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lunedì 30 giugno 2014

SEGNALI CONTRASTANTI

Ciao a tutti, come va?
Come forse saprete, se seguite questo BLOG, spesso e volentieri mi ritrovo a scrivere di come gli USA siano un baluardo per l'integrazione gay nell'immaginario pop e viceversa, e ogni tanto qualcuno mi fa notare che a volte sembra davvero che me la prenda con l'Italia solo per il gusto di farlo. In realtà non è vero, e infatti oggi voglio segnalarvi un paio di notizie poco gratificanti che arrivano proprio dagli USA.

Cominciamo da un breve aggiornamento su quanto è avvenuto in South Carolina con il dibattito attorno al "caso" del romanzo grafico FUN HOME di Alison Bechdel, che stava per costare un taglio di fondi all'Università di Charleston che lo aveva scelto come testo inserire nel proprio programma.


Come vi avevo detto alcuni politici locali avevano proposto di decurtare dai prossimi finanziamenti pubblici una cifra pari a quella utilizzata per il suddetto corso, ma grazie alle numerose proteste e alle accuse di ingerenza, il suddetto taglio non si è concretizzato. Tuttavia c'è stato un colpo di coda che - in linea di principio - lascia alquanto perplessi. Infatti i politici contrari a FUN HOME hanno chiesto e ottenuto che per punizione il College di Charleston e la University of South Carolina Upstate (rea di avere inserito nel suo programma il libro Out Loud: The Best of Rainbow Radio, che racconta la storia della prima trasmissione radio LGBT del South Carolina) siano tenute a spendere un somma pari a quella che inizialmente gli doveva essere tolta in favore di corsi sulla Costituzione degli Stati Uniti d’America e su altri documenti storici...

A che pro? Forse per fare passare il messaggio che la loro scelta di inserire FUN HOME nei programmi scolastici era contrario ai valori della patria? O forse per dare un contentino ai politici senza fare una figura troppo brutta? In ogni caso l'ambiguità di questo comportamento dimostra che, nonostante le apparenze, negli USA non è tutto rosa e fiori e ci sono ancora molte realtà in cui vale la pena impegnarsi per migliorare le cose.


Tuttavia negli USA possono accadere episodi sgradevoli anche in contesti dai quali non lo si aspetterebbe. Proprio in questi giorni, ad esempio, la direzione del parco Disney’s Hollywood Studios (specializzato nella ricostruzione live dei film Disney, e non solo) ha lasciato abbastanza perplessa la comunità LGBT americana.  Come  mai? Tutto parte dal fatto che sta per essere inaugurata la ricostruzione del mondo di FROZEN, l'ultimo film animato della Disney... E che nel suddetto mondo di FROZEN ha trovato posto anche l'emporio di Oaken.

Qual'è il problema, vi chiederete voi?

Il problema è che nella sequenza del film in cui compare l'emporio il rubicondo Oaken saluta la sua famiglia nella sauna adiacente, con un gesto non propriamente virile, e la suddetta famiglia è composta da un ragazzone biondo e quattro pargoli, che rispondono con un gesto simile... Se vi siete persi il film la sequenza potete vederla qui sotto...
Siccome nel cinema USA c'è una lunga tradizione di messaggi in codice LGBT, e spesso i più grandi traguardi della comunità LGBT nel mondo dell'entertainment sono partiti proprio da dei messaggi in codice, qualcuno ha voluto vedere nell'emporio di Oaken il primo caso di famiglia omogenitoriale mai intravisto (seppur per pochi attimi) in un film Disney... E la regista del film (Jennifer Lee, che vedete nella foto sotto), non ha mai voluto smentire queste ipotesi...
Il punto, però, è che nella presentazione dell'emporio di Oaken ai Disney’s Hollywood Studios parla di "cugini" e non di famiglia... E la parola "cugini" viene ribadita per ben tre volte (come potete leggere anche voi CLICCANDO QUI), cosa che ha me ha tanto ricordato il film TROY con Brad Pitt, quando Achille e Patroclo sono stati presentati nello stesso modo per allontanare qualsiasi possibile riferimento ad una loro intesa omosessuale...
Quindi, a voler ben guardare, ai Disney’s Hollywood Studios non sono stati nemmeno originali nel loro tentativo di tutelare l'integrità morale delle loro attrazioni. Certo: qualcuno può obbiettare che, effettivamente, non c'era scritto nero su bianco che si trattava di una famiglia omogenitoriale, e che - anche ammesso che lo fosse sul serio - da un punto di vista commerciale confermarlo (o comunque non smentirlo) sarebbe stato potenzialmente dannoso... Tuttavia non si è certo trattato di una mossa felice, anche perchè i milioni di bambini che hanno visto FROZEN, e la sequenza nell'emporio di Oaken, di certo avevano iniziato a famigliarizzare con l'idea che una famiglia potesse essere composta da due uomini e quattro bambini...

Anche perchè bisogna proprio avere due fette di salame sugli occhi per non capire che era una chiara allusione alle tipiche famiglie omogenitoriali che ormai abbondano anche in nord europa.

Pollice verso, quindi, in attesa di tempi migliori.

Alla prossima.


Jennifer Lee

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