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sabato 30 aprile 2011

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Anche oggi parliamo di cantanti gay dichiarati, e in particolare di uno dei (tanti) aspiranti cantautori che si sono affacciati sulla scena musicale americana negli ultimi anni. Infatti oggi sono qui a parlarvi di Chad Douglas, meglio noto come il cantante neo-pop (così si definisce) Chad D...
Chad D è nato nei sobborghi di Philadelphia, e già a cinque anni andava matto per Michael Jackson. Nel 2009 si è diplomato all'Istituto d'Arte di Pittsburgh, poi è tornato a Philadelphia e nel 2010 ha inciso il suo primo singolo, iniziando a farsi conoscere anche attraverso le manifestazioni gay locali. Tanto per cambiare anche lui ha una storia di pesante bullismo scolastico alle spalle, e in questa fase della sua vita ha deciso di usare la musica per lanciare dei messaggi positivi ai giovani (e meno giovani) che magari si sentono un po' abbattuti dalle esperienze negative. Sul suo sito si legge chiaro e tondo che lo scopo delle sue canzoni è proprio quello di promuovere l'ugualianza e l'integrazione, criticando tutti i tipi di bullismo... Anche quelli che si presentano sotto altri aspetti in età adulta. Un ragazzo di sani principi insomma. La sua musica neo-pop è un mix di vari generi, e il brano che ho scelto per oggi è un rap che celebra il processo di abolizione del "Don't Ask Don't Tell", e cioè la legge che impediva agli omosessuali dichiarati di servire nell'esercito degli Stati Uniti. Vi prego di notare come nel brano sono state campionate anche delle frasi del presidente Obama...

Magari non entrerà nella storia della musica, però mi sembrava carino far notare quanto può essere diverso il rapporto dei gay (cantanti e non) col mondo politico da una nazione all'altra... E viceversa. In via del tutto eccezionale oggi volevo darvene un dimostrazione facendovi sentire anche un secondo brano, questa volta italiano, con tanto di voce campionata... Viene cantato sulle note del musical Chorus Line, ma direi che rende perfettamente l'idea e offre una discreta quantità di spunti di riflessione. É cantato in finto slang italo-americano, quindi se non siete italiani potrebbe essere un po' complicato da capire, però è comunque abbastanza chiaro...

Non che ci sia molto da aggiungere, ma se avete commenti questo è un blog sempre aperto alla discussione...
Alla prossima.

giovedì 28 aprile 2011

ITALIA NOSTRA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Se seguite questo blog sapete che i post della serie "Italia nostra" sono sempre un pochetto polemici nei confronti della situazione italiana, ma siccome non voglio passare per una persona monotona oggi vorrei partire da una notizia positiva. Come forse saprete il 12 giugno a Roma ci sarà la parata dell'Europride, il gay pride europeo itinerante che di anno in anno si svolge in una diversa capitale europea.
Tra l'altro quest'anno il titolo di Mr. Gay Europe è stato appena vinto da Mr. Gay Italia 2010 (che si chiama Giulio Spatola e che vedete nella foto sotto durante la sfilata in costume da bagno), ed è la prima volta che un Mr. Gay Italia viene "promosso" a livello europeo. Sta a vedere che questa volta si parte col piede giusto?Comunque, e questo è il motivo per cui parlo dell'Europride oggi, c'è stato anche un concorso per selezionare lo spot ufficiale della manifestazione e questa volta devo ammettere che sono rimasto stupito. In primo luogo perchè è stato scelto un filmato in animazione 2D, e in secondo luogo perchè si tratta di un filmato molto ben realizzato, con una grafica di ultima generazione che - una volta tanto - dimostra che in Italia si può anche stare al passo coi tempi. Se non lo avete ancora visto eccovelo qui di seguito...

