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martedì 7 agosto 2018

MOLTO INTERESSANTE...

Ciao a tutti, come va?

Neanche a farlo apposta è circolata da poco una notizia bomba lanciata dalla casa editrice Bonelli, e così - anche se ne avevo parlato di recente - mi ritrovo a metterla ancora al centro di uno dei miei post...

Tutto parte da questo comunicato stampa:

"Milano, 3 Agosto 2018 –Sergio Bonelli Editore S.p.A., l’editore italiano leader di mercato nel settore dei fumetti, ha annunciato oggi la creazione di Bonelli Entertainment, “braccio produttivo” della Casa Editrice nato con lo scopo di sviluppare progetti cinematografici e televisivi basati sui propri personaggi e sulle proprie storie originali.

La nuova unità sta attualmente sviluppando una serie TV horror live-action di 10 episodi basata su Dylan Dog, l’ “Indagatore dell’Incubo”, e sono allo studio progetti per cinema e TV che coinvolgeranno Martin Mystère, Mister No, Dampyr, Dragonero, Il Confine e l’universo legato a Nathan Never, così come altri personaggi e nuove property.

Dylan Dog, creato da Tiziano Sclavi, è uno dei brand di maggior successo nella storia della Sergio Bonelli Editore; fu lanciato nel 1986 e da allora sono stati pubblicati oltre 500 differenti episodi a fumetti. La diffusione lifetime ha superato le 50 milioni di copie, facendo di Dylan uno degli eroi di carta a maggior diffusione in Italia, da sempre.

Dylan Dog è uno di quei rari fenomeni che riescono a coniugare un vasto pubblico, un seguito di culto (Dylan ha ispirato festival e fan-film, come il Dylan Dog Horror Fest che nei primi anni '90 ha avuto centinaia di migliaia di partecipanti), con un alto apprezzamento sia da parte di critici letterari che intellettuali.

Dylan Dog, l'unico Indagatore dell’Incubo, è inglese, poco più che trentenne, vive nella Londra contemporanea e, come investigatore privato, accetta solo casi "strani", soprannaturali e inquietanti. Le sue avventure, molto cinematografiche e dalla forte connotazione romance, hanno a che fare sia con mostri, fantasmi, vampiri, lupi

mannari e zombi, che con un universo surreale e fantastico.

Il fumetto di Dylan Dog, è stato distribuito in 30 paesi e attualmente è venduto in 11 nazioni.


"Una delle principali priorità dell’unità produttiva Bonelli Entertainment –dichiara Davide Bonelli, Presidente di Sergio Bonelli Editore S.p.A.– è quella di sviluppare nuovi modi per permettere al pubblico di conoscere i nostri personaggi più famosi e iconici, ma anche le proposte più recenti e quelle inedite ancora in lavorazione, su qualsiasi piattaforma. Stiamo investendo nella produzione di contenuti originali e spettacoli di alta qualità come la serie live-action su Dylan Dog, prendendoci cura dei nostri personaggi più amati, e al tempo stesso elevando i nostri fumetti verso nuove esperienze e vette, con idee innovative”.
Il comunicato è stato fatto girare anche in inglese, ed è stato ripreso anche da Variety (CLICCATE QUI) e dal sito specializzato in horror Bloody Disgusting (CLICCATE QUI). Da notare che in entrambi i casi il comunicato è stato ripreso citando l'imbarazzante film del 2011 prodotto negli USA, che probabilmente è diventato un piccolo cult del trash (e infatti la Bonelli NON lo ha citato nel comunicato), nonchè uno dei principali motivi per cui Variety e Bloody Disgusting hanno ripreso la notizia, probabilmente.

In compenso Variety ha riportato in esclusiva un intervento di Vincenzo Sarno (foto sotto), a capo del neonato ufficio Bonelli Entertainment, secondo cui, ora che la casa editrice è tornata in possesso di tutti i diritti multimediali dei propri fumetti, e ne ha ripreso il controllo, “l'essenza dei suoi personaggi resterà intatta”. I noltre ha precisato che “Dylan Dog” si sta sviluppando come "una stagione di 10 episodi, basata sulle storie dell’investigatore del paranormale inventato da Tiziano Sclavi che insieme al suo fidato compagno Groucho si trova ad indagare sul mondo bizzarro e paranormale che circonda Londra, fatto di mostri, vampiri e lupi mannari."

