Ciao a tutti e ciao a tutte, come va?
Oggi è il giorno dell'Europride, e quindi ho scelto di parlare di un cantante davvero speciale, che peraltro è venuto a mancare proprio il 27 maggio scorso, infatti vorrei ricordare con voi Peter Boom... Che probabilmente avrebbe apprezzato in modo particolare la manifestazione di oggi. Se questo nome non vi dice nulla non spaventatevi, infatti la storia Peter Boom è proprio quella del primo cantante gay dichiarato italiano, nonchè di uno dei primi attivisti per i diritti gay del nostro paese... E per forza di cose ha dovuto scontare anni e anni di boicottaggio (e anche una certa indifferenza da parte del mondo gay italiano, che non ha molta familiarità col concetto di memoria storica).
Ma chi è stato Peter Boom? Peter Boom era nato in Olanda il 31 marzo 1936. Si era stabilito in Italia nel lontano 1956, per studiare canto e poi recitazione, le sue grandi passioni che trasformò presto in lavoro. Infatti divenne attore, cantante, doppiatore, paroliere e scrittore (lavorando in cinque lingue: olandese, italiano, inglese, tedesco e francese). A 23 anni scopre la propria omosessualità, gli piace la vive immediatamente come un dono prezioso della natura e non certo come un dramma. Più facile a dirsi che a farsi visto che eravamo alla fine degli anni ’50 del secolo scorso. É un personaggio pubblico dichiaratamente omosessuale, un fatto più unico che raro nell’Italia di quegli anni, dove l’unico gay (poi trans) visibile in quel periodo era la ‘scandalosa’ Giò Stajano Starace. Si dichiara anche con la madre che lo accetta, ma che si rammarica perché secondo lei l’essere gay gli renderà la vita decisamente più difficile. Vivere apertamente la propria omosessualità, se libera lo spirito, non lo aiutò sicuramente nella vita lavorativa nell’Italia fintamente bigotta del fare ma non dire. Continua a lavorare molto, ma gli vengono sempre preclusi ruoli importanti proprio a causa del suo essere dichiarato. Nel frattempo cresce il suo attivismo politico. Il 5 e 6 aprile 1972 infatti prende parte alla famosa protesta di Sanremo contro il congresso di sessuologia promosso dal CIS, un congresso che preparava la strada ad una legge per rendere l’omosessualità reato in Italia. Il successo della protesta fu enorme ed inaudito. Il congresso fallì miseramente e l’Italia conobbe la sua prima sollevazione gay della storia. Peter Boom faceva appunto parte di quel manipolo di coraggiosi. Nel maggio del 1972 pubblicò il primo 45 giri gay italiano “Lui ama Lui”/”Fuori”, con testi molto espliciti. "Lui ama lui" è il brano che potete ascoltare qui di seguito...
Tanto coraggio andava punito. Il disco fu sequestrato con un cavillo e un teatro famoso per cui allora lavorava lo lincenziò perché ‘non volevano persone come lui’. Peter Boom univa alla sua militanza gay anche un certo anticlericalismo. Nel 1976 il diplomatico e scrittore Roger Peyrefitte rivelò l’omosessualità di Paolo VI e la relazione di questi con un attore, tale Paolo Carlini. Il Papa smentì sdegnosamente di sua bocca, anche se probabilmente non aveva convinto molti. Sulla questione intervenne anche Peter Boom su Radio Antenna Musica affermando: ‘Non so se papa Montini sia omosessuale o meno, ma se lo fosse sarebbe la persona più abietta e ipocrita del mondo’. Era davvero troppo per il clericalismo dominante: nel 1976 i carabinieri irruppero nella sua casa con il pretesto di accuse infamanti e ovviamente false. Subì anche un ‘incidente’ che gli provocò diverse abrasioni. Il messaggio era chiaro, ma Peter Boom non si ferma e negli anni seguenti è attivo nell’area romana dove conosce Don Marco Bisceglia (fondatore di Arcigay), Niki Vendola, Franco Grillini, Maria Silvia Spolato e molti altri. Fonda insieme ad altri l’Arcigay di Roma e comincia a collaborare con Massimo Consoli alla Gay House. Poi si sposterà a vivere nella provincia di Viterbo, prima a Nepi e poi a Bagnaia dove continuerà ad essere attivo e a dare ‘scandalo’. A Nepi scatena una vera bagarre rivelando su un giornale locale la vita sessuale ‘segreta’ della cittadina. Produce in proposito anche un video in collaborazione con Paolo D’Arpini intitolato ‘Un barbaro a Nepi’. Poi convince una coppia gay ad andare dal sindaco per chiedergli di sposarli. Il tabù è rotto, ma lui paga in prima persona il suo coraggio, finendo completamente isolato. Si sposta quindi a vivere a Bagnaia e negli anni ‘90 è fra gli animatori dell’Arcigay di Viterbo. Nel 1998 si spende molto per organizzare la commemorazione di Alfredo Ormando, che si era dato fuoco in Piazza San Pietro per protestare nella maniera più radicale contro l’oppressione omofobica della chiesa cattolica. Peter è estremamente colpito da quel gesto così estremo di denuncia e fa della ricorrenza un elemento centrale del suo attivismo. Anche e forse soprattutto grazie a lui la commemorazione di Alfredo Ormando è diventata la “Giornata nazionale contro la discriminazione omosessuale su base religiosa”, celebrata ogni anno il 13 gennaio. Negli ultimi anni della sua vita, oltre a continuare a lavorare come cantante ed attore (la sua ultima partecipazione sarà nel film di Nanni Moretti ‘Habemus Papam’, anche se nella sua carriera ha partecipato a non meno di quaranta film e a diversi spot pubblicitari). Ha fatto anche il cantante lirico e ha scritto i testi per tantissimi cantanti e per le colonne sonore di molti film (tra i quali spiccano i testi per alcuni brani di Ennio Morricone). Che dire? In un giorno come questo mi sembrava doveroso celebrare un personaggio come lui, anche perchè lo hanno ricordato pochissimi siti gay, e tanti gay di ultima generazione non sapevano neppure chi fosse. Per ricordarlo degnamente e celebrare al meglio l'Europride vi lascio con il suo brano che richiama proprio al nome del primo movimento gay italiano, il “F.u.o.r.i. – Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano”, di cui è stato uno dei primi militanti...
Stupefacente, vero? Ed era il 1972... Direi che tanti cantanti gay italiani (dichiarati e non) di oggi non dovrebbero fare altro che inchinarsi e a prendere esempio.
Buon Europride a tutti!
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