Carino vero? Tuttavia, tanto per cambiare, un volta che il mondo gay italiano ha a disposizione qualcosa di valido comincia a fare confusione. Dico questo perchè su tutti i siti gay in cui si parla di questo spot si attribuisce la sua paternità ad un certo "Team Laviosa", che però non esiste... O meglio: non esiste con questo nome. Infatti, come indicato anche alla fine dello spot, si tratta di una produzione dello studio CARTOBALENO (cliccate QUI per il sito ufficiale) di Firenze, che in effetti è stato fondato da quattro animatori (che vedete nella foro sotto) tra cui Mattia Francesco Laviosa... Ma se cercate Team Laviosa su internet non trovate nulla...
Qualcuno potrebbe accusarmi di essere troppo puntiglioso, ma non posso fare a meno di pensare che il pressapochismo tipico dei gay italiani sia uno dei motivi che portano alla situazione non proprio felice della comunità gay nel nostro paese. Voglio dire: poniamo che a qualcuno piaccia lo spot e voglia commissionare qualcosa a chi lo ha realizzato, ma gli sfuggano i titoli di coda e vada alla ricerca del "Team Laviosa" di cui sopra. Non lo trova e rinuncia alla sua idea, Cartobaleno perde una commissione e si innesca un circolo vizioso che non premia chi fa qualcosa di buono per la causa gay, che magari la prossima volta preferirà concentrarsi su altri tipi di progetti. Capite che intendo? E di esempi così se ne potrebbero fare molti altri. E si possono fare anche tanti esempi su come il mondo del fumetto italiano riflette una situazione molto difficile da inquadrare. Facciamo un esempio concreto: i fumetti allegati ai quotidiani, ultimamente, vanno particolarmente bene. Ad esempio la collana LE GRANDI SAGHE MARVEL ha totalizzato qualcosa come 1.330.000 volumi, e per quanto economici rispetto alla media dei volumi a fumetti non costavano esattamente poco (dieci euro l'uno).
Per la cronaca: l'iniziativa ha avuto un tale successo che a maggio ripartirà con una nuova serie.
Anche gli allegati dedicati a Diabolik, che pure presentavano storie viste e straviste, hanno venduto mediamente 30.000 copie a settimana, e hanno fatto da traino anche alla serie regolare che ha aumentato le sue vendite di un buon 3%. Ora: se io fossi un editore medio piccolo cercherei di considerare tutto questo - nei limiti del mio gusto e delle mie possibilità - proverei a cogliere la palla al balzo, visto che SICURAMENTE queste iniziative hanno avvicinato tanti nuovi lettori ad un certo tipo di fumetto maturo, dinamico, diretto e con più livelli di lettura. Invece sembra proprio che dalle nostre parti gli editori medio piccoli preferiscano proseguire per la loro strada, ignorando quello che succede attorno per poi ritrovarsi regolarmente a piangere miseria. E così, nella primavera del 2011, la grande novità del fumetto italiano è rappresentata dalla nuovissima versione a fumetti di Don Camillo... E non sto scherzando!
Massimo rispetto per i 347 racconti scritti da Giovannino Guareschi nel secondo dopoguerra e per i film degli anni '50 che ne sono stati tratti, e complimenti all'editore ReNoir per aver voluto riscoprire la narrativa popolare italiana del secondo dopoguerra... Tuttavia non posso fare a meno di pensare che questa scelta vada a riflettere la famosa tendenza all'immobilità e all'autoreferenzialità del fumetto italiano e la più generale situazione della cultura italiana, ripiegata da decenni su se stessa. Magari è un confronto un po' improprio, però non ho proprio potuto fare a meno di pensare all'ennesima anticipazione sulle copertine dell'imminente miniserie americana dedicata a Kevin Keller (il teenager gay dichiarato della Archie Comics)... Che questa volta omaggia proprio i fumetti che la Archie Comics realizzava negli anni '50...
Come dire che per il fumetto italiano di oggi gli anni '50 di Don Camillo sono ancora attuali, mentre negli USA i personaggi gay dichiarati vanno a riappropriarsi simbolicamente degli spazi che gli sono stati negati in uno dei periodi più bigotti della storia del fumetto americano. Probabilmente anche questo vuol dire qualcosa.
Ciao e alla prossima.

