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mercoledì 3 febbraio 2010

LA RIFLESSIONE DI OGGI...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Come sapete con questo blog cerco sempre di riportarvi tutte quelle notizie che generalmente nessuno vi dà, e che riguardano principalmente il mondo del fumetto e dell'immaginario pop gay. La mia intenzione è quella di dare sempre le notizie in tempo reale (o quasi), ma a quanto pare le notizie sono talmente tante che è difficile stare dietro a tutto, e qualche volta finisco per riferirle con un po' di ritardo. Tuttavia ci sono notizie che, anche se vengono date con un po' di ritardo, possono offrire degli spunti di riflessione interessanti. Tipo la notizia di oggi, che viene dalla Spagna e che riguarda un'iniziativa natalizia che ha coinvolto questo disegno di Ismael Alvarez.
Ammetto che ero convinto che la Spagna fosse una nazione ben al di là dei problemi dell'Italia, ma mi sono dovuto ricredere leggendo che il suo debito pubblico è decisamente alto e che, secondo alcuni analisti dell'Unione Europea, è a "rischio fallimento" esattamente come l'Italia e la Grecia. Anche se reagisce alla cosa con politiche decisamente diverse da questi due paesi, puntando sull'innovazione e sui giovani ad esempio. Questo dato di fatto, in ogni caso, non fa altro che farmi migliorare ulterioremente l'opinione che avevo di questa nazione, perchè - a differenza di quanto accade da noi - nonostante lo spettro della bancarotta, dimostra di avere uno clima culturale e uno spirito di iniziativa che da noi proprio non esiste e che si nota anche dalle piccole cose. Ad esempio dall'intimo maschile. Infatti la ditta spagnola ES FOR MEN ha deciso di realizzare una serie limitata di slip natalizi abbelliti dal disegno di cui sopra.
Il suddetto slip è disponibile nella versione con l'immagine sul lato sinistro, come nella foto sopra, sia nella versione con l'immagine sul retro (e un po' più grande), come nella foto sotto.

La cosa interessante è che la suddetta ditta ha puntato molto sul suddetto disegno e sulla firma di Ismael Alvarez, tant'è che l'ha messa in bella evidenza anche nella campagna promozionale natalizia.
Ora: premesso che è evidente che questa ditta si rivolge prettamente al pubblico gay, e premesso che Ismael Alvarez da qualche anno è diventato un nome di riferimento per il suddetto pubblico, non posso fare a meno di pensare che un'iniziativa del genere sia ancora abbastanza imbrobabile per il nostro paese, e questo non è esattamente un pensiero confortante. Perchè significa che da noi NON ci sono marchi che si rivolgono DICHIARATAMENTE e UFFICIALMENTE al pubblico gay, perchè da noi il mondo gay non considera neppure lontanamente l'ipotesi di investire su fumettisti e illustratori (e io ne so qualcosa), e perchè - probabilmente - tanti gay vivono in famiglia e avrebbero problemi ad aquistare questi slip per poi farseli lavare dalle mamme con cui non si sono mai dichiarati... Meglio un bel D&G che fa tanto linguaggio in codice, anche se costa quelle cinque o sei volte di più. Tuttavia ammetto che forse il mio è un pregiudizio... Voi comprereste magliettine o slip con sopra dei personaggi disegnati da me, ad esempio? Finora ho provato a fare qualcosa di simile con dei loghi anonimi di Robin Hoog, ma il successo è stato pressochè nullo... Coi personaggi disegnati secondo voi avrebbe più senso? Attendo commenti e non dimenticate il SONDAGGIO in cima a questo BLOG!
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6 commenti:

Lorenzo Ridolfi ha detto...

Il problema è proprio questo in molte nazioni europee come negli Stati Uniti e in Canada ci sono delle vere comunità gay che non hanno paura di dichiararsi anche attraverso dei simboli di riferimento culturali. Mentre in italia come in altri paesi come quelli del medio oriente se uno compra una certa rivista o si veste in un certo modo, si sà che è gay ma non si deve dire, e questo modo viene usato anche da chi produce prodotti che vengono comprati principalmente da un acquirente omosessuale.

Luca ha detto...

Aldilà delle riflessioni del post (che condivido) non mi risulta che l'Italia sia a rischio fallimento. Sicuramente non siamo paragonabili alla Gracia, che sta davvero sull'orlo della bancarotta. Wally io apprezzo le critiche costruttive, ma lanciare commenti sul fatto che l'italia sia peggio di qualsiasi altro paese su tutti i livelli ed su tutti i punti di vista non mi piace, anche perchè non lo condivido.

Wally Rainbow ha detto...

