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martedì 30 giugno 2009

AGGIORNAMENTO

Ciao a tutti e ciao a tutte come state? Anche giugno sta finendo, e per iniziare bene luglio ci tenevo ad aggiornarvi un po' sulla mia situazione e sui miei progetti. Per prima cosa il gestore di Robin Hoog pare abbia risolto i suoi problemi di salute, quindi non ci sono immediati pericoli per la salute di questo fumetto (meno male!). Adesso vedrò se dai due aggiornamenti delle ultime settimane potrò tornare a farne tre (la scorsa settimana ce n'è stata una sola perchè dovevo anche organizzare il pride per la mia associazione). Ieri ho avuto anche un summit con il gestore di RAINBOWS (anche lui ultimamente ha avuto dei problemi, dovuti a degli investimenti sbagliati, ma sembra sia sopravvissuto), e dopo tante false partenze anche questo fumetto potrebbe iniziare a dare concreti segni di ripresa. Per quel che riguarda TROY come forse avrete notato dopo il suo rinnove si è leggermente bloccato (di nuovo), ma questo era dovuto al fatto che volevo concordare una certa cosa col gestore del sito che lo ospita, in vista di un sorpresa che per scaramanzia non vi anticipo adesso. Adesso anche TROY riprenderà, e finalmente dovrebbe entrare nel vivo. Per quel che riguarda le mie proposte bimestrali su LULU penso di potervi anticipare qualcosa di più. Sicuramente proseguirà la saga di MICKI di Jörg Meyer-Bothling
con la versione italiana del secondo capitolo (col mio adattamento) e la terza parte (sempre in italiano e con i miei adattamenti. Giuseppe Fadda, storico autore delle vignette HAPPY GAYS sulla defunta Babilonia, è d'accordo a partecipare all'iniziativa, stà riordinando il suo materiale e mi ha detto che vuole inserire qualcosa di inedito, incrociamo tutti le dita! Ho anche due capitoli (di cui uno totalmente inedito) della saga BULLET & JUSTINE di Mauro Padovani (so che legge regolarmente questo blog quindi lo saluto ^__^)... Si tratta di un noir/horror/spatter/SM dai risvolti gay (prettamente bear/chubby), quindi ammetto che sono molto curioso di vedere come reagirà il pubblico... Infine sembra proprio che David Cantero sia sul punto di accettare la mia proposta di collaborazione... Spero davvero che questa cosa italo-spagnola possa partire e che possa essere accolta bene come merita... Anche perchè potrebbe fare da apripista a tutta una serie di altre collaborazioni di questo tipo...In ogni caso pare proprio che per i prossimi dodici mesi sarò bello che a posto. Ovviamente c'è anche la possibilità che oltre alle uscite bimestrali ci scappi qualche sorpresina fra un mese e l'altro... Chissà! Vedremo un po' come andranno le cose, anche perchè in questa collana vorrei piazzarci anche qualcosa di mio :-) Tuttavia, siccome ho imparato che è meglio non dire le cose se non si hanno delle certezze assolute, non aspettatevi che adesso vi dica che cosa ho in mente al riguardo...
Alla prossima.
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lunedì 29 giugno 2009

LA LETTERA DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Alla fine sono sopravvissuto anche al Genova Pride, che devo dire è andato molto meglio di quanto pensassi... Certo sarebbe andato meglio se avessi rimorchiato e/o se una torma di fans mi avesse travolto... Ma immagino che nel casino fosse difficile notare la mia magliettina con scritto sopra Robin Hoog... Sigh... Sigh... O almeno così voglio sforzarmi di credere... Comunque era così che mi presentavo due giorni fa... Qualcuno mi ha notato e avete fatto i timidi oppure non siete tipi da pride???
Di Pride Parade ne ho viste un po', ma a parte le bella atmosfera, la folla festante, i carri colorati e tutto il resto, non finirò mai di stupirmi di come una manifestazione che raccoglie centinaia di migliaia di persone possa venire sminuita in meniera così sfacciata e strumentale (per usare un eufemismo) dai grandi mezzi di comunicazione... Vah beh... Immagino che prima o poi le cose cambieranno in meglio... Nel frattempo stiamo in tema, ma parliamo d'altro, visto che mi è arrivata una lettera diversa dal solito in risposta al mio articolo sulle difficoltà di trovare un inno per i gay pride italiani pubblicato da Gay.It un paio di settimane fa. Leggetelo CLICCANDO QUI e poi tornate a leggere l'e-mail che mi ha mandato Dario , uno dei pochi cantanti gay dichiarati d'Italia, che mi scrive:

"Caro Valeriano ho letto con interesse il tuo articolo a proposito della difficoltà di scegliere il cosiddetto "inno" del Pride. E ho letto anche il giusto disappunto riguardo alla mancanza di artisti italiani gay dichiarati e attivamente impegnati nella causa. E' vero che molti latitano, ma è anche vero che la comunità glbt, in particolare quella gay maschile, snobba i cantanti dichiarati e disponibili come me, ad esempio. Nel 2001 avevo inciso "Domani è primavera", inno ufficiale del Pride, con tanto di marchio Pride stampato sul cd, con la coproduzione di Enrico Ruggeri, ma alle mie prestazioni artistiche sono state preferite, all'ultimo momento e senza preavviso alcuno, le performances di Paola e Chiara, tra l'altro buone conoscenti mie e che stimo da sempre. Ho partecipato al Festival Internazionale Gay rappresentando l'Italia in duetto con La Cristiana a Koln, guadagnando il terzo posto. Nel 2005 ho inciso "Ti sposerò", dichiarazione d'amore di un uomo a un altro uomo, la prima canzone del genere in Italia, ho partecipato al PACS day, ad ogni manifestazione alla quale sono stato invitato. Io non sono un gay variopinto ma uno con un carattere quasei timido, se vogliamo. Non ci conosciamo personalmente, ma mi piaci molto per come scrivi e per le altre cose che fai. Ci tenevo che mi conoscessi. Un abbraccio e buon lavoro. Dario Gay"

Caro Dario, ti ringrazio per la stima e ti ringrazio per aver voluto che ti conoscessi... In realtà devo ammettere che di te non avevo mai sentito parlare (ma la musica italiana non la seguo, quindi non rimanerci troppo male!), però dopo essermi cosparso il capo di cenere ho recuperato consultando youtube (Ueh! Eri pure al Festivalbar, e hai fatto persino il complice a Scherzi a parte...! ^__^). La tua e-mail, in effetti, penso che metta bene in evidenza un meccanismo un po' perverso che c'è nel nostro paese e che parte da una constatazione un po' triste: i gay da noi si espongono ancora molto poco, e questo impedisce che si venga a creare un vero circuito per i prodotti culturali dichiaratamente gay (quindi anche per la musica, intesa come insieme di testi e contenuti e non solo come ritmo da ballare), e questo non stimola i gay ad esporsi, e il circolo zizioso si perpetua... Fortunatamente ora le cose iniziano un po' a cambiare (anche grazie ad internet), ma non è facile recuperare decenni di vuoto quasi totale, per giunta in un clima come quello che abbiamo ultimamente. Inoltre il fatto che manchi un circuito culturale gay produce una serie di conseguenze poco gradevoli, particolarmente evidenti nell'ambito musicale. Ad esempio i gay italiani selezionano (attraverso una serie di dettagli più o meno gay-friendly, che vanno dal look ai testi, dalla biografia alla posizione nei confronti dei gay) i loro idoli fra gli artisti che sono già famosi al di fuori del circuito culturale gay, anche perchè di fatto da noi non esiste, e siccome un cantante - per essere famoso in Italia - non può essere troppo "gay"(visto che la nostra è ancora un cultura essenzialmente maschilista e sessista), va da sè che i cantanti gay dichiarati, che magari producono brani dai contenuti esplicitamente "gay", hanno vita dura visto che non vengono valorizzati e promossi per principio (tant'è che io non ti avevo mai sentito nominare anche se hai fatto un mucchio di cose). La cosa ironica è che spesso questo accade anche nell'ambito delle associazioni gay italiane, che in teoria la cultura gay dovrebbero promuoverla (ma si può promuovere qualcosa che non si ha?), e qui bisognerebbe aprire una lunga parentesi e preferirei sorvolare...C'è da dire che il problema della musica "gay" è lo stesso che in Italia hanno i film gay (che non vengono distribuiti nelle sale), i fumetti gay (che gli editori non vogliono pubblicare), i prodotti televisivi gay (che nessuno osa trasmettere da noi), i libri gay (che da noi non hanno quasi mai una sezione dedicata in librerie e biblioteche) e molto altro ancora... Quindi, se ti può consolare, sei in buona compagnia (^__^)... Internet, però, sta davvero cambiando le cose, tant'è che - ad esempio - adesso so chi sei, su youtube ho potuto vedere parecchie cose di te (tra cui la tua partecipazione al festival musicale dell'Europride del 2002) e sicuramente tante persone che passano di qui ti stanno scoprendo solo ora grazie al fatto che parlo di te su questo blog... Certo è che, se in Italia internet offre davvero il primo esempio di circuito culturale gay, è anche vero che ci vorrà ancora del tempo perchè sviluppi il suo potenziale... Anche perchè i gay italiani devono abituarsi ancora all'idea di avere un'identità nel senso pieno del termine. Però in questo senso sono abbastanza ottimista: in dieci anni il clima gay italiano è cambiato tantissimo, e probabilmente è solo questione di tempo (e strategie) prima che si crei un circolo virtuoso in grado di dare riconoscimenti visibili e concreti (per i cantanti come per i fumettisti ^__^). Quindi mi raccomando prosegui imperterrito, che di gente come te ce n'è tanto bisogno. Grazie ancora per avermi voluto contattare e, sperando di averti fatto un po' di pubblicità (^__^), sarò felice se vorrai continuare a seguire i miei articoli, e magari anche i miei fumetti.

