Ciao a tutti come va?
Passata la Giornata Internazionale contro l'Omofobia, come da tradizione, condivido e commento il sondaggio per il Premio GLAD di quest'anno... Che purtroppo è partito un po' in ritardo rispetto agli altri anni, e quindi non ha avuto un grande riscontro in termini di partecipazione... Anche se penso che sia interessante il fatto che il vincitore di quest'anno, e cioè Dragonero della Bonelli, ha vinto con una maggioranza schiacciante... Quasi la metà dei voti, praticamente.
Ovviamente 56 partecipanti non danno alcun peso statistico a questo sondaggio, ma nel suo piccolo penso che queste percentuali possano comunque offrire qualche spunto di riflessione. Nella misura in cui evidenziano che la maggior parte della delusione da parte di chi ha votato è arrivata da una serie da cui, evidentemente, si aspettavano qualcosa di più anche in termini di contenuti LGBT. E, considerando che Dragonero è arrivato in testa a questo particolare sondaggio per il secondo anno di fila, verrebbe da pensare che la delusione sia costante. Forse la speranza che un contesto fantasy possa offrire maggiori possibilità in questo senso non si è ancora spenta del tutto, e vederla costantemente tradita crea un certo malcontento di fondo?
Chissà...
Per come la vedo io le cose non sono destinate a cambiare tanto in fretta, soprattutto considerando che i cambiamenti sociali e culturali, anche a livello di immaginario pop e fantasy, che ci sono stati negli ultimi anni non sembrano avere influito sull'approccio - ancora troppo "bonelliano", per la verità - con cui questa serie si interfaccia a certi temi. Forse perchè con gli anni è riuscita a fidealizzare un'ampia fetta di lettori non più giovanissimi? Forse per il fatto che anche la serie per giovanissimi DRAGONERO ADVENTURES ha finito per fare presa più sui lettori adulti della serie regolare che sul target a cui mirava? Magari essere troppo aperti e assertivi su certi temi (nonostante la sorella del protagonista sia dichiaratamente lesbica) comprometterebbe la reputazione della casa editrice?
Mistero.
Di certo c'è che il co-creatore - e sceneggiatore regolare - Stefano Vietti (foto sotto), giusto il 18 maggio è stato invitato a parlare in un laboratorio di scrittura tenuto dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (CLICCATE QUI), e non certo ad una conferenza organizzata in occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia (che era il giorno prima). Se questo può essere indicativo di qualcosa, oppure no, lo lascio decidere a voi.
Ad ogni modo penso che sia interessante verificare come, a fronte del fatto che è ben consapevole del fatto che continua a perdere lettori (e a deluderne altri, anche e non solo per il discorso LGBT), la casa editrice di Dragonero sta proseguendo nella sua politica di tentare nuove strade e nuovi formati, soprattutto per rilanciarsi fra il pubblico dei giovani e dei giovanissimi...
Cosa che però, a maggior ragione, dovrebbe tenere in considerazione il fatto che i giovani e i giovanissimi di oggi hanno sicuramente maggior dimestichezza con le tematiche LGBT rispetto ai loro predecessori di anche solo di una decina di anni fa... Anche se qualcosa mi dice che a questo dettaglio, assieme a molti altri, difficilmente verrà dato il giusto peso, visto che parliamo di un editore che tende a mantenere la sua storica impostazione anche quando prova a sperimentare cose nuove...
Anzi, se non sapessi che è impossibile, sarei quasi tentato di pensare che tutta questa voglia di sperimentare proposte alternative, per giovani e giovanissimi, sia più un'operazione di marketing un po' raffazzonata che non un reale tentativo di venire incontro ai gusti effettivi dei millenials e dei centennials, che tra l'altro sono due categorie di lettori potenziali che hanno delle esigenze molto specifiche, e che non possono (e non devono) essere considerati come erano considerati i loro corrispettivi degli anni Ottanta e Novanta...
A meno che non si vogliano avere delle brutte sorprese, ovviamente. Cosa che peraltro a questa casa editrice, e a diverse altre che hanno peccato un po' di presunzione, di recente è capitata parecchie volte... Ma tant'è.
L'ultima frontiera della sperimentazione-salvagente, comunque, pare che sia rappresentata dai romanzi per giovani adulti. Un settore che in libreria tira molto da diverso tempo, e che alla Bonelli hanno pensato bene di sfruttare per farsi conoscere, e fare conoscere i propri personaggi, presso un pubblico nuovo e diverso dal solito. Il che non sarebbe neanche una cattiva idea, se non fosse per il fatto che anche questa volta la sensazione è che si stia muovendo a casaccio, e giusto per provare a salvare il salvabile prima che sia troppo tardi.
