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giovedì 9 novembre 2017

DI LUCCA UN PO'...

Ciao a tutti, come va?

La scorsa settimana, come previsto, c'è stata Lucca Comics & Games 2017... Quello che non era previsto, per la verità, era che io riuscissi a metterci piede anche quest'anno. Poi, però, la sorte ha voluto che fossi presente, anche se ho finito per deciderlo il giorno prima... E così sono partito all'avventura, anche perchè ho pensato che le valutazioni di questo blog al riguardo avrebbero avuto senso se avessi potuto vedere in prima persona quello di cui avrei parlato... Inoltre, se seguite questo blog, saprete che partivo già con l'idea di trovarmi di fronte a qualcosa di ben lontano dagli standard LGBT delle grandi manifestazioni fumettistiche straniere, e quindi ero curioso di verificare se quest'anno avrei finito per essere clamorosamente smentito oppure no...
Dopotutto può sempre capitare, giusto?

In realtà, se proprio devo essere onesto, la sensazione è che quest'anno - ancor più che negli anni scorsi - mancasse del tutto la volontà di valorizzare i contenuti LGBT presenti, o comunque le tematiche LGBT nell'immaginario POP in senso più generale. Forse mi sbaglio, ma credo che se l'intenzione fosse stata davvero quella di fare in modo che certi contenuti passassero inosservati (e badate che NON sto dicendo che l'intenzione fosse quella) le cose sarebbero andate esattamente come sono andate questa volta.

Ora mi spiego meglio facendo qualche esempio pratico: nel padiglione Panini c'erano l'edizione italiana de "Il Marito di mio Fratello" di Gengoroh Tagame e il romanzo grafico dai connotati multisessuali di Jacopo Camagni e Marco B. Bucci, Nomen Omen...


Oltre la metà dello stand  della Flashbook strabordava di manga Boys Love...


Samuel Spano è stato praticamente assediato per tutti i giorni della fiera dai/dalle fans di NINE STONES presso lo stand della Cosmo Editoriale...

Dalle parti della Renbooks è andata esaurita la prima tiratura del secondo volume di "Io e l'Orso"...

Nella self area era reperibile l'antologia erotica Melagrana, della cui raccolta fondi ho parlato QUI, e volendo era possibile farla autografare dagli autori presenti in fiera (come Giopota che aveva partecipato con una deliziosa storia a tematica gay).

Intanto nell'area Games Immanuel Casto esauriva la prima tiratura del suo gioco di carte LGBT friendly Witch & Bitch...

E, sempre nell'area Games, è stato presentato ufficialmente il demo di un nuovo videogame indipendente italiano che è stato elaborato dalle parti di Bologna (tornerò a parlarne) e tutto dedicato al gay pride... Si intitola Pride Run e credo che abbia portato per la prima volta i colori della bandiera rainbow all'interno di Lucca Comics & Games...

Il videogioco è stato realizzato/promosso in collaborazione con La Gilda, il gruppo di gioco LGBT di Bologna, che quest'anno aveva una rappresentanza in fiera con delle magliettine abbastanza riconoscibili... E credo che anche in questo caso sia stata la prima volta che un gruppo LGBT abbia avuto una rappresentanza di questo tipo a Lucca Comics & Games...

Ecco... Il punto è che, anche se a Lucca Comics & Games 2017 sono successe cose come queste (e altre che non ho elencato, come la mostra dedicata alla fumettista Raina Telgemeier, che a breve vedrà pubblicato anche in italia il suo romanzo grafico "Drama", in cui parla di gay preadolescenti e coming out), alla fine si sono perse nel marasma generale...

Se una persona non avesse saputo cosa cercare, e dove, avrebbe davvero rischiato di imbattersi in tutte le cose che ho elencato in maniera casuale, o addirittura di lasciarsele sfuggire del tutto. E ovviamente l'organizzazione della manifestazione, di suo, si è ben guardata dal valutare l'ipotesi di mettere al centro di qualche spazio/evento/incontro il fatto che le tematiche LGBT hanno un ruolo sempre più importante nell'immaginario pop... E sono sempre più sdoganate da pubblico, critica e case editrici.

Tant'è che, mentre a Lucca Comics & Games si viveva in questo clima da "ho tanti amici gay, ma finchè posso faccio finta di non conoscerli", persino Dylan Dog ha finito per suscitare le ire dei sedicenti gruppi "anti gender" e "pro family", a causa di due paginette in cui si scontra con una loro rappresentanza abbastanza aggressiva nel suo ultimo numero, in edicola da fine ottobre... Definendoli oltretutto "idioti bigotti" (e probabilmente dovrò tornare sull'argomento)...

Mentre in uno degli speciali "sperimentali" dedicati al suo assitente Groucho, e presentati in anteprima proprio a Lucca, si è vista pure una trasformazione in stile Sailor Moon, ad opera (di nuovo) di Jacopo Camagni e Marco B. Bucci...

