Oggi volevo iniziare partendo da una lettera che ho letto oggi e che mi ha messo particolarmente di buon umore, infatti Stafano mi ha scritto:
"Ciao Valeriano,
sono un volontario del gruppo giovani di arcigay Modena (nonché tuo grande fan! ti seguo dai tempi in cui rainbows era pubblicato da gay.it) e ti scrivo per ringraziarti.
Devi sapere che mi è toccato l'ingrato compito di curare una piccola rassegna che dovesse occuparsi di argomenti di nicchia, non generalisti come musica o film a tematica gay.
Perché non occuparsi di fumetti e videogiochi allora, mi son detto! Cercando su internet ho trovato diverse informazioni, soprattutto in inglese, ma devo dire che il tuo blog (di cui sono un affezionato lettore :) ) è la fonte più organica e vasta in circolazione. Insomma... cercando fra i tuoi post ho trovato molti spunti interessanti che mi hanno aiutato a comporre una presentazione in power point con cui ho condotto un'intera seduta del gruppo giovani. Nonostante ci fosse poca gente interessata a fumetti o videogiochi, sembra proprio che la rassegna sia piaciuta, tanto che alcuni mi hanno proposto di creare CD contenenti tutti i fumetti a tematica che avevo scaricato da internet, cosicché gli interessati possano prenderlo in prestito dalla sede.
Quindi grazie per l'impegno con cui curi il blog e disegni le tue strisce, alimenti le speranze di noi poveri appassionati fumettari italiani visto il mercato scadente che abbiamo! ;)
Stefano
P.S. Alcuni ragazzi si sono dimostrati interessati ai tuoi fumetti (non potevo non citarti), per cui chissà, magari avrai qualche nuovo fan d'ora in poi =D"
Ecco... Questo è il genere di lettera che mi gratifica e mi fa pensare che portare avanti questo BLOG è una buona cosa... Grazie, davvero e complimenti per l'iniziativa! Sono quasi commosso...
Tra l'altro, proprio in questi giorni, anche l'associazione gay I FIGLI DELLA LUNA di Cuneo mi ha chiesto informazioni per organizzare un appuntamento simile per il prossimo marzo... Sta a vedere che, dopo oltre seicento post, questo blog inizia ad essere davvero un piccolo riferimento per i fumetti gay in Italia? La lettera che mi è arrivata, però, solleva una questione molto interessante. Infatti Stefano mi dice che i fumetti gay, a differenza del cinema e della musica a tematica, sono considerati un argomento di nicchia. Il che è vero, anche se i fumetti in generale nascono per essere una forma di intrattenimento popolare, esattamente come la musica o il cinema...
Perchè i fumetti, in Italia, hanno perso questa caratteristica? La domanda non è banale, soprattutto se si prendono in considerazione i fumetti a tematica gay, visto che il pubblico omosessuale - di solito - drizza le antenne per qualsiasi cosa che sia anche solo vagamente identificabile come gay (spendendoci anche delle cifre ragguardevoli). In effetti il fumetto in generale ha sempre goduto di una considerazione abbastanza bassa nel nostro paese, finendo per essere escluso dal grande circuito mediatico e culturale. Esattamente il contrario di quello che avviene nei paesi in cui i fumetti godono di grande considerazione... E non è un caso. Basta fare un giro per Bruxelles (senza scomodare il solito Giappone o gli USA) per rendersi conto come gli eroi dei fumetti locali, che abbelliscono gli edifici della città, testimoniano una considerazione del tutto diversa per questo medium...
Un approccio inclusivo che si riscontra anche nelle biblioteche e nelle librerie, ad esempio, ma anche nei telegiornali, sui quotidiani e nelle trasmissioni televisive, che dedicano ampi spazi a fumetti e affini. Senza contare le conferenze, le mostre, ecc. A questo punto è abbastanza facile capire come i fumetti, che in Belgio sono pienamente inseriti nel circuito dei media, sono tutt'altro che una nicchia culturale. In Italia, dove di fumetti si parla poco e male, il fumetto non ha alcuna risonanza mediatica, se non attraverso le serie animate e i film per il grande schermo che si ispirano ad esso (ma questo significa solo pubblicizzare alcuni prodotti a discapito di altri, e non certo valorizzare il fumetto in quanto tale). Ultimamente, poi, qualcuno scopre i fumetti grazie agli allegati dei quotidiani, ma si tratta comunque di una minoranza, visto che si tratta di allegati abbastanza costosi, che mirano già ad un pubblico di collezionisti...