A questo punto, visto che si parla di musica gay, di gay pride e di commemorazioni, vorrei cogliere l'occasione per ricordare l'ultimo cantante gay dichiarato (anche se "cantante" è un termine un po' improprio) che è diventato davvero popolare in Italia. Forse all'inizio qualcuno voleva giocare sul fatto che era un personaggio che confermava certi stereotipi, ma nel tempo i suoi motivetti sono diventati il simbolo di un'Italia che stava cambiando il suo rapporto col mondo omosessuale... Mi riferisco a Massimo Brancacci, meglio noto come la drag queen Billy More, che dal 2000 al 2005 (quando una leucemia fulminante se lo portò via) stregò le disco di tutta Italia (e non solo) e rappresentò davvero un momento di rottura impensabile per il nostro paese... Tant'è che - quando si presentò al Festivalbar - Alessia Marcuzzi (che lo presentava quell'anno) le parlò in inglese dando per scontato che un personaggio del genere non potesse proprio essere italiano (a proposito: com'è che siamo passati da Billy More a Povia in così pochi anni???)... Buon ascolto e ricordate che il gay pride è qualcosa che deve durare tutto l'anno (^__^).
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venerdì 26 giugno 2009

ITALIA NOSTRA

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Domani si terrà il Genova Pride, e nonostante la sfacchinata e i possibili disagi di trenitalia mi alzerò di buon'ora per partecipare. Per una singolare concidenza questo è il post numero 300 di questo blog: un traguardino niente male, non trovate? Oggi però non voglio fare un post autocelebrativo, anche perchè so che se tornate qui è perchè vi siete abituati a dei post che - oltre a fare il punto sulle mie attività - magari vi danno qualche spunto di riflessione in più, e oggi non voglio certo deludervi. Giusto per riflettere sul significato del 28 giugno (che quest'anno segnerà il quarantennale dei cosiddetti moti di Stonewall, che sancirono la nascita del movimento gay moderno), oggi volevo tornare a parlarvi del ruolo simbolico della stampa in un paese come il nostro che, vi ricordo, in edicola non ha più una rivista a tematica dichiaratamente gay (a parte qualche rivista di annunci). Lo spunto arriva da Vanity Fair, un settimanale che - pur non essendo dichiaratamente gay - per contenuti e impostazione attira comunque un discreto numero di lettori omosessuali italiani. Ovviamente non affronta mai certi temi in maniera diretta e rimane una rivista essenzialmente superficiale, generalista e un po' frivola (a partire dal titolo, che nel caso non ve ne foste mai accorti significa "La fiera delle vanità"). Sul numero della scorsa settimana è comparso un servizio sul cantante Giuseppe Povia, che ormai tutti i gay italiani (e non solo) dovrebbero conoscere per la sua canzone "Luca era gay" presentata allo scorso Sanremo, dove arrivò seconda fra mille polemiche. Se siete fra i pochi fortunati che non sanno di cosa parlo vi basti sapere che quella canzone parlava di un certo Luca che per tutta una serie di problemi (famiglia e altro) aveva sviluppato una relazione morbosa con un altro uomo, scoprendo poi le gioie e la "verità" dell'amore etero. A me aveva colpito in particolare il video in cui alla fine "Luca" passeggiava con la sua ragazza e incrociando il suo ex faceva finta di non conoscerlo... Un messaggio non proprio positivo, soprattutto in un paese come il nostro e in questo particolare momento storico... Ma d'altra parte niente accade per caso. Tornando a Vanity Fair, va notato che nel servizio in questione compaiono alcuni scatti con Giuseppe Povia desnudo...

Siccome i gusti sono gusti non mi soffermerò a giudicare il soggetto delle foto, ma penso che sia legittimo esprimere un certo disappunto di fronte a quello che mi pare tanto l'ennesimo sberleffo alla dignità del pubblico omosessuale italiano... Tantopiù se si considerà la rivista su cui sono comparse queste foto e il fatto che questo sabato ricorrerà l'anniversario di cui sopra, con tanto di parata del gay pride nazionale a Genova. La cosa, poi, acquista ulteriori sfumature facendo un piccolo confronto con le collocazioni e i soggetti di foto di questo tipo nel resto del mondo. Infatti foto del tutto simili, all'estero, sono una prerogativa soprattutto delle riviste gay dichiarate, e ritraggono uomini di spettacolo che - oltre ad essere effettivamente dei sex symbol - non hanno mai fatto nulla per sminuire in qualche modo la condizione omosessuale. Proprio a maggio il magazine gay inglese Attitude ha realizzato un numero speciale (come fa ogni anno) in cui ha messo a nudo ben 15 star inglesi, considerate perlomeno dei sex symbol dal pubblico gay locale... Cantanti, sportivi, attori, reality boys, ecc...
Se poi allargassimo lo sguardo e considerassimo un orizzonte editoriale più ampio dovremmo notare che il mensile gay brasiliano G MAGAZINE non solo riesce a coinvolgere regolarmente i sex symbol locali, ma dedica loro dei servizi di nudo integrale (spesso con tanto di erezione)... Siano essi sportivi, attori o cantanti... Da quelli affermati a quelli in cerca di notorietà o di una nuova ribalta (come accadde a suo tempo per l'ex chitarrista dei Duran Duran, a cui venne dedicato il numero che vedete qui sotto)... Come dire che in buona parte del mondo strizzare ufficialmente l'occhio al pubblico gay non è considerato come mandare a rotoli una carriera, anzi... Tantopiù che evidentemente in Brasile l'esibizionismo non procura necessariamente grossi problemi di immagine... Peccato che non sia ovunque così, tant'è che su G-Magazine comparve a suo tempo un servizio sul centrocampista Marcos André Batista Santos, meglio noto come Vampeta, proprio mentre veniva acquistato dall'Inter per la modica cifra di 30 miliardi di vecchie lire...
Casualmente, ma forse neanche tanto, nonostante la cifra decisamente notevole sborsata nel 2000 per il baffuto brasilero, l'Inter lo fece giocare due sole volte in due anni... Come dire che è meglio buttare al vento 30 miliardi di lire, piuttosto che attirare l'attenzione su un giocatore che ha posato nudo per una rivista gay nel fiore della gioventù (nel 2000 Vampeta aveva 26 anni)... Per la cronaca: una volta andato via dall'Italia il buon Vampeta ha proseguito una carriera calcistica di tutto rispetto in Europa e in Brasile, alla faccia di chi lo considerava "scomodo" in Italia... Comunque non penso di essere maligno se dico che - anche a distanza di una decina d'anni - il caso di Vampeta possa essere estremamente rappresentativo della situazione italiana. E anche le scelte di Vanity Fair sembrano fatte apposta per ricordare al pubblico gay che il meglio che può aspettarsi dalla stampa gay friendly (o presunta tale) nel mese del gay pride sono delle foto di Giuseppe Povia senza veli... Ma, per esempio, non avrebbero potuto dedicare qualche nuova foto all'ormeggiatore genovese del Grande Fratello 2009? Perlomeno era di Genova e poteva starci anche un messaggio subliminale accettabile per il pubblico omosessuale... Ammetto che in tutta questa situazione mi viene spontaneo leggere un sottotesto sgradevole, tantopiù che non si vedono schiarite all'orizzonte. Forse è un po' triste parlare di certe cose proprio alla vigilia di un gay pride, ma credo che - proprio perchè siamo alla vigilia di un gay pride - sia importante rendersi conto dell'anomalia della nostra situazione rispetto a quella degli altri paesi occidentali (e non solo), anche perchè nascondere la testa sotto la sabbia non aiuta granchè. Magari anche riflettere su queste piccole cose a lungo andare potrebbe portare a dei cambiamenti positivi, voi che ne dite?
Per i miei lettori stranieri qui di seguito posto la canzone di Giuseppe Povia con i sottotitoli... Prego notare il finale del video a cui mi riferivo...

