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martedì 24 aprile 2018

EROS 2018

Ciao a tutti, come va?

In Italia non abbiamo grandi case editrici che si fanno concorrenza e cercano di rubarsi a vicenda le idee di successo (non più, se non altro). Non abbiamo niente di anche solo lontanamente paragonabile alla perenne rincorsa reciproca fra MARVEL e DC, per intenderci. In compenso abbiamo dei gruppi editoriali che non si occupano principalmente di fumetti, ma che da qualche anno si affrontano a colpi di allegati a fumetti per i loro quotidiani....

Così può succedere che, forse non proprio per caso, a metà marzo La Repubblica (del gruppo editoriale GEDI) se ne salti fuori con l'ennesima collana che ristampa tutta la Valentina di Guido Crepax (anche se questa volta si tratta di una ristampa che, in ogni volume, presenta una storia colorata per l'occasione)...

E che, per l'inizio di maggio, il Corriere  della Sera (del gruppo RCS) annunci l'uscita dell'ennesima riedizione dei classici dell'erotismo di Milo Manara... Che ormai, se non erro, sono arrivati alla loro terza (o forse quarta) incarnazione sotto forma di allegati nel giro di una decina d'anni... Non male, soprattutto se si considera che buona parte di questi lavori sono in circolazione dagli anni Ottanta/Novanta. Ad ogni modo, come da prassi, ogni nuova collana di allegati dedicata a Milo Manara può contare sulla ristampa di qualche lavoro che in edicola non si era ancora visto, e così questa volta tocca alla sua personale interpretazione di Caravaggio inaugurare il progetto...

Di quanto questa versione di Caravaggio sia stata "adattata" ed eterosessualizzata per non urtare il tipico pubblico di Milo Manara - e più in generale l'italiano medio - ne ho parlato fino allo sfinimento (portando anche tutta una serie di prove storiche, come potete vedere CLICCANDO QUI). Quindi direi che è abbastanza emblematico il fatto che venga usata come testa d'ariete per attirare l'attenzione su questa ennesima riproposta (neanche tanto economica, per la verità) dei capolavori di questo artista. La cosa più interessante di tutte, comunque, è che - perlomeno nel mondo degli allegati ai quotidiani - quando si vuole tentare la carta dell'erotismo si continui a puntare su Crepax e Manara, sempre e solo Crepax e Manara, ormai... E cioè su un simpatico signore che quest'anno compirà 73 anni e su un suo collega che è defunto nel 2003. A proposito: se volete rendere omaggio alla sua tomba (che a dire il vero è anche troppo anonima) si trova nel Cimitero Monumentale di Milano...

Ad ogni modo, se qualcuno volesse riflettere su questa situazione, e sul rapporto fra erotismo e fumetto italiano, direi che lo scenario è perlomeno curioso. Da una parte nessuno si azzarda più a puntare sull'erotismo, per paura di perdere in partenza la battaglia con internet, e dall'altra quando si vuole giocare questa carta - ormai - si punta sempre e solo sulla ristampa un paio di autori... Gli unici due che probabilmente, a suo tempo, vennero sdoganati da un certo mondo intellettuale (che fu), finendo nei salotti buoni, in televisione e tutto il resto. Anche perchè nel loro caso si tratterebbe di raffinati fumetti erotici e non di materiale pornografico. Nel senso che non vengono presentati primi piani di genitali, c'è una grande cura per i dettagli, una certa ricerca artistica e compositiva, le situazioni sono provocanti anche quando non sono esplicite e bla, bla,bla... E questo spiegherebbe anche perchè Milo Manara e Guido Crepax sono sempre in edicola, mentre a nessuno è mai venuto in mente di dedicare una collana di allegati all'opera omnia di Giovanna Casotto, ad esempio...

Siccome cercare di spiegare la differenza fra erotismo e pornografia è un compito arduo, e in realtà non è lo scopo di questo post, oggi mi limito a fare alcune considerazioni. Premesso che gli autori di cui sopra sono sempre stati ben attenti a non rischiare di mettere in primo piano, o di presentare sotto una luce perlomeno "accattivante", l'omosessualità maschile (anche per via del contesto in cui si muovevano, del mercato a cui si rivolgevano e della mentalità dominante... Nonchè delle loro convinzioni personali, presumo), questa ennesima ondata di ristampe ad alta diffusione è coincisa - curiosamente - con un piccolo evento abbastanza particolare. Che mi ha offerto alcuni spunti di riflessione interessanti... Di cosa si tratterà mai?

Al Taschen Store di Milano (in Via Meravigli 17), quasi a sorpresa, è stata allestita la prima mostra italiana dedicata a George Quaintance (vero capostipite dell'illustrazione omoerotica moderna, di cui ho parlato QUI). Si tratta di una decina di tele originali, che originariamente erano state esposte al Taschen Store di Los Angeles nell'ormai lontano 2015 (e ovviamente all'epoca ne avevo parlato QUI). La mostra resta aperta dal 21 aprile al 20 luglio, quindi - una volta tanto - rappresenterà un evento culturale da non perdere a cavallo degli eventi del gay pride milanese. Anche se, tanto per cambiare, l'iniziativa è partita da una nota casa editrice internazionale e non certo dal mondo gay italiano propriamente detto... 

