Ciao a tutti, come va?
Negli USA, fra le tante convention fumettistiche che si tengono ogni anno, ce n'è una un po' particolare, perchè si rivolge a chi i fumetti li vende: la ComicsPro (CLICCATE QUI). In poche parole rappresentanti di fumetterie, circuiti di distribuzione e case editrici si incontrano e si confrontano per fare il punto della situazione e adottare le migliori strategie per valorizzare il mercato del fumetto.
Niente male davvero, ed è un peccato che in Italia non si sia mai riuscito ad organizzare niente del genere (anche se, lo ammetto, la cosa non mi stupisce affatto).
L'ultima edizione si è tenuta qualche giorno fa e uno degli interventi più interessanti è stato quello del direttore editoriale della IMAGE, Eric Stephenson (foto sotto), che dal 2008 a oggi è riuscito a trasformare la casa editrice in una fucina di buone idee e nuovi talenti, proponendo fumetti di tutti i tipi e per tutti i gusti... Che stanno continuando a incassare il plauso di pubblico e critica...
E infatti oggi la IMAGE è al terzo posto nella classifica delle vendite USA, dopo i colossi MARVEL e DC (che però, è bene precisarlo, ora sono di fatto succursali di Disney e Warner Bros, con tutti i benefici che questo comporta, anche a livello di promozione e iniziative collaterali).
Nel suo discorso, che potete trovare tradotto in italiano CLICCANDO QUI, fondamentalmente ripercorre la storia del fumetto americano dagli anni '50 in poi, cercando di mettere a fuoco gli insegnamenti che si possono trarre dalle esperienze passate per non ricommettere più gli stessi errori... Come ad esempio una certa tendenza a ripiegare sul passato per andare sul sicuro, la propensione a iniziative "speciali" che nel lungo periodo fanno più danni che altro, l'incoraggiamento del collezionismo fine a se stesso e della speculazione (proponendo copertine e edizioni speciali, ad esempio)... Per non parlare dell'incapacità di notare quando ci sono nuove fasce di pubblico da coltivare, soprattutto sfruttando nuove idee e nuovi talenti... Perchè, in estrema sintesi, secondo lui sono le nuove idee il vero motore dei fumetti.
Un discorso assenatissimo e ricco di spunti importanti, soprattutto considerando che proviene da una persona che è riuscita a rilanciare benissimo una casa editrice che era in pieno declino.
Se non che, leggendolo, non ho potuto fare a meno di pensare che in Italia sta succedendo esattamente il contrario di quello che lui auspica, perlomeno quando ci sono di mezzo editori che si rivolgono alla grande distribuzione (quella delle edicole) e che producono prevalentemente fumetti italiani.
La situazione, attualmente, è la seguente: nelle edicole italiane gli editori che
pubblicano la maggior parte dei fumetti italiani sono quattro, e più precisamente Disney
Panini, Bonelli, 1000voltemeglio (ex Max Bunker Press) e Astorina.
Infatti
questi editori, da soli, rappresentano un buon 85% del
materiale italiano che punta alla grande distribuzione. Una volta le
cose erano diverse, ma ora i restanti editori che arrivano in edicola
propongono soprattutto materiale straniero, salvo rare eccezioni (che in buona parte sono ristampe di materiale già visto).
La
Panini (non Disney) pubblica pochissimi fumetti italiani (come Rat Man o
gli "speciali" legati ad eventi cinematografici come "Il ragazzo
invisibile" o "Lo chiamavano Jeeg Robot"), mentre la Star Comics (dopo una notevole serie di flop) ha
chiuso ufficialmente il suo reparto italiano nel 2014, e fa uscire solo
pochi speciali - o serie limitate - di tanto in tanto.
Poi vanno aggiunte alcune piccole realtà più o meno
sperimentali (come Menhir Edizioni e Shockdom) e gli editori che - salvo
rarissime eccezioni - ristampano fumetti
italiani già pubblicati in passato o magari pubblicati da italiani
all'estero (Mondadori, Cosmo Editoriale).
C'è
poi il caso, un po' anomalo, dell'Aurea editoriale, che oltre a
pubblicare (sempre più raramente) sui suoi periodici antologici fumetti
di autori italiani (in particolare dopo la conclusione - e la delusione -
dell'esperimento Long Wei), produce fumetti per l'Italia affidandoli ad
autori stranieri (come nel caso di Dago, che viene realizzato per
l'Italia da autori sudamericani).
E
per finire ci sono realtà editoriali che non sono facili da collocare,
come Il Sole di Carta, che sta ristampando la serie per preadolescenti
di Isa e Bea (che risale al 2002), e la stampa cattolica (con Il
Giornalino, il Messaggero dei Ragazzi, ecc), che però viene distribuita
principalmente nei circuiti cattolici (quindi parlare di grande distribuzione è molto relativo).
C'è da notare che un buon 50% del materiale italiano che pubblicano tutti questi editori ogni mese è costituito da ristampe, e già di per sè questo dettaglio dovrebbe essere abbastanza indicativo del fatto che dalle nostre parti non ci sia esattamente una corsa alle novità...