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mercoledì 24 giugno 2009

LA SEGNALAZIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Il fatto che nei fumetti italiani si parli poco (e spesso male o a sproposito) dell'omosessualità non è una novità. I motivi sono tanti: dall'incompetenza degli sceneggiatori alla paura di sollevare polemiche, dalla mentalità arretrata degli editori al clima che caratterizza (ammorba?) la nostra nazione e che inevitabilmente si riflette nel mondo del fumetto. C'è poi un motivo molto italiano, che risiede nel fatto che da noi - perlomeno nelle edicole - i fumetti prodotti in Italia sono praticamente solo fumetti per bambini o i cosiddetti fumetti "popolari italiani", che mantengono pressochè inalterata la loro formula dagli anni 60 nonostante vari tentativi di rinnovamento (che spesso si sono rivelati dei notevoli flop). La concorrenza Made in Italy praticamente non esiste, e così è ormai da decenni che (fatta salva la parentesi dei tascabili porno fino alla fine degli anni 80) il mercato dei fumetti italiani che non si rivolgono ai giovanissimi è occupato sempre e solo dai vari albi Bonelli (Tex, Dylan Dog, ecc) e dai loro vari cloni, da quelli Astorina (Diabolik), dalla Max Bunker Press (Alan Ford) e da qualche ristampa. Chi glielo fa fare a questi signori, che ormai hanno colonizzato le rispettive nicchie di mercato senza una reale concorrenza, di puntare sull'argomento omosessualità di proposito? Intendiamoci: qualche tentativo sporadico di stare al passo coi tempi lo fanno, ma generalmente quando arriva un personaggio omosessuale è un animo tormentato e/o infelice, non fa una bella fine oppure non fa una gran bella figura... Proprio a luglio, ad esempio, nella serie Julia tornerà la serial killer lesbica Myrna Harrod, storica nemesi della protagonista...Sigh... Se fossi maligno penserei che quando un personaggio omosessuale compare nei fumetti popolari italiani stanno tutti ben attenti a non farlo diventare un esempio troppo positivo, onde evitare la pesante accusa di "incitazione all'omosessualità"... Tant'è che persino un personaggio brioso e allegro come l'avventuriera futuristica Legs Weaver è diventato cupo e travagliato giusto in tempo per vivere la sua prima relazione lesbica ufficiale (ovviamente DOPO la chiusura della sua serie e durante le sue nuove avventure, che vengono proposte al ritmo di una all'anno quando va bene). Che dire? In questo scenario non certo entusiasmante viene proprio da dire "per fortuna che c'è Luca Enoch". Tutti voi dovreste sapete chi è Luca Enoch, visto che è l'autore di fumetti più gay-friendly che abbiamo in Italia da una ventina d'anni a questa parte, ma per i meno informati ricordo che Luca Enoch (che vedete qui sotto), si è fatto conoscere dal grande pubblico proprio grazie a delle storie in cui l'omosessualità e/o bisessualità "positiva" di alcuni suoi personaggi era un ingrediente imprescindibile.
Infatti il suo primo personaggio di grande successo, portato avanti per una lunga serie di episodi raccolti recentemente in una serie di tre volumi dalle Edizioni BD (che vi raccomando caldamente di acquistare), era una grintosa graffitara bisessuale di nome Sprayliz, che aveva una relazione decisamente aperta con la sua amica Kate, e che era attorniata da un nutrito gruppo di amici di tutti gli orientamenti sessuali. In questa serie Luca Enoch finiva spesso per trattare temi come l'omofobia, il bullismo, l'ipocrisia dei perbenisti, la discriminazione e quant'altro... E il tutto in tempi decisamente non sospetti. Già solo per questo meriterebbe un monumento, ma la cosa davvero notevole è che nonostante il fatto che adesso sia sotto contratto con la Sergio Bonelli Editore, Luca Enoch non ha rinunciato alla sua vena gay-friendly. Nella sua serie semestrale GEA (recentemente conclusa) aveva inserito come comprimario quasi fisso (seppur con un ruolo tuttosomamto marginale) un bel ragazzone gay di nome Sigfrido: massiccio, sicuro di sè e decisamente positivo...
Il genere di personaggio gay che in Italia dovrebbe ASSOLUTAMENTE avere una bella serie mensile, anche solo a titolo educativo... Peccato che, ora che la serie di GEA si è conclusa, dovremo aspettare chissà quanto tempo prima di rivedere qualcosa di simile in circolazione. In compenso proprio in questi giorni è arrivato in edicola il secondo numero della nuova serie semestrale interamente realizzata da Luca Enoch, ovvero LILITH... La suddetta serie è ambientata in varie epoche storiche, e secondo voi l'autore si poteva lasciare sfuggire l'occasione di inserire qualche citazione gay friendly??? Ovviamente no, e infatti in questo secondo numero ambientato fra i pirati dei Caraibi c'è anche una pillolina di storia gay. Infatti dopo un arrembaggio un gruppo di pirati deve spartirsi il bottino, e poichè uno di loro è morto durante l'attacco la sua quota e le sue proprietà (comprese le sue belle pistole) andranno al suo tristissimo ragazzo rimasto "vedovo"... Se non ci credete cliccate sull'immagine seguente...
Citazione molto colta e tutt'altro che scontata delle regole che si davano i pirati nel diciottesimo secolo e che consideravano anche le coppie di fatto omosessuali... Probabilmente queste tre vignette da sole sono più gay-friendly di tutto il fumetto italiano arrivato in edicola nell'ultimo anno... E qui ci vorrebbe una bella ovazione a Luca Enoch, che in certe cose non delude mai. Sarebbe bello se anche in qualcuna delle altre epoche storiche che la protagonista della serie visiterà Luca Enoch inserisse delle parentesi di questo tipo... Anche solo per ricordare al pubblico dei suoi fumetti che l'omosessualità non è una novità degli ultimi anni. Certo, sarebbe ancora più bello se a parlare di gay e lesbiche senza pregiudizi non ci fosse solo lui una volta ogni sei mesi, ma immagino che sia sempre meglio di niente. Voi cosa ne pensate?
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lunedì 22 giugno 2009

