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domenica 28 dicembre 2008

GAY PRIDE

Ciao a tutti e a tutte, a ripensarci credo che anche se non era mia intenzione fare un aggiornamento al giorno potrei anche ripensarci, soprattutto in occasione di eventi particolari. Come ad esempio la morte di Eartha Kitt. OK! Immagino che la maggior parte di voi adesso avrà strabuzzato gli occhi chiedendosi chi sia Eartha Kitt e perchè ne vorrei parlare qui. Molto bene: partiamo dall'inizio. Molti di voi conosceranno Catwoman, la supercriminale dalle movenze feline che è presente nelle avventure di Batman fin dal 1940. Prima dell'agghiacciante film con Halle Berry di qualche anno fa, e prima della memorabile performance di Michelle Pfeiffer nel 1992, Catwoman era comparsa in versione live nella serie televisiva di Batman del 1966. Recentemente non è stata replicata granchè, comunque a quanti non l'avessero mai vista posso garantire che è stata uno dei prodotti più trash, camp e queer mai prodotti nella storia della televisione. E neanche a farlo apposta tutte le attrici che in quella serie impersonarono Catwoman per più di un episodio divennero delle icone gay. La prima fu Julie Newmar, la stessa che ispirò il titolo del film "A Wong Foo e grazie di tutto! Julie Newmar" (1995), che era la versione USA di "Priscilla la regina del deserto"... E non aggiungo altro. Quando Julie Newmar se ne andò, il suo ruolo nella serie venne preso dalla ben poco somigliante Eartha Kitt (ma la serie era talmente sconclusionata di suo che il pubblico chiuse un occhio). Fatto sta che Eartha Kitt diede alla sua Catwoman un piglio selvaggio che piaque particolarmente al pubblico e che finì per riflettersi anche nei fumetti.

Eartha Kitt però era anche una cabarettista e cantante di discreto successo, e quando il ruolo di Catwoman la consacrò icona gay (per più di un motivo), questo status iniziò a riflettersi nell'insieme della sua carriera (tanto che iniziò a giocare frequentemente con dei versi felini anche nelle sue canzoni). Quando poi la comunità gay divenne una vera e propria fascia di mercato, determinò anche il suo rilancio in grande stile negli anni 80. Da parte sua Eartha si dimostrò estremamente affezionata al suo pubblico gay e divenne una paladina della lotta all'AIDS, esibendosi in un numero imprecisato di spettacoli di beneficenza, sostenendo peraltro le battaglie della comunità omosessuale e iniziando ad omaggiarla nei video delle sue canzoni (che peraltro erano estremamente gay friendly).

Purtroppo in Italia abbiamo vissuto fuori dal mondo fino all'arrivo di internet, e per i più Eartha Kitt è rimasta un'illustre sconosciuta, quando invece sarebbe potuta essere un ottimo metro di paragone per i gay italiani che hanno sempre avuto la tendenza a cercare icone gay in personaggi che tutto fanno fuorchè schierarsi apertamente dalla parte degli omosessuali. Inoltre il suo caso dimostra che, ancora una volta, il mondo del fumetto può rivelarsi un prezioso alleato per contribuire allo sdoganamento e all'integrazione dell'omosessualità. Sarà anche per quello che in Italia i fumetti non vengono quasi mai promossi al di fuori del ghetto degli appassionati?

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ho visto quella serie (non tutta), ma non ricordo molto bene né Julie Newmar né Eartha Kitt comunque per l'epoca deve essere stata veramente considerata una off-limits: nera e gay friendly. Peccato che ci abbia lasciato.

Anonimo ha detto...

Sarà che ho qualche anno ma la canzone Where is my man aveva molto successo nelle feste negli anni dell'adolescenza, ho ancora il 45 giri.