Poi bisogna considerare che in Italia sono spariti da decenni i fumetti per l'infanzia, che avevano il delicato compito di avvicinare ed educare il pubblico più giovane al linguaggio del fumetto. Escludendo i prodotti Disney e similari, che ultimamente sono diventati indiscutibilmente banali, scialbi e noiosi (tanto da allontanare i giovanissimi dai fumetti invece di trasformarli in futuri appassionati), l'offerta è praticamente nulla. Quindi non stupisce se, generazione dopo generazione, il fumetto ha finito per essere considerato soprattutto un passatempo per sfigati intellettuali dai gusti poco commerciali, quelli che oggi vengono definiti nerds...
Intendiamoci: rispetto a qualche anno fa, e soprattutto grazie ai manga e ad alcuni cult (come Dylan Dog e Rat Man), la situazione in Italia è nettamente migliorata, tuttavia il fumetto rimane qualcosa di fondamente alieno per la cultura popolare italiana, a causa di un meccanismo perverso che probabilmente affonda le sue radici addirittura nel regime fascista... Che paradossalmente del fumetto aveva una grandissima considerazione, anche se solo come strumento di propaganda...
L'interesse del fascismo per il fumetto e il suo utilizzo, infatti, fu tanto e tale da spingere le forze politiche del dopoguerra a prendere nettamente le distanze da questo medium, trattandolo con una pregiudizievole ostilità. I progressisti e i moderati lo associavano al regime, mentre i conservatori temevano che sostenendo i fumetti sarebbero stati associati essi stessi al regime di cui sopra. Questo si andava ad aggiungere allo snobismo con cui la classe colta del nostro paese li aveva sempre considerati e alla diffidenza delle autorità religiose. Morale della favola: siccome i media del nostro paese (nonostante le apparenze) sono SEMPRE stati un'emanazione più o meno diretta di qualche corrente politica, e siccome in Italia nessuna corrente politica (dopo il fascismo) ha mai visto davvero di buon occhio i fumetti (con qualche sporadica eccezione, dovuta al lavorio di alcuni intellettuali come Umberto Eco), si è innescato un circolo vizioso per cui in Italia il fumetto è rimasto sempre ai margini della scena culturale e mediatica, rimanendo appunto un fenomeno di nicchia, nonostante le grandi tirature di Topolino o Tex...Le stesse dinamiche hanno influenzato anche la storia del fumetto gay nel nostro paese. Infatti le associazioni gay italiane, fin dall'inizio, nascevano come associazioni politiche e politicizzate che - per i motivi storici di cui sopra - avevano una bassa considerazione di fumetti e affini. Questo ha poi generato un effetto domino su tutta la cultura gay italiana e sulle varie pubblicazioni gay del nostro paese, in cui il fumetto gay non è mai stato presentato in maniera organica e continuata, come ad esempio succedeva negli USA... Dove una serie come Leonard & Larry di Tim Barela è proseguita sul mensile The Advocate per qualcosa come vent'anni...
Lo stesso discorso vale per le pubblicazioni dai contenuti più espliciti, che in Italia si limitavano a pubblicare qualche fumetto estero a caso (senza peraltro pagare i diritti a chi di dovere), mentre all'estero le riviste hard avevano lanciato tutta una serie di autori e personaggi cult fin dai primi anni '70... Come ad esempio l'agente segreto Harry Chess di A.Jay, che debuttò addirittura nel 1966...
In parole povere: il fumetto gay, negli USA, era una diretta emanazione del movimento gay e delle sue rivendicazioni, mentre in Italia non faceva parte della cultura politica di nessuno (per i motivi storici di cui sopra), e quindi veniva ignorato o comunque presentato in maniera impropria. Ovviamente in un paese come l'Italia, dove il fumetto gay è comunque un tabù editoriale, il fatto che lo stesso mondo gay non lo promuovesse in maniera adeguata e continuativa ha portato alla situazione attuale, per cui i fumetti gay sono dei perfetti sconosciuti anche per gli stessi gay... Fortunatamente, come dimostra la lettera con cui ho aperto questo post, anche da noi le cose stanno lentamente cambiando, grazie anche al fatto che le nuove generazioni hanno un approccio molto più elastico rispetto ai loro predecessori e comunque (grazie ad internet) possono confrontarsi anche con la cultura gay di altre nazioni, dove sicuramente i fumetti (gay e non) sono molto meglio inseriti...
