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mercoledì 27 febbraio 2008

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Visto che era da un bel po' che non postavo nulla, in via del tutto straordinaria oggi faccio un altro intervento. Questa volta parto da una riflessione fatta da Gianfranco Goria, gestore del bellissimo sito www.fumetti.org. Il suo discorso parte dall'analisi dei fumetti disneyani che in questo periodo sono allegati al Corriere della Sera, quelli paperosi realizzati dal grande Carl Barks (non ha caso definito l'uomo dei paperi). Ecco cosa dice Gianfranco Goria:

"Qui, Quo e Qua hanno fatto, oggi, una strada diversa per tornare da scuola e hanno finito per passare proprio in mezzo alla più squallida periferia della loro città, là dove vivono i baraccati, i più poveri, i senza lavoro, nella miseria più cupa. Lo si vede non solo dalle catapecchie, ma anche dagli stracci che indossano, dalle faccine smunte e tristi, dai giocattoli che usano: dei barattoli e la neve che li congela. Siamo sotto Natale, per giunta, e i nostri tre piccoli, vestiti decentemente e con la testa ai regali che riceveranno tra pochi giorni, si sentono improvvisamente come dei grassi porcelli.

Questa è la descrizione della prima vignetta della storia Paperino e il ventino fatale (A Christmas for Shacktown), di Carl Barks, del 1952, ristampata nel volume 4 della serie, in edicola, La Grande Dinastia dei Paperi per il Corriere della Sera. Quei poveri sono gli stessi di oggi, che siano extracomunitari, o no. Storie così, che raccontano la vita vera, e quindi anche le miserie della gente, che lo fanno senza falsi pudori, senza l'anestetico del "politically correct estremo", persino senza un vero lieto fine, e che la raccontano ai bambini, farete molta fatica a trovarne sul Topolino di oggi, dove la "realtà quotidiana" è rappresentata da Totti e altri VIP in versione papero, ma la povertà vera, i problemi stringenti che i nostri figli incontrano confrontandosi coi compagni a scuola, per esempio, non sembrano poter avere cittadinanza nella narrativa disegnata "ammorbidita" dalle esigenze del marketing: non scontentare mai nessuno e vendere il più possibile a tutti. Certo, l'autore era Barks, quello che era capace di fare satira sociale feroce raccontando divertenti storie ai bambini, quello che, per dirne una, lo scoutismo recentemente festeggiato, lo faceva a fettine coprendolo di ridicolo con l'invenzione delle Giovani Marmotte, scioccamente all'inseguimento di stupide medaglie e riconoscimenti tanto esagerati quanto inutili, coi loro capi dai titoli lughissimi e altisonanti, tronfi e pieni di sé, con la loro disciplina priva di senso. Ora che ce n'è la possibilità, leggetevele tutte di fila, quando saranno stampate, le storie di Barks dedicate alle Giovani Marmotte: vi renderete conto che si ride amaro. Che i difetti messi alla berlina non sono pochi e nemmeno piccoli. E che è così anche nelle altre storie, quando si parla di avidità, di brama per il potere, di un sacco di meschinità, piccole e grandi, tutt'altro che superate. Non è solo gradevole umorismo: è satira. Secca, decisa. Utile a far crescere generazioni consapevoli, in grado di voler migliorare se stessi il mondo in cui vivono. Confrontate quelle storie con i decenni di nullità che hanno avuto a disposizione i bambini italiani ultimamente: storie (con le dovute eccezioni, per carità) vuote, indolori, anestetizzate, false, accomodanti, comode e inutili. Inutili, perché incapaci di fare crescere generazioni consapevoli, in grado di voler migliorare se stessi e il mondo in cui vivono. Non ci credete? Quarant'anni fa la maggior parte dei giovani cercava disperatamente di usare la propria testa, di liberarsi in mille modi dai condizionamenti degli adulti e dei Poteri Forti, di rinnovare il mondo (sì, il mondo, non il proprio orticello) e coltivava degli ideali per i quali erano disposti a combattere, a lottare, persino a morire. Andate a chiedere oggi quali ideali abbia la maggior parte dei più giovani. Ascoltate il televisore, cosa vi racconta di buona parte di questi giovani anestetizzati da decenni di nullità. Al massimo riescono a farfugliare di economia e produzione come fossero lo scopo massimo delle loro vite, alcuni arrivano a ipotizzare il proprio personale successo come l'unica meta immaginabile, condito, nei casi più felici, da un insignificante ecologismo un tanto al chilo che non disturba nessuno. I loro piedi sono pesanti, appiccicati al suolo, e le teste non sanno volare: il cuore ci resta schiacciato in mezzo. Oppure, ma sono sicuramente di meno, via, dietro come pecoroni decerebrati a un Potere Organizzato che non consente loro mai di essere dei "liberi pensatori", come si diceva un tempo. Esageriamo? Chissà. E' "solo una provocazione", come si usa dire oggi quando uno la spara più grossa del solito? Fate voi."

