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venerdì 29 agosto 2014

SFIDE ORIENTALI...

Ciao a tutti, come va?
Spesso mi piace fare confronti fra la situazione italiana e quella di altri paesi, per cercare di offrire spunti di riflessione inediti, e a volte un po' spietati. Tuttavia c'è almeno una cosa che l'Italia ha in comune con paesi anche molto lontani, e cioè la tendenza a censurare il nudo maschile, anche se ovviamente questa tendenza si manifesta in tempi e modi diversi. Infatti, se in Italia si tratta anche e soprattutto di un tabù culturale, in Giappone è proprio una questione di legge... Cosa che ho ampiamente approfondito in diversi post (come ad esempio QUI e QUI). L'ultimo caso riguarda il fotografo Ryudai Takano (foto sotto), che all'inizio di agosto aveva deciso di sfidare la censura in una mostra colettiva presso l'Aichi Prefectural Museum of Art (APMoA) di Nagoya con una serie di scatti che raffiguravano (anche) dei nudi maschili molto casti...
Ebbene: nel giro di qualche giorno la polizia è intervenuta per apporre dei panneggi traslucidi sulle opere incriminate, onde evitare che il fotografo fosse arrestato!



Un comportamento non proprio liberale che, se non altro, in Giappone è giustificato da una legge (che sarà pure un residuato dell'apertura all'occidente di qualche secolo fa, ma che è pur sempre una legge)... Mentre Italia, dove pure non ci sono leggi vincolanti sulle rappresentazioni artistiche (a patto che non configurino altri tipi di reati), può succedere anche di peggio quando ci si mette di mezzo il Vaticano (come è avvenuto QUI), anche se si tratta solo dei baci e non di nudi...
In entrambi i casi, però, c'è da dire che si parla di artisti consapevoli del fatto che andavano a sfidare dei tabù, e a stimolare una serie di riflessioni su ciò che è lecito mostrare e cosa no, ma anche sul fatto che, solo perchè una cosa è onsideratà un tabù, di per sè non ha alcun potere devastante... Ryudai Takano, in un'intervista sul blog  WEB DICE, ha dichiarato: "La nudità non ha alcun potere distruttivo. Questa mancanza di rispetto per le opere d'arte mi allibisce".

E come dargli torto?

Un altro artista dellìestremo oriente che di recente ha fatto molto discutere in questo senso, però in South Korea, è stato il giovane (classe 1988) e simpatico scultore Eunsuk Yoo (che vedete nella foto sotto).
Da sempre un grande appassionato di Spider-Man, gli era stata commissionata una scultura in scala 1:1 del suo eroe da parte dal centro commerciale Lotte Shopping Center di Busan, che sarebbe stata fissata in prossimità del tetto della struttura per realizzare un specie di installazione permanente. La statua è stata prontamente realizzata (anche se non credo che la MARVEL sia stata avvisata), ed è stata posizionata dove previsto, nonostante un dettaglio alquanto audace...



La cosa curiosa è che la suddetta statua è rimasta dove doveva stare per circa un annetto, ed è stata rimossa solo a seguito di un certo intensificarsi delle proteste dei clienti all'inizio di quest'anno... Eunsuk Yoo si è giustificato dicendo che in quella posizione la sua scelta conferiva un tocco di realismo al personaggio, ma non c'è stato niente da fare e così l'artista, piuttosto che modificare la scultura, ha preferito farla rimuovere... Anche se nel frattempo le foto di questa scultura sono diventate alquanto virali.
Sia come sia la giustificazione di Eunsuk Yoo regge fino a un certo punto, perchè ogni vero fan di Spider-Man sa bene che Peter Parker, sotto al costume, ha sempre portato perlomeno un paio di slip... E lo ha fatto, presumo, per evitare gli eventuali inconvenienti legati a posizioni che sfidano la gravità e/o ad inturgidimenti più o meno incontrollabili... Tant'è che questo avveniva anche quando Peter Parker indossava il suo costume simbionte alieno (che in teoria avrebbe potuto trasformarsi anche in un intimo all'ultimo grido)...

Quindi, anche nel caso di  Eunsuk Yoo, più che di fedeltà alle leggi della fisica parlerei di una sana voglia di provocare e sfidare alcuni tabù... Cosa che peraltro gli è riuscita benissimo, perchè sicuramente le sfide di questo tipo riescono quando suscitano un dibattito e delle reazioni... E in questo senso credo che la sfida più provocatoria di tutte sarà rappresentata dall'imminente fumetto che il maestro Gengoroh Tagame inizierà a serializzare per la rivista MONTHLY ACTION, a partire da settembre... Infatti, dopo aver raffigurato ogni sorta di turpitudine sessuale, ha deciso di cimentarsi in un fumetto gay... SENZA CONTENUTI EROTICI DI ALCUN TIPO... E che addirittura parlerà di cose come i rapporti di coppia e le famiglie omogenitoriali!!!
Come si può intuire dalla preview che vedete qui sotto...
Che dire? Forse per un maestro dell'erotismo i tabù da sfidare sono proprio questi, e sarà molto interessante vedere cosa salterà fuori e come verrà accolto questo suo nuovo lavoro... Anche se nel suo caso, forse, si tratta di una scelta legata anche ad altri motivi...

