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lunedì 9 giugno 2008

SIGH...SIGH...SIGH...

Ieri non ho proprio potuto postare nulla, ma vedo con piacere che gli accessi a questo blog non sono calati, e immagino che anche questo sia un buon segno. Oggi vedrò di recuperare con un post stimolante. Cominciamo parlando del MOCCA ART FESTIVAL di New York che avevo annunciato qualche giorno fa. Il Festival si è tenuto e gli spazi per promuovere il fumetto gay (con tanto di autori gay), c'erano come previsto.
Ad esempio c'era Allan Neuwirth, lo sceneggiatore di Chelsea Boys.
C'era anche Abby Denson, che più passa il tempo e più mi sembra che in foto abbia una faccia simpatica, anche se questo non cambia la mia opinione sul fatto che i suoi lavori siano un tantinello sopravvalutati. Qui nella foto è in compagnia del ben più talentuoso fumettista ispanico Ivan Velez Jr. (del quale magari parlero più dettagliatamente in un prossimo post).
C'era anche qualche faccia nuova e/o che non si fa vedere molto spesso in queste occasioni, come ad esempio Jennifer Camper e Bill Roundy (che è un po' la versione maschile di Abby Denson...A riprova del fatto che questo stile un tantino primitivo è una vera e propria corrente artistica negli USA...Anche se io, sinceramente parlando, mi auguro che si diffonda il meno possibile).
Che dire...Dalle foto si direbbe un evento culturale ben riuscito...Arioso, sereno e tutto il resto...Che poteva contare sugli spazi del prestigioso Puck Building di New York (che, tra le altre cose, è il grattacielo in cui si trova lo studio d'arredamento di Grace Adler, co-protagonista della strafamosa sit-com "Will & Grace"). C'è da dire che quando gli Stati Uniti promuovono la cultura del fumetto lo fanno bene, al punto di fare le veci di quei paesi che in questo senso hanno dimostrato un po' di carenze. So che avevo promesso di trattenermi al riguardo, ma anche stavolta non posso proprio stare zitto...Che i fumettisti italiani inizino a guardare con interesse ai mercati stranieri, visto che la nostra situazione è ripiegata su sè stessa e offre pochissimi sbocchi, non è una novità. La novità è che i fumettisti italiani che si dedicano ai temi GLBT sembrano avere dei riconoscimenti in questo senso SOLO all'estero. L'anno scorso in un articolo su gay.it avevo anche intervistato Jacopo Camagni proprio per rendere pubblica la sua esperienza al riguardo (clicca qui) e fra poco penso che dovrò fare altrettanto con le Peruggine (clicca qui per il loro sito).
Per chi non sapesse nulla di loro mi limito a dire che Barbara Apostolico e Claudia Lombardi sono due leggiadre fanciulle che abitano nei dintorni del ridente capoluogo umbro. Si sono appassionate al mondo dello yaoi e dello shonen-ai durante il primo boom del fenomeno alla fine degli anni 90 e hanno cominciato a produrre i loro fumetti con caparbietà e senza arrendersi di fronte alle difficoltà (mi dicevano addirittura che - per mancanza di tempo e spazio - disegnavano usando il letto come scrivania...E questo la dice lunga su cosa siano la vera passione la vera costanza!). Probabilmente la loro fortuna è stata anche quella di non essere state coinvolte direttamente dal terribile flop della collana BOY+BOY della Echo Communication, perchè all'epoca portavano già avanti per conto proprio il medioeval-yaoi CAIN...E così fra una cosa e l'altra possono dire di essere state le prime e uniche fumettiste italiane ad aver concluso una serie yaoi in 4 volumetti, così come avevano progettato dall'inizio. Fatto sta che negli ultimi anni il fenomeno dello yaoi made in Italy era paurosamente rientrato, minacciando di scomparire del tutto portando con sè tante brave autrici che non avevano avuto modo di essere valorizzate...Se non che, *MAGIA*, ecco arrivare dagli Stati Uniti la YAOI PRESS...Piccolo editore in costante crescita che si sta specializzando in manga yaoi realizzati da autrici occidentali. E poteva la Yaoi Press lasciarsi sfuggire le Peruggine (e le altre autrici italiane ingiustamente bistrattate in patria)? Ovviamente no...Così paradossalmente i loro fumetti, ormai introvabili in Italia, adesso sono distribuiti in lingua inglese attraverso circuiti internazionali come AMAZON...E come se tutto ciò non bastasse le Peruggine quest'anno andranno anche negli Stati Uniti come ospiti della YAOI PRESS presso due eventi estivi di una certa importanza: lo YAOI JAMBOREE che si tiene dal 20 al 22 giugno a Phoenix (in Arizona) e l'ANIME EXPO che si tiene dal 3 al 6 luglio a Los Angeles. Personalmente faccio loro un grande in bocca al lupo e le inviterò a inviarmi qualche foto da postare su questo BLOG...Anche perchè mi piacerebbe renderlo sempre più un faro nella nebbia che avvolge i fumetti GLBT in Italia (^___^). Intendiamoci: c'è chi sa parlare di YAOI molto meglio di me, ma credo che questo fenomeno sia comunque interessante e sicuramente si tratta di una buona cartina di tornasole sotto svariati punti di vista. Non so cosa ne pensate voi, ma io sono sempre più orientato a pensare che - nonostante tanti bei giri di parole - il nostro paese rimanga indietro di svariati decenni rispetto a buona parte delle realtà occidentali, e sia destinato a rimanere tale finchè tante belle teste saranno costrette cercare le giuste gratificazioni ad un oceano di distanza...Certo ora siamo in una società globalizzata e le distanze si stanno accorciando sempre di più, ma a maggior ragione è davvero inquietante che l'Italia sia così arretrata. Ieri l'altro mi sono fermato in libreria e mi è capitato di sfogliare un libro che diceva che il nostro grande problema è quello di provenire da una cultura che rimane profondamente contadina sia come modo di ragionare, sia come scala di valori. Non ci avevo mai pensato, ma probabilmente è proprio così. Ovviamente poi c'è anche chi ha interesse a fare in modo che la situazione non cambi, o magari regredisca ancora di più...D'altra parte è molto più facile manipolare una massa di contadini arretrati e sottostimolati che non dei cittadini consapevoli e acculturati. Voi che ne dite? Alla prossima.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo la tua analisi è vera, il problema dell'Italia è proprio il livello della cultura che dal rinascimento ad oggi è calato vertiginosamente.
Il non prendere in considerazione come cultura forme di espressione come i fumetti, ed aver paura di investire soldi e tempo in esso, è la causa della situazione che c'è oggi in Italia.

