Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Come avrete notato su questo blog non parlo molto spesso dei BOYS LOVE (i manga a tematica gay realizzati da autrici donne per un pubblico prettamente femminile), e non ne parlo per due motivi: il primo è che c'è già chi lo fa molto meglio di me, il secondo è che - tecnicamente - rientrano in maniera abbastanza marginale nell'universo GLBT. Tuttavia, a livello di fenomeno sociologico, periodicamente offrono diversi spunti di riflessione interessanti. Ad esempio considerando che è in crescita il numero delle zone BL-friendly nelle grandi città giapponesi. Mi riferisco, ad esempio, alla Otome Road di Tokyo, i cui esercizi commerciali si rivolgono prettamente al mondo dei manga per ragazze, e in particolare al genere BOYS LOVE con annessi e connessi (abbigliamento, gadgets, merchandising, DVD, ecc), con tanto di cartellonistica pubblicitaria a tema...
Curioso, vero? Evidentemente i BOYS LOVE sono diventati un fenomeno di costume sempre più diffuso, e altrettanto evidentemente la cultura giapponese - che è conservatrice quanto e più di quella italiana - non si fa troppi problemi ad ampliare gradualmente le proprie vedute. Forse questa cosa dipende anche dal fatto che, nella suddetta cultura, il senso del peccato cattolico è praticamente inesistente. In teoria la riprovazione sociale ne fa le veci, ma c'è da dire che - per fortuna - ha dei parametri relativamente elastici (e sicuramente è un concetto più elastico di una morale religiosa vecchia di duemila anni). Forse è per questo che è in crescita anche il numero delle ragazze giapponesi a cui interessa pornografia gay in stile BOYS LOVE, tant'è che diverse case di produzione locali si sono specializzate in questo settore.
La cosa più sorprendente è che i protagonisti dei suddetti video (che, al di là dell'estetica e degli "intrecci", sono dei video pornografici gay a tutti gli effetti), sono diventati dei veri e propri idoli per tantissime ragazze, che li seguono e li sostengono esattamente come farebbero con un idolo giovanile di qualsiasi altro tipo. Alcuni di loro, poi, sono entrati a pieno titolo nel mondo BOYS LOVE, ispirando a loro volta fumetti e fanfictions, come nel caso dei tre protagonisti della videosaga LUXE.
In realtà questo fenomeno inizia a verificarsi anche negli USA, con un crescente numero di ragazze che si stanno appassionando alla pornografia propriamente gay, anche se ogni paragone è fuori luogo dato che in Giappone è la pornografia gay che si adegua anche al gusto femminile, mentre negli USA sono le ragazze che gradiscono qualcosa che non è pensato per loro. C'è da dire che in entrambi i casi il sesso femminile dimostra un certo livello di emancipazione culturale. In ogni caso il Giappone ha iniziato a considerare il fenomeno del BOYS LOVE e del suo pubblico con una certa naturalezza, tanto da farlo diventare anche un nuovo filone cinematografico...
Un filone che a quanto pare sta attecchendo anche nelle nazioni limitrofe, come ad esempio la Thailandia e la Corea (che da qualche anno ha iniziato a cimentarsi a sua volta con i fumetti - in coreano mahwa - a tema BOYS LOVE).
Probabilmente tutto questo suona alquanto strano se paragonato alla realtà italiana, ma forse può suonare ancora più strano se si considera che nel mondo della musica giapponese non è così raro che cantanti molto amati dalle ragazzine si concedano delle parentesi "BOYS LOVE" con i membri delle loro band, durante i loro concerti o magari facendo maliziose allusioni sui loro siti personali... Il tutto per mandare in estasi il loro pubblico femminile, che poi può sentirsi libero di fantasticare al riguardo. Più o meno il contrario di quello che succede da noi, vero? Tuttavia le appassionate di BOYS LOVE hanno avuto un'ulteriore consacrazione di recente, grazie a Tonari no 801-chan: un manga decisamente curioso. Infatti parla di Yaoi-Chan (un'appassionata sfegatata di BOYS LOVE, che manifesta simbolicamente la sua passione sotto forma di un mostriciattolo verde) e del suo ragazzo, un appassionato di fumetti un po' impacciato di nome Tibet. La cosa interessante è che questo fumetto è iniziato come un gioco sul blog della sua autrice Ajiko Kojima, e quando è stato raccolto in volume ha venduto qualcosa 150000 copie al primo colpo! Questo però è stato solo l'inizio, visto che poi la sua creatrice ha ceduto i diritti per due versioni della stessa storia realizzate da altrettante autrici, ma anche per la realizzazione di un film dal vivo.
E, come se tutto ciò non bastasse, lo scorso agosto è partita anche la serie animata ufficiale, in cui la protagonista non perde l'occasione per fantasticare su travolgenti relazioni omosessuali non appena vede due ragazzi vicini... Notevole, vero? Siccome questo è il blog che vi mostra quello che gli altri non vi mostrano qui di seguito vi posto la sigla del suddetto cartone (o anime, come si dice alla giapponese).
Che dire? Il mondo è bello perch'è vario... Certo è che, anche se i BOYS LOVE non hanno l'obbiettivo di legittimare l'omosessualità maschile, non si può certo dire che manchino di sdoganare l'argomento... E forse se in Italia non hanno avuto un gran successo è proprio perchè il nostro pubblico femminile (in media) non è emancipato come quello giapponese... Voi cosa ne pensate?
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5 commenti:
Si la cosa è abbastanza strana, bisogna anche considerare che il Giappone su molti aspetti della vita sociale ha delle regole ben precise, e dentro a queste regole si ha una certa libertà di espressione, un pò come nella grecia antica dove era accettato il rapporto tra un uomo adulto e un giovane ma non tra due uomini della stessa età e condizione sociale.
Sarò l'unico a pensarlo, ma credo che la realtà italiana confrontata con tutte queste cose sembra sempre più ignorante ogni giorno che passa.
Kanzeon sei l' unico a pensare DI ESSERE L' UNICO A PENSARE che l' Italia sia sempre più ignorante...
:-)
Mirko
Intendiamoci: lo scopo di questo blog non è far credere che ovunque sia un paradiso gay fuorchè in Italia :-) Però sono convinto che è importante sapere come altrove viene vissuta la dimensione gay attraverso il fumetto e l'immaginario pop... Giusto per avere più coscienza di causa e - magari - essere più stimolati ad operare perchè le cose cambino in meglio :-) Senza paragoni c'è il ricschio di credere che le cose vanno così perchè non è possibile che vadano diversamente, e questo non è un bene :-)
potrebbe sembrare una visione un pò drastica, ma l'italia ha perduto il suo primato culturale a partire dalla fine del rinascimento.
E non si è ancora capito che uno sviluppo sociale e culturale si basa anche su forme apparentemente minori come i fumetti e sulla varietà di temi e generi.
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