Di questo, però, vi parlerò un'altra volta.

Alla prossima.

mercoledì 27 agosto 2014

UN BACIO E UNA CAREZZA...

Ciao a tutti, come va?
Il post di oggi parte da una bella notizia di apertura (l'ennesima) che arriva da un'icona dell'immaginario pop contemporaneo, e cioè il Doctor Who (che dopo decenni di oblio sul territorio italiano sta iniziando a diventare un volto noto anche da noi). In occasione del lancio della nuova stagione televisiva, e della nuova incarnazione del simpatico dottore specializzato in viaggi spazio
temporali, sono rimasti tutti un po' stupiti dal fatto che in questa storica serie televisiva (che nel Regno Unito è stata prodotta dal 1963 al 1996, per poi ripartire nel 2005) è comparso un primo bacio lesbico, per giunta interspecie.
Le due protagoniste dell'evento, che oltretutto vivono nell'Inghilterra vittoriana e sono pure coniugate, sono la siluriana Madame Vastra (Neve McIntosh) e Jenny Flint (Catrin Stewart): due personaggi a cui i fans del dottore sono ormai abbastanza affezionati (visto che compaiono nella serie dal 2011).
In effetti non è la prima volta che nella saga del Doctor Who compaiono personaggi omosessuali, in relazioni stabili e che si baciano, ma finora i baci omosessuali si erano visti solo nella serie parallela Torchwood, che pur essendo ambientata nell'univesto narrativo del Dottore non aveva - diciamo - lo stesso peso simbolico per il pubblico (anche se, ovviamente, sono diventati dei cult in particolare per il pubblico gay)...
Il fatto, quindi, che un bacio gay sia comparso nella serie madre - che nel Regno Unito è una specie di istituzione per il pubblico di tutte le età - ha un significato del tutto particolare, e sicuramente è un segnale dei tempi che si stanno evolvendo (e d'altra parte in una nazione che ha da poco approvato i matrimoni fra persone dello stesso sesso una cosa del genere era destinata ad accadere, prima o poi).
Nel frattempo, ad un oceano di distanza, può essere interessante notare che la DC Comics sembra parzialmente intenzionata a riguadagnare punti nei confronti della politica gay friendly della concorrente MARVEL. Ultimamente, infatti, il prodotto su cui la DC Comics sembra voler puntare di più è la miniserie MULTIVERSITY di Grant Morrison, in cui si punterà (di nuovo) i riflettori sui cinquantadue universi paralleli (chiamati "Terra-Prima", "Terra-2","Terra-3", ecc) che compongono l'attuale multiverso narrativo della casa editrice... E fin qui niente di strano, visto che da sempre gli universi paralleli sono la croce e la delizia di questo editore. La cosa interessante è che già dal primo numero Grant Morrison ha pensato bene di presentare il Flash e il Green Lantern della Terra-36 come una coppia gay...
Buon segno? Forse è un po' presto per dirlo, perchè come sempre la cosa importante non è tanto nel presentare una coppia gay, ma nel darne una rappresentazione credibile e possibilmente non troppo stereotipata. Comunque questa trovata, anche in considerazione del fatto che i due vengono presentati mentre si confortano amorevolmente, ha incuriositò molto i fans, che già hanno manifestato il desiderio di poterli conoscere meglio. A questo punto ci auguriamo tutti che questa non sia l'ennesima supercoppia gay della DC Comics creata appositamente per fare una brutta fine.
Staremo a vedere.
Comunque c'è da dire che, perlomeno nel mondo anglosassone, la rappresentazione delle effusioni gay non è più oggetto di polemiche da diverso tempo, e non perchè nel mondo anglosassone hanno perso l'abitudine di fare polemica. Per rendersene conto può essere interessante segnalare un episodio che tiene banco proprio in questo periodo e che coinvolge il noto disegnatore italiano Milo Manara, chiamato dalla MARVEL a realizzare una copertina della nuova serie dedicata a Spider-Woman...
A quanto pare la posizione in cui la languida supereroina è stata disegnata ha turbato non poco il pubblico americano, e probabilmente a causa dell'abilità con cui Milo Manara ha delineato il suo fondoschiena femminile... Infatti non ci sono mai state polemiche simili quando Spider-Man è stato raffigurato in posizioni del tutto simili... Perchè, evidentemente, essendo un maschio il suo deretano non viene percepito come "erotico" dalla maggior parte del pubblico...
La cosa interessante, però, è che non c'è stata polemica nemmeno quando Milo Manara, nel 2009, lavorò per la MARVEL alla miniserie X-Girls e - su sceneggiatura di Chris Claremont - si ritrovò a disegnare una sequenza in cui la mutante Kitty Pryde, grazie al suo potere mutante di intangibilità finiva per attraversare (a cavallo del suo acqua scooter) la camera da letto di un'anonima coppia gay che evidentemente stava trascorrendo un momento di intimità...
Eppure, anche in quel caso, nessuno si è scandalizzato più di tanto... Cosa che, probabilmente, sarebbe accaduta dieci o vent'anni prima... E che, a quanto pare, accade ancora se Spider-Woman si presenta con i glutei troppo in vista. La situazione, quindi, dal punto di vista gay sta lentamente progredendo? Sembrerebbe proprio di sì, e probabilmente le effusioni gay nei prodotti legati all'immaginario pop sono percepiti con una crescente naturalezza (con tutta una serie di benefici effetti a catena).

