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mercoledì 30 ottobre 2013

LOKI BISEX

Ciao a tutti, come va?
Mi diverte sempre molto vedere quello che succede quando i siti gay italiani si occupano - occasionalmente - di fumetti, sopattutto quando lo fanno in termini di scoop, notizia bomba, ecc... Un po' come sta succedendo adesso che, in vista dell'imminente arrivo del secondo film di THOR nelle sale, gli occhi iniziano ad essere puntati anche sui nuovi fumetti che coinvolgeranno Loki, il dio asgardiano dell'inganno. I fatti sono questi: a febbraio partirà la serie Loki: Agent of Asgard, che già promette di presentare il Loki più cool mai visto finora...
Il punto, però, non è questo. Il punto è che lo sceneggiatore Al Erwing (foto sotto) ha svelato che:

"Loki sarà bisessuale e sarò delicato in proposito. Potrà anche cambiare sesso occasionalmente". 

La qual cosa ha ingolosito PERSINO i siti gay italiani, che hanno voluto dire la loro segnalando che
associare bisessualità e transgenderismo ad un personaggio negativo, che per giunta è il dio dell'inganno nella mitologia nordica, non è una cosa di cui andare fieri...
Peccato solo che, tanto per cambiare, il tutto sia stato affrontato in maniera un po' superficiale dai siti gay italiani. Infatti se è pur vero che Loki nasce come personaggio negativo e brutto come la morte negli anni '60, negli ultimi anni ha avuto modo di essere riveduto e corretto in diversi modi...
Infatti la sua nuova tendenza a comparire sotto forma di femmina supersexy NON è una novita.... Dopotutto è dal 2009 che si propone in questo modo, ed è anche successo che assumesse le fattezze di noti personaggi femminili dell'universo MARVEL, con tutti i relativi flirt del caso...
Quindi anche il fatto che il dio Loki flirti con ambo i sessi non è una novità, anche se finora non ha mai avuto flirt omosessuali. Infatti ora bisognerà capire se la bisessualità di cui parlava lo sceneggiatore che metterà le mani sul personaggio sarà effettiva o solo "ipotetica", dal momento che se un dio maschio diventa fisicamente donna per flirtare con altri maschi direi che di bisessualità ne ha ben poca... Quindi bisognerà verificare.
Riguardo poi al fatto che Loki stia facendo fare brutta figura alla MARVEL dal punto di vista della comunità LGBT, anche questa è un'inesattezza, visto che proprio di recente la versione giovane di Loki - Kid Loki - è arrivata persino a sconfiggere la sua versione adulta e malvagia, per concedersi così la possibilità di un'esistenza diversa e migliore. Poi si è alleato con gli Young Avengers, il gruppo di superadolescenti noto per la super coppia gay formata da Hulkling e Wiccan...
Il Loki che comparirà nella serie in arrivo rappresenterà, presumibilmente, una nuova tappa nell'evoluzione del personaggio... E non è detto che mancheranno le sorprese.
Morale della favola: ancora una volta alcuni fumetti sono stati trattati con un po' di faciloneria anche da chi avrebbe tutto l'interesse a fare loro una pubblicità positiva...
Pazienza... L'importante è che voi sappiate che questo BLOG lavora per voi!
Alla prossima.

lunedì 28 ottobre 2013

KEVIN SEMPRE PIÚ IN ALTO!

