Ciao a tutti, come va?
Gli anniversari sono importanti, anche per tirare le somme, e a distanza di un anno dal debutto della serie regolare di DRAGONERO questo BLOG non poteva esimersi da alcune analisi e riflessioni di quelle che, di solito, gli altri BLOG non si prendono la briga di fare. E fortunatamente questa volta posso supportare le suddette analisi e riflessioni con dei confronti concreti, così una volta tanto non passerò per un ossesso del fantasy con risvolti gay e/omoerotici (^__^).
Da che parte cominciamo? Senza voler entrare (stavolta) nel merito della storia e della caratterizzazione dei personaggi (e del fatto che - guardacaso - la Bonelli ci ha fornito un fulgido esempio di mondo fantasy eteronormativo), oggi volevo concentrarmi su alcune valutazioni "estetiche", che secondo me sono molto rappresentative di un certo modo di intedere il fumetto popolare italiano, anche quando è fantasy... Ian Aranill, soprannominato Dragonero, si muove in un mondo fantasy geograficamente variegato (ci sono deserti, montagne, foreste, ecc), tuttavia mediamente ha a che fare con un clima temperato e con giornate assolate: niente inverni rigidi, pioggie infinite o inclemenze atmosferiche particolari. Nonostante questo, però, sia lui che gli altri personaggi maschili (orchi compresi) hanno la tendenza a lasciare scoperta meno pelle possibile, intabarrandosi da capo a piedi...
Mentre i personaggi femminili, guardacaso, non sentono questa necessità e, oltre ad avere una certa tendenza a mostrare le coscie (strafregandosene del fatto che in un mondo pieno di spade rischiano di farsi recidere l'arteria femorale come niente), quando sono vestite di tutto punto sono portate ad indossare comunque meno abiti degli uomini, magari molto attillati, che ne mettono in mostra le forme.
Evidentemente l'intento è quello di presentare dei personaggi femminili sensuali senza per questo fare la figura di quelli che vogliono usare il fantasy come pretesto per mostrare donne nude o seminude con troppa facilità... Cosa che comunque non si sono trattenuti dal fare, utilizzando soluzioni "raffinate" come danzatrici scosciate e/o una serie di ragazze che non riescono a resistere alla prestanza del protagonista, offrendogli letteralmente il proprio corpo (senza peraltro avere paura che ci scappi un figlio, anche se qui le pillole anticoncezionali non le hanno ancora inventate).
Il che ci porta a due constatazioni (al di là del fatto che le partner sessuali di Dragonero hanno una psicologia un po' strana, e un po' troppo "facile", considerando il contesto).
La prima è che nell'anno appena trascorso DRAGONERO ha dimostrato di non volersi discostare troppo dal tipico canone bonelliano, per cui un uomo - soprattutto se è il protagonista - ha diritto a mostrare il proprio fisico scultoreo il minimo sindacale, e possibilmente in presenza di personaggi femminili che possano ammirarlo (ed eventualmente cedere al suo fascino).
Facendo un po' di psicologia spicciola si potrebbe pensare che, in maniera più o meno incoscia, gli sceneggiatori vogliano dare ai lettori il modo di identificarsi in un personaggio maschile attraente solo in funzione delle donne, e allo stesso tempo evitano accuratamente di valorizzare il suo sorpo in contesti solo maschili per non incorrere in associazioni di idee ritenute tradizionalmente sgradevoli per il pubblico maschile di riferimento (come la competizione fra maschi o - peggio che mai - qualche stimolo vagamente omoerotico).
Fatto sta che in DRAGONERO, anche quando arriva il momento di fare un bagno al fiume, gli uomini stanno ben attenti a restare con le parti intime ben nascoste, pur non essendoci donne presenti, senza badare al fatto che usciranno dal fiume con dei fastidiosi mutandoni zuppi...
Da notare che l'unica volta in cui Dragonero compare completamente nudo non solo è in presenza di una figura femminile, ma sta vivendo la cosa in una "visione", cosa che di fatto depotenzia la sua nudità rendendola solo "immaginaria".
