Ciao a tutti, come va?
Un giorno, forse, qualcuno scriverà un saggio sui motivi per cui, in Italia, è così difficile guardare in faccia alla realtà... In particolare in questo periodo storico e soprattutto in quelle produzioni legate all'entertainment che - in teoria - dovrebbero conquistare le giovani generazioni per garantire un ricambio di pubblico nel lungo periodo.
E non mi riferisco solo ai fumetti (anche se ormai sono diventati la dimostrazione più evidente di questo stato di cose).
Dal 13 al 16 settembre, a Tolosa, c'è stato il tradizionale Cartoon Forum (CLICCATE QUI), un evento molto importante per gli addetti ai lavori, che si tiene dal 1990 e che serve a mettere in contatto gli studi di animazione europei - o comunque chi produce animazione - con i grandi finanziatori. E siccome si parla di gente che non ha molto tempo da perdere, ogni progetto deve essere presentato in trenta minuti (comprensivi di trailer)...
Dalla Francia, ad esempio, sono arrivate 21 proposte (più altre 7 in co-produzione con altre nazioni), e a quanto pare la Francia ha avuto anche il maggior numero di presenze alle sue presentazioni... Per la cronaca: il progetto che ha destato l'interesse
maggiore fra i potenziali finanziatori (370 presenze alla
presentazione) era proprio francese e se vi interessa conoscerlo potete vedere il trailer CLICCANDO QUI.
Il che è anche comprensibile: la Francia considera l'animazione un importante investimento culturale (e d'altra parte è così anche per il fumetto), e comunque è consapevole che si tratta di un mercato molto interessante a livello globale, nonchè di una vetrina per la nazione nel suo insieme. Senza contare che, attraverso l'animazione, si conquista e si forma il pubblico di domani...
Anche perchè l'animazione europea (a differenza di quella prodotta in altre aree del mondo) si concentra soprattutto sul pubblico infantile... Un pubblico che comunque - anche quando è giovanissimo - è sempre più attento ed esigente.
Quindi, a rigor di logica, verrebbe da pensare che al Cartoon Forum di Tolosa ci fossero anche tanti progetti italiani interessanti, con trailer accattivanti e tutto il resto, magari pensati prendendo in considerazione le tendenze del momento e i gusti del pubblico di oggi...
E invece a Tolosa l'Italia era presente con una sola proposta, portata dallo studio Matitanimata, e relativa al progetto di una serie dal titolo "Supermimmo", di cui potete vedere il trailer di presentazione qui sotto...
Capite cosa intendo quando dico che ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un saggio?
E il discorso relativo a "Supermimmo" si potrebbe applicare a buona parte delle produzioni italiane legate all'entertainment, che in teoria avrebbero un target preciso, ma alla fine non si sa bene a chi dovrebbero piacere, per chi sono state pensate sul serio e/o se tengono davvero in considerazione il contesto in cui si muove il pubblico che dovrebbero raggiungere... Soprattutto se il pubblico che dovrebbero raggiungere è giovane o giovanissimo, ed è abituato a confrontarsi con produzioni di tutt'altro genere (e livello).
Se poi ci si sposta nell'ambito del fumetto la situazione diventa ancora più surreale, anche perchè - dalle nostre parti - il concetto stesso di "giovane" sembra quasi del tutto slegato dalla realtà dei fatti. Prendiamo il caso di Martin Mystere, un personaggio Bonelli che ultimamente in fatto di vendite se la vede maluccio e che necessitava di un rilancio, anche presso un nuovo pubblico... Il personaggio in questione - tecnicamente - è un signore sulla sessantina (anche se la sua prima biografia ufficiale lo vorrebbe nato nel 1942, e pertanto adesso avrebbe ben 74 anni), e per novembre è stato annunciato il primo numero di una nuova miniserie a colori che lo svecchierà - anche anagraficamente - per renderlo più accattivante e commercialmente spendibile per un nuovo pubblico...
L'idea, di per sè, non sarebbe neanche malvagia... Se non che, in una recente intervista al curatore del progetto Giovanni Gualdoni (CLICCATE QUI), si legge che la versione "ringiovanita" di Martin Mystere avrà 35 anni... Ok: sono pur sempre una trentina di anni in meno rispetto alla versione ufficiale, ed è pur vero che al giorno d'oggi 35 anni sono un'età molto relativa, ma è evidente che 35 anni sono comunque troppi per coinvolgere un pubblico nuovo e giovane, che sicuramente si identificherebbe più facilmente in una fascia d'età diversa... Senza contare che, dalle tavole che si possono vedere in anteprima, si intuisce che il nuovo Martin Mystere avrà pure 35 anni, ma si veste come la sua controparte ultrasessantenne... E ha conservato anche il suo (ormai) anacronistico taglio di capelli, nonchè la sua aria seria e impostata...
