Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
É da un po' di tempo che non parlo di quello che succede in Italia, anche perchè - diciamolo - non è che in Italia succedano molte cose interessanti dal punto di vista della cultura gay pop... Tuttavia oggi penso di avere accumulato un numero sufficiente di notizie per dedicare un post all'argomento. Vi anticipo che non sarà un post intriso di ottimismo, ma credo che sia giusto che almeno un BLOG italiano faccia il punto della situazione sal punto di vista della cultura gay pop, per evidenziare che l'unica cosa normale - dalle nostre parti - sono le anomalie. Da che parte cominciare? Forse dalla notizia meno brutta, ovvero dal fatto che il settimanale VANITY FAIR, qualche settimana fa, aveva promosso un sondaggio e una raccolta di firme contro l'omofobia e per il riconoscimento delle coppie gay: 7000 firme in 7 giorni e il numero della settimana seguente dedicato all'argomento, con Raul Bova come testimonial in copertina, un mucchio di sottoscrizioni celebri e un accorato appello al ministro con delega alle pari opportunità Fornero... Che ha pure risposto dicendo che effettivamente il tema dei diritti gay andrebbe affrontato.
La risposta è stata abbastanza sciapetta, per la verità, ma il fatto che abbia risposto ad una petizione del genere è già qualcosa. Il punto, però, è un altro, e cioè che che con questo gesto Vanity Fair è diventata ufficialmente la rivista più gay friendly presente nelle edicole italiane. In questo non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che bisogna prendere atto che nel nostro paese i gay sono ridotti ad appoggiarsi ad una rivista come Vanity Fair, che fondamentalmente è una rivista che si occupa di moda e costume, visto che in Italia non esistono riviste dichiaratamente gay - men che meno riviste gay influenti - che arrivano in edicola. E questo dovrebbe farci riflettere tutti, visto che dimostra per l'ennesima volta che i gay italiani non hanno mezzi propri abbastanza forti per portare avanti un'iniziativa del genere. E questo è quanto. La cosa ironica è che, mentre Vanity Fair in Italia si dava da fare per imploarare un minimo di considerazione per la comunità omosessuale, in Spagna dedicava una bella copertina - con servizio interno - alla famiglia di Ricky Martin...
Evidentemente per la versione spagnola di Vanity Fair i gay sono solo una questione di costume (come è giusto che sia per un settimanale di costume), ed evidentemente dalle loro parti non è necessario che una rivista del genere si prenda l'impegno di portare avanti in prima persona le loro battaglie. Forse sbaglio ma, pur appoggiando l'iniziativa di Vanity Fair in Italia, la mia sensazione è che siamo davvero arrivati alla frutta. Anzi: probabilmente siamo anche arrivati al dessert. Dico questo perchè, a proposito di Spagna, la bella serie televisiva spagnola FISICA O CHIMICA in Italia ha iniziato a passare dei guai (probabilmente era solo questione di tempo)... Guardacaso in concomitanza con il maggior risalto dato alle tematiche gay...
Breve riassunto della situazione: FISICA O CHIMICA è un serial che ruota attorno ad un liceo spagnolo, frequentato - giustamente - anche da adolescenti gay che NON vivono in maniera monacale la loro condizione. Ovviamente il serial non presenta nulla di pornografico, non più di tanti altri serial simili (a parte, forse, qualche nudo posteriore), ma non censura nemmeno le situazioni gay. Fatto sta che è arrivata su RAI 4 con un buon successo nella fascia pomeridiana, ed era anche replicata in quella mattutina. Cosa è successo a questo punto? Evidentemente una rappresentazione serena dell'omosessualità adolescenziale ha dato fastidio a qualcuno e, secondo la versione ufficiosa, il giornalista di LIBERO Francesco Borgonovo ne ha parlato male (a livello di "pornografia") su richiesta di associazioni cattoliche come l'Aiart, che da sole non erano riuscite a far censurare la serie... A quel punto la direzione generale della RAI - dopo aver letto LIBERO - ha intimato al direttore di RAI 4, Carlo Freccero, di spostare la serie in seconda serata... Anche se il palinsesto di RAI 4 in seconda serata è completo fino al prossimo autunno! Come se tutto ciò non bastasse il solito giornalista di LIBERO ha registrato un'intervista telefonica a Carlo Freccero, comprensibilmente adirato fuori misura, e l'ha diffusa su YOUTUBE, probabilmente nel tentativo di farlo passare per un personaggio poco raccomandabile ed avere una giustificazione supplementare per il suo intervento contro FISICA O CHIMICA, in difesa della pubblica decenza... Se vi siete persi la chiamata potete sentirla qui...
