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martedì 27 dicembre 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Avrei voluto concludere l'anno in bellezza, ma temo che almeno questo post avrà dei toni un po' uggiosi, visto che devo darvi una brutta notizia, anche se in effetti si tratta di una brutta notizia abbastanza prevedibile...
Di cosa sto parlando? Riassunto delle puntate precedenti: se seguite assiduamente questo BLOG saprete che in Australia vive il simpatico Masahiko Takagi (che vedete nella foto qui sotto, di fianco a Gengoroh Tagame), che da qualche anno a questa parte si è messo in testa di promuovere la bara art (l'illustrazione omoerotica giapponese) e i suoi artisti nel mondo occidentale, attraverso la vendita di originali e l'allestimento di mostre.
Dopo essere diventato presenza fissa in Australia (anche nelle manifestazioni gay più importanti) ha deciso di spingersi un po' più in là e ha iniziato ad esportare le mostre dei suoi artisti anche in Francia (a Parigi) e in Svezia... E neanche tanto tempo fa dava per certo un suo allestimento a Milano, dove diceva già di avere dei contatti.
Devo essere sincero: sapendo com'è l'ambiente gay milanese e come si muove avevo dei seri dubbi sul fatto che avrebbe potuto mettere in piedi una cosa del genere, ma speravo vivamente che Masahiko Takagi si fosse relazionato con qualche gallerista illuminato e competente, che fosse estraneo a certi ambienti. Senonchè stamattina l'ho trovato su facebook e - visto che di questa storia non se ne sapeva più nulla - gli ho chiesto delucidazioni... E lui mi ha detto che non porterà più le sue mostre in Italia come previsto, perchè la persona che si era offerta di seguire la cosa in Italia ha cambiato idea all'improvviso e senza dargli troppe spiegazioni... Quindi ora Masahiko Takagi ha deciso di concetrarsi sull'organizzazione di una mostra a Londra. Scommettiamo che lì riuscirà a fare tutto senza problemi, e che magari potrà contare sull'appoggio del quartiere gay di Soho?
Sia come sia ho voluto indagare un po', per capire meglio chi è stato responsabile di questo annullamento, e magari perchè. Così il buon Masahiko Takagi mi ha detto che il suo contatto in Italia era un collaboratore del mensile Pride, che aveva conosciuto di persona a Parigi, e che era rimasto molto stupito di come aveva cambiato completamente idea riguardo alla possibilità di portare la sua mostra a Milano... Così ho fatto un po' di indagini è ho scoperto che il collaboratore in questione era Marco Albertini, il segretario del mensile, un noto appassionato di fumetti che da diversi anni porta avanti la sua personale battaglia per la promozione del fumetto gay in Italia, con alterne sfortune... Infatti nei primi anni del 2000 collaborò con la Echo Communications, fu l'agente del fumettista Roy Klang e realizzò delle mostre per la Libreria Babele (quando ancora aveva una galleria)...
Tutte iniziative che purtroppo non ebberò un seguito. Più recentemente iniziò a collaborare con l'editore Il Dito e la Luna, riuscendo a portare in Italia FALLEN ANGELS di David Cantero... Anche se uscì un solo volume sui due previsti. Questa volta i miei ganci mi hanno informato che si era impegnato con Masahiko Takagi senza avere un posto certo in cui allestire il tutto. Inoltre, da quel che ho capito, Marco Albertini cercava una sede prestigiosa, magari in centro a Milano, e a quanto pare non è riuscito a trovarla... Prima riflessione: il fatto che sia stato coinvolto Marco Albertini dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che in Italia il mondo gay gira sempre attorno alle solite persone, e che queste persone - sapendo che fondamentalmente non hanno concorrenza - si possono permettere di fare le cose in maniera approssimativa senza paura di compromettersi troppo... Soprattutto se hanno all'attivo collaborazioni sicure di un certo rilievo.
In ogni caso, tornando alla mostra mai organizzata, mi verrebbe da pensare che chi ha voluto incaricarsi di portarla a Milano non aveva ben capito di cosa si trattava e su chi poteva collaborare con lui. Forse ha realizzato un po' in ritardo che la risicatissima scena culturale gay milanese non aveva gli spazi adeguati, o forse che non c'erano le persone giuste con cui collaborare... Chissà... Quel che è certo è che non ha chiesto un parere al sottoscritto, alla REN BOOKS o a una qualsiasi rete di appassionati di BARA... E così le cose hanno seguito un copione visto e stravisto, con grande gioia della scena culturale italiana, che anche questa volta ringrazia...
Morale della favola: anche stavolta niente mostra di arte omoerotica sul suolo italiano... E - ovviamente - non ne sono previste altre in tempi brevi. Vorrà dire qualcosa? Si accettano pareri. Di buono c'è che, se in Italia l'arte omoerotica non ha praticamente spazi, altrove ne trova sempre di nuovi mentre consolida quelli vecchi. In Germania, ad esempio, è uscito da poco l'ottavo numero di Mein schwules Auge (Il mio Occhio Gay), l'annuario dell'omoerotismo gay, pubblicato dalle edizioni Konkursbuch e ci tengo a precisare che si parla di omoerotismo e non di semplice pornografia. Nel senso che in queste 320 pagine ci sono servizi e articoli che parlano di fotografi, illustratori, pittori, scultori e persino fumettisti... Tant'è che in copertina c'è una bella foto del fotografo Rinaldo Hopf, che ha voluto immortalare un momento di tenera complicità fra un certo Christo e il fumettista Ralph Konig (che ormai in Germania è diventato un'icona gay a tutto tondo)...
Carini, vero? Evidentemente la stampa gay - quando si presenta nei tempi e nei modi giusti - può godere ancora di ottima salute anche senza essere esclusivamente free press che viene distribuita nel circuito dei locali che acquistano i suoi spazi pubblicitari. Peccato che davvero che in Italia sembra proprio che nessuno voglia investire sul serio in questo senso, anche se è anche vero che da noi - a differenza di quanto accade in Germania e in molte altre nazioni - la comunità gay non si è mai abituata ad usufruire di prodotti omoerotici di un certo livello, col risultato di non creare mai un vero e proprio mercato per questo tipo di iniziative editoriali. E adesso, con la concorrenza diretta di internet, è davvero molto improbabile che qualcuno abbia la forza e le capacità per recuperare il tempo perduto. Sia come sia, giusto per girare il dito nella piaga, l'annuario di quest'anno dedica ben sette pagine proprio a Gengoroh Tagame... Paese che vai, editoria che trovi... E, a proposito di editoria, volevo concludere il post di oggi con una segnalazione che magari vi riguarda poco, ma che trovo estremamente emblematica. Coniglio Editore, storica casa editrice con cui anche io ho avuto modo di collaborare per diversi anni, ha chiuso i battenti. Stando ai diretti interessati la situazione editoriale si era fatta troppo complessa, i circuiti distributivi troppo svantaggiosi e la concorrenza troppo spietata. Pur rispettando chi mi ha dato la possibilità di fare nuove esperienze lavorative mi permetto però di sottolineare che, essendo la Coniglio Editore un tipico editore "all'italiana", probabilmente ha risentito più di ogni altra cosa della sua scarsa capacità di stare al passo coi tempi, e di tenere in debito conto internet... E il fatto che se un editore compie degli errori, amministrativi o di altro tipo, al giorno d'oggi non passano più inosservati e creano una reazione a catena che a lungo andare allontana autori, lettori e possibilità... La speranza è che magari qualche nuovo editore faccia tesoro di questa esperienza e non commetta più gli stessi errori, soprattutto per quel che riguarda la pubblicazione di fumetti LGBT...
Coniglio Editore aveva a disposizione me come consulente editoriale, ad esempio, ma non ha mai voluto investire seriamente sui fumetti LGBT... Forse, se lo avesse fatto, adesso avrebbe avuto uno zoccolo duro di lettori e non avrebbe chiuso... Tant'è che la REN BOOKS ha appena aperto e le cose le vanno abbastanza bene anche se propone unicamente fumetti LGBT. Però è anche vero che chi amministra la REN BOOKS ha meno della metà degli anni di Francesco Coniglio, e anche questo vuole dire qualcosa, soprattutto se si punta su un prodotto editoriale che - prima di tutto - può contare su un pubblico giovane o comunque giovanile...
I giovani salveranno la cultura LGBT in Italia? Lo faranno anche attraverso i fumetti?
Staremo a vedere...

