In questi giorni stavo riflettendo sul fatto che fra poco sarà trascorso un anno da quando ho fatto il "direttore artistico" per la mostra ARCOBALENI FRA LE NUVOLE, che si è tenuta a Genova nell'ambito delle iniziative del Genova Pride 2009. Lungi da me l'idea di rinfacciare qualcosa a qualcuno, ma all'epoca si parlava di farla circolare, di promuoverla e di valorizzarla anche in altre sedi. Un anno è quasi passato e non ne ho saputo più nulla... Così, per scrupolo, ho appena sentito l'Arcigay di Genova che mi ha detto che è ancora tutta lì, quindi se tanto mi da tanto credo che potrebbe spettare al sottoscritto riesumarla e cercare di rimetterla in circolo prima che sia troppo tardi. Vedremo un po' cosa si potrà fare, e se magari si riuscirà ad ampliarla. Tuttavia ammetto che uno dei miei sogni segreti sarebbe quello di riuscire a organizzare, in un ipotetico futuro, una fiera dedicata ai fumetti e all'illustrazione gay contemporanea anche nel nostro paese, magari dando uno stand a ogni artista per vendere le sue opere... Qualcosa tipo la THE PAINTED BOY GAY ART FAIR di New York...
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Carina, vero? Negli Stati Uniti le fiere di questo tipo abbondano (e se seguite questo blog dovreste averlo capito), ma a quanto pare continuano a sbucarne di nuove (questa ha debuttato nel 2009 con ben due edizioni!). Vi faccio notare che non solo il pubblico veniva anche per aquistare i lavori degli artisti, ma pagava un biglietto di 20 $, di cui buona parte serviva a sponsorizzare le inziative del The Lesbian, Gay, Bisexual & Transgender Community Center che ospitava l'evento. Da notare che, come in ogni manifestazione statunitense che si rispetti, era previsto un galà di apertura... Per la modica cifra di 35 $...
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Non so se avete mai frequentato un comitato Arcigay di una grande città (non mi riferisco al circuito dei locali convenzionati), ma anche se non lo avete mai frequentato e anche se non conscete bene l'inglese, credo che sarete in grado comunque di fare un confronto e trarre le vostre conclusioni.
Ciao e alla prossima.
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2 commenti:
Per me le differenze in questo settore come in molti altri stanno nella differente concezione che si ha di "associazione" e "comunità", in America c'è un maggior senso del fare per il bene comune, in Italia spesso si usano le associazioni per acquisire potere politico a livello personale.
Condivido quello che ha detto Ioran. In America la partecipazione alla vita pubblica,e quindi anche quella associativa, è molto più sentita. Provate ad andare negli States, gli americani non si fanno mai i ...azzi loro. Se ti fermi ad un incrocio e ti guardi in giro solo magari per guardarti i palazzi c'è sempre qualcuno che ti chiede se ti sei perso, oppure passi tranquillo con un sacchetto della spesa e trovi gente che disserta su quel supermercato (capitato a me). Noi invece siamo più individualisti e facciamo più fatica a fare comunità. Per noi la partecipazione attiva riguarda sempre gli altri e mai sè stessi, salvo poi ovviamente lamentarsi di ciò che non va. Siamo anche un po' scrocconi a dire il vero ed in tutte le occasioni cerchiamo sempre il tornaconto personale e solo dopo quello comune.
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