A questo punto può essere interessante notare che anche nei media italiani (fumetti, cinema, fiction TV...), certi elementi hanno iniziato a trovare spazio, seppur in quantità molto minore, ma vengono presentati ancora come degli elementi fuori dall'ordinario, fra trasgressione e provocazione, o - nel migliore dei casi - come una sfida alle convenzioni... E non certo come la rappresentazione di qualcosa di spontaneo e naturale, in cui tutti si possono imbattere nella vita di tutti i giorni.

E su questo bisognerebbe lavorare molto.

Alla prossima.

lunedì 25 agosto 2014

ARTE DISNEY?

Ciao a tutti, come va?
In attesa di scoprire se le ultime strategie di marketing adottate dalla Disney Panini in Italia potranno risollevare le sorti non proprio rosee di Topolino non ho potuto fare a meno di notare una cosa, anche alla luce di tutti i discorsi che ho fatto recentemente sulla paura di "osare" che ha il fumetto italiano da qualche decennio a questa parte, per paura di eventuali ripercussioni... E l'ho notata proprio pensando a come vengono utilizzati i personaggi Disney - in quanto icone pop -  nel mondo dell'arte. Ad esempio: il pittore Jose Rodolfo Loaiza (foto sotto), che da alcuni anni interpreta i personaggi Disney in versione gay e queer, è tornato alla carica con una mostra di nuovi lavori, che fino alla fine di agosto alla galleria La Luz de Jesus di Los Angeles...
I suoi nuovi lavori, se possibile, sono ancora più incisivi dei precedenti, e può essere interessante notare che hanno animato tutta una serie di discussioni e sono diventati dei cult senza che per questo la Disney lo citasse in giudizio o che le associazioni anti gay (che pure negli USA sono molto radicate) lo minacciassero di morte o organizzassero qualche forma di boicottaggio ai danni di Jose Rodolfo Loaiza... Neppure dopo che ha coinvolto anche il Papa...



Ora: a parte il fatto che qualcosa mi dice che anche queste opere diventeranno abbastanza virali, il caso di Jose Rodolfo Loaiza non è nemmeno il più eclatante. C'è un'artista italiano, che si chiama Max Papeschi, che da alcuni anni ha scoperto che le sue idee in fatto di digital art (leggi: fotomontaggi neanche particolarmente curati) potevano fare scalpore mettendo i personaggi Disney (e non solo) in tutta una serie di situazioni disturbanti, finalizzate a suscitare una riflessione su come "viviamo in una società in cui si può vendere tutto, a patto di usare il testimonial giusto"...



Le sue opere gli hanno dato una ribalta internazionale davvero notevole, suscitando l'interesse di mecenati importanti (esistono ancora!), e nonostante abbia sfruttato in maniera abbastanza "blasfema" un numero crescente di icone dell'immaginario pop è ancora vivo, vegeto e sulla cresta dell'onda... E, anzi, i suoi ossimori artistici hanno allargato sempre di più la loro zona di influenza...



