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mercoledì 7 novembre 2018

ARIA DI CAMBIAMENTO?

Ciao a tutti, come va?

A quanto pare anche quest'anno sono riuscito ad andare dalle parti di Lucca per verificare che aria tira nella più importante manifestazione italiana dedicata all'immaginario POP, che ormai è diventata anche una delle più partecipate al mondo. E, ovviamente, anche quest'anno ne darò una lettura alternativa sul mio blog... Anche perché le cose da dire non sono poche, e tra l'altro - considerando che il tema dell'edizione di quest'anno era il Made in Italy - direi che questa volta ci sono più spunti di riflessione del solito... Anche perché mi pare di avere notato una serie di dettagli supplementari, che probabilmente non saranno messi in evidenza da altre parti...

Devo essere sincero: questa volta, dal punto di vista LGBT, mi è parso che qualcosa sia iniziato a cambiare. Anche se si è trattato di un cambiamento che potrei definire estremamente frammentato e in buona parte allo stato embrionale, evidente e al tempo stesso sottotraccia ed estremamente "diluito" all'interno delle mille attrattive della manifestazione.

Da che parte cominciamo?

Forse dalle cose più evidenti, e cioè dal fatto che, perlomeno nell'area GAMES sono stati realizzati diversi incontri del genere che, effettivamente, fino a qualche anno fa a Lucca Comics & Games non avevano mai trovato posto. E lo si intuiva fin dai titoli. Per quel che riguarda i temi trattati da questo blog, comunque, penso che valga la pena segnalarne almeno lo storico incontro della mattina del 4 novembre, dal titolo Orgia Ludica: Nessun* Esclus*,  e per capire meglio di cosa si trattava vi rimando alla descrizione dell'evento nel programma della manifestazione:

L’universo ludico ha fatto grandi passi verso una maggiore inclusione delle minoranze. Un incontro per parlare di femminismo e attivismo LGBTQI+ e di come si declinano nella realtà games e videogames in Italia tra traduzione, saggistica, giochi di società e di ruolo, videogiochi e dati. Con Stefano Burchi (ideatore del gioco Stonewall 1969 – Una storia di guerra), Immanuel Casto per Freak & Chic (ideatore di Witch & Bitch), Luca “Geekqueer” De Santis (autore , tra le altre cose, del saggio "VirtualErotico – Sesso, pornografia ed erotismo nei videogiochi"), Michele Gelli per Narrattiva (che ha pubblicato diversi giochi dai risvolti queer), Pietro Guermandi del gruppo gioco LGBT bolognese La Gilda (che ha promosso il gioco di strategia Lobbies – LBGTQ* card game), Giacomo Guccinelli (sviluppatore del videogame Pride Run) e Claudia Pandolfi del gruppo di ricerca  Donne, Dadi & Dati. Modera Anna Benedetto. A cura di Francesco Osmetti.



Ora: per quel che mi ricordo io si è trattata della prima volta in cui è stato messo insieme un incontro di questo tipo. In passato ricordo incontri in cui la Kappa Edizioni parlava delle sue produzioni a tematica LGBT o in cui Ralf Konig presentava le sue opere, e ricordo anche la conferenza di presentazione della Ren Books. Però penso che sia stata la prima volta che a Lucca Camics & Games è stato proposto un incontro/confronto incentrato sul tema della rappresentazione LGBTQI+ in generale, e non sulla promozione di un autore o di una pubblicazione a tematica. Il tempo non era molto, le cose da dire tantissime, ma alla fine la sensazione è stata quella di avere infranto un piccolo grande tabù. Tra l'altro con una naturalezza e con una disinvoltura che, ripeto, fino a qualche anno fa sarebbe stata abbastanza impensabile...

E d'altra parte fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile anche vedere i volontari de La Gilda, riconoscibilissimi con la loro maglietta rosa confetto (che, ironia della sorte, a volte poteva essere scambiata per la maglia fucsia in dotazione al personale della manifestazione), tutti intenti ad aiutare i visitatori del padiglione GAMES a testare nuovi giochi.