MA GUARDA UN PO'...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state?
Oggi inizio la settimana dandovi una buona notizia: ho appena saputo dal mio referente alle edizioni Black Velvet che, salvo imprevisti, il primo manga di Gengoroh Tagame tradotto in italiano dovrebbe essere pubblicato entro luglio. Prendete la notizia con le pinze perchè i tempi editoriali sono sempre suscettibili a dilatazioni strada facendo, però è comunque una buona notizia che non ci abbiano ripensato. La seconda notizia è che se non ci saranno imprevisti sabato prossimo sarò al Genova Pride e dovrei esserci indossando una magliettina di Robin Hoog. Siccome a quanto mi risulta sono l'unica persona al modo ad averne acquistata una, se vi trovate da quelle parti e volete attaccare bottone non potete sbagliare. E dopo queste due belle notizie ve ne dò una un po' meno bella... O meglio: teoricamente sarebbe una notizia con delle valenze positive, ma per il sottoscritto è abbastanza frustrante... Però ci tenevo a condividerla con voi per farvi capire un po' meglio il genere di situazioni in cui mi vengo a trovare e i motivi per cui a tutt'ora non ho fatto i milioni. Partiamo dall'inizio: spero che avrete notato che quello che faccio cerco sempre di farlo al meglio delle mie possibilità, con impegno e professionalità. Per questo spero sempre che, escludendo i ritardi nei miei aggiornamenti (che il più delle volte sono dovuti a motivi di forza maggiore), la qualità del mio lavoro non sia da considerare poi così bassa. E non parlo solo dei fumetti, ma anche degli articoli, delle collaborazioni editoriali e di tutto il resto. Purtroppo, però, il mio impegno non basta quando mi trovo a collaborare con persone che danno poca importanza a quello che faccio e non si rendono conto che, forse, investendo un po' di più sul sottoscritto non se ne pentirebbero. Anni fa, e più precisamente nel 2004, avevo iniziato un progetto che si chiamava SPL80CARTOONS e che consisteva in un sito che si proponeva si raccogliere il maggior numero possibile di sigle di cartoni animati trasmessi in Italia negli anni 80, ma con la particolarità di avere delle belle sinossi dettagliate che riassumevano le trame e raccontavano varie curiosità spesso inedite sulle varie serie. Tuttavia, col passare del tempo, chi gestiva il sito (che, per inciso, è anche il primo gestore di Robin Hoog), gli ha dedicato sempre minor attenzione... Al punto da perdere regolarmente i CD con gli aggiornamenti che gli mandavo... Non è un cattivo soggetto, ma ha una visione decisamente limitata di certe cose: della serie "Robin Hoog è troppo hard per essere gratis" (e infatti ci mise una password a pagamento prima del tempo) e "le sigle dei cartoni sono cose per bambini" (e quindi non sono poi così importanti). Alla fine mi ero stufato di questo andazzo e avevo sospeso a tempo indeterminato gli aggiornamenti (anche perchè il gestore aveva detto che il sito iniziava a pesare troppo per il suo server...). Da notare che le sinossi delle serie erano diventate la parte distintiva del sito, tant'è che - con mia grande sorpresa - col tempo erano state riprese dai BOX di DVD che raccoglievano le suddette serie e dai siti specializzati in vendità di DVD di cartoni... Per la cronaca: l'ultimo BOX che mi cita in cui mi sono imbattuto è stato quello della serie Belfy e Lillibit... Sigh... Però non finisce qui: ho appena scoperto che quelle sinossi sono finite anche su IL DIZIONARIO DEI CARTONI ANIMATI, scritto da un certo Daniel Valentin Simion, che dovrebbe uscire a giorni al modico prezzo di 50 euro a volume... Intendiamoci: la cosa in sè non mi dispiace, anzi. Quello che mi dispiace è che: A) Qualcuno si farà bello anche grazie al mio lavoro poichè qualcun altro lo ha trascurato e non lo ha saputo valorizzare prima, B) Il sito SPL80CARTOONS è incompleto e avrei voluto poter contribuire con una maggior quantità di sinossi, C) Non sono stato contattato nemmeno per una copia omaggio, D) Del suddetto dizionario ne hanno parlato veramente tutti, dal TG1 al Messaggero di S.Antonio, e ammetto che mi irrita sapere che io non sapevo neppure che c'era del mio dentro...
Immagino che a questo punto non resti altro da fare che prendere atto di come sono andate le cose, sperando che questo tomone sia venuto bene comunque... E soprattutto sperando che riprendendo le mie sinossi siano stati corretti alcuni errori che io avevo sottolineato al gestore del sito, ma che non sono mai stati corretti a causa della di lui pigrizia... Se su quel testo ci fossero finite delle sinossi sbagliate a causa mia sarebbe doppiamente irritante! Uffa! A questo punto ammetto che mi piacerebbe riprendere il progetto SPL80CARTOONS, perlomeno fino al raggiungimento di un simbolico aggiornamento numero 80... Ma tanto per cambiare il gestore è sempre straimpegnato e non ha mai tempo per parlare di lavoro con me... Ah! Per la cronaca! Il suddetto gestore è lo stesso che - teoricamente - amministra l'attuale sito di RAINBOWS... Attenzione: non voglio giustificare il fatto che RAINBOWS è sospeso da anni, ma forse ora capite perchè ho qualche remora supplementare a fare ripartire la serie... Magari in questi giorni vedo di obbligare il gestore ad un summit per discutere della cosa... Prima di ritrovarmi con un qualche clone di RAINBOWS che esce in libreria a mia insaputa...
Ciao a tutti e alla prossima.
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venerdì 19 giugno 2009

COSE DELL'ALTRO MONDO

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Oggi inizio facendo un po' di cultura GLBT in senso lato. La signora che vedete nella foto si chiama Pat Parker (1944-1989) ed è una famosissima poetessa e attivista lesbica (perlomeno negli Stati Uniti), che con le sue opere ha sempre cercato di combattere il razzismo e l'omofobia (in anni e in contesti in cui era tutt'altro che facile).
Nel parlo qui perchè a Pat Parker è titolato un premio che ogni anno viene assegnato durante i festeggiamenti del Los Angeles Gay Pride (che è il Gay Pride più importante della West Coast americana). Questa onorificenza viene assegnata a chi si è distinto per meriti artistici in ambito GLBT, ma ci sono altre onorificenze riservate a vari campi e tutte in memoria di importanti personaggi che hanno fatto la storia del movimento GLBT americano (c'è anche un premio dedicato ad Harvey Milk, giusto per farvi un esempio). La cosa interessante è che quest'anno il Los Angeles Gay Pride, che - ci tengo a ribadire - è una cosa estremamente seria e importante, ha assegnato il premio Pat Parker... Alla Tom of Finland Foundation!
Questa la motivazione del premio:

L'artista Tom of Finland (Touko Laaksonen 1920-1991) e il suo amico Durk Dehner hanno creato l'associazione no-profit Tom of Finland Foundation nel 1984. L'associazione ha rappresentato un rifugio sicuro per l'arte erotica contro una discriminazione opprimente, conservando in un museo le immagini che hanno influenzato il modo in cui gli uomini gay in tutto il mondo sono stati percepiti dagli altri e da loro stessi. Lottando per ottenere visibilità e attenzione, l'associazione ha fatto in modo che l'arte erotica e omoerotica promuovesse un più sano e tollerante atteggiamento verso la sessualità in generale, contribuendo a sostenere una migliore integrazione della comunità gay e facendo evolvere la concezione stessa di arte.