martedì 26 aprile 2011

COSE DELL'ALTRO MONDO

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Come sapete su questo blog mi piace segnalare le cose che sugli altri blog (italiani) non vengono segnalate, soprattutto se penso che possano offrire degli spunti di riflessione interessanti. tuttavia ci sono delle notizie che secondo me vanno oltre lo spunto di riflessione, e che dovrebbero essere prese come dei veri e propri esempi di come il mondo gay e il mondo del fumetto possono essere vicini. In passato vi avevo già segnalato una nuova casa editrice americana che si chiama Northwest Press, e che fin da subito ha scelto di pubblicare (o riproporre) fumetti a tematica gay dai contenuti sostanziosi. La sua ultima pubblicazione, ad esempio, è stata la raccolta integrale della serie Steven di David Kelly, che inizialmente comparve in alcuni settimanali alternativi degli anni novanta.
La cosa interessante di questo fumetto è che ha per protagonista un bambino di dieci anni che vive in maniera alternativa rispetto ai maschi suoi coetanei (non è aggressivo e non gli dispiace giocare con le Barbie, ad esempio), e che per questo si ritrova alle prese con una serie di complicazioni tipiche di tanti omosessuali in boccio. Effettivamente la Northwest Press meriterebbe un applauso solo per questo, però è riuscita anche a fare di meglio. Tutto è cominciato nell'ottobre del 2010, quando il fondatore della Northwest Press Charles "Zan" Christiansen e il disegnatore Mark Brill avevano partecipato al 24 Hour Comics Day... Che, per chi non lo sapesse, è una giornata dedicata al fumetto in gli autori si possono cimentare in una maratona creativa per completare un fumetto in ventiquattro ore. I due autori di cui vi parlo avevano tratto spunto dalla lunga serie di suicidi fra i giovani gay che si erano verificati in quel periodo, e avevano iniziato a creare un fumetto in cui un adolescente gay sfidava il bullismo omofobico e la depressione attingendo alla sua forza interiore, che prendeva la forma di un supereroe.
I due autori non sono riusciti a completare il fumetto nelle ventiquattro ore previste, ma l'idea gli è sembrata troppo buona per essere accantonata, e così hanno pensato bene di ultimare la storia successivamente, e di trasformarla in un opuscolo da distribuire gratuitamente nei centri americani per il supporto degli adolescenti gay. Ovviamente, poichè si tratta di un'operazione no profit e non sono previsti rientri economici, la Northwest Press ha pensato bene di promuovere una raccolta fondi per coprire le spese di stampa del fumetto, che si intitolerà THE POWER WITHIN (in italiano "il potere dentro").
Così la Northwest Press si è appoggiata ad un sito specializzato nella raccolta fondi ed è riuscita a coinvolgere nel progetto anche Dan Parent, il creatore di Kevin Keller (il primo teenager gay della Archie Comics), la sceneggiatrice Gail Simone (Wonder Woman, Birds of Prey, Secret Six) e il disegnatore Phil Jimenez (New X-Men, Spider-Man, Legion of Super-Heroes)! Se anche voi che leggete questo sito volete dare un piccolo contributo potete CLICCARE QUI. Ovviamente riceverete in cambio una copia del fumetto (o, se la vostra donazione sarà più cospicua, anche altre pubblicazioni dell'editore). C'è tempo fino al 20 maggio per raccogliere 3000 dollari, e finora le donazioni hanno coperto circa un terzo della somma. Ovviamente l'augurio è che l'obbiettivo venga raggiunto (magari grazie anche alla segnalazione su questo blog). Vi terrò aggiornati, ma nel frattempo non posso fare a meno di fare i complimenti a chi ha avuto questa bella pensata, anche perchè dimostra che NON bisogna necessariamente aspettare che siano sempre le associazioni gay a darsi da fare (e se questo discorso vale negli Stati Uniti, in Italia vale molto di più). Per completezza qui di seguito trovate il video che descrive come i due autori hanno sviluppato l'idea al 24 Hour Comics Day, con le foto dei giovani gay che si erano suicidati in quel periodo...