Tuttavia vorrei spezzare una lancia a favore dei siti esteri, che magari non sembrano esaurienti come questo blog. Se le cose stanno così è anche perchè possono permettersi di dare per scontato che i loro lettori possono approfondire gli argomenti altrove, visto che in molte nazioni c'è una rete culturale gay molto vasta e ben ramificata. Questo blog, invece, è studiato proprio per il gay italiano medio, che - non certo per colpa sua - in fatto di fumetti deve partire da zero, o quasi.
Ovviamente, se nel suo piccolo serve allo scopo, io ne sono molto contento.
Ciao e alla prossima.
Ecco... Questo è il genere di lettera che mi gratifica e mi fa pensare che portare avanti questo BLOG è una buona cosa... Grazie, davvero e complimenti per l'iniziativa! Sono quasi commosso...
Tra l'altro, proprio in questi giorni, anche l'associazione gay I FIGLI DELLA LUNA di Cuneo mi ha chiesto informazioni per organizzare un appuntamento simile per il prossimo marzo... Sta a vedere che, dopo oltre seicento post, questo blog inizia ad essere davvero un piccolo riferimento per i fumetti gay in Italia? La lettera che mi è arrivata, però, solleva una questione molto interessante. Infatti Stefano mi dice che i fumetti gay, a differenza del cinema e della musica a tematica, sono considerati un argomento di nicchia. Il che è vero, anche se i fumetti in generale nascono per essere una forma di intrattenimento popolare, esattamente come la musica o il cinema...
Perchè i fumetti, in Italia, hanno perso questa caratteristica? La domanda non è banale, soprattutto se si prendono in considerazione i fumetti a tematica gay, visto che il pubblico omosessuale - di solito - drizza le antenne per qualsiasi cosa che sia anche solo vagamente identificabile come gay (spendendoci anche delle cifre ragguardevoli). In effetti il fumetto in generale ha sempre goduto di una considerazione abbastanza bassa nel nostro paese, finendo per essere escluso dal grande circuito mediatico e culturale. Esattamente il contrario di quello che avviene nei paesi in cui i fumetti godono di grande considerazione... E non è un caso. Basta fare un giro per Bruxelles (senza scomodare il solito Giappone o gli USA) per rendersi conto come gli eroi dei fumetti locali, che abbelliscono gli edifici della città, testimoniano una considerazione del tutto diversa per questo medium...
Un approccio inclusivo che si riscontra anche nelle biblioteche e nelle librerie, ad esempio, ma anche nei telegiornali, sui quotidiani e nelle trasmissioni televisive, che dedicano ampi spazi a fumetti e affini. Senza contare le conferenze, le mostre, ecc. A questo punto è abbastanza facile capire come i fumetti, che in Belgio sono pienamente inseriti nel circuito dei media, sono tutt'altro che una nicchia culturale. In Italia, dove di fumetti si parla poco e male, il fumetto non ha alcuna risonanza mediatica, se non attraverso le serie animate e i film per il grande schermo che si ispirano ad esso (ma questo significa solo pubblicizzare alcuni prodotti a discapito di altri, e non certo valorizzare il fumetto in quanto tale). Ultimamente, poi, qualcuno scopre i fumetti grazie agli allegati dei quotidiani, ma si tratta comunque di una minoranza, visto che si tratta di allegati abbastanza costosi, che mirano già ad un pubblico di collezionisti...
Poi bisogna considerare che in Italia sono spariti da decenni i fumetti per l'infanzia, che avevano il delicato compito di avvicinare ed educare il pubblico più giovane al linguaggio del fumetto. Escludendo i prodotti Disney e similari, che ultimamente sono diventati indiscutibilmente banali, scialbi e noiosi (tanto da allontanare i giovanissimi dai fumetti invece di trasformarli in futuri appassionati), l'offerta è praticamente nulla. Quindi non stupisce se, generazione dopo generazione, il fumetto ha finito per essere considerato soprattutto un passatempo per sfigati intellettuali dai gusti poco commerciali, quelli che oggi vengono definiti nerds...
Intendiamoci: rispetto a qualche anno fa, e soprattutto grazie ai manga e ad alcuni cult (come Dylan Dog e Rat Man), la situazione in Italia è nettamente migliorata, tuttavia il fumetto rimane qualcosa di fondamente alieno per la cultura popolare italiana, a causa di un meccanismo perverso che probabilmente affonda le sue radici addirittura nel regime fascista... Che paradossalmente del fumetto aveva una grandissima considerazione, anche se solo come strumento di propaganda...
