Ciao a tutti, come va?
Ieri era la Giornata Mondiale del Libro, e per almeno 13 regioni italiane è stato possibile festeggiare l'evento direttamente nelle librerie appena riaperte, anche se - come spesso accade in questi casi - è sempre molto difficile capire se la suddetta riapertura sia stata in qualche modo travisata. Nel senso che la riapertura delle "cartolibrerie" in senso lato era stata prevista anche e soprattutto per venire incontro alle esigenze degli studenti e degli insegnanti, e in particolare per quelli che abitano in piccoli centri privi di ipermercati... E se poi, per una questione burocratica, nella riapertura sono rientrate anche le librerie vere e proprie e le fumetterie (che rientrano nella categoria commerciale delle librerie), si è trattato più di un effetto collaterale che altro. Anche se ovviamente è stato visto con un certo entusiasmo da chi aveva bisogno di un nuovo motivo valido per uscire di casa.
Anche se poi, se da una parte è abbastanza facile giustificare come necessità il viaggio in cartoleria, è un po' più complicato giustificare la necessità di andare in liberia per gli abitanti di una nazione in cui fino all'anno scorso il 60% della popolazione leggeva un libro all'anno (CLICCATE QUI)... D'altra parte non è difficile supporre che, se nei primi giorni della quarantena gli italiani si sono trasformati in un popolo di runners, adesso siano più che felici di trasformarsi in un popolo di voraci lettori (CLICCATE QUI). Perlomeno fino a quando non inizieranno a riaprire le altre attività commerciali e gli spazi pubblici come i parchi. A quel punto bisognerà vedere se, nel clima di crisi economica generalizzata, le librerie saranno ancora così frequentate... Anche perchè, in caso non ve ne foste accorti, a cavallo della pandemia ha iniziato ad essere applicata la nuova legge che fissa gli sconti promozionali per i libri (e quindi anche dei prodotti editoriali venduti in fumetteria) ad un massimo del 5% sul prezzo di copertina... Nel 2011 era stata fatta una legge che fissava lo sconto massimo al 15%, ma se il suo scopo era quello di incentivare l'editoria, considerando che dal 2011 a oggi i lettori sono diminiuiti (CLICCATE QUI), forse non si è rivelata esattamente un'idea geniale... Quindi, con un'ulteriore riduzione degli sconti, ho il vago sospetto che le cose non miglioreranno...
E visto che, già in situazioni di normalità, l'acquisto dei libri viene influenzato dalla situazione economica in generale (CLICCATE QUI), è altamente probabile che i contraccolpi di quello che si sta verificando in questo periodo non tarderanno a farsi sentire. Soprattutto a fronte di sconti più ridotti, in particolare per quel che riguarda le edizioni di prestigio. Una tipologia di prodotto che sta iniziando a dilagare in maniera preoccupante anche nel mondo del fumetto, che si sta allontanando sempre di più dalla sua vocazione di intrattenimento popolare per tutte le tasche. E infatti in Italia abbiamo già una casa editrice che sta iniziando a dare la possibilità di acquistare i suoi fumetti... A RATE!
Ebbene sì... Perlomeno Nicola Pesce Editore (per gli amici NPE) ha iniziato a proporre questa innovativa formula di acquisto per chi volesse pagare in tre comode rate mensili gli acquisti fatti dal suo sito... E questo non si applica solo ai volumi più costosi, ma a tutto il suo catalogo. Per maggiori informazioni, o per semplice curiosità, potete CLICCARE QUI. L'idea in quanto tale non è malvagia, e sono abbastanza sicuro che prima o poi verrà anche copiata, però il fatto che si sia arrivato a proporre un pagamento rateizzato per dei fumetti direi che la dice lunga sulla deriva che sta prendendo tutta la faccenda... Nel senso che invece di pensare a come produrre e distribuire fumetti per tutte le tasche si stanno cambiando le formule di pagamento per fumetti sempre più costosi... E qualcosa mi dice che questa strada, che indubbiamente risulta la più facile e la meno rischiosa in termine di investimento, diventerà una di quelle su cui punterà di più il settore nel prossimo futuro... Per quanto l'idea di acquistare dei fumetti a rate sia qualcosa di molto simile a un ossimoro. visto che sono una forma di lettura nata proprio come alternativa economica e popolare ai classici libri... Con tutta la conseguente ostilità da parte di insegnanti ed educatori, che in passato procurarono a questi prodotti editoriali parecchi guai...