Sul sito Bonelli (CLICCATE QUI) si legge poi che ogni episodio durerà 50 minuti, che la maggior parte degli episodi saranno autoconclusivi, ma che alcune sottotrame si svilupperanno lungo tutta la serie. E se il genere sarà senza dubbio l'horror, non mancheranno di certo la commedia, l'azione e le relazioni sentimentali. Più in generale, non mancherà la profondità del protagonista, che è sempre stata fondamentale nell'apprezzamento del grande pubblico alla serie.

Vincenzo Sarno ha poi confermato che gli altri progetti che Bonelli ha in sviluppo sono una serie tv fantascientifica su Nathan Never, una serie avventurosa dedicata a Mister No, la serie su Dampyr ed un adattamento animato di Dragonero in sviluppo presso RAI. Anche Il Confine e Martin Mystère avranno presto un adattamento. Il Confine (progetto ancora molto misterioso, che non ha visto la luce nemmeno a fumetti) sarà una co-produzione con la Lucky Red di Andrea Occhipinti.

Dal canto suo il direttore editoriale Michele Masiero è intervenuto rivelando che "tutte le serie avranno punti di contatto che gli permetteranno di poter in alcuni casi fare degli spin off. Infatti, Dylan Dog introdurrà le possibili serie su Mister No e su Martin Mystère. Inoltre conferma che le serie adatteranno storie che possano funzionare sia sulla carta stampata che sullo schermo."

Come precisato da Wired (CLICCATE QUI), la Bonelli ha anche dichiarato che sono in corso trattative con realtà italiane e internazionali, comprese le grandi piattaforme di streaming, per trovare partner produttivi con cui unire le forze.

In realtà, considerando che al momento i progetti sono solo in fase di perfezionamento e si cercano partner (presumo anche economici), viene un po' il sospetto che questo annuncio roboante - diffuso tra l'altro in spazi abbastanza rinomati - serva appunto per garantire la serietà di chi lo ha fatto e per sollecitare i suddetti partner potenziali a prendere una decisione positiva in merito.

Ad ogni modo perchè ne parlo su questo blog, vi chiederete voi?

Alcune considerazioni preliminari: i personaggi Bonelli (o perlomeno tutti quelli citati nel comunicato) NON sono collocati in Italia. Da una parte per l'irrefrenabile fascino della location esotica/straniera, e dall'altra per evitare riferimenti troppo diretti alla situazione del nostro paese (con conseguente rischio di polemiche, strumentalizzazioni, querele o altro). Inoltre, in alcuni casi, sono collocati in altre epoche (Mister No negli anni Sessanta e Nathan Never un centinaio di anni nel futuro).

Quindi per essere realizzate in maniera credibile dovrebbero essere girate, almeno in parte,  a Londra (Dylan Dog), nella foresta amazzonica (Mister No), nell'Europa dell'Est in diverse epoche storiche (Dampyr), in un futuro ipertecnologico (Nathan Never) e in giro per il mondo (Martin Mystère)... Gli unici che hanno vissuto ANCHE avventure italiane per un certo periodo sono stati Dampyr e Martin Mystère, ma realizzare le loro eventuali serie utilizzando SOLO location italiane/contemporanee probabilmente li snaturerebbe e non sarebbe un gran biglietto da visita.

In ogni caso già solo girare una serie a Londra, come la serie di Dylan Dog ormai data per certa, richiederebbe un investimento produttivo importante (soprattutto adesso che è in fase di Brexit), che si va ad aggiungere a quello relativo alla post produzione, agli effetti speciali, alla scelta di un cast adeguato, alle sconografie e tutto il resto. Quindi - considerando che si parla di episodi di un'ora l'uno - il costo di produzione (se si volesse fare qualcosa di realmente competitivo) potrebbe arrivare facilmente a superare i 600.000 euro a episodio (che diventerebbero molti di più nel caso di altri personaggi fra quelli elencati). Senza contare la promozione e tutte le spese accessorie. Quindi è evidente che alla Bonelli servirebbero partner molto danarosi, a meno che non voglia ritrovarsi per le mani del materiale al cui confronto il film di Dylan Dog del 2011 sarebbe una pellicola da Oscar... Col risultato di affossare tutto il progetto sul nascere (e probabilmente non solo quello).