Che dire? Di sicuro non farò lo sciopero della fame in attesa che due fumettisti gay dichiarati scelgano di fare qualcosa di simile in Italia, ma forse fare un po' di pubblicità a questa iniziativa contribuirà ad aprire un po' gli orizzonti anche da noi... Anche se purtroppo in Italia il fumetto viene ancora visto come un prodotto culturale di seconda categoria, e le sue potenzialità vengono ampiamente svalutate a tutti i livelli, anche dal punto di vista commerciale. Ad esempio da noi non vengono prodotti e commercializzati gioielli e corsetti ispirati ai fumetti...

E negli alberghi non vengono nemmeno realizzate lussuose stanze in stile bat caverna... Che, presumibilmente, avranno sempre una buona dose di prenotazioni da parte dei gay feticisti del sesso in costume da supereroi...


E badate bene che questa suite non si trova negli Stati Uniti, ma nella città di Kaohsiung a Taiwan, segno evidente che il potenziale commerciale del fumetto non viene sottovalutato nemmeno laggiù. Comunque, a proposito di sesso e supereroi, oggi volevo anche segnalarvi che le porno parodie etero dei supereroi più classici stanno attraversando un periodo molto fortunato. L'anno scorso quelle dedicate a Batman e a Superman, ad esempio, hanno venduto tantissimo...
E, poichè la fortuna bacia gli audaci, quest'anno i produttori di porno etero hanno pensato bene di rincarare la dose con una bella porno parodia della Justice League, il gruppo che raccoglie i supereroi più importanti della DC Comics...
E, siccome negli USA non si fanno mancare nulla, nel porno etero è appena arrivata anche la parodia dei Flintstones e dei Simpsons... Con tanto di effetti speciali per rendere la pelle degli attori gialla senza dover ricorrere al trucco giallo integrale (che oltretutto nelle scene di sesso sarebbe stato molto poco pratico).É ancora un po' presto per dire che si sta inaugurando un nuovo filone di parodie hard tratte da fumetti e cartoni animati, però qualche sospetto è legittimo. Così come è legittimo sperare che i grandi produttori di porno gay inizino a fiutare l'affare e facciano qualcosa di simile, visto che i supereroi stanno diventando un vero e proprio feticcio per un numero crescente di omosessuali di tutte le età... Come peraltro dimostrano un numero imprecisato di community di appassionati e siti come HARDHEROES, che ha inaugurato una vera e propria collana di video a tema...


Simpatici, vero? Tuttavia la parodia hard gay di Superman, Batman o magari Wolverine sarebbe tutta un'altra cosa, anche perchè generalmente i siti come HARDHEROES hanno più cose in comune con il mondo del wrestling mascherato che con quello del fumetto. Speriamo in bene per il futuro. In ogni caso prendiamo atto che, se il mondo dell'hard gay fa ancora fatica a rapportarsi con i supereroi, i supereroi sono sempre più gay friendly. In una recente intervista al magazine gay THE ADVOCATE, l'attore Mark Ruffalo (foto sotto) ha dichiarato che allo stato attuale nessuno gli ha chiesto di depilarsi per interpretare il ruolo dell'incredibile Hulk nel film THE AVENGERS (che vedremo l'anno prossimo)...
Siccome anche questa volta Hulk sarà costruito virtualmente partendo dai lineamenti dell'attore scelto per il ruolo di Bruce Banner (arrivando a campionare persino le più piccole cicatrici), questo potrebbe voler dire che la nuova versione di Hulk potrebbe un petto decisamente villoso, con grande gioia degli estimatori del genere, che contribuirebbero a riempire le sale come non mai. Anche in questo caso staremo a vedere. Chissà: forse il porno gay non produce parodie dei supereroi proprio perchè gli ultimi film sono già un cult per il pubblico gay e non vogliono rischiare imbarazzanti paragoni.
Voi che ne pensate?

