Ciao a tutti, come va?
In realtà le cose che vado a segnalarvi oggi le avrei dovute segnalare la scorsa settimana, ma con un tempismo inquietante sono stato travolto da un virus parainfluenzale che mi ha steso, e così invece di segnalarvi alcuni eventi imminenti mi toccherà raccontarvi di alcuni eventi che si sono appena tenuti. Anche se il succo del discorso non cambia e, anzi, a posteriori è possibile avere più elementi a disposizione per parlarne... Visto che comunque, mentre ero preda dei torpori febbrili, sono rimasto attento e vigile.
Come forse saprete, nello scorso fine settimana si sono concentrate due manifestazioni dai contenuti abbastanza inerenti a questo blog, e cioè le nuove edizioni di Romics e di Modena Play, alle quali - stranamante - hanno dato un certo peso persino i telegiornali nazionali (seppur con il loro tipico taglio goffo e improvvisato). Le due manifestazioni sono solo in parte sovrapponibili, visto che Modena si concentra sul mondo dei GAMES, mentre Romics ha solo un'area limitata che si rivolge a questo ambito. In ogni caso penso che sia abbastanza evidente che il tipo pubblico a cui entrambe hanno puntato, almeno in parte, era lo stesso.
Per questo motivo, quindi, è particolarmente interessante, verificare quanto è stato diverso l'approccio di queste due manifestazioni nei confronti del suddetto pubblico, perlomeno dal punto di vista dei contenuti LGBT.
Partiamo da Romics: se consultate il programma della manifestazione, che mentre scrivo è ancora disponibile (CLICCATE QUI), noterete l'assenza di momenti di approfondimento e confronto su tematiche importanti e/o dai risvolti sociali e/o eticamente sensibili A PRESCINDERE dalla questione LGBT... Anche perchè, molto probabilmente, questa manifestazione si ispira alle tipiche manifestazioni fumettistiche italiane, che sono notoriamente delle fiere campionarie impreziosite da ospiti speciali e presentazioni varie, e nulla più. Forse la prima e ultima volta che in questa manifestazione si è tenuta una tavola rotonda sulle tematiche LGBT è stata nel 2002, e posso dirlo perchè ero presente anche io (trovate ancora qualche traccia di quel lontano momento CLICCANDO QUI).
Praticamente parliamo del paleolitico...
In compenso ho trovato particolarmente interessante, da un punto di vista prettamente simbolico, il fatto che quest'anno il Premio Romics d'Oro sia andato ad Alessandro Bilotta, l'ideatore dell'investigatore Mercurio Loi, che proprio il mese scorso ha visto concludersi (per via delle basse vendite) la sua avventura in edicola... Probabilmente in manifestazioni di questo tipo, che nonostante tutto hanno sempre un certo retrogusto da fiera campionaria/sagra paesana, ci sta sempre bene la premiazione di un autore locale (e cioè nato a Roma), e che magari ha ambientato di recente un fumetto nella città che ospita la fiera (e se ha valorizzato la storia e la cultura della città, tanto meglio). Ovviamente lungi da me l'idea di negare i meriti dell'autore, ma in casi come questo viene sempre il dubbio che se un fumetto del genere fosse stato ambientato a Venezia o a Milano, probabilmente a Romics non sarebbe stato premiato...
Ad ogni modo il punto a cui vorrei arrivare è un altro. Con gli ultimi numeri di Mercurio Loi, Alessandro Bilotta sembra aver lanciato tutta una serie di velatissime allusioni alla reale natura dei rapporti che hanno legato Mercurio Loi alla sua ex spalla Ottone, e Ottone al nemico giurato del protagonista, il perfido Tarcisio (li vedete qui sotto, grazie al sempre provvido contributo dell'amico Massimo Basili)...