Wow! Quando si dice dare a Cesare quel che è di Cesare. La Tom of Finland Foundation effettivamente si è sempre data un gran da fare per promuovere l'arte erotica, e in particolare quella omoerotica, collaborando anche con editori di tutto rispetto come la TASCHEN... E a quanto pare la costanza prima o poi viene premiata.
In questa sede mi limiterò ad osservare che questo episodio dimostra come l'arte omoerotica non sia qualcosa di imbarazzante e/o sconveniente per un movimento gay che è consapevole di nascere - prima di tutto - attorno ad un orientamento sessuale. Tant'è che il Los Angeles Pride ha assegnato un altro premio anche a Pat Rocco, un filmaker famoso per i suoi documentari sugli albori del movimento GLBT americano, ma anche per i suoi video hard. Facendo il mio solito confronto con la situazione italiana prendo atto che premi di questo tipo da noi non ci sono... C'è un concorso letterario titolato allo scrittore gay Pier Vittorio Tondelli (che però non ha niente a che fare col movimento GLBT, visto che è organizzato dal Comune di Correggio) e c'è - da quest'anno - il Pegaso d'oro che Arcigay assegna ai due personaggi pubblici (uno della comunità e uno gay friendly) che hanno contribuito maggiormente alla causa GLBT (e che in questa prima edizione ha visto sul podio Vladimir Luxuria e Simona Ventura). Traete un po' voi le conclusioni del caso. Si potrebbero fare molte riflessioni partendo da questo confronto, ma siccome non voglio annoiarvi mi limiterò a dire che, per come la vedo io, finchè dalle nostre parti alla cultura gay in senso lato (arte compresa) verrà riservato un ruolo così marginale (rispetto all'attivismo politico e alle attività ricreative) le cose probabilmente non miglioreranno tanto in fretta. Voi cosa ne pensate?
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giovedì 18 giugno 2009

L'ARTISTA DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Questo piccolo post fuori programma era necessario perchè volevo parlarvi di un mini evento che si terrà domenica prossima, anche se non in Italia. Dunque: dovete sapere che anche a San Francisco c'è un museo del fumetto, per la precisione si tratta del The Cartoon Art Museum, ed è sempre molto attivo con una quantità di rassegne espositive e iniziative culturali di vario genere, spesso legate all'attualità (ad esempio adesso è in allestimento una mostra dedicata al fumetto WATCHMEN, da cui è stato trattol'omonimo film). Per non fare la figura del solito esterofilo eviterò di sottolineare che in nessuna grande città italiana c'è un museo del fumetto, che abbiamo solo un Museo Nazionale del Fumetto e dell'Immagine a Lucca (giusto perchè lì si tiene una fiera molto importante una volta all'anno) totalmente decentrato rispetto alle grandi reti viarie e pressochè privo di iniziative (sul sito si legge che l'ultima mostra in programma risale al luglio 2008...). Comunque non è del museo di Lucca che voglio parlarvi, ma di quello di San Francisco, che fra le varie iniziative che snocciola a raffica (tra le quali - ovviamente - alcune dedicate al fumetto GLBT) ha un programma di valorizzazione dei fumettisti della locale area metropolitana (ma vi rendete conto?), che la prossima domenica punterà i riflettori sull'autore gay di fumetti gay Brian Andersen, che vedete ridere a 60 denti nella foto seguente...
Ma la cosa davvero straordinaria non è tanto il fatto che venga organizzata una giornata in suo onore, quanto il fatto che venga organizzata per un fumettista che - con tutto il rispetto - realizza dei fumetti che - al di là del fatto che sono incentrati su di un supereroe gay dichiarato di nome Psyche - in italia sarebbero ritenuti perlomeno inqualificabili...



Per non parlare di certi altri suoi fumetti... Sempre con rispetto parlando...


Senza voler dare giudizi di merito non finirò mai di stupirmi di come negli Stati Uniti ci possa essere una cultura del fumetto tale per cui veramente TUTTO il fumetto viene preso in considerazione, ma forse questo dipende dal fatto che negli Stati Uniti c'è a monte una mentalità per cui è essenziale dare una possibilità davvero a tutti... Certo è che se questi fumetti vanno avanti vuol dire che c'è anche qualcuno che li compra... Quindi forse è anche una questione di gusti e di pregiudizi (miei) nei confronti di fumetti che non rispondono a dei canoni estetici convenzionali. In ogni caso se volete saperne di più dei fumetti di Brian Andersen potete consultare il sito www.sosuperduper.com dove potete vedere varie preview. Che dire? Certe cose fanno riflettere e soprattutto danno da pensare, soprattutto considerando che da noi nemmeno gli autori più qualificati e famosi hanno degli spazi che li valorizzano come si deve al di fuori delle fiere... Ma tant'è...
Comunque, per tirarvi un po' su il morale, vi informo che ho preso ufficialmente contatto con il disegnatore spagnolo David Cantero per proporgli di essere tradotto dal sottoscritto e rientrare nel mio progettino su LULU. Siamo solo nella fase inziiale, ma mi sembra abbastanza interessato... Adesso mi ha chiesto di buttare giù due righe di contrattino e poi si potrebbe partire :-) Speriamo in bene :-) Non aggiungo altro per scaramanzia, ma come vedete nel mio piccolo mi sto dando da fare. Alla prossima.
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mercoledì 17 giugno 2009

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e a tutte, come state? Non so se avete mai notato che, se è pur vero che il Giappone e l'Italia hanno due culture molto diverse è anche vero che queste due culture hanno almeno una cosa in comune: sono entrambe fondamentalmente sessiste e maschiliste.Probabilmente questo deriva dal fatto che entrambe le nazioni affondano le loro radici storiche in società guerriere (gli antichi romani e i samurai) in cui le donne erano fondamentalmente oggetti di scambio, elementi decorativi e - soprattutto - erano necessarie per la riproduzione dei maschi (e la continuità delle linee di sangue). Se ci fate caso le nazioni in cui le donne si sono emancipate prima sono anche quelle nordeuropee, con un retroterra celtico e germanico, in cui le donne avevano un ruolo decisamente più rilevante anche nelle società del passato. Il fatto che il Giappone non abbia mai sviluppato il senso del peccato sessuale di origine cristiano-giudaica è un'altra cosa, anche se è un dettaglio rilevante ai fini della segnalazione di oggi. Infatti oggi volevo segnalarvi che in Giappone è in produzione una serie di ben 13 Original Animation Video (per gli amici OAV o OVA, ovvero episodi destinati direttamente al mercato dell'home-video), tratti dal romanzo Ai no Kusabi di Rieko Yoshihara, che ebbe già una trasposizione in due OAV negli anni 90, arrivata anche da noi come Il cuneo dell'amore. Il romanzo venne pubblicato originariamente a puntate sulla rivista Shousetsu June, specializzata in erotismo a tema gay per ragazze... E infatti tutta la storia è permeata da un sottile omoerotismo molto cerebrale fatto apposta per mandare in sollucchero il pubblico femminile, ma che generalmente non coinvolge troppo il pubblico maschile gay... Personalmente in certi punti l'ho trovato persino spocchioso, e questo nonostante alcune trovate che a prima vista potrebbero sembrare molto intriganti (come i cock ring per controllare gli schiavi sessuali, le pratiche di sottomissione in un contesto fantascientifico, ecc). Questo perchè, tra l'altro, sia graficamente che psicologicamente i protagonisti erano estremamente "femminili" (anche se non necessariamente effemminati). La prima versione OAV in Italia ebbe davvero un notevole successo fra il pubblico femminile, e fu determinante nella creazione dello zoccolo duro delle appassionate dei BOYS LOVE (fumetti erotici gay per ragazze) nel nostro paese, ma anche nella formazione di tante aspiranti autrici di GLOBAL BOYS LOVE (ovvero BOYS LOVE realizzati in occidente). Sia come sia ora il romanzo verrà riproposto in una versione animata che - si spera - sarà meno frettolosa e sintetica della precedente, anche se le prime immagini provenienti dal SITO UFFICIALE sembrano confermare che la grafica sarà estremamente simile a quella già vista negli OAV degli anni 90 (anche perchè entrambe si basano sulle illustrazioni del romanzo realizzate da Katsumi Michihara negli anni 80). In attesa di verificare cosa ci sia di nuovo e cosa no in questo progetto, volevo puntare la vostra attenzione sul fatto che - a fronte di diversi OAV (e serie di OAV) dedicati ai vari sottogeneri dei BOYS LOVE, in Giappone non sono ancora stati prodotti OAV in stile bara manga per il pubblico gay (tranne una sorta di ibrido mal riuscito noto in Italia come La Leggenda dei Lupi Blu). Come mai? Forse è proprio qui che - fatte le dovute proporzioni - entrano in gioco le similitudini fra Italia e Giappone. Produrre animazione in Giappone è - come si sà - una pratica abbastanza diffusa, ma con dei costi che necessitano di sponsor e produttori disposti ad investire prevedendo un rientro che garantisca un certo guadagno (ad esempio col merchandising legato a un certo titolo). Ebbene: a quanto pare non c'è ancora nessuno che vuole investire sul mercato prettamente gay. Perchè? Per lo stesso motivo che spinge gli editori (e gli inserzionisti) italiani a snobbare il pubblico GLBT: in una società maschilista e sessuofoba schierarsi "dalla parte dei gay" può scatenare vari tipi di resistenze, mentre i gay nipponici (intesi come "maschi" e non come figure variamente effemminate o travestite) non sono sufficentemente quantificabili e non garantiscono alcuna forma di rientro economico, visto che ancora non vivono in maniera abbastanza emancipata e visibile (a differenza delle ragazze appassionate di erotismo gay). Tecnicamente l'editoria italiana e l'industria dell'animazione nipponica possono essere messe sullo stesso ideale gradino (più o meno), mentre l'editoria nipponica vera e propria - per numeri, strategie e dinamiche - rappresenta qualcosa di completamente diverso e fuori scala (e questo spiega perchè in Giappone vengono pubblicati anche i bara manga, nonostante la situazione di cui stiamo parlando). La situazione dei gay in Giappone può essere esemplificata anche dando un fugace sguardo alla pornografia gay locale, che è estremamente prolifica anche se in occidente è perfettamente sconosciuta (probabilmente perchè nell'hard giapponese i genitali vengono pixellati). In un numero imbarazzante di video hard gay nipponici c'è almeno un partecipante che fa sesso con gli occhiali da sole o con accorgimenti simili (gli occhialini da piscina sono un classico del genere) per non farsi riconoscere. Di solito in occidente mascherine e simili accompagnano le produzioni amatoriali, ma in Giappone sono una caratteristica molto trasversale a tutti i tipi di produzione (anche se, per fortuna, ultimamente sembra esserci una certa inversione di tendenza). Non stupisce quindi che a fronte di una nuova serie di 13 OAV dedicati a un romanzo a tematica gay per ragazze non sia ancora stato prodotto un solo OAV dedicato al pubblico gay reale, al quale non si riconosce ancora la massa critica (e forse anche la legittimità) che giustificherebbe un investimento (sia e economico che di immagine) di un certo rilievo (tipo quello necessario per produrre un cartone animato). Nè più nè meno di quello che avviene in Italia con i fumetti omoerotici (o più in generale con la stampa gay), anche se nel caso italiano il problema è costituito anche dall'atto omosessuale stesso, mentre in Giappone il tabù è più legato al "riconoscimento" del target omosessuale. Due approcci diversi, ma al tempo stesso molto simili, cosa ne pensate? Qui di seguito vi posto il trailer della nuova serie di Ai no Kusabi... E qualcosa mi dice che presto la vedremo anche dalle nostre parti.