Ora: so bene che Lucca Comics & Games non è una manifestazione LGBT, e che tecnicamente più che una convention per appassionati è un'attrattiva turistica con risvolti fieristici "per tutti". Però il fatto che la dimensione LGBT continui a restare così "discreta" e ufficiosa inizia ad essere leggermente fuori luogo. Soprattutto se si confronta la situazione di Lucca con quella di San Diego, New York e via discorrendo... E soprattutto considerando che in fiera cominciano ad esserci sempre più visitatori, editori ed autori non solo gay dichiarati, ma anche legalmente sposati.

Anche in questo caso non vorrei essere frainteso: so che Lucca Comics & Games non è un gay pride e che le coppie gay non vengono a Lucca per manifestare il loro stato civile, però tutta questa cappa di invisibilità e la mancanza di occasioni e di strumenti per fare emergere il fatto che i tempi stanno cambiando e che Lucca Comics & Games sta già iniziando a riflettere questo stato di cose... Ecco... Diciamo che inizia ad essere un po' irritante (e forse anche preoccupante).

Anche perchè, a prescindere dal fatto che l'organizzazione voglia puntare sull'aspetto della convention fumettistica (che comunque Lucca, per come è pensata ora, NON può essere) o che voglia puntare sull'avento prettamente turistico, non ha molto senso che continui ad ignorare l'esistenza della componente LGBT della manifestazione (che oltretutto in una manifestazione del genere è ben maggiore rispetto ad altri contesti).

Tantopiù che in Italia non ci sono, per il momento, delle associazioni gay con competenze specifiche in fatto di immaginario pop che potrebbero, eventualmente, compensare le lacune della manifestazione con iniziative di vario tipo (e magari coordinando le proposte LGBT dei vari editori/autori presenti).

Morale della favola: gli anni passano, ma a quanto pare la situazione resta sempre uguale. Nel senso che il pubblico LGBT di Lucca Comics & Games "ufficialmente" non esiste e non viene considerato (nemmeno adesso che ha qualche riconoscimento legale anche nel nostro paese), se si escludono i punti di riferimento che - eventualmente - si creano spontaneamente attorno agli editori che hanno proposte di un certo tipo...

Che è sempre meglio di niente, ma che effettivamente non è quello che ci si aspetterebbe da un evento che si vanta di staccare oltre 240.000 biglietti per edizione e di avere un occhio di riguardo per le nuove tendenze. Certo si può anche partire dal presupposto che fra l'impostazione di una Lucca Comics & Games e quella di una San Diego Comic-Con ci siano delle differenze abissali, ma che una manifestazione del genere semplicemente scelga di ignorare tutta la questione lascia sempre più perplessi, anno dopo anno. Soprattutto considerando quello che succede nelle manifestazioni fumettistiche che si tengono in altre parti del mondo.

E questo è quanto.

In ogni caso penso che sia evidente per chiunque, analizzando la situazione anno dopo anno, come il principale obbiettivo di Lucca Comics & Games stia diventando quello di trasformare il centro storico in una specie di piccola Disneyland (con vetrina commerciale annessa) per gli appassionati di immaginario POP, senza reali pretese culturali e senza la volontà di offrire spazi di confronto e crescita per nessuno. Men che meno valorizzando la minoranza LGBT. Il problema è che se questa è la manifestazione fumettistica di maggior successo in Italia è abbastanza ovvio che continuerà ad essere presa come riferimento dalle altre... Con tutto quel che ne consegue, anche a livello di contenuti LGBT (anche se in realtà questa è solo la punta dell'iceberg, visto che le omissioni e la superficialità nell'approccio, in questa manifestazione, non riguardano solo il mondo LGBT).

E non mi pare che questo sia un dato troppo positivo.

Alla prossima.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Valeriano, condivido la tua frustrazione, ma credo che il problema che poni sia, di fatto, superabile, almeno per quanto riguarda il dare una maggiore visibilità all'esistente. Una piccola guida su cosa c'era di gay o gay friendly a Lucca non sarebbe stata difficile da realizzare, in fondo i materiali che segnali erano già noti, e la presenza delle associazioni poteva essere indagata senza troppe difficoltà.
Certo questo non farebbe spuntare magicamente incontri a tema e quant'altro, ma sarebbe un ottimo inizio.
Perché non ti prendi tu l'onore/onere dell'iniziativa per il prossimo anno, magari chiedendo la collaborazione dei lettori di questo blog? Penso che molti di noi sarebbero ben felici di partecipare!

Wally Rainbow ha detto...

Caro Anonimo, sicuramente si possono fare tante cose per migliorare le cose (e mi fa piacere sapere che non solo io ad avere una certa visione delle cose), e un mio sogno nel cassetto resta sempre quello di mettere insieme abbastanza persone per riuscire a farlo :-) Poi, però, fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, e tanta gente entusiasta all'idea non ha avuto tempo/modo/energia per contribuire. Non so... Potrei provare a creare un gruppo segreto su facebook per mettere assieme gente motivata e vedere che succede? Mhhhh... Di certo la guida LGBT a Lucca Comics 2018 sarebbe una cosa carina, ma presuppone che tutti gli editori/espositori presenti con novità di un certo tipo si prendano la briga di avvisare (dando per scontato che sappiano che questo blog esiste e che non pensino che sia una cosa fine a se stessa)... E forse perchè questo avvenga sarebbe effettivamente il caso di sviluppasse qualcosa di più organico, credo (°__°)... Magari adesso ci penso un po'... Qualche esperienza in fatto di associazioni ce l'ho già.

