SE COMPRI SU AMAZON.IT PASSANDO DA QUESTI LINKS RISPARMI E SOSTIENI QUESTO SITO!

Libri o fumetti in inglese? Qui niente spese di spedizione e dogana, solo sconti pazzi!

VUOI AGGIUDICARTI UN DISEGNO ORIGINALE DI WALLY RAINBOW?

mercoledì 29 aprile 2009

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Oggi volevo parlarvi di fumetti partendo da una notizia abbastanza rincuorante. Lo scorso week end si è tenuta Napoli Comicon, ovvero la fiera del fumetto di Napoli. Grande successo di pubblico anche quest'anno (mi è giunta voce di scene apocalittiche persino per gli standard partenopei) e ammetto che mi sarebbe davvero piaciuto esserci, non foss'altro perchè fra gli ospiti c'era il mio guru Alan Davis... Sigh... Comunque vi parlo di Napoli Comicon perchè il 25 aprile ci sono state le premiazioni di rito, e quest'anno il premio Attilio Micheluzzi per il miglior fumetto è andato a IN ITALIA SONO TUTTI MASCHI di Luca de Santis e Sara Colaone, edito da Kappa e di cui ho più volte parlato anche su questo blog.
Congratulazioni ai vincitori! Un premio è sempre una bella cosa, tuttavia in questo caso diciamo che io ci andrei un po' piano con l'entusiasmo, e ora vi spiego il perchè. Sicuramente questo fumetto ha il pregio di trattare di un argomento scomodo e rimosso come il confino degli omosessuali durante il fascismo, e lo fa con garbo e senza scadere in eccessivi vittimismi. Che poi lo faccia in maniera tuttosommato soft e rimuovendo tutti quei dettagli - anche storici - che lo avrebbero reso "sconveniente" (come ad esempio il fatto che i confinati si prostituivano fra di loro e con i poliziotti che li sorvegliavano) è secondario. Quindi sono sincero quando faccio le mie congratulazioni ai due autori che lo hanno partorito (e che vedete qui sotto durante una presentazione a Ravenna).
Ripeto: il ruolo documentaristico di questo fumetto è sicuramente notevole, tuttavia... Tuttavia penso che sia indicativo che il primo premio dato ad un fumetto italiano a tematica gay sia andato ad un fumetto che descrive (conferma?) lo stigma riservato agli omosessuali. Il protagonista, vecchio e solo, racconta ad una coppia di giornalisti di quando - da giovane - è stato confinato, subendo prevaricazioni e maltrattamenti assieme ai suoi compagni di sventura. Insomma racconta di un omosessuale che è stato vittima degli eventi e della sua condizione, suscitando un legittimo sentimento di pietà nel lettore. La cosa, di per sè, è positiva, ma è possibile che un fumetto a tematica gay, per farsi notare in Italia nel 2009, debba puntare ancora sulla pietà? In tutto ciò c'è qualcosa che non mi convince e mi lascia quantomeno perplesso. Così come mi lascia perplesso che le tavole di questo fumetto, assieme a quelle di FAG HAG e di MATTEO E ENRICO (tutti fumetti a tematica gay prodotti dalla Kappa), stiano ancora girando l'Italia in lungo e in largo presentandosi come il nuovo traguardo raggiunto dal fumetto gay in Italia. Peraltro con grande entusiasmo delle locali associazioni GLBT. Eppure anche gli altri due fumetti confermano una serie di preconcetti e stereotipi non proprio lusinghieri. In MATTEO e ENRICO c'è un tormentato amore non corrisposto per un etero (o meglio: per un bisessuale represso), con tanto di ex ragazzo psicopatico (nonchè attivista gay... Chissà se c'era qualche frecciatina...) che non si vuole schiodare e che compie atti di stalking molto pesante... Ma c'è anche una relazione gay palesemente di ripiego, basata su non si sa bene quali presupposti (attrazione sessuale?)...Mentre in FAG HAG ci sono gay giovani e rampanti (con una ragazza lesbica nel gruppo per par condicio...), benestanti e trendy persi nelle loro traversie fashion victim/glamour, nonchè alle prese con una vacanza in Grecia (alla faccia dell'originalità e del precariato giovanile), con questa ragazza che da brava frociarola non può fare a meno di ronzare loro attorno anche se non c'è trippa per gatti... Non so... Se questo è il nuovo volto del fumetto gay in Italia io non mi ci trovo, e per dirla tutta non posso fare a meno di provare una punta di disagio misto a preoccupazione. Questo perchè io sono convinto che i fumetti siano lo specchio della società che li produce, e questi fumetti rispecchiano una realtà omosessuale che a me pare tanto priva di fondamenti concreti e di una reale coscienza di sè, una realtà ad uso e consumo di lettori etero (o peggio ancora gay) che possono ritrovarsi in certi luoghi comuni che oggi hanno preso il posto di quelli che andavano anni fa (e che tanti etero trovavano confermati in film come "Priscilla" e "Il Vizietto"), ma che restano pur sempre luoghi comuni. Non posso fare a meno di chiedermi se e quando in Italia verrà assegnato un premio ad un fumetto a tema gay in cui i gay non fanno i "gay", ma fanno semplicemente le persone, magari proponendosi come dei modelli positivi e non come animi tormentati o come persone sconvolte da problematiche frivole e angoscie di vario tipo. Chissà... Certo è che quando si cerca di piazzare fumetti che NON rispecchiano i luoghi comuni, o mostre a tematica gay che NON puntano su fumetti che confermano i suddetti luoghi comuni (vedi ARCOBALENI FRA LE NUVOLE), ci si trova di fronte a una sorta di boicottaggio silenzioso, anche da parte di quelli che non si fanno problemi ad esaltare fumetti (obbiettivamente pietistici) come IN ITALIA SONO TUTTI MASCHI... Tant'è che quando Ralf Konig ha vinto il premio Yellow Kid a Lucca qualche anno fa lo ha vinto per SUPER PARADISE, un fumetto in cui uno dei protagonisti si scopre sieropositivo... Voi che dite? Sarà un caso?

IMPORTANTE: Se guardate in alto a destra troverete, proprio in cima e in bella vista, degli annunci pubblicitari. Cliccandoci sopra ogni volta che passate di qui potete contribuire al mantenimento di questo sito senza spendere nulla. GRAZIE.