Certo: qui parliamo di "arte contemporanea", e forse è per questo che i detentori del copyright dei personaggi così abilmente sfruttati non se la sono sentita di intervenire... E nonostante le suddette opere generino un giro di denaro interessante. Tuttavia non ho potuto fare a meno di notare l'ironia di tutta questa situazione: da una parte la Disney Panini, che detiene il copyright dei suoi personaggi, non osa creare fumetti che lancino messaggi forti, o che rappresentino metaforicamente la realtà che ci circonda, mentre dall'altra c'è tutto un mondo di artisti contemporanei che usa i suoi personaggi per lanciare messaggi importanti e suscitare un interesse che poi - in effetti - arriva puntualmente... E arriva senza particolari effetti collaterali, nemmeno quando Max Papeschi ha girato dei finti video porno con telecamera nascosta, in cui ha rapporti sessuali con Minnie, con tanto di canzoni Disney sullo sfondo (CLICCATE QUI)... Per poi allestire una performance con matrimonio riparatore...
La domanda, quindi, nasce spontanea: chi sfrutta i personaggi Disney in questo modo è solo un estroso creativo oppure è una persona che è pienamente consapevole del potenziale di questi personaggi? E, di conseguenza, chi detiene i diritti di sfruttamento del materiale fumettistico relativo a questi personaggi è un amministratore realista e prudente, oppure non ha capito come sfruttare al meglio le sue grandi possibilità?
Certo: fumetti con Topolino nazista o con i principi Disney che si sposano non hanno alcun senso, ma forse i lavori di certi artisti fanno prendere atto di come certi tabù e certe remore sono altrettanto insensate (o addirittura dannose), soprattutto perchè i personaggi Disney sono nati per essere una metafora della realtà, delle sue nevrosi e delle sue brutture (che servivano proprio a rendere più belli i sogni e le speranze quando si realizzavano), cosa che - perlomeno nelle produzioni italiane - hanno smesso di essere da molto tempo.

D'altra parte in un paese come il nostro sembra che offrire spunti di riflessione sia diventato quasi un problema.

Alla prossima.

venerdì 22 agosto 2014

AGGIORNAMENTO BRONY

Ciao a tutti, come va?
Ammetto che spesso e volentieri questo BLOG può sembrare esterofilo in maniera quasi pregiudizievole, ma sono il primo ad ammettere che ogni nazione ha i suoi pro e i suoi contro. Tuttavia ci sono delle situazioni in cui la mia esterofilia può essere più giustificata che in altre, come nel caso del post di oggi, che vorrei utilizzare per aggiornarvi sulle condizioni di Michael Morones: il bambino di undici anni che a gennaio tentò di impiccarsi dal suo letto a castello perchè a scuola era preso di mira a causa della sua passione per la serie animata MY LITTLE PONY: FRIENDSHIP IS MAGIC, e in particolare per il personaggio di Pinki Pie (che è anche il mio preferito).
Salvato in extremis rimase in coma per diverso tempo, scatenando una forte reazione di solidarietà fra tutti gli appassionati della serie, e in particolare i BRONIES duri e puri, e cioè gli uomini adulti che hanno scelto di non nascondere il proprio apprezzamento per la nuova serie dedicata ai pony della Hasbro.
Il fatto, a quanto pare, in Italia non ha avuto molta eco, ed è abbastanza strano considerando che spesso si dedicano articoli e servizi giornalistici a cose molto più banali... E oltretutto il caso di Michael (e tutte le reazioni che ha suscitato) è emblematico di una società che sta profondamente cambiando e che inizia a ribellarsi ai pregiudizi di genere (della serie: "quel cartone è per bambine e i maschi, ancor più se adulti, devono tenersene alla larga per principio"). Inoltre ha fatto emergere in modo molto forte il problema del bullismo scolastico e, indirettamente, quello dell'omofobia... Perchè è inutile negare che se Michael avesse apprezzato un cartone per maschietti, e non fosse andato in giro sfoggiando i gadget di Pinkie Pie, nessuno lo avrebbe preso di mira facendo crescere il suo senso di colpa fino al punto di tentare il suicidio... E, se proprio devo essere sincero, mi viene il sospetto che i media italiani non abbiano voluto dare risalto a questo caso proprio perchè metteva in luce che il problema dell'omofobia è una cosa seria, anche se i politici italiani (che poi sono quelli che più influenzano i nostri media) tendono sempre a sminuirlo. Comunque la cosa che conta è che qualche mese fa Michael è uscito dal coma...
Tuttavia la sua situazione non è esattamente rosea, dato che i danni che ha subito sono stati molto seri e purtroppo ne è uscito cerebroleso. La sua unica speranza sta nel fatto che la sua giovane età possa garantire un margine di recupero, anche se - a meno di un miracolo - non tornerà mai come prima. In ogni caso la sua famiglia non si è persa d'animo, e nonostante tutto ha deciso di reagire, anche alla luce del fatto che Michael può testimoniare quanto può essere devastante il problema del bullismo, e in particolare quello a sfondo omofobo. Così, nel giro di qualche mese, la famiglia Morones ha messo in piedi una fondazione il cui scopo è sostenere le terapie di Michael, ma anche quello di mettere in piedi campagne di sensibilizzazione sul problema del bullismo... E il logo della MICHAEL MORONES FOUNDATION non poteva che essere questo...
Ora: la cosa interessante è che la famiglia Morones non ha alcuna intenzione di ritirarsi a vita monacale e ripiegarsi su se stessa, tant'è che qualche settimana fa è andata con Michael all'annuale BroniCon di Baltimora (uno degli appuntamenti clou per i bronies statunitensi), mentre sua madre, la signora Tiffany, presenzia diverse iniziative che iniziano ad essere organizzate per sostenere la fondazione di cui è diventata - giustamente - presidente.
Da notare che alcune di queste iniziative per la raccolta di fondi iniziano ad essere proposte anche da dei locali gay, come il CIRCUS di Columbus (OHIO), che ha dedicato a Michael una serata "ART+DRAG FOR MICHAEL" a cui era presente mamma Tiffany, in cui sono stati messi all'asta anche anche alcuni dei disegni che i sostenitori di Michael hanno inviato alla famiglia Morones in questi mesi.

