Ciao a tutti, come va?
Oggi volevo riallacciarmi parzialmente al mio ultimo post, in cui accennavo a come sia importante che anche in Italia riescano a trovare posto fumetti che mettono in discussione l'immagine della chiesa cattolica e dei suoi rappresentanti, sfidando tutta una serie di tabù che nel nostro paese sembrano particolarmente radicati. In realtà l'opera dei fumetti diventa particolarmente importante se si considera che da noi nemmeno l'arte ha il diritto di sfidare simbolicamente uno dei grandi poteri occulti del nostro paese. Dico questo perchè, con l'arrivo delle belle giornate, potreste anche avere voglia di fare un giro ad Amsterdam, e in quel caso potreste cogliere l'occasione per visionare una mostra che a Roma è stata pesantemente censurata, peraltro nell'indefferenza generale. Andiamo con ordine: lo scorso settembre a Roma ha aperto una nuova galleria d'arte, che si chiama L'OPERA (CLICCATE QUI) e che nella sua ingenuità pensava di attirare l'attenzione con una prima mostra volutamente provocatoria. Così ha organizzato una mostra collettiva in cui gli artisti Mauro Maugliani, Luis Serrano e Gonzalo Orquín hanno realizzato opere che dovevano raccontare la chiesa cattolica e le sue contraddizioni su temi come il matrimonio... E infatti Gonzalo Orquín (che è spagnolo, ma ha vissuto in Italia 10 anni), nonostante sia prevalentemente un pittore, aveva scelto di proporre anche un'installazione con delle foto scattate a coppie gay (e lesbiche) che si scambiavano un bacino nelle absidi di famose chiese romane... Immagini tipo queste...
Forse, però, di questa mostra non ne avete mai sentito parlare, e vi chiederete il perchè... In realtà la spiegazione non è poi così complicata: è successo che un paio di giorni prima dell’opening
alcune delle foto del progetto di Orquín sono uscite sul sito web di Repubblica,
e la cosa è arrivata fin dentro le austere stanze del Vicariato di
Roma. “Cosa?” devono aver esclamato i monsignori “baci omosessuali negli
absidi delle chiese romane? Dobbiamo fare qualcosa…”. E così, giusto per non smentirsi, gli
alti prelati si son fatti scribacchiare dai loro azzeccagarbugli una
diffida di quelle potenti, contenente i seguenti concetti: a) “le chiese sono luoghi privati e per fotografarle occorre un’autorizzazione”; b) “i gesti fotografati offendono la morale religiosa”.
Fatto sta che per evitare ritorsioni legali contenute nella diffida, con
tanto di richieste di danni (il Vicariatus Urbis che chiede i danni ad
una neonata galleria d’arte contemporanea?), gallerista, curatore e
artista decidono effettivamente di oscurare l’opera e lo fanno, veloce
veloce, in maniera “artistica”, con un intervento in total black che
Orquín ha sovrapposto alle fotografie... Che alla fine si sono presentate così...
Potete CLICCARE QUI per farvi un'idea di cosa ne hanno pensato l'artista e il curatore...
Commenti?
La prima cosa che mi viene da dire è che tutta questa storia è passata completamente sotto silenzio, sia da parte dei siti gay (che evidente preferiscono dare la precedenza ad altro) e da parte delle associazioni LGBT italiane, che - tanto per cambiare - hanno dimostrato ancora una volta di avere più lacune di un pezzo di groviera. Io stesso, di tutta questa storia, ne sono venuto a conoscenza solo ora (mea culpa) consultando dei siti stranieri... E questo non va bene, perchè dimostra che forse, in Italia, siamo organizzati persino peggio di quanto non credessimo. Detto questo Gonzalo Orquín adesso potrà avere una piccola rivincita ad Amsterdam, e più precisamente alla galleria Mooi-Man (CLICCATE QUI).