Fa.Gian. ha detto...

Wally, secondo me il problema non è che LC&G non promuove il fumetto LGBT, il problema è che "NON PROMUOVE IL FUMETTO" tout-court

Quest'anno non c'erano posteggi, se non per gli espositori, il resto non era minimamente segnalato ed era lontano dalle mura.

C'erano solo due biglietterie invase da code kilometriche già alle 9.00, nessuna indicazione per i vari eventi, settori, niente ....

Partono dal presupposto che chiunque abbia uno smartphone e faccia tutto on-line, e noi "vecchi" ci sentiamo tagliati fuori

Wally Rainbow ha detto...

Siccome avevo già scritto un bel po' non mi sembrava il caso di parlare anche dei disservizi, ma penso che sia evidente che il problema di chi vuole creare una Disneyland temporanea nel centro di Lucca sia fondamentalmente... Che una Disneyland non la si improvvisa, men che meno nel centro di Lucca. E si è visto bene sabato, quando gli smartphone funzionavano male (o non funzionavano affatto) e soprattutto domenica con gli acquazzoni che ci sono stati e che rendevano pressochè penoso lo spettacolo della gente che correva da una parte all'altra della città per bagnarsi il meno possibile, per poi ritrovarsi a fare code infinite sotto l'acqua inzuppandosi per bene. Fortunatamente quest'anno mi sono spostato in macchina e coi parcheggi abbiamo avuto fortuna, ma presumo che i treni siano stati particolarmente problematici... Anche perchè la biglietteria della stazione era chiusa per lavori (?__?). Magari a Lucca sono fortunati perchè i visitatori chiudono un occhio o anche due. Comunque sarei davvero curioso di sapere cosa passa nella testa degli organizzatori, perchè effettivamente Lucca Comics & Games è diventata una gran fierona, con tutti i pregi e i difetti delle fierone, ma di convention fumettistica ormai ha molto poco. Boh.

Wally Rainbow ha detto...

Comunque da un momento all'altro attendo che per Lucca Comics & Games arrivi la ruota panoramica col Luna Park appresso :-)

Fa.Gian. ha detto...

la ruota panoramica ancora no, ma ricordo in passato le gite in mongolfiera dal fossato sotto le mura

Wally Rainbow ha detto...

Argh! Avevo rimosso la mongolfiera! Probabilmente negli ultimi anni l'hanno rimossa per motivi di sicurezza...

Anonimo ha detto...

Io avevo aperto il mio banco di legatoria artistica sulle mura zona citadel, ho ricevuto visite di una ragazza in transizione, che saluto, era davvero simpatico e carino, una coppia di lesbiche, e diversi gay. Mi piace l’idea dove espositori, associazioni, possano dire:”hey sono gay e sono qui passatemi a trovare!”

Marco ha detto...

Io però non capisco questo atteggiamento (non solo dei gay, di tutti i gruppi, e a dir la verità anche di quelli molto più divisi e sparuti, che hanno qualche ragione per ritenersi lasciati da parte) che trovano inspiegabile che non ci sia uno spazio apposito, un personaggio apposito di rito, e cose così, in cui rispecchiarsi "in quanto gruppo a parte" in un evento, in un media, in una serie. E' una trappola, è una riserva indiana. Imparate dai neri: fin dagli anni '80 c'era sempre "il nero di contentino" nelle serie TV ma questo secondo me non ha aiutato, anzi. Anche perché il mondo è pieno di varianti non maggioritarie, figuriamoci in una cultura come la nostra che elegge a norma un 10% di inappuntabili "superman" (spesso finti). Se un racconto, per quanto opera-mondo, dovesse avere un personaggio per ogni modo di sentirsi poco accettati, il risultato, oltre che forzato, suonerebbe costantemente sopra le righe, forzato (forse andrebbe bene coi supereroi, dove, d'altronde, questo approccio è pluridecennale, spesso estremizzato e per pure ragioni sceniche, secondo me, nel senso che "eroe senza particolarità" è un controsenso)

Wally Rainbow ha detto...

Sicuramente puntare all'integrazione è più importante, ma il problema in Italia è sempre stato a monte, a livello di "identificazione" e "manifestazione" (o anche solo a livello di "sesnso di appartenenza") di una categoria altrimenti invisibile. Con le altre etnie il problema non si pone per ovvi motivi, con gli omosessuali sì. In ogni caso ormai Lucca Comics è divisa per ghetti a livello strutturale, quindi non ci sarebbe niente di strano :-)