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mercoledì 19 settembre 2018

PICCOLE FIERE E MEDIE RIFLESSIONI

Ciao a tutti, come va?

 Lo spunto per il post di oggi mi arriva dopo aver visitato l'ultima edizione di Modena Nerd, una delle (tante) manifestazioni fumettistiche medio-piccole che negli ultimi anni sono nate per venire incontro all'utenza che si definisce nerd, appunto. Anche se in effetti questa parola, in Italia, ha assunto un significato che originariamente non aveva. Nel senso che - teoricamente - si riferirebbe a chi ha una certa propensione per la tecnologia e non ha una grande vita sociale, finendo per ripiegare su passioni e interessi che la media delle persone (soprattutto nell'adolescenza) non ha. Quindi, se da una parte l'accostamento con i videogames ha senso, dall'altra la parola nerd non ha necessariamente implicazioni legate all'immaginario pop, ai fumetti, e via dicendo. E infatti nell'ambiente anglosassone - in questi casi - gli si preferisce il termine "geek",  che indica i super appassionati in senso lato, e in particolare quelli un po' eccentrici, e quindi include i nerd veri e propri e le altre categorie di persone che ingolfano le manifestazioni di un certo tipo (senza necessariamente essere appassionati di videogames e tecnologia)... E che, ovviamente, possono avere una vita sociale e relazionale più che dignitosa.

Nell'attesa che anche il termine "geek" si faccia largo nel nostro paese, con i soliti venti o trent'anni di ritardo, bisogna comunque prendere atto che avere delle manifestazioni che utilizzano il temine nerd nel loro nome è già un passo avanti (c'è anche un Bologna Nerd Show a febbraio, per gli interessati). Ad ogni modo, al di là dei cavilli linguistici, penso che - di tanto in tanto - sia importante anche cercare di analizzare la situazione partendo dalle manifestazioni meno imponenti, e non solo da quelle più importanti e frequentate.

Anche perchè, generalmente, quelle piccole sono anche quelle più "sentite" e che possono dare davvero il polso della situazione. Soprattutto considerando che ormai fiere come Lucca Comics & Games hanno assunto una dimensione prettamente turistica, che coinvolge tantissimo pubblico che, in realtà, non potrebbe essere affatto definito nerd o geek... E che in buona parte è composto da curiosi o, nella migliore delle ipotesi, da girellari nostalgici.

Fatto sta che, come vi dicevo, sfidando una calura e un'umidità di livello tropicale mi sono girato ben bene Modena Nerd, e non ho potuto fare a meno di pensare alcune cose. La prima è che, anche se il mondo del fumetto italiano ufficiale ha ancora tutta una serie di remore al riguardo, nel contesto prettamente nerd/geek integrare tematiche e autori LGBT senza particolari problemi è diventato abbastanza frequente, e forse persino scontato. Modena Nerd era divisa in due padiglioni: uno per i games e uno per tutto il resto, e in quest'ultimo un'ampia area era riservata agli autori che volevano autogestirsi un proprio spazio, vendendo tavole originali, firmando autografi, realizzando schizzi e promuovendo le loro pubblicazioni... Così, poteva capitare di vedere classici autori Bonelli a poca distanza da Samuel Spano e da tutto il suo materiale su NINE STONES...


E girato l'angolo ci si poteva imbattere in Jacoppo Camagni e Marco B. Bucci con Nomen Omen, magari a breve distanza da quale nome disneyano...

E questi non erano nemmeno gli unici autori presenti che di recente hanno tenuto alta la bandiera LGBT.

Quindi la sensazione è che in realtà il mondo del fumetto italiano, o perlomeno quella sua componente che gestisce e anima la parte più genuina di queste manifestazioni, sia molto meno bacchettona e più inclusiva di quanto sembrerebbe a prima vista... E passando dal padiglione più "geek" a quello più "nerd", direi che faceva la sua scena anche lo spazio occupato da La Gilda, il gruppo gioco LGBT di Bologna, che ormai nelle manifestazioni limitrofe è sempre più presente.