lunedì 27 aprile 2009

LA SEGNALAZIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Rieccomi puntuale fra di voi per parlare di quello di cui nessun altro vi parla. Prima di tutto volevo farvi presente che TROY ha ripreso la sua corsa, anche perchè finalmente il gestore del sito mi ha concesso un minimo (proprio minimo, ma meglio di niente) garantito per ogni striscia. Il secondo capitolo si è appena concluso e la storia dovrebbe entrare nel vivo adesso, visto che finora, diciamo, ho realizzato una specie di lungo preambolo. Venendo ad argomenti di più ampio respiro, oggi volevo anche segnalarvi che dal prossimo 12 maggio inizierà ad essere distribuito in DVD un nuovo film di animazione 3D a tematica gay hard. Si tratta di una sorta di parodia de "I PIRATI DEI CARAIBI", dal titolo "PIRATE'S BOOTY" (ovvero "Il bottino del pirata"). Ve ne parlo qui perchè, tra le altre cose, offre diversi spunti di riflessione interessanti che vorrei condividere con voi... La prima cosa che balza all'occhi è che NON è stato prodotto da una casa di produzione specializzata in ambito gay. Infatti questo video arriva dalla Adult Source Media, un'azienda un po' atipica visto che è specializzata nell'importazione di anime hentai (ovvero hard) dal Giappone (che propone doppiati e senza censure per il mercato americano) e nella commercializzazione di video live a tema prettamente lesbico. Il boss di questa casa di produzione è una donna, tale Wendy Crawford, e qualcosa mi dice che non sia un caso. Ad ogni modo la Adult Source Media ha deciso di giocare la carta dei video in 3D aprendo un piccolo studio che segue specificamente questi progetti, e dopo due titoli etero ecco arrivare PIRATE'S BOOTY, diretto dalla stessa Wendy Crawford. Un'altra notevole curiosità sta nel fatto che per doppiare il protagonista principale del video, il capitano Jack Swallows (un gioco di parole con il nome del protagonista de I PIRATI DEI CARAIBI, con la differenza che questo nome in italiano sarebbe come dire Jack l'Inghiottitore), non è stato chiamato un attore porno gay, ma un'icona del porno etero. Infatti questo ruolo è stato rivestito dal pluripremiato attore hard Evan Stone.
Devo essere sincero... A me non piace per nulla e i suoi lineamenti proprio non mi attizzano. D'altra parte non penso che sia casuale se l'estetica degli attori gay contepli dei visi accattivanti, e magari anche espressivi, due cose che ai loro colleghi dell'hard etero non sono affatto necessarie. Oltretutto questa specie di Rocco Siffredi americano è un accanito sostenitore della depilazione totale (quindi anche pubica) maschile, e questo me lo rende ulteriormente indigesto, con rispetto parlando. Detto questo pare che negli USA sia una specie di icona del porno etero, grazie anche ad alcuni filmoni come questo...
Personalmente mi ha colpito abbastanza che un'attore porno etero non si sia fatto alcun problema a partecipare a questo progetto, così come mi ha favorevolmente impressionato che una casa di produzione e distribuzione non gay, per giunta con a capo una donna, abbia voluto investire in qualcosa che si rivolge al pubblico omosessuale. Ad ogni modo se andate sul SITO UFFICIALE DI PIRATE’S BOOTY potete trovare il trailer (prego notare la colonna sonora con tanto di canzone rock davvero orecchiabile), che in effetti incuriosisce (nonostante la grafica in stile SIMS, ma immagino che le tecnologie 3D diventino accessibili ed economiche con uno scarto di almeno 10 anni rispetto al TOP delle produzioni cinematografiche del momento). La cosa che però mi ha colpito più di tutte è che dal trailer non traspare quella vena demenzial-comica che finora ha accompagnato tutte le produzioni hard in 3d (ma anche animate in altro modo) che si sono rivolte al pubblico omosessuale. Intendiamoci: l'ironia è sempre gradita, ma secondo me se mal gestita rende pessimo anche il prodotto meglio realizzato. E' un po' quello che è successo con Stonewall & Riot, il video in 3D a base di supereroi hard realizzato qualche anno fa dall'artista multimediale Joe Philips. Qualcuno di voi lo ha visto? Se non sapete di cosa parlo potete andare sul SITO UFFICIALE del film.

Caratterizzazione dei personaggi fantastica, animazione favolosa, regia davvero notevole, eppure... Eppure c'era una sorta di umorismo eccessivamente demenziale, estremamente fastidioso e tristemente ricorrente che permeava il tutto. E come se non bastasse il doppiaggio - realizzato in totale economia - era pressochè deprimente, e gli accenti "gay" con cui parlava buona parte del cast hanno solo rincarato la dose. Un vero peccato, ma d'altra parte se un artista non si rende conto che non basta saper disegnare per scrivere una bella storia e saper dosare l'umorismo nel modo giusto... Beh... Questi sono i risultati. Non è un caso se la voce di spesa più alta nella serie THE SIMPSONS sono proprio gli sceneggiatori e i doppiatori (che peraltro possono permettersi di bloccare tutto ogni volta che fanno sciopero). Scusate il tono leggermente polemico, ma quando vedo delle buone occasioni perse non posso proprio farne a meno (^__^). Adesso bisognerà un po' vedere se PIRATE'S BOOTY si rivelerà l'ennesima goccia nel mare o se segnerà l'inizio di qualcosa di più... Nel frattempo attenderemo fiduciosi (anche se dubito fortemente che verrà mai doppiato in italiano).

IMPORTANTE: Se guardate in alto a destra troverete, proprio in cima e in bella vista, degli annunci pubblicitari. Cliccandoci sopra ogni volta che passate di qui e navigando un pochetto sui siti che promuovono potete contribuire al mantenimento di questo sito senza spendere nulla. GRAZIE.

venerdì 24 aprile 2009

NEWS

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Oggi prima di tutto volevo segnalarvi che, per la seconda volta, il mangaka Gengoroh Tagame (che a breve verrà pubblicato anche in Italia, se tutto va bene...) avrà una mostra personale a Parigi. Se dal 30 aprile al 30 maggio vi trovate da quelle parti potreste farci un pensierino, soprattutto se contate di fare un ponte il primo maggio. Infatti l'autore in carne e ossa sarà presente il 2 maggio per chiacchierare coi suoi fans e fare dediche. Per completezza eccovi l'annuncio...
Detto questo oggi volevo segnalarvi un'iniziativa carina che arriva dall'ormai strafamoso disegnatore Patrick Fillion, che dopo aver fondato le edizioni Class Comics (assieme al suo ragazzo... Ah! Che belle le imprese a conduzione familiare...) per pubblicare i suoi fumetti erotici a base di palestrati superdotati in tutte le salse (da quella supereroistica alla fantascienza, passando per l'horror e il fantasy), ha pian piano allargato il suo parco di collaboratori e ha iniziato anche a vendere i suoi fumetti in versione pdf dal suo sito. Vi ricorda qualcuno? (^___^) Magari presto o tardi mi rifarò vivo con lui, non sia mai che ne nasca qualcosa :-) Comunque oggi volevo segnalarvi che, dopo aver fatto un bel colpo reclutando il francese LOGAN (che reputo uno degli artisti tecnicamente più bravi oggi in circolazione e che, fra parentesi, io avevo contattato anni prima di Patrick Fillion per una pubblicazione per la Coniglio Editore, che non è mai andata a buon fine per motivi indipendenti dalla mia volontà... E anche dalla sua...), oggi Patrick Fillion ha iniziato a collaborare con un altro artista che secondo me di stoffa ne ha da vendere: l'inglese Jacob Mott. Ne parlo qui perchè Patrick Fillion ha affidato a Jacob Mott una miniserie di tre numeri in cui verranno narrate le origini di uno dei supereroi più popolari della scuderia Class Comics, ovvero Naked Justice... L'unico supereroe che, oltre a saper volare e ad essere diventato immortale (grazie a un'antica magia egizia), quando ha un orgasmo eiacula scariche di energia con cui stende gli avversari (e tra le altre si "ricarica" nel giro di pochi secondi). Un'idea volgarotta quanto intrigante, che tra l'altro spiega perchè Naked Justice vada in giro col suo super pisellone sempre all'aria. In passato Patrick Fillion aveva affidato a Logan la realizzazione di alcune storie di un altro suo super eroe: il demone ribelle Deimos, con risultati molto apprezzabili...Tuttavia è la prima volta che Patrick Fillion scrive una miniserie interamente disegnata da un'altro artista (forse anche perchè si sarà reso conto che, vista la sua proverbiale lentezza, non può portare avanti tutte le sue idee da solo). La cosa che però volevo sottolineare in questa sede è che, pian piano, Patrick Fillion sta riuscendo nel suo intento di mettere in piedi un vero e proprio universo narrativo sul modello dei tipici editori di supereroi americani (con tanto di miniserie), e considerando che tutto questo suo universo si regge sull'erotismo gay direi che è un traguardo decisamente notevole, che fino a qualche anno fa era a dir poco impensabile. Merito di internet, che permette ad autori sparsi in tutto il mondo di mettersi in contatto, e di farsi conoscere da un pubblico irraggiungibile fino a qualche anno fa. Forte, vero? Comunque, giusto per stare in tema, penso di potervi annunciare ufficialmente che il prossimo volume della collana WALLY RAINBOW'S WORLD che sto pubblicando tramite www.lulu.com, dovrebbe essere dedicato ad Andrea Madalena, e tra le altre cose presenterà - per la prima volta in un'unica soluzione - il capitolo "zero"della saga dedicata al robot Godaruon... E se le vendite andranno bene mi ha già detto che sarà bene felice di pensare a un seguito :-)... Riuscirò a diventare il Patrick Fillion italiano (senza un - SIGH - ragazzo con cui aprire la mia casa editrice)? Mai dire mai... Nel frattempo vi lascio con la preview animata della miniserie dedicata alle origini di Naked Justice... Molto carina l'idea di realizzarla con un tratto cartoonesco, vero?