Ovviamente, come da prassi bonelliana, quando ci sono dei personaggi coinvolti in qualche parentesi anche solo vagamente omosessuale, in particolare se si tratta di due maschi, è sempre meglio che almeno uno dei due abbia dei risvolti estremamente negativi - o perlomeno dia dei segni di squilibrio mentale - e che la tragedia "punitiva" sia sempre dietro l'angolo... E infatti anche negli ultimi numeri di Mercurio Loi abbiamo a disposizione tutto il campionario. Non che sia una novità (CLICCATE QUI e QUI per la mia analisi della storia di Mercurio Loi in cui si parla di omosessualità femminile), però è sempre interessante verificare che in questi contesti l'omosessualità femminile, per quanto dipinta in toni altrettanto squalificanti, possa avere una rappresentazione più esplicita... Mentre quella maschile abbia sempre la tendenza ad esprimersi con sottointesi e accenni estremamente ambigui...
Se poi queste sono imposizioni dall'alto o scelte stilistiche, non sta a me dirlo, ma certamente se il loro scopo era quello di rendere un fumetto come Mercurio Loi più intrigante, magari giocando su una rappresentazione prudententemente allusiva dell'omosessualità maschile e sulla prepotenza di quella femminile, direi che la tecnica non è stata quella giusta. Se non altro a giudicare dai risultati in termini di vendite. Comunque il succo del discorso è che quest'anno il Romics d'Oro è andato all'autore di Mercurio Loi, che ha affrontato certe tematiche in questo modo che ha visto il suo ultimo numero distribuito a marzo di quest'anno.
Nel frattempo, a Modena Play, si respirava un'aria diversa. Infatti sono stati presentati (e giocati per la prima volta) diversi giochi di ruolo a tematica LGBT, mentre non sono mancate le conferenze di approfondimento sul tema e persino le presentazioni si alcune ricerche sul tema.
Andiamo con ordine (anche se sicuramente mi dimenticherò qualcosa e qualcuno, e per questo mi scuso in anticipo).
Intanto c'erano i volontari de La Gilda (il gruppo gioco LGBT che si ritrova al Cassero di Bologna): oltre quaranta dimostratori e dimostratrici sparsi in tre stand, e tutti intenti a spiegare come portare avanti in maniera inclusiva e non discriminante le sessioni di gioco.
Per l'occasione offrivano anche delle simpatiche etichette adesive su cui ciascuno poteva scrivere il suo nome e il suo genere elettivo, giusto per dimostrare in maniera pratica il concetto di cui sopra.
Inoltre hanno avuto la possibilità di organizzare partite dimostrative con le prime copie stampate dell'attesissimo gioco a tema LGBT Lobbies, di cui ho parlato in diverse occasioni, fin dalla campagna di raccolta fondi su kickstarter (CLICCATE QUI).
Nel mentre Marco B.Bucci e Jacopo Camagni tenevano a battesimo i gioco ispirato alla loro saga fumettistico/narrativa di Nomen Omen, che - per quanti ancora non lo sapessero - non ha una visione propriamente reazionaria della vita e della sessualità...
Poi c'era il mio amico di vecchia data Stefano Burchi che ha finalmente proposto alcune sessioni dimostrative del gioco a cui sta lavorando da diverso tempo, "Stonewall 1969 - Una storia di guerra", e che prende spunto dalla rivolta dello Stonewall Inn e dal suo contesto storico...
E dulcis in fundo il gruppo DONNE, DADI e DATI (se non sapete di cosa si tratta CLICCATE QUI) ha portato il risultato della sua indagine sul tema della discriminazione di genere e orientamento sessuale nel mondo dei giochi di ruolo, portata avanti analizzando migliaia di questionari... E se volete conoscere dettagliatamente i risultati potete scaricare il tutto CLICCANDO QUI. Sicuramente si tratta di un lavoro molto interessante (e impegnativo), e in futuro spero di avere modo di snocciolarlo e valorizzarlo come si deve...
Se poi si volessero analizzare anche gli incontri e le iniziative che toccavano le tematiche LGBT in maniera meno diretta, direi che - parte la presenza di Immanuel Casto - varrebbe la pena segnalare l'incontro l'incontro dedicato all'influenza reciproca fra il giocatore di ruolo e il personaggio che interpreta e quello che ha presentato l'iniziativa #sbullizziamoci, per stimolare la discussione attorno alla discriminazione nel mondo dei giochi di ruolo attraverso questo hashtag.
Morale della favola: quale senso può avere il fatto che due manifestazioni come Romics e Modena Play, che per molti versi hanno un'utenza sovrapponibile, si pongano in maniera così diversa nei confronti di un certo tipo di contenuto?