Aggiungiamo che nei fumetti italiani di oggi - e non solo in quelli per bambini - si bada bene di non parlare di omofobia e bullismo. Anche di omosessualità si parla molto di rado, e protagonisti gay di fumetti italiani in fase di pubblicazione non mi risulta ce ne siano...A parte quelli che faccio io, ma non penso facciano testo. Sarà un caso oppure è il sintomo evidente di qualcosa che non funziona come dovrebbe? E se i suddetti fumetti ci fossero stati avremmo avuto qualche bulletto omofobo in meno? Qualche ragazzino pestato in meno? Chissà...

QUALCHE AGGIORNAMENTO

Ciao a tutti,
i problemi col computer sembrano risolti, quindi da questa settimana dovreste tornare ad avere regolarmente tre striscie di Robin Hoog e due di TROY (anche se in questo caso vorrei recuperare quelle perse nelle scorse due settimane). Nel frattempo vi preannuncio che sto inziando a valutare di mettere in piedi anche delle iniziative interamente gestite da me, tipo fumetti autoprodotti da vendere online, soprattutto dopo che uno dei miei editori (non mi sembra carino fare nomi, ma posso dirvi che è uno di quelli italiani) che mi doveva tre mensilità arretrate per l'inizio di febbraio, mi ha risposto ieri dicendo che il bonifico era ancora "in gestazione"...In gestazione? Forse che i bonifici si partoriscono??? Quindi nelle banche si può ricorrere al parto cesareo? All'anestesia epidurale? Non si finisce mai d'imparare...E poi qualcuno si chiede ancora perchè in questo paese l'economia va a rotoli! Comunque tornerò a postare regolarmente su questo blog, quindi cercate di passarci spesso, visto che ho intenzione di renderlo molto ghiotto e culturalmente stimolante a prescindere dagli argomenti che mi riguardano direttamente...E senza parto cesareo! ;-)
Per dimostrarvi la mia buona volontà oggi vi allego uno dei due inizi "alternativi" di Robin Hoog che ho successivamente bocciato in favore di quello ufficiale. In questa versione la storia partiva direttamente dalla condanna di Robin (coi capelli corti!) da parte del Barone Alvin Fitz Alvin.



lunedì 18 febbraio 2008

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Scusate per il mancato aggiornamento di Troy la scorsa settimana, ma mi è partito il sistema e ho dovuto reinstallare windows e tutto il resto sul mio computer perdendo un sacco di tempo. Conto di recuperare le due vignette perse quanto prima.