mercoledì 22 aprile 2009

COSE DELL'ALTRO MONDO

Ciao a tutti e a tutte, come state?
Bentornati e bentornate nel BLOG che vi dice le cose che nessun altro osa dirvi :-) Oggi volevo parlare con voi di CULTURA, ma di CULTURA nel senso pieno del termine. Eh, già! Perchè di solito con questo termine nel nostro paese si pensa alla scuola, alle biblioteche e alle nozioni delle enciclopedie. In realtà, come ho ribadito durante il mio intervento introduttivo alla mostra ARCOBALENI FRA LE NUVOLE di Genova il concetto di CULTURA è un po' più ampio... Visto che con questa parola bisognerebbe intendere, più a monte, l'espressione di un'identità collettiva. Che poi questa identità parta da un vissuto comune è pacifico, così come è pacifico che si esprima attraverso l'arte, la letteratura, il linguaggio, la moda e molte altre cose. Tuttavia non bisognerebbe mai dimenticare che la cultura è fondamente il mix di tre concetti: condivisione, espressione e consapevolezza. Il tutto finalizzato a generare quel senso di appartenenza senza il quale nessun individuo riesce a rapportarsi davvero col mondo che lo circonda. Troppo intellettuale? Spero di no. Comunque, quando si parla di cultura gay, è proprio così che andrebbe intesa e da qui, forse, nascono i problemi che in Italia si sentono di più che altrove. Eh, già! Perchè se cultura vuol dire condivisione, espressione e consapevolezza questo implica che una comunità gay formata da persone individualiste, tendenzialmente nascoste e fondamentalmente superficiali (e qui bisognerebbe aprire un capitolo a parte), non può riuscire a produrre una reale "cultura", e forse neanche una reale comunità. Tutto chiaro fin qui? Bene. Quando una minoranza produce una cultura è quasi inevitabile che senta la necessità di avere l'equivalente delle icone pop della cultura dominante, anche quando sono fondamentalmente inutili. Non sono un sociologo, ma penso che tutto questo dipenda da una sorta di spirito di rivalsa insito in tutte le minoranze, e forse è per questo che - regolarmente - vengono proposti dei bambolotti gay. Il primo è stato Gay Bob negli anni 70. Prego notare la finezza della scatola a forma di guardaroba (closet), dal quale Gay Bob doveva uscire ("coming out" è l'abbreviazione di "coming out of the closet", espressione che veniva inizialmente usata per indicare le ragazze di buona famiglia che erano pronte per il debutto in società dopo essersi agghindate a puntino nel guardaroba).
A metà anni 90 arrivò Billy, prodotto in una dozzina di versioni (tra cui quella in stile marinaretto che vedete qui di seguito). Nella linea di Bob erano comparsi anche il suo ragazzo ispanico Carlos e il loro migliore amico di colore Tyson... Lo sapevate che il Museo d'Arte Contemporanea di New York gli dedicò una mostra nel 1998?
Anche non ebbe il successo sperato non fu certo l'ultimo esperimento in questo senso, perchè agli inizi del 2000 debuttò il bambolotto ispirato all'icona hard Jeff Stryker.
Seguito, qualche anno più tardi, dal bambolotto ispirato ai personaggi disegnati dal noto artista Tom of Finland.
Da notare che tutti questi bambolotti, oltre ad essere estremamente costosi (visto che si rivolgevano ai collezionisti e non certo alla sconfinata platea dei bambini figli del consumismo) e "anatomicamente corretti", sono stati prodotti negli Stati Uniti. Ora, però, sembra che qualcosa stia cambiando... Eh, già! Perchè il nuovo bambolotto gay, ispirato all'icona porno Billy Herrington, è stato prodotto in Giappone e sarà possibile ordinarlo a partire da luglio (e per ora solo dal sito - giapponese - http://niconico.qt.shopserve.jp/).Il bambolotto è completamente snodato, e là dove non arrivano gli snodi arrivano le parti intercambiabili (ha a disposizione diverse teste con varie espressioni, mani in varie posizioni, vari tipi di intimo e via discorrendo). Siccome, come dicevo prima, questo BLOG vi fa vedere quello che gli altri omettono, vi mostro qualche foto in anteprima per farvi capire meglio cosa intendo...
Che dire? A me fa un po' impressione, ma immagino che per i feticisti di questo genere di cose sia notevole. D'altra parte non posso fare a meno di pensare che, se anche i giapponesi iniziano a pensare a questo tipo di modellismo, effettivamente la cultura gay sta iniziando a diventare qualcosa di davvero globale... Laddove ovviamente trova terreno fertile. Voi cosa ne pensate?

lunedì 20 aprile 2009

LA SEGNALAZIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte come state???
Forse qualcuno di voi si sarà chiesto quali autori di fumetti erotici mi hanno influenzato di più agli inizi. Premesso che, se adesso i fumetti omoerotici in Italia non vengono pubblicati, fino a dieci anni fa non si sapeva nemmeno cosa fossero, va da sè che il sottoscritto ha avuto seri problemi a trovare storie e autori che lo colpissero positivamente in quel senso prima dell'avvento di internet, anche perchè la totalità del materiale reperibile era a tema etero e... Beh... Come ben saprete anche voi i fumetti erotici a tema etero (eterotici?) molto raramente mettono in primo piano i protagonisti maschili. Anzi... per dirla tutta ricordo che ogni volta che mi imbattevo in una qualche raffigurazione (decente) di un nudo maschile era una specie di festa... E se poi il soggetto rimaneva in quella appetibile condizione per più di una vignetta era un vero e proprio evento. C'è da dire che io compensavo certe lacune realizzando da solo dei fumetti con i soggetti erotici che mi interessavano (magari un giorno vi farò vedere di cosa si trattava, visto che diversi li ho conservati), però avere davanti un riferimento era tutta un'altra cosa. Tuttavia nei primi anni 90, o giù di lì, in Italia arrrivarono alcuni fumetti eterotici statunitensi che non si limitavano ad essere i soliti pornazzi usa e getta, dando il giusto risalto anche alla componente maschile, disegnati bene e sceneggiati meglio. Tant'è che per me hanno avuto un ruolo decisamente formativo e mi influenzano tutt'ora. Ve ne parlo qui perchè, se non avete pregiudizi e vi piacciono i fumetti in quanto tali, sono appena stati ristampati in due volumi dal prezzo relativamente abbordabile. Si tratta di:

BIRDLAND
di Gilbert Hernandez
e IRONWOOD
di Bill Willingham

Farne una recensione dettagliata qui mi sembra inappropriato, vi basti sapere che il primo è una surreale presa in giro del mondo delle soap opera, mixato con una buona dose di surreale fantascienza... E che uno dei protagonisti di BIRDLAND, Mark Herrera, è stato il motivo che mi ha spinto a comprare la mia prima rivista vietata ai minori (il numero 16 di BLUE), e che il mio modo di raffigurare le scene di sesso con tanti dialoghi deriva in buona parte proprio da questo fumetto. Oltretutto - cosa rara per un fumetto eterotico - in BIRDLAND compaiono tantissimi membri maschili e persino qualche orgia bisex (nel senso più gay del termine). Per quel che riguarda IRONWOOD devo dire che, anche se di sesso gay non ce n'è, è semplicemente delizioso... C'è tutto il fantasy che potreste immaginare ed è tutto rivisto in chiave sessualmente esplicita... E ovviamente ci son dei bei figlioli (con attributi decisamente notevoli) anche in queste pagine... Questo davvero lo consiglio a tutti gli amanti del fantasy, perchè al di là del sesso c'è una trama davvero interessante a reggere il tutto. Da notare che ultimamente i piccoli editori di fumetti sembrano riscoprire il fumetto erotico di qualità, tant'è che dopo anni e anni sono stati riproposti dei classici come l'originalissimo BLACK KISS (a base di vampiri, killer e trans lesbiche) e il deliziosissimo serial a base di felini umanizzati OMAHA (che addirittura verrà proposto integralmente, per la prima volta in Italia, in 18 volumi). Detto questo volevo segnalarvi che nelle maggiori librerie online è già prenotabile il primo volume italiano dedicato a Gengoroh Tagame... Costerà 15 euro, verrà pubblicato dall'editore Black Velvet (che però non lo ha ancora inserito sul suo sito, visto che dovrebbe uscire a maggio o a giugno) e hanno scelto di intitolarlo "RACCONTI ESTREMI" (sigh!). Non so quali storie verranno inserite nel suddetto volume, ma spero che questo titolo non implichi che partiranno con le storie più forti dell'autore, perchè in Italia passare a quelle partendo da zero potrebbe risultare quantomeno improduttivo. Forse mi sbaglierò, ma probabilmente questo piccolo rifiorire di pubblicazioni erotiche (per giunta di qualità) non deve essere proprio casuale. Forse la gente si è un po' stufata del clima del nostro paese, che negli ultimi anni è diventato sempre più bigotto e castrante, e forse i fumetti si stanno riappropriando della loro funzione di specchio di una società che, nonostante le apparenze, cova ancora qualcosa sotto le braci... Buon segno? Chissà... In ogni caso, per restare in tema di Giappone vi segnalo che, alla faccia della crisi, nella terra del Sol Levante hanno debuttato ben due nuove antologie periodiche dedicate ai bara manga, ovvero ai fumetti gay per gay. Per completezza qui di seguito vi posto i rispettivi numeri uno. E bravi giapponesi...

venerdì 17 aprile 2009

LA LETTERA DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Oggi volevo rispondere a una mail che solleva alcuni dubbi legittimi. Alex mi scrive:

"Carissimo Valeriano inanzi tutti ti faccio auguri di pasqua e pasquetta anche se in
ritardo....Ma scrivo anche per dei piccoli chiarimenti,mi sembra di aver notato che
le striscie di robin nn vengono + aggiornate 3 volte a settimana ma solo al
mercoledi e al venerdi saltando il lunedi....Dipende dalle poche donazioni che
ricevi o da altri impegni personali che stai mandando avanti in parallelo al
fumetto...Sai ormai x molti di noi credo sia una sorta di rituale riconettersi su
robin al lunedi x sapere come procede ed è da quando 6 stato male che la striscia
del lunedi nn viene + messa....Spero che sia un disguido momentaneo...Porgendo i
miei piu distinti saluti e un caloroso abbraccio ti auguro di aver fortuna con i tuoi
svariati progetti...
Un abbraccio by Alex dalla Liguria..."

Caro Alex, in realtà dopo che sono stato male è arrivato come un fulmine a ciel sereno l'onere di organizzare la mostra a Genova a tempo di record e quando tutto si era più o meno sistemato ero leggermente stravolto e poi è arrivata Pasquetta. Fondamentalmente è per quello che per alcune settimane Robin Hoog è stato aggiornato due volte alla settimana invece di tre. Adesso la mia intenzione era quella di riprendere a pubblicare Robin Hoog con tre striscie alla settimana, anche se in effetti la tua e-mail mi ha fatto sorgere un dubbio. Vi aggiorno brevemente sulla questione donazioni. A gennaio sono state 59, a febbraio 29, a marzo 24 e ad aprile - fino ad oggi che è il 17 - sono state solo solo 4. Cosa è successo?
Possibilità 1: la gente ha visto che aggiornavo con meno regolarità e ha deciso di sospendere il suo apporto.
Possibilità 2: c'è stato un grande slancio inziale di persone che si sono portate avanti per tutto l'anno.
Possibilità 3: c'è stata una congiunzione di eventi sfavorevoli (crisi economica mondiale, terremoto in abruzzo che ha assorbito la quota di donazioni mensile di tante persone, ecc).
Possibilità 4: siccome io non ho insistito più di tanto la gente ha iniziato a pensare che le cose andassero bene anche senza il loro contributo.
In ogni caso a questo punto mi trovo di fronte a un dilemma: devo riprovare ad aggiornare tre volte a settimana sperando che la situazione migliori o devo prendere atto che magari la gente spende più volentieri i suoi soldi in altro modo??? Ve lo dico perchè mentre le donazioni diminuivano gli aquisti su www.lulu.com salivano. Infatti a gennaio ho venduto 3 prodotti, a febbraio 0, a marzo 60 (immagino anche grazie alla pubblicità sul sito di Robin Hoog) e ad aprile - fino ad oggi che è il 17 - ne ho venduti 34. Se tanto mi da tanto potrei davvero fare due striscie di Robin Hoog alla settimana per poi concentrarmi su qualcosa da proporre direttamente tramite www.lulu.com. Ovviamente io non so se le persone che donavano sono le stesse che hanno compratto su www.lulu.com, quindi posso solo fare delle ipotesi. Voi al posto mio che cosa fareste?
Vi lascio segnalandovi un'altra mostra di illustrazioni a tema gay (buon segno!) che si inaugurerà domani sabato 18 aprile al BLU ART CONCEPT STORE in Via San Vitale 34/b a Bologna. Si tratta di una personale di Jacopo Camagni, con vari disegni esposti anche a Genova in ARCOBALENI FRA LE NUVOLE. Se a Genova non siete potuti andare e passate dalle parti di Bologna nel week end potreste farci una capatina. Qui di seguito vi posto un assaggino. Ciao e a presto.