Anche perchè, piccolo dettaglio, quel film sarà stato anche inguardabile però venne a costare 20 milioni di dollari (ed era il 2011)... E questo, forse, può dare un'idea degli investimenti di cui si parla.

Un secondo dettaglio da valutare è il fatto che, a livello internazionale, i paesi in cui i personaggi Bonelli elencati vendono di più sono Turchia, Serbia e Croazia... E nessuna di queste nazioni è in grado di sponsorizzare produzioni televisive competitive a livello internazionale (anche se forse offrirebbero delle location interessanti a costi contenuti).

Quindi - escludendo RAI e MEDIASET (che da decenni non producono fiction live ispirate ai fumetti, e visti i pochi precedenti è molto meglio così) è abbastanza ovvio che in Bonelli cercheranno di avviare collaborazioni con SKY (ma sarà difficile, visto che è da quasi dieci anni che ha un serial di Diabolik in sospeso), Netflix o con qualche grande multinazionale dell'intrattenimento (magari sfruttando gli agganci della Panini in tutto il mondo? Chissà...).

E a quel punto, probabilmente, si manifesteranno alcuni problemi.

A partire dal fatto che i personaggi Bonelli non hanno mai fatto parte di un universo realmente coeso. Condiviso forse sì, ma coeso proprio no. O meglio: hanno interagito in alcune occasioni, ma quello che è successo su una serie non ha mai avuto reali ripercussioni sulle altre. Le scoperte di Martin Mystere sono mai entrate a far parte di una qualche cronologia ufficiale del "Bonelli Universe"? Le gerarchie vampiriche di Dampyr hanno mai fatto sentire il loro peso in Dylan Dog? Come si può creare un universo coerente in stile MARVEL senza snaturare il concept originale di personaggi che si muovono di fatto in una serie di realtà parallele, strafregandosene fondamentalmente gli uni degli altri?

Comunque il punto più importante è che, se pure un qualche colosso dell'intrattenimento fosse ingolosito dalla proposta e si rendesse disponibile, entrerebbe quasi certamente in conflitto con l'editore che detiene i diritti su Dylan Dog e soci su alcuni punti. Nel senso che sarebbe inconcepibile fare una trasposizione fedele di personaggi che, per risultare competitivi a livello di fiction, andrebbero necessariamente svecchiati, riveduti e corretti. In una parola rimaneggiati. E se  Netflix - per fare un esempio - ha ritenuto che fosse necessario compiere questa operazione con i personaggi MARVEL, lo riterrebbe ancora più necessario nel caso dei personaggi Bonelli (che tra l'altro, a differenza di quelli MARVEL, non hanno mai avuto un reale restyling dal momento della loro ideazione ad oggi).

E a quel punto la  Bonelli che potrebbe fare? Rifiutare tutte le proposte che arrivano fino a quando non si presenta quella che gli garantisce totale controllo sui personaggi? E se non arrivasse mai?

D'altra parte si sa già che la serie animata di Dragonero (26 episodi realizzati con RAI RAGAZZI), per poter entrare in produzione, ha subito varie modifiche rispetto al fumetto originale. Cosa che a suo tempo fu necessaria anche per Martin Mistery. A proposito: la Bonelli ha qualche diritto su quel personaggio? A questo punto viene proprio il sospetto di no, e verrebbe da pensare che all'epoca i diritti di sfruttamento fossero del solo Alfredo Castelli, il cui nome compare nella sigla di testa... Quindi gli eventuali diritti di Martin Mystère, ora, di chi sarebbero? MISTERY!

Comunque se nel caso delle serie animate certe operazioni potrebbero essere maggiormente tollerate dalla casa editrice, cosa accadrebbe se si ritrovasse con dei partner che esigessero delle virate in direzioni che la casa editrice non ha mai considerato (o voluto considerare) per i suoi fumetti?

E qui arriviamo al dunque, e al motivo per cui tocco l'argomento su questo blog.

