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giovedì 6 ottobre 2011

LA RIFLESSIONE DI OGGI

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Come vi avevo annunciato, col profilarsi di Lucca Comics & Games, non posso proprio fare a meno di puntare l'attenzione su come si pone il mondo del fumetto nei confronti delle tematiche LGBT, in Italia e all'estero... Ma sopratutto all'estero, visto che in Italia, da questo punto di vista, siamo un tantino fermi. Riprendo dunque a parlarvi della New York ComiCon, che si terrà nel bel mezzo di ottobre: se vi aveva stupito sapere che ci sarà una conferenza sul ruolo positivo dei fumetti a tema gay sugli adolescenti gay, forse potrebbe lasciarvi ancora più stupiti l'idea che in questa manifestazione troverà posto anche la proiezione - in anteprima - del documentario sulla vita e l'arte di Jeffrey Catherine Jones, la famosa fumettista e illustratrice transessuale che è venuta a mancare proprio quest'anno...
Se vi ricordate ne avevo parlato anche su questo blog (cliccate qui), e a quanto mi risulta sono stato l'unico a farlo, a parte un piccolo trafiletto dell'ANONIMA FUMETTI (cliccate qui), che non accennava minimamente alla sua vita e alle sue opere, e meno che mai al suo percorso di transizione. Pudore o superficialità? Io opterei per la prima ipotesi, visto che ogni volta che l'ANONIMA FUMETTI segnala la scomparsa di un fumettista ne elenca vita, morte e miracoli. Morale della favola: in Italia scomparsa di Jeffrey Catherine Jones è passata inosservata, nonostante l'autrice in questione avesse un curriculum più che dignitoso, mentre negli USA le dedicano un documentario che viene proiettato in anteprima a una manifestazione fumettistica di rilievo. Da notare che nel documentario in questione compaiono una gran quantità di nomi noti nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, per raccontare il loro rapporto professionale e personale con l'artista. Un altro tipico esempio di come quello che è fantascienza in Italia è già realtà altrove. Se, beati voi, siete a New York vi informo che il documentario verrà proiettato alle 10.15 AM di sabato 15 ottobre. Da notare che così anche i ragazzini, che di sabato non vanno a scuola, potranno darci un'occhiata. E, a proposito di ragazzini, stanno iniziando a circolare in anteprima le prime tavole della storia che la Archie Comics dedicherà al futuro (ipotetico) di Kevin Keller, il suo primo personaggio gay dichiarato... Che a quanto pare seguirà le orme del padre e farà carriera nell'esercito...
Probabilmente alla Archie Comics hanno voluto strizzare l'occhio alla recentissima abolizione della legge americana che impediva ai gay dichiarati di prestare servizio. Sia come sia, in questa storia, Kevin rimane ferito durante un'operazione in Medio Oriente, e una volta tornato a casa inizia la terapia riabilitativa...
La cosa interessante è che si innamora (ricambiato) del suo fisioterapista, un certo Clay, e i due decidono di sposarsi...
Dopodichè la coppia felicemente accasata può invitare a casa sua gli atri storici personaggi della Archie Comics - per nulla a disagio - per bere un caffè, raccontando di come si sono conosciuti... Impressionante, vero? Soprattutto se si considera che i fumetti della Archie Comics hanno un pubblico prettamente preadolescenziale. Tuttavia la cosa che a me personalmente ha fatto più impressione è stata una frase detta dal direttore della Archie Comics, Jon Goldwater, al sito Comics Alliance (CLICCATE QUI), in cui dice che: "Sono solo i nostri lettori che determinano le nostre decisioni. Abbiamo avuto una manciata di critiche negative riguardo a Kevin Keller, ma questo accade con qualsiasi personaggio e qualsiasi storia". Forse sbaglio, ma credo che in questa piccola frase ci sia molto più di quel che sembra. Nel senso che - fra le righe - Jon Goldwater (foto sotto) ammette che a lui non interessano i pareri delle istituzioni religiose, dei politici conservatori, delle associazioni di genitori bigotti... Ma solo l'approvazione del suo pubblico, e poichè Kevin Keller è stato accolto benissimo ha tutta l'intenzione di metterlo su un piedistallo (tant'è che presto gli dedicherà una serie personale). In Italia, invece, la tendenza è sempre stata quella di cercare di mediare fra i gusti del pubblico e le pressioni esterne, e forse è per questo che il fumetto popolare del nostro paese ha sempre risentito di un perenne conflitto fra la voglia di rinnovarsi e l'esigenza di non uscire dai soliti schemi: quelli che - appunto - non davano fastidio a nessuno. Tant'è che ogni qualvolta è stato aspramente criticato per delle scelte troppo audaci, è sempre tornato sui suoi passi. Forse perchè sottovaluta il potere dei lettore e sopravvaluta quello delle pressioni esterne? O forse perchè, più semplicemente, pensa che nel nostro paese la libertà di stampa è tale solo finchè non si pestano i piedi a qualcuno di potente? E in questo caso, visti anche alcuni recenti episodi che stanno coinvolgendo internet in Italia, gli si può dare torto? Difficile dare una risposta, quel che è certo è che tanti piccoli dettagli sono per lungo tempo passati inosservati, ma oggi - confrontando la situazione italiana con quelli di altri paesi - diventano sempre più evidenti. Anche solo confrontando l'approccio degli sceneggiatori di altri paesi su certi temi. Per esempio, ecco casa dice Scott Lodbell a proposito del suo nuovo supereroe gay Bunker in un'intervista a COMICBOOKRESOURCES (cliccate qui per leggerla tutta): "La DC Comics non mi ha mai chiesto di creare un personaggio gay per i TEEN TITANS, non più di quanto mi abbia chiesto di creare personaggi che portassero solo i pantaloni. Semplicemente ho notato che in 40 anni di TEEN TITANS non ci sono mai stati gay in squadra. Io conosco un mucchio di gay, e sospetto che sia lo stesso per tanta gente che legge questa intervista. Il mio medico è gay, ho conosciuto poliziotti gay e insegnanti gay, e sappiamo che ci sono cantanti, scrittori e genitori che sono gay. Quando mi sono detto che era il momento di creare un nuovo personaggio accattivante per la serie mi sono detto che c'erano già dozzine di supereroi adolescenti bianchi ed etero, e così ho pensato di crearne uno che non fosse nessuna delle due cose".
Detta così non fa una grinza, vero? Anche se al momento non è il tipico discorso che potrebbe fare uno sceneggiatore di fumetti italiano. Eppure mi sento di essere ottimista, dopotutto se siamo qui a parlare di queste cose vuol dire che qualcosa è cambiato rispetto al passato. E, a questo proposito, già che si sono vi esorto a firmare la petizione di AVAAZ contro la LEGGE BAVAGLIO... Che tra l'altro può compromettere proprio internet, che è l'unico spazio in cui le idee e le informazioni possono circolare ancora liberamente. Se volte dare il vostro contributo CLICCATE QUI!
Ciao e alla prossima.

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