5 commenti:

Mauro Padovani ha detto...

purtroppo in Italia è sempre la stessa storia....
Io sinceramente come autore non penso quasi più al mercato italiano e se devo fare qualcosa provo all'estero.
Mi auguro che la Ren Books abbia una lunga vita.

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Siamo alle solite in italia non esiste una comunità gay come negli Stati Uniti o in altre nazioni e i soli soldi che girano lo fanno intorno alle discoteche e associazioni la cui unica finalità sono le tasche degli organizzatori e la poltrona in parlamento.

Lorenzo Ridolfi ha detto...

In italia ancora non si è capito che la cultura può far guadagnare e che può cambiare il modo di pensare della gente favorendo anche il raggiungimento di certi obiettivi che a prima vista potrebbero sembrare non attinenti come i diritti civili.

Nanà Lanuit ha detto...

Non essere triste dai...
forse la scelta di milano è davvero sbagliata! avrebbe potuto provare in altre città, forse roma, firenze...qui a bologna c'è il MAMBO la galleria d'arte moderna che ha spazi meravigliosi (aperta da pochi anni), e a fianco della galleria c'è la sede dell'ArciGay...secondo me avrebbe un gran successo qui!!!!

for you.

Albireo ha detto...

concordo con quanto detto da Nanà, cioè Roma come è colma di posti e gallerie dove poter ospitare una mostra del genere, certo se si vuole allestire la cosa nel colosseo è infattibile però bisogna sapersi accontentare del poco che si ha più tosto che il nulla come in questo caso...bha