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martedì 21 agosto 2018

DIFFERENZE DISNEYANE

Ciao a tutti come va?

Lo spunto di riflessione di oggi arriva dal magico mondo Disney, o meglio: dal magico mondo Disney Panini, visto che il clima di rinnovo generale del piano editoriale ha iniziato a coinvolgere anche le proposte legate a paperi e topi. L'annuncio che ha destato la mia attenzione questa volta riguarda l'arrivo di Topolino Junior, ovvero una versione di Topolino che - presumibilmente - si rivolgerà ai bambini molto piccoli.

Forse sbaglierò, ma il sospetto è che questa bella pensata sia stata ispirata dai colleghi francesi della Hachette, che in Francia hanno affiancato da diverso tempo allo storico Journal de Mickey il magazine Mickey Junior... Tra l'altroTopolino Junior avrà anche la sua stessa periodicità, e cioè quella mensile.

Ora: tecnicamente non ci sarebbe niente di male a copiare un'idea che ha successo in Francia, però secondo me è interessante notare che fra la situazione italiana e quella francese ci sono delle notevoli differenze che non andrebbero sottovalutate. La prima, forse, è che Mickey Junior non arriva dal nulla, ma è il proseguimento dello storico mensile per bambini Winnie, che teneva banco dal 1985 e che era pensato per la fascia d'età compresa fra i 3 e i 6 anni.

Quindi diciamo che se Mickey Junior in Francia ha un buon successo è anche perchè non viene dal nulla, e ha avuto modo di consolidare ininterrottamente la sua posizione sul mercato da oltre trent'anni. La seconda considerazione è che in Francia le pubblicazioni per ragazzi si dividono in maniera abbastanza netta per fasce d'età. Tant'è che lo stesso Journal de Mickey si qualifica come una pubblicazione che si rivolge ad un pubblico fra i 7 e i 14 anni. Quindi diciamo che Winnie, e poi Mickey Junior, sono stati concepiti con uno scopo preciso e non si sovrappongono a Le Journal de Mickey, che comunque può concentrarsi sul suo pubblico di riferimento principale senza dover pensare alle esigenze dei bambini dai 3 ai 6 anni, o magari a quelle degli adulti che hanno superato da tempo l'adolescenza.

E direi che questo è un punto nodale, visto che in Italia il settimanale Topolino non ha un pubblico di riferimento preciso, e deve rendere conto delle sue strategie e delle sue scelte ad un insieme di lettori estremamente variegato, cercando spesso un minimo comun denominatore che nei fatti non può esistere. Tant'è che le sue storie e i suoi contenuti sono pensati anche per essere a prova di bambini dai 3 ai 6 anni, e per solleticare ancora l'interesse di chi legge Topolino da venti, trenta o quarant'anni...

Cercando nel frattempo di non sbilanciarsi mai troppo in un senso o nell'altro, e di non prendere come riferimento principale la cultura giovanile contemporanea... Che OVVIAMENTE non avrebbe riscontri presso il pubblico adulto e men che meno presso i bambini in età prescolare. In compenso continua ad operare scelte di "marketting" abbastanza discutibili, mettendo in copertina - il più delle volte - dei personaggi paperizzati che tutto sono fuorchè dei riferimenti per il pubblico dai 7 ai 14 anni...

E dando per scontato che l'unico collante su cui può e deve puntare la rivista (anche per via degli interessi collaterali della Panini) sia il calcio... Che continua ad essere utilizzato, a sproposito, anche su un numero impressionante di copertine. Quasi come se i personaggi Disney, in Italia, si fossero progressivamente trasformati in dipendenti della FIFA, o giù di lì. Con tutti i progressivi danni di immagine che ho più volte analizzato su questo blog...

Le differenze fra Italia e Francia, poi, si fanno ancora più marcate se si confronta l'aspetto "magazine" (che in Italia si è un po' perso, a favore di storie non sempre eccezionali, diciamo) e il contenuto dei fumetti non disneyani presenti nella pubblicazione francese. Fumetti che trovano spazio - con degli assaggini da una pagina - anche sul sito ufficiale.