E, per estensione, la volontà di coltivare un pubblico "nuovo".
Se poi si vanno ad analizzare alcune notizie che sono state diffuse proprio in questi giorni, ciò che emerge è proprio la negazione dei propositi enunciati da Eric Stephenson.
Da che parte comincio?
Premesso che nel fumetto italiano ogni volta che si parla di "novità" e "nuovi autori" bisogna sempre mettere in conto che gli editori mettono comunque al primo posto le esigenze del loro pubblico "storico", con tutto quel che ne consegue, è abbastanza evidente che tanti lanci e rilanci annunciati in pompa magna negli ultimi anni non sono andati come si sperava...
E così, nell'evidente tentativo di recuperare lettori, la Bonelli farà scrivere a Tiziano Sclavi una nuova storia di DYLAN DOG, mentre il disegnatore Giorgio Cavazzano tornerà a disegnare per TOPOLINO... Niente di male, per carità, ma la sensazione è che si stia tentando di tappare una ruota bucata con una gomma da masticare. Un po' perchè non sarà una storia scritta da Tiziano Sclavi o disegnata da Giorgio Cavazzano a fare riavvicinare il pubblico storico in pianta stabile (e tantomeno a conquistarne di nuovo), e un po' perchè si tratta di palesi operazioni di facciata... Tantopiù che gli autori coinvolti avevano deciso da tempo di abbandonare un certo tipo di collaborazione e, anche se sono stati convinti in qualche modo a tornare sui loro passi, non è detto che abbiano realmente la voglia di farlo... E le cose fatte controvoglia, generalmente, non portano niente di buono.
Ad ogni modo, anche in questa occasione, per tentare di fare andare meglio le cose ci si rivolge di nuovo al passato... Il tutto mentre sia la Disney Panini che la Bonelli stanno commettendo sempre più di frequente un altro degli errori elencati da Eric Stephenson, proponendo edizioni "speciali" da fumetteria, raccolte di lusso, ristampe per collezionisti di albi usciti meno di un anno prima e via dicendo...
Senza contare le operazioni di marketing palesemente fini a se stesse, in cui ormai TOPOLINO è diventato maestro, anche se - a quanto pare - al peggio non c'è mai fine...
Partiamo da un dato fatto: la Panini è diventata il nuovo editore italiano di Asterix, a partire dall'ottobre 2015... Tuttavia, prima di passare il testimone, la Mondadori (che ne pubblicava i volumi e le ristampe fin dal 1968) le ha giocato uno scherzetto non da poco: infatti ha fatto pubblicare TUTTI i volumi di Asterix come allegati del Corriere della Sera, a partire dal dicembre 2014, in una pregevolissima edizione economica... Che ovviamente è andata a ruba.
Questo, però, ha fatto in modo che la nuova edizione Panini, a distanza di meno di un anno dalla pubblicazione di Asterix col Corriere della Sera, risultasse del tutto superflua... Con conseguenti pile di volumi invenduti nonostante i diritti di pubblicazione pagati profumatamente... Quindi che fare?
Pensa e ripensa, quei geniacci che gestiscono a monte l'azienda Panini (perchè mi rifiuto di pensare che questa idea possa essere nata spontaneamente in una redazione seria, o addirittura nella mente di qualche autore di lungo corso), hanno pensato di calare Topolino nei panni di Asterix in una storia di prossima uscita, per la quale sono stati convocati autori di sicuro richiamo (Tito Faraci e Silvia Ziche) che tenteranno di rendere perlomeno passabile una forzatura pubblicitaria bella e buona...
Anche perchè non ha alcun senso che venga realizzata la parodia a fumetti di una parodia a fumetti, peraltro sforzandosi di fondere - anche graficamente - due personaggi assolutamente iconici... Anzi: in questo modo si viene a creare qualcosa che si potrebbe definire tranquillamente uno stupro creativo, abbastanza offensivo sia per i lettori di Topolino che per quelli di Asterix.
E, con questi presupposti, non mi stupirebbe se questa operazione finisse per fare più danni che altro.
Nel frattempo anche l'editore Astorina ha deciso di rilanciare Diabolik con una serie in formato comic book, dal titolo DK, in cui propone una rielaborazione del personaggio e del suo cast di comprimari, a colori e sfruttando il formato per realizzare tavole più dinamiche... Peccato, però, che l'innovazione di questa proposta sia tutta qui... Visto che, pur tentando di presentarsi in maniera più audace e dinamica rispetto a quella della serie tradizionale (e graficamente l'obbiettivo può dirsi raggiunto), questa versione di Diabolik non è altro che una rielaborazione dei canoni e delle idee che caratterizzano la serie fin dal 1961... Con tutto il suo carico di formalità e anacronismi, e una buona dose di deja vù......
Tant'è che, nonostante il progetto sia nato con la speranza dichiarata di offrire una (nuova) ribalta internazionale al personaggio, per stessa ammissione dell'editore il primo (e per ora unico) paese che ha iniziato a tradurlo nella sua lingua è stato... La Bielorussia!
Qualcosa vorrà pur dire, e di questo sicuramente tornerò a parlare nel dettaglio in futuro.