Devo essere sincero: a me la reazione di Carlo Freccero non è sembrata propriamente educata, ma a modo suo l'ho trovata coraggiosa e - soprattutto - sinceramente gay friendly. Cosa che non si può dire di tanti interventi più diplomatici, che in realtà sono dalla parte degli omosessuali solo in apparenza. Fatto sta che la serie FISICA O CHIMICA al momento è sparita dal palinsesto di RAI 4 e la cosa davvero sconvolgente è che nessuno si è opposto. Nessuna associazione gay è intervenuta, nessun quotidiano e nemmeno Vanity Fair... Silenzio totale su quello che, di fatto, è stato un vero e proprio atto di prevaricazione omofobica, mentre a mezzogiorno i rapporti semi incestuosi di BEAUTIFUL continuano ad essere presentati senza problemi, per non parlare di tutto il resto che viene fatto passare in tutte le fascie orarie... Con dei risvolti tutt'altro che educativi per i giovanissimi...
D'altra parte quello che conta è il modello eterosessuale, giusto? In attesa che nuovi capitoli si aggiungano a questa fosca vicenda credo che la mentalità eterocentrica del nostro paese avrà presto una nuova occasione per dare bella prova di sè... Infatti dopo il buon successo dei suoi allegati a fumetti, dedicati ai supereroi, il Corriere della Sera ha deciso di produrre una serie di fumetti nuovi e - in un impeto di originalità - ha pensato bene di prendere spunto dai miti greci e romani...
Premesso che non ho ancora letto questi fumetti (l'iniziativa partirà il 13 aprile) non posso fare a meno di pensare che, dalle parti del Corriere della Sera, ci sono delle persone molto giovani, sveglie e aggiornate (ovviamente sono ironico), che avranno pensato che era molto originale dare spazio ai primi "supereroi" della storia... Ovvero agli dei e agli eroi greco romani, anche perchè il cinema di Hollywood li sta riscoprendo con alterne fortune. Premesso che i disegni mi sembrano buoni, credo di poter dire che, se pensano che - dopo anni in cui hanno riproposto il meglio dei fumetti Marvel - potranno avere successo riproponendo i miti classici tali e quali, stanno per prendere una grossa cantonata...
Una cantonata che potrebbe diventare davvero enorme se pensano di adattare i miti greci e romani per un pubblico di tutte le età. Di fumetti didattici ispirati alla mitologia ce ne sono stati a bizzeffe anche in Italia e li ha fatti persino IL GIORNALINO (noto settimanale cattolico, il che è tutto dire), e dei bei disegni non possono salvarli dalla banalità di una sceneggiatura che - probabilmente - censurerà tutti gli elementi di sesso e violenza... E, a proposito di sesso, ho la netta sensazione in questa serie di allegati non si parlerà degli amori omosessuali degli dei e degli eroi greco romani. Non vorrei sbagliarmi, ma il primo numero mi sembra dedicato ad Achille (foto sotto), quindi sapremo da subito se i miei timori sono fondati oppure no...
C'è poi un altro elemento che quei geni del Corriere della Sera non hanno calcolato, e cioè il fatto che i miti classici, pur rappresentando un grande patrimonio culturale, se verranno presentati nella versione ufficiale e "tradizionale" non conterranno alcun elemento di novità e difficilmente potranno incuriosire chi è abituato a fumetti che - effettivamente - possono stupire e meravigliare con trovate inaspettate e situazioni sempre nuove. A pensarci bene, in effetti, se è vero che gli eroi classici sono stati i primi super eroi è anche vero che i super eroi sono stati l'evoluzione degli eroi classici, e sperare di avere successo tornando indietro - invece che andando avanti - dà esattamente la misura di quanto può essere ripiegata su sè stessa la cultura italiana...
In effetti persino Hollywood ha capito che i miti greci e romani, pur rappresentando un mondo interessante da esplorare, non possono più essere presentati per quello che sono, e vanno adattati e aggiornati considerando le aspettative e i gusti del pubblico. Lo hanno capito dai tempi del serial TV dedicato ad Hercules, che con l'eroe originale aveva davvero poco a che fare...
E lo hanno capito anche con la sua serie derivata: quella Xena che, guardacaso, aveva una gran quantità di sottointesi omosessuali... Tant'è che divenne una vera e propria icona lesbica...
Se poi si guardasse alle ultime produzioni che hanno un'ambientazione classica e non necessariamente mitologica, come SPARTACUS, si può vedere come le parentesi omosessuali sono diventate addirittura esplicite...