L'interesse del fascismo per il fumetto e il suo utilizzo, infatti, fu tanto e tale da spingere le forze politiche del dopoguerra a prendere nettamente le distanze da questo medium, trattandolo con una pregiudizievole ostilità. I progressisti e i moderati lo associavano al regime, mentre i conservatori temevano che sostenendo i fumetti sarebbero stati associati essi stessi al regime di cui sopra. Questo si andava ad aggiungere allo snobismo con cui la classe colta del nostro paese li aveva sempre considerati e alla diffidenza delle autorità religiose. Morale della favola: siccome i media del nostro paese (nonostante le apparenze) sono SEMPRE stati un'emanazione più o meno diretta di qualche corrente politica, e siccome in Italia nessuna corrente politica (dopo il fascismo) ha mai visto davvero di buon occhio i fumetti (con qualche sporadica eccezione, dovuta al lavorio di alcuni intellettuali come Umberto Eco), si è innescato un circolo vizioso per cui in Italia il fumetto è rimasto sempre ai margini della scena culturale e mediatica, rimanendo appunto un fenomeno di nicchia, nonostante le grandi tirature di Topolino o Tex...Le stesse dinamiche hanno influenzato anche la storia del fumetto gay nel nostro paese. Infatti le associazioni gay italiane, fin dall'inizio, nascevano come associazioni politiche e politicizzate che - per i motivi storici di cui sopra - avevano una bassa considerazione di fumetti e affini. Questo ha poi generato un effetto domino su tutta la cultura gay italiana e sulle varie pubblicazioni gay del nostro paese, in cui il fumetto gay non è mai stato presentato in maniera organica e continuata, come ad esempio succedeva negli USA... Dove una serie come Leonard & Larry di Tim Barela è proseguita sul mensile The Advocate per qualcosa come vent'anni...
Lo stesso discorso vale per le pubblicazioni dai contenuti più espliciti, che in Italia si limitavano a pubblicare qualche fumetto estero a caso (senza peraltro pagare i diritti a chi di dovere), mentre all'estero le riviste hard avevano lanciato tutta una serie di autori e personaggi cult fin dai primi anni '70... Come ad esempio l'agente segreto Harry Chess di A.Jay, che debuttò addirittura nel 1966...
In parole povere: il fumetto gay, negli USA, era una diretta emanazione del movimento gay e delle sue rivendicazioni, mentre in Italia non faceva parte della cultura politica di nessuno (per i motivi storici di cui sopra), e quindi veniva ignorato o comunque presentato in maniera impropria. Ovviamente in un paese come l'Italia, dove il fumetto gay è comunque un tabù editoriale, il fatto che lo stesso mondo gay non lo promuovesse in maniera adeguata e continuativa ha portato alla situazione attuale, per cui i fumetti gay sono dei perfetti sconosciuti anche per gli stessi gay... Fortunatamente, come dimostra la lettera con cui ho aperto questo post, anche da noi le cose stanno lentamente cambiando, grazie anche al fatto che le nuove generazioni hanno un approccio molto più elastico rispetto ai loro predecessori e comunque (grazie ad internet) possono confrontarsi anche con la cultura gay di altre nazioni, dove sicuramente i fumetti (gay e non) sono molto meglio inseriti...
Tuttavia vorrei spezzare una lancia a favore dei siti esteri, che magari non sembrano esaurienti come questo blog. Se le cose stanno così è anche perchè possono permettersi di dare per scontato che i loro lettori possono approfondire gli argomenti altrove, visto che in molte nazioni c'è una rete culturale gay molto vasta e ben ramificata. Questo blog, invece, è studiato proprio per il gay italiano medio, che - non certo per colpa sua - in fatto di fumetti deve partire da zero, o quasi.
Ovviamente, se nel suo piccolo serve allo scopo, io ne sono molto contento.
Ciao e alla prossima.
3 commenti:
Che piacere vedere le strade di Belgio, con i muri affrescati con personaggi del fumetto.
Io sono felice di vivere parte dell'anno in Belgio.
Grazie per la cura che metti in questo blog, Wally. Ormai la diamo per scontata, ma questo non vuol dire che non la apprezziamo fino in fondo :)
Che carino :-) Grazie :-)
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