Il Bino ha detto...

Più che una causa, direi una conseguenza... <_<

Anonimo ha detto...

Grazie v. per la correzione. :-)

Anonimo ha detto...

Magari c fossero ancora i valori contadini in questo paese! Invece abbiamo perso i vecchi valori e c limitiamo a prendere il peggio della cultura americana che nn c apparteneva. Ma gli states, con tutti i loro limiti rimangono un paese fresco e giovane, come dimostri con tutte le news che arrivano da li, anche nel mondo del fumetto e gdl in generale mentre noi....
Programmi come I Simpon in America vanno regolarmente in onda nella FOX che è il neetwork più reazionario d'America enn risparmiano frecciatine ai potenti e temi scomodi da noi chi ha il potere fa di tutto per rincoglionire le masse ed eliminare ogni discussione intelligente. e quel che peggio lo sta facendo da trent'anni...
DA noi un cartone come i griffit nn può andare in onda prima delle 11 altrimenti scoppiano polemiche... o i simpson devono ridoppiati essere purgati di ogni parolaccia...e dire che negli ultimi anni fumetti e cartoon sono stati la forma d'arte più innovativa e dissacrante...
ma qui che tristezza...

Wally Rainbow ha detto...

Beh...Dipende molto da cosa intendiamo per valori contadini...Vediamo se riesco a spiegarmi: la donna intesa come oggetto nonchè sottomessa all'uomo e alle sue esigenze è un valore contadino... Il "culto" patriarcale degli anziani intesi non come fonte di ispirazione, ma come vertice della piramide sociale è un valore contadino (e si riflette molto bene nella nostra politica)...La svalutazione dei giovani, delle loro idee e delle loro esigenze (a meno che non siano completamente asservite al sistema) è un valore contadino...Intendere la religione non come uno stimolo, ma come un vincolo è un valore contadino...La diffidenza verso gli estranei e verso tutto ciò che "viene da fuori" è tipicamente contadino...Intendere la famiglia in funzione della sua capacità di proliferare è tipicamente contadino...E potrei andare avanti molto a lungo, ma mi limito a concludere che anche l'omofobia è un atteggiamento tipicamente contadino. Certo poi potremmo stare a raccontarcela per ore pensando ai bei valori di una volta...Ma siamo sicuri che i suddetti bei valori siano stati poi così belli? I miei nonni (e in generale i miei parenti over 60), che provengono da un mondo contadino doc, mi hanno sempre raccontato delle storie orribili e degli episodi a dir poco agghiaccianti relativi a quel mondo ... A tutt'ora ho degli amici che con quel mondo ci hanno a che fare e posso garantirvi che SICURAMENTE non lo reputano idilliaco. Nel mondo contadino ci sono ANCHE delle cose positive, ma posso garantirvi che questa mentalità è davvero un fardello capace di fare ancora dei danni enormi...Cosa che peraltro sta riuscendo a fare benissimo.

Wally Rainbow ha detto...

Beh...La tipica cultura contadina si basa proprio sull'isolamento dei gruppi sociali, ho addirittura dei singoli gruppi familiari, quindi si manifesta molto bene nei piccoli centri, ancor più se si trovano su di un'isola che ovviamente risente di una forma di isolamento supplementare. Anzi...Diciamo che è l'isolamento stessoo a diventare un valore. Dalle mie parti per esempio abbondano le comunità montane e pedemontane (sulla zona degli appennini), e la cosa ironica è che man mano che si spopolano e che la gente si trasferisce verso la città è la cultura contadina che ha la meglio su quella cittadina...Per farti un esempio banale: nella mia città i mezzi pubblici finiscono la loro corsa alle 7 di sera, e cessano i collegamenti con i paesi e paesini circostanti. Forse perchè ci si aspetta che la gente da queste parti debba ancora andare a letto con le galline? E se uno vuole passare la serata in città non avendola macchina e/o volendo fare economia come deve fare? Mah...