La mostra è stata inaugurata il 9 marzo e dovrebbe proseguire fino all'11 maggio... Ovviamente senza l'intervento di alcuna istituzione religiosa a bloccare il tutto. Inoltre in questa occasione il bravo Gonzalo Orquín avrà modo di mostrare anche i suoi dipinti (che potete vedere CLICCANDO QUI)... Se poi siete anche un po' masochisti potete vedere qui sotto l'intervista (in inglese) che gli hanno fatto in occasione dell'apertura della mostra (dove si parla lungamente della censura subita in Italia e delle tristi conclusioni a cui è giunto l'artista)...
Comunque, siccome ad Amsterdam fanno le cose a puntino, hanno pensato che assieme ai suoi lavori si poteva cogliere l'occasione per esporre anche quelli di un altro artista, stavolta italiano, che in Italia non ha poi tante occasioni per essere valorizzato: Diego Tolomelli, probabilmente l'unico artista al mondo che realizza opere omoerotiche su vetrate...
Ora: come professionista è molto gettonato (CLICCATE QUI per il sito del suo studio), ma a livello di arte omoerotica potete immaginare anche voi che, perlomeno dalle nostre parti, non ha avuto molte occasioni per essere valorizzato. Ed è un peccato. Motivo in più per andare a conoscere meglio il suo lavoro se passate ad Amsterdam entro maggio. E, siccome questo BLOG fa quello che può per rendere culturalmente appaganti i vostri viaggi, vi segnalo anche che, presso la galleria d'arte CNCPT13, verrà esposta anche una bella mostra dedicata all'illustratore americano REX (dal 4 aprile al primo maggio)...
Siccome non mi piace sparare sulla croce rossa eviterò di dilungarmi in commenti caustici. Mi limito a dire che, in una situazione particolare come quella che stiamo attraversando adesso, in Italia i fumetti rischiano davvero di essere uno dei pochi media in grado di garantire un margine di libertà espressiva (degno di questo nome) su diversi argomenti, e non è poco.
Quello che dispiace è che, anche e soprattutto da buona parte del mondo LGBT italiano, continuino ad essere considerati qualcosa di marginale importanza, ed è un peccato, visto che il loro potenziale è molto più grande di quel che sembra.
Alla prossima.
P.S. Non tutto il male viene per nuocere, comunque. Manco a farlo apposta il Vescovo di Lucca ha appena mostrato segnali di apertura (CLICCATE QUI). Considerando che in Italia i Vescovi sono sempre dei trend setters per le loro città mi auguro che la Fiera di Lucca Comics & Games lo prenda in debito conto...
6 commenti:
Chissà come mai il signor Gonzalo Orquín non ha scattato le sue "opere d'arte" in una moschea, presenti in grandi quantità sia in Spagna che in Italia. Sicuramente non sarebbero state censurate, no?
Scusa, Ivan Alexander, ma quale parte della frase "Così ha organizzato una mostra collettiva in cui gli artisti Mauro Maugliani, Luis Serrano e Gonzalo Orquín hanno realizzato opere che dovevano raccontare la CHIESA CATTOLICA e le sue contraddizioni su temi come il matrimonio..." non ti è chiara?
E' sempre facile provocare e poi, quando qualcuno giustamente se la prende, fare il martire della censura. Il signor "artista" lo sapeva sicuramente che le sue "opere" avrebbero sollevato un vespaio di polemiche e le ha prodotte sapendo tutto ciò che ne sarebbe seguito. Comunque anche l'islam ha le sue belle contraddizioni in fatto di matrimonio: la pedofilia e le spose comprate vanno bene mentre l'omosessualità è peccato. Considererò questi pseudo "artisti" come tali solo se con quelle in chiesa ci saranno foto di gay che si baciano anche in moschea. Troppo facile fare il "provocatore soggetto ad ignobile censura" in un ambiente che al massimo non ti fa esporre delle fotografie
Sarò un purista, ma l'artista che decide di proseguire con la sua scelta, pur essendo consapevole delle polemiche che scatenerà nei benpensanti, è da ammirare e rispettare. La provocazione fa parte del gioco dell'artista o dell'arte stessa.