O magari, sempre nell'area GAMES, sarebbe stato abbastanza improbabile poter testare un gioco incentrato sul Gay Pride... Che, a quanto pare, continua ad essere perfezionato in vista di una sua prossima commercializzazione grazie anche ai visitatori di manifestazioni come questa (e a quanto pare sembra molto apprezzato anche dai giovanissimi)...

Tra l'altro, fra i vari artisti che esponevano nel suddetto padiglione, quest'anno era particolarmente interessante la mostra di Lucio Parrillo, che è ben noto per le sue sensualissime femmine, ma che quest'anno ha provato a condividere col pubblico anche i suoi dipinti di nudo maschile... Fra i quali spiccava un bellissimo nudo frontale dedicato a Wolverine (scusate per la brutta qualità delle foto,  ma il sistema di illuminazione degli stand non mi ha permesso di fare di meglio)...


Forse sbaglio, ma credo che anche questo sia un primato di questa edizione. Nel senso che in tanti anni che ci vado è stata la primissima volta che mi sono imbattuto in un nudo frontale maschile, per giunta avente come soggetto Wolverine, e oltretutto esposto in bella vista in un'area accessibile davvero per tutti.

Si sarà trattato di una svista? Di una concessione? Dello sdoganamento del nudo maschile a Lucca Comics? Sinceramente ora come ora non saprei dirlo. Di sicuro c'è che nessuno si è lamentato, così come nessuno si è lamentato del fatto che  nell'area GAMES le nuove produzioni di Immanuel Casto (l'espansione di Witch & Bitch e il nuovo gioco Red Light, realizzato da Milo Manara e Marco Albiero, con varie carte a tematica LGBT) fossero ospitate in uno stand che sfoggiava il marchio del media partner Pornhub sullo sfondo...

Tra l'altro il marchio Pornhub è comparso per il secondo anno consecutivo, senza che peraltro nessuno abbia detto nulla al riguardo... E nonostante anche questa volta si siano interessati della cosa anche dei media di portata nazionale...


Effettivamente, mettendo assieme tutti questi dettagli, si potrebbe anche pensare che lentamente, ma inesorabilmente si stia iniziando a tracciare un percorso che potrebbe portare ad ulteriori aperture (un po' in tutti i sensi). Anche se, ripeto, è ancora abbastanza difficile capire se si tratta di sviste da parte della nuova gestione della manifestazione o di un effettivo cambio di prospettiva. Staremo a vedere cosa succederà in futuro.

Certo è che, nella piccola mostra allestita nella Chiesa di S.Cristoforo dall'Arcidiocesi di Lucca e dalla Chiesa Valdese di Lucca si è scelto di puntare sul tema della "Ricchezza della Diversità" nel fumetto, creando un percorso che affrontasse il tema della diversità intesa come emarginazione, e portando alcuni esempi di come il fumetto ha superato questo stigma.

Ora: in questa mostra di omosessualità NON si è parlato (e ora che ci penso non si è parlato nemmeno di diversità etniche e religiose), preferendo puntare sulla diversità fisica in senso lato... Però penso che sia molto interessante il fatto che almeno un paio di pannelli fossero dedicati al modo con cui i supereroi americani hanno sfidato i pregiudizi legati all'AIDS e alla sieropositività.

Anche questo può essere letto come un segnale di apertura?

In effetti le mostre che quest'anno hanno fatto nascere qualche interrogativo al riguardo sono state diverse. Nella prestigiosa sede del Palazzo Ducale, ad esempio, buona parte dell'esposizione dedicata a Sara Colaone era riservata alle tavole del suo romanzo grafico "In Italia sono tutti maschi", incentrato sul tema del confino degli omosessuali ai tempi del fascismo.

