille per avere condiviso il mio video! Se mai l'Italia darà mai lo spazio ai bear rockers, mi piacerebbe passarè di lì, anche solo per fare inorridire la persona solitaria che ha spuntato la casella "orrore" nei commenti del post in cui parli di me. Questa è la mia specialità. (occhiolino). Ti lovvo! :-) Steve Reeder

Non è la prima volta che uno dei cantanti che vado a segnalare nella mia rubrica si imbatte nel mio BLOG e mi ringrazia (chissà perchè lo fanno solo quelli stranieri e mai quelli italiani...), e io ringrazio a mia volta loro per la considerazione che dimostrano nei miei confronti. Devo ammettere che è molto bello vedere che quello che scrivo produce reazioni, anche perchè da lì si può innescare un circolo virtuoso che può portare a dei risultati più grandi. Morale della favola: se anche voi avete qualcosa da dire, qualcosa che vi tenete dentro perchè pensate che tanto nessuno vi prenderà in considerazione... Provate a dirla (o a scriverla) lo stesso. Magari non succederà nulla, ma se succederà qualcosa di positivo ne sarà valsa la pena.
Alla prossima...

sabato 10 dicembre 2011

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Il cantante gay dichiarato che ho scelto per questa settimana è uno dei cantanti più apprezzati nell'ambito della comunità bear americana... Ebbene sì: negli USA non ci sono solo cantanti gay dichiarati, ma anche cantanti gay dichiarati di riferimento per la comunità bear, che organizzano anche vere e propre manifestazioni canore dedicate (come il Bearapalooza), tour, ecc. Nella speranza che prima o poi anche in Italia la comunità bear riesca ad arrivare a tanto e a lanciare le proprie icone, oggi la mia scelta è caduta su Kendall Kelly...
Questo bel ragazzone è nato nel 1967 ed è diventato una celebrity quasi per caso, grazie ad alcuni video musicali fatti in casa e messi su youtube, che in poco tempo sono diventati dei veri e propri cult. Da quel momento ha cominciato ad essere sempre più conosciuto e richiesto, ha iniziato a fare concerti e a organizzare eventi e ha pure vinto diversi concorsi musicali in ambito gay. In parole povere è diventato una specie di icona bear e, siccome questo è il blog che vi fa vedere tutto quello che gli altri non vi mostrano, per tutti gli amanti del genere bear sono riuscito a recuperare anche una sua foto senza veli...
E poi non dite che trascuro gli amanti del genere bear! Comunque, a scanso di equivoci, vi informo che Kendall (originario di Dayton) ora vive nella ridente città di Buffalo con Tim, il suo compagno da ben undici anni (beati loro!). Kendall è sulla breccia ormai da qualche anno, così avevo un po' l'imbarazzo della scelta riguardo al brano da farvi ascoltare... Ma alla fine non ho potuto fare a meno di optare per quello che vedete qui sotto, è che rappresenta un'ottima iniezione di autostima per tutti...

Vero che ha una bella voce? Ovviamente in Italia nessuno se lo fila, ma - come dico sempre - è in ottima compagnia e inizio a pensare che se un cantante gay dichiarato in Italia rimane un perfetto sconosciuto è proprio perchè effettivamente realizza cose interessanti... Cose per cui, in un paese come il nostro, non c'è spazio, SOPRATTUTTO in ambito gay.
Alla prossima.

giovedì 8 dicembre 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Il post di oggi vuole essere una piccola riflessione sui pro e i contro della globalizzazione, soprattutto quando passa attraverso i fumetti, e in particolare attraverso i fumetti di supereroi. Partiamo dall'inizio, e cioè da come vengono considerati i supereroi nella loro patria: gli USA. Fino al prossimo 8 gennaio, ad esempio, i prestigiosissimo Andy Warhol Museum di Pittsburgh ha deciso di dedicare una bella mostra ad Alex Ross, che - per chi ancora non lo sapesse - è diventato l'illustratore specializzato in supereroi più famoso di tutti i tempi...
Evidentemente, negli USA, i supereroi sono ormai considerati un'icona culturale a tutti gli effetti, al punto che anche la DIESEL ha voluto lanciare una linea di boxer ispirata al mondo dei supereroi, che per ora comprende dei modelli ispirati a quattro popolarissimi personaggi: Batman, Flash, Green Lantern e - per i più trasgressivi - il diabolico Joker... Qui di seguito potete vedere la presentazione.