Da notare che le drag del locale hanno voluto dedicare a Michael e ai MY LITTLE PONY la loro performance...
E questo, se non altro, dimostra che la MICHAEL MORONES FOUNDATION (CLICCATE QUI per seguire le sue iniziative) è contro i pregiudizi anche nei fatti. Tra l'altro, piccolo e non insignificate dettaglio, pare che - a seguito di quello che è avvenuto a Michael - nella comunità brony ci sia stato un piccolo boom di tatuaggi a tema MY LITTLE PONY... Una sorta di "coming out" brony finalizzato ad esternare da una parte la propria solidarietà e dall'altra il proprio senso di appartenenza ad una generazione che vuole ribellarsi a certi tipi di imposizioni culturali...
I brony cambieranno il mondo? Staremo a vedere... Quel che è certo è che, forse anche a seguito di quello che è avvenuto a Michael, negli USA stanno succedendo delle cose che fino a qualche anno fa sembravano impensabili. Lo scorso marzo a Buncome County (che si trova in North Carolina, come la cittadina di Michael), la signora Noreen Bruce ha voluto denunciare l'atteggiamento della scuola che frequenta suo figlio Grayson, di nove anni. Anche lui è un fan della serie MY LITTLE PONY: FRIENDSHIP IS MAGIC, e - tra le altre cose - si è comprato lo zainetto e il cestino del pranzo del suo pony preferito (in questo caso Rainbow Dash), scatenando l'istintiva reazione negativa dei suoi compagni...
Tuttavia, a seguito delle proteste della madre, la scuola - invece di punire i bulli - ha suggerito a Grayson di non manifestare più la sua passione, lasciando a casa il suo zainetto. A questo punto la signora Noreen è andata su tutte le furie e ne ha fatto un caso nazionale, a cui i media hanno dato un certo risalto, anche perchè - come ha fatto giustamente notare - "dire che uno zaino legittima il bullismo è un po' come dire che una minigonna legittima lo stupro"... E comunque la signora Noreen non ha alcuna intenzione di castrare le inclinazioni del figlio, quali che siano.
Così ha proposto una raccolta di firme per sostenere il diritto di suo figlio di coltivare la sua passione, che ha avuto un grande successo, e probabilmente questo tipo di reazione risparmierà a Grayson il destino di Michael. Non ci è dato sapere cosa accadrà nel corso del prossimo anno scolastico di Grayson, ma non ho potuto fare a meno di fare un confronto con la situazione italiana... In cui, generalmente, i genitori che hanno dei figli che subiscono atti di bullismo di questo genere - nel migliore dei casi - preferiscono non attirare l'attenzione per non sentirsi "additati" come responsabili delle "inclinazioni sbagliate" dei loro figli, e in cui quando i ragazzini tentano il suicidio per ragioni simili (e a volte ci riescono anche), generalmente si crea un fenomeno psicologico di "rimozione"... Per cui in realtà i bulli erano degli psicopatici che nei loro figli vedevano cose inesistenti, e quindi non ha senso "lottare" per affermare alcunchè, men che meno creare un'associazione o una fondazione (che, orrore, potrebbe anche essere la prova che i loro figli avevano "qualcosa" per cui lottare)... Come nel caso di Andrea, "il ragazzo dai pantaloni rosa", che probabilmente negli USA avrebbe già dato il via ad una fondazione con migliaia di iscritti e sostenitori.
Che dire? Probabilmente la cultura americana è diversa da quella italiana, ma forse bisognerebbe cercare di superare questo gap.
In ogni caso in bocca al lupo a Michael, a Grayson e a tutti i bronies orgogliosi di esserlo.
E comunque anche i bronies italiani iniziano a fare gruppo, anche se - tanto per cambiare - hanno ancora qualche problema di visibilità... D'altra parte pare che la serie MY LITTLE PONY FRIENDSHIP IS MAGIC sia confermata per almeno altre cinque stagioni (anche perchè era dagli anni '80 che i MY LITTLE PONY non superavano le vendite di BARBIE), quindi ci sarà tutto il tempo di monitorare gli eventuali sviluppi della situazione.