E nella stessa location era ospitata anche una mostra dedicata a Neal Adams, dove spiccavano diverse tavole che avevano dei risvolti abbastanza interessanti dal punto di vista omoerotico, non foss'altro perché questo artista è stato fra i primi a sdoganare il pelo maschile nei fumetti di supereroi... E a rendere villoso il petto di Batman.



Qualche anno fa, a Palazzo Ducale, sarebbe stato così facile trovare delle tavole dedicate a "In Italia sono tutti maschi" o che mettessero in bella vista i pettorali pelosi di Batman?

Credo che, come dicevo prima, solo il tempo ci dirà se tutte queste sono solo coincidenze o se effettivamente si tratta di qualcosa di più.

Sicuramente, dando uno sguardo alle novità fumettistiche presenti, la domanda si ripropone. Ad esempio: quante possibilità ci sarebbero state, qualche anno fa, di trovare a Lucca il cofanetto integrale (e in italiano!) de "Il Poema del Vento e degli Alberi" (uno dei capostipiti del genere BOYS LOVE), per giunta in uno stand che lo segnalava con un'imponente gigantografia?


E in quanti avrebbero pensato che la prima tiratura della seconda parte di un fumetto con dei giovani e perversi adolescenti omosessuali, con tanto di scene esplicite e truculente, sarebbe andata esaurita a tempo di record prima della fine della manifestazione? Ovviamente mi riferisco a Nine Stones di Samuel Spano... Che, una volta di più, ha dimostrato che in Italia c'è tutto un pubblico che per ANNI è stato bellamente trascurato (evitato?) dall'editoria a fumetti (e per cui il fatto che un autore sia FtM dichiarato non rappresenta assolutamente un problema)... Un pubblico che peraltro è mediamente molto giovane e che rappresenta esattamente quello che gli editori più blasonati hanno perso di vista, dimenticando da tempo cosa vuol dire entrare in sintonia con le nuove generazioni, e con i giovani in generale...


E se poi si fosse cercato fra le proposte d'autore un po' meno estreme si sarebbe scoperto che anche quest'anno a Lucca sono arrivate diverse chicche dai risvolti LGBT, e per giunta realizzati da autori dichiaratamente gay e con un discreto seguito anche fra il pubblico gay... Come ad esempio il secondo volume di Nomen Omen di Jacopo Camagni e Marco B. Bucci o Stella di Mare di Giulio Macaione...


E, come se tutto ciò non bastasse, a farmi pensare che forse le cose stanno cambiando ci si è messo pure Leo Ortolani, che ha deciso di dedicare il suo primo romanzo grafico dopo la conclusione di Rat-Man a Cinzia Otherside, cogliendo anche l'occasione per toccare tutta una serie di temi abbastanza delicati - seppur mediati dall'ironia - che ruotano attorno alle difficoltà e allo spirito di rivalsa delle persone transgender...

Inutile dire, poi, che anche quest'anno nell'area dedicata alle autoproduzioni erano presenti i nuovi capitoli delle saghe di ispirazione BOYS LOVE/YAOI che si sono fatte apprezzare negli ultimi anni, con tutti gli annessi e connessi...




E, dopo mesi si assenza, si è persino rifatta viva la RenBooks con un nuovo titolo Made in Italy...

E se si fossero osservati con attenzione anche quelle parti degli stand di produzioni italiane che non presentavano necessariamente delle novità, si sarebbero notati accostamenti perlomeno interessanti... Come ad esempio la biografia a fumetti di Garibaldi fra quella di Freddie Mercury e quella di Alan Turing...

E qui si torna alla domanda iniziale: tutte queste possono dirsi davvero dirsi coincidenze, magari dovute alla legge dei grandi numeri e alla sterminata mole di proposte che si palesano durante questa manifestazione? Forse questa manifestazione è così ampia e dispersiva che è possibile presentare di tutto? Forse dislocare l'area Junior in un'area remota ha fatto in modo che i bigotti rimanessero circoscritti in un'area protetta? Oppure sono tutti segnali di una più generica evoluzione del sentire comune?

