Ciao a tutti, come va?
Quest'anno, a quanto pare, le premiazioni per i GLAAD AWARDS si terranno in anticipo di qualche mese rispetto alla tempistica a cui ci avevano abituato, e infatti i vincitori verranno annunciati il 28 Marzo. Siccome si tratta della trentesima edizione, e siccome dal punto di vista socio-antropologico si tratta di un evento importante da analizzare a prescindere da chi vincerà, ho pensato di dedicare il post di oggi a segnalarvi le nomination per le categorie che hanno più a che fare con le tematiche che tratta questo sito... E che, manco a farlo apposta, anche quest'anno vedono una new entry interessante, e cioè la categoria videogames...
I premi assegnati dall'associazione GLAAD (Gay & Lesbian Alliance Against Defamation), che ogni anno vengono asegnati alle produzioni di intrattenimento più inclusive nei confronti della comunità LGBT, restano un'importante cartina di tornasole per quel che riguarda la rappresentazione di certe tematiche a livello globale (anche perchè le produzioni USA sono fra le più esportate al mondo), e sicuramente il fatto che viene dato sempre maggiore spazio all'entertaiment legato all'immaginario pop non è un elemento da sottovalutare.
Tant'è vero che per il secondo anno è presente una categoria riservata all'intrattenimento per ragazzi e famiglie, che ha visto anche aumentare il numero delle candidature rispetto al 2018. Infatti quest'anno sono in gara:
Adventure Time (Cartoon Network)
Andi Mack (The Disney Channel)
Anne with an E (Netflix)
She-Ra (Netflix)
Steven Universe (Cartoon Network)
Siccome ho parlato più volte di queste serie anche qui, questa volta mi limito a far notare che tutte sono arrivate in Italia, anche se - dalle nostre parti - pare che man mano che le tematiche LGBT vengono affrontate in maniera più esplicita si tende a replicarle con minore frequenza... Perlomeno sui canali digitali in chiaro. Ovviamente questo non avviene sulle piattaforme che lasciano la libertà di fruizione dei contenuti agli utenti, come Netflix. E infatti la speranza dei fan italiani di Steven Universe e Adventure Time è che TUTTE le loro stagioni trovino posto proprio su Netflix... Anche perchè il trattamento che altrove viene riservato a queste due serie sembra perlomeno inadeguato.
Invece, sul fronte dei videogames, che sono la grande novità di quest'anno, le nomination sono:
Assassin's Creed: Odyssey (Ubisoft)
The Elder Scrolls Online: Summerset (Bethesda Softworks)
Guild Wars 2: Path of Fire (ArenaNet)
Pillars of Eternity II: Deadfire (Versus Evil)
The Sims Mobile (Electronic Arts)
Che il mondo dei videogames stia diventando progressivamente più gay friendly non penso sia un mistero per nessuno, così come penso che non sia un mistero il fatto che c'è un numero crescente di case di produzione che continua a battere su questo chiodo, nonostante gli possa precludere alcuni mercati esteri.
Come ad esempio è successo con The Sims Mobile in Cina.
Però possiamo dedurne che, se ormai questo è il trend dominante, è evidente che - anche a livello di mercato - è diventato più remunerativo venire incontro alle esigenze gay freindly dei giovani gamers che vivono nel mondo occidentale, o filo occidentale, piuttosto che sacrificarle nella speranza di conquistare mercati in cui la libera rappresentazione dell'omosessualità resta vietata. Quindi direi che è abbastanza evidente che, se ai premi GLAAD sono arrivati i videogames, è perchè sono in aumento quelli che considerano l'opzione "LGBT" nello sviluppo delle trame e nella caratterizzazione dei personaggi... In particolare per quel che riguarda le ambientazioni fantasy, a quanto pare.
Inutile dire che tutti questi titoli arrivano in Italia senza problemi e ormai fanno parte dell'immaginario pop delle nuove generazioni... E anche di quelle nuovissime. E credo che sarebbe davvero stupido fare finta che non sia così.
