Ciao a tutti e a tutte. Oggi continuo il mio viaggio "Ai Confini della Realtà", prendendo ancora spunto dalla San Diego ComiCon che si concluderà oggi. Piccola premessa: una delle cose che possiamo invidiare al mondo del fumetto degli Stati Uniti è che ha un attivissimo fandom. "Fandom" è una parola formata da Fanatic (fanatico nel senso di ammiratore) e Kingdom (regno), e indica la sottocultura animata dalle persone cha hanno in comune una stessa passione, in questo caso per i fumetti. Anche in Italia abbiamo un fandom fumettistico, ma si esprime in maniera decisamente più modesta. Negli Stati Uniti c'è un vero e proprio mondo a parte per il fandom, con le sue pubblicazioni e le sue inziative (saggi, romanzi, documentari e molto altro ancora) e soprattutto con i suoi personaggi di riferimento. Uno di questi è senza dubbio Andy Mangels, che alla San Diego ComiCon di quest'anno ha presentato la sua ultima fatica: un documentatissimo saggio su Iron Man.
Come potete intuire dalla foto qui sopra lo ha presentato allo stand della PRISM COMICS, perchè giustamente è un'associazione che promuove gli autori gay dichiarati, e lui è dichiaratissimo. Non fatevi ingannare dai suoi eccentrici baffoni: Andy Mangels è un vero e proprio guru in una gran quantità di campi. Oltre ad aver scritto notevoli saggi su diversi personaggi dei fumetti è un espertissimo trekker (fan di Star Trek), e non a caso ha scritto diversi romanzi ufficiali ispirati alla serie. Insieme al suo compagno Michael A. Martin ha anche scritto la conclusione ufficiale del serial TV Roswell (che è comparsa solo sotto forma di romanzo). Non pago di tutto ciò è anche un vero e proprio cultore delle serie animate americane degli anni 70-80, ed è il curatore di tantissime bellissime edizioni in DVD che li riguardano (e che in Italia stentano ad arrivare). La cosa che però vorrei sottolineare è che Andy Mangels è anche un attivista, che dà il suo contributo al movimento gay americano con regolarità e che non si fa problemi ad esporsi. Tant'è che la prima foto che appare sul suo sito lo ritrae con un delizioso camiciotto che rappresenta la bandiera dell'orgoglio leather (ne ha anche uno con la bandiera dell'orgoglio bear e uno con una bandiera leather/bear).
Qualcuno, ora, potrebbe pensare che magari è solo esibizionismo e che finchè un camiciotto del genere lo si espone sul proprio sito o al limite in un ambiente gay non c'è niente di coraggioso. Vero. Infatti il nostro buon Andy lo sfoggia anche nelle occasioni ufficiali, come ad esempio con gli attori del film X-Men.
O, ancora meglio, in compagnia del regista Bryan Singer (X-Men, X-Men 2, Superman Return...), che fra parentesi è gay dichiarato e vicino alla comunità GLBT pure lui. Tant'è che in una presentazione pubblica di qualche anno fa si è messo a parlare come se nulla fosse di una sua relazione finita male con un non meglio identificato ragazzo francese...
Prego notare che Bryan Singer è giovane, bello e dichiarato, mentre in Italia di regista dichiarato abbiamo solo l'esempio di Franco Zeffirelli, che oltre ad essere un tantino - come dire - avanti con gli anni, ha sempre detto che è un omosessuale NON gay, che è contrario ai riconoscimenti civili e che mai e poi mai vorrebbe avere a che fare col mondo gay di oggi, che peraltro schifa visibilmente. Tornando a noi, se qualcuno si chiedesse come si presenta Andy Mangels ai raduni propriamente gay, qui di seguito potete vederlo in compagnia di uno dei Village People all'inizio degli anni 90...
Se volete conoscere meglio Andy Mangels, il suo lavoro e il suo album fotografico cliccate QUI e poi sappiatemi dire. Personalmente penso che sia un ottimo esempio di persona che si è realizzata coltivando le sue passioni e rimanendo estremamente coerente con sè stessa, senza nascondere ciò che è (e anzi facendone il suo punto di forza). Prima di scrivere questo post mi sono spremuto un po' le meningi pensando a quanti membri del fandom fumettistico italiano riescono a fare come lui, e non mi è venuto in mente nessuno. Poi ho passato in rassegna l'ambiente del fumetto italiano in generale e mi sono chiesto quanti fanno del loro orientamento sessuale un elemento visibile del loro lavoro, magari impegnandosi anche sul fronte della comunità GLBT... E alla fine mi sono venuto in mente solo io e tutt'a un tratto ho iniziato a capire come deve sentirsi la particella di sodio nella pubblicità dell'acqua minerale... Yu-Uhhhhhhhhhhhh??? C'è nessunooooooooooooo???
1 commento:
Il problema è che in Italia non ci sono comunità in torno ad un determinato argomento o interesse comune.
Ad esempio si è ampiamente parlato della gay street di Roma, ma è un iniziativa nata intorno ai locali presenti nella strada e non come in altre città europee o americane dove le strade e i quartieri gay esistono perchè c'è una comunità gay che li abita.
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