Forse, se siete appassionati di manga, saprete già che lo scorso venerdì a Tokyo sono state assegnate le Stelle d'Italia: un'onorificenza rivolta ai cittadini italiani espatriati o agli stranieri che hanno contribuito alla crescita della cultura italiana nel mondo. E forse saprete anche che è stata la prima volta che questa onorificenza è andata ad un autore di manga, o per meglio dire ad un'autrice, e cioè a Mari Yamazaki (che vedete qui sotto nell'ambasciata italiana a Tokyo).
Questa onorificenza viene assegnata dal Presidente della Repubblica (tramite il suo Ambasciatore, ovviamente), e penso che sia interessante sia stata assegnata a Mari Yamazaki (che ora è ufficialmente Commendatore della Repubblica) soprattutto per via del grande successo (in patria e nel mondo) del manga Thermae Romae, e cioè la storia un po' surreale di un ingegnere con la fissa della terme che vive nella Roma dell'Imperatore Adriano e che ha scoperto il modo per viaggiare nel tempo fino al Giappone moderno, traendone ispirazione per il suo lavoro. E penso che il premio dato a questa autrice sia una cosa interessante perchè Thermae Romae, comprensiva di trasposizione animata e cinematrografica (che è stata campione di incassi in Giappone), per forza di cose non ha potuto fare a meno di mostrare una discreta quantità di culetti maschili e di situazioni un po' piccanti e involontariamente/comicamente omoerotiche (perlomeno per gli standard occidentali). E presumo che, di conseguenza, il successo del film in patria sia merito anche dell'attore protagonista Hiroshi Abe e del fatto che avesse un suo perchè...
In effetti pare che in Giappone il manga sia stato persino contestato per la libertà con cui toccava certi argomenti, come il culto del fallo presso i romani... Senza contare che nello svolgimento della storia l'autrice trova anche il modo per parlare della tristezza dell'Imperatore Adriano dopo la morte del suo amato Antinoo...
Quindi diciamo pure che nell'Italia del Moige, dei reality censurati, dell'AGCOM che ostacola la trasmissione delle serie animate giapponesi e dell'omofobia che si esprime anche nella rimozione generalizzata di una buona parte del nostro passato, fa un certo effetto sapere che la prima autrice di manga ad essere insignita di un'onorificenza così prestigiosa sia diventata famosa per un manga di questo tipo... E fa anche riflettere sulle contraddizioni in cui siamo immersi...
"Chiunque distribuisca, venda o mostri in pubblico un documento, immagine o qualsivoglia oggetto di natura oscena sarà punito con la reclusione fino a due anni, una multa fino a 2.500.000 yen o un’ammenda. Lo stesso si applica a chi possieda suddetto materiale con l'intenzione di venderlo."
Il problema è che la Legge giapponese, come peraltro quella italiana, non entra nel dettaglio del concetto di osceno (anche perchè il suddetto concetto è molto relativo), e così - ad esempio - non è considerata oscena la rappresentazione di un atto sessuale, ma la raffigurazione esplicita dei genitali coinvolti. Inoltre col tempo questo divieto ha subito varie modifiche, tant'è che fino a poco tempo fa poteva essere determinato (o meno) dai peli pubici piuttosto che dal concetto di raffigurazione "integrale" dei genitali, anche se poi la situazione si è evoluta... Tant'è vero che nel mirino della censura giapponese oggi possono finire foto di nudo artistico maschile non censurato (come quelle del fotografo Takano Ryudai, che nelle sue mostre del 2014 ha dovuto coprirle con un velo, come vedete qui sotto), mentre i primi piani di penetrazioni anali con oggetti (di tutti i tipi) nei video pornografici non subiscono alcuna restrizione.
In realtà negli ultimi trent'anni si è aperto anche un certo dibattito relativo alla legittimità di un certo tipo di censura, soprattutto quando ci sono di mezzo rappresentazioni grafiche (e di fatto artistiche) piuttosto che foto e filmati. Anche perchè qualcuno si è ricordato che la Costituzione giapponese, all'articolo 21, dice:
"Le libertà di riunione, di associazione, di parola e di stampa, e tutte le altre forme di espressione sono garantite. Non sarà mantenuta alcuna censura, né sarà violato il segreto di qualsiasi mezzo di comunicazione."
E in effetti, col tempo, le posizioni della censura su un certo tipo di manga di sono ammorbidite. Talmente ammorbidite che il buon Gengoroh Tagame ha deciso che è arrivato il momento di riproporre alcune delle sue prime opere in versione "restaurata", visto che negli anni Novanta era stato costretto a pubblicarle omettendo completamente le parti intime dei suoi personaggi. Il primo titolo a beneficiare di questo trattamento è una sua storia lunga del 1994: Naburi-Mono... Che viene ripresentata in un bel volume da 340 pagine edito dalla Pot Publishing Plus, distribuito proprio in questi giorni.
Per capire meglio la sostanziale differenza fra le censure del 1994 e quelle del 2017, nel manga in questione, potete dare un'occhiata alle due versioni della tavola sottostante: nella prima versione oltra ai genitali veniva censurato anche il punto di contatto fra le dita e l'ano, ad esempio...
Forse fra una ventina d'anni la situazione si evolverà ulteriormente, almeno per quel che riguarda i manga? Staremo a vedere. In realtà, al di là di tutto, penso che questa maggiore apertura nei manga, in particolare per quel che riguarda un certo tipo di erotismo, sia un segnale positivo... Ed è un peccato che in Italia la situazione, perlomeno ufficialmente, non sia poi cambiata così tanto rispetto al 1994 (e che, anzi, sotto certi punti di vista sia persino regredita)... Questo però è un discorso lungo, che meriterebbe un approfondimento a parte. Per ora direi che è meglio festeggiare con Gengoroh Tagame il fatto che finalmente le sue prime storie iniziano ad essere riproposte con tutti quei dettagli che lui sa realizzare così bene...
I tempi cambiano, per fortuna... Anche se spiace un po' il fatto che dalle nostre parti di battaglie per combattere la censura - che pure è ancora molto presente in vari ambiti - non se ne facciano praticamente più.
Alla prossima.
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