Ciao a tutti, come va?
Se seguite questo BLOG forse mi capirete quando dico che, a volte, mi imbarazza un po' dover tornare a parlare di personaggi di cui ho già parlato più volte... Tuttavia in alcuni casi è davvero impossibile non continuare a farlo, visto che i suddetti personaggi continuano ad essere al centro di notizie che è impossibile riportare... Questo, ad esempio, è il caso di Kevin Keller, che negli USA continua a guadagnare punti nella classifica delle icone gay di ultima generazione. Proprio ad ottobre, infatti, è diventato uno dei testimonial (e l'UNICO testimonial a fumetti) dello SPIRIT DAY, la giornata promossa dall'associazione GLAAD (che combatte l'omofobia nei media) per la lotta al bullismo omofobico. Lo SPIRIT DAY propone di indossare una maglietta viola il 17 ottobre... Magari cogliendo l'occasione per far circolare foto e video per testimoniare la propria vicinanza all'iniziativa, cosa che ha fatto puntualmente anche Kevin...
Potete vedere tutti gli altri testimonial d'eccezione di questa iniziativa CLICCANDO QUI. Ovviamente della suddetta giornata, in Italia, non c'è ancora traccia.
Sia come sia della partecipazione di Kevin Keller a questa iniziativa ne hanno parlato diverse testate importanti (ovviamente testate americane), cogliendo l'occasione per segnalare che a breve - sul numero 14 del suo mensile - Kevin Keller debutterà in versione supereroe, col nome di Equalizer... E dal simbolo che porta sul petto, che negli USA indica le persone che si battono per la parità dei diritti gay, direi che si può facilmente immaginare che anche Equalizer diventerà presto un personaggio cult...
In realtà alla Archie Comics, pur occupandosi prevalentemente di fumetti dal taglio umoristico in contesti realistici, hanno sempre avuto una certa predisposizione per le contaminazioni, spedendo i loro personaggi in situazioni horror, fantascientifiche e altro... E infatti era già capitato che i loro personaggi principali vivessero avventure supereroistiche.... Però è - ovviamente - la prima volta che alal Archie Comics compare un supereroe gay dichiarato, e sarà molto interessante verificare come verrà portata avanti la cosa. tuttavia le novità che coinvolgono Kevin potrebbero non finire qui... Infatti la Archie Comics ha appena firmato un contratto con la Warner Bros per realizzare un film live ispirato ai suoi teenagers, che ormai fanno parte a pieno titolo della cultura pop americana. La cosa interessante è che per la sceneggiatura di questo film è stato chiamato lo sceneggiatore Roberto Aguirre-Sacasa (foto sotto)...
Famoso per il suo apporto a diverse serie a fumetti importanti, per le sue opere teatrali, per le sue sceneggiature televisive (tra cui quelle di GLEE), per i suoi lavori cinematografici (ora è al lavoro sul remake dell'horror Carrie) e - guardacaso -  per essere gay dichiarato e in prima linea per i diritti LGBT... Ora: nessuno ha ancora parlato ufficialmente del coinvolgimento di Kevin Keller nella nuova produzione hollywoodiana... Tuttavia a questo punto sarebbe del tutto inverosimile che il personaggio non comparisse anche solo di sfuggita.
Staremo a vedere... Quel che è certo è che - evidentemente - di Kevin Keller mi toccherà parlare ancora...
E, sarò sincero, la cosa non mi spiace affatto.

P.S. Ho appena appreso che si è suicidato l'ennesimo ragazzo italiano che non riusciva a sopportare il clima omofobo del nostro paese. Magari non è stata determinante, ma la pressochè totale assenza di modelli gay positivi in cui i giovani italiani possono identificarsi mi dà molto da pensare, in questi casi...

lunedì 21 ottobre 2013

TOCCA A VOI...