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lunedì 15 giugno 2009

LA SEGNALAZIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Prima di tutto volevo postarvi una foto che ben riassume la presenza del fumetto a tema GLBT al Museum of Comic and Cartoon Art Festival di cui vi avevo parlato qualche giorno fa...Dietro lo stand dell'associazione PRISM COMICS potete vedere Allan Neuwirth (Chelsea Boys) e Jennifer Camper (Rude Girls and Dangerous Women). Una scena estremamente comune per chiunque frequenti le fiere del fumetto anche da noi, con la sostanziale differenza che a questo stand si vendeva e promuoveva solo materiale a tematica GLBT. Inoltre qui di seguito vi posto anche un bel collage del laboratorio artistico tenutosi alla seconda edizione della manifestazione OSO ORO, allestita negli stessi giorni sempre a New York.
D'altra parte New York è New York, e questo mi dà lo spunto per segnalarvi un'altra cosa molto newyorkese... Ogni anno a Brodway si tiene un mega spettacolo di beneficenza per raccogliere fondi per la lotta all'AIDS: il Brodway Bares, che attraverso l'esibizione erotica, giocosa e provocatoria della sessualità e degli spogliarelli mette in scena un nuovo tema ad ogni edizione. Se vi ricordate ve ne avevo parlato anche l'anno scorso su questo blog. La cosa secondo me straordinaria di questo spettacolo è che è smaccatamente gay oriented, ma al tempo stesso coinvolge il meglio (in tutti i sensi) dei ballerini di Brodway. L'edizione di quest'anno (la diciannovesima!) avrà come tema internet e si terrà la prossima domenica...
Al di là del fatto che una cosa del genere in Italia non la vedremo per chissà quanto tempo ancora, credo che per noi il tema di quest'anno acquisti un valore simbolico supplementare soprattutto considerando che mentre a New York verrà celebrato il valore liberatorio di internet, in Italia probabilmente sarà appena passato un provvedimento che rischia di vincolarlo pesantemente. Qui di seguito vi mostro il promo ufficiale dell'evento.

Che dire? Il mondo è bello perch'è vario, però ammetto che l'idea che uno spettacolo come il Brodway Bares sia così lontano dall'Italia di oggi è qualcosa che trovo particolarmente irritante, anche perchè io vivo nel 2009 esattamente come il pubblico che andrà a sbavare sotto al palco del Brodway Bares domenica prossima. O forse no?
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sabato 13 giugno 2009

LA DOMANDA DI OGGI...

NOTA BENE: Questo post è stato rettificato quindi vi prego di rileggerlo per evitare malintesi.
Ciao a tutti e ciao a tutti, come state? Generalmente non parlo di fatti di attualità, e men che meno mi va di mettere il becco nell'attualità politica del nostro paese. Per due motivi: il primo è che penso che la politica del nostro paese è qualcosa di molto triste e sconfortante da commentare, il secondo è che non penso di avere le competenze per discuterne, e sinceramente - vista anche l'importanza dell'argomento - non mi va di parlarne a livello di chiacchiere da osteria... Anche perchè ho notato che la chiacchiera politica fine a sè stessa ha una controproducente funzione liberatoria che finisce per permettere alla politica reale di andare concretamente alla deriva. Forse pecco di immodestia, ma paradossalmente penso che abbia un valore sociale e politico maggiore aggiornare le notizie di questo blog e proseguire i miei fumetti online piuttosto che stare qui a dire la mia su certi argomenti. Tuttavia ci sono delle cose sulle quali non me la sento di tacere, soprattutto quando il mio intuito mi dice che possono preludere ad altro. Vediamo un po' da dove posso cominciare... Vediamo... La prima cosa che mi viene da dire è che una delle cose che ho imparato a scuola sulla storia moderna (anche se preferivo quella antica) è che quando arrivano le crisi economiche e il potere d'acquisto cala la gente cerca sempre dei capri espiatori, e regolarmente sono le correnti politiche che li offrono (e che magari si facilitano il compito manipolando l'informazione) a conquistare voti e a raggiungere il potere. Dopo la crisi economica del 1929 sapete tutti cosa accadde, e si dice che la crisi che stiamo passando sia la più grave dai tempi del 1929. Già questo basterebbe a far drizzare le antenne, ma nel nostro paese, che è in una fase di recessione dai primi anni 90, il fenomeno era già in atto da molto tempo, ed essendo molto più graduale ce ne siamo accorti molto relativamente. Ora però inizia a manifestarsi in maniera più palese (con tanto di dittatori militari che vengono accolti in pompa magna) e tra le altre cose è iniziato il percorso di una legge che, se verrà approvata, potrebbe segnare il punto di non ritorno. Due giorni fa, infatti, è stato approvato in Senato il disegno di legge 773 (meglio noto come "pacchetto sicurezza") e fra una settimana verrà votato alla Camera. In questa sede mi limiterò a parlarvi di un emendamento che ci riguarda tutti. Inizialmente si voleva far passare la cosiddetta legge D'Alia e forse vi giunge familiare perchè sulla colonna a destra di questo blog vi ho messo un link al riguardo. In pratica se un qualunque sito o blog qvesse ribattuto a una a una legge o avesse commentato negativamente il nostro sistema incitando a ribellarsi e a cambiare le cose, o anche solo avesse fatto qualcosa di minimamente illegale (come usare un insulto o postare un video preso di nascosto) i provider avrebbero dovuto bloccarlo. Non avrebbero dovuto bloccare la cosa illegale e/o il suo responsabile, ma tutto il sito che lo ospitava! Questo provvedimento poteva obbligare i provider italiani a oscurare un sito ovunque si trovasse, anche se all’estero. Il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, poteva disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attività di filtraggio imposta avrebbe dovuto avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comportava una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e, per l’ apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni. Qui di seguito potete sentire un'intervista al senatore che aveva proposto l'emendamento.