E per finire arriviamo ad analizzare le nomination relative ai fumetti mainstream, che quest'anno sono diventate addirittura dieci:
Batwoman, written by Marguerite Bennett, K. Perkins (DC Comics)
Bingo Love, written by Tee Franklin (Image Comics)
Exit Stage Left: The Snagglepuss Chronicles, written by Mark Russell (DC Comics)
Fence, written by C.S. Pacat (BOOM! Studios)
Iceman, written by Sina Grace (Marvel Comics)
Lumberjanes: The Infernal Compass, written by Lilah Sturges (BOOM! Studios)
Oh S#!t It's Kim & Kim, written by Magdalene Visaggio (Black Mask Comics)
Runaways, written by Rainbow Rowell (Marvel Comics)
Star Wars: Doctor Aphra, written by Kieron Gillen, Simon Spurrier (Marvel Comics)
Strangers in Paradise XXV, written by Terry Moore (Abstract Studio)
Ecco: secondo me il discorso dei fumetti, in questa breve analisi, è particolarmente interessante. Nel senso che, a differenza delle altre forme di entertainment Made in USA che arrivano in Italia, ad una maggiore produzione di titoli a fumetti LGBT e/o LGBT friendly non coincide un aumento della loro presenza in Italia... E fra i, relativamente pochi, titoli di questa lista che vengono tradotti nella nostra lingua praticamente NESSUNO arriva in edicola...
Visto che a quanto pare chi li pubblica preferisc e puntare su una meno rischiosa (e meno "popolare") distribuzione nel mercato di fumetterie e librerie... Anche quando, ad esempio, si potrebbe contare sul richiamo della saga di STAR WARS (le avventure della Dottoressa Aphra, infatti, in Italia arrivano direttamente in edizione paperback, alla "modica" cifra di 13 euro per 140 pagine)... Col risultato che, probabilmente, in Italia pochissime persone sanno che c'è un fumetto dedicato ad un'archeologa dichiaratamente lesbica che si muove nel mondo di STAR WARS, e che interagisce con personaggi più importanti della saga...
Se questo titolo fosse presentato in una maniera diversa, meno collezionistica e più abbordabile, siamo davvero sicuri che non risentirebbe del fatto che i ragazzini di tutto il mondo - e quindi anche in Italia - hanno iniziato a manifestare una certa simpatica per personaggi di un certo tipo?
Chissà...
Sicuramente la situazione è complessa e non si può analizzare in poche righe, però penso che sia abbatsanza evidente il fatto che in Italia un certo tipo di entertainment LGBT friendly di importazione (cinema, serie TV, videgames, ecc) continua a farsi largo, mentre dal punto di vista del fumetto sembra che ci siano ancora delle resistenze. E sarebbe interessante capire il perchè: forse si pensa che il pubblico italiano non è bendisposto verso questo tipo di contenuti come quello statunitense? Forse si pensa che puntare su titoli troppo innovativi, in generale, si rivelerebbe un flop su tutta la linea? Forse si pensa che fare investimenti importanti sul pubblico generalista delle edicole sarebbe del tutto fuori luogo?
Certo è che, mentre uno stuolo di case editrici gestite da collezionisti, che prendono come riferimento il mondo del collezionismo, investe su prodotti che nascono "per collezionisti" (anche quando si tratta di fumetti che negli USA vengono considerati mainstream), le edicole sono lasciate al loro destino... E al loro ruolo di riferimento per un pubblico sempre più stagionato... Che magari sarà anche felice di ritrovare sempre nuove ristampe dei personaggi che gli hanno rallegrato la gioventù, ma che a quanto pare monopolizza sempre di più gli scaffali dedicati ai fumetti veri e propri.
L'ennesima ristampa di Alan Ford, ad esempio, è annunciata come allegato della Gazzetta dello Sport a partire dal 4 aprile, e - giusto per rimarcare la sua vocazione vintage - ci sarà pure l'album di figurine!
E a questo proposito penso che sia abbastanza indicativo il fatto che la novità più recente, e forse più originale, che si è vista nelle edicole italiane in questo periodo sia stata l'antologia di fumetti allegata al settimanale DiPiù... Fumetti che definire "tirati via" è un eufemismo e che si ispirano ai classici della letteratura e della poesia italiana... Anche perchè in questo modo non si devono pagare i diritti a nessuno...
E la cosa un po' tragica è che queste operazioni fumettistiche di DiPiù continuano ad avere una certa risposta da parte del pubblico, e probabilmente proseguiranno... Dequalificando ulteriormente il circuito delle edicole agli occhi di chi, magari, ha imparato ad apprezzare i prodotti di Netflix o i videogames di ultima generazione, e magari si ferma occasionalmente a curiosare fra gli scaffali mentre va a comprare un biglietto del bus, un prodotto di cartoleria, un allegato di qualche tipo o magari un giochino, una miniatura da collezione o altro...
Sono cose che fanno pensare.
Dopotutto, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, è davvero surreale che cose come i GLAAD AWARDS non vengano tenuti in debita considerazione anche nel nostro paese. Anche perchè, dando un'occhiata a tutte le categorie (CLICCATE QUI), i titoli che fanno tendenza anche da noi (soprattutto fra i giovani) non sono pochi...
Però la situazione, a quanto pare, resta questa.
Con tutte le conseguenze del caso.
Alla prossima.
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