sabato 23 aprile 2011

IL VIDEO DELLA SETTIMANA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Siccome questo è un week end che teoricamente dovrebbe avere dei risvolti spirituali, oggi sono qui a proporvi un cantante gay dichiarato che della spiritualità ha sempre fatto una questione di principio... Infatti sto parlando di Patrick Martinborough, meglio noto come Nohjj.
Nato in Guyana (ebbene sì: i cantanti gay dichiarati arrivano anche da lì!) e figlio di un ministro avventista, si è avvicinato fin da piccolissimo ai canti sacri e al gospel. La cosa interessante è che, mano a mano che cresceva e prendeva coscienza della sua omosessualità, il nostro amico Nohjj non ha mai voluto rinunciare alla sua dimensione spirituale e non ha mai pensato che questo potesse entrare in contrasto con quello che era... Anche perchè, per fortuna, si è reso conto che la spiritualità e i pregiudizi religiosi sono due cose diverse. Fatto sta che, considerando anche la condizione non proprio felice degli omosessuali in Guyana (per cui è previsto il carcere a vita), è stato decisamente fortunato a vivere la maggior parte nella sua vita negli USA, dove si è laureato in economia a New York e dove ha intrapreso un'apprezzata carriera musicale a partire dal 2001... Ovviamente dichiarandosi gay dall'inizio. Questo, comunque, non gli ha impedito di vincere una discreta quantità di premi, di partecipare a tante iniziative di beneficenza e di continuare a proporre nei suoi testi una visione decisamente alternativa dell'omosessualità. Infatti uno degli obbiettivi della sua musica è proprio quello di dimostrare che anche gli omosessuali hanno un'anima e una dimensione spirituale che va al di là dei soliti luoghi comuni... E questo è siuramente un bene. Il brano che ho scelto oggi è la sua reinterpretazione di un classico inno cristiano, scritto nel 1779, che si intitola Amazing Grace... E anche questa volta Nohjj vuole dimostrare che essere gay, e magari desiderare un matrimonio gay interraziale, non vuol dire non avere un'anima...

Da notare che il video è stato girato in una delle chiese più vecchie e storiche di New York... E a quanto pare nessuno ha avuto niente da ridire... Anche perchè ovviamente non è una chiesa cattolica. Ce ne fossero, vero? Devo ammettere che a volte, stando in Italia, ho proprio la sensazione di vivere nel Medioevo...
Ciao e buone feste.