Riporto dal blog di Beppe Grillo:

"Se uno Stato, prima della crisi, aveva un alto debito pubblico, ha dovuto indebitarsi oltre il punto di non ritorno. La domanda che tutti si pongono è: "Quando si raggiunge il punto di non ritorno?". E' semplice, quando nessuno compra più i titoli di Stato. In mancanza di compratori lo Stato deve dichiarare bancarotta, va in default, non paga gli stipendi ai dipendenti pubblici e le pensioni. Un'altra domanda che ci si deve porre è: "Quali Stati hanno più probabilità di fallire?". Anche in questo caso la risposta è semplice, quelli che oltre a un grande debito pubblico pre crisi e a un suo forte incremento post crisi hanno diminuito la loro capacità produttiva. Producono di meno (il cosiddetto PIL) e, allo stesso tempo, aumentano il loro debito. Nell'UE gli Stati con queste caratteristiche sono almeno tre: Grecia, Italia e Spagna.
Grecia e Italia sono accomunate dalla stessa strategia, vendere il loro debito agli Stati extra UE, in quanto la UE non riesce a soddisfare l'offerta continua di Tremonti e di George Papandreou. Tremonti ha venduto il nostro debito in Cina lo scorso mese, curiosamente, dato che il debito è nostro, non sappiamo il valore della vendita. La Cina con il debito ha comprato una parte della nostra sovranità nazionale, forse Termini Imerese o scivoli privilegiati per il commercio estero. Anche la grande Cina ha però i suoi limiti e, dopo aver digerito Tremonti, non ha acquistato i 25 miliardi di euro di titoli greci proposti la scorsa settimana dalla Goldman Sachs.
A Davos stanno discutendo dell'economia mondiale le stesse persone che hanno provocato la più grande bolla degli ultimi 150 anni. Circola una domanda: "Fallirà prima l'Italia o la Grecia?". Gli investitori internazionali hanno già dato una risposta tecnica. I titoli di Stato dei Paesi a rischio sono coperti da un'assicurazione sul loro fallimento detta CDS, Credit Default Swap. L'Italia è prima assoluta (fonte: The Economist 11/2009), con molte lunghezze sul secondo in classifica. La Grecia è solo quinta."

Qualcuno potrà dire che Beppe Grillo non è una fonte attendibile, ma da quando mi ha previsto il crollo delle borse due anni fa azzeccando come, dove e perchè sarebbe partito il tutto, diciamo che tendo a prestargli attenzione. Per inciso: nel 2009 il debito pubblico italiano è aumentato, pare, di 140 miliardi di euro. Siamo arrivati a 1.800 miliardi di debito e nel 2010 raggiungeremo i 2.000 e pagheremo circa 80 miliardi di interessi... Il fatto che di queste cose non si parli molto (per ora) non vuol dire che siano meno vere, purtroppo.

Wally Rainbow ha detto...

Comuqnue ribadisco che non penso che l'Italia sia peggio sempre e sotto tutti i punti di vista... Ci mancherebbe! Potenzialmente sarebbe uno dei paesi più belli e vivibili del mondo (se fosse gestito e vissuto diversamente, ovviamente). Il punto è che secondo me la gente tende sempre a fare finta di niente e a chiudere un occhio, o magari ad evitare i confronti scomodi per comodità. Magari evitando di riportare o condividere notizie poco lusinghiere, per dare l'illusione che le cose vanno meglio di quanto non vanno in realtà. Diciamo che con questo BLOG mi piace sollecitare una visione d'insieme un po' più spietata, ma lo faccio a fin di bene (^__^).

july ha detto...

L'italia è messa male, perché ha un enorme debito pubblico e perché ha un'economia che vivacchia già da qualche anno.
A questo si aggiunge che culturalmente non esiste più nel mondo, che il settore della ricerca ormai non dà futuro (e di questo so qualcosa), che dal punto di vista dei diritti civili è messa come la polonia, che anche la democrazia gode di pessima salute (se vogliamo usare un eufemismo), che sono in aumento le violenze omofobe, xenofobe e razziste, che nella libertà di stampa è ai livelli del terzo mondo, che le mafie sono in ottima salute e che la corruzione è ai livelli delle nazioni sottosviluppate.

Bisogna pur che si aprano gli occhi in questo paese prima o poi. Non è raccontandosi le favole che le cose cambieranno, l'Italia è in declino da due decenni ormai e le cose vanno sempre peggio.

Tutto questo spiega anche la situazione dei fumetti di cui parli spesso nei tuoi post. Un piccolo settore in cui si vedono gran parte dei mali italiani (ma esistono ancora settori in cui non si è vittime di questo paese? A parte politica e salotti buoni dell'imprenditoria?)

Wally Rainbow ha detto...

Ecco quel che si dice un riassunto incisivo (O__O).