La cosa ironica, se vogliamo, è che nel frattempo i disegnatori sono stati liberi di affiancargli personaggi con un look moderno, accentuando ancor di più - se possibile - la sua parvenza da nerd anni Ottanta/Novanta vagamente disadattato...
Un dettaglio che, aggiunto alla sua età non propriamente giovanile, sicuramente NON contribuirà più di tanto ad attirare nuove schiere di giovani lettori... E, dato che se i lettori di fumetti non si conquistano quando sono giovani molto difficilmente li si recupera in età matura, il ricambio generazionale continuerà ad essere un miraggio... E con le vendite di Martin Mystere, probabilmente, la Bonelli si ritroverà da punto accapo...
In tutta questa storia, però, è particolarmente interessante notare che questo personaggio già era stato fatto ringiovanire (e questa volta sul serio) in occasione della sua trasposizione animata ad opera dei francesi (sempre loro), con la serie Martin Mistery (2003)... In cui il protagonista si ritrovava ad avere sedici anni!
Questa serie, come le altre prodotte dalla Marathon Media, puntava quasi esclusivamente sulle gag, sulla grafica e sul ritmo sincopato in stile manga (anche in previsione di un lancio sul mercato asiatico e internazionale), mantenendo una certa frivolezza di fondo (essenziale per non avere problemi con la diffusione del prodotto nelle nazioni più bigotte) che - nel lungo periodo - non ha saputo tenere vivo l'interesse del pubblico... E infatti dopo tre stagioni gli ascolti sono calati, e la produzione del cartone si è interrotta dopo 66 episodi (che comunque è un numero di episodi ragguardevole, considerando la media delle produzioni europee di questo tipo)...
Da notare che, mentre veniva serializzato il cartone animato, in Bonelli nessuno pensò di ottimizzare la cosa proponendo una versione alternativa di Martin Mystere, più adatta al pubblico giovane... Anche se, molto banalmente, col traino della serie animata si sarebbe presentata un'ottima occasione per conquistare giovane pubblico e persino per ampliare il mercato estero, magari al di fuori delle solite nazioni che storicamente si sono dimostrate interessate ai fumetti Bonelli (come Turchia, Serbia e Croazia, ad esempio)... Ma tant'è...
Inoltre c'è da notare che, pur essendo una serie per giovanissimi prodotta da Marathon Media nell'ormai lontano 2003, gli sceneggiatori - che conoscevano i loro polli - non hanno mancato di inserire di tanto in tanto dei fanservice per il pubblico più grandicello che non era insensibile al fascino del protagonista...
Strategia, questa, che sicuramente in Bonelli nessuno avrà preso in considerazione per il nuovo rilancio "a colori" del personaggio... Che molto facilmente si rivelerà più adatto ai suoi lettori storici che non ad un'ipotetica nuova generazione che ha tutt'altro genere di riferimenti e aspettative in fatto di entertainment... E che magari potrebbe anche dare per scontato che in una serie davvero moderna ci dovrebbe essere qualche comprimario dichiaratamente gay, e non solo dei personaggi con un look che (volente o nolente) potrebbe suggerire l'appartenenza ad una qualche nicchia della cultura LGBT...
Al di là di questo, comunque, può essere interessante notare come in altre nazioni la fascia d'età dei 35 anni - che in Bonelli è considerata ancora "giovanile" - per la media dei personaggi a fumetti che puntano ad un pubblico giovane è considerata al limite del pensionamento. Tony Stark/Iron Man, ad esempio, è considerato uno dei supereroi più maturi della MARVEL, e nell'ultima postdatazione delle sue origini (in International Iron Man #6) è emerso che i suoi genitori si sono conosciuti nel 1980... Pertanto nel 2016 avrebbe al massimo 35/36 anni...
E comunque alla MARVEL - dopo i buoni riscontri dei primi esperimenti in questo senso - sono proprio nel pieno di una super operazione di svecchiamento del loro parco supereroi... Visto che al fianco di quelli storici (che comunque subiscono periodiche operazioni di ringiovanimento) si sta affacciando una nuova generazione di supereroi adolescenti o poco più, che - come è giusto che sia - sta facendo presa soprattutto sul pubblico dei ragazzini e delle ragazzine che si identificano nelle loro vicissitudini...
Forse non tutti sono titoli che (per ora) sono campioni di incasso, ma alla MARVEL (dove non sono proprio gli ultimi arrivati in fatto di marketing) sanno che questi personaggi sono un investimento per il lungo periodo... Anche perchè sanno che con questi fumetti - molto lentamente - stanno facendo avvicinare ai loro prodotti una tipologia di pubblico che fino a una decina di anni fa non avrebbe mai messo piede in una fumetteria, e oltretutto riescono a farsi pubblicità anche in contesti che abitualmente li snobbavano...