giovedì 21 aprile 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Forse qualcuno di voi si ricorderà che qualche tempo fa avevo provato a vendere sui miei spazi eBay anche i disegni di un mio collega di nome Amon, in realtà un disegnatore di fumetti abbastanza noto nell'ambito dei fumetti popolari italiani, che più volte è arrivato anche nella vostra edicola di fiducia. Proprio in questi giorni Amon mi ha proposto di vendere qualcun altro dei suoi disegni su eBay, e il lo faccio volentieri (anche perchè bisogna valorizzare gli artisti dotati, giusto?)...
Se volete partecipare alle aste dei suoi disegni vi basta cercare "wally rainbow" sul motore di ricerca di eBay e compariranno magicamente anche i disegni di Amon che aggiungerò di volta in volta (me ne ha consegnati una dozzina). Devo ammettere che mi fa un certo effetto pensare che un disegnatore così bravo si rivolga proprio a me per piazzare i suoi disegni, che peraltro sarebbero decisamente apprezzabili a prescindere dalla mia opera di promozione...
Non tanto per il fatto in sè, quanto per il fatto che - effettivamente - in Italia non avrebbe poi molte alternative a livello di persone in grado di offrirgli una vetrina, e questo credo che sia abbastanza emblematico di una situazione che in Italia continua a restare fondamentalmente bloccata. A causa di tantissimi motivi, certo, ma il risultato continua ad essere che l'illustrazione omoerotica in Italia ha a disposizione pochissimi canali per essere apprezzata e valorizzata.
Come se tutto ciò non bastasse penso che sia abbastanza indicativo il fatto che, ancora nel 2011, i disegnatori omoerotici italiani non si sentono ancora pronti a metterci il nome e la faccia, soprattutto se hanno una carriera parallela nel mondo del fumetto popolare. Intendiamoci: questo non è un giudizio, ma una constatazione. In Italia ci sono alcuni bravi fumettisti (pochini per la verità) che non si fanno problemi a vivere da gay dichiarati e a produrre anche materiale erotico, ma guardacaso sono tutti fumettisti che in Italia NON lavorano per le grande case editrici che producono fumetto popolare... O che comunque non hanno costruito la loro carriera sui fumetti italiani che escono nelle edicole. Amon produce disegni sotto pseudonimo, ma sono pronto a scommettere che in Italia ci sono dozzine di fumettisti gay molto apprezzati nel fumetto popolare che non osano neppure produrre materiale gay sotto pseudonimo. Hanno forse paura di essere discriminati e di perdere il lavoro in quanto gay dichiarati? I grandi editori italiani sono davvero così bigotti o si tratta di omofobia interiorizzata? Difficile dirlo... Probabilmente la verità sta nel mezzo, ma non posso fare a meno di pensare che se i fumettisti per primi si facessero meno problemi probabilmente finirebbero per innescare un circolo virtuoso... Anche perchè se gli editori si trovassero di fronte a dozzine di fumettisti gay dichiarati non penso proprio che li licenzierebbero in massa solo perchè a tempo perso realizzano qualche illustrazione omoerotica. D'altra parte è anche vero che, mancando i precedenti, è molto difficile che qualcuno faccia il primo passo... E così in Italia mancano ancora i fumettisti come Adam DeKraker (che vedete nella foto sotto allo stand della solita PRISM COMICS, l'associazione americana per la promozione del fumetto e dei fumettisti omosessuali).
Oltre ad essere un ragazzotto piacente, il nostro amico Adam lavora da diverso tempo per i maggiori editori americani (e parallelamente porta avanti la carriera di filmaker), è gay dichiarato e siccome non si fa tanti problemi al riguardo ha iniziato a fare qualche disegno anche per il sito YAOI911, per il quale a realizzato anche l'illustrazione che vedete qui sotto, e che è dedicata a due dei protagonisti del suddetto sito (che nonostante il nome propone fumetti e illustrazioni in stile decisamente statunitese... Nonostante si tratti di ragazzi orientali!). Per ingrandirla potete cliccarci sopra, come sempre.
Carina, vero? A me il suo stile piace molto, e spero vivamente che presto possa deliziare i suoi fans gay con altre illustrazioni a tema, magari anche un po' più esplicite. Qualche fumettista italiano potrebbe fare altrettanto mettendoci nome e faccia? Non so perchè, ma ho dei seri dubbi al riguardo, a prescindere dal fatto che da noi mancano anche i siti come YAOI911. D'altra parte non è un mistero per nessuno che la presa di coscienza della comunità gay negli USA sia ben altra cosa rispetto a quella della comunità gay italiana, e sicuramente questo incide molto. Tuttavia, a parziale discolpa dei fumettisti gay italiani che non trovano il coraggio di farsi avanti, vale la pena ricordare che effettivamente dalle nostre parti - per una lunga serie di motivi che non starò a ripetere qui - gli editori di fumetto popolare non hanno mai assunto una posizione gay friendly nel senso pieno del termine... A differenza dei loro colleghi americani, che stanno per dedicare una testata a Kevin Keller, un personaggio gay dichiarato a misura di pubblico infantile e preadolescenziale (qui sotto potete vedere la copertina del numero due in anteprima)...
Certo, se gli editori di fumetti americani si sbilanciano in questo modo è anche perchè la comunità gay locale si è data molto da fare, quindi diciamo che se i fumettisti gay americani si fanno avanti con una certa disinvoltura non è unicamente per merito del loro coraggio... Tuttavia è innegabile che, rispetto ai loro colleghi italiani, abbiano un approccio mediamente più sereno a tutta la questione e forse anche questo aiuta gli editori a non farsi troppi problemi. É nato prima l'uovo o la gallina? Probabilmente se negli USA si è arrivati a questo punto c'è stata una compenetrazione di cause ed effetti, dovuta a una situazione di base obbiettivamente diversa da quella italiana, tuttavia non è detto che prima o poi qualcosa del genere non capiti anche da noi... Magari senza dover aspettare i soliti trent'anni di ritardo culturale. In fondo non penso che tanti lettori della Archie Comics si sarebbero aspettati di trovarsi a leggere un intervista promozionale a Kevin Keller... Come se fosse un qualsiasi nuovo personaggio della casa editrice (per leggerla cliccate anche voi sull'immagine)...
In effetti sembra proprio un altro pianeta, ma forse continuando a parlarne e sensibilizzando un numero crescente di persone verso questioni come questa, qualcosa potrebbe anche iniziare a cambiare... Non lo pensate anche voi?
Alla prossima.