mercoledì 15 aprile 2009

ITALIA NOSTRA

Ciao a tutti e a tutte, come state?
Come forse avrete intuito a me piace esporre quello che penso, anche se talvolta rischio di essere poco diplomatico, soprattutto quando faccio dei confronti. Il confronto che mi viene da fare oggi, poi, potrebbe risultare particolarmente odioso, quindi preparatevi (^__^). Allora: se leggete fumetti, siete italiani e avete avuto a che fare con fumetti a tema gay sicuramente avrete perlomeno sentito nominare la Kappa Edizioni di Bologna. Infatti questo editore negli ultimi anni ha pubblicato vari shonen-ai (fumetti a tematica gay per ragazze), fumetti a tematica gay realizzati in proprio (FAG HAG, Matteo ed Enrico, In Italia sono tutti Maschi), fumetti umoristici (e non solo) di Ralf Konig (premiati anche a Lucca Comics), nonchè manga a tema lesbico e persino varie cose a tema trans (dai fumetti erotici di Baldazzini al primo manga dedicato a un transessuale da donna a uomo) e molte altre cose interessanti per il pubblico omosessuale. Insomma per anni è stato considerato una sorta di baluardo del fumetto a tema GLBT nel nostro paese. Se però ora andate sul sito Kappa Edizioni e andate nella sezione "prossime uscite" noterete che c'è in programma un solo titolo, che peraltro sarebbe dovuto uscire mesi e mesi fa. Cosa sta succedendo? Fondamentalmente un riassetto della casa editrice, ma forse qualcosa di più. I meglio informati sapranno che la Kappa Edizioni è nata quando alcuni appassionati di manga e fumetto indipendente (i Kappa Boys), forti dei successi ottenuti come consulenti editoriali di Granata Press e Star Comics, decidono di mettersi in proprio. Ora, a causa di tutta una serie di fattori (vedi crisi delle vendite e mancato raggiungimento di un pubblico realmente vasto) l'editore si è messo in pausa, anche perchè ha appena divorziato da Star Comics per tentare la sorte con una casa editrice nuova di zecca, che dovrebbe debuttare a breve e che nasce da una costola del noto distributore di giocattoli Giochi Preziosi. Per ora non ci è dato sapere se e quando Kappa Edizioni proporrà qualcosa di nuovo, e soprattutto non ci è dato sapere se si tratterà di prodotti a tematica GLBT. Nel frattempo, però, la mostra di tavole originali di Fag Hag, Matteo & Enrico e In Italia sono tutti maschi continua a girare per l'Italia, quindi la speranza che il discorso possa essere ripreso non è del tutto da escludere, anche se per ora azzardare previsioni è alquanto insensato. Ordunque: anche da queste poche righe avrete potuto intuire che per Kappa Edizioni il discorso "fumetti a tematica GLBT" è stato importante e rappresentativo, ma non essenziale, anche perchè lo stesso Massimiliano De Giovanni (anima delle inziative a tema e sceneggiatore di buona parte di esse, nonchè uno dei pochi editori di fumetti gay dichiarati d'Italia) ha sempre voluto precisare che proponeva fumetti a tema gay per tutti e non fumetti gay (a parte il caso di Ralf Konig, che riesce a realizzare fumetti gay che piacciono a tutti, ma si tratta di un caso a parte). La differenza fra fumetti a tema gay e fumetti gay è un discorso molto interessante, su cui vorrei dilungarmi in un'altra occasione. Quello che vorrei farvi notare ora è che, nel giro di una decina di anni, abbiamo assistito alla parabola dell'unico editore di fumetti italiano che faceva dei temi GLBT (seppure molto a singhiozzo) una delle caratteristiche della sua linea editoriale. Cosa succederà ora? Mi sono giunte voci ufficiose che vorrebbero un altro editore interessato a tradurre in italiano Ralf Konig, ma altro non so. Ora, però, volevo farvi conoscere una persona per cui i fumetti gay sono una questione di principio. Si tratta del piccolo editore che attualmente sta provando a proporre Ralf Konig nell'inflazionatissimo mercato statunitense e si chiama Jeff Krell.
Al di là del fatto che ha un'espressione buona e paciosa come nessuno mai, questo signore (che peraltro porta benissimo i suoi anni) è anche un autore di fumetti gay e ha portato avanti per ben 26 anni il suo fumetto Jayson, che dalla stampa gay è proseguito, dal 1990, su diversi quotidiani locali (percorso comune con diversi suoi colleghi e colleghe). Ha fondato una sua minuscola etichetta per raccogliere le striscie di Jayson e per iniziare a portare Ralf Konig negli Stati Uniti, la Ignite! Entertainment. Questo progetto editoriale è nato nel 1996 e anche se non ha mai macinato miliardi di dollari è stato portato avanti con rara costanza e una buona dose di determinazione, tant'è che nel 1998 ha anche investito i suoi primi guadagni per realizzare un piccolo musical ispirato a Jayson. Jayson non è un capolavoro di grafica e non ha mai avuto grandi pretese, proponendosi semplicemente di rappresentare una realtà omosessuale estremamente qualunque, eppure è riuscito a resistere per 25 anni... E probabilmente sopravviverà anche alla crisi economica che sta mettendo in ginocchio mezzo mondo.Domanda da un milione di euro: che differenza c'è fra Ignite! Entertainment e Kappa Edizioni? Ovviamente il contesto è diverso, però a mio modesto parere il punto nodale è un altro. Per Jeff Krell i fumetti gay sono una questione di principio, mentre per i Kappa Boys (senza voler togliere loro alcun merito, ci mancherebbe!) non lo sono mai stati. Certo da parte di quest'ultimi c'è stata l'intenzione di valorizzare certi temi e di rompere con certi tabù, ma - e qui parlo da lettore - non ho mai percepito una reale intenzione di portare avanti il discorso per principio. Capite cosa intendo? Forse il fatto che le loro vendite non hanno mai raggiunto cifre stratosferiche è dipeso anche da questo e dal fatto che, a conti fatti, non si sono mai voluti mettere in gioco fino in fondo (ad esempio pubblicando materiale gay esplicitamente erotico che non fosse mediato dall'ironia - vedi Konig - o dalla surreale estetica dei manga shonen-ai). Non so... Spesso leggendo anche i loro fumetti più "gay" ho sempre avuto come la sensazione di uscire dal ristorante quasi affamato, dopo aver mangiato dei piatti che non avevano il sapore che avrebbero dovuto avere... Non so se rendo l'idea.
Cosa succederà ora...? Buona domanda. Ai posteri l'ardua sentenza, da parte mia continuerò a portare avanti i miei progetti, in buona parte per principio (e con una buona dose di cocciutaggine ^__^).