E a riprova di questo stato di cose vale la pena ricordare che alla DC Comics, per tagliare la testa al toro, sono arrivati a proporre direttamente il figlio preadolescente di Superman... Che sta ottenendo un crescente numero di consensi...
Ad ogni modo è bene precisare che questa tendenza di puntare su personaggi molto giovani è ampiamente condivisa da tutta l'editoria a fumetti americana, anche quella che non punta sui supereroi (e d'altra parte i manga hanno fatto scuola)...
E, siccome la suddetta editoria vuole rimanere competitiva nei confronti degli altri media, anche le parentesi LGBT si stanno facendo sempre più frequenti ed esplicite... Come potete intuire da quello che si vede nel primo numero della nuova miniserie di Apollo e Midnighter... Due eroi che in questa nuova versione - guarda caso - sono decisamente under 30...
A scanso di equivoci è bene precisare che nel fumetto seriale americano di oggi, al di là della rappresentazione più o meno esplicita di certe tematiche, i fanservice per un certo tipo di pubblico possono sbucare anche in contesti decisamente inaspettati... Come prova la sequenza sottostante, tratta da una miniserie del 2014 dedicata all'inossidabile Zorro...
Che peraltro - in questa storia - si dimostra ben consapevole del fatto che circolano delle vocì sull'ambiguità sessuale della sua leziosa identità di copertura... E ironizza sulla cosa mentre il suo fedele servo Bernardo ispeziona lo stato di salute dei suoi glutei... Ovviamente a favore di pubblico...
Al di là di queste trovate in quanto tali, che possono essere più o meno riuscite, è evidente che se vengono inserite con crescente frequenza non è una caso, ma è una conseguenza del cambio di sensibilità (e di prospettiva) del pubblico che si vuole raggiungere con questo tipo di produzioni. Un pubblico che - a differenza di quanto avviene in Italia - non è considerato principalmente quello dei collezionisti tendenzialmente moralisti dai quarant'anni in sù... Anche se poi, ovviamente, i più recenti fumetti seriali prodotti negli USA si prestano a vari livelli di lettura (e un bravo sceneggiatore si riconosce anche dalla sua capacità di trovare il giusto compromesso).
Ad ogni modo è palese che una priorità per questo tipo di industria resta sempre quella di puntare a conquistare il pubblico dei giovani e dei giovanissimi... E infatti quando a Stan Lee - l'ideatore dell'universo MARVEL - è stato chiesto di elaborare un supereroe per l'etichetta Graphic India (divisione della Liquid Comics, casa editrice specializzata in fumetti per i mercati emergenti), il prodotto finale è stato l'invicibile Chakra... Un ragazzino di Mumbai che ottiene il potere di sfruttare al massimo i centri energetici presenti in ogni essere umano...
E badate che l'età non è stata una scelta secondaria, perchè i primi concept del personaggio prevedevano un supereroe adulto, che poteva essere inserito meglio nel contesto multimediale dell'entertainment indiano tradizionale...
Perchè dunque, si è scelto di trasformare Chakra in un ragazzino?
Forse perchè, molto banalmente, chi di dovere si è accorto che i supereroi - in India - sono ancora una novità... E siccome le vecchie generazioni non sono sintonizzate su questo tipo di prodotto era meglio investire da subito le energie sul nuovo pubblico, quello dei giovani che - ad esempio - hanno più famigliarità con un certo tipo di contenuti...
Una scelta che pare essere stata assennata: infatti il buon successo del personaggio ha spinto alla realizzazione di un film in semianimazione (in cui compare lo stesso Stan Lee) ed entro un paio d'anni dovrebbe arrivare anche un film dal vivo... Che sarà anche il primo film di supereroi (nel senso tradizionale del termine) mai girato a Bollywood. In questo film l'età del protagonista dovrebbe essere leggermente alzata, per poter utilizzare un registro che - altrimenti - un film di Bollywood non potrebbe facilmente utilizzare senza banalizzare il tutto e/o scadere nel trash (per gli standard indiani, ovviamente)...
E d'altra parte se in India arrivano ad avere Chakra l'invincibile e in Italia - sul fronte dei supereroi per ragazzi - siamo fermi a IL RAGAZZO INVISIBILE e Supermimmo, probabilmente non è un caso.
Così come non è un caso se per "ringiovanire" un personaggio nella speranza di renderlo più accattivante per le nuove generazioni lo si rende al massimo trentacinquenne e si continua a presentarlo, vestirlo e pettinarlo come un distinto ospite di Villa Arzilla...