Nelle fiction di ultima generazione, quelle che vogliono avere un certo appeal sui giovani e sugli amanti di immaginario pop, le tematiche omosessuali non solo sono presenti in maniera sempre più frequente e disinvolta, ma iniziano anche ad essere portate avanti da personaggi ricorrenti o addirittura tramite quelli che compongono il cast regolare... E prossimamente faranno parte addirittura del background del/della protagonista (come nel caso di Batwoman). E queste tematiche vengono presentate, per forza di cose, in maniera moderna e gay friendly. Toccando direttamente anche una serie di sottotemi che, per esempio, Dylan Dog non ha mai osato toccare pur vivendo in una città come Londra. Una citta dove - tanto per dirne una - Scotland Yard ha la sua associazione di riferimento per i poliziotti gay, che marcia al Pride di Londra (in uniforme!) dal 2003, ma in cui Dylan Dog non si è mai imbattuto in un poliziotto o un agente omosessuale... Di altre minoranze sì, ma omosessuali proprio no.

Ora: se per ipotesi - ed è solo un'ipotesi - qualche produttore internazionale o qualche piattaforma streaming volesse impegnarsi per realizzare dieci puntate di Dylan Dog... O magari di Nathan Never... Potrebbe accettare a testa bassa l'approccio tradizionale della casa editrice a tutta la questione? Magari presentando i personaggi omosessuali nel suo classico stile e ficcandoli nelle tipiche situazioni deprimenti in cui li colloca tradizionalmente?

Avrebbe senso proporre al grande pubblico internazionale la Legs Weaver perennemente tormentata e depressa che si è vista negli ultimi anni, ad esempio?

Forse sbaglierò, ma mi sembra abbastanza improbabile. Però a quel punto sarebbe la casa editrice che dovrebbe scendere a compromessi, "tradendo" il suo patto di fedeltà con il suo pubblico tradizionale (e anche le dichiarazioni che sono circolate in questi giorni).

D'altra parte, per fare un esempio recente, su Netflix ha da poco debuttato la seconda serie ispirata dai romanzi di Anna dai Capelli Rossi... E chi di dovere ha pensato bene di inserire un'interessantissima sottotrama che coinvolge il migliore amico gay della protagonista (assente nei romanzi originali) e l'approfondimento delle vicende della ricca zia lesbica della sua migliore amica Diana... Riuscendo persino a trattare temi attuali come il bullismo omofobo, le coppie omosessuali di lungo corso e le leggi omofobe... E stiamo parlando di un serial su Anna dai Capelli Rossi...

Da dei personaggi come quelli della Bonelli, che hanno un target di pubblico più adulto, a rigor di logica un produttore internazionale si aspetterebbe dei serial TV che trattino l'argomento in maniera molto più esplicita e diretta...

Quindi sarà molto interessante vedere cosa succederà se e quando questo potenziale conflitto di interessi emergerà, anche perchè - se certe voci che circolano sono vere - può anche essere che in Bonelli si voglia investire una sostaziosa liquidità (ricomprando anche i diritti di personaggi precedentemente ceduti ad altri) in progetti multimediali proprio perchè le entrate dei fumetti sono in calo costante... E, finchè possono (e hanno ancora abbastanza soldi da investire), vogliono provare a trovare altri sbocchi a livello di entertainment.

Scelta legittima e comprensibile.

Ora bisognerà vedere cosa succederà quando scopriranno che in un certo ambiente non è affatto detto che abbiano ancora il coltello dalla parte del manico, soprattutto a livello internazionale... E quindi potrebbero anche prendere contatto con una realtà diversa da quella che si aspettavano, e che magari potrebbe anche spingerli a un più produttivo rinnovamento delle loro posizioni su tutta una serie di questioni...

Anche perchè l'alternativa potrebbero essere una serie di flop a catena, di cui sarebbe molto difficile intuire le conseguenze.

Chi vivrà vedrà.

Alla prossima.

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2 commenti:

H P L ha detto...

Per una volta, sono completamente d'accordo.

Buonagiornata :)

Pinullo ha detto...

Il progetto in se è molto importante. Spero che riescano ad attuarlo e che facciano veramente qualcosa di buono, moderno, originale.