Ciao a tutti, come va?
Se non siete proprio nuovi dalle parti di questo BLOG saprete che puntualmente segnalo i casi di fumetti LGBT che vengono pubblicati tramite raccolta di prenotazioni (e relativa opzione di pagamento) su appositi siti. Quando si raggiunge la quota di prenotazioni richiesta nei tempi previsti il fumetto in questione viene stampato e inviato a quanti ne hanno ordinato una copia, in caso contrario il pagamento anticipato non viene prelevato e non ci sono danni o truffe. Negli USA questo metodo è ormai molto diffuso, e anche in altre nazioni inizia a farsi largo, mentre in Italia non ci sono grandi esperienze in questo senso, perlomeno dal punto di vista dei fumetti... Men che meno dei fumetti LGBT. Oggi, però, la REN BOOKS (che ormai si potrebbe definire l'editore italiano più avanti di tutti), vuole sperimentare anche questa strada... Con l'antologia IT'S OK!!...
Come funziona questa cosa? Appoggiandosi al sito PRODUZIONI DAL BASSO, che è un po' l'equivalente italiano di siti come kickstarter.com, vuole provare a raccogliere 500 prenotazioni in un mesetto. Il che significa che ci vogliono 500 persone che - tramite paypal - prenotano una copia per 5 euro. Nel momento in cui la quota di 500 copie viene raggiunta i 5 euro vengono effettivamente prelevati e il fumetto viene pubblicato e spedito (senza ulteriori costi). In caso contrario, e cioè se entro i tempi previsti non si raggiunge la quota sperata, i 5 euro non vengono prelevati.
Tutto chiaro?
Venendo nel merito del fumetto in questione, si tratta di un'antologia che raccoglie varie strorie e illustrazioni di altrettanti autori di manga gay (praticamente tutti inediti nel nostro paese), incentrate sul tema dell'omofobia. Più precisamente saranno presenti Okura e l’attesissimo Kuro Nohara, insieme a delle nuove promesse come Inuyoshi, Taku Hiraku, Poko Murata, Shintarawl, SUV e delle illustrazioni di Kazuhide Ichikawa e Tatsuya Naoki.
Se volete contribuire anche voi a questa bella iniziativa, che promette anche di devolvere una quota ad associazioni che lottano contro l'omofobia, dovete semplicemente CLICCARE QUI E PRENOTARE LA VOSTRA COPIA. Personalmente trovo che anche solo il fatto che ci stiano provando sia un ottimo segnale, e ovviamente la mia speranza è che questa iniziativa centri l'obbiettivo al primo tentativo, però ammetto che ho qualche timore, visto che le condizioni in cui si possono portare avanti questi progetti in Italia e USA sono molto diverse...
Mi spiego meglio. Sorvolando sui problemi di fiducia tipici degli italiani, che magari nelle nouve generazioni (e soprattutto fra gli appassionati di fumetti) sono superabili, e sorvolando sulla diffidenza nei sistemi di pagamento come paypal (che - per fortuna - sta diminuendo come sopra), resta un ultimo grande scoglio, che è rappresentato dall'indifferenza dei (pochi) media LGBT. Mi spiego ancora meglio: negli USA i media gay non si fanno problemi a pubblicizzare iniziative commerciali LGBT in maniera disinteressata (anche perchè sanno che così facendo hanno a loro volta dei ritorni di immagine), soprattutto se hanno dei risvolti impegnati. In Italia, purtroppo, non funziona così.
In Italia, la tendenza, è di fare pagare la pubblicità in tutte le sue forme (sulle riviste gay italiane non fanno pubblicità nemmeno alle associazioni di volontariato se non pagano), o di garantire spazi nella misura in cui ci sia qualche forma di beneficio concreto e immediato.... A MENO CHE i suddetti spot non siano "raccomandati" da qualcuno che i suddetti media LGBT già conoscono e al quale danno fiducia. Questo - però - implica che nel nostro caso i suddetti media LGBT abbiano almeno un referente competente per quel che riguarda i fumetti... E siccome nel nostro paese i fumetti (e in generale l'immaginario POP) non godono - storicamente - di una grande considerazione da parte della cultura gay ufficiale, i suddetti esperti sono considerati un elemento supefluo, e infatti spesso mancano o - come nel mio caso - vengono eliminati con una certa facilità. Quindi se REN BOOKS manda un comunicato stampa ai maggiori siti e BLOG italiani per questa iniziativa non è affatto detto che gli diano visibilità.
C'è poi un'altra sostanziale differenza a livello di spazi internet, visto che al di là dei media che vivono grazie agli spazi commerciali (siti, blog, riviste, ecc), in Italia risentiamo un po' della mancanza di spazi internet che mettono costantemente in primo piano i fumetti LGBT e quello che gli ruota attorno. C'è questo BLOG, che è abbastanza seguito, ma è un po' una mosca bianca. All'estero se fosse proposta un'iniziativa del genere contro l'omofobia avrebbe sicuramente più spazi e... Mhhh... Cari amici di REN BOOKS, se un domani farete questa antologia in inglese e non sapete a chi agganciarvi chiamatemi, che vi passo qualche contatto :-)
Infine c'è il piccolo grande problema delle associazioni LGBT italiane, che per una questione di formazione hanno - generalmente - una bassa opinione dei fumetti, fanno ancora fatica a rapportarsi coi manga (che per loro sono ancora - sigh - una novità un po' surreale) e anche con le più buone intenzioni farebbero fatica a promuovere un'iniziativa del genere... Un po' perchè difficilmente capirebbero di cosa si sta parlando e un po' perchè non sono strutturate per promuovere iniziative del genere. Negli USA, se ancora ci fosse bisogno di dirlo, ci sono delle associazioni LGBT che si occupano prettamente di fumetti, e ovviamente le cose vanno in modo diverso. Morale della favola: forse in Italia un mesetto è un po' poco per raggiugere 500 prenotazioni, ma a volte i miracoli avvengono. Inoltre in un mesetto c'è tutto il tempo per mettere in piedi iniziative che possano cercare di tamponare le difficiltà di promuovere un progetto del genere in Italia...
Coraggio ragazzi!
Okura e l’attesissimo Kuro Nohara insieme a delle nuove promesse come Inuyoshi, Taku Hiraku, Poko Murata, Shintarawl, SUV e delle illustrazioni di Kazuhide Ichikawa e Tatsuya Naoki. - See more at: http://www.renbooks.it/2013/08/19/tra-omofobia-e-hiv-its-ok-ed-sf3/#more-2391
Okura e l’attesissimo Kuro Nohara insieme a delle nuove promesse come Inuyoshi, Taku Hiraku, Poko Murata, Shintarawl, SUV e delle illustrazioni di Kazuhide Ichikawa e Tatsuya Naoki - See more at: http://www.renbooks.it/2013/08/19/tra-omofobia-e-hiv-its-ok-ed-sf3/#more-2391
Okura e l’attesissimo Kuro Nohara insieme a delle nuove promesse come Inuyoshi, Taku Hiraku, Poko Murata, Shintarawl, SUV e delle illustrazioni di Kazuhide Ichikawa e Tatsuya Naoki - See more at: http://www.renbooks.it/2013/08/19/tra-omofobia-e-hiv-its-ok-ed-sf3/#more-2391