lunedì 11 febbraio 2008

LA LETTERA DI OGGI

Oggi mi è arrivata un email che mi ha messo di buonumore. Come forse saprete, fumetti a parte, sono presente su internet anche con altre cose, tra cui un articolo settimanale su Gay.It. Una volta parlavo solo di fumetti, poi ho chiesto di lasciarmi fare anche articoli di altro tipo e siccome hanno visto che attiravo molti lettori mi hanno fatto proseguire. Oggi alterno un week end in cui parlo di fumetti a un week end in cui parlo di altri argomenti. Mi piace anche parlare di sessualità, inquadrandola in un contesto più ampio e cercando di offrire dei punti di vista diversi. Di solito pungo sul vivo e finisce sempre che la gente reagisce inondando i forum del sito con critiche spietate e osservazioni anche un po' pesanti. Ogni tanto però ci sono delle persone che commentano i miei articoli scrivendo direttamente a me, e guardacaso lo fanno per farmi i complimenti... E' un po' quello che è successo dopo che Vincenzo ha letto il mio articolo sugli oscar del porno gay ( potete leggerlo anche voi cliccando su "la lettera di oggi" qui in alto).
Vincenzo mi scrive:

"Sono stato particolarmente colpito da questo intelligente e accurato articolo di questo tale Valeriano Elfodiluce (che, non essendo io un assiduo frequentatore di questo sito, non conoscevo). Aldila' delle "informazioni tecniche" della seconda parte dell'articolo, dove vengono sciorinati con dovizia di particolari tutte le diramazioni dei riconoscimenti alla pornografia omosessuale, ritengo che sia la prima parte a fornire un incredibile punto di riflessione. D'accordissimo con le (inequivocabili) differenze fra mondo gay anglosassone e mondo gay italiota. Io vivo a Londra, dove oltre a essere costretto a lavorare come cameriere (ahime') sto frequentando un corso di dottorato di ricerca in una delle piu' prestigiose universita' europee, la LSE - London School of Economics and Political Science. E' affascinante notare come in una delle accademie piu' riconosciute in Europa esiste una specie di "archivio e libreria di cultura gay", che raccoglie testimonianze, documentazioni, libri, saggi, articoli e quant'altro sulla cultura omosessuale, dagli anni 70 ai giorni nostri. Ragazzi, io a Roma ho frequentato La Sapienza, che ha l'onore (e l'onere) di essere l'ateneo con il numero di iscritti piu' alto in Europa (vale a dire con l'ateneo piu' sovraffollato, e quindi piu' disorganizzato: ma questo commento e' meglio lasciarlo tra parentesi). Da quello che ne so, di culture omoesessuale alla Sapienza non ne parlava assolutamente nessuno (a parte il professore di Lingua e Letteratura Polacca Luigi marinelli, che di tanto in tanto si sforza in qualche sperimentalismo di stampo queer). Mi trovo enormemente d'accordo con l'analisi di Elfodiluce riguardante la costituzione di un'identita' gay "come se" fosse un'identita' quasi-etnica. Qui' in Inghilterra ho la possibilita' di entrare in un qualsiasi book-shop e trovare la sezione dedicata alla gay & lesbian literature. Se apro il Londonpaper (uno di quei quotidiani che ti danno gratis all'uscita della metro) posso leggere, oltre alle rubriche di "man about the city", "girl about the city", "cityboy", "citygirl", "teacher about the city", etc. etc. etc., anche le deliziose colonne di gayman about the city e di gaywoman about the city. In Italia che si fa, si dorme? Mentre nel BelPaese i gay sono obbligati a leggere pezzi eterosessuali, scritti da eterosessuali, per un pubblico eterosessuale(causa: mancanze di alternative), nella metro di Londra non ci si stupisce affatto se un etero (uomo o donna) leggono gli articoli di gayman o di gaywoman aspettando la metropolitana. Aldila' delle cerimonie del porno gay (che non potevano non nascere, vista la quantita' di denaro e di interessi che circola in quel mondo li'), la cosa importante da sottolineare e' l'impatto sociale che opere culturali di stampo dichiaratamente gay possono avere sugli stereotipi comunemente accettati (e, possibilmente, sulla loro modificazione). Che cosa sarebbe stato il movimento di emancipazione femminista senza la letteratura femminista? Che cosa sarebbe stato il movimento anti-razzista senza tutta una vasta produzione letteraria, poetica e cinematografica di stampo, appunto, anti-razzista? Alcuni pensano che la letteratura gay sia solo un'industria di evasione e intrattenimento avvolta da strascichi splendenti e piume di struzze. Ammetto che quanto a letteratura e cinematografia gay esistono in circolazione tante stupende trashate. Ma non e' cosi' in tutti i settori culturali/letterari? Esistono raffinatissime, profondissime e a volte tormentatissime scrittrici e poetesse femministe... ed esiste anche il divertentissimo Sex and the City. Esiste il discorso immortale di Martin Luther King ed esiste la sit com dei Robinson. Anche nella cultura gay non mancano momenti di evasione e "ocheggiamento". Pero' esistono anche le opere memorabili di Derek Jarman (inglese), Francois Ozon (francese), Gore Vidal e Edmund White (americani). In Italia esistono sprazzi di luce - l'Illustrissimo Busi (chi lo critica e' ovvio che non lo ha mai letto) e Le Fate Ignoranti - ma sono voci fuori dal coro generale, pertanto ritenute ahime' stonate. Quand'e' che ci rimboccheremo le maniche e lo faremo noi il nostro coro? Cosi' magari, alla fine, anche da noi potremmo avere, che ne so?, la notte dei Davide di Donatello Porno Gay. Ma non lottiamo per avere il piacere esimendoci da quello che, in quanto parte definita di una piu' ampia comunita', dovrebbe essere un dovere. PS: Averei voluto inviare questo commento al sito, ma alla fine ho preferito inviarlo direttamente a Lei. Un saluto da Londra, Vincenzo"