lunedì 13 aprile 2009

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Bentrovati nel blog che, anche a Pasquetta (auguretti!), vi dice tutto quello che gli altri blog non vi dicono. Forse se seguite questo blog (nonchè i miei articoli pubblicati qua e là) vi sarete resi conto che mi piace sollecitare la vostra materia grigia con riflessioni anche un po' fuori dai canoni, e anche oggi non volevo essere da meno. Infatti oggi volevo parlarvi di CENSURA, ma in un modo un po' diverso dal solito. Parto prendendola un po' larga: forse sapete che il nostro governo ha sede a Palazzo Chigi, in Piazza della Colonna a Roma. Orbene: forse non sapete che prende il nome dalla famiglia di banchieri senesi che lo aquistò dai nobili Aldobrandini nel 1659. Lo stato italiano lo fece suo nel 1917 e ne fece la sua sede nel 1961. "La Verità svelata dal Tempo" è dipinto su tela realizzato da Gianbattista Tiepolo, e ora si trova ai musei civici di Vicenza. Che cosa c'entra con Palazzo Chigi? Una sua renderizzazione digitale si trova nella sala delle conferenze di palazzo Chigi ed è'stata voluta dal nostro attuale premier e dall'architetto Mario Catalano, già scenografo del programma di spogliarello televisivo «Colpo Grosso» (qualcuno se lo ricorda?). Nella versione originale non indossa altro che un telo intorno alle cosce e una cintura sotto al seno, mentre nella versione per Palazzo Chigi - dopo poco tempo - è stato apposto un drappo che ne copre sia l'ombelico che il seno. Pare che qualcuno ne fosse rimasto turbato, soprattutto dopo averlo notato nei servizi televisivi dei TG, e così e stato preso questo simpatico provvedimento l'estate scorsa... Qui di seguito potete confrontare le due versioni.
La notizia non è freschissima, ma scommetto che non tutti ne eravate a conoscenza, visto che è stata fatta passare quasi sotto silenzio, nonostante le proteste del mondo dell'arte e della cultura. Ovviamente mi risparmierò di analizzare i sottointesi metaforici e la totale ipocrisia di questo grottesco episodio, anche perchè sarebbe come sparare sulla croce rossa. Tuttavia ci tenevo a segnalarvi che, fatte le dovute proporzioni, questa ondata moralizzatrice sta attraversando buona parte del mondo occidentale. Vorrei citarvi due episodi a loro modo emblematici. In Francia diversi musei (tra cui il museo d'Aquitania) hanno rifiutato (anche se sarebbe meglio dire "boicottato") una mostra fotografica di Christian Delecluse perchè il suo contenuto avrebbe potuto disturbare troppo la sensibilità del pubblico (nonchè mettere in moto denuncie da parte di varie associazioni religiose). La suddetta mostra aveva destato tanto scandalo perchè consisteva in una serie di scatti di padri con i loro bambini, ma con una particolarità: i padri erano completamente nudi e i loro figlioletti vestiti a puntino.
Il titolo della mostra, volutamente provocatorio, era "PRESUNTI INNOCENTI", e voleva proprio provocare il pubblico mettendolo di fronte al fatto che la malizia è soprattutto nell'occhio di chi vede e interpreta. Purtroppo è una storia vecchia come il mondo: di solito quello che si censura non è tanto ciò che è dannoso o che presumibilmente incita a comportamenti scorretti, ma ciò che fa riflettere e che ci offre un confronto con noi stessi... Anche perchè se una persona puritana viene turbata da certe cose, il problema sta proprio nel fatto che si rende conto che certe cose la turbano, e che quindi non è poi così puritana come pensava di essere. Siccome fermarsi a riflettere è complicato e impegnativo, di solito si preferisce rimuovere la vera causa di questo disagio, limitandosi a reprimere e censurare quello che potrebbe portarci a rimettere in discussione noi stessi e le nostre certezze. La foto che segue è stata scattata nei giardini del castello di Ludwig di Baviera. Una rivista gay olandese aveva avuto la malsana idea di pubblicarla, ma ci ha ripensato dopo alcune minaccie di sequestro (e altro). Anche in questo caso, evidentemente, la malizia è nell'occhio di chi guarda.
A quanto pare anche nella liberalissima Olanda l'aria sta cambiando, tant'è che è da poco entrata in vigore una legge che proibisce anche le RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE e ARTISTICHE che possono incitare ad atti illeciti. Alcuni pittori se la stanno vedendo decisamente brutta, con tanto di sequestri e processi in corso. Io non sono nessuno per dire come dovrebbe operare la legge, però se è la legge che decide quando un dipinto è arte e quando invece è un atto illecito rimango un po' perplesso. E in effetti rimango ancora più perplesso quando penso che, mentre l'arte che rappresenta in qualche modo sesso ed erotismo non se la sta passando granchè bene, ci sono esempi di arte ben più estrema e provocatoria che - paradossalmente - incontrano molti meno problemi. Giusto per farvi un esempio vi cito il caso di Gunther Von Haghens, che realizza le sue opere plastificando i cadaveri VERI di persone consenzienti. Praticamente questo signore smembra i cadaveri, li plastifica, e poi li compone e ricompone in figure più o meno verosimili (con i vari tessuti in bella vista). Le sue mostre fanno un certo effetto, eppure la gente fa la fila in tutto il mondo per ammirarle e le famiglie ci portano pure i bambini. Qui di seguito vi posto un video (visto che anche youtube non si fa problemi a parlarne, preferendo censurare i ragazzi che fanno la doccia...SIGH!), ma se avete lo stomaco debole ve lo sconsiglio.

Lungi da me l'idea di spiegarvi perchè questa cosa non incita al reato di vilipendio di cadavere (che poi, rimanga fra me e voi, questi cadaveri non sono tecnicamente "nudi"?), anche perchè non ne sarei proprio in grado, però non posso fare a meno di pensare che tutto questo sia la prova che in questo periodo il conflitto fra Eros e Tanathos (Amore e Morte) penda un po' troppo a favore del secondo. Voi cosa ne pensate???

P.S. Di buono c'è che se un giorno vorrete che le vostre membra diventino un'opera d'arte saprete a chi rivolgervi.

venerdì 10 aprile 2009

BUONE FESTE!

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Magari non siete cattolici e neanche cristiani, tuttavia parto dal presupposto che in un modo o nell'altro i prossimi giorni per voi rappresenteranno comunque una pausa, magari gradevole, dallo stress quotidiano. Ovviamente se non siete fra le vittime del terremoto in Abruzzo e se non siete fra quelli che hanno scelto di dare una mano in prima persona. A questo proposito vi esorto ad essere generosi e di fare un'offerta - anche piccola - per le vittime del disastro, magari chiamando il numero unico 48580. Tra l'altro qualcuno ha fatto notare che, essendo questo il primo terremoto avvenuto nell'era di internet, le occasioni per mangiare soldi e sprecare finanziamenti dovrebbero essere molte meno che in passato. Speriamo. Non so quanti e quali fra i miei lettori sono stati travolti da questi eventi, ma so che sicuramente ci sono e vorrei che sapessero che - per quanto mi è possibile - gli sono vicino. Detto questo, e fermo restando che è molto imbarazzante "cambiare argomento" di fronte ad eventi di questo tipo, vorrei passare a parlare di argomenti un pochino più pertinenti alla natura di questo blog. Siccome non mi sembra il caso di parlare di cose particolarmente leggere, oggi volevo segnalarvi una buona notizia che arriva dagli USA. Però sono necessarie alcune premesse (se avete voglia di approfondire potete iniziare da QUESTO MIO ARTICOLO SU GAY.IT). Premessa numero uno: in Italia i potenziali concorrenti dei reality show vengono sottoposti al test HIV e se risultano positivi non vengono spediti in case bunker, fattorie esotiche, isole caraibiche, palafitte pericolanti o altro. Se fossimo in una società matura e consapevole i candidati all'ingresso nei realities, una volta selezionati, dovrebbero rifiutarsi di sottoporsi al test HIV. Infatti è assolutamente illegittimo da parte di tali produzioni richiedere questo tipo di informazioni sullo stato di salute dei concorrenti al fine della selezione. La legislazione e la giurisprudenza in merito sono copiose e stringenti. La 675/'96 relativa alla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, la 135/'90 "Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS" e la sentenza 218/'94 della Corte Costituzionale (eccone solo alcune), dove si ribadisce a piú riprese che l'inserimento del malato di AIDS nel tessuto sociale NON possa di per sè rappresentare un fattore di pericolosità tale da giustificare l'adozione di misure di prevenzione invasive della sfera di libertà del cittadino, restringendo la legittimitá della richiesta di produzione di dati sensibili relativi ad un'eventuale infezione da Hiv SOLO IN QUEI CASI IN CUI l'assenza di sieropositivitá sia condizione necessaria e pregiudiziale per l'espletamento di attivitá che comportino rischi per la salute dei terzi (vedi ad esempio l'esercizio delle professioni mediche e infermieristiche). In tutti gli altri casi, é necessario il consenso dell'interessato, e la negazione di quest'ultimo é pienamente legittima e non puó condurre a conseguenze quali l'esclusione, la non assunzione ecc. Non essendo io un giurista ho riportato il commento di un lettore al mio articolo (lo dico per correttezza). Detto questo siamo in Italia, e le cose vanno sempre in modo un po' strano. Negli USA, invece, la sieropositività non è una discriminante per i realities, tant'è che già nel 1994 MTV USA aveva realizzato un reality dal titolo "The Real World", in cui i concorrenti non dovevano cimentarsi in prove surreali vivendo situazioni inverosimili, ma semplicemente dovevano coabitare per qualche mese, confrontando le loro vite. Fra questi spiccava Pedro Zamora, un ragazzo gay di 22 anni, sieropositivo da quando ne aveva 17. Poco tempo dopo la conclusione del reality Pedro fu ricoverato d'urgenza, morendo circondato dall'affetto di chi gli voleva bene, dopo essere diventato un caso nazionale e aver fatto conoscere a milioni di americani l'AIDS per quello che è: una malattia che non può e non deve avvilire nessuno. Pedro aveva dimostrato che i malati di HIV sono degli esseri umani come gli altri e come tali possono vivere e relazionarsi. Dopo la sua morte sono nate non meno di cinque associazioni che portano il suo nome e Judd Winik (CLICCA QUI), uno dei concorrenti di "The Real World" con cui aveva fatto più amicizia, gli ha anche dedicato un fumetto ("Pedro and Me"), davvero toccante e pieno di sentimento (e ovviamente inedito in Italia). Quel fumetto è stato appena ristampato negli USA e sarebbe davvero bello che qualche editore italiano di buonsenso lo traducesse nella nostra lingua, anche solo a titolo educativo. La notizia bella di cui sopra è che negli USA questa storia ha ispirato anche una bella fiction appena prodotta da MTV. Niente preti impeccabili, commissari incorrutibili, famiglie inverosimili... Ma la storia, peraltro vera, di un ragazzo che nonostante l'AIDS ha scelto di vivere in maniera positiva la sua situazione, al punto di diventare un simbolo per tutti coloro che vogliono reagire a questa malattia senza peraltro rinunciare alla loro identità e ai loro sentimenti. A riprova del fatto che i fumetti possono essere considerati anche una cosa seria vi informo che Judd Winik è stato uno dei consulenti della fiction (che peraltro è stata scritta da Dustin Lance Black, giovane sceneggiatore gay dichiarato che ha appena vinto l'Oscar per MILK, e altro non aggiungo). Per completezza vi faccio vedere anche chi era il Pedro Zamora vero, che in questo video celebra simbolicamente la sua unione col proprio compagno.
Ma, mi chiedo io, la televisione italiana ragionerà mai in questi termini?