Qualcuno potrà dire che si tratta di un'idea simpatica, e sicuramente la è, però vi faccio notare che viene presentata come una cosa molto seria e sicuramente non si vuole fare dell'ironia. Evidentemente i supereroi, negli USA, hanno perso da molto tempo i loro risvolti infantili, ridicoli e camp, anche per merito di tanti interessanti film che hanno visto la luce negli ultimi anni. D'altra parte i supereroi, e il mondo del fumetto e dell'immaginario pop in generale, hanno saputo fare breccia anche nella comunità gay e lesbica, tant'è che proprio lo scorso week end siè tenuta la seconda edizione della BENT-CON, una convention fumettistica totalmente gay oriented, come potete intuire da questi visitatori che posano accanto al cartellone della manifestazione...
Mi rendo conto che l'dea di una manifestazione fumettistica totalmente incentrata sul mondo gay, con case editrici e autori che pubblicano materiale a tema gay, completa di mostre a tema gay (se non addirittura omoerotico) può risultare un tantino aliena per i gay italiani, ma credo che questo dimostri come i fumetti sono entrati profondamente nella cultura americana, e pertanto hanno diritto ad avere anche i loro spazi ufficialmente gay. Intendiamoci: anche in Italia sono tante le persone LGBT che apprezzano i fumetti, ma da noi questa passione tende a non essere messa in collegamento diretto con l'orientamento sessuale di chi la sente propria, tant'è che anche alla fiera di Lucca - che pure pullula di visitatori gay - spazi ufficialmente gay continuano a non esserci. Vorrà dire qualcosa? Penso proprio di sì, così come vorrà dire qualcosa se alla BENT-CON non sono mancati i cosplay, anche in coppia, di cui potete avere un assaggio qui sotto...Personalmente devo dire che ho particolarmente apprezzato questo Kratos (direttamente dal videogioco God of War)...
Qualcuno dirà che questi cosplay non sono tanto diversi da quelli che si aggirano nelle principali manifestazioni fumettistiche (anche se in effetti sono mediamente molto più gay friendly), però io sono del parere che il fatto che questa volta si aggirino in una manifestazione gay oriented gli dia un significato del tutto diverso, nella misura in cui dimostrano che un certo tipo di immaginario è condiviso anche dal mondo gay, e anche questo può servire ad abbattere qualche stereotipo. Insomma: la morale è che negli USA i fumetti, e i fumetti di supereroi, sono qualcosa che si è evoluto nel tempo, divenendo un'icona culturale al pari di tante altre, anche per la comunità gay... E non solo nel senso ironico e demenziale dei vecchi telefilm di Batman...
Però in Italia non siamo negli USA, e se negli USA il fumetto nel tempo si è evoluto, così come si è avoluta la sua percezione da parte del grande pubblico - compreso quello gay - dalle nostre parti le cose non sono andate nello stesso modo. Un po' perchè da noi il fumetto popolare è rimasto fondamentalmente immobile negli ultimi quarant'anni e un po' perchè il fumetto non popolare e di importazione, pur guadagnando sempre più sostenitori, è rimasto ancora un fenomeno relativamente circoscritto. Il punto, però, è che anche in Italia è tornato di moda il mondo dei supereroi, e anche in Italia il mondo gay ha iniziato - in maniera un po' goffa - a prendere atto che si tratta di un riferimento culturale importante. Così anche in Italia è arrivata una coppia di supereroi gay (e non mi sono fumato il cervello)... Super Cane e Super Cicala...
Come potete intuire, però, non si tratta di un fumetto (figuriamoci!), ma di una serie in 8 episodi - realizzata per il web - che si può vedere su FLOP.TV (CLICCATE QUI). In questo momento è uscito solo il primo episodio, ma si può già avere un'idea di come proseguirà... Anche perchè su wikipedia si trova già l'elenco dei personaggi principali e le loro caratteristiche:
  • Super Cane, interpretato da Francesco Montanari.
    È un onesto e leale supereroe, spesso in preda alla gelosia verso il compagno Super Cicala. Usa i suoi poteri per salvare il mondo ma anche il suo rapporto con il compagno di vita.
  • Super Cicala, interpretato da Riccardo De Filippis.
    È supereroe sensibile, fashion victim e fissato con lo stile di Audrey Hepburn, oltre ad essere un ammiratore del calciatore Francesco Totti.
  • Super Botta, interpretato da Mauro Meconi.
    È un eroe un po' fuori dagli schemi, che si diverte ad ostacolare la relazione tra Super Cane e Super Cicala.
  • La Madre Nera, interpretato da Paolo Sassanelli.
    In abiti da suora, è l'acerrimo nemico di Super Cane e Super Cicala.
Come potete intuire si tratta di una serie demenzial-grottesca, che fa il verso proprio ai vecchi telefilm di Batman e li condisce con un'abbondante dose di gayness italiana (anche se forse "romana" sarebbe un aggettivo più adeguato). Per farvene un'idea potete guardare il primo episodio qui di seguito...