Dalla regia mi dicono che questo emendamento non è passato, ma in compenso ne è passato un'altro (che è stato fatto passare come la giusta via di mezzo fra la proposta e le istanze) dagli esiti potenzialmente altrettanto disastrosi: i gestori di siti informatici dovranno procedere entro 48 ore dalla richiesta, alla rettifica di post, commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato. Non dar corso alla richiesta da parte di blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di condivisione di contenuti e di chiunque sia definibile "gestore di sito informatico" avrà come conseguenza una sanzione da 15 a 25 milioni di vecchie lire. Si potrà richiedere a questo o a un altro blog, per ogni commento, per ogni video pubblicato su YouTube, per ogni fotografia, una rettifica. Più informazione pubblichi, più rettifiche puoi ricevere e dover pubblicare. Ci potrebbe essere il caso di chi invia un commento con un nickname e poi chieda lui stesso la rettifica. Tanto per esser chiari e sicuri di evitare fraintendimenti quello che accadrà all'indomani dell'entrata in vigore della nuova legge è che chiunque potrà inviare una mail a un blogger, a Google in relazione ai video pubblicati su YouTube, a Facebook o MySpace o, piuttosto al gestore di qualsiasi newsgroup o bacheca elettronica amatoriale o professionale che sia, chiedendo di pubblicare una rettifica in testo, video o podcast a seconda della modalità di diffusione della notizia da rettificare. Che poi - rimanga fra me e voi - chi mi dice che la richiesta di una rettifica sia sensata? Nel senso: se io dico che una persona NON è capace di fare qualcosa e questo mi chiede di rettificare e di dire che è capace di farlo, chi mi dice che ha ragione lui e non io? Al di là di tutto mi sembra che una legge di questo tipo (che sembra fatta apposta per inbavagliare internet e tutelare chi se ne sente minacciato) potrebbe avere ripercussioni devastanti. Non voglio sembrare pessimista e allarmista, ma anche se ora mi sento ancora relativamente tranquillo non posso fare a meno di chiedermi se questa sensazione di "relativa tranquillità" era quella che provavano i nostri nonni e bisnonni prima che tutto andasse a rotoli... Magari anche loro si dicevano che non sarebbe mai potuto succedere e che in fondo le cose non stavano andando così male... Voi cosa ne pensate?
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venerdì 12 giugno 2009

LA CURIOSITA' DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come state? Non so se lo sapete, ma da qualche venerdì a questa parte in edicola stanno uscendo i DVD della serie animata di Batman realizzata nei primi anni 90, quella col character design di Bruce Timm (un nome che, da lì in poi, avrebbe rivoluzionato il modo di fare cartoni avventurosi, influenzando persino la Disney). Probabilmente senza quel cartone (che andò avanti per cinque stagioni, ispirando anche tre stagioni di un cartone sul Batman del futuro, tre stagioni su Superman, e ben cinque per la serie dedicata alla Justice League, in cui confluivano idealmente tutti i supereroi più famosi della DC Comics), oggi Batman non sarebbe così popolare fra le nuove generazioni (che peraltro hanno già avuto due serie animate "post- Timm" dedicate a Batman). Ovviamente nel cartone di Bruce Timm non era possibile accennare all'annosa questione del rapporto che legava Batman a Robin, ma in compenso in quella serie fece il suo debutto l'agente Renee Montoya della polizia di Gotham City, che presto si trasferì anche nei fumetti di Batman, dove qualche anno dopo fece coming out ed ebbe anche una relazione con la nuova Batwoman. Oggi Renee Montoya è addirittura diventata una sorta di supereroina ereditando il nome, il costume e i superpoteri di un vecchio supereroe degli anni sessanta chiamato Question (molto riconoscibile perchè andava sempre in giro con una maschera senza volto).
Tuttavia non era di Renee Montoya che volevo parlarvi, ma di un ulteriore evoluzione nelle vicende di Batman. Dopo la scomparsa del Batman originale in un incidente aereo, non solo Batwoman (che, vi ricordo, è lesbica dichiarata) ha ereditato il ruolo di protagonista di una delle testate storiche del personaggio (Detective Comics), ma il ruolo di Batman ora è stato "rilevato" dall'ex primo Robin (Dick Grayson), dopo che per anni aveva assunto l'identità del supereroe Nightwing. Il ruolo di Robin, invece, dopo essere passato da Dick Grayson a Jason Todd (deceduto negli anni 80 per poi "risorgere" recentemente nelle vesti dello spietato giustiziere Red Hood), è passato da Jason Todd a Tim Drake, da Tim Drake a Stephanie Brown (la prima Robin di sesso femminile, escludendo il futuro alternativo in cui compare una certa Carrie Kelly), poi ancora a Tim Drake e infine a Damien Wayne... Il figlio segreto di Batman (avuto da una breve relazione con la terrorista Talia Al Ghul), che ora fa coppia con Batman/Dick Grayson! Sorpresi? Purtroppo nel nostro paese, anche se la situazione sta lentamente cambiando, sono ancora diffusi due pregiudizi sui fumetti seriali: che sono per bambini e che sono sempre uguali a sè stessi. Ovviamente non è così: i fumetti non sono solo per bambini e - soprattutto - possono evolversi in direzioni decisamente inaspettate (e questo fenomeno, che nei fumetti americani era già avviato, si è molto accentuato dopo lo shock culturale rappresentato dalla caduta delle torri gemelle). Ovviamente anche se i personaggi dietro la maschera cambiano il ruolo di icona gay che Batman e Robin rivestono da oltre cinquant'anni difficilmente verrà messo in forse... Non foss'altro perchè questa nuova versione del dinamico duo battibecca come solo una coppia gay di lungo corso saprebbe fare... Oltretutto non è detto che qualche accenno in questo senso possa anche diventare più esplicito (perlomeno prima del previsto ritorno di Bruce Wayne, ovvero il Batman originale), visto che lo scrittore che gestirà questa nuova versione del dinamico duo sarà Grant Morrison, scrittore scozzese molto conosciuto nel mondo dei comics per la sua irriverenza, ma anche per aver trattato in passato il tema dell'omosessualità con una certa nonchalanche...
Tra l'altro, oltre che per avere una certa somiglianza con Mastro Lindo, Grant Morrison è famoso presso il pubblico gay per aver creato il primo antieroe gay della storia del fumetto... Ovvero il cinico e spietatissimo dandy vittoriano Sebastian O (che stranamente in italiano ha avuto ben due edizioni in pochi anni)...
Quindi non è da escludere che - nonostante i veti della DC Comics - il signor Grant Morrison riesca a piazzare qualche parentesi palesemente gay. In attesa di verificare se queste ipotesi troveranno conferma o se rimarranno semplici speculazioni non possiamo fare altro che aspettare, prendendo atto di come negli Stati Uniti si possa almeno sperare in un apertura verso tematiche e personaggi gay (e lesbici) nelle serie di maggior richiamo, mentre in Italia i fumetti seriali più popolari (che tendono effettivamente a rimanere sempre uguali a sè stessi) non sembrano essersi accorti che siamo nel 2009 e che l'omosessualità - con i suoi annessi e connessi - non è più solo una tematica trasgressiva ed eccentrica da inserire col contagoccie, ma un aspetto della realtà come tanti altri (peraltro molto più diffuso e comune di quanto si credeva fino a qualche tempo fa)... Ma qui bisognerebbe aprire un discorso a parte e magari lo farò un'altra volta.
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giovedì 11 giugno 2009