mercoledì 8 aprile 2009

MA GUARDA UN PO'...

Ciao a tutti e ciao a tutte! Come state?
Bentrovati nel blog che vi dice quello che gli altri blog sui fumetti non osano dirvi (^___^). Per scaramanzia preferisco non entusiasmarmi troppo quando sono di fronte una serie di notizie incoraggianti a catena, però ammetto che certi segnali mi mettono di buon umore. Non è ancora passata una settimana da quando ho allestito la mostra ARCOBALENI FRA LE NUVOLE a Genova, che mi è arrivato un simpatico comunicato stampa da Torino. Il suddetto comunicato annuncia che, in occasione della locale fiera del fumetto (Torino Comics & Games), partirà il progetto MANGAYAMO. Da quello che ho capito nei tre giorni della fiera, il suddetto progetto si esprimerà attraverso uno stand dedicato unicamente alla promozione e alla conoscenza delle tematiche omosessuali nel fumetto giapponese.

Sul comunicato stampa si legge:

"Gay e lesbiche non sono esclusi dal mondo dei fumetti e dei cartoni animati; le storie omosessuali e i personaggi sono solo poco conosciuti o censurati. Noi ci proponiamo di presentarli e diffonderli al pubblico come parte della cultura mondiale e segno di tolleranza per manifestare il diritto all’arte da parte di ogni identità sessuale affinchè grandi e piccoli possano riconoscersi nei propri beniamini, senza penalizzazioni e contro l'emarginazione. Vogliamo dimostrare che l'amore per i personaggi e le loro storie porta all'arte ed evidenzia la natura artistica ed emotiva di fumetti e cartoni animati (in questo contesto manga e anime). Lo scopo è quello di elevare ed allargare al pubblico la considerazione su fumetti e cartoni animati, portare a riflettere sul ruolo importante che hanno nella formazione di un individuo e sottolineare la violenza che si cela nella censura."

E ancora:

"ManGAYamo non è solo un progetto mirato alla divulgazione del mondo dei manga Glbt e alla riflessione sul tema dell'omosessualità e della censura in manga e anime, è anche il tentativo di raccontare e dare una dignità artistica a tutti gli stili di vita per allargare questi temi a tutto il pubblico amante di manga e anime perchè spero che molti come me credano che l'arte possa trasformare il mondo."

Carini, vero? Il suddetto progetto è ospitato da ADAM Italia, l'associazione che dal 1997 si batte con caparbietà contro le censure italiane su anime e manga, spesso motivate da pregiudizi, sessuofobia e una buona dose di ignoranza. Se questa associazione ha deciso di sposare apertamente la causa gay direi che è un segnale senz'altro positivo. Che dire? Forse sarebbe meglio un progetto che si battesse per valorizzare i fumetti a tematica gay nel loro insieme, e non solo quelli prodotti in Giappone, ma immagino che sia meglio fare una cosa alla volta. Da notare che manGAYamo è patrocinato dagli editori Planet Manga e Free Books. Questo ci da speranze di nuove aperture per il futuro? Chissà! Certo è che male non fa. La mia unica perplessità è che iniziative di questo tipo finiscano per far credere che solo i prodotti giapponesi possono essere un baluardo dell'integrazione... Cosa che oltre a non essere vera è anche un po' fuorviante. Anche perchè, per tutta una serie di motivazioni storiche, il fumetto giapponese mainstream non censura le tematiche omosessuali, ma spesso le vincola abbastanza vistosamente ad una serie di regole - più o meno sottointese - che ne limitano notevolmente il potenziale. Resta il fatto che questo può essere un ottimo punto di partenza. Bravi torinesi!

lunedì 6 aprile 2009

ARCOBALENI FRA LE NUVOLE

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Come forse potete intuire sono tornato sano e salvo da Genova e quindi posso farvi un resoconto di come è andata. Vediamo un po'... E' stata un esperienza con dei risvolti buoni e con dei risvolti (prevedibilmente) meno buoni, ma nel complesso si è trattato di un'esperienza senz'altro significativa. Dunque... Partiamo dall'inizio. Io sono arrivato a Genova alle 16,00 di venerdì, e i files con i disegni da stampare per la rassegna espositiva non erano ancora pronti, arrivando quando ero già arrivato al Vaillant Palace (il palazzetto dello sport che ospitava la mostra del fumetto in cui c'era anche la rassegna espositiva). Così io e Valerio (che seguiva la cosa da Genova) abbiamo dovuto darci da fare per mettere tutto a postino con celerità... Scoprendo che la tipografia aveva fatto un po' di pasticci... Infatti alcuni files (tra cui alcuni miei) non erano stati stampati e non c'era tempo per recuperare: il bello è che siccome i pannelli erano meno del previsto abbiamo anche dovuto ridurre il formato di alcune artisti nel tentativo di farci stare più cose possibili... Ma siccome le stampe erano ancora meno del previsto sono avanzati due pannelli! D'altra parte questi sono i rischi che si corrono a fare le cose all'ultimo momento. In ogni caso per essere una cosa che è stata allestita in un lampo non mi è spiaciuta. Peccato che non abbia avuto grandi riscontri di pubblico. Vediamo di spiegare perchè.

Punto uno: collocazione spazio temporale.
Il tutto si è svolto in un week-end in cui a Genova c'erano un mucchio di altre iniziative (anche per gli appassionati di certe cose, e quest'anno persino la rassegna CARTOONS ON THE BAY si teneva in Liguria proprio in quei giorni). Inoltre la Mostra del fumetto si trovava in quella sede per la prima volta, ed era - più che una mostra - un mercatino per collezionisti. E' pur vero che si tratta dell'unica manifestazione fumettistica di Genova, ma diciamo che il pubblico di certe iniziative tende più a guardare al passato che alle novità.

