Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Tanto per cambiare la scorsa settimana ho avuto qualche problemino tecnico e ho saltato un paio di post, ma per fortuna ora ho risolto e sono pronto a tornare a scrivere. In effetti oggi un luttuoso annuncio mi dà lo spunto per fare il punto su di una situazione che nel nostro paese è molto comune, anche se è tutt'altro che sana... Infatti ieri mattina si è spento Sergio Bonelli, lo storico editore del fumetto popolare italiano, che guidava l'omonima casa editrice dal 1957 (e per la quale realizzava sceneggiature e creava personaggi sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta).
Avevo avuto a che fare personalmente con lui quando venne organizzata una mostra su Dylan Dog nella mia città, nei primi anni '90, e mi sembrava una persona estremamente per bene e un vero galantuomo. Ricordo che quando dovevo passare per uno stretto corridoio, e lui era di fronte a me, si fece da parte con un'umiltà quasi imbarazzante, dicendo qualcosa del tipo: "Ci mancherebbe! La nostra forza siete voi"... Un signore, insomma. Dispiace molto che personaggi così lascino questa terra, anche perchè quelli con una simile caratura sono sempre meno. Riposi in pace. Detto questo, nonostante la mia massima stima, non ho potuto fare a meno di notare che - ora che non c'è più - si è venuta a creare la tipica situazione "all'italiana". A cosa mi riferisco? La Sergio Bonelli Editore è sempre stata una casa editrice a conduzione familiare, nel senso che è stata un feudo della famiglia Bonelli fin da quando il padre di Sergio, Gianluigi Bonelli, fondò la casa editrice l'Audace nel 1940. Poi passò la palla alla moglie, Tea (foto sotto), che rilevò la direzione della casa editrice (ribattezzandola CEPIM) nel 1946 e inventò - per TEX - il formato che poi sarebbe stato chiamato proprio "bonelliano". Quindi subentrò Sergio, che diede il suo nome alla casa editrice e la porto a diventare l'importante realtà editoriale che conosciamo oggi. Dal 1957 al giorno della sua morte Sergio Bonelli è stato il proprietario e direttore generale della casa editrice, gestendola con passione e con una buona dose di caparbietà, ma senza ipotizzare un futuro che andasse oltre alla sua dipartita, tantè che non ha mai preparato un vero piano di emergenza. Anzi: nel 2007, quando il direttore editoriale Decio Canzio (che ricopriva quel ruolo dagli anni '80) passò la mano, Sergio Bonelli - invece di lasciare spazio ai giovani - si appropriò ufficialmente di quel titolo, che ha tenuto ben stretto fino alla fine. La morte di Sergio Bonelli è giunta in maniera inaspettata, ma aveva pur sempre 78 anni e forse avrebbe dovuto iniziare a mettere le mani avanti, invece di assumersi sempre nuove responsabilità. Soprattutto considerando che aveva un figlio, Davide (foto sotto), che non si è mai definito un appassionato dei fumetti di famiglia (in Bonelli si occupava di marketing)...