venerdì 18 ottobre 2013

ARTE, TOM e BOB...

Ciao a tutti, come va?
Definire il termine "arte" non è proprio semplice. "Arte" è il frutto della creatività umana? Non è detto. "Arte" è la ricerca del bello? Non sempre. "Arte" è capacità di comunicare emozioni e sensazioni? Dipende. In realtà ho sempre pensato che l'arte non si può definire se prima non si definisce cos'è la cultura. Di solito il termine "cultura", in italiano, si associa a un insieme di nozioni, a enciclopedie polverose e a gente che fonde le meningi in biblioteca per poi sfoggiare termini conosciuti da pochi eletti... Però ha poco senso: cultura è anche quella dei nativi americani, ad esempio, o delle tribù africane, che non hanno mai prodotto enciclopedie, e tuttavia hanno costruito tradizioni culturali fortemente radicate... E particolari forme d'arte...
Quindi che cos'è la cultura? E che rapporto ha con l'arte? Personalmente sposo la teoria per cui la cultura (che non va confusa con il sapere) è "l'insieme delle espressioni di un'identità collettiva e condivisa": in poche parole è tutto quello che definisce un'identità condivisa da un gruppo sociale. Dentro ci si può mettere tutto, dalla musica, alla letteratura, alla storia, alla moda, allo sport, alle canzoni, alla matematica, alle scoperte scientifiche, ai fumetti, alle danze tribali... E un'opera d'arte altro non è che qualcosa che è in grado di riassumere, condensare e valorizzare in modo adeguato la cultura da cui proviene, dando modo a chi ne fruisce di identificarsi in qualche modo con essa, con la sua estetica o con i suoi messaggi più o meno espliciti.
Per questo quando ho letto che pare ormai ufficiale che la storia dell'arte verrà tolta dai programmi delle scuole superiori italiane, mi sono chiesto se chi di dovere sapeva cosa stava facendo quando ha preso questa decisione, soprattutto in una nazione come la nostra. Probabilmente avrebbe avuto più senso potenziare questa materia, anzichè toglierla, anche solo perchè allenare le nuove generazioni ad apprezzare mostre, musei e quant'altro è un investimento per il futuro. Dopotutto chi non capisce l'arte, di solito, non capisce nemmeno la cultura che la produce, e questo non è mai un segnale positivo... Anche perchè prima o poi i risultati si vedono...
In Italia, poi, dove è stata prodotta tanta arte in passato, c'è anche il problema che c'è una certa preclusione nei confronti dell'arte contemporanea e dei suoi messaggi. E anche questo è un segnale interessante da interpretare, o meglio: un problema che bisognerebbe risolvere per stimolare la nostra nazione ad interpretare meglio i tempi in cui vive. Tutto questo per dire che, forse, il fatto che nel nostro paese non si allestiscono tanto facilmente mostre dedicate al tema dell'omosessualità e dell'omoerotismo, vuol dire che i due temi suddetti non sono ancora riconosciuti come parte integrante della nostra cultura. Al contrario, in quei contesti dove questo avviene, può capitare che prestigiosi musei allestiscano mostre dedicate ad artisti che da noi, nella migliore delle ipotesi, verrebbero considerati semplici pornografi. Così, ad esempio, al Museum of Contemporary Art (MOCA) di Los Angeles sta per partire una bella mostra (dal 2 novembre al 26 gennaio) che mette per la prima volta insieme l'illustratore/fumettista Tom of Finland e il fotografo Bob Mizer (che vedete nei fotoritratti qui sotto)...