Punto due: la promozione.
I comunicati stampa son partiti in ritardissimo. Dei siti specializzati in fumetti a cui avevo segnalato l'iniziativa NESSUNO ha messo anche solo una nota in breve dedicata a ARCOBALENI FRA LE NUVOLE. Alla faccia del fatto che è stato un evento a suo modo storico. Nessuna sorpresa, vista l'aria che tira. Così come nessuna sorpresa ha destato il fatto che pubblicizzare la cosa su Gay.It, Robin Hoog e sul mio BLOG è stato un fantastico deterrente per la stragrande maggioranza delle persone potenzialmente interessate... Il che mi porta al...

Punto tre: l'omofobia interiorizzata.
Sono sicuro che all'idea di presenziare un'iniziativa gay in un contesto NON GAY tanti hanno avuto un bel rigurgito di disagio da omofobia interiorizzata. Di quelli della serie "e se ci trovo un mio amico?", " e se mi pizzica lo zio e lo dice alla mamma?", "e se ci vado con gli amici eteroni mica posso fare la figura di quello che gli interessa!","e se c'è qualcuno che fa foto?" o la classica scusa dei gay pseudo-dichiarati: "Tsk! Tsk! Che esibizionisti!"... Le solite cose insomma. Però, ripeto, l'avevo messo in conto, anche perchè io sono di Piacenza e i piacentini sono TAAAAANTO genovesi per costituzione (e milanesi per vocazione)... Quindi conoscevo i miei polli. Però ci terrei a ringraziare tutte le tre persone che INVECE so per certo che si sono presentate (due delle quali ho potuto anche incontrare di persona sabato). Ovviamente nella mostra i gay c'erano e si vedevano lontano un miglio, ma si tenevano a distanza di sicurezza dai disegni e, soprattutto, dalla conferenza di presentazione che ho tenuto. Comunque, per correttezza, bisogna dire che le persone che hanno visitato la rassegna espositiva - in prevalenza di sesso femminile (chissà perchè, vero? Forse perchè non rischiavano di passare per gay vedendo una mostra sull'omosessualità maschile? Chissà...) - sembravano molto interessate ed erano estremamente differenziate (si andava dalla signora super borghese alla mamma col bambino in carrozzina, alla zia con una nipote adolescente al seguito).

Punto quattro: la conferenza.
Si sono fermate ad ascoltare sei persone in tutto... Ma anche questo era in conto... Certo è che mi aspettavo un livello di curiosità un pochino maggiore... Ma secondo me tanti visitatori sia etero che gay, pur essendo curiosi, hanno fatto finta di essere del tutto indifferenti per non fare la figura dei gay... O almeno, questa è la sensazione che ho avuto io (condivisa anche da altre persone presenti). In ogni caso la situazione italiana è quello che è, e magari se e quando rifarò la suddetta conferenza in un contesto più gay-friendly le cose potrebbero cambiare. Ricordo che quando ho fatto una conferenza simile in una Feltrinelli di Modena c'erano una trentina di persone, mentre a Prato erano anche una sessantina e più... Quindi son fiducioso per il futuro.

Ed ora parliamo delle cose positive: la prima è che, in ogni caso, sono riuscito a mettere in piedi questa cosa in una settimana e, anche se è andata come è andata, è stata una cosa importante. La seconda è che penso sia stata la prima volta che ho esposto delle stampe dei miei disegni (seppur in buona parte censurati). Non fate troppo caso all'espressione ebete e all'aria sciatta che ho nella foto seguente, ma stavo iniziando ad essere un tantino sfatto...

La terza è che le poche persone che ho potuto conoscere sono state deliziose. La quarta è che ho conosciuto di persona il fumettista Mauro Padovani, che è di Lavagna e casualmente tornava dal Belgio (dove sta il suo ragazzo) proprio in quei giorni. Simpaticissimo personaggio, con cui è gradevolissimo chiacchierare. Ridendo è scherzando abbiamo pensato di farlo rientrare fra gli artisti che sto coinvolgendo nella mia collana antologica su www.lulu.com, anche perchè i suoi ultimi lavori non sono estremi come una volta (da quello che mi ha detto pare che quella fosse una fase legata al suo coming out tardivo... E infatti nei suoi fumetti le donne facevano sempre una brutta fine... Quando si dice l'inconscio)... Vedremo un po'. Altra cosa bella che mi è capitata è che - finalmente - ho trovato dei numeri di Rolando del Fico... Il primo personaggio gay titolare di una serie a fumetti in Italia e un ottimo esempio di come pregiudizi e stereotipi hanno condizionato l'immagine degli omosessuali nei mass-media. C'erano molte altre cose carine, ma un po' perchè non avevo soldi e un po' perchè i mercatini dell'antiquariato sono come i saldi (con tanto di massaie fumettofile che digrignano i denti se tu punti una cosa che loro hanno già puntato), diciamo che non mi sono comprato praticamente nulla. Anche se a dire la verità mi sono comprato alcuni libri scontatissimi nella libreria della stazione, tra cui Il Piccolo Lord... Perchè mi è venuta una certa idea balorda per un ipotetico fumetto futuro che si potrebbe ispirare ad un fumetto di Alan Moore... Ma vi ho già detto troppo :-) Per gli interessati, comunque, eccovi qualche foto per darvi un'idea di come se ne stavano i pannelli...


Tra le altre cose ho scoperto che il simpatico signore pratese che si è occupato di gestire materialmente la mostra è stato anche uno degli organizzatori del primo concorso (il Pierlambicchi di Prato) a cui ho mai partecipato e che - dandomi modo di classificarmi fra i primi dieci - mi ha spinto a proseguire per la strada che sto percorrendo tutt'oggi. Per dirla tutta la sua voce mi sembrava proprio quella che avevo sentito al telefono la domenica mattina in cui mi era stato comunicato che ero stato selezionato (certe cose non si dimenticano!). Concidenza? Chissà... Jung la chiamerebbe sincronicità. Comunque, a prescindere da tutto ciò, direi che la cosa importante è stata che la mostra è stata fatta e che ho creato un precedente. Voi che ne dite?

mercoledì 1 aprile 2009

AGGIORNAMENTO

Lasciate che vi dia un consiglio: se vi chiedono di organizzare una mostra a distanza, e se vi danno una settimana per farlo, se appena potete cercate di evitarlo. Comunque questa storia della mostra procede... Oggi i file digitali che sono stati spediti a Genova da autori e autrici verranno stampati, la mostra verrà allestita domani e dopodomani sarà aperta al pubblico. Se tutto va bene sabato a Genova ci sarò anche io e nel pomeriggio farò un piccolo intervento per presentarla. Ci sarà anche la possibilità di acquistare il libro NUVOLE E ARCOBALENI in anteprima nazionale (visto che nelle librerie deve ancora essere distribuito). Il suddetto libro ha anche ispirato il titolo della mostra, che dovrebbe essere ARCOBALENI FRA LE NUVOLE (carino, eh?). Fra stasera e domani, però, si consumerà l'allestimento effettivo... Speriamo di non avere sorprese! In ogni caso mi è appena venuta un'idea per venire incontro a quanti non potranno essere a Genova. Potrei fare un piccolo catalogo e renderlo scaricabile (e stampabile on-demand) su www.lulu.com. Che ne dite??? Ovviamente mi auguro di poter rifare questa mostra con più calma e con la possibilità di seguirla meglio, magari coinvolgendo anche altri artisti, ma direi che comunque questa si può considerare di per sè un piccolo passo per il mondo del fumetto e un grande passo per il fumetto gay. Chissà...
Vi lascio con una piccola preview di quello che sarà esposto... Volevo proporre qualcosa di mio che fosse inedito, ma purtroppo il mio colorista si è beccato il mio stesso ceppo virale... SIGH!

P.S. All'elenco degli artisti della mostra che vi avevo già fatto dovete aggiungere Mauro Padovani, Zel e Dany & Dany.