La seconda cosa che si nota in Dragonero è che, in un mondo fantasy in cui gli scontri sono soprattutto a breve distanza e spesso con armi da taglio, tutti i molteplici strati di vestiario indossati dai protagonisti ne escono comunque indenni: niente lacerazioni significative, strappi o tagli vari.
Più o meno come avveniva col costume di Superman fino agli anni '80.
Forse qualcuno di voi penserà i miei ragionamenti sono impropri e pretestuosi, ma questa volta - come vi dicevo - posso fare dei confronti, visto che una volta tanto in edicola la Bonelli ha dei concorrenti che stanno proponendo dei fumetti fantasy in stile Dragonero.
Mi riferisco all'Editoriale Cosmo.
E adesso vado con gli esempi.
Nella serie MILLENIUM i due protagonisti finiscono vittima di un agguato e si scatena una rissa: nel giro di poche pagine hanno la meglio, ma si ritrovano con i vestiti letteralmente a brandelli.
Cosa che, peraltro, ha permesso al disegnatore di mostrare un'apprezzabile perizia tecnica nei dettagli anatomici (e nella resa dei pettorali pelosi)...
E in questa serie, per fortuna, gli autori si ricordano che nei contesti medievali le persone tendono ad andare a letto nude e che - guarda un po' - fanno "persino" il bagno senza vestiti!
E parliamo di un fumetto in formato bonelliano che è arrivato in tutte le edicole, e che in qualche caso ha anche mostrato dei nudi maschili frontali (laddove la trama lo richiedeva)...
Comunque, a proposito di bagno, in un altro fumetto fantasy pubblicato dall'Editoriale Cosmo, WOLLODRIN, può anche capitare che dopo essersi bagnati i vestiti i protagonisti maschili scelgano - cosa abbastanza logica - di metterli tutti ad asciugare (onde evitare di prendersi un accidente), rimandendo a dormire nudi in una radura fino al giorno dopo... Con una certa - e naturale - disinvoltura...
E queste sono solo alcune delle cose che l'Editoriale Cosmo si è concessa di pubblicare nello stesso anno in cui Dragonero è stato ben attento a non infrangere il codice bonelliano standard, che a quanto pare continua ad avere un rapporto conflittuale con il nudo maschile, anche in un contesto fantasy.
Il problema, però, è probabilmente a monte.
Infatti l'Editoriale Cosmo pubblica fumetti concepiti e realizzati soprattutto nell'area francofona, mentre la Bonelli è una casa editrice in tutto e per tutto italiana, nel bene e nel male.
Si tratta di due contesti editoriali molto diversi e il rapporto con il nudo maschile nei fumetti fantasy è solo la punta dell'iceberg. Basti pensare al fatto che nell'area francofona c'è da anni una spietata concorrenza che ha stimolato dozzine di editori a trovare nuove strade e ad osare sempre di più, mentre nello stesso arco di tempo la Bonelli non ha mai avuto una vera concorrenza che la stimolasse a superare certi limiti, che si è autoimposta fin dagli anni '50.
Il punto, però, è che adesso la concorrenza c'è ed è estremamente trasversale. Perchè, oltre ai fumetti fantasy dell'Editoriale Dardo, DRAGONERO deve vedersela con serial TV, film per il grande schermo, videogames, giochi di ruolo e romanzi fantasy di ultima generazione... Tutte cose mediamente più audaci e disinibite di un tipico fumetto in stile bonelliano.
E infatti il pubblico di DRAGONERO pare sia composto soprattutto da chi segue già i fumetti bonelliani, o comunque è abituato alle loro formule. Certo questo garantisce (per ora) 27.000 copie vendute ogni mese, ma se lo scopo di questo progetto era di coinvolgere gli appassionati di fantasy di ultima generazione non è affatto detto che questa impostazione centri l'obbiettivo nel lungo periodo.
Soprattutto considerando il fatto che anche in Italia gli appassionati di fantasy sono diventati molto esigenti.