Se dovessi basarmi sulla percezione che ho avuto io credo che la situazione sia la seguente: un'evoluzione dei costumi e della percezione di certi contenuti, negli ultimi anni, c'è stata davvero. Perché in caso contrario sarebbero stati presenti in quantità molto inferiore o magari nulla (come avveniva un tempo)... E in ogni caso i suddetti contenuti sarebbero stati molto meno espliciti ed esposti al pubblico. O comunque avrebbero suscitato perlomeno delle reazioni indignate da parte di qualcuno. Cosa che, quanto ne so, NON è avvenuta.

Nemmeno da parte della nuova gestione della manifestazione... Il che potrebbe anche farmi sospettare che, effettivamente, abbia un approccio più elastico della precedente riguardo a certe cose.

Però ho avuto anche la sensazione che questa sia stata un'evoluzione estremamente spontanea e scomposta, e soprattutto scoordinata, nel senso che - fondamentalmente - tutti questi stimoli, questi autori e queste idee, si sono mossi in maniera molto autonoma e autoreferenziale... Anche se i numeri per creare una rete in grado di sostenere e promuovere il fumetto a tematica LGBT,  probabilmente, ci sarebbero tutti.

Come mai?



Forse è proprio una questione culturale: per gli autori e i lettori di fumetti a tematica LGBT la produzione e la fruizione di certi contenuti rimane una questione personale, se non addirittura intima, e così non viene percepita come un potenziale strumento di aggregazione, e men che meno come un mezzo per fare davvero "comunità" (al di là di qualche gruppo social che si crea attorno a questo o a quel fumetto/autore) e per contribuire a sdoganare certi temi ad un livello più ampio. E forse è per questo che, al momento, non si riescono ancora a costituire delle associazioni di appassionati LGBT di fumetti, men che meno di appassionati LGBT di fumetti LGBT. Probabilmente dalle nostre parti permane un certo retaggio culturale per cui certe questioni - e certe passioni - vanno vissute a titolo personale e senza nemmeno porsi il problema di trovare qualcuno con cui condividerle... O con cui portare avanti una battaglia per legittimarle pubblicamente. Diciamo che, a differenza di quello che avviene negli USA, quella parte di comunità LGBT italiana appassionata di fumetti non si percepisce come una comunità, appunto, ma come tante singolarità.

O magari, più semplicemente, non pensa che la sua passione per i fumetti rientri nel novero delle rivendicazioni LGBT che porta avanti in altri contesti.

Dopo la conclusione dell'incontro del 4 novembre, quello dell'Orgia Ludica, mi sono fermato a chiacchierare un po' con Claudia Pandolfi, che mi ha detto una frase che mi ha fatto riflettere: "I gay che hanno degli interessi per i contenuti di Lucca Comics sono un po' come i bisessuali, esistono ma la gente non li concepisce, perché non concepisce che possano avere degli interessi che apparentemente non hanno niente in comune". E, a questo punto, mi verrebbe da pensare che non è solo "la gente" a pensarlo, ma anche buona parte dei diretti interessati, visto che poi tendono a vivere il loro essere gay e il loro essere "nerd" a compartimenti stagni.

Dove sarà la verità?


Il mondo dei GAMES è molto più interattivo, più orientato verso le dinamiche di gruppo e verso il coinvolgimento diretto del suo pubblico, che spesso diventa parte attiva nello sviluppo dei giochi. Inoltre i suoi fruitori hanno  un'età media più bassa rispetto a quelli dei fumetti, e quindi parte indubbiamente avvantaggiato. Tant'è vero che sembra quello in cui la situazione si sta evolvendo più rapidamente: se la prima tavola rotonda sul tema della rappresentanza LGBT a Lucca Comics & Games è partita da qui, e non dal mondo del fumetto, probabilmente non è un caso. Anche perchè, tanto per dirne una, anche nell'area dedicata ai giochi indipendenti (nettamente separata dal padiglione GAMES), le produzioni LGBT avevano una discreta rappresentanza...