Però siamo in Italia, e probabilmente tutti davano per scontato che alla fine Davide Bonelli avrebbe dovuto rilevare la casa editrice di famiglia. E infatti, tecnicamente, senza un piano B ora la proprietà della casa editrice è di fatto un'eredità, e quindi le cose sono andate proprio così. Cosa succederà ora? Sergio Bonelli voleva avere l'ultima parola su tutto, e questo spiega perchè negli albi Bonelli le tematiche omosessuali (che per la sua generazione erano improponibili) erano ampiamente censurate - salvo rari casi - già a livello di sceneggiatura. La sua casa editrice si muoveva seguendo un sistema piramidale che ora rimane decapitato, e lo scenario futuro è molto incerto sotto vari punti di vista. Siccome siamo in Italia, come dicevo, tanti sperano in un Davide Bonelli capace di riscattare la sua fama, ma si vocifera già di una cordata di autori Bonelli che potrebbe rilevare la casa editrice. La Bonelli diventerà una specie di cooperativa? Difficile da ipotizzare, anche perchè non è detto che un bravo autore sia anche un bravo editore. Tempo fa si parlava anche di qualche grande editore o gruppo editoriale che potesse rilevare il tutto, ma questa probabilmente sarebbe l'ipotesi peggiore di tutte: se un gruppo editoriale non sa come muoversi nel mondo dei fumetti, ma decide comunque di pubblicarli per battere cassa, i risultati possono essere pessimi. Forse Sergio Bonelli avrebbe dovuto ristrutturare la sua casa editrice finchè era ancora in tempo? Probabile. La MARVEL è nata ufficialmente negli anni 60', e anche se è stata praticamente creata da Stan Lee (foto sotto) ha avuto una dozzina di direttori editoriali diversi dopo di lui... Se adesso Stan Lee (che di anni ne ha ben 89!) dovesse passare a miglior vita non ci sarebbero crisi di panico per nessuno. Inoltre la successione di vari direttori editoriali (nessuno dei quali è mai stato un over cinquanta) ha permesso alla MARVEL di rinnovarsi costantemente, e di arrivare - per esempio - ad avere una discreta quantità di personaggi omosessuali positivi, moderni ed emancipati. Purtroppo, nonostante la sua grande caratura, nemmeno Sergio Bonelli è riuscito ad emanciparsi da quel diabolico meccanismo psicologico, tutto italiano, per cui è meglio non lasciare il posto ai giovani e per cui i legami di famiglia hanno la precedenza su tutto, anche sul buonsenso. D'altra parte questo avviene nel mondo dell'editoria come in quello della politica, dell'imprenditoria, della cultura, ecc... E infatti quando le persone non fanno carriera con le loro qualità, ma con il proprio cognome, i risultati si vedono. Intendiamoci: non è sempre così e qualche volta è vero che il buon sangue non mente. Nel 1972 il signor Piero Dami fondò una casa editrice per l'infanzia che porta il suo nome, e oggi sua figlia Elisabetta Dami (foto sotto) è diventata famosa in tutto il mondo per i suoi libri di Geronimo Stilton... Quei libri, peraltro, NON sono mai stati pubblicati dalla casa editrice di famiglia, a riprova del fatto che il suo successo se l'è guadagnato. Però, purtroppo, il suo caso è un po' l'eccezione che conferma la regola. Morale della favola: Sergio Bonelli se ne va e, a prescindere dai suoi tanti meriti, lascia una situazione difficile da gestire... E soprattutto si lascia alle spalle 54 anni alla guida di una casa editrice che - purtroppo - è stata un suo inevitabile riflesso ed ha finito per ingessare il fumetto popolare italiano in generale, contenendone molto il potenziale e vincolando generazioni e generazioni di autori ai suoi modelli... E forse anche alla sua idea di omosessualità, che evidentemente era un po' retrò... Dato che ha impedito che si parlasse esplicitamente di coppie gay in GREYSTORM, ma non ha posto il veto alla killer lesbica psicopatica di JULIA. Allo stesso modo Legs Weaver ha potuto vivere la sua omosessualità in maniera frizzante finchè si fermava alle allusioni, ma quando si è dichiarata ha finito per vivere un rapporto tormentato e cupo. Lo stesso Sigrido, personaggio di contorno della serie GEA, ha potuto vivere da gay dichiarato nella misura in cui la sua omosessualità non è mai stata rappresentata in maniera troppo diretta...
E questi sono solo esempi relativamente recenti... Intendiamoci: questa non è un critica, ma una semplice constatazione. Ovviamente al momento non è possibile fare ipotesi sulla Bonelli del futuro, meno che mai dal punto di vista LGBT... Però sarà interessante verificare se questo lutto segnerà un rinnovamento della casa editrice o un ulteriore consolidamento delle sue posizioni e del suo classico approccio al fumetto popolare, che tende a non considerare i temi LGBT. Tuttavia se prima o poi Tex si imbattesse in un cowboy gay (che magari ci prova con lui), o se Legs Weaver avesse un figlio con la sua compagna, non sarebbe affatto male... Anche se effettivamente - vista anche la congiunzione socio culturale italiana - lo vedo ancora molto improbabile... Con o senza Sergio Bonelli.