E quasi certamente il suddetto personaggio verrà "rinnovato" senza prendere in considerazione l'inserimento di determinati elementi (che avrebbero contribuito sul serio a dare un appeal giovane e moderno a tutto il progetto) e ignorando l'importanza dei fanservice in grado di attirare davvero il nuovo pubblico potenziale... Anzi: per gli autori è molto meglio - come da essi stessi dichiarato nell'intervista che ho già citato - inserire richiami e omaggi alla serie storica di Martin Mystere...
Ignorando del tutto, tra l'altro, la serie animata... Che per quanto trash - e solo vagamente ispirata alla serie a fumetti - avrebbe rappresentato l'unico, flebile, collegamento fra questo personaggio e la preziosissima generazione dei ventenni e degli under 20... Anche perchè, ancora nel 2008, Martin Mistery aveva avuto un suo vedeogame per Nintendo DS...
Quindi la domanda, a monte, resta: che senso ha aspirare al ricambio del pubblico, quando nei fatti il concetto di "giovane" rimane perlopiù un'astrazione molto relativa, nella mente di chi giovane non è più e che probabilmente nemmeno è in grado di indagare sulle reali aspettative del pubblico giovanile di oggi?
Al momento di risposte non me ne vengono, ma non penso che le strategie che in Italia sono state messe in campo negli ultimi anni rappresentino la soluzione... E, anzi, la sensazione è che siano parte integrante del problema.
Alla prossima.
2 commenti:
Non so cosa risponderti, ho letto la prima parte e come al solito finisco la tua analisi dopo. Direi che in Italia è semplicemente pieno di vecchi che considerano un quarantenne come un apprendista. Tony Stark in Italia avrebbe 55 anni come minimo (è a capo di un'industria) e Bruce Wayne (ma solo perché aitante) almeno 40. L' Italia è il paese dove si pensa che gli anziani abbiano sempre capito meglio la vita, anche in ambiti dove sono semplicemente obsoleti rispetto ad un ventenne. Io non sono di parte: sono sulla trentina e non sono nè carne nè pesce (ma passo per giovane nonostante qualche capo vintage e una cultura un po' classica e superata, un po' come Martin Mystere, che in un paese meno disfunzionale del nostro, tanto nella relatà che nella fiction, potrebbe avere una figlia di otto anni, no? E non sto parlando di errori di gioventù... Gli eroi sono giovani ma sono anche immortali e non hanno un'età precisa. Tipicamente sono adolescenti o adolescenti invecchiati (ovvero persone che hanno accumulato esperienza ma hanno ancora quell'approccio lì). Gli altri sono il mèntore, il tiranno cattivo (tipicamente vecchieggiante), lo scienziato, il genitore, ecc. Questo lo schema di base di ogni epica. Nel remoto passato era anche peggio (o meglio?) e i giappo sono più avanti perché sono "più indietro": per loro non è eccessivamente scandaloso che Pegasus combatta nell'arena a tredic'anni...(anche se il coevo Kenshiro io me lo immagino di 25-30 anni, cosa che è anche soggettiva). Facciamo un esperimento mentale: Quanti anni ha Xavier? Quanti (biologicamente) Wolverine? Quanti ne ha Catwoman? Quanti Superman? Quanti Corto Maltese. E (qui ti voglio) quanti Doctor Strange?
La cosa con un registro più moderno che è in giro di produzione italiana in ambito più o meno supereroistico è (e ancora parlo di cose che devo ancora visionar bene, brutto vizio mio) "Lo chiamavano Jeeg Robot", che in realtà è una cosa citazionista per trentenni alla Manetti Bros. Se arriva anche solo al livello "Coliandro" sarà godibilissima ma ancora legata a una grande fioritura passata (appunto, Jeeg Robot) dei soliti primi '80 in cui tutto il paese (e non la letteratura o il fumetto) è in parte intrappolato. A me sta benissimo: ci son nato negli '80 ma capisco che se io dico Jeeg Robot a uno di quindic'anni al massimo (se è un cultore) mi chiede se è il precursore di Pacific Rim o di Gurren Lagann. Io stesso non sono così diversamente giovane da averlo visto (quando ero preadolescente io c'erano Gundam Wing, Evangelion...). Avrei potuto procurarmi una VHS(!) di Mazinkaiser o vedere qualche replica di Daimos o di Vultus V, ed era la cosa più retrò che trasmettevano eccettuati gli eterni Kenshiro/Uomo Tigre/Ashita no Joe (han continuato fino al 2005 credo). E il protagonista di "Lo chiamavano" mi sembra un ventottenne disoccupato e disorientato. L'idea di "giovane" che hanno gli italiani.
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