martedì 19 aprile 2011

NEWS

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Purtroppo anche la scorsa settimana ho saltato un post, visto che ho dovuto collaborare a una fiera di fumetti locale a partire da mercoledì pomeriggio, invece che da venerdì mattina come pensavo. Poco male: voi avete avuto modo di recuperare con calma qualche post arretrato e io ora posso ripartire con qualche notizia in più. Ad esempio posso condividere con voi le prime foto ufficiali e dettagliate del costume che verrà indossato da Ryan Raynolds nell'imminente Green Lantern... E che a quanto pare avrà un tocco di imprevista originalità...
Avete notato anche voi? In questa versione del costume, che riprende in maniera quasi maniacale le fibre muscolari, non ci sono dei veri e propri stivali (come nel fumetto), ma dei piedi praticamente nudi. Ora: immagino che i feticisti dei piedi saranno abbastanza felici di ciò, però devo ammettere che questa scelta mi lascia un po' perplesso... Anche perchè questa totale aderenza anatomica si piega ai voleri della censura proprio all'altezza dell'inguine...
Posso capire che sperare di vedere Ryan Raynolds virtualmente nudo in buona parte del film era chiedere troppo, tuttavia c'è qualcosa che non mi torna, e se proprio devo essere onesto mi viene da pensare che per i supereroi della DC Comics ci sia una sorta di maledizione per quel che riguarda la rielaborazione dei loro costumi per le versioni live... Che non riescono mai ad essere convincenti e credibili come dovrebbero.
Probabilmente dipende dal fatto che c'è una certa paura di utilizzare dei costumi molto iconici che nei fumetti funzionano bene, ma che dal vivo risulterebbero ridicoli ed eccessivi... E in parte non gli si può dare certo torto: qualcuno si ricorda il serial di Flash (interpretato da John Wesley Shipp) trasmesso negli anni novanta?
Tuttavia non posso fare a meno di pensare che il problema sia più dei costumisti che dei costumi, anche perchè presumo che non ci sia una grande tradizione di costumisti specializzati in costumi da supereroi. E questo, probabilmente, spiega perchè i supereroi DC comparsi nella serie SMALVILLE (la rivisitazione della giovinezza di Superman) hanno visto la maggior parte dei loro costumi stravolti... Al punto da non poterli più definire nemmeno costumi...
Eppure, nelle ultime stagioni di questa serie, i costumisti hanno osato qualcosa di più (e mi viene da pensare che l'influenza della cultura dei cosplayer abbia avuto il suo peso), e sono comparsi anche dei supereroi DC con dei costumi praticamente identici a quelli della loro controparti a fumetti, e l'effetto non è stato poi così malvagio...
In particolare per quel che riguarda quel gran bel figliolo di Michael Shanks che ha interpretato Hawkman... Anche se effettivamente nei fumetti Hawkman si presenta senza corazza e le cinghie che reggono le ali bioniche si incrociano sul petto nudo. Forse gli sceneggiatori hanno pensato che sarebbe stato troppo sexy e provocante? In effetti non avrebbero avuto tutti i torti...
Tuttavia sembrerebbe che la tendenza generale, grazie anche al successo degli ultimi film prodotti dalla Marvel, sia proprio quella di essere maggiormente fedeli ai fumetti originali... Tant'è che in X-Men: First Class (il prequel di X-Men), i protagonisti compariranno con le classiche uniformi gialle e nere, che nelle prime trasposizioni cinematografiche erano state evitate come la peste... E persino l'elmetto di Magneto sarà molto più fedele alla versione disegnata...