Vediamo un po' di fare qualche esempio concreto. Nathan Never non sta andando granchè bene, a quanto pare (e nonostante i colpi di scena degli ultimi anni, che a me sono sempre sembrati dei boomerang, per la verità), e anche se non ci sono dati ufficiali basta consultare il programma editoriale dei prossimi mesi.
Quello di questa estate sarà l'ultimo supplemento dedicato all'UNIVERSO ALFA, mentre per il secondo anno consecutivo il Nathan Never Magazine di luglio presenterà solo delle ristampe. E ai lettori che hanno chiesto delucidazioni sulla pagina facebook ufficiale sono state fornite risposte tipo quella che vedete qui sotto.
Anche in questo caso lascio giudicare a voi queste sibilline risposte, con tutti i loro puntini di sospensione... Mi limito a dire che, come avevo previsto, Dampyr non pare avere beneficiato granchè del tanto atteso (?) incontro speciale con Dylan Dog...
Comunque, guardacaso, Nathan Never vende poco e per luglio viene annunciato un bel romanzo per ragazzi con il protagonista in versione quindicenne... Un romanzo che di fatto è un prequel per ragazzi pensato anche per ingolosire i fans storici. Il tutto affidato a Miriam Dubini, che NON è una scrittrice di fantascienza, ma si è laureata con una tesi sulla narrazione delle fiabe (!), ha collaborato con Art Attack Magazine, circhi e teatri, e ha contribuito ad elaborare Mad Sonja per la Disney (e, per chi non se lo ricordasse, quell'esperimento fu uno sfracello totale). In compenso ha scritto un bel romanzo per ragazzi sullo sfondo dell'Ilva di Taranto. Se CLICCATE QUI potete leggere il suo curriculum.
Io non ho niente contro Miriam Dubini, che tra l'altro si è ritrovata a dover scrivere un romanzo su Nathan Never di 256 pagine, oltretutto scritto in prima persona, però ammetto di avere dei seri dubbi sulla possibilità che questa operazione - gestita in questo modo - possa fare bene a Nathan Never... O addirittura rilanciarlo fra i più giovani.... Ad ogni modo in questo romanzo si parlerà anche di bullismo, ma - non so perchè - ho la sensazione che sarà tutto molto all'acqua di rose, e che molto difficilmente verrà tirato fuori il problema dell'omofobia adolescenziale...
Comunque, se non altro, la collocazione cronologica di questo romanzo nel remoto futuro non rappresenta un problema supplementare, cosa che invece - se si cercasse di mantenere una certa coerenza narrativa - potrebbe accadere nel caso degli altri romanzi di questa collana che sono già usciti, o stanno per uscire, e cioè quelli sulle versioni adolescenti di Zagor, Martin Mystère e Gea...
Analizziamo i fatti. Tradizionalmente le avventure di Zagor partono intorno al 1820 e lui va per i trenta, quindi le sue storie adolescenziali dovrebbero essere collocate fra i trapper americani agli inizi del 1800. Un'ambientazione che per i giovani di oggi è perlomeno astrusa, e sicuramente ha poche attrattive. In realtà il problema è che è proprio il personaggio di Zagor a NON essere concepito per i giovani di oggi, e cercare di rilanciarlo presso un pubblico che non è il suo con queste strategie (e senza reinventarlo radicalmente, cosa che però la casa editrice non farebbe mai, perchè in quel caso a rimetterci sarebbe la serie a fumetti) sembra tanto una battaglia persa in partenza (e in parte ho analizzato i motivi di questa situazione QUI e QUI)...
Tra l'altro lo scrittore prescelto è Davide Morosinotto (foto sotto), che ha all'attivo diversi romanzi per ragazzi (per i quali ha ricevuto dei premi), ma che ha scritto anche diversi romanzi di fantascienza e si è laureato con una tesi su Philip K. Dick... Perchè non è stato scelto lui per scrivere il romanzo su Nathan Never?
Anche questo è un mistero...
E, a proposito di misteri, penso che sia particolarmente divertente il caso del romanzo di Martin Mystère. Nel senso che non si colloca nella linea temporale della serie regolare (quella che vorrebbe il protagonista nato negli anni Quaranta, e quindi richiederebbe avventure adolescenziali ambientate negli anni Cinquanta), ma in quella delle (sfortunate) nuove avventure a colori. Quindi se in quella serie il protagonista - nel 2017 - ha trentacinque anni, a rigor di logica il romanzo dovrebbe parlare di un personaggio che era adolescente alla fine degli anni Novanta... Un periodo in cui, e chi lo ha vissuto lo sa bene, i nerd non erano stati ancora sdoganati e un ragazzo con il suo carattere e con il suo modo di porsi come minimo doveva vivere come un topo da biblioteca sociopatico. E, anche ammesso che lo scrittore Pierdomenico Baccalario (che in fatto di romanzi per ragazzi ha una lunga e apprezzata esperienza) riesca a renderlo meno antipatico (e più fascinoso) per le nuove generazioni, questo romanzo non considera un piccolo dettaglio che probabilmente non gli farà granchè bene...