Il fatto che dei fumetti vengano fatti pagare a rate, per giunta con dei sistemi di pagamento che non sono gestibili direttamente da dei minorenni, la dice lunga anche sulla piega che stanno prendendo gli eventi... E sul fatto che nel giro di tre o quattro decenni il settore fumettistico sia passato dalle mani di imprenditori più o meno onesti, che cercavano di rinnovare sempre il loro parco lettori, ad un esercito di editors che sono prima di tutto appassionati (e in buona parte dei casi ex fanzinari degli anni 80 e 90) che prendono se stessi come target di riferimento, a discapito del ricambio generazionale e dell'avvicinamento di un pubblico che - magari - non è interessato a spendere metà del proprio stipendio in fumetteria... Anche perchè, tecnicamente, i giovani e giovanissimi non hanno nemmeno uno stipendio, ma - se tutto va bene - una paghetta che devono gestire considerando anche le ricariche del cellulare (perlomeno dalla fine degli anni Novanta), la gestione del loro computer personale e mille altre piccole spese... Che una volta non c'erano, così come una volta non c'erano mille alternative GRATUITE per occupare il tempo libero...
Tutte cose che, ovviamente, un editor di 40/50/60 anni che proviene dal mondo degli appasisonati degli anni 70/80/90 fa molta fatica a prendere in considerazione. E in questo scenario, già terribilmente compromesso è arrivata anche una pandemia... Che probabilmente farà sentire le sue ripercussioni ANCHE sulle abitudini dei più giovani per gli anni a venire. E questo, effettivamente, mi porta ad alcune riflessioni che - tecnicamente - sono molto banali, ma che sono abbastanza sicuro che NON verranno prese in considerazione da nessuno. Nel senso che questa pandemia, paradossalmente, potrebbe anche essere letta come un'opportunità per il mondo del fumetto, a patto di vederla senza filtri e paraocchi. E avendo alle spalle una buona conoscenza della storia del media fumetto e delle sue forme di fruizione...
Nel senso che ormai è certo che si prospetteranno un impoverimento generale e una limitazione degli spostamenti di tutti quanti (perlomeno fino alla fine dell'anno), compresi quelli dei giovani e giovanissimi (che NON potranno più andare a scuola, o in vacanza, e non potranno nemmeno ritrovarsi in comitiva per andare in giro liberamente o per fare sport di squadra)... Inoltre non ci sarà nemmeno la possibilità di condividere gli spazi in auto per ammortizzare le spese, una volta maggiorenni e patentati, e anche la fruizione degli spazi comuni andrà sicuramente rivista. In ogni caso se ne deduce che un qualche editore lungimirante potrebbe anche iniziare a pensare che, guardando al rovescio della medaglia, questa sarebbe la buona occasione per provare a rilanciare il fumetto in senso lato, e non inteso solo come un prodotto per collezionisti maturi. Nel senso che questo momento potrebbe anche essere quello buono per iniziare a progettare - VELOCEMENTE - dei prodotti editoriali supereconomici, su supporti poveri (e con disegni e colori - sempre che ci siano - STUDIATI per rendere bene su supporti poveri, e non su carte superpatinate, ad esempio) e iniziando a pensare di trattare temi e raccontare storie in cui EFFETTIVAMENTE si possa identificare il pubblico di oggi... Che, oltretututto, sta vivendo proprio quel genere di situazione che una volta si vedeva solo nei fumetti...
Ovviamente il prerequisito essenziale per portare avanti un'operazione del genere sarebbe innanzitutto procedere con un bel bagno di umiltà... Cosa difficilissima per chi - detto molto francamente - negli ultimi anni ha intrapreso la carriera di editore o di autore anche e soprattutto per gratificare il proprio ego. Qui si parlerebbe di lettura di evasione, magari ben riuscita, ma senza tutte quelle aspirazioni/derive autoriali che - negli ultimi tempi - sono diventate il tratto distintivo della produzione fumettistica del nostro Paese. E soprattutto senza tutti quei vincoli che, per un motivo o per l'altro, finiscono per tenere lontano il pubblico occasionale, e in particolare quello dei più giovani. Questa rivoluzione, ovviamente, implicherebbe anche tutta una serie di procedure di emergenza, un rinnovo drastico del parco autori e delle idee, un cambio di scaletta nel piano editoriale a tempo di record e un investimento importante anche in termini economici... Tutte cose che TEORICAMENTE sarebbero possibili, ma che - sono pronto a scommetterci - nessuno sta prendendo seriamente in considerazione... Perchè. come si diceva sopra, ormai l'editoria a fumetti italiana è gestita da persone che devono costantemente mediare il conflitto fra il loro spirito imprenditoriale (sempre che ne abbiano uno) e il loro essere fondamentalmente appassionati/collezionisti di fumetti che, facilmente, ora come ora aborrirebbero l'idea di un fumetto popolare a basso prezzo pensato per una generazione di lettori con cui ormai non hanno più niente in comune...