Sembra una domanda banale, ma forse non lo è poi così tanto. Se dovessi azzardare una risposta molto sintetica, mi verrebbe da dire che la discriminante sta nel fatto che mentre Romics risente del fatto che si rivolge anche ad un pubblico di età mediamente più matura (anche per via del fatto che gli editori italiani di fumetti coltivano gli stessi lettori perlomeno dagli anni Sessanta), Modena Play si rivolge soprattutto ad un pubblico dai quarant'anni in giù... E che in buona parte ha meno di trent'anni.
In secondo luogo il mondo dei GAMES, a differenza di quello dell'editoria a fumetti, propone una maggiore democrazia partecipativa... Anche solo per il fatto che i giocatori "costruiscono" le sessioni di gioco e non si limitano a fruire passivamente di qualcosa progettato da altri. E infatti - come si è visto anche in questa manifestazione - non è poi cosi raro che il ruolo di creatore e fruitore possa invertirsi. Tutto questo, aggiunto al fatto che questo ambito favorisce una dimensione aggregativa che il fumetto non ha, determina una maggiore partecipazione anche da parte di quelle realtà minoritarie (o apparentemente tali) che in contesti più piramidali verrebbero marginalizzate. Non ultima la categoria LGBT... Che poi riesce a raggiungere quella massa critica che gli permette di emergere, a differenza di quanto accade nel mondo del fumetto.
E ovviamente da una maggiore emersione deriva una maggiore visibilità, con tutta una serie di benefici a catena che si riflettono - più in generale - nel contesto di questo ambiente, e nei programmi delle manifestazioni dedicate... Che magari danno anche modo a queste nuove realtà LGBT di FARSI AVANTI per proporre qualcosa da inserire nei loro programmi.
Il processo è ancora in corso, quindi non saprei valutare come si svilupperà la situazione nel lungo periodo, ma penso che sia abbastanza evidente che nel mondo dei GAMES il margine di movimento è ancora ampio, e sarà molto interessante seguire gli sviluppi dei prossimi anni.
Si può dire lo stesso del mondo del fumetto italiano e delle manifestazioni ad esso dedicate?
Essendo un ambito molto più variegato, anche solo a livello di formato, approccio e distribuzione, è molto difficile fare dei paragoni. Sicuramente è vero che, per come è strutturato, il mondo del fumetto italiano non parte dal basso, ma dalle idee - più o meno preconcette - che hanno gli autori e gli editori a proposito del pubblico che vorrebbero raggiungere... E al quale da troppo tempo non chiedono un'opinione in maniera strutturata...
Anche se, paradossalmente, preparare questionari e analizzare sondaggi potrebbe essere più sensato che buttare in pasto alle edicole serie che poi rischiano di rivelarsi dei grossi flop... E che magari non arrivano nemmeno al numero venti...
Ovviamente io non posso sapere come evolverà la situazione, però qualcosa mi dice che pensare al mondo del fumetto e al mondo dei GAMES come a due compartimenti stagni che non si contaminano mai sarebbe sbagliato... E d'altra parte sarebbe sbagliato pensare che questa contaminazione portasse semplicemente alla produzione di giochi ispirati a questo o a quel fumetto italiano, impedendo poi che i VERI punti di forza del mondo dei GAMES vadano anche solo ad intaccare superficialmente lo stile e il modo di porsi del fumetto Made in Italy. E con VERI punti di forza, ovviamente, non intendo le ambientazioni o lo stile da disegno... Anche perchè, pure in questo senso, abbiamo avuto diversi bichi nell'acqua...
Comunque qualche editore di fumetti sta iniziando a fiutare la cosa (la Panini con Omen Omen, ad esempio, ma anche la J-POP ha appena inaugurato questa attività con un gioco di ruolo in cui si diventa creatori di anime: "Anime Party")... Quindi adesso sarà molto interessante vedere come reagirà il loro pubblico e cosa succederà a quelli che continueranno a NON capirlo e a sperare di stare a galla senza avere la minima idea del perchè tanti ragazzini e giovani adulti amano i giochi di ruolo e snobbano i loro fumetti...
Staremo proprio a vedere...
Alla prossima.
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