Voi cosa ne pensate?
Alla prossima.
7 commenti:
Il figlio è il responsabile del marketing della Bonelli editore....
penso che bonelli e l'accademia disney abbiano contribuito ad affossare la creatività in italia. r.i.p.
i degni fumetti dell italia bacchettona: bonelli e disney. ci sta tutta.
Va bene che è morto, ma il tuo post mi sembra un po' troppo buonista!
Bonelli sarà stato una forza dinamica nella prima parte della sua carriera, ma alla lunga ha contribuito non poco a frenare lo sviluppo del fumetto italiano.
Non ho affatto capito le due critiche: oltre a non essere costruttive mancano di sostanza. In che senso Bonelli e Disney affossano la creatività Italiana? E' esattamente il contrario! E' un dato oggettivo che, da sempre, Bonelli e la sua casa editrice oltre ai consueti e classici "Tex", "Zagor" e compagnia bella ( che nel corso dei tanti anni hanno saputo rinnovarsi senza snaturarsi ) ha affiancato pubblicazioni di gran lunga innovative a seconda dei loro tempi. Penso a "un uomo un avventura", "Mister No", " Martin Mystère", "Ken Parker" ma anche "Napoleone" con disegnatori come Bacilieri e Nizzoli o i personaggi di "Gea" e " Lilith" di un autore fuori dagli schemi come Enoch. Le pubblicazioni Bonelli hanno permesso a disegnatori e sceneggiatori di esprimersi al meglio, nel solco di una tradizione popolare. Chi crede che essere innovativi vuol dire mettere due tette nude o quattro parolacce e tramutare Tex in una specie di "Preacher" vuol dire che ha una visione fanciullesca delle cose. Ma neanche far cavalcare robot con magli perforanti come tanti manga non mi pare una situazione innovativa. E' pur vero che, a volte, una piccola dose in più di coraggio non sarebbe stata male. Ma francamente storie come "Dritto e rovescio" di Ken Parker o personaggi omosessuali che interagiscono senza drammi o particolarità come quelli di Enoch a me sembrano segnali positivi. Si potrebbe far vedere un personaggio gay serenamente a letto col suo compagno? Può darsi. Ma le pubblicazioni Bonelli devono soddisfare una gran parte di pubblico e direi che la loro parte per un'evoluzione sociale del lettore medio l'hanno fatta e la continueranno a fare. Nessun'altro albo mensile da edicola ha mai fatto tanto, piuttosto. Si può sempre migliorare e perfezionarsi, è ovvio. Certo è che vedere Gastone della Walt Disney indulgere in pratiche sodomite , davanti a Paperino e Zio Paperone, per una sorta di sdoganamento dell'omosessualità mi apparirebbe un po' troppo sopra le righe! Quasi a stravolgere i personaggi e sopratutto il target dei lettori al quale le storie sono rivolte! :) E d'altra parte, nel 2011, i manga sono considerati ancora così innovativi e realistici con i loro algidi e muliebri personaggi dall'identità sessuale incerta ma poco realistica? E comunque è inutile fare le operazioni di aritmetica mischiando mele e pere. Sono prodotti diversi che vanno interpretati a sè stanti. Ma di sicuro di creatività non ne manca!
Magari è una questione di prospettive. A suo modo la Bonelli è stata innovativa, ma nella misura in cui non è uscita dal recinto del "bonelly style", e considerato quanto era stretto bisogna rendere davvero merito agli autori che hanno lavorato per la casa editrice finora.
nessuno sta dicendo che per essere innovativi avrebbero dovuto pubblicare cose gay,si sta solo dicendo che bonelli e accademia disney hanno reso lo stile fumettistico italiano in generale , bacchettone e immobile, con storie insulse, personaggi sciatti che attirano un pubblico "vecchio" solo perchè li leggevano da piccoli. e comunque ogni paese ha i fumetti che si merita, del resto. come il governo.
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