La cosa interessante è che, essendoci dietro degli sceneggiatori palesemente gay, il risultato finale - per quanto simpatico è divertente - può offrire tutta una serie di spunti interessanti su quello che può produrre la cultura gay italiana di oggi, e su come vede il mondo dei supereroi. Intendiamoci: questa non vuole essere una critica, ma una constatazione. Il prodotto finito sembra molto simpatico, ma dimostra che i supereroi - in Italia - non sono una cosa seria, e anche i supereroi gay riescono a guadagnarsi al massimo uno spazio comico. Sicuramente, per come siamo messi oggi, la web serie di Super Cane e Super Cicala (dove c'è spazio persino per dei baci gay) è già un grandissimo passo avanti... Non foss'altro perchè hanno l'aspetto di due gay nella media, e non sono delle macchiette come quelli che trovano spazio nella TV di oggi. Il problema è che forse, nell'Italia di oggi, il mondo gay meriterebbe qualcosa di più di una serie comica e forse anche i supereroi potrebbero trovare degli sbocchi interessanti. In effetti, periodicamente, qualche editore italiano prova a ritentare la carta dei supereroi Made in Italy, ma senza grandi successi. L'ultimo tentativo - ma solo in ordine di tempo - è quello di Fabrizio De Fabritiis, che dopo aver lanciato - quasi per gioco - il personaggio di Capitan Novara ha deciso di ribattezzarlo Capitan Nova e di inserirlo in un gruppo di supereroi europei... I Defenders of Europe...
La serie è appena iniziata e non si sa ancora come sarà il suo futuro, ma credo che fin da subito sia evidente un piccolo vizio di forma: dei supereroi europei, e soprattutto italiani, non possono presentarsi come i tipici supereroi americani. Perchè le loro nazioni hanno una cultura diversa, una storia diversa e - soprattutto - un approccio diverso alla vita... E i supereroi, in ultima analisi, sono sempre stati la rappresentazione della società che li ha prodotti. In questo gruppo, ad esempio, c'è anche Comandante Italia...
Comandante Italia, al secolo Roberto Rossi, è arruolato nella N.O.A. (Nucleo Operativo Anti-supercriminalità), un corpo speciale dell'Esercito Italiano. Non ha superpoteri, ma è molto fortunato, e questa sua caratteristica gli fa portare sempre a termine anche le missioni più impossibili. Divorziato e con una figlia adolescente che lo odia, il Comandante affronta la vita a modo suo... quasi mai senza la sigaretta in bocca, è solito parlare con Italia, la donna che ha tatuata sull'avambraccio destro e che, a detta sua, è la fonte della sua proverbiale fortuna... Tutto ciò ha senso? Rappresenta l'Italia di oggi con i suoi problemi, le sue aspirazioni, le sue paure e le sue contraddizioni? Evidentemente no... E lo stesso Capitan Nova (ex Capitan Novara) non è credibile, e non certo per via dei suoi poteri...
Luca Ferrari è un ragazzo italiano che vive a Novara, una piccola città italiana. Acquisisce i suoi poteri grazie ad un incidente d'infanzia che lo porta a contatto con i “Raggi Nova”, un'energia di origine cosmica. Inizialmente, decide di difendere il prossimo nel suo piccolo e, con il nome di Capitan Novara, diventa, in breve, uno dei supereroi italiani più famosi. Oggi, però, sebbene viva ancora a Novara, ha compreso che il suo potere gli ha riservato un destino più grande... ed è cosi che, con il nome di Capitan Nova entra a far parte dei Difensori d'Europa. Ora: io non ho il piacere di conoscere Novara e i suoi abitanti, ma è davvero possibile che - con tutto quello che rappresenta la provincia italiana, soprattutto per i giovani - un ragazzo che acquista dei superpoteri voglia diventare il simbolo della sua cittadina? Non succede nemmeno negli USA, dove di supereroi ce ne sono davvero a migliaia, che un supereroe voglia farsi portavoce di una cittadina di poco più di 100.000 abitanti... Un motivo dovrà pur esserci. Probabilmente un supereroe italiano, per funzionare davvero, dovrebbe essere qualcosa di profondamente diverso, soprattutto se si pone in maniera realistica e non demenziale... E lo stesso discorso dovrebbe valere per i supereroi di qualsiasi nazione, che non possono muoversi indipendentemente dalla realtà da cui provengono...
D'altra parte, molto saggiamente, anche le grandi case editrici americane hanno sempre limitato molto la presenza di supereroi non americani, e quando li hanno fatti arrivare si sono appoggiati a sceneggiatori davvero capaci (come Chris Claremont sugli X-Men degli anni '80), che - anche quando non c'era internet - si sono fatti in quattro per documentarsi e rendere i loro supereroi stranieri credibili. Nel caso di DEFENDERS OF EUROPE si può dire lo stesso?
Sicuramente è ancora presto per esprimere qualche giudizio, ma penso che sia indicativo che su otto membri, al momento, non ce ne sia nemmeno uno che sia omosessuale dichiarato. Certo non era un obbligo, ma - se un gruppo di supereroi europei deve in qualche modo riflettere la realtà europea - direi che questo dettaglio non andava trascurato (visto che in Europa ci sono persino sindaci, ministri e premier omosessuali dichiarati). In fondo se nei fumetti di supereroi americani i personaggi gay stanno aumentando è proprio perchè questa realtà si sta integrando sempre di più nel tessuto sociale della nazione. D'altra parte, pur parlando di Europa, DEFENDERS OF EUROPE è un fumetto italiano che ragiona da italiano, con tutti i taboo del caso... A questo punto, paradossalmente, Super Cane e Super Cicala diventano più rappresentativi di tutti i DEFENDERS OF EUROPE messi insieme.
Voi che ne pensate?
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