Alla prossima.

mercoledì 20 agosto 2014

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

Ciao a tutti, come va?
Oggi parto con una piccola osservazione. Come forse saprete su internet è in atto una rivolta contro il settimanale VISTO, che questa settimana era in edicola al modico prezzo di 2,40 euro assieme a NOVELLA 2000 e ad alcuni libri di barzellette in allegato. I suddetti libri di barzellette avevano temi diversi ("i preti e le suore", "Berlusconi e i politici", "i dottori", "Totti e il calcio", "i carabinieri", ecc), ma il titolo che ha scatenato la rivolta è stato "LE MIGLIORI BARZELLETTE GAY"...
Siccome non mi piace parlare a vanvera mi sono procurato la suddetta rivista con libricino, e per scrupolo me ne sono procurato anche una copia con un altro allegato: "LE MIGLIORI BARZELLETTE DEGLI EBREI SUGLI EBREI" (ebbene sì: c'era anche questo titolo nella suddetta collana), giusto per fare un confronto. Effettivamente il libro sulle barzellette gay aveva un sottotesto omofobo, nella misura in cui la stragrande maggioranza delle barzellette contenute giocava su stereotipi denigratori e avvilenti... Cosa che NON è avvenuta, ad esempio, nel libricino con le barzellette dedicate agli ebrei.
Ovviamente in una nazione democratica tutti sono liberi di dire tutto quello che vogliono (in teoria), ma quando un libro di barzellette non viene usato per fare ironia (come nel caso dei dottori o di altre professioni) o satira (come nei confronti delle persone famose), ma solo per reiterare gli stereotipi che spingono a discriminare una categoria di persone, forse una reazione negativa è comprensibile. A parte tutto, però, credo che la cosa più interessante che emerge da questo "caso" è il fatto che il libro sulle barzellette gay non è una novità. Nel senso che in libreria è disponibile dal 2012 (si trova anche su amazon), ma nessuno ci aveva mai fatto caso, a riprova del fatto che le edicole, in Italia, sono ancora un circuito distributivo estremamente importante, nel bene e nel male, perchè è quello che si relaziona di più con la popolazione italiana nel suo insieme.
E questo, in parte, dimostra che quando punto il riflettore sui fumetti che arrivano in edicola, analizzando puntigliosamente la rappresentazione dell'omosessualità nelle loro pagine, forse non sono un ossesso ipercritico. Tuttavia questa è la scusa principale che viene utilizzata per depotenziare quello che dico, come ad esempio è avvenuto di recente, dopo che il sito FUMETTOLOGICA ha ripreso i miei post dedicati a UCCIDETE CARAVAGGIO!, scatenando - com'era prevedibile - le reazioni di chi si è sentito preso in causa. Il tutto potete leggerlo CLICCANDO QUI.
Sarò sincero: alcuni di questi commenti sono delle vere e proprie perle, e dimostrano - ancora una volta - che i timori di alcuni editori riguardo alle reazioni e ai pregiudizi del loro pubblico di riferimento hanno una loro ragion d'essere. La cosa interessante è che i suddetti commenti sono strutturati seguendo uno schema ricorrente, che verte su quattro punti: 1) Presa di distanza da chi ha scritto l'articolo; 2) Difesa della libertà di non rappresentare l'omosessualità; 3) Elenco dei meriti gay friendly della Bonelli; 4) Analisi storico/artistica/culturale di Caravaggio atta a dimostrare che la sua omosessualità è un'ipotesi campata in aria e che comunque era irrilevante ai fini del fumetto.

Tutto legittimo, per carità, se non fosse che il tono di certi commenti sembra proprio irritato, come se avessi punto sul vivo qualcuno, o come se - fra le righe - qualcuno sia rimasto quasi scandalizzato dal fatto che io abbia "osato" far valere un punto di vista "gay" su UCCIDETE CARAVAGGIO! e sui fumetti Bonelli in generale.

Alcune citazioni, a questo punto, sono d'obbligo (e fra parentesi potete leggere le mie osservazioni).

Dante scrive che:

"A parte che l'omosessualità di caravaggio è una ipotesi, non un fatto (veramente di indizi ce ne sono tanti... Altrimenti non si farebbe questa ipotesi).
Ma perche' c'e' questa necessita? la sentite solo voi (noi chi? i gay che non si accontentano delle briciole?), vedi tu se gli autori devono giustificarsi con improbabili autocensure italiche. Mo ci manca che devono fare come la barilla e mettere la coppietta gay di ordinanza (però, chissà come mai, se non si autocensurano poi c'è gente che gli rinfaccia di fare come la Barilla) Semmai e' liberta' non dovercela infilare sempre e comunque (coppiette gay sempre e comunque? Nei fumetti Bonelli? Dove?)."