E la cosa interessante, secondo me, è che situazioni come questa iniziano ad essere sempre meno isolate. Visto che, ad esempio, negli stessi giorni in cui si teneva Modena Nerd, dalle parti di Alessandria si teneva la manifestazione AleComics (che tra l'altro è una delle poche ad ingresso gratuito), dove Marco Albiero e Immanuel Casto presentavano (di nuovo) il gioco LGBT friendly WITCH & BITCH...

Quindi la sensazione è che una certa tendenza all'inclusività abbia iniziato a farsi largo anche nell'ambito delle manifestazioni di seconda fascia, diciamo, dove peraltro un certo tipo di prodotto può anche avere l'opportunità di essere più visibile... Senza che, al momento, ci siano state reazioni negative e/o proteste di qualche tipo, da parte del pubblico o degli organizzatori. E questo, considerando soprattutto il contesto italiano dell'ultimo periodo, non è un dato del tutto irrilevante.

E se non altro potrebbe dimostrare che la comunità più propriamente geek e nerd è tendenzialmente più portata ad avere un atteggiamento abbastanza aperto... Anche in manifestazioni che - effettivamente - hanno molti bambini fra i loro visitatori.

E i bambini, secondo me, sono un dettaglio importante anche sotto un altro punto di vista. Di bambini, a Modena Nerd, ce n'erano tanti, ma la la sensazione è che fossero lì più che altro per accompagnare i loro genitori...  Visto che nel padiglione "geek" - di materiale che in qualche modo poteva rientrare nel campo di interesse dei giovanissimi, ce n'era davvero pochissimo. Mentre nel padiglione "nerd", quello dei games e dei videogiochi, la situazione era del tutto opposta... Visto che ai tavoli dei giochi e davanti ai videogiochi (da quelli più recenti a quelli vintage, passando per i cabinati anni Ottanta), c'erano stuoli di bambini e ragazzini... Che magari si dilettavano a condividere la loro passione coi genitori...

E questo dovrebbe suonare come un campanello d'allarme abbastanza importante... Perchè dimostra che la comunità nerd, in Italia, si è struttarata a partire da gruppi di appassionati che sono anche in grado di capire come trasmettere la loro memoria storica e come coinvolgere le nuove generazioni, mentre la comunità geek è ancora fortemente condizionata dalle scelte dell'editoria e da tutta una serie di vincoli che - per tanti motivi - impediscono il ricambio generazionale... E non è solo una questione di fumetti. Questo dettaglio si è notato in particolare durante il concerto di Cristina D'Avena...

Se invece di guardare il palco di fosse guardato il pubblico, soprattutto nelle ultime file, si sarebbe notato che buona parte degli under dodici presenti si ritrovava a fare tutto fuorchè seguire il concerto e cantare le canzoni... Anche perchè è da almeno dodici anni che sui canali Mediaset i cartoni animati di cui Cristina D'Avena cantava le sigle hanno smesso di essere trasmessi con regolarità (tranne che nella fascia strettamente mattutina o nel cuore della notte), mentre è da anni che Mediaset non investe su nuove serie animate da trasmettere (soprattutto giapponesi), men che meno con una sigla di Cristina D'Avena... E dato che Cristina D'Avena è sotto contratto con Mediaset è abbastanza ovvio che per tantissimi bambini sia diventata, nella migliore delle ipotesi, "la tipa che cantava le sigle dei cartoni giapponesi che guardavano mamma e papà"... O qualcosa del genere...

E quindi si presentava questo panorama surreale, di adulti esagitati che canticchiavano i brani eseguiti sul palco, mentre i loro figli giocavano o guardavano altrove... O, peggio ancora, erano obbligati a fare le foto ai loro genitori che perdevano la cognizione del tempo e dello spazio, in un capannone dove il clima tropicale raggiungeva livelli che erano al di là del bene e del male...

Comunque il succo del discorso è che, se mi dovessi basare su quello che ho visto, mi verrebbe da pensare che se il ricambio generazionale nel mondo dei giochi e dei videogiochi - e quindi nel mondo "nerd" - non è un problema, mentre nel mondo più strettamente geek la situazione è diversa, non è solo una questione di abitudini e di tempi che cambiano.