Giusto per fare un esempio: la Disney ha da poco inserito nella nuova season della serie Duck Tales una famiglia omogenitoriale composta da due papà: una situazione con cui magari non tutti i bambini hanno avuto modo di confrontarsi direttamente, ma che ormai è qualcosa di relativamente diffuso e comunque tende ad essere socialmente accettato, anche perchè in buona parte del mondo occidentale non è illegale costituire famiglie omogenitoriali (anche perchè non si parla necessariamente di famiglie che si creano tramite la maternità surrogata, che in Italia non è consentita)... Una situazione di cui, comunque, i giovani possono ritrovarsi a parlare e che in qualche modo fa parte della realtà dei loro tempi. Però, al momento, l'argomento è considerato abbastanza spinoso (e da presentare il meno possibile) anche nei fumetti italiani che si rivolgono ad un pubblico adulto... E probabilmente a nessun editore italiano verrebbe in mente di trattarlostabilmente in un ipotetico fumetto per bambini, men che meno se dovesse essere un prodotto a basso costo per rilanciare la lettura dei fumetti fra i giovani in questo momento di crisi. E questo esempio, già da solo, basterebbe a far capire quali sono i limiti dell'editoria italiana a fumetti oggi...
E ovviamente questa è solo la punta dell'iceberg. Ad ogni modo il succo del discorso è che, a ben guardare, la situazione attuale, con tutte le sue difficoltà, potrebbe anche rappresentare un'opportunità su cui varrebbe la pena investire risorse ed energie. In parte perchè si tratta di una congiunzione molto particolare, e in parte perchè con la crisi economica che si acuirà da qui a un po', non è affatto detto che di saranno ancora i mezzi per poter sfruttare l'occasione. E se questa volta si perderà il treno non saprei proprio dire se e quando se ne presenterà un altro.
Eppure, anche la situazione è quella che è da un paio di mesi, sotto questo punto di vista tutto tace... Anche perchè ormai produrre fumetti è diventato qualcosa che, perlomeno in Italia, non è più pensato per dare delle risposte pronte a situazioni di emergenza. Spesso le storie pubblicate oggi sono state messe in cantiere da almeno un anno e le nuove proposte vedono la luce dopo anni di valutazioni e prove. Le formule editoriali di oggi non sono pensate per creare fumetti realizzati un mese prima, o storie brevi che potrebbero essere realizzate e pubblicate nel giro di due o tre settimane al massimo, e probabilmente anche questo - in un periodo come quello attuale - rende le cose ancora più complicate.
Eppure vale davvero la pena di continuare a portare avanti tutto nello stesso modo di prima, e come se niente fosse successo?
Cosa potrebbe succedere da qui a un paio d'anni se non si valutassero tutte le implicazioni della situazione attuale?
Staremo a vedere.
Alla prossima.
3 commenti:
in Francia hanno lo sconto massimo al 5% da una vita e leggono molto più di noi: non è lo sconto a favorire la lettura, ma la cultura di un popolo :-)
Quello direi che è ovvio, tant'è che in Francia si vendono fumetti prodotti in Francia perlopiù in volumi cartonati da liberia di 48 pagine, e si parla comunque di milioni di copie vendute per quelli più popolari. Il punto è che se in una nazione che è già abituata a sottostimare il valore della lettura abbassi gli sconti in un periodo storico in cui la gent enon naviga nell'oro le conseguenze :-/
Bentornato Valeriano! E' da un paio di mesi che non passavo più sul tuo blog, convinto che lo avessi abbandonato, lieto che tu invece abbia ricominciato a postare! Bello l'articolo sulla gabbianella e il gatto, e interessante quello che dici sui nodi che stanno venendo al pettine nell'editoria. Purtroppo le scelte di questi ultimi anni sono dovute anche a chi le ha fatte sembrare vincenti. Io stesso nel leggere quello che scrivi mi sono vergognato un po nel riconoscermi nel tipo di lettore che negli ultimi dieci anni ha ignorato le edicole privilegiando le fumetterie senza pensare ci fosse alcun problema.
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