Per esempio: sul suddetto sito ci sono le tavole della serie Les Profs (che a suo tempo debuttò a puntate proprio su Le Journal de Mickey, per poi diventare un cult con due film dal vivo all'attivo), che mette alla berlina i peggiori difetti dei professori del liceo... Visti con gli occhi dei loro studenti. Un prodotto che, per gli standard del fumetto italiano attuale, sarebbe considerato come minimo diseducativo...
E, sempre sul sito de Le Journal de Mickey, ci sono anche degli assaggini della serie spin off di Les Profs, e cioè quella dedicata a Thierry Boulard... Un pessimo soggetto sotto quasi tutti i punti di vista. Ottuso, pigro, maleducato e chi più ne ha più ne metta. Un vero tormento per i suoi professori e per i suoi famigliari, e probabilmente è proprio  per questo che il pubblico lo ama tanto...

Mentre lui ama (fra le altre) la professoressa Amina, ben nota per le sue scollature sexy e per le sue minigonne... E vi ricordo che questo è un fumetto nato su Le Journal de Mickey...

Tra l'altro, giusto per farvi un esempio banale, in una delle tavole ospitate sul sito de Le Journal de Mickey, si vede Boulard che fa delle prove generali di esaltazione sportiva, e improvvisa uno strip... Che, di per sè, non sarebbe niente di straordinario, ma sicuramente sarebbe qualcosa di abbastanza improponibile - forse pure un po'scabroso - per il Topolino italiano (nonostante tutto il suo feeling col mondo del calcio).
E comunque penso che sia anche molto interessante il fatto che, sempre sul sito di cui sopra (che ha un taglio da news magazine generico per ragazzi), si possono trovare delle chicche che mai e poi mai uno penserebbe di trovare in un magazine italiano per ragazzi. Come ad esempio la segnalazione della cover di BELLA CIAO che alcuni cantanti francofoni hanno realizzato di recente (cliccate QUI se non ci credete)...

Ora: al di là delle opinioni personali su questo brano, della trovata in quanto tale e del significato che gli si può attribuire o meno... Credo che questo sia abbastanza indicativo delle differenze abissali che ci sono fra Le Journal de Mickey e Topolino, e fra il modo con cui queste due testate si approcciano al proprio pubblico... Tra l'altro, piccolo dettaglio, il video di questo brano su youtube sta per superare i 60 milioni di visualizzazioni, ma non mi pare che in Italia se ne sia parlato granchè (nel bene o nel male).

Ad ogni modo, francesi a parte, presto o tardi Topolino dovrà fare i conti col fatto che anche le nuove serie Disney NON sono progettate per cercare il minimo comun denominatore per TUTTO il loro pubblico potenziale, orientandosi piuttosto verso un target preciso e sviluppando la narrazione a più livelli.

Tant'è che nella nuova serie delle DuckTales, che gli appassionati stanno già analizzando fotogramma per fotogramma, qualcuno sostiene di avere scovato il primo personaggio che sembra avere una vera e propria cotta per Paperino... Ovvero Storkules (Cicognercole in italiano), la versione cicognesca di Ercole. E in effetti, rivedendo l'episodio  numero 10, "La lancia di Selene", con la dovuta attenzione, viene il sospetto che il sentimento di grande amicizia esternato da Storkules nei confronti di Paperino sia un tantino eccessivo per essere solo amicizia... Anche perchè Storkules lo manifesta solo nei suoi confronti.



E ha pure dedicato alla loro grande amicizia un'anfora personalizzata...

Nonchè una statua che mette abbastanza in evidenza come Storkules vede Paperino...

Anche perchè non perde occasione per spupazzarlo, accarezzarlo, coccolarlo e via dicendo...

E la serie è solo all'inizio... Non so perchè, ma ho la sensazione che questo non resterà un caso del tutto isolato. A riprova del fatto che, giustamente, chi si rivolge ad un pubblico giovane deve perlomeno provare a raccontare il mondo in cui quel pubblico vive, e forse dalle parti della Disney hanno ritenuto che fosse arrivato il momento di iniziare a osare qualcosina in più rispetto al passato. Soprattutto considerando che i ragazzini di oggi non sono esattamente degli sprovveduti.