E nonostante tutto questo sono pronto a scommettere che nella serie di fumetti allegati al Corriere della Sera ci sarà spazio per tanti personaggi prestanti e muscolosi, mortali o divini, che per magia diventeranno totalmente etero, se non addirittura asessuati, anche se nei miti classici erano perlomeno bisessuali e in qualche caso anche pederasti, come era consentito dalla cultura del tempo...Che altro aggiungere? Beh... Sicuramente anche in questo caso nessuna associazione gay si permetterà di far notare questo ennesimo atto di omofobia mascherata, che però contribuirà a consolidare quel bel vento di modernità che ormai soffia costantemente in tutte le nostre produzioni mainstream... E anche in questo caso sono leggermente ironico... Ovviamente spero di sbagliarmi su tutta la linea, e in quel caso non mancherò di farvelo presente...
In ogni caso, passando dai fumetti che devono ancora uscire a quelli che sono appena usciti, devo segnalarvi il primo fumetto popolare italiano che quest'anno affronta - molto di sfuggita - il tema dell'omosessualità. Si tratta del numero 18 della nuova serie di John Doe...
Per chi non segue questa serie mi limito a dire che negli ultimi numeri il personaggio è stato coinvolto in una serie di vicissitudini metafisiche, sconfiggendo la morte, diventando un dio e finendo vittima delle Alte Sfere (presentati come coloro che decidono cosa deve accadergli, in poche parole un alter ego degli sceneggiatori), che di numero in numero lo spediscono in un'ambientazione diversa per fargli esplorare il senso della vita e delle cose. Nel numero in questione John Doe finisce nel "pornomondo", quello delle fantasie pornografiche, per indagare il senso del sesso e dell'amore. Le conclusioni filosofiche a cui giunge non sono malvagie, ma gli sceneggiatori - evidentemente - non hanno ritenuto che in questo "pornomondo" ci dovesse essere spazio per il porno gay... Infatti ci sono allusioni - molto vaghe per la verità - in due sole vignette... Nella prima un gruppo di ragazzi invita John Doe a farsi un giro, e ovviamente lui rifiuta...
Nella seconda John Doe pensa che sarebbe tutto bello se l'amore fosse tutto ciò di cui la gente avesse bisogno, e immagina una scena da gay pride...
Certo, sapendo come vanno le cose nei fumetti italiani, sarebbe potuta andare peggio... Tuttavia due vignette "gay", su una storia di 94 pagine ambientata nel mondo delle fantasie pornografiche e costellata di donnine disponibili, rappresentano un ottimo esempio di come i temi gay in Italia riescono a NON trovare spazio anche in contesti che potrebbero essere un po' più favorevoli della media. Certo uno sceneggiatore può scrivere quello che vuole e non deve rispondere a nessuno delle sue scelte, tuttavia sfogliando questo fumetto si ha la netta percezione di come il sesso gay e l'omoerotismo rappresentano ancora un tabù, o perlomeno una cosa che si può solo tenere ai margini... Nonostante il porno gay su internet, pare, rappresenti quasi il 50% di tutto quello che viene prodotto e scaricato. Ognuno può trarre le sue conclusioni, ma forse bisognerebbe chiedersi se poi queste scelte sono davvero quelle che il pubblico premia. E d'altra parte fino a che punto il fumetto popolare italiano può ancora considerarsi "popolare"? Me lo chiedo perchè sono stati appena resi pubblici i dati di vendita dei due più grandi editori di fumetti italiani, la Disney e la Bonelli, e tutto considerato non sono granchè incoraggianti. Le vendite di Topolino, nel 2011, sono calate del 12,9% (nel 2004 vendeva 219.974 copie ogni settimana, e l'anno scorso ne ha vendute mediamente 85.743), mentre le vendite degli albi Bonelli, l'anno scorso, sono calate del 6% (e questo avviene praticamente ogni anno). Certo la Bonelli nel 2011 ha fatturato 34.000.000 di euro e alla Disney non piangono miseria, ma se io fossi un grosso editore comincerei a farmi delle serie domande, prima che sia troppo tardi...
Comunque in Italia è ormai evidente che i grandi editori hanno perso la loro capacità di centrare i reali bisogni del pubblico, diventando sempre meno popolari e sempre più autoreferenziali. Mancanza di coraggio? Scarso spirito critico? Incapacità di guardarsi attorno? Mistero... Quel che è certo è che la mancanza di tematiche gay - o la loro inadeguata rappresentazione - sembra solo la punta dell'iceberg che affonda in un contesto culturale ben più contorto, arretrato e problematico.
Alla prossima.
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