Alessio invece conferma che:

"Per rimanere in ambito Bonelli ricordiamo gli orientamenti bisessuali di Legs Weaver, ormai da quasi 15 anni (però appena divennero un fatto conclamato l'editore invitò gli autori a cambiare registro: nel numero 51 Legs dovette rinunciare all'amore, i toni della serie di fecero sempre più cupi e meno ammiccanti, nonostante l'arrivo di una nuova compagna, e alla fine chiuse per il conseguente calo di vendite). All'epoca molti la trovarono una bieca trovata commerciale, in realtà il tema venne affrontato con molto garbo (niente numeri alla Manara o Serpieri, per intenderci), citando perfino Calvino (il fatto che venga considerato un merito il fatto che in un fumetto italiano non ci siano solo lesbiche sessuomani mi preoccupa). Recentemente nel fumetto NOX, Squadra Anticrimine Europa, una delle protagoniste era dichiaratamente lesbica, con una fidanzata fissa (e con una scena di sesso più che intravista). In realtà sarebbe stato più interessante approfondire l'attrazione che questo personaggio nutriva verso un collega maschio, forse sarebbe stato maggiormente dirompente, ma la serie è durata pochi albi (però, chissà come mai, non è mai considerato interessante e dirompente un personaggio eterosessuale, magari maschio, che prova attrazione per un collega del proprio sesso, e comunque NOX era della Star Comics e non della Bonelli). Riguardo a Caravaggio nel fumetto i suoi gusti sessuali sono irrilevanti ai fini della trama, l'insulto del cavaliere di pederastia calza a pennello (scusate il gioco di parole) più come accusa di vigliaccheria che come segno di omofobia (il problema non è se sono irrilevanti o no, ma il fatto che si è stati ben attenti a non manifestarli anche se le situazioni in cui era possibile farlo si sono presentate). Checchè molti ne pensino la Chiesa era tollerante, un pittore, Giovanni Antonio Bazzi, veniva soprannominato significativamente "Il Sodoma", ma non finì mai nei tanto famosi roghi (ben diversa la sorte di Oscar Wilde nella civile Inghilterra) (attenzione però: Oscar Wilde ebbe dei guai perchè al processo ammise di amare un ragazzo, mentre nel rinascimento i soprannomi venivano dati e non scelti. Oltretutto Il Sodoma era stato sposato e aveva fatto sposare sua figlia con uno dei suoi presunti amanti, tale Riccio Sanese, giusto per stare al sicuro e non compromettersi ulterioremente...)"

E Dante torna a sottoscrivere che:

"infatti accusare la bonelli di avere sti problemi di autocensura e' ridicolo.
Semplicemente non c'e' necessita' di metterli ovunque come piace a certe tendenze di oggigiorno
(no comment)."

Paolo, invece, esordisce con una classica frase in stile "ho tanti amici gay, ma...", che di solito non prelude a niente di buono, e infatti:

"Avevo già avuto modo di leggere le critiche di Wally Rainbow e, pur essendo totalmente simpatetico con la causa dei diritti lgbtqi, le trovo completamente sballate (wow!).
In primis, bisogna dire che l'omosessualità o la bisessualità di Caravaggio sono delle ipotesi di cui non ci potrà mai essere certezza (veramente. Se fosse stato Uccidete Oscar Wilde e non fosse stato chiara la bisessualità di Wilde sarebbe stata legittima la reazione)
(veramente Oscar Wilde non era bisessuale: è stato sposato e ha avuto due figli, ma come tanti omosessuali aveva fatto questo sforzo per salvare l'apparenza, tant'è che oltre al ragazzo per cui finì sotto processo ne ebbe molti altri, ma di donne ebbe solo sua moglie, Constance, che curiosamente ora è sepolta a Genova, nel cimitero monumentale di Staglieno). Ma non si tratta di Wilde, si tratta di uno che forse era gay o bisex. Optare per una rappresentazione omo/bi di Caravaggio sarebbe una scelta arbitraria tanto quanto una rappresentazione etero (vero, però guardacaso gli indizi sulla sua presunta omosessualità/bisessualità erano maggiori di quelli relativi a una sua esclusiva eterosessualità).
In secundis, il presunto orientamento sessuale viene accennato come vengono solo accennate tante cose della vita personale del Caravaggio. Viene accennato nel duello, più velatamente all'inizio il Cardinale parla della rete di complicità che protegge Caravaggio anche a causa della dissolutezza
(il punto è: limitarsi ad accennarlo fra le righe è stato un merito o una scelta criticabile?).
In terzis, che il rapporto tra Caravaggio e Leonello sia concluso nel decotto e che Leonello sostanzialmente se ne freghi del destino del, forse, compagno, è una lettura tendenziosa fatta per dimostrare che il presunto rapporto omosessuale sia stato tenuto fuori da De Nardo intenzionalmente. Leonello evidentemente tiene a Caravaggio, non gli fa solo il decotto ma lo ospita mentre è ricercato, lo cura etc etc etc
(il punto però non era dimostrare che ci teneva, ma che lo amava).
Dulcis in fundo, Wally Rainbow manifesta un discreto pregiudizio verso Bonelli
(chi? Io?). Perchè se è tanto vero che Manfredi possa aver ricevuto pressioni sull'inserire personaggi lgbtqi in Magico Vento, è altrettanto vero che Legs Weaver è lesbica e ha avuto per anni e anni una testata sua, Gea se non ricordo male era bisex (ed era esattamente quel personaggio adolescente di cui si lamenta la mancanza, tale e quale a Lilith), in Dylan Dog ci sono stati, nel periodo di massima diffusione quando era particolarmente legato alla realtà, personaggi omosessuali, Ken Parker ha rotto il tabù dell'omosessualità nel west decenni prima di Brockback Mountain... (Lilith è una macchina per uccidere proveniente da un futuro distopico, che se ne va in giro completamente nuda: quanti adolescenti possono ritrovarsi in un personaggio del genere? GEA - che non era bisex ma aveva amici omosessuali - è stato un caso isolato, peraltro una testata sperimentale e semestrale che si è conclusa anni fa. Gli omosessuali presentati in Dylan Dog non erano comunque personaggi positivi e l'unico gay in Ken Parker fu un travestito con le fattezze di Marylin Monroe...).

