Il post di oggi vuole essere una piccola riflessione sui pro e i contro della globalizzazione, soprattutto quando passa attraverso i fumetti, e in particolare attraverso i fumetti di supereroi. Partiamo dall'inizio, e cioè da come vengono considerati i supereroi nella loro patria: gli USA. Fino al prossimo 8 gennaio, ad esempio, i prestigiosissimo Andy Warhol Museum di Pittsburgh ha deciso di dedicare una bella mostra ad Alex Ross, che - per chi ancora non lo sapesse - è diventato l'illustratore specializzato in supereroi più famoso di tutti i tempi...
Evidentemente, negli USA, i supereroi sono ormai considerati un'icona culturale a tutti gli effetti, al punto che anche la DIESEL ha voluto lanciare una linea di boxer ispirata al mondo dei supereroi, che per ora comprende dei modelli ispirati a quattro popolarissimi personaggi: Batman, Flash, Green Lantern e - per i più trasgressivi - il diabolico Joker... Qui di seguito potete vedere la presentazione.
Qualcuno potrà dire che si tratta di un'idea simpatica, e sicuramente la è, però vi faccio notare che viene presentata come una cosa molto seria e sicuramente non si vuole fare dell'ironia. Evidentemente i supereroi, negli USA, hanno perso da molto tempo i loro risvolti infantili, ridicoli e camp, anche per merito di tanti interessanti film che hanno visto la luce negli ultimi anni. D'altra parte i supereroi, e il mondo del fumetto e dell'immaginario pop in generale, hanno saputo fare breccia anche nella comunità gay e lesbica, tant'è che proprio lo scorso week end siè tenuta la seconda edizione della BENT-CON, una convention fumettistica totalmente gay oriented, come potete intuire da questi visitatori che posano accanto al cartellone della manifestazione...
Mi rendo conto che l'dea di una manifestazione fumettistica totalmente incentrata sul mondo gay, con case editrici e autori che pubblicano materiale a tema gay, completa di mostre a tema gay (se non addirittura omoerotico) può risultare un tantino aliena per i gay italiani, ma credo che questo dimostri come i fumetti sono entrati profondamente nella cultura americana, e pertanto hanno diritto ad avere anche i loro spazi ufficialmente gay. Intendiamoci: anche in Italia sono tante le persone LGBT che apprezzano i fumetti, ma da noi questa passione tende a non essere messa in collegamento diretto con l'orientamento sessuale di chi la sente propria, tant'è che anche alla fiera di Lucca - che pure pullula di visitatori gay - spazi ufficialmente gay continuano a non esserci. Vorrà dire qualcosa? Penso proprio di sì, così come vorrà dire qualcosa se alla BENT-CON non sono mancati i cosplay, anche in coppia, di cui potete avere un assaggio qui sotto...Personalmente devo dire che ho particolarmente apprezzato questo Kratos (direttamente dal videogioco God of War)...
Qualcuno dirà che questi cosplay non sono tanto diversi da quelli che si aggirano nelle principali manifestazioni fumettistiche (anche se in effetti sono mediamente molto più gay friendly), però io sono del parere che il fatto che questa volta si aggirino in una manifestazione gay oriented gli dia un significato del tutto diverso, nella misura in cui dimostrano che un certo tipo di immaginario è condiviso anche dal mondo gay, e anche questo può servire ad abbattere qualche stereotipo. Insomma: la morale è che negli USA i fumetti, e i fumetti di supereroi, sono qualcosa che si è evoluto nel tempo, divenendo un'icona culturale al pari di tante altre, anche per la comunità gay... E non solo nel senso ironico e demenziale dei vecchi telefilm di Batman...
Però in Italia non siamo negli USA, e se negli USA il fumetto nel tempo si è evoluto, così come si è avoluta la sua percezione da parte del grande pubblico - compreso quello gay - dalle nostre parti le cose non sono andate nello stesso modo. Un po' perchè da noi il fumetto popolare è rimasto fondamentalmente immobile negli ultimi quarant'anni e un po' perchè il fumetto non popolare e di importazione, pur guadagnando sempre più sostenitori, è rimasto ancora un fenomeno relativamente circoscritto. Il punto, però, è che anche in Italia è tornato di moda il mondo dei supereroi, e anche in Italia il mondo gay ha iniziato - in maniera un po' goffa - a prendere atto che si tratta di un riferimento culturale importante. Così anche in Italia è arrivata una coppia di supereroi gay (e non mi sono fumato il cervello)... Super Cane e Super Cicala...