Per chi ancora non lo sapesse si tratta di due personaggi che, negli USA degli anni '50, hanno contribuito a costruire quell'immaginario omoerotico che poi sarebbe stato determinante per svecchiare gli stereotipi legati all'omosessualità, dando un notevole contributo all'emancipazione della comunità gay... Prima negli USA e poi nel resto del mondo. Raccontare quello che hanno fatto in poche righe è impossibile, ma - molto in sintesi - si può dire che prima del loro arrivo il clima omofobico che dettava legge proponeva gli omosessuali solo come donne mancate, o - nella migliore delle ipotesi - come gente triste e cupa con l'hobby di adescare chi omosessuale non era (possibilmente quando era ancora minorenne). Poi sono arrivati loro... Prima Bob Mizer, con la sua rivista di culturismo cripto gay Phisique Pictorial...


E poi Tom of Finland (che negli USA debuttò proprio su Phisique Pictorial)...


Grazie a loro, e a quelli che hanno seguito il loro esempio, nel giro di qualche decennio gli omosessuali presero coscienza del fatto che potevano essere qualcosa di molto diverso dai modelli che gli venivano imposti dalla cultura dominante, che li vedeva come deboli, androgini, insignificanti e incapaci di vivere la loro condizione in maniera gratificante e alla luce del sole. Pertanto, chi sa leggere i loro lavori alla luce della cultura che li ha prodotti sa bene che non possono essere considerati semplici pornografi, e che - anzi - il loro operato andrebbe promosso e valorizzato anche per il suo valore simbolico.
Cosa che, in effetti, è proprio quello che sta avvenendo in varie parti del mondo, e in particolare - ovviamente - negli USA.
In Italia no.
Il punto, però, non è tanto che in Italia non abbiamo mostre di questo tipo, ma il fatto che i motivi per cui non le abbiamo sono radicati in una cultura che non è favorevole a questo genere di proposte.
E se non è favorevole quali sono le cause?
Da una parte, certo, c'è ancora tanta omofobia a tutti i livelli, ma la questione determinante è un'altra, e cioè che dalle nostre parti non c'è poi tanta gente che lavora in maniera mirata per generare cambiamenti culturali, in particolare attraverso l'arte.
Negli USA c'è una Tom of Finland Foundation e una Bob Mizer Foundation, che sono nate proprio per promuovere nello specifico i lavori di questi artisti, mentre in Italia non c'è uno straccio di associazione LGBT che sia specializzata anche solo nella questione artistica in generale...
E, se ci pensate bene, una mancanza del genere proprio in una delle nazioni che ha più patrimonio artistico al mondo, è davvero surreale...
Sarà mica il caso che qualcuno colmi questo vuoto, prima o poi?

mercoledì 16 ottobre 2013

NEW YORK REPORT

Ciao a tutti, come va?
Mentre Lucca Comics & Games si avvicina, e lo fa senza particolari aspettative per la comunità LGBT (anche quest'anno REN BOOKS ha pensato - molto saggiamente, secondo me - che non valesse la pena di investire tempo e denaro in una manifestazione che non ha una connotazione ufficialmente gay friendly o un coordinamento di iniziative LGBT), si è da poco conclusa la New York ComiCon (dal 9 al 12 ottobre), che non ha avuto i numeri di Lucca Comics, ma che - essendo a New York - aveva un clima decisamente più gay friendly...
A partire dalla conferenza organizzata dall'associazione GEEKS OUT in collaborazione con TIMES OUT: la prima - che dovreste conoscere - è un'associazione di appassionati LGBT di fumetti con sede a New York, e la seconda è l'associazione LGBT dei dipendenti e collaboratori  del quotidiano New York Times. La suddetta conferenza ha fatto il punto sulle tematiche LGBT nel fumetto seriale americano, coinvolgendo sceneggiatori di primo piano.
Decisamente un altro universo rispetto all'Italia, soprattutto se si considera che l'argomento LGBT in una fiera come quella di Lucca compare ancora  in maniera del tutto occasionale e sporadica, e quasi mai in maniera davvero esplicita. Sia come sia l'associazione GEEKS OUT, grazie alle sue inziative organizzate regolarmente durante tutto il corso dell'anno (praticamente ne fa una alla settimana) è riuscita anche a pagarsi uno spazio espositivo ben visibile, dove i volontari (che vedete - in parte - qui sotto) hanno fatto i turni, assieme agli ospiti che si sono alternati durante i giorni della fiera...