E in effetti, a questo punto, non si capisce davvero dove questo progetto voglia andare a parare: il fumetto è in stile bonelliano (con tutti i suoi limiti), il gioco di ruolo è per esperti (e ha pochi legami con il fumetto), il romanzo annunciato per settembre sarà scritto dallo sceneggiatore della serie (Stefano Vietti, che vedete qui sotto), che non ha mai scritto un romanzo fantasy (e che, tra l'altro, prima di DRAGONERO ha scritto soprattutto fumetti bonelliani di fantascienza)... C'è persino una app per iPhone che crea una mappa del mondo di DRAGONERO, man mano che viene esplorato nel corso della serie (ma e che in pratica non si capisce bene a cosa possa servire, a parte mettere un po' d'ordine nella geografia delle vicende narrate)...
Quindi, al volgere del primo anno di vita di DRAGONERO, le domande e le perplessità non sono poche... Quel che è certo è che nonostante tanti annunci e tanta (supposta) voglia di rinnovamento la Bonelli non sembra intenzionata a schiodarsi dal suo approccio classico al fumetto popolare italiano... Con tutto quello che ne consegue.
E poco importa se questo vuol dire non sfruttare al meglio il potenziale di un fumetto fantasy.
Purtroppo per loro ragionano ancora come se il pubblico potenziale non avesse alternative a livello di intrattenimento a basso costo, e come se il loro approccio tradizionale fosse l'unico "sicuro", mentre invece (e per fortuna) la situazione è cambiata radicalmente rispetto a una ventina di anni fa.
Staremo a vedere se e quando se ne accorgeranno, e quando si renderanno conto che qualche nudo maschile in più in un fumetto fantasy non rappresenta necessariamente un problema...
Tutt'altro...
Alla prossima.
4 commenti:
Per me Dragonero è stata una discreta delusione, continuo a comprarlo giusto perchè voglio vedere dove diavolo vogliano andare a parere con la trama. Sta di fatto che:
- il protagonista è fin troppo perfetto è sicuro di sé, i suoi momenti di "debolezza", chiamiamola così, consistono in preoccupazioni su cosa possa portare in futuro il fatto di avere superpoteri...poteri che l'hanno reso più forte di quanto non fosse prima...
- soprattutto nei primi episodi, fa tutto Gmor, al punto che all'inizio fosse lui il protagonista.
- ogni volta che fa sesso lo fa in contesti e modalità alquanto improbabili
- il modo con cui la serie mette in evidenza figure femminili e nel contempo reprime quelle maschili è seccante...davvero Ian e Gmor non sono mai e poi mai esaltati nelle loro grazie, se non con donne in vista, forse Gmor a volte, ma è un orco
- un mondo fantasy concepito in questi anni che non contempla neanche di sfuggita l'omosessualitá è sconfortante.
Bah, probabilmente alla Bonelli si sentono coraggiosi per aver messo il segretario anzianotto in Lukas e basta così.
Prima che qualcuno lo chieda: io e il simpatico lettore Domenico I. non simao la stessa persona, anche se la pensiamo esattamente allo stesso modo anche stavolta (^__^).
Eheh ^_^
Ma poi, dragonero ha le sue qualità, e Lukas è un fumetto che mi sta prendendo come pochi, solo che dalle testate indicate come inizio del "rinnovamento" della Bonelli, penso fosse lecito aspettarsi qualcosa di più, anche e soprattutto dal punto di vista della rappresentazione del costume, invece del solo stantio, o sbaglio?
Ovviamente tutto è relativo, dipende sempre da cosa si guarda. Personalmente certe scelte non mi indispongono in quanto tali, ma per il fatto che "tra le righe" mi comunicano che gli editori italiani(Bonelli o chi per lei) hanno un occhio di riguardo per una certa mentalità italiana "di una volta", e per il pubblico "di una volta" (o che che ragiona come si ragionava "una volta"). La stessa mentalità che ha sempre castrato tutto quello che la metteva in discussione (o che poteva rinnovarla sul serio) e che ha portato il nostro paese nella situazione non proprio esaltante in cui si trova ora. Il fatto che la suddetta mentalità sia poi anche quella di chi comanda, mi ha sempre fatto sospettare che i suddetti editori abbiano sempre voluto produrre materiale stando dalla parte del più forte... E anche questo mi ha sempre dato da pensare.
Magari ci tornerò su.
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