Il fatto che si lamenti della censura, immagino sia perché la sua arte viene ostacolata per via dell'omofobia della chiesa e non per altro. Detto ciò, le polemiche di chi si scandalizza (o finge di scandalizzarsi) sono probabilmente previste dagli artisti e di norma non ci si lamenta di quelle, ma la censura è una cosa diversa. E' uno strumento di repressione schifoso e dannoso per ogni società. Tarpa la libertà e non serve a niente. Quindi viva i "martiri della censura", finché la censura esiste.
Per quanto riguarda le moschee, mi pare che tu non voglia guardare i fatti: era una mostra legata alle contraddizioni della chiesa cattolica in merito ai matrimoni. Sarebbe stato molto fuori tema inserire delle foto di moschee, non credi?
Se fosse stata una mostra legata alle contraddizioni di tutte le religioni in merito al matrimonio, potrei darti anche ragione. Ma essendo specificamente sulla chiesa cattolica, penso che la tua posizione faccia acqua da tutte le parti.
Poi sono d'accordo che la stessa cosa fatta con le moschee possa essere interessante, utile e forse anche più complessa, ma non c'entrava con questa iniziativa
Chiudo facendoti due domande, Ivan Alexander: ho notato che metti fra virgolette l'espressione "opere d'arte", riferita a quelle di Gonzalo Orquìn, così come il signor "artista" e le sue "opere", nonché questi pseudo "artisti". Difendi la chiesa cattolica o hai qualche problema con l'islam? E poi queste sono "opere d'arte" di "pseudo artisti" perché ti danno fastidio i gay o per qualche altro motivo? Non prendere le domande come provocazioni. Non voglio farti arrabbiare. Semplicemente non sono ancora riuscito a capire il tuo punto di vista su queste cose.
PS: concedimelo, ma dire "moschee in grandi quantità in Italia" mi sembra molto esagerato. Le moschee ufficiali sono veramente poche.
Nessun problema Stefano :-).
Ho messo tra virgolette quelle parole semplicemente perchè non riesco proprio a considerare Arte fotografie fatte solo per sollevare inutilmente polemiche sterili. Anche perchè che messaggio vuoi dare fotografando 2 uomini che si baciano in chiesa, se non fare una provocazione per farsi tanta pubblicità gratuita denunciando una fantomatica censura? Vai a chiedere ai Nordcoreani, Cinesi, Cubani, ecc. se quella è censura, siamo seri! Poi sarei curioso di sapere quanta gente fosse a conoscenza di questa mostra prima della "ignobile censura". Mi sembra tutto uno squallido tentativo di farsi vedere, tutto qui.
Come seconda cosa, lungi da me difendere la chiesa, trovo solo ipocrita continuare a battere sempre e solo sullo stesso tasto dell'omofobia cattolica, magari ci fosse solo quella cattolica!
Immagino che il messaggio fosse legato al fatto che la chiesa cattolica non accetta i gay e che vederne due baciarsi tipo matrimonio sia una sorta di manifesto contro questo divieto.
Ovviamente ha un suo potenziale pubblicitario, ma non significa che fosse realizzato per quello.
La censura mi pare sia intervenuta, quindi non la definirei fantomatica. Poi, per carità, nei paesi che citi vi è una censura più forte e che non si limita alla difesa del proprio territorio, bensì invade gli altri contesti: nel senso che in questo caso la chiesa è intervenuta con la censura poiché si trattava dei suoi ambienti, mentre in Cina ecc forse la censura filtra ogni cosa di partito preso (anche perché mi pare che la faccia il governo direttamente e non un ente religioso). In ogni caso, uno ha la censura che gli capita, credo.
Hai ragione. Non esiste solo l'omofobia cattolica, ma probabilmente la mostra è stata organizzata in tal senso per via dell'impatto più diretto che questa religione ha sul paese in cui si è svolta la mostra stessa.
La critica sul "battere sempre sullo stesso tasto" andrebbe fatta all'organizzazione della mostra, non agli artisti.
Scusa, Wally, se ti sto intasando
Posta un commento