Il mondo dei games e dei videogames offre ANCHE prodotti in sintonia con i giovani e giovanissimi, e si regge su una rete di appassionati che si organizza partendo dal basso e che fa comunità attorno a progetti, idee e sessioni di gioco. Spesso le stesse case editrici di giochi nascono da gruppi di appassionati (che tante volte sono anche molto giovani) e sono molto ricettive verso le nuove idee, e le sperimentazioni. E questo "fare rete" implica anche una certa tendenza a lasciare spazio a tutti, anche quando si vuole creare uno spazio più spiccatamente LGBT... E infatti in Italia abbiamo La Gilda, ma - curiosamente - non abbiamo un suo corrispettivo più prettamente geek, che promuova la cultura e la socializzazione LGBT attraverso fumetti, animazione, annessi e connessi... Come ad esempio fanno alcune associazioni statunitensi che sono tanto "nerd" quanto "geek"... Mi viene da pensare, ad esempio, alla GeeksOut a New York, che da qualche anno organizza addiirittura una manifestazione fumettistica totalmente LGBT oriented, ma che organizza regolarmente anche incontri dedicati agli appassionati di giochi e videogiochi.

E il fatto che a Modena Nerd abbiano capito quanto fosse importante dividere simbolicamente i "nerd" e i "geek" in due padiglioni diversi direi che è abbastanza sintomatico. Gli interessi del mondo geek, in effetti, in Italia continuano ad essere gestiti e amministrati soprattutto "dall'alto", e senza considerare più di tanto i reali gusti del pubblico o l'evoluzione del contesto socio culturale italiano. Ed è un dato interessante, che dimostra fondamentalmente che - ad un certo punto - chi si occupava di games e vidoegames ha continuato a stare al passo coi tempi, mentre chi si occupava di fumetti - tendenzialmente - ha cominciato a fare in modo che la situazione si ripiegasse su se stessa. Perdendo gradualmente il contatto col pubblico, e soprattutto col pubblico potenziale (ad esempio quello LGBT e LGBT friendly) e con i giovanissimi di cui sopra... E infatti, ripeto, è stato estreamente interessante verificare che in una manifestazione come Modena Nerd fumetti per bambini non ce ne fossero, ma giochi e videogiochi per bambini sì... E in discreta quantità...

Quindi verrebbe da pensare che se la situazione in generale ha preso una certa piega, piuttosto che un'altra, forse non è stato proprio un caso.

Tant'è che, giusto per fare un esempio concreto e stare in tema di eventi modenesi, nell'edizione di Modena Play dello scorso Aprile - una manifestazione dedicata prettamente agli appassionati di GAMES (ne avevo accennato QUI) - LA GILDA aveva tre postazioni ed è stato organizzato persino un incontro che affrontava il tema dell'importanza di trattare temi LGBT attraverso le dinamiche dei  giochi di ruolo, anche da un punto di vista pedagogico, con tanto di psicologhe e psicoterapeuti. E se avete un'oretta di tempo il video dell'incontro ve lo posto qui sotto...

Giusto per ribadire che il mondo dei GAMES (e dei videogames), da questo punto di vista, è molto più evoluto rispetto a quello  del fumetto, se non altro per quel che riguarda l'Italia... Dove penso che, per dire una cosa molto banale, in una manifestazione dedicata nessuno si sia mai azzardato a proporre una conferenza sull'IMPORTANZA dei contenuti LGBT nei fumetti e sul loro eventuale ruolo pedagogico.

Intendiamoci: non sto dicendo che il mondo dei GAMES è tutto rose e fiori. Sicuramente abbondano anche in questo ambito le persone arroccate su posizioni sessiste e retrograde, però il margine di discussione e le possibilità di confronto sul tema sembrano molto più ampie... Anche perchè, come dicevo prima, la sensazione è che in questo ambito il ricambio generazionale non si sia interrotto. E non solo a livello di fruitori, ma anche a livello di produttori e ideatori.

Difficile dire se è nato prima l'uovo o la gallina, ma direi che facendo un confronto col mondo del fumetto - in senso lato - le differenze sono abbastanza lampanti.

E varrebbe la pena di rifletterci un po' sopra.

Alla prossima.

1 commento:

H P L ha detto...

Da quanto tempo non sentivo "girellari"...

"Siete la mia luce in fondo al culo"
Immanuel Casto.

Poeta.