E cioè il fatto che delle avventure di Martin Mystère in versione adolescente esistono già, e sono quelle della serie animata che viene replicata più o meno regolarmente da una dozzina d'anni a questa parte... Con un protagonista che, effettivamente, è stato svecchiato e reinventanto come si deve, e rappresenta ormai l'unico Martin Mystère con cui giovani e giovanissimi hanno avuto modo di famigliarizzare (ne ho parlato di recente anche QUI), e non solo in Italia. E anche ammesso che un giovane fan della serie animata faccia un tentativo e dia una possibilità a questo romanzo, sicuramente non troverebbe il brio e l'umorismo (anche sessualmente ammiccante) che ha sempre associato al personaggio che ha conosciuto in TV, con tutto quel che ne seguirebbe...
E, anche in questo caso, non posso fare a meno di chiedermi se a questo elemento è stato dato il giusto peso.
Ad ogni modo credo che il romanzo che, più di tutti, farà da cartina di tornasole per questa operazione sarà quello dedicato a Gea, anche perchè essendo la protagonista adolescente anche nella serie a fumetti che è partita nel 1999, le sue avventure da tredicenne si dovrebbero collocare grossomodo nello stesso arco temporale di quelle del romanzo di Martin Mystere... In questo caso, però, si tratterebbe di un vero e proprio prequel della serie regolare, in cui si vedrebbe come la protagonista diventa orfana e prende consapevolezza del suo destino. L'idea, di per sè, sarebbe anche buona, tuttavia essendo un romanzo dai toni molto soft, con una protagonista tredicenne e che si rivolge ad un pubblico molto giovane, una domanda sorge spontanea... Come e dove si collocheranno gli elementi sessualmente progressisti che hanno sempre contraddistinto l'approccio dell'autore del fumetto originale, Luca Enoch?
Il romanzo, al momento, non l'ho letto... Tuttavia mi sembra alquanto improbabile che la scrittrice Lucia Vaccarino - anche volendo - abbia potuto inserire argomenti legati al sesso, o sia stata libera di raccontare come la protagonista ha iniziato a frequentare il suo migliore amico gay Sigfrido, o di spiegare come e perchè Sigfrido è entrato a far parte di un club bear (come si vede fin dai primi numeri della serie)... Tantopiù che il suddetto Sigfrido è un personaggio molto disinibito e sessualmente emancipato, e quindi il suddetto romanzo dovrebbe - come minimo - spiegare il rapporto della protagonista con l'omosessualità, e soprattutto spiegare l'omosessualità mettendola sotto una luce positiva, e di conseguenza dovrebbe affrontare una serie di argomenti che nella letteratura italiana per ragazzi sono ancora considerati un discreto tabù.
Tutte cose che, a rigor di logica, un romanzo che precede le avventure ufficiali di Gea dovrebbe raccontare, insomma... Soprattutto in considerazione del fatto che siamo nel 2018 e non più nel 1999.
Peccato che l'impostazione del progetto, evidentemente, sia un'altra.
Ad ogni modo questo cortocircuito potrebbe spiegare perchè del romanzo di Gea non si è occupato direttamente Luca Enoch, che peraltro ha avuto un buon successo con la scrittura del primo romanzo di Dragonero, "il Risveglio del Potente", e che in teoria era la persona più indicata per scrivere un romanzo prequel sul personaggio da lui stesso creato e portato avanti per tanti anni.
Il tutto mentre nel mondo reale i temi LGBT iniziano ad essere sempre più presenti, con sempre maggior frequenza e intensità, anche nell'entertainment che si rivolge ai più giovani... Che probabilmente, di questo passo, fra una decina d'anni al massimo non si stupiranno quando si imbatteranno in certi temi, ma sicuramente rimarranno perplessi se vedranno che i suddetti temi non sono affrontati in nessun modo dal fumetto, dal romanzo o dal serial televisivo con cui avranno a che fare in quel momento...
E a quel punto cosa succederà a chi avrà scelto di rimanere indietro?
Chi vivrà vedrà...
Alla prossima.
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