E anche quest'anno hanno fatto la loro bella figura, facendo anche da punto di ritrovo per la comunità LGBT presente alla fiera (e per i loro simpatizzanti). Tra l'altro quest'anno avevano anche un volontario in cosplay che ha fornito un'attrattiva supplementare...
Sia come sia, in una città che consente i matrimoni gay e in cui essere visibilmente gay non è esattamente un problema, potete immaginare che le persone che si aggiravano in cosplay erano alquanto disnibite, soprattutto se erano gay a loro volta. Siccome presumo che molti di voi non fossero presenti, qui di seguito cercherò di fornirvi una piccola selezione un po' per tutti i gusti...
Dagli esibizionisti...



Agli sfacciati...

 

Ai reverse gender...



Alle coppie di fatto...


Belle cose, vero? Al che, vi chiederete, che differenza c'è fra questi cosplay e quelli che si aggirano a Lucca Comics & Games. Domanda pertinente. In effetti all'apparenza non ci sono grandi differenze... Tuttavia, ad esempio, le coppie gay di cosplay - a New York - non simulano di non esserlo e comunque sono consapevoli che hanno il diritto di mostrarsi per quello che sono, anche in cosplay. E, per dirla tutta, anche i semplici visitatori della mostra, che non fanno cosplay o altro, non hanno grandi problemi a mettere in chiaro quello che sono... Ed eventualmente a quale associazione LGBT fanno capo...
Tuttavia, se proprio volessi essere sintetico, la più grande differenza che noto fra una manifestazione come quella di New York e Lucca Comics & Games è che, fondamentalmente, dal punto di vista LGBT  New York non ha mai smesso di evolversi, mentre Lucca è rimasta uguale a una dozzina di anni fa. Certo anche a Lucca i cosplay sono sempre più disinibiti, e meno vestiti, ma oltre un certo limite di "visibilità gay" non penso che oserebbero mai andare. Alcuni editori propongono materiale a tema, ma non ci sono spazi o iniziative che valorizzano il mondo LGBT in quanto tale. Gli stessi visitatori LGBT, che pure percepiscono un clima accogliente, forse hanno ancora la tendenza a non manifestarsi troppo apertamente... Per paura di essere guardati male o altro. E addirittura giocano sul fatto che possono camuffarsi e passare inosservati nel clima surreale ed eccentrico della manifestazione....
E, dopotutto, è anche vero che non vedono da nessuna parte dei segnali concreti ed espliciti di apertura nei loro confronti. Come dargli torto, quindi?
Non so se riesco a rendere l'idea.
Ora: mi rendo conto che paragonare New York con Lucca è una cosa fuori dal mondo, però credo che se una manifestazione come Lucca Comics & Games fa certi numeri e ha una tale rilevanza varrebbe la pena porsi delle domande...
Il problema sono le risposte.
Alla prossima.

venerdì 11 ottobre 2013

ANOTHER LUCCA

Ciao a tutti, come va?
Come saprete a fine mese si terrà Lucca Comics & Games, che negli ultimi anni è diventata una delle fiere di fumetto più visitate del mondo. Una delle più visitate, certo, ma forse anche questa manifestazione risente del clima non proprio evoluto del nostro paese, e quest'anno la cosa potrebbe percepirsi più del solito. Infatti è abbastanza indicativo, penso, il fatto che il tema di quest'anno sarà lo stile, nel senso di moda, e che il suddetto "stile" verrà considerato solo nel senso femminile del termine...
Nella presentazione si legge che:

"Il claim 2013, “Questione di stile”, porta prepotentemente alla ribalta un tema – quello della Moda e del Glamour – già ben radicato nella manifestazione, ma quest’anno lo faremo sfilare sotto i nostri riflettori anche attraverso la mostra “Dress Code”, e una stretta collaborazione con la Fondazione Ferragamo, nata grazie all’evento ComicsJam realizzato a Firenze lo scorso giugno.
In stretta associazione con lo slogan 2013, la mostra “Dress Code” si propone di indagare il rapporto fra Moda e Fumetto attraverso sette personaggi femminili che rappresentano altrettante icone fashion, ma andando a indagare anche sul loro “essere donne” a tutto tondo, dal lavoro ai sentimenti, a quella che immaginiamo essere la loro vita quotidiana.
Ecco le “Magnifiche 7 del Fumetto e del Fashion”: Wonder Woman (Diana Prince), la Donna Invisibile (Susan Storm), Catwoman (Selina Kyle), Valentina (Valentina Rosselli), Eva Kant, Satanik (Marny Bannister), Fujiko Mine (da Lupin III).
A far da cornice promozionale all’evento, un poster dall’impronta esclusiva, realizzato dal team di artisti internazionali in forza a Riot Games, uniti per dare vita alla miglior interpretazione del tema di quest’anno: la moda e lo stile."

Niente di male, per carità, ma nel 2013 ha ancora senso parlare di "moda e glamour" escludendo la componente maschile? Oltrettutto Salvatore Ferragamo (1898-1960, foto di famiglia sotto), oltre a dare il nome ad una Fondazione e ad aver dato il via ad una firma di lusso, è anche noto per i sei figli avuti dalla moglie Wanda (che adesso portano avanti l'azienda di famiglia), che lo rendono - perlomeno ufficialmente - uno dei pochi casi di marchio di moda "al di sopra di ogni gaytudine"... Un marchio che, ovviamente, non può fare da grimaldello per inserire temi legati - anche solo lontanamente - al mondo della moda nel senso "gay" del termine.
Anche in questo non c'è niente di male, per carità, anche perchè Ferragamo è di Firenze e giustamente Lucca ha interesse a valorizzare le risorse regionali... Però... Però anche in questo caso si ha la sensazione di un'occasione persa, e di una certa tendenza a guardare al passato. Ora: siccome io mi diverto molto a fare ipotesi insolite, con associazioni di idee che di solito gli altri non fanno... Potrei pensare che tutto questo non sia esattamente casuale per tutta una serie di motivi che ora vado a spiegarvi. Lucca Comics & Games è un evento che coinvolge (e stravolge) il centro storico di Lucca, e anche nel periodo in cui era stata spostata al di fuori del suddetto centro, richiedeva comunque l'appoggio del Comune. Ora: la storia di questa manifestazione non è molto nota, ma direi che è importante per capire meglio la situazione oggi. Dal 1966 al 1992 si chiamava Salone del Fumetto, ed era organizzato da un'associazione culturale che si chiamava IMMAGINE, e che era costituita da operatori culturali italiani e stranieri. Infatti narra la leggenda che la manifestazione avesse un taglio molto professionale e internazionale... Della serie che ci andava chi era veramente interessato e non cercava la gitarella fuori porta...
In realtà la primissima edizione della manifestazione si tenne a Bordighera, ma siccome dal 1966 si tenne quasi sempre a Lucca divenne nota come Salone del Fumetto di Lucca. Siccome siamo in Italia, quando la manifestazione inizio a diventare anche un'attrazione turistica,  il Comune di Lucca cessò di finanziare IMMAGINE (nel 1993), che provò a spostare il Salone del Fumetto a Roma (durante Expocartoon, ma con scarsa fortuna), dopodichè *MAGICAMENTE* il Comune di Lucca depositò il marchio Lucca Comics e iniziò ad organizzare direttamente la propria fiera del fumetto, forte del fatto che ormai si era creato un grande giro di visitatori che andavano a Lucca appositamente per godersi la manifestazione fumettistica più importante d'Italia...
Nel 2004, anche a seguito di tutta una serie di incredibili e disastrosi disagi organizzativi avvenuti negli anni precedenti (e io posso confermarli, perchè c'ero!), il Comune di Lucca si rese conto che non poteva gestire da solo la manifestazione e così costituì un'associazione apposita, incaricata di organizzare il tutto, che poi è quella che lo organizza tutt'ora e che si chiama LUCCA COMICS & GAMES S.R.L., e che puntò molto sull'aspetto turistico dell'evento, con ottimi risultati in termini di pubblico. A questo punto, giustamente, vi chiederete, cosa c'entra tutto questo con l'orientamento più o meno gay friendly della manifestazione... Molto semplice: dovete sapere che per decenni, e fino alle elezioni del 2012, Lucca era nota per essere una roccaforte del centrodestra italiano, nelle sue varie declinazioni (e in particolare quelle filo cattoliche), e anche quando la gestione di Lucca Comics passò dal Comune alla S.R.L. di cui sopra, il consiglio di amministrazione e il direttore di LUCCA COMICS & GAMES S.R.L. dovevano essere nominati direttamente dal Sindaco... Ora: potranno anche essere tutte persone competenti, ma direi che in un contesto del genere avere una manifestazione che strizzi l'occhio ufficialmente alla cultura gay è alquanto improbabile... Nonostante la manifestazione di per sè sia estremamente gay friendly...
Il consiglio di amministrazione attuale è stato nominato nel 2011 e scade nel 2014. Quindi è attivo da prima che il centrosinistra (che in Italia è quel che è, ma forse potrebbe offrire qualche spiraglio in più) vincesse - a sorpresa - le elezioni comunali del 2012. A riprova del fatto che in questo paese il rapporto fra politica e cultura è tutt'altro che secondario, il nuovo sindaco di Lucca ha chiesto subito che tutte le società partecipate del Comune rimettessero il loro mandato (e cioè che fossero "revisionabili") anche prima della loro naturale scadenza... Il che, in effetti, ha senso se si considera che - ad esempio - nell'ultimo consiglio di amministrazione di LUCCA COMICS & GAMES S.R.L. ha trovato posto come amministratore delegato un certo Massimo Di Grazia, che era già responsabile dell'ufficio stampa del Sindaco decaduto nel 2012. Ripeto: tutto questo non ha impedito che gli editori proponessero iniziative gay oriented, che venissero premiati fumetti a tema gay o che intervenissero ospiti gay dichiarati (come nel caso di Ralf Konig, anni fa)...
Tuttavia la manifestazione, in quanto tale, si è sempre ben guardata dall'incoraggiare direttamente la cosa... E, anzi, ha sempre avuto la tendenza a rimarcare un certo approccio conservatore nei confronti del mondo del fumetto... Nonostante la tendenza generale della fiera, e di chi pagava il biglietto e si esbiva in cosplay, andasse in senso diametralmente opposto. C'è anche da dire che, non essendoci in Italia associazioni LGBT specializzate in fumetti, non ci sono mai state neanche proposte direttamente LGBT da parte delle suddette associazioni agli organizzatori di Lucca Comics... Tipo una bella mostra sul fumetto gay in qualche palazzo storico. Proposte che avrebbero potuto mettere gli organizzatori con le spalle al muro per fargli prendere una posizione ufficiale nei confronti della questione. Tuttavia direi che, dopo aver verificato come è stata gestita  la "questione di stile" di quest'anno, la tendenza è tuttosommato chiara. 
Tra l'altro nella premessa del codice etico di LUCCA COMICS & GAMES S.R.L., che potete SCARICARE CLICCANDO QUI, si legge che:

"Il target di queste manifestazioni ed iniziative è essenzialmente un pubblico giovane, dall' età scolare (target di Lucca Junior) a quella post- adolescenziale; non manca comunque naturalmente l'interesse del pubblico adulto. A tal fine LC&G si propone di ispirare la propria attività a principi che possano essere di riferimento per le giovani generazioni rispetto ai valori di libertà, dignità della persona umana, rispetto della salute e ripudia ogni discriminazione basata sul sesso, sulle razze, sulle lingue, sulle condizioni personali e sociali, sul credo religioso e politico."

Guardacaso non si parla di orientamento sessuale e identità di genere... Preferendo un "condizioni personali" che vuol dire tutto e niente.
Sarà un caso? Una dimenticanza? Una distrazione?
Chissà...
In ogni caso il fatto che ci sia scritto che la manifestazione si rivolge prettamente al pubblico fra l'eta scolare a quella post adolescenziale (nella post adolescenza non si va più a scuola?) la dice lunga su molte cose... Ed è un'ottima scusa per fare orecchie da mercante su altre...
La cosa davvero ironica è che questa manifestazione ha davvero molte attrattive anche per gli appassionati LGBT di fumetti, che abbondano (e in qualche caso strabordano) per le vie della città, ma ufficialmente - per chi organizza la manifestazione - non esistono...
Non sarebbe il caso di cambiare le cose?