Ad ogni modo, a guardare la bottiglia mezza piena, si tratta di un evento che nel suo piccolo è di portata storica. Soprattutto considerando che - per quel che ne so - George Quaintance (a differenza di Tom of Finland) non era mai stato esposto in Italia nemmeno di straforo...
Al che, giustamente,  vi chiederete quale collegamento potrebbe esserci fra George Quaintance (che è morto prematuramente nel 1957), Milo Manara e Guido Crepax. Ecco, diciamo che pensandoci su non ho potuto fare a meno di notare che nel nosto paese Guido Crepax e Milo Manara sono entrati, più o meno, a far parte di un certo immaginario popolare... Con il loro vedo/non vedo, con le loro inquadrature ricercate e piccanti, con la cura del dettaglio... Mentre George Quaintance, che si fece notare  negli USA proprio a partire da una serie di pubblicazioni criptogay da edicola, e fin dagli anni Cinquanta, dalle nostre parti resta una proposta trasgressiva e d'avanguardia... E viene esposto per la prima volta in Italia solo nel 2018...



Sono cose che un po' danno da pensare... Anche perchè, in effetti, l'erotismo di George Quaintance era discreto e allusivo, e sicuramente non aveva niente di volgare o di troppo esplicito. Anzi, in proporzione persino Manara e Crepax sono stati da sempre più disinibiti e diretti... Eppure, evidentemente, per George Quaintance l'Italia fino ad ora non era pronta... In particolare non era pronta per la sua rappresentazione così celebrativa e solare dell'omoerotismo.

Il che, comunque, mi ha fatto anche pensare che negli anni in cui Crepax e Manara muovevano i loro primi passi in Italia sulle riviste d'autore e nei tascabili erotici, negli USA circolavano delle pubblicazioni che avevano titoli e copertine che - a tutt'ora - in Italia avrebbero delle serie difficoltà ad essere distribuite ed esposte... E forse anche solo pubblicizzate...












Anche perchè, fin dalla copertina di questi romanzi economici (che erano distribuiti anche nelle edicole), si intuisce che i "gay" di cui si scriveva all'interno non erano necessariamente rappresentati in maniera patetica, drammatica o ridicola... E, mi spiace dirlo, nelle edicole italiane - anche nei tempi d'oro dei tascabili erotici - non si è mai visto niente del genere... Anche perchè il registro a cui si attenevano gli editori era di tutt'altro tipo, diciamo... Ed era funzionale a confermare i pregiudizi (e i gusti) del pubblico eterosessuale più terra terra...

In compenso è dagli anni Sessanta che Crepax viene riproposto ciclicamente in edicola (e altrove), mentre Manara lo ha seguito a ruota a partire dalla fine del decennio successivo. E, ovviamente, se di fumetti erotici propriamente gay nelle edicole non se ne sono mai potuti vedere finora, adesso - con la crisi generalizzata dell'editoria cartacea e tutto il resto - si potrebbe anche pensare che il treno sia stato perso per sempre...

Anche se, paradossalmente, proprio adesso un certo tipo di immaginario inizia ad essere sdoganato sul serio (anche in pieno centro a Milano)... Peraltro in un contesto che, una volta tanto, non è prettamente "gay"...

E la cosa più curiosa di tutte è che, a pensarci bene, quando qualcuno di recente ha osato proporre contenuti relativamente omoerotici in edicola (vedi Nine Stones della Cosmo) non è che le cose siano andate male... Tutt'altro... Però, guardacaso, NON c'è stata una rincorsa - da parte degli editori concorrenti - ad accaparrarsi e/o a produrre nuovi titoli omoerotici da lanciare in edicola... Chi l'avrebbe mai detto, vero? Ormai è passato un annetto dal debutto di Nine Stones in edicola, e anche se è andato benissimo NESSUNO ha ancora provato a trarne spunto per proporre fumetti che puntassero su contenuti di un certo tipo...

In compenso abbiamo fatto in tempo a titrovarci per le mani le nuove ristampe di Crepax e Manara... Come dicevo è una situazione a suo modo curiosa... Anche perchè, nel caso di Crepax e Manara (come avviene nel caso della stragrande maggioranza delle serie a fumetti allegate ai quotidiani), la sensazione è che si voglia giocare sul sicuro, spremere gli appassionati e i collezionisti storici fino al midollo ed evitare accuratamente di rilanciare davvero un settore - quello del fumetto erotico - che in Italia è quasi del tutto estinto... E che comunque, per inciso, tende ancora a rifiutare il concetto di "omoerotismo", con tutto quel che ne consegue...

E d'altra parte se gli autori più rappresentativi del settore (o perlomeno gli unici su cui valga la pena investire in maniera così massiccia e ripetuta) sono ancora considerati Crepax e Manara (che ha affermato più volte che Caravaggio non poteva che essere eterosessuale) tutto il resto vien da sè...

Alla prossima.

http://lightelf.blogspot.it/2018/04/premio-glad-2018_3.html

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certamente in Italia c'è difficoltà a aprirsi a un certo tipo di produzioni come pure a tenersi al passo coi tempi, ma credo che alla radice del misero destino su cui si sta incamminando il mondo del fumetto italiano ci sia qualcosa di molto più tecnico, ovvero la completa mancanza della consapevolezza che nessuno ha le risposte in mano e che ogni scelta va testata. I giapponesi sono dei geni del fumetto ma non c'è grande serie che non sia partita come "one shot", quindi come episodio singolo. Lo stesso accade negli Stati Uniti, e ovviamente non solo nel fumetto: si fanno dei corti per testare storie da usare poi in film veri e propri (Dare e Were the world mine, sono nati così, giusto per citare un paio di titoli gay), o si mettono a disposizione dei romanzi per cogliere le esigenze del pubblico (proprio oggi un autore su bloody disgusting racconta come il suo libro sia stato letto più di un milione di volte sul sito wattpad prima dell pubblicazione). In Italia no, si esige che ciò che si fa sia un successo, senza nessun investimento a monte. Nessuna meraviglia che per non essere sbugiardati si finisca per scivolare nelle ristampe infinite come quelle di cui parli nel tuo post.