Comunque che dire dell'ultimo editore di fumetti prevalentemente italiani che arriva in edicola? Ormai la 1000voltemeglio (ex Max Bunker Press) pubblica SOLO i fumetti di Alan Ford (con l'inedito e due ristampe, come Diabolik) e qualche occasionale ristampa di altre serie sceneggiate da Luciano Secchi... Che tiene le redini del personaggio fin dal 1969. Niente di illegale, ma Luciano Secchi va per i 77 anni e tutta l'attività fumettistica della casa editrice si regge sulle storie che scrive o ha scritto lui...
L'unico tentativo che c'è stato di far realizzare una nuova serie basata su un suo personaggio di successo "appaltandolo" alla Mondadori, e cioè Kriminal (CLICCATE QUI), è finito in un nulla di fatto... E nessuno ne parla più (anche se era stato annunciato ufficialmente già nella Lucca Comics & Games di due anni fa). Doveva essere una versione davvero moderna e innovativa di Kriminal... Una sorta di sequel adatto ai palati contemporanei, tant'è che erano stati coinvolti degli autori che avevano lavorato negli USA su progetti di un certo spessore, e guardacaso non se ne è fatto ancora nulla.
Forse l'editore (la Mondadori) ha pensato che fosse troppo audace? Luciano Secchi voleva avere un maggiore ruolo decisionale ed è entrato in conflitto con i nuovi autori? In effetti a suo tempo avevo scritto che temevo che un Kriminal in versione attualizzata potesse creare dei conflitti di interesse (CLICCATE QUI), soprattutto se gli autori avessero voluto toccare certi argomenti... Ci avevo visto giusto? Sono stati invitati a rielaborare alcune cose per trovare un compromesso, e questo ha rimandato l'uscita del progetto a tempo indeterminato ?
Staremo a vedere...
Sicuramente è indicativo il fatto che nelle edicole italiane viene distribuita una serie tascabile che fa proprio il verso a Diabolik e agli altri antieroi "neri" degli anni '60 e '70... Si chiama IL MORTO, è pubblicata dalle Edizioni Menhir e penso che sia abbastanza evidente che NON è una serie particolarmente innovativa...E, anzi, nasce proprio per essere un omaggio (molto soft, per la verità) ad alcuni fumetti che appartengono ad un passato sempre meno recente...
Morale della favola: se Eric Stephenson fosse a conoscenza di tutta questa situazione italiana cosa ne penserebbe? Non so perchè, ma ho la sensazione che la prenderebbe come un ottimo esempio di tutto quello che, dal suo punto di vista, NON bisognerebbe fare per garantire un futuro al fumetto... Anche perchè qualcosa mi dice che, prima di tutto, Eric Stephenson ci farebbe notare che il fumetto italiano non ha assolutamente capito che puntare a vari tipi di pubblico è ormai diventato un elemento essenziale... Soprattutto se è un pubblico che si è avvicinato al fumetto di recente.
In qualità di direttore editoriale per la IMAGE, ad esempio, Eric Stephenson ha sempre puntato molto sulle tematiche LGBT... E in alcuni casi ha lasciato che fossero uno degli elementi portanti di alcune serie della sua casa editrice e della sua politica editoriale in senso lato (visto che di recente la IMAGE ha promosso anche una raccolta fondi per le lotta all'omofobia, con cui ha raccolto oltre 250.000 dollari)...
E con queste premesse, forse, Eric Stephenson farebbe garbatamente notare agli editori italiani che tutte le persone che in quest'ultimo periodo stanno andando in piazza per difendere i diritti gay (Piazza Duomo a Milano si è riempita giusto ieri) possono essere viste come dei lettori potenziali che gli editori di casa nostra scelgono deliberatamente di non considerare...
Lettori che possono rappresentare una speranza in più, e che forse potrebbero essere anche una buona fetta dei lettori di domani... Sempre che si voglia dare un futuro ad un panorama editoriale ormai rantolante e completamente ripiegato su se stesso, ovviamente...
Che altro aggiungere?
Personalmente sono abbastanza convinto che continuando così, senza togliersi le proverbiali fette di salame dagli occhi, non si andrà molto lontano... E che finchè non si lascerà spazio a nuove idee, nuovi autori e nuovi approcci si continuerà a piangere sul latte versato...
E così io continuerò a scrivere post tragicomici sullo stato del fumetto italiano...
Con buona pace dei consigli di Eric Stephenson.
Alla prossima.
E
non dimenticare di partecipare alla votazione dei premi GLAD! Vota
anche tu il fumetto italiano che ti ha deluso di più! Trovi tutte le
informazioni CLICCANDO QUI.
2 commenti:
Questa notizia è giusto della settimana scorsa: http://www.mangaforever.net/284205/nasce-it-comics-nuova-casa-editrice-italiana-e-indipendente
http://www.it-comics.com/
ST
eh sì, avevo notato... BIsognerà vedere cosa farà :-) Sicuramente per ora possiamo dire che è la conferma che in Italia arriviamo sempre con quei 25 anni di ritardo :-)
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