P.s.: finchè parliamo di fumetti va bene, ma se si parla di cose serie, se ne parli seriamente... non è vero che la Costituzione "releghi" certi argomenti "solo" all'art. 21
Un po' di coscienza su com'è costruita la Costituzione non guasterebbe. I diritti e doveri dei cittadini contenuti nella Parte Prima della Costituzione non sono "secondari" perchè non vengono elencati nei primissimi articoli. I primissimi articoli sono dedicati ai Principi Generali, tra cui quelli contenuti nell'articolo 3 che pone l'uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
(molto bene: allora perchè nei fumetti italiani sembra che gli omosessuali abbiano meno possibilità di essere rappresentati liberamente rispetto agli eterosessuali?)"

Comunque se dovessi dare un premio lo darei a Dante, perchè quando un certo Andrea difende la Bonelli perchè non è mai arrivata ai livelli del film TROY in cui Achille e Patroclo sono stati presentati come cugini, lui interviene dicendo che:

"Eccone un altro. Che achille e patroclo fossero amanti da dove lo evinci??
Vogliamo i fatti
(Accidenti! Purtroppo Omero è morto da qualche millennio! Altrimenti potevamo chiedergli cosa aveva in mente quando scrisse che "Achille si disperò come una moglie per la morte dell'amato")."


Al di là di tutto questo, però, c'è una cosa che mi premeva sottolineare: Caravaggio è morto 414 anni fa, e a differenza di tanti suoi colleghi è stato rivalutato solo in tempi relativamente recenti, a partire dalla fine del XX secolo... Tant'è che i suoi resti sono stati riscoperti nel cimitero di Porto Ercole solo nel 2010. Il disinteresse nei suoi confronti sicuramente ha fatto in modo che una quantità di prove e testimonianze su di lui andassero irrimediabilmente perdute nel corso dei secoli, e questo rende particolarmente problematico rintracciare prove inoppugnabili e ufficiali sulle sue preferenze sessuali, anche perchè a suo carico non risultano processi per sodomia (come è avvenuto per Leonardo da Vinci e Benvenuto Cellini) e non sono state ritrovate lettere d'amore (come nel caso di Michelangelo Buonarroti). Ci sono gli accenni dei suoi contemporanei, le indagini sul contesto in cui si muoveva e la certezza che dipingeva per lanciare dei messaggi, anche a costo di sfidare il potere e le convenzioni del suo tempo. In ogni caso, come ha scritto qualcuno sul THE GUARDIAN, considerando l'epoca in cui Caravaggio è vissuto, in cui i dipinti dovevano rispettare norme molto rigorose, forse le sue opere si possono già considerare come una sorta di piccolo Gay Pride...
L'attore teatrale Paolo Poli (se non sapete chi è CLICCATE QUI), in un'intervista (CLICCATE QUI), racconta di come lo storico dell'arte Roberto Longhi (colui che riscoprì Caravaggio e lo promosse nel mondo) gli esternava la sua perplessità perchè ogni volta che andava a parlare di Caravaggio negli USA - in un'epoca in cui la parola "invertito" in Italia si poteva a stento pronunciare - tutti gli chiedevano se Caravaggio fosse omosessuale... E quando Roberto Longhi chiedeva a Paolo Poli cosa ne pensava, visto che all'epoca era uno dei pochi gay dichiarati a cui poteva rivolgere la domanda, lui rispondeva che "Caravaggio era tutto, perché all’epoca succedeva di tutto".

Molto saggio. Peccato solo che nei fumetti italiani di oggi, con Caravaggio, sia meglio non far succedere niente.

Alla prossima.