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lunedì 17 maggio 2010

COSE DELL'ALTRO MONDO...

Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Il post di oggi cade proprio nella giornata contro l'omofobia, che è stata riconosciuta ufficialmente dall'Unione Europea nel 2007 (anche se era "nata" in Francia nel 2005). Ricorre il 17 maggio perchè è in questa data che, nel 1990, l'omosessualità venne tolta ufficialmente dall'elenco delle patologie dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Peccato che ricorra una sola volta all'anno, soprattutto in un paese come il nostro, dove l'omofobia (e più in generale la sessuofobia) continuano a rappresentare una zavorra davvero ingombrante sotto tantissimi punti di vista.
Tuttavia, siccome questo blog vuole essere un tantino più originale degli altri, oggi volevo farvi riflettere su come omofobia e sessuofobia possano anche rappresentare un ostacolo all'utilizzo dei fumetti per lanciare messaggi importanti, come quelli legati alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Breve premessa: circa un terzo delle persone sieropositive viene contagiata prima dei vent'anni, proprio a causa della mancanza di una chiara informazione. Premessa numero due: il fumetto è un linguaggio che - se ben utilizzato - può avere una certa presa sul pubblico giovanile (e non solo su quello). Premessa numero tre: poichè i rapporti omosessuali non comportano il rischio di gravidanze indesiderate tanti giovani gay hanno un rapporto abbastanza conflittuale con il preservativo. Conclusione: si potrebbero usare i fumetti per spiegare il sesso sicuro ai giovani omosessuali, magari in una maniera diretta e senza moralismi. In realtà, come potete intuire, da noi le cose non vanno proprio così, e anche i giovani eterosessuali non se la passano molto meglio. Forse qualcuno di voi si ricorderà del caso degli opuscoli che avevano come testimonial Lupo Alberto...
Si trattava di una campagna ministeriale promossa dal Ministero della Salute nel 1992/1993 e che aveva un occhio di riguardo per i giovani... Tuttavia il Ministero dell'Istruzione (che all'epoca era retto da Rosa Russo Jervolino) ne proibì la distribuzione nelle scuole... Non sto a raccontarvi tutti i dettagli, ma evidentemente il linguaggio utilizzato in quell'opuscolo era ritenuto ancora troppo esplicito nel 2002, visto che venne "riciclato" apportando tutta una serie di censure nei testi. Da allora a oggi il linguaggio del fumetto è stato utilizzato in diverse altre campagne per la prevenzione, soprattutto a carattere regionale o gestite da associazioni come la LILA (Lega Italiana Lotta AIDS), ma in una maniera sempre più astratta e meno esplicita... E badando bene di non entrare mai troppo nel dettaglio per quel che riguarda i rapporti omosessuali, soprattutto se si voleva arrivare nelle scuole...
Evidentemente dopo il caso di Lupo Alberto nessuno ha voluto rischiare di investire denaro in progetti che avrebbero corso il rischio di essere bloccati... E così il profilo di queste iniziative si è sempre mantenuto a livelli più adatti a soddisfare le commissioni che devono dare il nulla osta a questi progetti piuttosto che la curiosità dei giovani con una vita sessuale attiva... Tant'è che anche il pregevole opuscolo realizzato da Luca Enoch per la LILA nel 2005 (e che venne presentato addirittura alla Lucca Comics di quell'anno) era tutto incentrato su di un preservativo di nome Jimmy Hat che impartiva lezioni di "sesso sicuro" ad una platea di peni...
Un modo dissacrante e ironico per aggirare il rischio della censura, che tuttavia utilizzava un linguaggio satirico in cui buona parte del pubblico giovane faceva fatica ad identificarsi... Soprattutto se non era abituato a relazionarsi con questo genere di fumetto un po' underground. Evidentemente il fatto di dover pubblicare opuscoli di questo tipo in un paese come l'Italia incide molto, soprattutto quando sarebbe auspicabile poter parlare liberamente anche di temi legati all'omosessualità. Dico questo perchè, mentre da noi tutto rimane fermo (tanto per cambiare), in Francia l'associazione per la lotta all'AIDS Sidaction (ma l'iniziativa è stata promossa anche in Belgio da Ex Aequeo) ha commissionato un opuscolo al fumettista gay Fabrice Neaud (che vedete qui sotto), famoso per i suoi fumetti gay dal taglio realistico (e ispirati direttamente alla sua vita).
In Italia fu pubblicato un solo volume della versione a fumetti suo diario personale, alla fine degli anni novanta (dalla Rasputin Libri, un'editore che ora non esiste nemmeno più), dopodichè cadde nell'oblio... Mentre in Europa, e in particolare nell'area franco belga, è diventato un piccolo cult per il pubblico omosessuale. Evidentemente all'associazione Sidaction non sono degli sprovveduti, e così hanno dato modo a Fabrice Neaud di realizzare una vera e propria graphic novel in miniatura, incentrata su di un giovane omosessuale sieropositivo, scene di sesso incluse...
Siccome so che fra di voi ci sono degli intenditori che già sbavano all'idea di poter leggere questo fumetto, e siccome questo è il blog che vi offre quello che gli altri non vi offrono, potete scaricare l'opuscolo in formato .pdf CLICCANDO QUI oppure sulla tavola inserita qui sotto... E poi non dite che non vi voglio bene...
Che dire ? Probabilmente si tratta di tutto un'altro modo di usare il fumetto per campagne informative che trattano temi delicati, ma siccome oggi sono in vena di infierire vi segnalo anche che in Belgio l'associazione Ex Aequeo ha prodotto anche degli opuscoli a fumetti per l'integrazione dei giovani omosessuali e la lotta all'omofobia (anche in ambito scolastico), affidandone la realizzazione a due autori di fumetti che lavorano per il noto editore Casterman: Marco Paulo e Thierry Robberecht.
Un modo intelligente per parlare ai giovani in modo diretto e allo stesso tempo delicato, combattendo i pregiudizi e l'omofobia con garbo e ironia... Senza dover ricorrere a tanti giri di parole e senza dover convivere col pensiero che qualche bigotto possa compromettere la diffusione dell'iniziativa, nelle scuole o altrove...
D'altra parte parliamo del Belgio, sede del Parlamento Europeo e nazione in cui gli omosessuali possono sposarsi dal 2003... Qualcosa dovrà pur significare, anche se in certi casi è molto difficile capire se è nato prima l'uovo o la gallina: il Belgio non è un paese omofobo perchè qualcuno si dà da fare o qualcuno è libero di darsi da fare perchè il Belgio non è un paese omofobo? È molto difficile rispondere a questa domanda, anche se sono portato a pensare che le due cose vadano di pari passo e che comunque l'atteggiamento delle autorità locali influenzi la popolazione, cosa che in effetti accade anche da noi, ma con risultati un po' diversi... Certo è che, se qualcuno volesse tradurre questi opuscoli in italiano, male non farebbe...
Alla prossima.
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