Caro Vincenzo, al di là dei complimenti che mi fai e che apprezzo tantissimo, la tua lucidissima analisi basterebbe da sola per fare un articolo. Ovviamente se tu sei d'accordo con me io lo sono ancora di più con te. Con i miei articoli cerco proprio di dare una scantata a quei gay italiani che - in quanto gay italiani - si aspettano di leggere articoli che parlano di gay e omosessualità nei modi e nei tempi a cui sono stati abituati in Italia. Regolarmente reagiscono male e questo, almeno in parte, spiega perchè la nostra situazione italiana è ripiegata su sè stessa da anni e anni. Di solito si dà la colpa all'influenza delle gerarchie religiose per la nostra arretratezza, ma secondo me il vero grande problema della comunità gay italiana è proprio nella sua mentalità e nel suo ripiegarsi su sè stessa. Qui da noi, e ne parlo anche come presidente di una piccola associazione gay che cerca di smuovere le acque in una cittadina di provincia, l'affermazione dell'dentità gay è ancora una propaggine della voglia di apparire e del bisogno di avere uno sfogo per un vita fatta di compromessi, frustrazioni e repressioni varie. Un discorso realmente culturale, sociale e identitario implicherebbe prima di tutto che gli omosessuali italiani fossero convinti che ne vale la pena, e che vale la pena investirci tempo, denaro ed energia, magari mettendoci la faccia. Purtroppo da noi le persone convinte in questo senso sono troppo poche, per tutta una serie di motivi (dall'omofobia interiorizzata alla mancanza di modelli positivi, alla morbosa dipendenza - anche economica - dalla famiglia d'origine), che non si possono approfondire certo in questa sede. C'è poi un altro grosso problema, di cui pochi sembrano rendersi conto: l'italiano medio - e con esso il gay italiano medio - è molto individualista. Generalmente agisce e reagisce quando si sente minacciato direttamente (leggi "quando è troppo tardi") e fa "comunità" più per interesse che per altruismo o spirito di corpo. D'altra parte in Italia non abbiamo mai avuto movimenti etnici o culturali di riferimento, e anche questo ci ha fregato. Se in Italia l'unica rivista gay non pornografica o di annunci che esce in edicola (ovvero Babilonia) ha dovuto adottare un look trendy-fashion-metrosexual per sopravvivere un motivo ci dovrà pur essere. E forse è collegato al fatto che tanti giovani gay (pur senza sentire l'esigenza di sposarsi) scelgono di emigrare in altre nazioni.
Grazie ancora per quello che scrivi e a presto.