Anche se dalle nostre parti si continuano a fare orecchie da mercante.

Alla prossima.

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5 commenti:

H P L ha detto...

Che bella la serie dei Prof... insieme ai fumetti di Ippo It, era la mia serie di strip preferita de Il Giornalino XD

Se almeno, con questa mossa, la disney ne approfittasse per inserire DAVVERO dei contenuti per ragazzi 14enni nel Topolino "classico", e lasciare le storie più infantili per quello junior... ma, citandoti, qualcosa mi dice che non sarà così...

Massimo Basili ha detto...

La differenza sostanziale tra il Topolino italiano e Le Journal de Mickey sta nell'ovvio monopolio del mondo Disney sul settimanale, che dura fin dal primo numero del lontano 1949, mentre in precedenza, durante la gestione Nerbini, Paperi e Topi convivevano con personaggi di diversa provenienza. Non ce li vedo i vertici Panini a decidere di tornare a quel tipo di formula editoriale...

Rickleone ha detto...

Purtroppo, almeno per i primi tredici episodi, sembra che DuckTales 2017 tratti Paperino come un personaggio del tutto secondario, a livello di Tata, per dire.
E io in quelle gag con Cicognercole ci ho letto solo una presa in giro al cameratismo e all'affettuosità fisica che spesso si sviluppa fra i lottatori grecoromani e alte discipline basate sulle prese. Con dei connotati omosessuali sì, ma del tutto irrilevanti e ignorabili.
Spero comunque la serie (che pare molto ambiziosa) abbia sufficiente impatto da obbligare i fumetti ad adattarsi ai suoi contenuti. Per dirne una, rimuovere Paperina, che è incarnazione dei peggiori stereotipi femminili degli anni '50.
Oppure aggiornarla seriamente, ma non so quanto ci si possa fare con quel materiale di partenza.

Anonimo ha detto...

E se il problema non fosse nè il Topolino nè la Disney ma il vento (o piuttosto la scarsa vitalità) che tira nemmeno nel fumetto italiano ma nel modo di pensare italiano? Topolino, quando lo leggevo io, aveva un taglio per famiglie, niente di trasgressivo, dark o ribellista, ma le sue stoccate satiriche le tirava, aveva saghe a più puntate con personaggi che, per un bambino di diec'anni poi, avevano il loro mordente, a volte risultando grandiosi o crudeli o talmente mediocri e meschini da risultare d'impatto. Spesso c'erano riferimenti che mi sfuggivano, studiati per tenere in piedi l'attenzione dei ventenni o degli adulti, completi di riferimenti d'attualità, a volte, per quanto banalizzando un tantino, di attualità sociale o politica. Cos'è successo? Non lo so, è da tanto che non seguo,ma suppongo sia un colpo di coda del conformismo, inteso come mania di smussare qualunque cosa possa anche vagamente turbare un pargolo, cose che siano prima di tutto tranquille (che poi, il pargolo, magari ha visto o inteso ben di peggio di quanto vorrebbe inserire qualcuno nella trama. Poco è servita ai tempi la Valeri Manera, e aveva più motivi, figuriamoci che senso ha "ammorbidire" topi e paperi, peraltro già più amichevoli che negli anni '50, quando avevano atteggiamenti decisamente spicci).
Per paradosso, più il mondo diventa aggressivo e incivile, più si vorrebbe essere indirettamente educativi, anche in maniera stucchevole, negando al giovane lettore un livello di moderata trasgressione che gli sia addice molto di più. Risultato possibile: il ragazzino, che vorrebbe un personaggio come quello del fumetto francese, si annoia o si sente oggetto di un trattamento dall'alto in basso, per giunta in trasparenza(i bambini odiano essere considerati "bambini" in questo senso: se subodorano la cosa ti odiano; alcuni non sono mai stati "bambini" e non lo rimpiangono!)

Wally Rainbow ha detto...

Acuto!