I VIDEO DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte come state? Ieri mi è finalmente arrivato il supervolumone della Taschen dedicato a Tom of Finland di cui ho parlato più volte anche in questa sede... Fortunatamente mi è arrivato "aggratis" perchè lo avevo richiesto all'editore per farne delle recensioni, però posso garantirvi che - se siete estimatori del genere - il prezzo altissimo (che però trovate molto scontato su The Book Depository) è giustificato da un'edizione così lussuosa che più lussuosa non si può, e che se uno non la vede non ci crede... A parte che il libro ha un formato enorme e pesa sei chili e mezzo (pesato sulla mia bilancia), la qualità della carta è straordinaria e la riproduzione dei disegni è davvero eccezionale... Rendendo per la prima volta piena giustizia a Tom buonanima. Senza contare che raccoglie per la prima volta un'impressionante quantità di inediti provenienti da collezioni private sparse in tutto il mondo. Ci sono anche delle rielaborazioni del David commissionato a Tom dal regista Franco Zeffirelli, ma considerando le esternazioni del regista sul mondo gay (che di volta involta si fanno più pesanti, come potete leggere cliccando qui), non c'è da stupirsi più di tanto che quel disegno in particolare non sia compreso in questo tomone (che tra l'altro si presenta in una scatola dotata di maniglia e lo si può portare a spasso a mo' di valigia!). Comunque, siccome questo è il blog che vi dà quello che gli altri blog non vi danno, posso farvi vedere anche quella commissione... Che peraltro Zeffirelli non gradì a causa del pene troppo grosso...
Oltretutto il fattorino che mi ha recapitato il paccone sembrava proprio un disegno di Tom of Finland (ho visto degli attori porno molto meno invitanti)... Se l'avessi saputo mi sarei portato dietro la macchina fotografica quando sono sceso a ritirare il pacco... O magari mi sarei fatto bellino e l'avrei invitato a bere qualcosa... Sigh... Sigh... Il fatto è che qui passano solo fattorini del tutto anonimi e non ero psicologicamente preparato... Pazienza. Comunque per stare in tema di arte, e giusto per rimarcare che l'arte omoerotica rientra nell'arte gay, ma non tutta l'arte gay è omoerotica, vi posto un paio di video relativi alla mostra di Rotterdam (anche se in realtà dovrei parlare di "mostre" visto che è dislocata in due sedi diverse) che vi avevo annunciato qualche giorno fa.



Come vedete i nudi frontali e i temi erotici costituiscono solo una minima parte delle opere esposte, anche perchè l'associazione gay=omoerotismo è stata superata da decenni in buona parte del mondo occidentale. Vi prego inoltre di notare il clima rilassato e sereno dei due video qui sopra... Personalmente non ho potuto fare meno di ripensare al caso della prima (e ultima) mostra di un certo rilievo realizzata in Italia su certi temi, ovvero quella famosa VADE RETRO che venne letteralmente proibita a Milano per poi approdare a Firenze (dove il sottoscritto andò a vederla). La suddetta mostra, per quanto dibattuta e pubblicizzata, aveva un taglio decisamente diverso e per molti aspetti anacronistico (anche perchè puntava quasi esclusivamente su di un'omoerotismo abbastanza morbosetto e sulla provocazione fine a sè stessa)... Tant'è che, anche se ospitava alcuni disegni di Tom of Finland, nel volumone che mi è appena arrivato non viene menzionata nell'elenco delle mostre in cui Tom è comparso. Un motivo dovrà pur esserci, non trovate? Alla prossima.
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mercoledì 10 giugno 2009

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutti, come state? Siccome in questo blog parlo di cose di cui generalmente nessuno parla ho sempre paura di risultare noioso oppure troppo "tecnico", però se continuate a tornare da queste parti con regolarità deduco che è un blog che tuttosommato vi piace seguire, quindi vi ringrazio e mi riservo di proseguire su questa strada. Oggi, in particolare, volevo segnalarvi una notizia che non è esattamente nuova e di cui ho parlato anche in QUESTO ARTICOLO SU GAY.IT. Tuttavia ora volevo puntare la vostra attenzione su un risvolto che in quella sede non ho approfondito. Breve riassunto dei fatti: negli USA ha sospeso le pubblicazioni l'editore Mavety Media Group, specializzato in riviste gay per adulti fin dagli anni 70. Infatti pubblicava alcuni mensili storici come Honcho, Torso, Inches, Black Inches, Latin Inches, Mandate e Playguy... Che probabilmente alla maggior parte di voi non diranno nulla, ma che - ve lo posso garantire - hanno avuto un ruolo di tutto rispetto nell'emancipazione dei gay statunitensi (e non solo, visto che erano esportate anche all'estero). Anche altre case editrici di settore hanno chiuso i battenti o sono in crisi, però il caso della Mavety Media Group è particolarmente pertinente a questo blog perchè fin dagli anni 70 è stata una una palestra e una vetrina di tutto rispetto per tanti illustratori (ma anche fumettisti) che poi hanno fatto carriera nel mondo dell'illustrazione omoerotica. Giusto per darvi un'idea Patrick Fillion come autore omoerotico ha debuttato lì e buona parte degli illustratori che oggi trovano spazio nei libri della Gmunder sono passati per quei lidi... Ora: come potrete facilmente intuire, la Mavety Media Group non è fallita perchè l'argomento non interessava, ma perchè utilizzava ancora le formule che l'avevano resa popolare decenni fa... E cioè: servizi tratti dalle novita in DVD, interviste ai performers e racconti illustrati: tre cose che internet ha reso quasi suerflue. Anche perchè, diciamolo, internet ha contribuito a rendere il pubblico di questo tipo di prodotti estremamente esigente, e - complice anche una crisi economica - è abbastanza evidente che per essere competivi nel settore bisogna avere una marcia in più rispetto anche solo a pochi anni fa. E infatti, mentre la Mavety Media Group ha avuto problemi di vendite, la sua concorrente Unzipped Media (Freshmen, Menmagazine, Unzipped) ha visto aumentare il suo fatturato proprio grazie alle sue sinergie con internet (che fra blog aggiornatissimi, collaborazioni con siti hard di primo piano e molto altro ha dimostrato che con internet si può anche collaborare fruttuosamente, se si hanno intuito e competenza). Oltretutto anche i suoi servizi fotografici esclusivi sono realizzati con una grande cura, e in molti casi - anche quando sono espliciti - vanno ben oltre la semplice pornografia fine a sè stessa. Resta il fatto che ora le opportunità per gli illustratori omoerotici sono diminuite, mentre l'offerta di giovani talenti è sicuramente aumentata. Certo internet offre una visibilità enorme, ma - e io ne so qualcosa - senza l'opportunità di guadagnare, soprattutto all'inizio, è molto facile accantonare una promettente carriera e gettare la spugna... E forse è anche per questo che Patrick Fillion ha dedicato una copertina della sua fanzine proprio alla capitolazione dell'editore che lo ha lanciato... Tuttavia, guardando all'altro lato della medaglia, è abbastanza evidente che questa situazione renderà il mercato molto più selettivo, e questo non è necessariamente un problema... Anzi... Oltretutto grazie alla tedesca Gmunder, alla francese H&O, alla Class Comics di Patrick Fillion, alla Taschen che ripubblica Tom of Finland, ai bara manga giapponesi ed altri fenomeni in divenire (e qui, forse, potrei rientrare anche io), forse qualcuno si sta finalmente accorgendo che per fumetti e illustrazioni omoerotiche c'è una fetta di mercato e di pubblico a parte, che non è necessariamente quella della stampa gay "generalista". Perlomeno in Giappone se ne sono accorti, visto che i bara manga - che prima comparivano a puntate nei gay magazine locali - adesso escono direttamente in antologie o monografie dedicate, ed è addirittura comparso recentemente un nuovo gay magazine (Gay Bless) in cui la maggior parte della foliazione è riservata ai bara manga. Anche gli editori specializzati europei (seppur con una filosofia non sempre condivisibile), che prima puntavano su autori già conosciuti, hanno iniziato a pubblicare direttamente materiale inedito... Quindi sarà interessante verificare come la situazione potrà evolversi strada facendo... Speriamo in bene.
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