P.S: Siccome un'immagine vale più di mille parole qui di seguito posto proprio la copertina dell'ultimo numero di Babilonia (vi confermo che in copertina c'è un individuo di sesso maschile).

giovedì 7 febbraio 2008

LE NOVITA' DI OGGI - TODAY NEWS

In occasione della pubblicazione del mio mini dossier sui fumetti gay nella rivista Scuola di Fumetto (che, vi ricordo, è ancora in edicola), quei burloni della Coniglio Editore non mi avevano avvisato che avrebbero ridistribuito in edicola i due numeri di HAPPY BOYS che avevo curato nel 2003 e nel 2004. Per chi non sapesse di cosa sto parlando ecco un breve riassunto. La Coniglio Editore (che in passato si chiamava Blue Press, poi Macchia Nera e poi ancora Mare Nero), è una casa editrice romana che molto coraggiosamente si propone di parlare di erotismo con riviste da edicola. Ha avuto un picco di popolarità alla fine degli anni 90 (i suoi redattori andavano persino al Maurizio Costanzo Show a parlare di fumetti erotici e feticismi vari). Avevo cominciato a prendere contatto con loro, hanno visto i miei fumetti e mi hanno proposto di collaborare per provare un prodotto dedicato al mondo gay. Così è nata l'antologia Happy Boys. L'idea non era malvagia e il prodotto interessante, ma ci sono stati da subito dei problemi: in Italia non esistono circuiti distributivi di riferimento per il pubblico gay, nelle edicole tutto quello che è gay viene generalmente piazzato fra una marea di riviste porno e, per finire, il pubblico potenziale - che era composto soprattutto da giovani - aveva ancora il terrore di farsi avanti in edicola per chiedere una cosa così qualificante. In realtà c'era anche un problema supplementare non da poco: l'editore mi aveva chiesto di non selezionare fumetti gay espliciti, il che voleva dire giocarsi una grande fetta di pubblico e di interesse. Non chiedetemi la ragione di queste remore...Forse speravano di creare un prodotto che potesse incuriosire anche il pubblico eterosessuale, oppure temevano ripercussioni negative di qualche tipo...Tipo giocarsi il pubblico under 18. Non sono mai riusciti a spiegarmelo come si deve. Fatto sta che il primo numero era andato in pareggio con le vendite e per mettere in piedi il secondo c'è voluto un anno. Certo è che proporre una rivista con cadenza annuale è una specie di suicidio...Devono averlo capito anche loro e infatti nel 2006 il terzo Happy Boys è diventato un libro da libreria. Se ci sarà un seguito all'iniziativa non posso dirlo, anche perchè il terzo Happy Boys mi ha fatto fare una PESSIMA FIGURA a livello internazionale (io ho preso contatto con gli autori, e l'editore non li ha mai pagati per una questione tecnico-burocratica che poteva capitare solo in Italia...Ma la figuraccia l'ho fatta io che sono stato l'intermediario!), e sinceramente non so quanto sono disposto a compromettermi di nuovo per un'iniziativa del genere. Con Coniglio Editore ci collaboro ancora fondamentalmente per "la causa" e solo nella redazione delle riviste (che è altra cosa rispetto a quella libraria). Vah beh! Tutto questo per dire che nelle edicole sono stati ridistribuiti i primi due HAPPY BOYS in un unica soluzione e alla modica cifra di € 4,90. Se all'epoca ve li siete persi, se non sapevate che esistevano o se adesso volete ricomprarli per regalarli a qualcuno è la vostra occasione. In tutto ci sono 18 storie a fumetti gay e lesbiche da tutto il mondo, i miei articoli sulla storia del fumetto gay e varie altre cosette interessanti. Probabilmente molte edicole piazzeranno il pacchetto fra i porno, quindi cercate bene. Qui di seguito riposto le copertine dei due HAPPY BOYS e del numero di Scuola di Fumetto con il mio dossier.