E su tutte queste cose varrebbe la pena di rifletterci sopra, anche perché presumo che se Lucca Comics & Games 2018 ha accettato di presentare un incontro di questo tipo è stato, molto semplicemente, perché qualcuno gliel'ha proposto. E quindi, tecnicamente, sarebbe possibile fargli altre proposte di questo tipo per vedere cosa succede. Anche perché, dopo anni in cui la manifestazione ha privilegiato la sua dimensione di fiera campionaria/sagra di paese, sarebbe anche ora che ricominciasse a valorizzare i suoi aspetti culturali.

Quindi, se dovessi fare il riassunto del riassunto, direi che - dal punto di vista LGBT - quello che mancava  a Lucca Comics & Games 2018 (e probabilmente a tutto il contesto che questa manifestazione rappresenta) era un qualche catalizzatore attorno al quale raccogliere il suo potenziale LGBT inespresso e sparpagliato un po' ovunque...

Da qui al prossimo anno le cose cambieranno? Staremo a vedere...

La sensazione è che i tempi, effettivamente, potrebbero anche essere maturi per provare a cambiare le cose. Anche perché, se tutto questo potenziale iniziasse a manifestarsi, sono abbastanza sicuro che ci sarebbero tanti risvolti positivi per tutti...

Voi cosa ne pensate?

P.S. Siccome quest'anno non sono riuscito a girare per Lucca come si deve potrebbe essermi sfuggito qualche titolo interessante. Nel qual caso segnalatemelo pure, grazie :-)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ho letto con attenzione le tue riflessioni e mi sono chiesto: è necessario che autori ed editori si catalizzino per promuovere prodotti a tematica lgbti+ in maniera organizzata?
non è forse più "evoluto" che ciascuno gestisca i propri prodotti autonomamente, come se fossero appunto prodotti "normali" senza niente di "speciale"?
A volte penso che i "giovani", che sono il target su cui puntano questi operatori, siamo molto più evoluti di noi "meno giovani" e quindi non sentono più il bisogno di spazi "dedicati".

Vincenzo

Francesco Osmetti ha detto...

Grazie mille per aver nominato Orgia Ludica: Nessun* Esclus* all'interno dell'articolo. Penso, come dici, che ci sia stata effettivamente un'evoluzione del palinsesto rispetto alle tematiche dell'inclusione (anche a carattere LGBTQI+). L'anno scorso, edizione in cui sono nati i 5 valori di Lucca Comics & Games, il valore "inclusion" è stato veicolato come la voglia di riunire tante diverse passioni sotto un unico cappello. Questa è stata per me un'edulcorazione della parola "inclusion" che in inglese ha una connotazione prettamente sociale rispetto alle differenze. Penso che nel 2018 sia stata presa piena consapevolezza del termine nel suo utilizzo corretto.
Per quanto riguarda la presenza di tante singolarità e meno di comunità attorno alla sfera LGBTQI+, io ritengo che in generale si stia muovendo qualcosa anche tra gli editori che collaborano sempre di più e diventano sempre meno autoreferenziali. L'unione tra il valore "inclusion" e "community" sarebbe auspicabile per gli anni successivi. Ci proverò senz'altro, la tua analisi mi sembra un ottimo punto su cui lavorare e da cui partire per realizzare l'obiettivo.

Daka Ayra ha detto...

Ottima fotografia di quello che effettivamente è il panorama in evoluzione della "nerditudine queer italiana", come mi piace definire questa scena. E grazie per la citazione, onorata!

Claudia

Anonimo ha detto...

Quindi davvero la RenBooks e' tornata? Hai potuto capire che cosa era successo? All'inizio sembravano attentissimi alla loro presenza sia online che in incontri dedicati, poi di colpo avevano chiuso il sito e smesso di aggiornare pure Facebook!

H P L ha detto...

Parrillo un grande, lo ricordo dai tempi di Red Sonja <3 peccato non essere potuto andare a Lucca ^^'
Buonaserata