Come potete intuire, però, non si tratta di un fumetto (figuriamoci!), ma di una serie in 8 episodi - realizzata per il web - che si può vedere su FLOP.TV (CLICCATE QUI). In questo momento è uscito solo il primo episodio, ma si può già avere un'idea di come proseguirà... Anche perchè su wikipedia si trova già l'elenco dei personaggi principali e le loro caratteristiche:
- Super Cane, interpretato da Francesco Montanari.
È un onesto e leale supereroe, spesso in preda alla gelosia verso il compagno Super Cicala. Usa i suoi poteri per salvare il mondo ma anche il suo rapporto con il compagno di vita. - Super Cicala, interpretato da Riccardo De Filippis.
È supereroe sensibile, fashion victim e fissato con lo stile di Audrey Hepburn, oltre ad essere un ammiratore del calciatore Francesco Totti. - Super Botta, interpretato da Mauro Meconi.
È un eroe un po' fuori dagli schemi, che si diverte ad ostacolare la relazione tra Super Cane e Super Cicala. - La Madre Nera, interpretato da Paolo Sassanelli.
In abiti da suora, è l'acerrimo nemico di Super Cane e Super Cicala.
La cosa interessante è che, essendoci dietro degli sceneggiatori palesemente gay, il risultato finale - per quanto simpatico è divertente - può offrire tutta una serie di spunti interessanti su quello che può produrre la cultura gay italiana di oggi, e su come vede il mondo dei supereroi. Intendiamoci: questa non vuole essere una critica, ma una constatazione. Il prodotto finito sembra molto simpatico, ma dimostra che i supereroi - in Italia - non sono una cosa seria, e anche i supereroi gay riescono a guadagnarsi al massimo uno spazio comico. Sicuramente, per come siamo messi oggi, la web serie di Super Cane e Super Cicala (dove c'è spazio persino per dei baci gay) è già un grandissimo passo avanti... Non foss'altro perchè hanno l'aspetto di due gay nella media, e non sono delle macchiette come quelli che trovano spazio nella TV di oggi. Il problema è che forse, nell'Italia di oggi, il mondo gay meriterebbe qualcosa di più di una serie comica e forse anche i supereroi potrebbero trovare degli sbocchi interessanti. In effetti, periodicamente, qualche editore italiano prova a ritentare la carta dei supereroi Made in Italy, ma senza grandi successi. L'ultimo tentativo - ma solo in ordine di tempo - è quello di Fabrizio De Fabritiis, che dopo aver lanciato - quasi per gioco - il personaggio di Capitan Novara ha deciso di ribattezzarlo Capitan Nova e di inserirlo in un gruppo di supereroi europei... I Defenders of Europe...
La serie è appena iniziata e non si sa ancora come sarà il suo futuro, ma credo che fin da subito sia evidente un piccolo vizio di forma: dei supereroi europei, e soprattutto italiani, non possono presentarsi come i tipici supereroi americani. Perchè le loro nazioni hanno una cultura diversa, una storia diversa e - soprattutto - un approccio diverso alla vita... E i supereroi, in ultima analisi, sono sempre stati la rappresentazione della società che li ha prodotti. In questo gruppo, ad esempio, c'è anche Comandante Italia...
Comandante Italia, al secolo Roberto Rossi, è arruolato nella N.O.A. (Nucleo Operativo Anti-supercriminalità), un corpo speciale dell'Esercito Italiano. Non ha superpoteri, ma è molto fortunato, e questa sua caratteristica gli fa portare sempre a termine anche le missioni più impossibili. Divorziato e con una figlia adolescente che lo odia, il Comandante affronta la vita a modo suo... quasi mai senza la sigaretta in bocca, è solito parlare con Italia, la donna che ha tatuata sull'avambraccio destro e che, a detta sua, è la fonte della sua proverbiale fortuna... Tutto ciò ha senso? Rappresenta l'Italia di oggi con i suoi problemi, le sue aspirazioni, le sue paure e le sue contraddizioni? Evidentemente no... E lo stesso Capitan Nova (ex Capitan Novara) non è credibile, e non certo per via dei suoi poteri...