Solo il tempo ci dirà se questa si rivelerà una strategia vincente, e se magari nel prossimo film di Wolverine vedremo Hugh Jackman con la classica maschera ferina, anche se presumibilmente tutti i suoi fans sperano già di vederlo indossare il meno possibile...
Quel che è certo è che - con tutto questo fiorire di supereroi sexy al cinema - il pubblico gay che ama i supereroi è sicuramente aumentato negli ultimi anni, e probabilmente le scelte strategiche delle grandi case editrici (come l'aumento delle quote gay nei loro albi) ne sono una conseguenza più o meno diretta, a riprova del fatto che la cultura popolare non si muove a compartimenti stagni, o perlomeno non dovrebbe. In Italia, purtroppo, il discorso è abbastanza diverso, tant'è vero che i rapporti fra cinema e fumetto sono ormai pari a zero, e anche questo dovrebbe offrire qualche spunto di riflessione interessante. Comunque, tornando a parlare di attori che il pubblico gay vorrebbe vedere svestiti il più possibile, pare proprio che Andy Whitfield (foto sotto) non potrà tornare a interpretare Spartacus nella seconda stagione di una delle serie più omoerotiche di tutti i tempi...
Purtroppo ha scoperto di avere un tumore proprio alla fine della prima serie (e questo spiega perchè invece di realizzare subito una seconda stagione è stato prodotto un prequel della prima), e a quanto pare le cure a cui si è sottoposto non hanno avuto l'esito sperato. L'augurio è ovviamente che possa guarire al più presto e che possa continuare a farci sognare, ma nel frattempo i produttori non potevano certo giocarsi una delle serie di maggior successo degli ultimi anni, e così hanno trovato un sostituto abbastanza somigliante in Liam McIntyre (foto sotto)...
Sperando che sia all'altezza del suo predecessore (in tutti i sensi) sarà davvero interessante vedere fino a che punto si spingerà la nuova serie, che dovrebbe portare il protagonista a diventare il capo di una rivolta che - come testimoniano le fonti storiche - metterà in serie difficoltà la stessa Roma... Staremo a vedere. Certo è che non si può dire che chi gestisce questa serie abbia cattivo gusto in fatto di uomini. In ogni caso può essere interessante notare come, grazie anche a serie come Spartacus, il corpo maschile stia iniziando ad essere rivalutato in maniera sempre più audace rispetto anche solo a pochi anni fa... E sembra proprio che le battaglie per gli ascolti si inizino a combattere anche a suon di pettorali. Lo prova anche la nuova serie del canale americano HBO, Game of Thrones, ispirata al ciclo di romanzi de Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin.
Intendiamoci: non si tratta si una serie omoerotica come Spartacus o con sottointesi particolarmente gay friendly, però può essere indicativo il fatto che per vestire (o meglio svestire) i panni del barbaro Khal Drogo sia stato scelto Jason Momoa... Che evidentemente non si è accontentato di recitare il ruolo di Conan nel film di imminente uscita, e probabilmente sta puntando a diventare un icona del cinema fantasy. In ogni caso prendiamo atto che in questa serie TV si presenta in versione muscle bear (anche se forse in gergo bear sarebbe più corretto definirlo "wolf")... E gli appassionati del genere sicuramente apprezzeranno...
Morale della favola: sembra proprio che pian piano chi di dovere si stia accorgendo che c'è davvero un ampio pubblico sensibile al corpo maschile, che per anni è stato ampiamente sottovalutato e che potrebbe davvero fare la differenza. Staremo a vedere se e quando qualche produttore italiano avrà il buon senso di accorgersene. Allo stato attuale mi sembra abbastanza improbabile, ma d'altra parte le rivoluzioni culturali arrivano quando meno le si aspetta.
Ciao e alla prossima.