mercoledì 6 febbraio 2008

LA LETTERA DI OGGI

Oggi è il mio compleanno (tra l'altro coincide con il capodanno cinese, quindi lo prendo come un buon segno anche se questo è l'anno del Topo e la cosa mi inquieta un po')e devo dire la verità: ogni volta che compio gli anni mi viene un mezzo coccolone. Il suddetto coccolone non mi viene pensando all'età, ci tengo a precisare, ma al fatto che ogni volta che compio gli anni mi viene spontaneo di fare il bilancio della mia vita e mi sembra sempre di avere sprecato un mucchio di occasioni e di avere tante promesse con me stesso che non sono riuscito a mantenere come avrei voluto. Poi penso al fatto che, nonostante la mia vetusta età, ho ben poche sicurezze e ancor meno garanzie per il futuro e comincio a sospirare. E' un classico. A volte, però, arrivano dei piccoli segnali che mi rincuorano molto e mi portano a pensare che, forse, questa mia vita non l'ho gestita poi così male e che quello che ho fatto a qualcosa è servito.
Nella fattispecie vorrei condividere con voi questa e-mail che è arrivata qualche giorno fa nella casella postale di RAINBOWS. Marco mi scrive:

"Ciao valeriano. Mi chiamo Marco, sono gay non dichiarato e ti ringrazio immensamente. grazie a questo fumetto riesco a trovare una valvola di sfogo, una sorta di uscita di emergenza che mi permette di essere me stesso. dato che non sono dichiarato - sono calabrese e qui è più facile dichiararsi fascisti che gay - provo un senso di inquietudine e di solitudine che hai ben espresso nella stirscia 18. anche io infatti, come dice tigre, sento il bisogno ogni tanto di un abbraccio, di una pacca, di essere me stesso con qualcuno. ciò è molto triste e a volte mi prende una depressione che non ti dico. condivido molto il tuo lavoro e mi sono appena iscritto al fun club (anzi metti una buona parola affinchè accettino la mia iscrizione...). quindi ancora grazie per le strisce di felicità che mi concedi. p.s. dato che ho scoperto il fumetto da pochi giorni, potresti dirmi con che frequenza vengono pubblicate le strisce?"

Carissimo Marco...L'espressione "striscie di felicità" non l'avevo mai sentita e credo che sia davvero bellissima. Sinceramente non so cosa dire: le cose che mi dici sono talmente belle e "importanti" che non saprei nemmeno come commentarle se non ringraziandoti a mia volta. Uno dei motivi che mi avevano spinto a fare RAINBOWS così come poi l'ho fatto era stato proprio il bisogno colmare un vuoto emotivo e di stimoli ogni volta che si parlava dei gay e del loro mondo. Una specie di "manuale delle alternative" per chi veniva martellato dai soliti due o tre esempi di vita gay, nei quali magari non si ritrovava affatto e che lo facevano sentire ancora più solo. Forse non mi crederai, ma anche io ho avuto un passato di solitudine e isolamento simile al tuo...E penso che molte persone - purtroppo - condividano questa esperienza, soprattutto se è causata da motivi di forza maggiore. Il segreto è tutto nel non arrendersi e nel non dare mai niente per scontato. Se in qualche modo i miei fumetti potessero stimolarti anche in questo senso ne sarei molto felice. Ultimamente il RAINBOWS FAN CLUB è un tantino piatto (anche se vedo che gli iscritti continuano ad aumentare), ma forse dipende anche dal fatto che RAINBOWS è fermo da un bel po'.
Ciao e grazie ancora per le belle parole, spero che qualche amico lettore vorrà presto prendere contatto con te!
Comunque, per quel che riguarda i prossimi aggiornamenti del fumetto...