Luca Ferrari è un ragazzo italiano che vive a Novara, una piccola città italiana. Acquisisce i suoi poteri grazie ad un incidente d'infanzia che lo porta a contatto con i “Raggi Nova”, un'energia di origine cosmica. Inizialmente, decide di difendere il prossimo nel suo piccolo e, con il nome di Capitan Novara, diventa, in breve, uno dei supereroi italiani più famosi. Oggi, però, sebbene viva ancora a Novara, ha compreso che il suo potere gli ha riservato un destino più grande... ed è cosi che, con il nome di Capitan Nova entra a far parte dei Difensori d'Europa. Ora: io non ho il piacere di conoscere Novara e i suoi abitanti, ma è davvero possibile che - con tutto quello che rappresenta la provincia italiana, soprattutto per i giovani - un ragazzo che acquista dei superpoteri voglia diventare il simbolo della sua cittadina? Non succede nemmeno negli USA, dove di supereroi ce ne sono davvero a migliaia, che un supereroe voglia farsi portavoce di una cittadina di poco più di 100.000 abitanti... Un motivo dovrà pur esserci. Probabilmente un supereroe italiano, per funzionare davvero, dovrebbe essere qualcosa di profondamente diverso, soprattutto se si pone in maniera realistica e non demenziale... E lo stesso discorso dovrebbe valere per i supereroi di qualsiasi nazione, che non possono muoversi indipendentemente dalla realtà da cui provengono...
D'altra parte, molto saggiamente, anche le grandi case editrici americane hanno sempre limitato molto la presenza di supereroi non americani, e quando li hanno fatti arrivare si sono appoggiati a sceneggiatori davvero capaci (come Chris Claremont sugli X-Men degli anni '80), che - anche quando non c'era internet - si sono fatti in quattro per documentarsi e rendere i loro supereroi stranieri credibili. Nel caso di DEFENDERS OF EUROPE si può dire lo stesso?
Sicuramente è ancora presto per esprimere qualche giudizio, ma penso che sia indicativo che su otto membri, al momento, non ce ne sia nemmeno uno che sia omosessuale dichiarato. Certo non era un obbligo, ma - se un gruppo di supereroi europei deve in qualche modo riflettere la realtà europea - direi che questo dettaglio non andava trascurato (visto che in Europa ci sono persino sindaci, ministri e premier omosessuali dichiarati). In fondo se nei fumetti di supereroi americani i personaggi gay stanno aumentando è proprio perchè questa realtà si sta integrando sempre di più nel tessuto sociale della nazione. D'altra parte, pur parlando di Europa, DEFENDERS OF EUROPE è un fumetto italiano che ragiona da italiano, con tutti i taboo del caso... A questo punto, paradossalmente, Super Cane e Super Cicala diventano più rappresentativi di tutti i DEFENDERS OF EUROPE messi insieme.
Voi che ne pensate?
Intanto, però, non dimenticate di passare da qui se volete fare i vostri regali di Natale attraverso AMAZON (il pacco vi arriva in pochissimo tempo)...
E potete anche regalare dei buoni regalo...
2 commenti:
Premetto che tutto quello che so di Defenders of Europe è meteriale che ho potuto reperire in rete, da quello che ho potuto vedere sembra qualcosa a metà fra La Lega degli Straordinari Gentlemen, la gloriosa Justice League International (almeno il concetto) e uno dei vari tentativi Marvel di creare supereroi non statunitensi (Excalibur fu un esempio eccezzionale, ma purtroppo solo un caso confrontato con quello che poi produsse Marvel "Europe"), da italiano spero che funzioni, anche se a vederli così mi sembrano ancora forzati come personaggi, magari se non si prendessero troppo sul serio la serie potrebbe avere delle possibilità.
Post interessante!
Ho estrapolato una frase dall'articolo per parlarne qui sul mio blog:
http://fabriziodefabritiis.blogspot.com/2012/02/supereroi-gay.html
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